II
Da ormai
due mesi non riusciva a dormire per più di quattro ore a notte, e la cosa, alla
lunga, stava iniziando a farlo impazzire. Si mosse lentamente e finì
involontariamente per sfiorare il braccio sinistro di Harry che mugugnò
infastidito.
Diavolo,
per uno come lui abituato come minimo a sessioni di sonno lunghe nove ore,
rimanere sveglio per la maggior parte della notte era frustrante a livelli
inimmaginabili.
Sbuffò e
si rigirò sul fianco destro. Aveva troppi pensieri che gli frullavano per la
testa, ecco perché non riusciva a dormire.
Per prima
cosa c’era la faccenda del suo compleanno. Organizzare un party esclusivo in
Toscana non era mica così facile come pensavano tutti, avrebbe dovuto pensare a
due milioni di cose ma, non avendo il tempo materiale per farlo, Blaise aveva
pensato bene di prendersi a carico l’intera faccenda, assicurandogli una festa
strepitosa. Draco era sollevato esclusivamente dal fatto che Pansy gli aveva
assicurato che avrebbe supervisionato ogni dettaglio, giusto per porre un freno
alle manie di grandezza del suo migliore amico.
Con un
sospiro tra il frustrato e l’infastidito si rimise supino, doveva proprio
costringere Harry a cambiare il letto su cui dormivano quasi ogni sera perché
quell’ammasso di molle e lattice lo stava conducendo lentamente alla follia.
Sua madre
poi lo stressava ogni giorno per convincerlo a fargli conoscere Harry, ma lui
davvero non si sentiva pronto per un passo del genere, nonostante fosse il
ragazzo di Harry da più di un anno.
Questa
cosa lo faceva sentire un pochettino vile perché, e ne era perfettamente
cosciente, agli occhi di chi lo conosceva ed in particolare a quelli di Harry,
sembrava quasi che non approvasse quell’incontro perché in qualche modo non era
sicuro della loro relazione.
In realtà
voleva solo ritardare il più possibile che la sua famiglia ed Harry si
incontrassero per evitare che il moro scoprisse quanto in realtà la casata dei
Malfoy fosse imperfetta e ben diversa da come veniva dipinta sui giornali.
Narcissa,
sua madre, era la donna più finemente subdola e micidiale che conosceva.
Chiaramente aveva tante buone qualità, ad esempio una bellezza fenomenale e una
classe innata, ma di sicuro Draco non poteva attribuirle il premio come miglior
Mamma.
Fin dai
suoi primi mesi di vita infatti, Draco era stato consegnato nelle mani di tre
tate e con loro era cresciuto, punto.
Se era
abbastanza fortunato, sua madre riusciva ad incrociarla giusto quei cinque
minuti al giorno per una carezza gelida che ricordava di odiare a morte.
Con
Lucius, suo padre, le cose erano probabilmente andate peggio. In ventitré anni
di vita poteva giurare di avergli parlato veramente solo un paio di volte. Non
avevano mai avuto un vero rapporto con lui, probabilmente a causa del suo
lavoro che lo faceva restare fuori Londra praticamente sempre, ma con il
passare del tempo Draco aveva imparato ad accettarlo.
La sua
non era una famiglia normale e appunto per questo non ci teneva che Harry la
conoscesse. Nessuno poteva incolparlo per questo.
-Mh…
Draco… Non riesci a dormire?-
Draco si
voltò verso Harry e nell’oscurità lo intravide con un occhio mezzo aperto.
Sorrise divertito, Harry si preoccupava in continuazione per lui.
-Sì, non
preoccuparti, ora dormi, domani mattina hai appuntamento con il dottore…-
Harry
mugugnò qualcosa poi si riaddormentò di botto.
Ed ecco
l’ultima, ma non meno importante, questione che gli attanagliava il cervello,
il problema cardiaco di Harry. In verità il suo cuore aveva funzionato
perfettamente nell’ultimo anno e le visite che faceva periodicamente erano dei
piccoli controlli di accertamento, tuttavia Draco si sentiva sempre un po’
inquieto il giorno prima di una delle visite che Harry era costretto a fare.
Era spaventato dalla probabilità che i dottori trovassero nuovamente qualche
problema al nuovo cuore di Harry ma lui continuava a dirgli di non preoccuparsi
inutilmente. Bè, come poteva non preoccuparsi?... Cavolo.
Avrebbe
solo voluto chiudere gli occhi e abbandonarsi ad un sonno ristoratore, ma
niente da fare.
-Bene
Harry, sono lieto di comunicarle che il suo cuore è in perfetta salute. Come al
solito le raccomando uno stile di vita tranquillo e una dieta salutare.-
Harry
sorrise al suo medico.
-Grazie
dottor Ezra, se abbiamo finito io andrei…-
-Oh, ma
certo, a presto Harry.-
Harry
uscì dall’ambulatorio infinitamente di buon umore, peccato che esattamente due
minuti dopo si ricordò di dover necessariamente trovare un regalo per Draco
visto che mancavano solo dieci giorni al suo compleanno.
Aveva
abbandonato definitivamente l’idea di potergli regalare il Cartier che gli
piaceva tanto per potersi concentrare su qualcosa di più economico.
Remus gli
aveva saggiamente suggerito che il valore economico del regalo non era poi così
importante, piuttosto doveva trovare qualcosa di speciale che avrebbe ricordato
ogni giorno a Draco quanto lo amasse.
Con le
mani infilate nelle tasche dei jeans, Harry si incamminò lentamente verso la
direzione del Gazet. Aveva finito prima del previsto con la visita, per cui si
sarebbe potuto concedere una mezz’oretta in giro per il centro alla ricerca di
qualcosa di speciale, senza per forza spiegare a Draco perché fosse in ritardo.
Immerso
nelle sue considerazioni passò accanto ad una gioielleria, o più esattamente
davanti ad una piccola bottega che sembrava una gioielleria, e il suo sguardo
fu catturato da una fedina esposta in vetrina.
Era
bellissima e molto semplice, essenziale a dire il vero, ma Harry capì
immediatamente che quello era il regalo pefetto.
Draco
maledì Harry per la centesima volta nel giro di un quarto d’ora. Perché diavolo
quel cretino non lo aveva chiamato per fargli sapere l’esito della visita?!
-Draco,
hai finito l’articolo?-
Il
biondino si voltò verso Sirius ed annuì.
-Te lo
mando via mail tra un minuto…-
-C’è
qualcosa che non va? Ti vedo un po’ teso questa mattina.-
-Mh… No,
è solo che Harry non mi ha ancora chiamato e non so come è andata la visita che
aveva questa mattina, tutto qui.-
-Tranquillo
principino.-
Harry
scelse proprio quel momento per materializzarsi in ufficio, in mano teneva tre
tazze.
-Ciao a
tutti.-
-Perché non
mi hai chiamato?!- esclamò Draco, assolutamente indignato dall’apparente
noncuranza del moro.
-Perché il
controllo è andato a meraviglia e volevo dirtelo di persona, ora tieni, ti ho
preso un latte caldo con il caramello… Mi perdoni?-
Draco
arricciò il naso ma accettò di buon grado la tazza, avrebbe trovato un modo per
fargliela pagare, di questo era sicuro. Harry gli sorrise e intanto appoggiò
una tazza di caffè nero sulla scrivania di Sirius che nel frattempo era
sparito.
-Questa
sera Blaise ci ha invitato a cena a casa sua, cucina Pansy, gli ho risposto che
ci saremo.-
Harry
scrollò la testa e mandò giù un sorso di The. Tipico di Draco prendere
decisioni senza coinvolgerlo minimamente.
-Ok capo,
grazie per avermelo chiesto comunque.-
-Oh, non
fare il melodrammatico, tanto non avremmo avuto niente da fare per cui ne
approfitto per sapere qualcosa sulla festa. Blaise non mi vuole dire niente e
sinceramente temo che stia organizzando qualcosa di… Bè, che sicuramente a te
non piacerebbe.-
-Ho
capito, ok. Non faccio storie solo perché ti amo, quindi in futuro vedi di
ricordartelo.-
Draco gli
sorrise malizioso e si sporse a baciargli le labbra.
***
Sì, non sono morta *.* In questo caso vale il -meglio tardi che
mai- oppure mi odiate incondizionatamente?
Un bacio grande alle anime pie che hanno commentato il primo
capitolo =)
Cally