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Autore: FunnyPink    05/09/2010    9 recensioni
La mia storia, mi dispiace ma non ho saputo trattenerla mi è venuta e ho dovuto scriverla, le parole sono uscite con vita propria.
Edward e Bella sono destinati a incontrarsi, lei non ha avuto una vita facile, vive per strada, neanche lui ha conosciuto subito la felicità, ma l'ha trovata grazie e a Esme e Carlisle, ma quando entrerà nella sua vita Bella...
Sono umani, sono giovani, cosa hanno da perdere, tutto e niente!
Dal -Capitolo 10-:
-Dopo qualche secondo la sua voce mi arrivò agli orecchi
"aiutami, ti prego, Edward, aiutami"
Crollò, le sue gambe cedettero, e sentii, il suo peso scivolare giù, le feci forza sul suo corpo tenendola, in un attimo mi ero chinato, e le avevo passato un braccio dietro i ginocchi, la sua testa stava appoggiata di lato al mio braccio, senza forze, ma sveglia, sentivo il respiro e lievi gemiti
"Edward, ti prego"
"ci sono io, non ti preoccupare ci sono, io, ti aiuto io"-
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film, Contesto generale/vago
Capitoli:
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Salve son riuscita a buttar giù il seguito, come avevate immaginato, la casa dei Cullen è la casa dei sogni, Carlisle e Esme vengono entrambe da famiglie benestanti, e Carlisle nonostante non fosse primario all'epoca stava prima in un'ospedale privato ed aveva un ottima fama e soprattutto un gran bel stipendio. Insomma tanto da potersi comprare quella specie di castello che ora leggerete, che poi è rimasto ai ragazzi, prima tutti e cinque, poi solo agli ultimi tre, ma come avete capito spesso si ritrovano insieme. Adesso buona lettura.





Pov Bella





Sto seduta comodamente sul sedile posteriore di una bella macchina nera, che credo sia di Jasper, dato che è lui il nostro pilota, accanto a lui Edward, mentre vicino a me Rosalie, io sono poggiata allo sportello e il mio viso è rivolto a ciò che vedo fuori. La città inizialmente abbastanza familiare è pian piano scemata fino al ponte di Brooklyn, adesso la zona che stiamo attraversando è molto più da stile “casetta con giardino” non ci sono più i palazzoni immensi, solo casette distribuite lungo immense e dritte vie, con auto parcheggiate nel vialetto, i bambini che giocano davanti, uomini che tosano il prato e donne intente a curare le rose, direi il classico stereotipo di sogno americano.

L'auto scivola fluida per i viali senza ancora fermarsi, la zona sembra tutta molto simile, noto poi delle case diverse, coperte da un'immensa siepe una e l'altra da un muro più alto a circondarla. Sento la macchina rallentare, e vedo il cancello della villa con siepe aprirsi per noi. Lentamente facciamo qualche metro di strada sterrata, e davanti a una casa dalle dimensioni immense ci fermiamo.

Eccoci qua”, esordisce Jasper, uscendo dal suo posto guida. Vedo tutti scendere, Rosalie scarica il mio borsone, Jasper la sedia a rotelle e Edward viene ad aiutarmi. Una volta scesa, noto il vialetto sterrato dirigersi verso un lato della recinzione dove sotto una tettoia di legno coperta da alberi e siepi stanno almeno quattro macchine, ma potrebbero starcene altre ancora è molto ampio, mentre nel resto dello spazio antistante si estende un prato verde e alberi curati. Dall'altra parte un ampio marciapiede e un portone in legno, sembra in stile spagnolo, come tutta la casa, le finestre grandi ma con cornicioni e decorazioni in legno. Edward mi accompagna tenendomi leggermente, è sempre delicato e per questo lo ringrazio, fa solo più forza quando devo sedermi o alzarmi, ossia quando devo sforzare un po' più gli addominali. All'ingresso trovo un grande armadio e un lungo tavolo con appoggiati, chiavi e borse dei ragazzi, mi accompagnano lungo il corridoio e attraverso un grande arco in legno entriamo in sala. Credo di non aver mai visto una stanza di queste dimensioni è gigantesca. I muri sono limpidamente bianchi e lo sembrano anche di più per il mobilio di legno molto scuro, che come l'esterno è in stile coloniale.

Una parete che da sul retro della casa, e un grande patio pieno di sdrai e sedie è interamente in vetro e illumina tutta la stanza, ai muri librerie, mobili e quadri dei ragazzi. Nel centro due scalini scendono verso tre divani molto lunghi e bianchi, al centro un tavolino e sul quarto lato un bel camino. Qui in piedi vedo la figura di Alice sorridermi, abbracciata a un ragazzo che non conosco. Il ragazzo è moro e molto grande o è la differenza con Alice a farlo risaltare, ma soprattutto è grosso, ha un fisico possente e molto muscoloso, sorride, ma c'è qualcosa di lui che mi intimorisce. “Benvenuta Isabella” mi dice, lo ringrazio

Bella lui è mio marito Emmett, l'ultimo dei fratelli Cullen”.

Bella finalmente, sono felice che tua sia arrivata, ho preparato tutto, ho pulito tutto, la tua stanza è perfetta ci ho aggiunto anche le tende, poi vedremo di riempire anche l'armadio con calma, intanto ci ho messo qualcosa di mio, anche se ti starà corto ma sei così magra, che-”

Alice spegniti un pochino, calma, riprendi fiato ogni tanto”Alice alza gli occhi al cielo, “E' come una bambina, si eccita sempre alle cose nuove...anzi forse è sempre così” dice Edward, e tutti ridacchiano, ma Jasper scende gli scalini si avvicina a lei e abbracciandola lo vedo dirgli -la mia bambina- e lasciarle un bacio. Distolgo lo sguardo e continuo a guardarmi intorno.

Andiamo in cucina dai” esordisce Rosalie e tutti e quattro si avviano verso questa. Io rimango immobile sto ancora guardando le foto dei ragazzi e di quelli che intuisco essere i loro genitori, in fondo alla stanza vedo una nicchia isolata dalla sala, ma non troppo, all'interno sta un bel pianoforte nero, e anch'esso risalta molto nella stanza e vicino a questo una poltrona. Edward non mi sprona a muovermi aspetta i miei tempi e intuendo il mio sguardo, mi suggerisce.

Quello è mio, anche Rosalie e mio padre Carlisle sanno suonarlo, ma io sono l'appassionato di casa, mia madre amava sentirmi suonare e ci ha portato la poltrona, poi un giorno se vuoi ti farò sentire”

mi piacerebbe, non ho mai sentito un pianoforte dal vivo” rispondo imbarazzata, e con lo sguardo cerco di abbracciare tutta l'immensa stanza. Non c'è niente che sia fuori posto, neanche il giornale abbandonato sul divano sfigura, o il cuscino in terra vicino a telecomandi, i libri impilati e caduti di lato nella libreria, o un bicchiere vuoto su un tavolino. Fanno tutti parte di una casa che vive, è una sensazione strana, per quando sia immensa e io fuori posto in una reggia come questa, c'è un'aria familiare.

Senza pensarci inspiro profondamente e noto un'altra cosa che mi stupisce. Ero abituata a tanti odori, quando stavo per strada molti odori erano terribili, aspri, o nauseanti, oppure così appetitosi da venire dalle cucine dei locali. I locali dell'orfanotrofio invece non avevano odore, eravamo noi stessi ragazzi a pulire i saloni, ma lo facevamo la maggior parte con acqua, non c'erano note di saponi. Quei giorni passati in quella famiglia, per quanto abbia dimenticato il più possibile tutto, avevano un odore strano, di vecchio e polvere. Questo luogo aveva invece un odore particolare, c'era il profumo dei fiori sul tavolo vicino a me, c'era spray da ambiente, c'era profumo di detersivo per pavimenti, profumo di pelle dei divani, grazie alla brezza anche di piante del giardino e mescolata con questi floreali, odore di cibo dalla cucina. Non so come ma questo mix mi ero sempre immaginata nei miei sogni essere l'odore di Casa.

Andiamo ragazzi stiamo aspettando voi” ci arrivò l'urlo di Jasper.

Mi riscossi dai pensieri, e il braccio di Edward, che mi era sempre stato accanto nonostante mi stessi quasi dimenticando della sua presenza, mi esortò a muovermi, guidandomi verso l'ingresso e la porta dall'altra parte.

In questa stanza dalle dimensioni eccessive come la sala, stava una lunga cucina scura, una grande finestra era incastrata tra i pensili e un'isola interna intorno alla quale stavano tutti radunati i Cullen. Non feci in tempo a notare la torta davanti a loro con delle candeline sopra, che partì uno stonatissimo coro di voci:

tanti auguri a te....” mi sentii avvampare, e portai il mio sguardo sulla spalla di Edward al mio fianco, che piano canticchiava pure lui, scossi la testa quando la canzoncina finì con l'applauso.

Io, siete pazzi, io non...che vi salta...è troppo per... oh al diavolo”esplosi alla fine, troppe emozioni insieme, gli occhi erano lucidi, e una lacrima scappò, non li guardai continuavo a fissare in terra. Non dissero nulla, solo Edward che sfregava piano la mia spalla sopra la manica, mi disse:

avanti quelle candeline devono essere spente o la cera colerà sciupando tutto quel cioccolato” sorrisi, il solito goloso di cioccolata, e carino nel togliermi dall'impaccio “esprimi un desiderio e soffia” mi disse ancora.

In quel momento mi sembrava quasi di avere tutto, però formulai mentalmente il mio desiderio ad occhi chiusi e soffiai forte sulla torta.

Un altro applauso e la distribuzione delle fette, mi fecero accomodare nell'immenso tavolone in fondo alla sala, che dubito riuscissero mai a riempire, nemmeno con ricevimento degno di un re. Ebbi anche io il mio pezzo di torta, pan di spagna e cioccolato, Edward accanto a me lo stava divorando, mugolando a ogni morso, mi fece ridere tutto il tempo. Quando finì e alzò il volto notai il lungo baffo di cioccolata, e gli risi in faccia.

che c'è?” chiese ingenuamente

hai un lungo baffo di cioccolata vicino alla bocca” si apprestò subito a pulirsi, ma dalla parte sbagliata, “ no qua..”gli dissi ancora allungando una mano e togliendogli il cioccolato con il pollice. Lo guardai nuovamente negli occhi e sorridendomi mi disse

grazie”rimasi a fissarlo, cioè entrambi ci fissavamo. Ogni volta che lo guardavo non capivo come mai, un ragazzo così bello, così educato, così gentile facesse tutto questo. Sembrava irreale, uno di quei personaggi che leggi solo nei libri, o che vivono nella tua fantasia. Eppure lui era seduto qui davanti a me, e lui aveva fatto si che tutto questo non fosse il mio sogno, fosse una nuova realtà della quale non riuscivo a convincermi. Aspettavo ancora il momento in cui mi sarei svegliata in una puzzolente baracca o dietro una fila di cartoni. E lui continuava a dirmi grazie, ed era assurdo, perché dovevo essere io a dirlo, per ogni cosa, per ogni mano ad alzarmi e ad abbassarmi, per i loro vestiti, gli occhiali, per avermi dato la loro amicizia, il loro tempo, il loro lavoro, la loro casa.



Dopo anche il secondo giro di torta che purtroppo rifiutai, anche se l'avevo trovata davvero buona, era stata cucinata da Rosalie, ripartì il tour della casa.

Sempre al pian terreno mi mostrarono il bagno e lo studio, quest'ultimo era pieno di libri e la libreria era così alta che aveva pure la scala, i volumi mi dissero essere quasi tutti scolastici e alcuni comuni, c'era inoltre una scrivania con due computer portatili e un tavolone con una distesa di volumi giganteschi dell'università.

Le scale erano su un lato della casa e continuavano per altri due piani, nel primo piano mi dissero esserci le loro stanze, mi mostrarono la camera di Alice e Jasper dai toni di bianco e nero, era stretta, ma solo rispetto alle dimensioni delle altre stanze, e solo perché Alice aveva ricavato una stanza extra come cabina armadio accanto al bagno personale, anche nella stanza c'era una scrivania, dei quadri e fotografie. La stanza opposta nel corridoio era quella prima usata da Rosalie ed Emmett, rimasta però intatta perché i ragazzi spesso tornavano qui, soprattutto mi dissero quando tornavano i loro genitori a fargli visita e allora amavano stare tutti insieme. La stanza aveva toni bianchi e rossi, era molto grande e aveva tantissime foto della coppia, abbracciati e in pose simpatiche.

Trovai poi la stanza di Edward, che invece era molto verde e nera, non mi stupii di trovare un'immensa libreria di volumi, e mi fece molto entusiasmare la sua vista, incastrata in questa stava la sua scrivania. Anche lui aveva un grande armadio, una grande finestra e una porta a vetri che dava dietro la casa su un balcone. La cosa che mi stupì fu il bellissimo letto in ferro battuto a baldacchino, era strano non facevo Edward da letto a baldacchino, mi sembrava più una cosa da ragazza, lui capì anche stavolta i miei pensieri e mi disse:

E' fondamentale un baldacchino se sei il bersaglio preferito delle zanzare” immaginai Edward grande e grosso perseguitato dalle zanzare, in effetti non poteva esser strano con tutta la cioccolata che mangiava, aveva sicuramente un sangue appetitoso, e ridacchiai “hei non ridere di me, sono un tormento, ho dovuto mettere questo e la notte mi chiudo dentro, tu hai fortuna, scommetto che le zanzare manco ti si avvicinano, non ci sarebbe niente da mangiare, un vampiro morirebbe di fame con te” e rise, mi venne spontaneo e gli feci la linguaccia, e i ragazzi con noi si unirono alle nostre risate.

Lasciata anche questa stanza, mi portarono nell'ultima, più semplice. Qui stava un armadio in legno blu-azzurro, un grande letto blu, una scrivania , una libreria vuota e una porticina in fondo.

Beh non è grande come le nostre, però è tutta tua, e pensavamo ti saresti sentita a più a tuo agio con qualcosa di...modesto, spero che ti piaccia il colore e le tende” disse Alice indicando le tende azzurre alla grande finestra tutta di vetro. Non sapevo come dire quanto fosse bellissima.

Perfetta, è incredibile e bellissima, i colori mi piacciono un sacco, è tutto perfetto, troppo, davvero io, non so come...”non sapevo mai che parole usare con loro.

non devi ringraziarci, a noi fa piacere in più non abbiamo scomodato nessuno, questa stanza era vuota, e tu non disturbi affatto”disse Jasper.

Bella il bagno è più piccolo e la doccia un po' stretta forse, ogni volta che vorrai fare un bagno, vai pure nel nostro, è sempre inutilizzato, e fai pure come fosse tuo, non devi chiedere il permesso”mi disse Rosalie allacciata ad Emmett che annuiva con lei. Mi veniva quasi da ridere, avevo un bagno mio, una stanza mia pensare alle dimensioni della doccia era l'ultimo dei miei pensieri. Jasper che aveva portato il mio borsone lo depositò nella stanza.

vieni ti facciamo vedere l'ultimo piano” esortò Edward.

Salimmo tutti insieme in cima alle scale dove stavano due porte quella destra portava in una bella stanza col soffitto leggermente inclinato, molto bianca e con soffici coperte e anch'essa con il baldacchino molto vaporoso, questa era la stanza dei loro genitori, prima che si trasferissero a Forks, e continuava ad esserlo quando venivano da loro. Sopra il letto stava un grande quadro di tutta la famiglia e sui mobili molte foto della coppia. La stanza accanto diciamo che era quella dello svago.

Appena entrai mi colpì subito l'immenso lucernario che dava sul cielo, stava sul soffitto molto più inclinato. La sala era abbastanza spoglia ai muri, ma conteneva molti strumenti ginnici, il pavimento era tutto in parquet. C'erano molti strumenti per la corsa, il movimento, alcuni pesi e dei materassini in terra, un grande impianto stereo e un divano. La parete più grande aveva un enorme specchio e una sbarra poggiata vicino a questo.

Questa è la stanza di ginnastica, Emmett è quello più impegnato e si vede penso, però vedi anche lo specchio serve per la musica, Alice e Esme hanno fatto danza classica e amavano stare qui, in ogni caso un po' tutti amiamo ballare, una volta abbiamo fatto un corso di hip pop tutti insieme, ci siamo divertiti anche se non eravamo delle cime, ma non sai quanto ti aiuta a sfogarti ballare con la musica a palla, un giorno organizzeremo qualcosa e ti insegnieremo”. Ero imbarazzata all'idea, ma annuii. Avevano già in mente di coinvolgermi in tutto ciò che facevano. Con tutte queste proposte come facevo a non sentirmi benvoluta.

Finimmo il tour in giardino, immenso, pieno di alberi e un'erbolina verde morbidissima, come potevo immaginare dopo la casa, avevano una piscina e un idromassaggio, era incredibile. Non avevo niente nemmeno una coperta prima di venire qui e adesso intorno a me c'era tutto questo.

Non voglio svegliarmi mai più.







Ciao, avete sbavato anche voi pensando a questa casa? Avevo provato a prepararvi al commento iniziale...

Bellissimo, ancora non si capiscono bene le sensazioni di bella, per quanto penso si capisca che si sente già fuori luogo, ma l'entusiasmo dei suoi coinquilini è davvero speciale. Ci sono così tante cosa da poter fare in quella casa. Spero anche come voi che bella trovi il suo posto, ancora chi lo sa... ;)

Riporto nuovamente l'invito a criticare, suggerire quello che volete, nessun problema, e mi scuso già se avete trovato errori grammaticali.

Grazie a chi legge, chi ha inserito la storia nei preferiti, o nelle storie seguite e a coloro che troppo gentili commentano ogni volta:



MoonLight_95 grazie cara!è vero alla fine con le migliaia di storie pubblicate sicuramente più di una si assomiglierà, anche tutte diciamo, alla fine ci rifacciamo a una solita origine.



VittoriaKf mi dispiace che invece vi ho fatto aspettare, però non ho tutto questo tempo, per quanto sia strano data la mia vita sociale al minimo, ma con il lavoro e qualche impegno trovo poco tempo, spero ti piaccia anche questo capitolo.



Giova71 ricominciare è difficile, immagina adesso bella buttata in una realtà che non sembra neanche reale, si trova ad avere tutto e a non sapere nulla, servirà ancora molto aiuto.



vanderbit infatti, era un po' il capitolo di varco verso la nuova vita.



Lullaby89 hai inteso bene, i sentimenti di Edward non sono chiari nemmeno per lui, perora prevale l'affetto, anche ora che si è accorto della bella persona che ha davanti, vediamo poi se si scoprono, ricorda che una persona sempre chiusa può essere difficile per quanto bella si fidi di lui.



SarettaCullenWriter sono contenta che ti piaccia anche se i complimenti sono eccessivi, non mi reputo così brava, però speri provochi qualche emozione, sia in bene che in male era questa la mia idea.



Gattino Bianco sono una ragazza estremamente animalista, non picchierei mai nessun animale, e apparte gli scherzi, non dovete per forza recensire tutto, non vi chiedo di essere miei fedeli, anzi sono io che spero che a voi piaccia leggere.



Oria71 infatti, sarà difficile, lei lo sa ma anche gli altri, essendo ragazzi intelligenti lo hanno capito, faranno del loro meglio come la stessa bella, ricorda lei si è promessa che la sua vita sarà sempre sua non permetterà agli altri di strappargliela, e nonostante quello che è accaduto la sua convinzione resterà forte.



Marco l'amore, l'amore quello è una cosa difficile se non sei abituato ad avere rapporti e a darti a qualcuno, perché alla fine in amore bisogna concedersi e fidarsi in un modo particolare dell'altro. Di Edward si fida come un protettore, inizialmente come l'unica persona che conosceva in quella vastità di estranei, e anche se adesso sta imparando a conoscerlo è lontana dal darsi a lui, ma imparerà secondo me... .

   
 
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