12.
Hogsmeade.
Areal era ancora nella sua stanza, davanti
allo specchio, non sapendo proprio come far stare in ordine i suoi capelli. Per
la gita di quel giorno aveva scelto di indossare comodi jeans e un maglioncino
panna, e alla fine avrebbe optato per lasciare sciolti i capelli che quella
mattina erano più ribelli del solito. Sulle punte si erano formati due boccoli
antipatici. Quando Canni la invitò a fare presto, Areal afferrò la sua
giacchetta di lana nera, la indossò, e corse di sotto.
La tanto attesa gita ad Hogsmeade era
finalmente arrivata, cosicché quella mattina tutti gli studenti del terzo anno
avevano affollato il cortile principale, e la professoressa McGranitt vigilava
su di loro, mentre il signor Gazza raccoglieva i permessi firmati.
Areal si teneva la sua borsetta blu a
tracolla, dove dentro vi aveva accuratamente riposto la sua bacchetta di
ciliegio. Canni, Emma e Jude si erano vestite in modo molto curato e carino, ed
erano chiaramente impazienti.
Quando la McGranitt fu pronta, ed ebbe
finito le sue raccomandazioni, il gruppo di ragazzi iniziò ad incamminarsi
verso il grazioso villaggio di Hogsmeade. Areal lo conosceva già, anche se
trovava abbastanza allettante l’idea di andarci con le sue amiche. A loro si
erano unite anche due Tassorosso, e per tutta la strada le ragazze parlarono
tranquille. Ad Hogsmeade la professoressa impose ai ragazzi di seguirla per le
vie principali, ma poco dopo diede il permesso di disperdersi, purché mezz’ora
dopo si fossero ripresentati nel punto da lei prestabilito. La strega
raccomandò ai ragazzi prima di tutto un buon comportamento, e li pregò di non
combinare danni primi di lasciarli realmente liberi. Ci fu chi entrò
nell’emporio, chi nel negozio di dolciumi, chi in quello di cianfrusaglie.
Areal, dal suo canto, rimase totalmente affascinate da un piccolo negozietto
con esposti alcuni libri, diari e stilografiche.
“:Ragazze, andiamo li?:” chiese speranzosa,
ma Canni la guardò storto.
“:Sei impazzita? Abbiamo solo mezz’ora, non
possiamo perdere tempo!:”
Areal ci pensò, effettivamente le sue amiche
avevano altro da fare che seguirla in quel vecchio negozio.
“:Facciamo così, ci vediamo fra dieci minuti
qua fuori. Vado da sola:”
“:Da sola?:” le fece eco Emma.
“:Si, mica mi mangiano!:”.
E senza dire altro Areal avanzò verso il
negozietto che era posizionato in un angolo appartato che affacciava su una
stradina deserta non troppo lontana dalla stamberga strillante. Rimase qualche
secondo ad osservare la vetrina del negozio, fin quando non vide una sagome
incappucciata riflessa dietro di lei.
“:Mi serve aiuto ragazzina!:” disse la voce
di un uomo da sotto il mantello verde scuro, e afferrò dal braccio Areal,
iniziando a trascinarla.
“:Non credo di essere la persona adatta, vi
prego di lasciarmi andare!:” strillò Areal, ma l’uomo incappucciato la
trascinava verso la stradina isolata.
“:Mio figlio ha bisogno d’aiuto. Voi andrete
benissimo…:” sussurrò l’uomo, ed Areal sentì il braccio dell’uomo cingerle la
vita, e intrufolare la mano nella sua borsetta. Areal provò a divincolarsi, ma
era troppo tardi. Erano già nella stradina appartata, e l’uomo aveva in mano la
bacchetta bianca della ragazza.
“:Ma che grazioso gioiellino! Guarda guarda!:” disse l’uomo rigirandosi la bacchetta fra le mani
imbrattate, e togliendosi il cappuccio rivelò un volto informe, con i denti
storti, e pochissimi capelli sulla testa.
“:Quella è mia, me la ridia!:” disse Areal
avventandosi sull’uomo, ma quello, per quanto infermo fosse, era più forte di
lei. Con una gomitata la fece finire a terra, sul terriccio umido.
“:Cos’altro hai li dentro ragazzina? Sei
molto carina lo sai, e questa bella bacchetta ora è mia!:”
Areal era a terra, che strisciava sulla
schiena e sui gomiti il più lontano possibile dall’uomo che avanzava bramoso
verso di lei.
L’uomo se la rideva, mentre il suo mantello
verdognolo ondulava sul suo corpo tarchiato. Questo stava avanzando con la sua
risatina folle e la bocca spalancata a mostrare chiaramente i denti che gli
mancavano. Poi, all’improvviso, varie pietre di scarsa dimensione attaccarono
l’uomo, che tentando di salvarsi iniziò ad indietreggiare riparandosi con un
braccio davanti al volto. Ma evidentemente quel momento di debolezza fu fatale
all’uomo, perché un’ombra più piccola ma evidentemente forte gli saltò addosso
togliendogli la bacchetta bianca dalle mani. Quella stessa figura scura e più
piccola si posizionò davanti ad Areal, che era sempre più impaurita e confusa,
ancora a terra.
“:Sparisci zoticone!:” Tuonò una voce
maschile ma leggermente stridula. Areal capì che quello che le stava facendo da
scudo era un ragazzo, ma non sapeva identificarlo, riuscì però a vedere che
puntava contro l’uomo due bacchette. Quella bianca che apparteneva a lei e
un’altra nera, che evidentemente era del ragazzo stesso.
“:Cosa fai ragazzino? Non ti è permesso usare
la magia fuori da Hogwarts!:”
“:Brutto stolto di un Magonò,
mi stai mettendo alla prova? In caso di pericolo posso benissimo usarla. Vuoi
una dimostrazione pratica?:”
L’uomo tarchiato fece una smorfia che fece
onore a tutta la sua bruttezza, e iniziò ad indietreggiare.
“:Calmo adesso, me ne vado!:” disse al
ragazzo che continuava a puntargli contro le due bacchette.
“:Bravo! E la prossima volta che tocchi
questa ragazza, giuro che ti ammazzo!:” Minacciò la voce acuta del giovane che
ancora faceva scudo ad Areal distesa a terra.
Quando l’uomo strisciò via Areal si mise
seduta. Non aveva capito assolutamente nulla di quello che era successo.
Credeva di non essersi fatta male, ma avvicinandosi in polso destro al petto
costatò che faceva molto più male di quanto immaginava. Lo strinse con l’altra
mano e sentì scariche di dolore irradiarsi dal gomito alla punta delle dita.
Sperò solo di non essersi rotta il polso.
“:Va tutto bene?:”.
Areal sussultò violentemente. Un ragazzo, lo
stesso che l’aveva salvata scacciando quell’uomo, ora si era inginocchiato
davanti a lei, con la faccia ad un palmo dalla sua. Già di per se quella
vicinanza ad un ragazzo l’avrebbe fatta arrossire, ma considerando chi era quel
ragazzo, sentì il cuore farle un tuffo nel petto e poi perdere qualche battito,
mentre il sangue le affluiva al cervello. Le mancava l’aria mentre osservava il
volto di Draco Malfoy davanti a lei.
Tutto sembrò fermarsi. Draco era cresciuto
molto, infatti sembrava un’altra persona se paragonata al bambinetto di dodici
anni che Areal ricordava. Adesso Draco non portava più i capelli tutti tirati
all’indietro, ma scompigliati gli cadevano sulla fronte. Le ciocche bionde
erano tutte lisce ma libere di sfiorargli dietro l’orecchio e gli zigomi, ora
ancora più accentuati. Infatti il viso aveva del tutto perso la sua rotondità,
ed era un po’ più spigoloso. Gli occhi di ghiaccio, però, erano sempre gli
stessi, più decisi, ma identici ad un anno prima. Areal era ancora senza
respiro, mentre osservava quel volto ribelle dai lineamenti un po’ troppo
marcati, ma che nonostante tutto non poteva che essere considerato bello.
“:Draco!:” sussurrò, quasi per convincere se
stessa.
“:Sì, lo so che sono Draco!:” ironizzò il
ragazzo, con un sopracciglio alzato. Poi sghignazzò. “:Allora, ti sei fatta
male?:” e vedendo il modo in cui si teneva il polso, allungò le sue pallide e
affusolate mani verso il polso della ragazza. “:Ti fa male? Fammi vedere!:”.
Areal, che era ancora imbambolata, provò a
sottrarsi al tocco di Malfoy, ma questo posò la sua mano gelida sul suo polso
dolorante, e non appena lo fece Areal emise un piccolo grido di dolore.
“:Scusa, non volevo:” si giustificò lui,
guardandola dolcemente negli occhi. “:Spero solo che non sia rotto…:”
“:No, non è rotto:”
I due si guardarono negli occhi per un po’,
poi fu Draco, sbrigativo, che l’afferrò dal braccio sano.
“:Dai vieni, alzati:” e rimise in piedi la
ragazza, rimanendole al fianco e aiutandola a sorreggersi il polso infortunato.
“:Che fai qui Draco? Come mai… voglio dire,
mi hai salvata!:” chiese cautamente lei, guardandolo negli occhi, e
riscoprendolo molto più alto di come lo ricordava.
“:Ero dietro di te Areal! Con i miei amici
abbiamo seguito te e le tue amiche per quasi tutti i negozi, ma tu non mi
vedevi mai. E poi, quando ho visto che ti stavi allontanando da sola mi sono
fatto avanti, così ho visto quell’uomo e il modo in cui ti guardava. Quando ti
ha trascinata qui vi ho seguito, e sono intervenuto al momento giusto direi:” disse
malizioso alzando un sopracciglio.
“:Emm… credo di
si!:”
“:Bene, vieni con me ora. È meglio che ti
siedi.:” E senza che la ragazza potesse fiatare, la trascinò al caldo
all’interno dei Tre manici di scopa, il locale di Hogsmeade dove altri gruppi
di ragazzini erano seduti ai vari tavoli con calici davanti.
“:Questa è tua!:” fece Draco, restituendole
la sua bacchetta bianca.
Areal la prese e la mise via in silenzio.
“:Sai
chi era quello?:” chiese Draco, dopo aver fatto sedere Areal.
“:No, chi era?:”
“:Un povero pezzente! È un Magonò, lo conoscono praticamente tutti. Ha il vizio di
rubare le bacchette magiche o altri oggetti preziosi a chi gli capita a tiro,
ma fortunatamente fallisce sempre.:”
Areal per quanto si sforzasse, era
totalmente sotto shock. Il punto era che lo shock non era dovuto
all’aggressione, ma all’improvvisa ricomparsa di Draco Malfoy.
L’ultima volta che lo aveva visto gliene
aveva dette di tutti i colori, dicendo che non voleva più vederlo. Questo era
successo l’anno prima, era davvero possibile che da quando era ricominciata la
scuola non lo avesse visto ne alle lezioni ne nei corridoi? Era Hogwarts ad
essere diventata immensa per chi non voleva vedersi, o era lei che non si era
accorta della sua presenza per tutto il tempo?
“:Desiderate qualcosa?:” chiese una
cameriera chinandosi su Draco.
“:Per me una Borrobirra:”
disse il ragazzo.
“:E
tu?:” chiese la cameriera ad Areal, che continuava a massaggiarsi il polso
dolorante, e stretta nelle spalle, scombussolata com’era, non aveva intenzione
di mettere qualcosa nello stomaco.
“:Emm, sono
apposto grazie…:” sussurrò timidamente, ma la voce di Draco superò la sua.
“:Due Burrobirre.
Grazie!:” Areal aveva provato a lanciare un’occhiataccia al ragazzo, ma quella
d’ammonimento che le aveva ritornato lui era stata senza dubbio più decisa.
Areal si abbandonò con un sospiro.
“:Sicura di stare bene?:” chiese
all’improvviso Draco, fissandola serio.
Areal sorrise “:Si Draco, stai tranquillo.
Non cadrò a terra da un momento all’altro!...:”
“:E il polso? come va?:”
Areal si osservò il braccio che ancora le
dava qualche fitta “:Mi sa che ci sono caduta letteralmente sopra, ma non è
rotto, davvero!:” ammise.
In quel momento arrivò la cameriera, che
fece fluttuare due boccali davanti a loro, e poi andò via.
“:Allora, perché mi hai salvata?:” chiese
Areal, decisa.
Draco guardava avanti a se, perso in chissà
quale pensiero, e guardandola con un sopracciglio alzato chiese “:Non avrei
dovuto?:”
“:No, non è questo il punto:” Areal non
sapeva come spiegarsi “:Insomma credevo che mi odiassi.:”
“:Io non ti odio Foreberth!:” disse Draco,
sollevando il bicchiere per bere “:Tu odi me!:”.
Areal rimase a pensare, fissando la sua bibita
fumante dentro il boccale. “:Tu non mi odi?:” Ripeté maliziosa.
“:Mi sembrava che ne avessimo già parlato l’anno
scorso. No, non ti odio!:” E il ragazzo la guardò ricambiando il sorriso
malizioso.
Areal ricordò uno dei loro pomeriggi
dell’anno prima, quando si incontravano vicino al lago nero per darsi
ripetizioni. In quella circostanza Draco le aveva spiegato come nonostante loro
due fossero maledettamente diversi, lui non volesse in alcun modo separarsi da
lei ma che, al contrario, cercava spesso di attirare la sua attenzione. Areal
pensò al fuoco, che nonostante brucia ed è pericolo è bello ed invitante per la
vittima. Era questo che lei era per Draco? Scosse il capo, ma poi il suo
sorriso malizioso si riaccese. Bevve un po’ della sua Burrobirra,
riposò il boccale sul tavole e disse “:Perché io ti spiazzo, giusto?:”.
Draco bevve “:Più o meno il concetto è
quello.:” i suoi occhi azzurrini erano ancora puntati avanti a se.
“:E perché mi stavi seguendo, Draco?:”
Che fosse stato per la vocina maliziosa che
aveva usato, o perché si era avvicinata lentamente, non lo sapeva, stava di
fatto che Draco soffocò con la sua bevanda, e tossendo cercò di ricomporsi.
“:Più o meno per una serie di motivi…:”
bofonchiò il ragazzo, guardandola di sottecchi.
“:E tu spiegamene uno:”
Draco la fissò negli occhi, serio, e iniziò
a parlare “:Vedi Areal, era tutto l’anno che non ti facevi vedere. Tanto che ho
iniziato a pensare che non fossi tornata a scuola quest’anno. Poi, oggi, nella
via principale di Hogsmeade ti ho rivista. Eri con le tue amiche, ridevi, e non
ti accorgevi di me. Così ho pensato che se ti stavo dietro prima o poi mi
avresti visto, e avremmo messo fine a questa ridicola situazione:”
“:Ti riferisci al fatto che non volevo più
vederti in vita mia?:”
“:Proprio quello:”
Areal
corrucciò le labbra “:Guarda che dicevo sul serio quella volta…:”
“:Lo so, mi hai dato dello spregevole assassino.
Tuttavia, dopo quello che ho fatto oggi per te, credo di essermi riscattato,
non ti pare?:”
Areal lo osservò per un po’, scrutando i
suoi occhi sicuri, la sua espressione cautamente beffarda, e pensò.
“:Non ti basta quello che ho fatto oggi per
te per farmi perdonare?:” chiese prontamente Draco.
“:Si, mi basta:” disse Areal “:Quindi, dato
che questo gesto è servito per tamponare il passato, adesso siamo pari ed io
non ti devo nessun ringraziamento, giusto?:”.
Draco la guardò con un sopracciglio alzato “:Sei
più perfida di quel che temevo…:”
Areal sorrise apertamente.
Draco osservò per bene la ragazza, rapito
per qualche secondo. I capelli corvini leggermente mossi e ribelli ricadevano
morbidi attorno al suo viso e sulle spalle. Il volto era pallido con le guancie
deliziosamente imporporate dal calore del locale, il viso era più allungato,
gli occhi più caldi e magnetici che mai e le labbra rosse e morbide per la
bibita che aveva bevuto…
Draco scosse violentemente il capo, e chinando
lo sguardo sul suo boccale vuoto disse “:Certo che tu sei strana!…:”
“:Perché?:” chiese lei, teneramente.
“:Tutte
le altre ragazze, al tuo posto, sarebbero ancora terrorizzate per
l’aggressione. Qualunque ragazza starebbe ancora strillando il mio nome e si sarebbe
aggrappata ai miei piedi…:”
“:Io non ti cadrò ai piedi Draco!:” Rispose
prontamente lei.
“:Non oggi!:” fu la risposta, che lasciò
Areal furibonda e a bocca aperta.
Prima che la ragazza replicasse, Draco
sollevò la testa per osservare un attimo oltre la vetrina, e fece appena in
tempo perché la McGranitt era già la fuori a radunare tutti i ragazzi. La
mezz’ora concessa era finita. Si alzò lasciando qualche moneta sul tavolo,
afferrò cautamente Areal da un braccio facendola alzare. “:Andiamo:” le disse,
e la portò fuori mischiandosi nella folla.
Areal sentì che il suo cuore non batteva
regolarmente, e si accorse solo in quel momento della grande mano calda che
avvolgeva la sua. Draco Malfoy era immobile e si guardava intorno tra la folla,
ma la stava tenendo per mano. Areal lo osservava, davvero non si preoccupava
che qualcuno li vedesse mano nella mano?
Poco lontano Canni si sbracciava
preoccupata per richiamare l’attenzione di Areal, che non riuscì a fare altro
che salutarla. Canni parve capire dal sorrisino malizioso che le comparve fra
le labbra, da quella distanza non vedeva le loro mani unite, ma di sicuro aveva
capito.
Quando tutti si incamminarono dietro la
McGranitt, sul fondo della fila Areal e Draco camminavano tenendosi ancora per
mano.
“:Amici?:” chiese Draco senza preavviso, ed
Areal sorrise.
“:Amici!:”
“:E
non ti preoccuperai più di essere scambiata per una delle mia tante ragazze?:”
la stuzzicò lui, ma lei alzò il mento.
“:E tu non ti vergognerai più di stare con una
secchiona?:”
Malfoy sghignazzò “:Stai scherzando? Non ti
posso lasciare sola un attimo che ti saltano addosso perfino gli zoticoni!:” e
le scompigliò i capelli, ridendosela.
Areal si finse offesa e gli diede un leggero
spintone
“:Antipatico!:” mormorò, ma lui ormai
rideva.
Continua…
Grazie a chi a letto, ma soprattutto a JuliaSnape
per aver recensito (fra tre capitoli una piccola sorpresa ^^)