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Autore: Tetide    08/09/2010    12 recensioni
Una crociera, per dimenticare; un viaggio per ricominciare. Un incontro inaspettato, in un momento inaspettato. Dopo una separazione è sempre molto difficile ricominciare, anche per Rosalie; ed è per questa ragione, che Oscar ed André le propongono una vacanza un pò diversa... che finirà per cambiarle la vita!! Dedico questa storia a Ninfea Blu e a tutti coloro che hanno amato Blue Velvet. Per la fanart al capitolo 6, debbo un enorme grazie a Ninfea Blu!
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4 - Neverending summer CAPITOLO 4
NEVERENDING SUMMER

“André, andiamo, spostati più a destra! Così mi sfasci tutta l’inquadratura!!”,
“Quale inquadratura? Vuoi forse fotografare quell’orrendo palazzone alle mie spalle?”,
“Quell’ “orrendo palazzone”, come lo chiami tu, è uno degli edifici più antichi dell’isola: risale addirittura al periodo coloniale Spagnolo!” gli rispose Oscar, piccata; André fece un sorriso sghembo “Scusi professoressa, non lo sapevo!”,
“Quanto sei spiritoso!!” lo rimbeccò lei.
“Guarda che Oscar ha proprio ragione, amico” s’intromise Alain, una guida turistica in mano “c’è scritto qui, e poi lo ha detto anche il tizio sul bus, prima!”,
“Ma bravo, la difendi, pure!! Credevo che fossi dalla mia parte! E tu, da che parte stai, invece, Diane?”,
“Dalla TUA, naturalmente!!”.
Scoppiarono a ridere tutti e quattro.
Un po’ discostata dall’allegro gruppetto, un cappello di paglia a falda larga con un grande nastro di velo giallo retto con una mano, lo sguardo perso nell’abbagliante sole delle Isole Canarie, stava Rosalie, immersa nei propri pensieri. Pensieri che erano decisamente troppi, per potersi unire agli altri con leggerezza.
Adesso, la situazione si era fatta troppo complicata, per poter essere ignorata: se all’inizio si trattava solo di pura e semplice attrazione fisica, ora riusciva benissimo ad avvertire della complicità fra lei e Louis, una complicità che le si era manifestata chiaramente con le parole di quella bellissima canzone rivolte al suo indirizzo.

O.K., ricapitoliamo: che ti piaccia, oramai è innegabile: continuavi perfino a cercarlo con gli occhi sul pullmann, pur sapendo che lui era salito sull’altro bus, quello di Axel e Antoinette! E quei muscoli scolpiti e glabri… te li sogni anche la notte, vero? Sei partita completa, Rosalie! Questa mattina, passando davanti alla vetrina della farmacia della nave e vedendo quel flacone di spermicida in bella mostra, hai anche avuto l’impulso di entrare per comprarlo, per un attimo: qualcosa dentro di te ti aveva detto di affrettarti, prima che qualcuno te lo soffiasse…
Adesso basta, Rosalie, devi darti una regolata! Il problema non è il sesso: una notte stretta a lui te la passeresti volentieri, e lo sai; il problema è che te ne stai innamorando, e non ne vuoi sapere proprio di ricominciare daccapo!!
Sì, perché tu hai paura, una dannatissima paura di soffrire ancora, dopo quel deficiente: e volendo, hai ragione. Chi accidenti ti dice che, una volta risvegliati, non ti metterà fuori dalla cabina con i tuoi vestiti in mano, dicendoti “E’ stato un piacere”? Effettivamente, il rischio esiste; ma se continui così, finirai con il chiuderti in un guscio; allora, che fare? Cercare di iniziare a poco a poco, magari con un’amicizia, come lui stesso ti ha proposto, per poi approdare a qualcosa di più? Ma a chi vuoi darla a bere? Tu sei già bella che cotta!! Se iniziate qualcosa di serio, sarai persa!! E allora, AMEN!! E poi, anche se lui fosse intenzionato a qualcosa di più di un’amicizia, chi ti dice che non si stancherà dopo un po’, come ha fatto Bernard? In fondo, gli uomini sono tutti uguali, o quasi…
Grande Rosalie!!! Sei riuscita a trasformare la tua “crociera per dimenticare” in un casino peggiore di quello che hai lasciato a Parigi!!

“Ti piace tanto quell’albero?”, Rosalie sobbalzò e si girò, incontrando lo sguardo incuriosito della sorella.
“Abbastanza, sì: potrei portarmelo a casa?”, rispose, decidendo di assecondare il suo humor,
“Andiamo, muoviti!” la prese per un braccio, staccandola letteralmente dal tronco al quale era appoggiata a mò di sostegno, non solo materiale, “André è andato avanti con Alain e Diane, ed io sono rimasta indietro per aspettarti!”,
“Posso chiederti una cosa, Oscar?” fece lei, sprimacciandosi i vestiti,
“Certo”,
“Come facevate a sapere che… lui sarebbe stato al tavolo del capitano, ieri sera?”.
Oscar fece un risolino “Davvero vuoi saperlo?”,
“Perché te l’avrei chiesto, altrimenti?”,
“O.K., te lo dico subito: il tuo amico e André si erano trovati a vedere la partita assieme, l’altro giorno; dato che anche il biondone è un appassionato di rugby, avevano preso a parlare del più e del meno, ed a un certo punto, Louis – si chiama Louis, vero?- ha detto che era stato sorteggiato per sedere al tavolo del comandante alla cena di gala; ha anche aggiunto che la cosa lo annoiava particolarmente, dato che non sopportava le occasioni cosiddette “ufficiali”, e per di più era da solo. Così, André me lo è venuto a dire, ed abbiamo pensato bene di fare un favore a tutti e due, offrendo a lui un’ottima compagnia, e a te il principe azzurro della nave!”.
Rosalie fece una smorfia.
Oscar continuò “E abbiamo fatto bene, a quanto sembra!”.
Rosalie si fermò; “Che c’è?” si fermò anche Oscar.
“Oscar, senti… lui mi piace moltissimo, è vero; ma io non voglio… insomma, sì… non posso…”,
“Non puoi cosa? Provarci di nuovo?”,
“Sì, più o meno…”.
Oscar tirò un gran respiro e prese le mani di Rosalie.
“Ascolta, sorellina… la vita è fatta così: le esperienze vanno vissute, e non puoi sapere come andrà qualcosa, se prima non ci sei passata attraverso, vivendolo. Ci troviamo davanti a delle situazioni e le dobbiamo affrontare, punto. Ma la situazione di fronte alla quale ti trovi tu adesso è parecchio piacevole, mi pare: quindi non dovrebbe essere un’impresa dell’altro mondo tentarla, no? Dunque, provaci!!”,
“Fai tutto facile tu! E se poi quello mi pianta su due piedi come ha fatto quell’altro, una volta che ci ho messo il cuore in mezzo?”,
“Aspetta, aspetta… fammi capire bene… te ne stai… innamorando, per caso?”.
Rosalie non disse nulla: arrossì, e girò la testa di lato.
“Ho indovinato, a quanto vedo!” fece Oscar con aria festante,
“Forse... non l’ho capito nemmeno io”,
“D’accordo, ragazza, ti do l’unico consiglio buono in questi casi: cerca di capire se anche lui prova lo stesso per te; fino ad allora, non farti coinvolgere troppo. Poi, se son rose, fioriranno!”.

                                          **********

Ritornati che furono sulla nave, Rosalie si chiuse in camera per chiamare Charlotte, la sua migliore amica.
“… Certo che tua madre è matta davvero: è una vita che passa da un riccone all’altro da quando ha ottenuto il divorzio da tuo padre, ma questo tizio, adesso… Come hai detto che si chiama?”,
“Roland de Guise” rispose una voce dall’altro capo del telefono “E’ un gran presuntuoso solo perché possiede cinque ristoranti di lusso sugli Champs Elysées! Dovresti vedere come tratta tutti dall’alto in basso! E poi, è proprio un cesso: vorrei sapere che ci ha visto mia madre! Sai che ci ha provato anche con me, che potrei esser sua figlia?”,
“Cesso e pervertito, allora!” aggiunse Rosalie,
“Bah, lasciamo stare… e a te come sta andando la vacanza?”,
“Lasciamo perdere anche qui! Un disastro!!! Non hai idea di quello che sta succedendo!”,
“Cosa? State affondando, tipo Titanic?”,
“Ci manca poco… ma io mi butterò in mare prima, e senza salvagente, sicuro!!”,
“Fammi capire… c’entra un uomo, per caso?”,
“Fuochino…”,
“E’ quel Brad Pitt dai capelli rossi di cui mi hai parlato? Quello che se ne sta sempre con la camicia aperta per far vedere le sue grazie? E’ lui?”,
“Aggiudicato!”,
“Wow!! E che sta succedendo? Racconta, sono curiosa!!”.
Rosalie cadde a peso morto sul letto “Non c’è molto da raccontare, Charlotte… praticamente tutto e niente… sto diventando pazza, Charlotte!”,
“Ma non mi dire!!! Quel tizio ti ha dato alla testa fino a questo punto? Allora devi farmelo conoscere, deve essere un vero schianto!”,
“Non scherzare, Charlotte! Io mi sento malissimo quando c’è lui, non capisco più cosa mi succede attorno, da un lato vorrei andargli addosso, e dall’altro vorrei invece scappare, anche a costo di buttarmi a mare… sono confusa, Charlotte, ed ho paura: la mia parte razionale, o forse solo quella parte di me che è ancora dolorante per lo scotto subìto, mi urla a gran voce di scappare, di non lasciarmi andare… e di contro, l’altra parte non aspetta altro che lanciarsi tra le sue braccia!”,
“… Che devono essere calde e forti! Vero, Rosalie? E’ così che immagini le sue braccia? Bene, mi hai chiesto un consiglio, ed io te lo darò: Buttati! Lasciati andare! Hai ancora il cuore a pezzi, ed è naturale che tu abbia paura; ma non puoi precluderti la vita in eterno: sono mesi che tieni su il muso per Bernard. Non credi che sia ora di ricominciare a vivere? Così, tanto per passare un po’ il tempo…”,
“Non… non mi sento pronta, Charlotte…”,
“Ascolta, Rosalie… quello che tu stai vivendo è un momento bellissimo, quello dell’innamoramento: tutte le sensazioni che lo accompagnano rimarranno indelebili nel tuo cuore, non negartele; è come se una fiamma ti si accendesse dentro, restituendoti la vita! Per di più, lo stai vivendo in estate! Così, è ancora più bello! Perché tutto quello che senti dentro non fa che amplificare i già bei momenti di questa stagione magica, regalandoti un’estate senza fine nell’animo! Non rifiutarlo, Rosalie: non sai se potrà ripresentartisi!”.
Rosalie aveva ascoltato attentamente tutti gli argomenti dell’amica; tuttavia, essi non erano riusciti a “scioglierla” nel senso reale del termine, tanto forte era la paura di soffrire ancora.
Tirò un grande respiro “Charlotte, io… non so. So solo che vorrei esser lì, a Parigi, con te accanto a scorrere le nostre scartoffie contabili nella sicurezza e nella quiete del tran-tran quotidiano, lontano da queste emozioni che sento di non reggere più…”,  
“Rosalie, Rosalie…”, sospirò l’altra.

                                            **********

Trascorsero un paio di giorni, nei quali Rosalie cercò di evitare accuratamente di incontrare Louis, anche restandosene in cabina per ore, ed alla sorella ed agli amici che le chiedevano il motivo di quella sua improvvisa reclusione, rispondeva mettendo innanzi improvvisi quanto poco credibili emicranie; ma “la resa dei conti” doveva giungere, prima o poi.
Si presentò il mattino dell’arrivo a Casablanca.
Inutile a dirsi, Rosalie aveva deciso di non scendere; aveva atteso pazientemente che il grosso dei passeggeri scendesse dalla nave per smistarsi nei vari giri turistici della città o del deserto, rimanendo in cabina ad osservare il grande porto gremito fino all’inverosimile di navi alla fonda, e le altre navi, soprattutto cargo, che entravano od uscivano dal porto.
Doveva essere una città molto attiva, pensò, data la confusione che circolava nel porto.
Quando fu certa che lo sbarco era completo, si decise ad uscire dalla propria cabina, per raggiungere il ponte piscine; voleva fare un bel bagno, approfittando del raro privilegio di avere la piscina tutta per sé(1).
Attraversò i ponti deserti, osservando con viva curiosità quella insolita visione: il pianobar vuoto, il pianoforte abbandonato in un angolo ed i bicchieri che tintinnavano negli scaffali, lasciati a sé stessi, i lumi di ottone spenti e le felci che sembravano guardare fuori dalle finestre verso lo specchio di mare antistante il porto; i corridoi stranamente silenziosi; il self-service, con pochissimi avventori, seduti ai quattro angoli della sala, con aria distratta ed annoiata; Infine, raggiunse il ponte piscina.
Avvicinatasi ad un lettino, si tolse il pareo e ve lo depose sopra; poi, si avvicinò alla ringhiera, e distese le braccia sopra, tirò un gran respiro, socchiudendo per un istante gli occhi; quando li riaprì, rimase abbagliata dal brillìo del sole, il cui bagliore riluceva sul mare tranquillo di quella splendida giornata di Luglio; dal quel punto, la poppa, si vedeva il mare aperto, solcato da sagome di navi lontane.
Sorrise, rivolta a sé stessa: in quel momento, tutto sembrava così lontano, Parigi, Bernard, i suoi  problemi, il lavoro, Charlotte…
Soltanto una cosa non era affatto lontana…
Ritornò verso la piscina, aggiustandosi il costume rosso; tenendosi al manubrio, scese i gradini di ferro, entrando in acqua.
Si lasciò andare nell’acqua tiepida, completamente; si sentiva del tutto rilassata.
Chissà che staranno facendo Oscar ed André adesso, pensò; sapeva che avrebbero fatto un piccolo giro nel deserto, e così le scappò una risatina al pensiero della lattea Oscar nascosta all’ombra di una palma, a proteggere la sua candida quanto delicata pelle.
“Sei di buonumore, a quanto vedo!”, una voce la riscosse dai suoi pensieri all’improvviso e la fece sobbalzare. La solita voce. Con il cuore che le tremava, sollevò piano lo sguardo; non lo vide chiaramente subito, dato che aveva il sole alle spalle: all’inizio percepì solo i contorni della sua figura, le ampie spalle che tanto la facevano sognare, coperte dai lunghi capelli biondo-rossiccio sciolti, le gambe slanciate e forti; poi, lentamente, si abituò al riflesso del sole ed i contorni presero una forma ben definita, rivelando quel sorriso sornione e quegli occhi allungati di colore blu che le tolsero il respiro.
Ma perché non sono andata nel deserto anche io? Avrei potuto seppellirmi sotto ad una bella duna di sabbia…
“Com’è che non sei sceso?”.
Ma una frase più cretina non la potevo trovare?!?
“Troppa ressa. E troppo caldo: sono già stato una volta nel deserto”,
“Ah… e ti è piaciuto?”.
Lui fece una smorfia “Non tanto. In fondo, nel deserto c’è solo… il deserto!”.
Rosalie rise nervosamente.
Da qualche parte, un altoparlante che diffondeva la musica attaccò Tienimi con te, di Claudio Baglioni.

Tienimi con te, dentro questa vita
chiudi ogni via d’uscita
per restarmi più vicina…(2)

“Ah, l’acqua è stupenda!”; solo in quel momento, Rosalie si accorse che Louis era entrato in acqua accanto a lei; si sentì percorrere da brividi fino alla testa.
“Sì, non è male…”,
“Non è male?” lui le nuotò vicinissimo “Mi sembra che tu sia un po’ troppo contenuta! Tutto, su questa nave, in questo viaggio, è fantastico, e tu ti limiti ad un “non è male”?”,
“Perché? Non trovi che sia un buon commento?”, la ragazza non sapeva come trarsi d’impaccio,
“No che non lo è. Sei forse l’unica, qui, a non divertirti da matti; e questo mi fa male, Rosalie, perché sei una ragazza d’oro, l’ho capito da tempo, e vederti soffrire è l’ultima cosa che vorrei!”.
Ma chi ha riscaldato all’improvviso l’acqua?!?

Tienimi con te, quand’è presto la mattina
mentre il cuore sta in sordina, dietro a una ferita(2)

Tienimi con te, se è già
quasi sera e inverno…(2)

“Rosalie… tu sei una persona che vale, credimi: non devi sprecare la tua vita, nessuno deve farlo! E’ così terribile perdere anche un solo istante del tempo che ci è stato dato!”,
“Sì, hai ragione…”,
“Anche un solo momento di vita diventa un regalo, se si è sofferto…”,
“Anche tu hai sofferto, Louis?”,
“Abbastanza. Quanto te, credo”.
Ora erano vicinissimi, in modo da poter sentire l’una il respiro dell’altro; Rosalie avvertì, fortissimo, il profumo muschiato di lui, che la avvolgeva in modo invisibile.

… Almeno per un secondo,
un po’ meno distanti…
Fino alla fine, fino a che si può…(2)

Senza rendersene conto, si erano avvicinati tanto da toccarsi, ed avevano entrambi socchiuso gli occhi.
“E può esservi una seconda occasione, per chi ha già sofferto?”, fece lei sottovoce,
“Sempre… comunque…”.

Fino alla fine del tempo
Fino a che ce n’è ancora un po’
Fino alla fine di tutto,
fino allora tu…
tienimi con te…(2)

“Allora ce n’è anche per noi…”.
Ora stava respirando il respiro di lui, persa nel suo profumo; le loro labbra erano arrivate a sfiorarsi, socchiudendosi; ancora un attimo di più, e si sarebbero baciati.

Tienimi con te, così…
al tuo sonno stretto…
Niente è triste più di un letto
vuoto e già sofferto…(2)

Dal fondo del ponte, un’allegra e chiassosa famigliola di Spagnoli fece letteralmente irruzione, rompendo l’incanto; Rosalie e Louis, riaperti gli occhi, si allontanarono, e Rosalie si riebbe come da uno stato di trance.
“Scusa… io debbo andare…” disse, uscendo dall’acqua.
Lui rimase a guardarla, mentre lei armeggiava con il pareo ed il telo; dopo averli raccolti in tutta fretta, corse letteralmente via per il ponte, sentendosi lo sguardo di lui a seguirla, addosso.
E d’improvviso sentì di avere la schiena troppo nuda.

…Che pena poter bagnare
appena le labbra…!(2)

Corse e corse per i ponti deserti, verso la sua cabina, confusa e disorientata da sé stessa e da ciò che stava facendo: adesso non poteva più negarsi di provare qualcosa di molto speciale per Louis.    

                                  **********

Quella sera, aveva deciso di disertare il pianobar, in favore della sala da ballo.
Seduta su di un divano in velluto rosso, un cocktail colorato davanti a sé sul tavolino, circondata da coppie chiassose che non smettevano mai di chiacchierare a voce alta, osservava le coppie di Tedeschi sulla pista, che ballavano al ritmo di Wonderful Life, di Black; Gerard Lassalle cantava, quella sera con più entusiasmo del solito.
Rosalie, sospirando, girò lo sguardo per la sala: un cameriere con una vistosa cicatrice sul volto e con una zazzera di arruffati capelli castani  girava per la sala recando in mano un vassoio colmo di bicchieri; Oscar ed André discutevano animatamente con il sig. Bouillé, un grosso imprenditore di Parigi; Marie Antoinette ed Axel ballavano scambiandosi tenerezze.
Tutti, insomma, sembravano parte integrante di un quadro di tranquilla e gioiosa vita estiva.
Sono io la sola nota stonata, si capisce!! La classica persona dall’animo tormentato e confuso, che fa da degna ed immancabile (quasi necessaria) decorazione all’ambiente del luogo di svago notturno, seduta com’è con le luci colorate in movimento della pista che le passano sul viso, fermo invece sul suo triste corruccio… davvero un personaggio da film!
Ma che cosa provo, davvero, per lui? Mi piace, da morire anche: è bello, dolce, gentile, affascinante… ed ha dimostrato una sensibilità eccezionale, verso di me! Ma allora, perché non ti lasci andare, stupida? No, stupida lo sarei se mi lasciassi andare, forse: chi mi dice che la sua non sia tutta una tattica per portarmi a letto? O magari, se iniziassimo una storia, cosa mi garantisce che lui non si stancherebbe di me come ha fatto Bernard? In fondo, io non sono nulla di speciale, non bella come Oscar, né come… Jeanne!!
Sorseggiò dal bicchiere, tornando poi a posarlo sul tavolino; ma nel fare questo, si accorse che seduto all’altro capo della sala, camicia (aperta come al solito!) di raso nero e pantaloni a zampa d’elefante bianchi, stava Louis.
La piccola orchestrina attaccò Liù(3), vecchia canzone degli Alunni del Sole (certo che su quella nave erano proprio persi per la musica Italiana!).

Liù, si stendeva su di noi e ci dava un po’ di sé…(3)

Alzò lo sguardo su quell’uomo stupendo, e lo ricordò con i capelli bagnati, quella mattina; ricordò le goccioline d’acqua che dalle sue folte chiome scendevano giù, lungo il petto e le spalle, e d’istinto si portò una mano alla gola, a soffocare un’esclamazione strozzata; si accorse solo allora di ciò che aveva distrattamente tirato fuori dalla valigia per indossarlo quella sera, vale a dire un abitino avvitato, che arrivava sì e no alla caviglia, con la vita ad altezza media e l’orlo della gonna asimmetrico; la scollatura era retta da un’unica, sottile spallina.
Ma perché accidenti ogni volta che si trovava davanti a lui si preoccupava tanto del proprio aspetto?

Liù, già sapeva tutto di sé,
ma con gli occhi guardava te e con la mano cercava me…
E io sì, l’avrei trovata per far l’amore…(3)

Non si accorse di stare guardandolo intensamente; se ne rese conto solo quando anche lui si girò a guardarla.
Lei rimase senza fiato, ma senza riuscire a distogliere lo sguardo.

Liù, su un letto caldo o su un divano,
ingigantita su un falso piano
io mi ricorderò di te…(3)

Si fissarono a lungo, in silenzio, circondati dal chiacchiericcio rumoroso degli altri passeggeri della sala.
Due sguardi incatenati, come i loro cuori in quel momento.
Louis le sorrise. Un sorriso che valeva un’eternità, che spalancò all’improvviso e impetuosamente le porte del cuore di Rosalie; da quelle porte uscì una valanga di emozioni che sommersero del tutto la ragione.
Rosalie si sentì girare la testa e mancare l’aria.

Ed io sì, t’avrei trovata per far l’amore…
Ed io sì, t’avrei trovata per far l’amore, t’avrei trovata per dirti…(3)

Senza riflettere, si alzò di scatto ed uscì dalla sala.

…Liù, credendo che il tempo ci dia ragione,
dipingimi tutto con il carbone
e poi non dirmi che è un’illusione…!(3)

“Ma dove sta andando tua sorella, come una furia?” la vide André, e si rivolse ad Oscar; lei interruppe la conversazione con Bouillé.
“Boh… vai a capirla…”, poi vide Louis alzarsi per andarle dietro “Ma non è il caso che ci preoccupiamo, comunque!” aggiunse con un sorrisetto.

Rosalie uscì sul ponte, subito schiaffeggiata dal vento caldo del Mediterraneo.
Si appoggiò alla balaustra, il cuore a mille: era scappata, per l’ennesima volta! Da lui!!
O da sé stessa?

Liù, è un’ora del giorno che penso a te…
Lasciati sola senza una ragione…(3)

Appoggiata alla balaustra, osservando le luci di coste lontane, sentì ad un tratto il quieto impulso di girarsi; e lo vide.
Non se ne stupì: qualcosa dentro di lei le disse che era naturale, che doveva aspettarselo.
Come obbedendo ad un muto cenno d’intesa, i due si avvicinarono, fino a trovarsi l’uno di fronte all’altra.

Liù, non ti perdo se mi stringi le mani
non ti ascolto se mi chiedi domani
siamo ancora insieme come stasera…(3)

E Rosalie capì che non era più tempo di scappare.
Louis la prese tra le braccia, quelle braccia calde e forti, proprio come lei se le era immaginate, e la strinse forte, baciandola.
Lei si sentì avvolta e stupita dalla dolcezza di quel bacio così sensuale e languido, tanto da ricambiarlo con passione.
Sul ponte, solo il vento ed il rumore delle onde tagliate dalla chiglia; le ultime note della canzone giungevano attutite.
Erano soli, in quell’estate senza fine.


 



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(1)E’ un privilegio raro, garantisco!!! Tranne nei momenti di attracco in porto od in rada, appunto, le piscine sono sempre affollatissime, e c’è talmente tanta gente che si sgomita in acqua!
(2)Tienimi con te, Claudio Baglioni
(3)Liù, Alunni del Sole: altra canzone che ha fatto parte della colonna sonora della mia crociera alle Isole Greche!!

Come vedete, Rosalie inizia a cedere al bel Saint-Just... d'altronde, come darle torto?!? In questo capitolo ho cercato di inserire anche un personaggio "minore" (chi lo ha riconosciuto?); ho poi voluto mostrare un pò dell'atmosfera di una nave da crociera vuota, atmosfera che, credetemi, è malinconica al limite del deprimente, quanto quella della nave zeppa di gente in piena navigazione è incasinata e vorticosa da stordire! Sì, lo so, forse sto esagerando in ricordi personali, ma finora nessuno si è lamentato,  mi sembra... ;-)
Ah, altre due parole sulle canzoni: su quella nave erano praticamente persi con gli Alunni del Sole, al punto che ci facevano sentire 'A Canzuncella ogni quaranta minuti circa, e Liù... nel mezzo!! Ma, almeno a me, la cosa non dispiaceva...
Ninfea Blu: è la prima volta che scrivo una storia a capitoli di tono non drammatico, e a dir la verità ero un pò perplessa; ma le tue parole mi hanno tolto ogni perplessità: a quanto pare, ci sto riuscendo!! :-) Riguardo alle canzoni, non avevo dubbi che ti sarebbero piaciute... cara "sorella di Pooh"! E di quelle presenti in questo capitolo che mi dici?
Pry: sorry, ma qui Capitan Robespierre è tornato in plancia! :-) Però, mi sembra che le schermaglie mentali di Rosalie aiutino a distrarsi, no? In effetti, è sempre più presa da Louis, e le sue resistenze stanno cedendo l'una dopo l'altra... certo che su una nave è un pò difficile evitare qualcuno. P.S.: scommetto che delle canzoni di questo capitolo non ne conosci neanche una!! Bé, per Liù sei scusata (quando è uscita, io avevo solo 1 anno, quindi dubito che tu, che sei sicuramente più giovane di me, la possa conoscere), ma riguardo a Claudio Baglioni, non hai scuse! :-)
Kikkisan: e tu che dici, Saint-Just vuole solo un'avventura? Certo che, per essere un avventuriero e nulla più, ne ha di maniere... Hai indovinato chi è il personaggio minore introdotto in questo capitolo?
StregaGrianne: ti capisco, anche io avrei voluto assistere a quello spettacolo!! *ç* Contenta di averti fatto rivivere un bel ricordo! :-) P.S.: ho cercato di restringere i margini, ma non so quanto vi sia riuscita; se no, dimmelo, e vedrò che altro posso fare.
Lady in Blue: niente più Spagnolo, per ora, promesso! ;-) Eh, sì, il cuore di Rosalie ha capito da un pezzo benissimo quello che la sua testa non vuol capire... ma ragionare con un trauma di mezzo non è per nulla facile!
Livia: con questa storia, ho cercato di rendervi, e di rendermi, meno traumatico il ritorno... non avevo dubbi sul fatto che tu avresti amato questa storia, dato che tratta di un personaggio di solito ignorato bellamente; però, riguardo all'altra cosa che mi hai scritto, ti rispondo in privato, se a te non dispiace :-)
Crissi: tesoro, vuoi una salvietta? Stai sbavando copiosamente su Saint-Just... (come darti torto? Almeno nella mia storia, è dolce, oltreché bellissimo come nell'anime) Ad ogni modo, benvenuta a bordo, della nave e di questa storia!! ;-) Che ti sembra di Oscar ed André felici e contenti? Ci voleva, dopo l'ecatombe dell'anime... fammi sapere se anche questo capitolo è azzeccato! XD
Cicina e Medusa: ma... ci siete ancora?!?

Al prossimo capitolo, Tetide.

 

 
  
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