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Autore: Ino chan    08/09/2010    7 recensioni
-Tu chi sei?- soffiò l'animagus.- James Potter.-
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Ginny, Remus/Ninfadora
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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- Questa storia fa parte della serie 'I lost my Home'
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Tutti, ma proprio tutti in quei giorni avevano avuto la certezza che la situazione avesse toccato il fondo del barile, che per

Tutti, ma proprio tutti in quei giorni avevano avuto la certezza che la situazione avesse toccato il fondo del barile, che per andare peggio di così rimaneva solo che scavare fra la melma e sbucare in una fossa biologica. Peccato che non fosse veramente così, che tutto quello che era capitato loro fosse solo la punta dell’iceberg, che mancava ancora il peggio del peggio. Quello che non dovrebbe mai esistere e invece … Il ritorno alla scuola di Magia non era servito a sedare la preoccupazione di Tonks, quasi ogni notte si svegliava gridando il nome dei figli, fare un sonno completo per Remus era diventato un miraggio. Però non poteva chiederle di smetterla , di darsi una regolata, lei manifestava la paura che lui stava accumulando e stipando nel subconscio. L’energia che  si sarebbe sfogata nella trasformazione, che a sto giro, probabilmente l’avrebbe mandato al St. Mungo. Però doveva ammetterlo, non riusciva a darle più di tanto peso, si credeva un semplice genitore in ansia, non certo non si credeva nel preda di un sintomo di un qualche oscuro presagio. Ad Hogwarts c’era Silente, c’era il fior fiore della gioventù magica attorno ai suoi figli,e una linea diretta con il Ministero della Mangia, non c’era bisogno di agitarsi. Emmie e Ted non potevano essere più al sicuro. Eppure, non poteva dimenticare il fatto che Joel fosse stato aggredito proprio ad Hogwarts, così come John. Il piccolo di casa Black ne avrebbe portato i segni per sempre di quello scontro. Scosse la testa sopra il boccale che stava lucidando, quando notò su questo una crepa, presagio di morte imminente. Gli scivolò dalle mani infrangendosi ai suoi piedi. Si tirò indietro di un passo, stupefatto dalla sensazione di oscuro che l’aveva attraversato, tirò su la testa e notò Ninfadora che lo osservava da sopra le teste dei clienti seduti ai tavoli.

Perché adesso aveva paura anche da sveglia?

 

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Emmie Lupin si sentiva in tutto e per tutto una sorvegliata speciale. Da che era tornata ad Hogwarts non c’era stato un momento in cui si era sentita in pace, una volta Charlie, una volta John, una volta Abrham. C’era sempre qualcuno con lei, non la lasciavano mai sola. Sapeva perfettamente di essere l’anello debole della catena, quella che più correva il rischio di andare a completare la lista di ingredienti dei MangiaMorte, ma così si stava esagerando. Fortuna quella lezione di erbologia, e fortuna il fatto di avere una classe con un nomero dispari di componenti. Neville non era riuscito ad assegnarlo un compagno, nonostante le palle di pergamena che John gli aveva tirato addosso, e la faccia supplichevole di Teddy. Così eccola lì, sola in mezzo alla foresta proibita a raccogliere erbe per la lezione del giorno dopo. Ovviamente sapeva di essere al centro delle attenzioni di tutti per affetto, non perché la consideravano un incapace o una cretina. La piccola del gruppo che ha ancora non ha imparato tutti gli incantesimi di difesa e attacco va protetta, ma stava seriamente diventando scema ad avere sempre qualcuno attorno.

 

 

Sollevò la gamba sinistra per scavalcare una grossa radice e andò ad accucciarsi ai piedi di un grosso albero, sfilò il paniere che teneva al braccio e prese a far cadere al suo interno i funghi che crescevano spontanei fra il muschio. Con un piccolo coltellino fatto apparire per l’occasione prese a separare i gambi dalle cappelle e li buttò nel cesto che tirò su con una bella espressione soddisfatta < Ora, malva di roccia.>

 

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Ficcare assieme due lupi mannaro vicini alla trasformazione era stata davvero una grande idea. Da quando si era addentrati nella foresta, Ted ed Abrham non avevano fatto altro che dirsene di tutti i colori, ignorando la raccolta degli ingredienti –tanto nessuno dei due capiva un accidenti di erbologia- per beccarsi su qualsiasi argomento veniva loro in mente. Dal modo di portare la cravatta della divisa al colore delle mutande (!) Davvero, davvero una bella idea. Coscientemente sapevano di non avere nessun motivo serio per litigare, che infondo l’altro aveva delle buone qualità, che non era completamente da buttar via, ma non potevano farne ammeno di dirsene dietro la qualunque. Remus aveva spiegato loro di stare litigando per il titolo di maschio alpha della sorta di branco che avevano messo su, che una volta trovato, non si sarebbe più scornati per il modo di allacciare la cintura, e che dovevano portare pazienza fino a…

FAI GREYBACK!> sputò Ted tirandosi di lato per sottrarsi al tocco del  naso di Abrham contro la spalla < Vedi di non farti pigliare strane idee!>

 

Ted allargò un po’ gli occhi color miele, mentre l’altro Licantropo si voltava ad indicare un punto dietro di lui < Non lo senti questo buon odore?> Ted sollevò un sopracciglio mentre Abrham tornava a guardarlo da sopra una spalla < Carta e cioccolata.>

Ted reclinò la testa all’indietro e chiuse gli occhi. La scia che gli solleticò le narici gli strappò un sorriso, l’avrebbe riconosciuta fra mille . Era la sua sorellina <E’ Emmie.> fece dopo un momento < Effettivamente ha un odore che ricorda la cioccolata.> come lui del resto e il loro babbo.

 

 

Abrham aggrottò la fronte < Questa seconda scia però di chi è?>

 

 

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

 

 

Assurdo! Totalmente assurdo! Erano dieci minuti buoni che Jolie Potter girava attorno a quel termine e da qualunque parte guardasse la faccenda, non poteva trovare un altro modo che descriverla se non, assurda, appunto. Già trovarsi nella Foresta Proibita con James Remus le era parso un filo strano, se non perverso per una ventina di motivi diversi, ora quello si era messo a fiutare l’aria come un cane che punta la pista, arrivandole ad un soffio dalla faccia per poi mettersi a camminare attorno a lei, tastando l’aria ad occhi chiusi.

senti?>


Quello lo aveva capito da sola, porca paletta! di
odore?>

James aprì gli occhi su un quadrato di cielo fra i rami degli alberi sopra di loro, prima di tornare a Jolie con un espressione perplessa < …Cioccolato.> passò un dito sotto la punta del naso prima di girarsi ad indicarle un punto dietro di lei < Carta e cioccolata, chi è?>

 

Merlino quanto gli invidiava quel fiuto da cane da caccia.

Maledizione a lei e alla sua inutile forma da animagus.

<O Emmie o Ted.> si strinse nelle spalle.

<Emmie. E’una donna.>

Ora sembrava spaventato.

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James si allungò a prenderle la mano destra e la tirò verso il punto che prima la aveva indicato < Qualcuno la sta seguendo, qualcuno che putta di bella donna.>

 

 

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

 

 

E’ proprio vero che l’uomo teme ciò che non capisce. Joel Black avrebbe pagato oro per capire cosa diavolo stava succedendo e aiutare il ragazzo che gli tremava come una foglia fra le mani. Nel bel mezzo del sentiero Charlie era caduto sulle ginocchia come un sacco svuotato, aveva buttato indietro la testa e aveva preso a borbottare sottovoce, gli occhi velati da una patina bianca che aveva non poco terrorizzato Al. < Charlie! Charlie cazzo succede!?> strinse la presa attorno alle sue spalle e provò ancora a scrollarlo, ma l’altro non parve ancora ascoltarlo, rigido come un ciocco di legno, osservava il cielo senza vederlo realmente.

 

gridò allora < Charlie cosa vedi?>

<Emmie.>

 

Joel sentiva il sangue ghiacciarsi nelle vene, il cuore decelerare i battiti, il fiato venirgli meno. Aveva capito una cosa dei Legimanti, quando avevano queste visioni così violente su qualcuno loro caro,  era perché questo era in pericolo. Bastava guardare Daneel.

 

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Charlie borbottò qualcosa di poco capibile

<CHE.CAZZO.SUCCEDE!>

UCCCIDERA’! EMMIE!>

 

Joel lasciò la presa di botto sul serpeverde, che camminandogli su una gamba, si tramutò in salto in volpe e prese a correre verso la parte destra del sentiero, addentrandosi a folle velocità per una cosetta così piccola. poco dopo però, quel batuffolo rossiccio, si sentì afferrare per la collottola, strattonare e buttare in aria e  si ritrovò aggrappato alla groppa di un enorme cane nero.

 

 

 

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

 

 

 

Ted sembrava impazzito, sentiva nell’aria l’odore della sorella, lo percepiva quasi in gola assieme a quello metallico del sangue e l’argento. Come ferire a morte un licantropo, lo spiegano in tutti i libri di magia. Portò le mani alla testa mentre Abrham, un filo più calmo di lui, cerca di ritrovare la pista che avevano perso per colpa della polvere d’argento che avvelenava la loro aria e li stava stordendo. < TED!> chiamò il ragazzo che si era accucciato sui calcagni, la testa fra le mani < TED DI QUA!>

CULO!> Andò a sollevarlo di prepotenza da terra, stringendogli il colletto della camicia fra le mani quasi a creare un cappio, lo trovò con gli occhi velati da una cataratta quasi cremosa a guardarla. Deglutì a fatica. Ted era leggermente più debole di lui fisicamente parlando. Che fosse crollato prima, non lo sorprendeva. < Cazzo.>

 

 

 Erano nella merda fino al collo.

 

 

 

   
 
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