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Autore: Diana924    07/09/2010    0 recensioni
1599: Gabrielle d'Estrée, favorita di Enrico IV sta per morire, lei, la quasi regina di Francia...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Regine ed amanti-Francia'
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Poi nel 1594, lo stesso anno in cui il mio amante fu incoronato, io ebbi il mio primo figlio, il suo primo bastardo, Cesar. Ma affinché lui lo riconoscesse occorreva che io fossi libera dal matrimonio. Così, dopo un processo-farsa, mio marito si accusò d’impotenza e il re riconobbe mio figlio come suo.

Poi mi rese prima baronessa di Liancourt, poi marchesa di Montceaux ed infine duchessa di Beaufort.

Poi cinque mesi dopo la nascita di Cesar, questi fu legittimato dal Parlamento, con delle lettere patenti.

L’anno dopo nacque mia figlia Catherine, e qui iniziarono i problemi, quelli grossi. La sorella del re, Caterina, si rifiutò di essere la madrina, e Enrico cedette, ma il battesimo si svolse con la stessa pompa che avrebbe avuto una Figlia di Francia.

Due anni dopo fu la volta di Alessandro, e durante il banchetto io, una duchessa, sedetti nel posto che di solito veniva riservato alla regina. Non c’era paura di ritorsioni, perché al regina Margherita era nel castello di Usson, prigioniera.

Ma i francesi mi odiavano, e venivo chiamata “ puttana ” ogni volta, specialmente dai parigini.

Io e la mia famiglia eravamo in prima linea per assicurare alla Francia la pace religiosa, e fu così quando Enrico nel 1598promulgò l’editto di Nantes, che dava la libertà agli ugonotti.

Purtroppo il re non riusciva ad annullare il suo matrimonio, perché Margherita di Valois odiava che a succederle ci fossi io, una concubina, come mi chiamava. C’era una candidata, ma non mi faceva paura, era un’italiana, Maria de Medici. Ma non mi preoccupavo, Enrico aveva giurato davanti tutta la corte che mi amava e che presto sarei stata regina di Francia e di Navarra, era solo questione di tempo.

Stavano già preparando il mio vestito cremisi, e la mia nuova stanza al Louvre era pronta, eppure non ero calma. Ero stata avvisata che Enrico trattava con l’ambasciatore fiorentino, nonostante io fossi incinta per la quarta volta.

Poi, prima di Pasqua, il confessore reale suggerì che era meglio che noi due non ci vedessimo.

Mi sono separata da lui piangendo, certa che non lo avrei più rivisto, e solo ora, sul letto di morte, solo ora, ne sono sicura. Sto male, sto molto male, e nessuno è qui accanto a me, in quest’ora estrema.                                                                                                 

   
 
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