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Autore: Kaimy_11    07/09/2010    1 recensioni
[Era la ragazza più antipatica, viziata, odiosa e saputella che avessi mai conosciuto. Mi batteva nei duelli, era più furba di me. Era migliore di me. Tuttavia, quando capiva di non aver speranza, di aver perso, usava l'arma più crudele, eppure più potente, che conosceva: Le sue lacrime. Anche adesso, io sono qui a dirle che me ne devo andare, che sono un assassino e che non posso stare con lei, ma lei piange. Ed io come faccio a dirle che la amo? Come faccio a dirle che non vorrei lasciarla ma che devo, per il suo bene... Mi basta un suo sorriso per capire che non sono altro che un satellite attratto dalla forza di gravita che esercita su di me il pianete che lei è...] Storia già pubblicata ma cancellata durante un momento di follia. Ovviamente revisionata, spero che vi piaccia rivivere i setti anni ad Hogwarts visti da una ragazza che seguirà la vita di…Draco! Se amate questo personaggio e volete vedere come sono stati i suoi anni a scuola e come ha vissuto la battaglia contro Voldemort…leggete!. (la storia segue i Film e i libri)
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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12. Hogsmeade.

 

 

 

 

   Areal era ancora nella sua stanza, davanti allo specchio, non sapendo proprio come far stare in ordine i suoi capelli. Per la gita di quel giorno aveva scelto di indossare comodi jeans e un maglioncino panna, e alla fine avrebbe optato per lasciare sciolti i capelli che quella mattina erano più ribelli del solito. Sulle punte si erano formati due boccoli antipatici. Quando Canni la invitò a fare presto, Areal afferrò la sua giacchetta di lana nera, la indossò, e corse di sotto.

   La tanto attesa gita ad Hogsmeade era finalmente arrivata, cosicché quella mattina tutti gli studenti del terzo anno avevano affollato il cortile principale, e la professoressa McGranitt vigilava su di loro, mentre il signor Gazza raccoglieva i permessi firmati.

   Areal si teneva la sua borsetta blu a tracolla, dove dentro vi aveva accuratamente riposto la sua bacchetta di ciliegio. Canni, Emma e Jude si erano vestite in modo molto curato e carino, ed erano chiaramente impazienti.

   Quando la McGranitt fu pronta, ed ebbe finito le sue raccomandazioni, il gruppo di ragazzi iniziò ad incamminarsi verso il grazioso villaggio di Hogsmeade. Areal lo conosceva già, anche se trovava abbastanza allettante l’idea di andarci con le sue amiche. A loro si erano unite anche due Tassorosso, e per tutta la strada le ragazze parlarono tranquille. Ad Hogsmeade la professoressa impose ai ragazzi di seguirla per le vie principali, ma poco dopo diede il permesso di disperdersi, purché mezz’ora dopo si fossero ripresentati nel punto da lei prestabilito. La strega raccomandò ai ragazzi prima di tutto un buon comportamento, e li pregò di non combinare danni primi di lasciarli realmente liberi. Ci fu chi entrò nell’emporio, chi nel negozio di dolciumi, chi in quello di cianfrusaglie. Areal, dal suo canto, rimase totalmente affascinate da un piccolo negozietto con esposti alcuni libri, diari e stilografiche.

   “:Ragazze, andiamo li?:” chiese speranzosa, ma Canni la guardò storto.

   “:Sei impazzita? Abbiamo solo mezz’ora, non possiamo perdere tempo!:”

   Areal ci pensò, effettivamente le sue amiche avevano altro da fare che seguirla in quel vecchio negozio.

   “:Facciamo così, ci vediamo fra dieci minuti qua fuori. Vado da sola:”

   “:Da sola?:” le fece eco Emma.

   “:Si, mica mi mangiano!:”.

   E senza dire altro Areal avanzò verso il negozietto che era posizionato in un angolo appartato che affacciava su una stradina deserta non troppo lontana dalla stamberga strillante. Rimase qualche secondo ad osservare la vetrina del negozio, fin quando non vide una sagome incappucciata riflessa dietro di lei.

   “:Mi serve aiuto ragazzina!:” disse la voce di un uomo da sotto il mantello verde scuro, e afferrò dal braccio Areal, iniziando a trascinarla.

   “:Non credo di essere la persona adatta, vi prego di lasciarmi andare!:” strillò Areal, ma l’uomo incappucciato la trascinava verso la stradina isolata.

   “:Mio figlio ha bisogno d’aiuto. Voi andrete benissimo…:” sussurrò l’uomo, ed Areal sentì il braccio dell’uomo cingerle la vita, e intrufolare la mano nella sua borsetta. Areal provò a divincolarsi, ma era troppo tardi. Erano già nella stradina appartata, e l’uomo aveva in mano la bacchetta bianca della ragazza.

    “:Ma che grazioso gioiellino! Guarda guarda!:” disse l’uomo rigirandosi la bacchetta fra le mani imbrattate, e togliendosi il cappuccio rivelò un volto informe, con i denti storti, e pochissimi capelli sulla testa.

    “:Quella è mia, me la ridia!:” disse Areal avventandosi sull’uomo, ma quello, per quanto infermo fosse, era più forte di lei. Con una gomitata la fece finire a terra, sul terriccio umido.

    “:Cos’altro hai li dentro ragazzina? Sei molto carina lo sai, e questa bella bacchetta ora è mia!:”

    Areal era a terra, che strisciava sulla schiena e sui gomiti il più lontano possibile dall’uomo che avanzava bramoso verso di lei.

   L’uomo se la rideva, mentre il suo mantello verdognolo ondulava sul suo corpo tarchiato. Questo stava avanzando con la sua risatina folle e la bocca spalancata a mostrare chiaramente i denti che gli mancavano. Poi, all’improvviso, varie pietre di scarsa dimensione attaccarono l’uomo, che tentando di salvarsi iniziò ad indietreggiare riparandosi con un braccio davanti al volto. Ma evidentemente quel momento di debolezza fu fatale all’uomo, perché un’ombra più piccola ma evidentemente forte gli saltò addosso togliendogli la bacchetta bianca dalle mani. Quella stessa figura scura e più piccola si posizionò davanti ad Areal, che era sempre più impaurita e confusa, ancora a terra.

   “:Sparisci zoticone!:” Tuonò una voce maschile ma leggermente stridula. Areal capì che quello che le stava facendo da scudo era un ragazzo, ma non sapeva identificarlo, riuscì però a vedere che puntava contro l’uomo due bacchette. Quella bianca che apparteneva a lei e un’altra nera, che evidentemente era del ragazzo stesso.

   “:Cosa fai ragazzino? Non ti è permesso usare la magia fuori da Hogwarts!:”

   “:Brutto stolto di un Magonò, mi stai mettendo alla prova? In caso di pericolo posso benissimo usarla. Vuoi una dimostrazione pratica?:”

   L’uomo tarchiato fece una smorfia che fece onore a tutta la sua bruttezza, e iniziò ad indietreggiare.

   “:Calmo adesso, me ne vado!:” disse al ragazzo che continuava a puntargli contro le due bacchette.

   “:Bravo! E la prossima volta che tocchi questa ragazza, giuro che ti ammazzo!:” Minacciò la voce acuta del giovane che ancora faceva scudo ad Areal distesa a terra.

   Quando l’uomo strisciò via Areal si mise seduta. Non aveva capito assolutamente nulla di quello che era successo. Credeva di non essersi fatta male, ma avvicinandosi in polso destro al petto costatò che faceva molto più male di quanto immaginava. Lo strinse con l’altra mano e sentì scariche di dolore irradiarsi dal gomito alla punta delle dita. Sperò solo di non essersi rotta il polso.

   “:Va tutto bene?:”.

   Areal sussultò violentemente. Un ragazzo, lo stesso che l’aveva salvata scacciando quell’uomo, ora si era inginocchiato davanti a lei, con la faccia ad un palmo dalla sua. Già di per se quella vicinanza ad un ragazzo l’avrebbe fatta arrossire, ma considerando chi era quel ragazzo, sentì il cuore farle un tuffo nel petto e poi perdere qualche battito, mentre il sangue le affluiva al cervello. Le mancava l’aria mentre osservava il volto di Draco Malfoy davanti a lei.

    Tutto sembrò fermarsi. Draco era cresciuto molto, infatti sembrava un’altra persona se paragonata al bambinetto di dodici anni che Areal ricordava. Adesso Draco non portava più i capelli tutti tirati all’indietro, ma scompigliati gli cadevano sulla fronte. Le ciocche bionde erano tutte lisce ma libere di sfiorargli dietro l’orecchio e gli zigomi, ora ancora più accentuati. Infatti il viso aveva del tutto perso la sua rotondità, ed era un po’ più spigoloso. Gli occhi di ghiaccio, però, erano sempre gli stessi, più decisi, ma identici ad un anno prima. Areal era ancora senza respiro, mentre osservava quel volto ribelle dai lineamenti un po’ troppo marcati, ma che nonostante tutto non poteva che essere considerato bello.

   “:Draco!:” sussurrò, quasi per convincere se stessa.

    “:Sì, lo so che sono Draco!:” ironizzò il ragazzo, con un sopracciglio alzato. Poi sghignazzò. “:Allora, ti sei fatta male?:” e vedendo il modo in cui si teneva il polso, allungò le sue pallide e affusolate mani verso il polso della ragazza. “:Ti fa male? Fammi vedere!:”.

   Areal, che era ancora imbambolata, provò a sottrarsi al tocco di Malfoy, ma questo posò la sua mano gelida sul suo polso dolorante, e non appena lo fece Areal emise un piccolo grido di dolore.

    “:Scusa, non volevo:” si giustificò lui, guardandola dolcemente negli occhi. “:Spero solo che non sia rotto…:”

    “:No, non è rotto:”

   I due si guardarono negli occhi per un po’, poi fu Draco, sbrigativo, che l’afferrò dal braccio sano.

   “:Dai vieni, alzati:” e rimise in piedi la ragazza, rimanendole al fianco e aiutandola a sorreggersi il polso infortunato.

   “:Che fai qui Draco? Come mai… voglio dire, mi hai salvata!:” chiese cautamente lei, guardandolo negli occhi, e riscoprendolo molto più alto di come lo ricordava.

   “:Ero dietro di te Areal! Con i miei amici abbiamo seguito te e le tue amiche per quasi tutti i negozi, ma tu non mi vedevi mai. E poi, quando ho visto che ti stavi allontanando da sola mi sono fatto avanti, così ho visto quell’uomo e il modo in cui ti guardava. Quando ti ha trascinata qui vi ho seguito, e sono intervenuto al momento giusto direi:” disse malizioso alzando un sopracciglio.

   “:Emm… credo di si!:”

   “:Bene, vieni con me ora. È meglio che ti siedi.:” E senza che la ragazza potesse fiatare, la trascinò al caldo all’interno dei Tre manici di scopa, il locale di Hogsmeade dove altri gruppi di ragazzini erano seduti ai vari tavoli con calici davanti.

   “:Questa è tua!:” fece Draco, restituendole la sua bacchetta bianca.

   Areal la prese e la mise via in silenzio. 

   “:Sai chi era quello?:” chiese Draco, dopo aver fatto sedere Areal.

   “:No, chi era?:”

   “:Un povero pezzente! È un Magonò, lo conoscono praticamente tutti. Ha il vizio di rubare le bacchette magiche o altri oggetti preziosi a chi gli capita a tiro, ma fortunatamente fallisce sempre.:”

   Areal per quanto si sforzasse, era totalmente sotto shock. Il punto era che lo shock non era dovuto all’aggressione, ma all’improvvisa ricomparsa di Draco Malfoy.

   L’ultima volta che lo aveva visto gliene aveva dette di tutti i colori, dicendo che non voleva più vederlo. Questo era successo l’anno prima, era davvero possibile che da quando era ricominciata la scuola non lo avesse visto ne alle lezioni ne nei corridoi? Era Hogwarts ad essere diventata immensa per chi non voleva vedersi, o era lei che non si era accorta della sua presenza per tutto il tempo?

   “:Desiderate qualcosa?:” chiese una cameriera chinandosi su Draco.

   “:Per me una Borrobirra:” disse il ragazzo.

    “:E tu?:” chiese la cameriera ad Areal, che continuava a massaggiarsi il polso dolorante, e stretta nelle spalle, scombussolata com’era, non aveva intenzione di mettere qualcosa nello stomaco.

    “:Emm, sono apposto grazie…:” sussurrò timidamente, ma la voce di Draco superò la sua.

   “:Due Burrobirre. Grazie!:” Areal aveva provato a lanciare un’occhiataccia al ragazzo, ma quella d’ammonimento che le aveva ritornato lui era stata senza dubbio più decisa.

    Areal si abbandonò con un sospiro.

    “:Sicura di stare bene?:” chiese all’improvviso Draco, fissandola serio.

    Areal sorrise “:Si Draco, stai tranquillo. Non cadrò a terra da un momento all’altro!...:”

    “:E il polso? come va?:”

    Areal si osservò il braccio che ancora le dava qualche fitta “:Mi sa che ci sono caduta letteralmente sopra, ma non è rotto, davvero!:” ammise.

   In quel momento arrivò la cameriera, che fece fluttuare due boccali davanti a loro, e poi andò via.

   “:Allora, perché mi hai salvata?:” chiese Areal, decisa.

   Draco guardava avanti a se, perso in chissà quale pensiero, e guardandola con un sopracciglio alzato chiese “:Non avrei dovuto?:”

   “:No, non è questo il punto:” Areal non sapeva come spiegarsi “:Insomma credevo che mi odiassi.:”

   “:Io non ti odio Foreberth!:” disse Draco, sollevando il bicchiere per bere “:Tu odi me!:”.

    Areal rimase a pensare, fissando la sua bibita fumante dentro il boccale. “:Tu non mi odi?:” Ripeté maliziosa.

   “:Mi sembrava che ne avessimo già parlato l’anno scorso. No, non ti odio!:” E il ragazzo la guardò ricambiando il sorriso malizioso.

    Areal ricordò uno dei loro pomeriggi dell’anno prima, quando si incontravano vicino al lago nero per darsi ripetizioni. In quella circostanza Draco le aveva spiegato come nonostante loro due fossero maledettamente diversi, lui non volesse in alcun modo separarsi da lei ma che, al contrario, cercava spesso di attirare la sua attenzione. Areal pensò al fuoco, che nonostante brucia ed è pericolo è bello ed invitante per la vittima. Era questo che lei era per Draco? Scosse il capo, ma poi il suo sorriso malizioso si riaccese. Bevve un po’ della sua Burrobirra, riposò il boccale sul tavole e disse “:Perché io ti spiazzo, giusto?:”.

    Draco bevve “:Più o meno il concetto è quello.:” i suoi occhi azzurrini erano ancora puntati avanti a se.

    “:E perché mi stavi seguendo, Draco?:”

    Che fosse stato per la vocina maliziosa che aveva usato, o perché si era avvicinata lentamente, non lo sapeva, stava di fatto che Draco soffocò con la sua bevanda, e tossendo cercò di ricomporsi.

   “:Più o meno per una serie di motivi…:” bofonchiò il ragazzo, guardandola di sottecchi.

   “:E tu spiegamene uno:”

    Draco la fissò negli occhi, serio, e iniziò a parlare “:Vedi Areal, era tutto l’anno che non ti facevi vedere. Tanto che ho iniziato a pensare che non fossi tornata a scuola quest’anno. Poi, oggi, nella via principale di Hogsmeade ti ho rivista. Eri con le tue amiche, ridevi, e non ti accorgevi di me. Così ho pensato che se ti stavo dietro prima o poi mi avresti visto, e avremmo messo fine a questa ridicola situazione:”

    “:Ti riferisci al fatto che non volevo più vederti in vita mia?:”

    “:Proprio quello:”

    Areal corrucciò le labbra “:Guarda che dicevo sul serio quella volta…:”

    “:Lo so, mi hai dato dello spregevole assassino. Tuttavia, dopo quello che ho fatto oggi per te, credo di essermi riscattato, non ti pare?:”

    Areal lo osservò per un po’, scrutando i suoi occhi sicuri, la sua espressione cautamente beffarda, e pensò.

    “:Non ti basta quello che ho fatto oggi per te per farmi perdonare?:” chiese prontamente Draco.

    “:Si, mi basta:” disse Areal “:Quindi, dato che questo gesto è servito per tamponare il passato, adesso siamo pari ed io non ti devo nessun ringraziamento, giusto?:”.

   Draco la guardò con un sopracciglio alzato “:Sei più perfida di quel che temevo…:”

   Areal sorrise apertamente.

   Draco osservò per bene la ragazza, rapito per qualche secondo. I capelli corvini leggermente mossi e ribelli ricadevano morbidi attorno al suo viso e sulle spalle. Il volto era pallido con le guancie deliziosamente imporporate dal calore del locale, il viso era più allungato, gli occhi più caldi e magnetici che mai e le labbra rosse e morbide per la bibita che aveva bevuto…

     Draco scosse violentemente il capo, e chinando lo sguardo sul suo boccale vuoto disse “:Certo che tu sei strana!…:”

     “:Perché?:” chiese lei, teneramente.

     “:Tutte le altre ragazze, al tuo posto, sarebbero ancora terrorizzate per l’aggressione. Qualunque ragazza starebbe ancora strillando il mio nome e si sarebbe aggrappata ai miei piedi…:”

     “:Io non ti cadrò ai piedi Draco!:” Rispose prontamente lei.

      “:Non oggi!:” fu la risposta, che lasciò Areal furibonda e a bocca aperta.

      Prima che la ragazza replicasse, Draco sollevò la testa per osservare un attimo oltre la vetrina, e fece appena in tempo perché la McGranitt era già la fuori a radunare tutti i ragazzi. La mezz’ora concessa era finita. Si alzò lasciando qualche moneta sul tavolo, afferrò cautamente Areal da un braccio facendola alzare. “:Andiamo:” le disse, e la portò fuori mischiandosi nella folla.

    Areal sentì che il suo cuore non batteva regolarmente, e si accorse solo in quel momento della grande mano calda che avvolgeva la sua. Draco Malfoy era immobile e si guardava intorno tra la folla, ma la stava tenendo per mano. Areal lo osservava, davvero non si preoccupava che qualcuno li vedesse mano nella mano?

    Poco lontano Canni si sbracciava preoccupata per richiamare l’attenzione di Areal, che non riuscì a fare altro che salutarla. Canni parve capire dal sorrisino malizioso che le comparve fra le labbra, da quella distanza non vedeva le loro mani unite, ma di sicuro aveva capito.

    Quando tutti si incamminarono dietro la McGranitt, sul fondo della fila Areal e Draco camminavano tenendosi ancora per mano.

    “:Amici?:” chiese Draco senza preavviso, ed Areal sorrise.

    “:Amici!:”

    “:E non ti preoccuperai più di essere scambiata per una delle mia tante ragazze?:” la stuzzicò lui, ma lei alzò il mento.

    “:E tu non ti vergognerai più di stare con una secchiona?:”

   Malfoy sghignazzò “:Stai scherzando? Non ti posso lasciare sola un attimo che ti saltano addosso perfino gli zoticoni!:” e le scompigliò i capelli, ridendosela.

   Areal si finse offesa e gli diede un leggero spintone

   “:Antipatico!:” mormorò, ma lui ormai rideva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Continua…

 

 

 

 

 

 

Grazie a chi a letto, ma soprattutto a JuliaSnape per aver recensito (fra tre capitoli una piccola sorpresa ^^)

   
 
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