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Autore: cloe cullen    06/09/2010    23 recensioni
"Ma stanotte ho deciso di accontentarti...farò l'amore con te Bella..." Ambientata dopo che Edward lascia Bella in New Moon...ma se prima di lasciarla avessero condiviso un'esperienza che avrebbe cambiato le loro vite per sempre? come reagirà Bella? Edward tornerà da lei...? Leggete in molti!!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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penultimo cap Allora ragazze...eccomi qui. Sono anche stata abbastanza puntuale non trovate? ;) Beh sì...questo capitolo è uscito abbastanza velocemente. Comunque volevo ricordarvi che alla conclusione della storia mancano solo due capitoli: il prossimo più l'epilogo. Che non si chiamerà epilogo perchè la parola epilogo mi mette ansia..ok vabbè scusate il gioco di parole ahahahah. Comunque ..oddio non ci credo che manca così poco ueueue. T____T Ok stiamo su e leggete il capitolo e godetevelo, che è la sola cosa che conta. Spero di darvi il prossimo il prima possibile ma ve lo dico, il prossimo voglio scriverlo bene quindi non vi so dare tempi precisi anche perchè devo studiare purtroppo.
Beh che dire...have fun e... alla prossima..
Un bacio dalla vostra Cloe
Xo Xo


BELLA
“Alice..non lo so. Davvero”

“Bella ti pregooooo!Andrà tutto bene, fidati delle mie qualità di veggente. Ti prego ti prego, ti pregooo”
“Credi non è solo per far stare tranquillo Edward, anche io non voglio fare qualcosa di stupido. Come cadere, inciampare e..e se il bambino tirasse una calcio o si muovesse troppo. Non posso finire di nuovo in ospedale, non posso Al..”
“Bella ma ci siamo io e Rosalie. Non so se te l’hanno detto ma siamo V.A.M.P.I.R.E, il che significa che con noi accanto sei al sicuro. Se rischiassi di cadere ti agguanteremmo ancora prima che tu te ne renda conto. E comunque tanto per farti stare tranquilla sappi che andrà tutto bene. Ho mai sbagliato nelle mie previsioni?”
“No..in effetti no..”
“Quindi accetti? Per favore, io non ti chiedo mai nulla, solo questo piccolo minuscolo favore”
Tentennai qualche secondo di troppo e, nell’esatto istante in cui sentii le sue mani battere contente dall’altro capo dell’apparecchio, seppi per certo di aver perso.
“Perfetto. Siamo li per le 10. Tu fai mangiare Liz e Eddy, vestili e preparati anche tu. E per favore lavati i capelli…stare a casa ti fa diventare sciatta.”
Prima ancora che ebbi il tempo di risponderle a tono, aveva già riagganciato. Mi sistemai meglio sui cuscini e chiusi la rivista che stavo leggendo.
In effetti forse prendere un po’ d’aria era davvero quello di cui avevo bisogno…nonostante il dolore.
Fastidio Bella, fastidio. Non esagerare.
In quel momento Carlisle entrò dalla porta con Edward, sorridendo.
“Allora, come sta la mia paziente preferita?”
Storsi la bocca. “Preferirebbe tanto non essere una paziente”
Carlisle rise e si sedette al mio fianco sul bordo del letto.
“Come mai sei qui così presto?” domandai.
Era normale che venisse a visitarmi. Lo faceva tutti i giorni, specie da quando erano comparsi i lividi sul mio ventre.
Mi lanciò un occhiata eloquente e capii all’istante: Alice. Doveva avergli detto che più tardi non ci sarei stata. Evitai di guardare Edward e rivolsi direttamente la mia attenzione su Carlisle.
Mi alzò la maglietta e tastò il mio ventre su cui alcune macchie violacee facevano bella mostra di sé. Beh..in realtà ora non erano più davvero viola. Ormai il loro colore era tendente al verde giallognolo..il che le rendeva anche più inquietanti.
“Fanno male?” chiese.
“No..non più molto. Solo il primo paio di giorni. E mi sono spaventata quando ho visto la prima.A proposito..mi dispiace per averti chiamato così tardi quella sera..”
La sera in cui ero tornata a casa dal mio piccolo incidente all’università, qualche giorno prima, e avevo visto quel livido mi era quasi preso un infarto. Avevamo chiamato Carlisle e lui ci aveva detto che il bambino era..forte. Cosa che inconsciamente già sapevamo benissimo ma..ma quello ci aveva davvero preso alla sprovvista.
Sorrise. “Tranquilla, non è come se avessi interrotto il mio sonno, no?”
Scossi il capo, divertita. No, in effetti di certo non avevo disturbato il suo riposo..
“Questi lividi ormai sono vecchi di qualche giorno. Niente di nuovo?”
“No” risposi con un punta di orgoglio. “Quella sera si muoveva molto ma..ma poi quando Edward si è concentrato a sentire i suoi pensieri ha capito che l’unico motivo per cui era così irrequieto era perché inizia a non avere spazio li dentro. Ma con Edward si calma molto.”
Mio marito si avvicinò e prese posto al mio fianco sul letto.
“Quando lui è vicino..e gli parla..forse è il suono della sua voce, non lo so. Ma è molto più tranquillo. Sembra quasi che abbia capito che se si muoveva mi faceva male perché adesso lo fa decisamente più piano.”
Edward si chinò e mi baciò uno dei lividi.
“Brava la mia bambina che da già retta al papà”
Carlisle mi guardò curioso.
Alzai gli occhi al cielo. “E’ convinto che sia femmina. Ovviamente la mia opinione non conta..”
“Bene Bella…direi che non c’è molto altro che ora come ora possiamo fare. Basta che stai a riposo e rilassata e se ci sono dei problemi mi chiami immediatamente d’accordo?”
“Certo…non che comunque debba fare molto. Esme resta sempre qui a pulire  e a cucinare per me”
Quella donna era davvero una santa, non sapevo come avrei fatto senza di lei.
“Noi lo facciamo con piacere. E poi vedrai che quando il bambino sarà nato staremo tutti col cuore più leggero. In fondo non manca molto..”
Il cuore mi battè un po’ più forte nel petto. “Allora è sicuro? Il 26 giugno..”
Edward prese la mia mano nella mia e ne baciò il palmo.
“Andrà tutto bene vedrai..”
“Lo so, lo so..” sussurrai.
Avevamo ovviamente deciso che, per il bene sia mio che del piccolo, avremmo fatto un cesareo il 26 giugno, una settimana circa prima della possibile data del mio parto. Il bambino sarebbe stato completamente pronto a venire al mondo secondo Carlisle e, inoltre, avremmo evitato inutili rischi.
“E’ che mancano solo 8 giorni..è passato tutto così in fretta..”
In quella gravidanza era davvero successo tutto così rapidamente che quasi avevo fatto fatica a rendermi razionalmente conto di ciò che stava accadendo. Presto sarei stata di nuovo mamma…
Mi sembrava ancora così strano. Strano sì, ma bellissimo.
Sorrisi. “Sono pronta e felice di vedere questo piccolino. Ma c’è una cosa che devo chiederti. Anche se probabilmente la saprai già…”
Mi morsi il labbro mentre mormoravo “Alice..”
Carlisle rise e, con mia grande sorpresa, anche Edward emise una specie di risata/grugnito.
“Ah sì…ho sentito. Oggi vorrebbe una maratona di shopping. Bella se vuoi essere salvata da questa cosa posso dire a Alice che non se ne fa niente. Ma se ci vuoi andare..penso che in fondo non ti farebbe male. Sei chiusa in casa da cinque giorni e poi devo ammettere che mi fido di loro due, specialmente di Rose, se succedesse qualcosa..”
Che potevo dire. La prospettiva di passare ore a comprare vestiti non era delle più rosee per me. Dall’altro canto però poter finalmente prendere una boccata d’aria era invitante.
Lanciai una rapida occhiata a Edward.
Mi sorrideva e, anche se capivo che era un po’ nervoso all’idea, non diceva nulla.
Mmmm, sospetto.
“Come mai ancora non mi hai ammanettata al letto?” domandai.
“Pensavo che la decisione spettasse a te. E poi la mia principessina ha bisogno di qualche vestitino nuovo.” Rispose innocente.
“Sì beh d’accordo. Penso che in fondo ci andrò” decisi “anche se temo tu mi voglia fuori dalle scatole per un motivo.”
“Ah credimi” sia alzò dal letto e sia lui che Carlisle si diressero verso la porta ridacchiando. “Non sono io quello che trama alle tue spalle…”
“E con questo cosa..”
“Bella vestiti o farai tardi e alla fine sarà Alice a decidere i tuoi vestiti.” Disse lui allontanandosi.
Sbuffai affrettandomi a scendere dal letto.
No, giocare a ‘vestiamo Bella come una bambola’ non era contemplato.
Tutto il resto…dovevo solo aspettare e vedere che cosa avrebbe portato quella giornata.


Il centro commerciale di Seattle. No, dico, non bastava andare fino a Port Angeles o, che ne so, ad Olimpya.
No, ovviamente no..Alice doveva andare fino a Seattle. Anche se, grazie alla guida spericolata di Rose sulla sua BMW truccata le quattro ore che, normalmente ed umanamente, ci sarebbero volute si erano trasformate in due.
Ci trascinavamo da un negozio all’altro da ore visto che Alice era fermamente intenzionata a considerare degno di ‘farci un giro dentro’ ogni singolo negozio di quel centro. L’unico posto in cui ancora non eravamo entrate in pratica era il supermercato.
“Bella che ne dici di questo?”
“Carino..” commentai senza prestarci troppa attenzione, spingendo il passeggino di Liz mentre Rosalie si occupava di quello con E.J.
“Mio?” Lizzie guardava il vestitino che Alice aveva appena approvato e gettato nel portaoggetti sotto le gambine di mia figlia.
“No questo è per la tua sorellina amore della zia. Ma a te prendo qualcos’altro.”
Ahia. Qualcosa mi diceva che quella era la risposta sbagliata.
E infatti nel giro di pochi secondi vidi le labbra della piccola arcuarsi verso il basso e tremolare. Oh no.. conoscevo quello sguardo.
Feci il giro finchè non mi ritrovai di fronte a lei e riuscii a prenderla in braccio, sistemandomela sul fianco a causa del pancione.
“Ehi amore di mamma, non piangere…”
Affondò il suo visino contro il mio petto e respirò il mio profumo. Immediatamente sentii la mia maglietta bagnata.
Oh no..
Lanciai un’occhiata veloce a Rose e lei annui’, capendo. Notai delle panchine in cui sederci proprio fuori dal negozio e mi accomodai, sistemando la piccola sulle mie gambe.
C’era una cosa che sapevo faceva sempre ridere Liz..il solletico.
Iniziai a baciarle i capelli. Poi arrivai all’orecchio e glielo mordicchiai leggermente, finchè non affondai il naso sul suo collo e le mie labbra arrivarono a sfiorare la sua pelle sensibile mentre le mie dita facevano altrettanto con quella del suo pancino.
Immediatamente la sentii cedere e la sua risata squillante si propagò nel corridoio, tanto che anche qualche passante si voltò a guardarci, attirato dalle risa della mia bambina.
“Ah allora me lo fai vedere il tuo faccino!!”
Continuai a baciarle il volto finchè l’unica cosa che vidi furono i suoi dentini e nemmeno più una lacrima. Scostai l’ultimo residuo col pollice.
“Sei molto più bella senza lacrimucce..” sussurrai.
Lei mi fissò e col visino arrossato disse: “Tito.. Anche io tito”
“Vuoi il vestito anche tu?” domandai cullandola.
Annuì facendo muovere i suoi ricci da ogni parte.
“Ma hai tanti vestiti..” dissi.
Si accigliò e il suo labbro ricominciò a tremolare.
Oh no…c’era di certo qualcosa che potevo fare per fermare questo primo attacco di gelosia. Completamente legittimo tra l’altro. I gemelli potevano anche essere più intelligenti ma erano comunque bambini piccoli e avevo detto ad Alice che non era prudente portarli a fare shopping per il futuro fratellino.
Maledetto il giorno in cui avevo iniziato a darle retta.
“Questo bambino..il tuo fratellino, o sorellina non ha ancora nemmeno un vestito. Per questo zia Alice sta comprando così tanta roba..”dissi
I suoi occhietti si spalancarono dallo stupore. “Nettun tito??”
“No, nessuno..”
“Ma allola..fleddo..” rispose in un espressione talmente seria che quasi scoppiai a ridere.
Annuii. “Eh sì..senza vestitini prenderà taaanto freddo..”
“Pelò..pelò io voio tito..”
Alzai gli occhi al cielo: di certo mia figlia era una che non demordeva mai.
“Va bene..però quello è un vestitino per bimbi piccoli piccoli. E tu non sei piccola vero?”
Lei scosse la testa.  “Glande!”
“Giusto. Sei grande!! Tanto grande e quindi hai bisogno di un vestito per bimbe grandi. Un vestito tutto per te…”
I suoi occhi si illuminarono, elettrizzati. “Per esempio in quel negozio..vendono vestiti per le principesse. Che ne dici se ne prendiamo uno così lo fai vedere alle tue amichette del parco?”
Annuì felice, gettandomi le braccia al collo e ci dirigemmo verso un negozio dove vendevano vestiti per mascherarsi.
Superfluo dire che, dieci minuti dopo, uscivamo da lì dentro con ben due costumi: uno di Belle e uno di trilli.
Trovammo le altre fuori ad aspettarci e mi premurai di lanciare un’occhiata ammonitrice ad Alice. Notai che Eddy stava giocando con un nuovo enorme peluche a forma di panda gigante..probabilmente anche lui aveva preteso la sua parte.
“Alice…ti prego dimmi che ora andiamo a casa” mormorai “sono davvero stanca”
Rosalie mi prese la bimba dalle braccia e la mise sul passeggino e, con mia somma gioia, vidi che ci stavamo dirigendo verso l’uscita.
“Sì andiamo a casa…ormai è ora..” commentò.
“Ora per cosa?”
“Ora per andare a casa..”
Sistemò le buste con i nostri acquisti e si mise al volante sfoggiando un sorrisino estremamente innocente. Troppo innocente per pensare che davvero non stesse tramando qualcosa.
L’unica cosa che mi fece distrarre dal porle qualche domanda fu l’osservare tutto quello che aveva comprato Alice.
Non era la quantità a farmi indispettire (anche se comunque era tutto troppo..contando il fatto che i vestiti di liz e Ed di quando erano più piccoli sarebbero stati più che sufficienti)era il colore.
Tutto..o quasi rosa.
“E se è un maschio?” sbottai finalmente quando eravamo quasi a Forks.
“Mi fido di Edward..” borbottò Alice.
“Ma tu non riesci a vedere il bambino o la bambina, giusto?”
“Giusto” confermò.
“E allora come  ne sei sicura?” borbottai “Io sento che è femmina..”
“Bella senza offesa..ma di solito la realtà è sempre l’opposto di quello che senti..”
Sia lei che Rose scoppiarono a ridere e dovetti ammettere che anche a me venne un po’. Forse un po’ avevano ragione…
Comunque a me non importava..la sola vera cosa che contava era che stesse bene, che crescesse sano, che fossimo una famiglia felice.  Questo era davvero l’importante.
Mi riscossi dai miei pensieri quando entrammo nel vialetto e Rose mi aiutò a uscire dalla macchina mentre Alice si occupava dei bimbi.
Allungai la mano per aprire la porta e sentii la mia ‘cara’ sorellina sussurrarmi all’orecchio “Ora non ti arrabbiare”.
E poi..
Poi …
“Sorpresa!!”
Ashley ed Esme erano sedute sul divano, circondate da palloncini, festoni e..regali. Inoltre sul tavolino da caffè al centro del salotto stava in bella mostra una torta a forma di biberon..
Oddio questa era un’esperienza che avevo già vissuto.
Una festa per il bebè, ecco cosa mi avevano organizzato.



Mi ritrovai ore dopo, quella stessa sera, a rimboccare le copertine ai gemelli nei loro letti, posando un bacio sue entrambe le loro fronti delicate. Ero davvero stanca, ma ne era valsa la pena. Sia il viaggio con le ragazze, sia la festa per il bambino che questa volta era stata di gran lunga migliore della precedente visto che non erano presenti persone della mia scuola che non conoscevo neppure. Era stato molto dolce da parte loro invitare anche Ashley…
Risi ricordando come era andata subito d’accordo con Alice. La cosa non mi sorprendeva affatto.
Raggiunsi Edward al piano di sotto. Mi aspettava seduto sul tappeto davanti al caminetto che aveva acceso, tenendo però il fuoco poco alimentato.
Probabilmente, visto che eravamo a giugno, solo per l’atmosfera.
Mi accoccolai sul petto di Edward, ispirando il suo profumo. Lui fece passare un braccio proprio sotto il mio pancione per farmi accomodare meglio sui cuscini.
“Sono enorme..”
“Non essere ridicola.” Rise “Sei sempre bella come una dea per me”
“Scemo” Affondai il volto nel suo maglione e posai un bacio sul suo cuore. “Mi sei mancato oggi.”
“Anche tu..”
Prese ad accarezzarmi i capelli lentamente e rimanemmo in silenzio così, a godere l’uno dell’abbraccio dell’altra. Mi ritrovai improvvisamente a fissare il fuoco del caminetto, perdendomi nei miei pensieri mentre nostro figlio si muoveva un po’ dentro di me.
Chissà se davvero sarebbe stato femmina?
Chissà come sarebbe stato?
Chissà se avrebbe avuto i ricci e gli occhi verdi? Oppure marroni…
Chissà se sarebbe assomigliato ai gemelli?
Sospirai.
“Che c’è?”
“Niente” risposi “Pensavo al piccolo. Chissà come sarà?”
Voltai leggermente il capo e lo vidi sorridere.
Alzai gli occhi al cielo.”Ok, non mi dire di nuovo che hai la certezza che è una bimba perché ti uccido”
Rise.
“Posso almeno sapere perché ne sei così sicuro?”
Rimase in silenzio qualche minuto prima di rispondermi. “Lo sento…non lo so, quando riesco a sentire quello che prova attraverso te..”
“Ora la senti?” chiesi emozionata.
Lui annuì. “Le piace stare dentro di te anche se non ha molto spazio. Le piace..le piace il calore. E sentirsi al sicuro.”
Mi massaggiai la pancia. “Ti farò stare al sicuro anche quando sarai fuori, non preoccuparti…”
Le mani di Edward si unirono alle mie. “Non ho la certezza matematica che sia una femmina ma ti giuro se anche tu potessi sentire…il modo in cui cercava di muoversi piano quando ha capito di non volerti fare del male. Non so..ha qualcosa che mi ricorda tanto te..la tua tenerezza.”
Arrossi alle sue parole. Come si faceva a rimanere irritati con Edward? Insomma riusciva sempre a ..a..
Invece di parlare le mie labbra si incollarono alle sue e immediatamente  ci ritrovammo stesi sul tappeto, in un bacio decisamente più caldo del caminetto.
Edward si staccò solo qualche minuto dopo, per farmi respirare.
“A cosa devo tutto questo?” domandò
“Oh sai..” scrollai le spalle “per essere il marito perfetto..”
Riprese a carezzarmi i capelli e a lasciarmi piccoli baci sul collo.
“Sai pensavo ad una cosa” dissi ad un certo punto. “Visto che manca poco…è il caso che parliamo un po’ di nomi.”
Poggiò il capo sulla sua mano per guardarmi meglio.
“Perché quel tuo sorrisetto mi dice che hai già qualcosa in mente?” chiese.
“Perché in effetti ho pensato parecchio alla cosa”.
Presi un bel respiro e continuai. “Ok forse è un ragionamento un po’ contorto ma per favore aspetta che io finisca prima di dire qualcosa. Allora possiamo dire che i gemelli hanno avuto il nome per…per avere diciamo un pezzetto di noi o di qualcuno che amiamo. Voglio dire Elizabeth nei suoi nomi ha sia una parte di tua madre, sia una parte di me e Eddy ha una parte di te. E così ora…”
“Vuoi che abbiano qualcosa anche dei nostri genitori, giusto?” domandò lui iniziando a capire.
Annuii. “Ieri ci pensavo. Cercavo di fare delle sorta di combinazioni..e poi alla tv c’era quello show su Disney Channel..mmm i-Carly? E ho pensato..cavolo Carlie è perfetto perché è una combinazione di Charlie e Carlisle..”
“Mi piace Carlie..è molto bello”. Edward sorrise e mi diede un bacio “Ma qualcosa mi dice che c’è un ‘ma’..”
Risi. Mi conosceva troppo bene.
“In effetti sì. Vorrei Carlie come secondo nome. Ma come primo…vorrei che ricordasse Renee ed Esme..”
Ci pensò per un attimo. “Resmè? Resmee..mmm..”
“Veramente io pensavo Renesmee.” Buttai lì. “Ok, lo so che è un po’ strano e particolare ma insomma…lei è una bimba speciale perciò..”
“Mi piace..” rispose col sorriso.
“Davvero?” chiesi cauta “Cioè non lo dici solo per farmi contenta? Insomma se non ti piace..”
“Mi piace. E’ vero non è un nome molto comune..anzi per niente, ma sarà comunque speciale perché le ricorderà delle persone della sua famiglia che la amano. Così come Liz e Ed….”
“Hai ragione” sospirai.
Edward si stese di nuovo a terra e io mi appoggiai col capo contro la sua spalla. Le sue mani corsero di nuovo sulla mia pancia.
“Spero solo che piacerà a lei..” borbottai.
“Oh, le piacerà, credimi. E sennò vorrà dire che a scuola sarà ‘Quella col nome strano’” rise.
Gli diedi un leggero pugno sul petto. “Non c’è niente da ridere. In quel caso ci odierà.”
“Non ci odierà vedrai” mi tranquillizzò carezzandomi. “ma posso farti una domanda? Tu, quella che sperava tanto in un maschietto, non hai pensato a nomi da bimbo?”
Alzai gli occhi al cielo. “Che ti devo dire? Ormai mi hai contagiato con la tua fissazione della femmina.Però Edward, posso dirti una cosa?”
“Cosa?”
Questa volta fui io a sollevarmi leggermente e prima di baciargli le labbra dissi:”Se non è una femmina e ci ritroviamo senza un nome decente… ti uccido!”

Ah ragazze dimenticava una cosa...abbiamo raggiunto quota 1000 recensioni ueueueueueueue...sappiate che quasi mi mettevo a piangere. Non scherzo. Un grazie a tutte voi e in particolare a chi mi ha lasciato la numero 1000 O___+
Kiss
   
 
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