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Autore: Sklupin    08/09/2010    2 recensioni
Eccomi di nuovo qui gente, a tediarvi con le mie fanfic harrypotteriane! Questa volta vediamo Harry alle prese con Draco, i compiti, Ginny, una serie imbarazzante di situazioni al limite del ridicolo. Seguito di "Bianco" questa mini storia (si tratta appunto di pochi capitoli)vuole fare luce su come Harry e Ginny sono tornati insieme dopo la guerra ed i terribili avvenimenti che li hanno visti coinvolti. Una commedia sull'amicizia, l'amore e la sottile arte della seduzione made in Malfoy. Buona lettura a tutti!! (i personaggi sono di proprietà di J.K. Rowling e non ho nessuno scopo di lucro).
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Ciao a tutti!

Innanzitutto mi scuso per questa pausa, più lunga del solito.

So che alcuni di voi aspettavano dei chiarimenti, riguardo il capitolo precedente.

E per questo vi dico sin da ora che in questo capitolo non ce ne saranno molti, anzi le cose potrebbero complicarsi un tantino.

Però forse potrebbe essere d’aiuto un breve riepilogo.

Abbiamo lasciato Harry stranito, derelitto e confuso dopo aver trovato Ginny con un Malfoy mezzo pietrificato. Lei gli sarebbe anche saltata al collo, se non avesse notato un bel succhiotto opera della dolce Greengrass, che sembra trovare il nostro eroe molto interessante.

Dopo la fuga della povera Ginny, è sopraggiunto un furibondo Ron, in vena di vendicare la sorellina.

In quel momento il colpo di scena: Draco difende il Prescelto dall’ira Weasley, anticipando per un soffio un’agitata Hermione.

Harry non manca di notare la strana complicità tra i due e le parole con cui si congeda il biondo, a proposito di rispettare i patti, fanno scattare parecchi sospetti nel moro.

 

Ora a voi la lettura carissimi, sperando che abbiate i nervi saldi per attendere il prossimo capitolo, dove verrà fatta un po’ di luce su diversi aspetti finora oscuri.

 

Un ringraziamento speciale alla mia beta Seven e all’incoraggiamento di Mizar,

vi lovvo entrambe! *_*

 

                                                              INCUBI E CONSIGLI

 

I giorni trascorsero rapidi e meditabondi per Harry. Aveva appena realizzato che di lì a poche ore avrebbe dovuto recarsi in campo con la propria squadra, per disputare la partita di Quidditch più attesa dell’anno scolastico: Grifondoro contro Serpeverde.

Normalmente la tensione pre-partita l’avrebbe fatto schizzare su dal letto come una molla, ma quella mattina non era proprio dell’umore adatto; era talmente distrutto, emotivamente e psicologicamente, che gli era persino balenata l’idea di darsi malato.

 

Si lambiccò con quell’allettante pensiero per un po’, tirandosi le coperte sul viso e crogiolando nel loro tepore, finché qualcuno pensò bene di strappargliele da dosso con uno strattone.

-MmhGrunf…-

-Alzati, faremo tardi a colazione- lo esortò Ron suonando quasi militaresco.

Il moro ficcò la testa sotto al cuscino, in una goffa imitazione di uno struzzo.

L’altro sbuffò, incrociò le braccia e, preso fiato, esclamò:

-Miseriaccia, Greengrass che accidenti ci fai qui!-

 

Harry balzò in piedi di colpo, mandando all’aria il cuscino, che atterrò mollemente sulla testa di Neville svegliandolo.

Gli occhi ancora assenti erano sbarrati e i capelli ritti in testa, neanche avesse visto un infero.

Alla risata malamente trattenuta dell’amico, il Ragazzo Sopravvissuto batté più volte le palpebre, riprendendo nel contempo a respirare.

 

-Diamine, Ron! Vuoi farmi morire d’infarto?!- esalò crollando nuovamente sul letto.

-Scusami amico, ma è stato più forte di me- commentò il rosso ridacchiando.

-Mnf...-

-Certo che oggi sei particolarmente loquace-

-Uhm…-

-Va bene, ho capito. Ti aspetto in Sala Grande- lo informò l’altro andando alla porta – Fa’ presto, però!-

Il moro annuì stropicciandosi la faccia con le mani.

-Coraggio Harry, faremo tutti il tifo per te. Luna ha detto che avrebbe sfoggiato un nuovo… yahwn… cappello- disse Neville sbadigliando sul finire della frase.

La prospettiva del caos strepitante della tifoseria gli annunciò l’imminente arrivo di un mal di testa con i fiocchi, tuttavia si fece forza e si mise a sedere sorridendo debolmente ad un insonnolito Neville.

Non fosse altro per la curiosità di vedere cosa si era inventata Luna questa volta.

 

                                                                  *-*-*

Dalle tende verdi filtrava scintillante la luce del mattino, posandosi morbida su un viso diafano; invero solo la guancia destra ed uno scorcio dell’occhio azzurro erano visibili, mentre tutto il resto sfumava nel’ombra.

Una mano guantata entrò nel cono di luce, rivelando una bacchetta bianca tra le dita sottili.

 

La figura restò immobile, tesa nell’ascolto di un possibile rumore sospetto.

L’unico suono percepibile era il respiro affannato ed i leggeri mugolii del proprietario della stanza.

Si avvicinò al letto a baldacchino, passando rapidamente davanti alla finestra: un balenio dorato illuminò l’ambiente per un momento.

 

Era accanto al ragazzo dormiente.

Lo vedeva agitarsi nel sonno, muovendosi a scatti come fosse percorso da scariche elettriche.

Si chinò su di lui, la bacchetta pronta a scattare.

 

Il ragazzo aveva un’espressione sofferente ed impaurita, la fronte madida di sudore.

Balbettava cose senza senso, intramezzate da lamenti e spasmi.

 

-Svegliati, sei al sicuro ora- mormorò vicino al suo orecchio.

Vedendo che l’altro non pareva aver udito, prese a scuoterlo dapprima leggermente per la spalla, poi con maggiore forza.

Il giovane continuava a sognare, agitandosi e mugugnando febbrilmente.

 

-Per Salazar, svegliati! Potter ha sconfitto l’Oscuro, sei di nuovo ad Hogwarts!!- chiamò nuovamente la donna, scostando le pesanti tende e lasciando entrare pienamente i raggi del sole, o meglio, il riverbero dell’incantesimo che permetteva di godere del paesaggio esterno anche nei sotterranei del castello.

 

-AAAAHHHHHRG!-

Con un urlo tra il terrificato e lo scioccato, Draco Malfoy aprì gli occhi su quella che si prospettava essere una pessima giornata.

 

                                                           *_*_*

-Hai intenzione di mangiare qualcosa o speri di assimilare proteine semplicemente guardando le uova?- chiese Hermione, imburrandosi una fetta di pane bianco, mentre Ron si strafogava come al solito.

-Mmh…-

Seppure di sfuggita vide l’occhiata preoccupata che si scambiarono gli amici.

Quando facevano così non poteva fare a meno d’irritarsi.

Specialmente alla luce degli ultimi avvenimenti.

 

-Che succede? Preoccupato per la partita, Capitano?- domandò con pessimo tempismo Seamus, spuntando accanto ad Harry come se si fosse appena materializzato.

Ultimamente se li trovava sempre fra i piedi, lui e Dean, neanche si fossero eletti a sue guardie del corpo.

Inutile dire quanto la cosa gli facesse piacere.

Il moro alzò il capo giusto il tempo necessario per fulminarlo con uno sguardo omicida, per poi tornare ad osservare il piatto con aria assente, le spalle un pochino più curve di prima.

La riccia sospirò, scuotendo il capo con rassegnazione.

 

-Ma che ho dett… ahia!-

L’irlandese non fece in tempo a finire la frase che un uccellino particolarmente aggressivo, apparso apparentemente dal nulla, aveva iniziato a beccarlo sulla testa.

Ben presto fu costretto ad uscire dalla Sala Grande, imprecando contro ogni tipo di volatile esistente in natura.

Ron seguì l’uscita del povero compagno di casa con un misto di divertimento e compassione.

 

-Non era necessario, ci avrei pensato io- affermò freddamente il Prescelto alzandosi da tavola e prendendo la porta con passo frettoloso.

Udì l’amico bofonchiare qualcosa con la bocca piena, probabilmente qualche rimprovero per aver trattato a quel modo la sua fidanzata.

Harry evitò di voltarsi, sebbene sapesse di aver esagerato, certo che incazzato com’era avrebbe finito per dire cose ben peggiori.

 

Uscendo andò quasi a sbattere contro Ginny, che non appena lo vide girò il capo dall’altra parte, scostandosi bruscamente da lui.

Accanto c’era Luna, che parve ignorare la scena a cui aveva appena assistito, aggiungendo quel tocco d’imbarazzo per completare l’opera di quello che era chiaramente un infausto destino.

 

-Ciao, Harry! Spero proprio che Grifondoro vinca oggi- salutò allegramente la Corvonero, trattenendo involontariamente Ginny in mezzo a loro per un lembo del mantello.

Harry stiracchiò un sorriso, che sembrava piuttosto un sintomo di colica renale.

La rossa era come immobilizzata: continuava a fissare ostinatamente davanti a sé, ben attenta a non incrociarne lo sguardo.

 

Al che Luna fece una mossa insolita.

Oltrepassò Ginny, prese per mano il ragazzo e con estrema naturalezza se lo trascinò dietro salutando l’amica che ora si era girata con tanto d’occhi.

-Arrivo subito Ginny, tienimi un posto come al solito. Devo scambiare due parole con il nostro amico-

 

Il Prescelto sentì chiaramente un pugnale conficcarsi nella propria schiena, quando le diede le spalle per seguire la bionda saltellante nel corridoio.

 

                                                                       *_*_*

 

Draco si accese una sigaretta, aspirando profondamente, sperando che ogni particella di fumo gli riempisse i polmoni bloccandogli ogni via respiratoria.

Il fatto che preferisse una morte per asfissia, ad un risveglio in compagnia di Daphne non era del tutto imprevedibile: del resto era risaputo quanto fosse irritabile la mattina appena sveglio.

Malgrado ciò finora si era limitato a dare libero sfogo al proprio repertorio di imprecazioni, desiderando al massimo di trasformarla in un più utile portacenere.

 

Era talmente assorto in tetre considerazioni, da dimenticare di espirare, provocandosi un attacco di tosse convulsiva.

Daphne lo guardò con compatimento, interrompendo per un istante la degustazione del suo the mattutino.

-Strano, eppure credevo che avessi iniziato a sedici anni- considerò atona, aggiungendo del latte dal bricco con movimenti affettati.

 

Il Prefetto ingoiò un insulto poco carino, lanciandole uno sguardo che avrebbe arrostito un Ippogrifo, se non fosse stato lì per soffocare da un momento all’altro.

La ragazza  sollevò la bacchetta e la mosse nell’aria con un gesto degno di un direttore d’orchestra.

 

Draco fu scosso da un ultimo rantolo e poi smise del tutto, il respiro affannato e una mano al petto.

-Anf… ma quanta… anf… gentilezza, Greengrass- sussurrò, cercando d’impregnare ogni singola parola con quanto più sarcasmo gli riuscisse.

-E’ stato un piacere Draco caro- cinguettò lei con un sorriso compassato.

L’altro alzò gli occhi al cielo, decidendo di soprassedere, almeno fino a quando non si sarebbe ripreso, o fino a quando non avrebbe architettato il delitto perfetto.

 

-Quando fai quella faccia somigli un po’ a Potter, lo sapevi?- osservò con nonchalance l’ignaro oggetto dei criminosi pensieri.

Draco per un attimo non si affogò con il caffè che si era appena portato alle labbra.

Lei ridacchiò.

-Stai diventando imbranato come lui. Davvero divertente- proseguì, sogghignando spudoratamente in faccia al suo futuro assassino.

 

-Tu vuoi morire giovane!- minacciò il biondo, suonando in verità piuttosto disperato -Oppure vuoi uccidermi nella maniera più crudele che si possa immaginare-

-Ah ah ah… Suvvia tesoro, non essere così melodrammatico. Se avessi davvero queste intenzioni ne avrei approfittato poco fa, mentre eri in preda ai tuoi incubi ricorrenti- rispose per nulla intimorita, sbattendo le lunghe ciglia chiare.

 

Malfoy grugnì qualcosa d’intelligibile, discostando lo sguardo e adombrandosi di colpo.

Il silenzio s’insinuò nell’aria, assorbendo al suo passaggio l’eco delle loro voci.

Andò alla finestra, stagliandosi come un’ombra esile e fragile agli occhi della ragazza.

Sospirò piano, guardando senza vederlo il prato ricoperto di neve.

I rami degli alberi ne erano carichi e alcuni avevano ceduto al peso, spezzandosi.

Continuò a fissarli rigido, assorto in ricordi lontani.

-Come lo sai?- chiese con voce incolore, appena tremante.

 

Daphne sorrise mesta, si alzò e con calma lo raggiunse, appoggiandogli una mano sulla spalla.

Lui voltò il viso, gli occhi grigi come il cielo là fuori.

-Ci conosciamo da bambini Draco. Non è necessario che tu mi racconti le cose, perché io le sappia. O perlomeno, le possa indovinare- dichiarò con voce insolitamente priva del dignitoso distacco fautore della propria glaciale nomea.

 

Un angolo della bocca del Prefetto si alzò e un guizzo di calore passò rapido fra le iridi cerulee, prima di tornare ad irrigidirsi.

-I miei incubi non sono cosa che ti riguarda, sei pregata di farti gli affari tuoi- strascicò allontanandosi e dando un colpo di bacchetta ai libri che iniziarono a sistemarsi dentro la borsa in pelle di drago.

 

-Capisco il tuo punto di vista, ma devi scusarmi se non lo condivido affatto- attaccò la ragazza incrociando le braccia al petto.

Evidentemente la Dama dei Ghiacci si era alzata con la precisa intenzione di dargli il tormento.

Il finora miracolosamente incensurato ragazzo, strinse le dita attorno alla bacchetta e respirò profondamente, per impedirsi di affatturare quella che nonostante tutto era… no, sicuramente non avrebbe usato quella parola.

“Amica” era qualcosa di troppo Grifondoro per essere anche solo pensata.

 

                                                                       *_*_*

 

-Luna, puoi smetterla di saltellare? Mi stai staccando il braccio!- protestò Harry con una nota di esasperazione nella voce.

Del resto la Corvonero lo aveva praticamente trascinato per tutto il corridoio del primo piano e buona parte delle scale che conducevano all’aula di Pozioni.

Ovviamente contro corrente, con  gli altri studenti che scendevano per fare colazione e li guardavano fra il contrariato e l’infastidito.

Il moro udì anche il risolino isterico di qualche ragazza, sicuramente intente ad imbastire un nuovo pettegolezzo sul Ragazzo Che Purtroppo E’ Sopravvissuto.

 

Quando finalmente Luna si fermò erano nel bel mezzo dell’atrio che precedeva l’ingresso nascosto alla Sala Comune di Serpeverde.

Ovviamente ne conosceva l’ubicazione dal secondo anno, quando trasformati in Tiger e Goyle, lui e Ron avevano seguito un Serpeverde fin dentro la loro tana e avevano interrogato Malfoy sulla faccenda della Camera dei Segreti.

Dubitava che anche Luna lo sapesse, anche se trovava alquanto strano che lo avesse condotto proprio laggiù.

 

-Scusami Harry, ma non posso rischiare che qualche Luncinnolo mi colpisca di prima mattina. Se saltelli non riescono a lanciarti i loro dardi avvelenati- spiegò tranquilla la ragazza.

Il moro abbandonò ogni aggressività, spiazzato come sempre dall’uscite strampalate dell’amica.

 

-Emh… come mai mi hai… mmh… portato qui?- piuttosto a disagio in quel luogo umido.

Era nel territorio della Greengrass e del Furetto, e da un po’ di giorni preferiva evitarli entrambi.

Gli occhi grandi e sognanti della Corvonero sbatterono un paio di volte le palpebre, prima di tornare a posarsi su di lui con un’inquietante brillio.

-Secondo me dovresti parlarne con Ginny- esordì con assoluta non curanza, mantenendo però un’espressione estremamente seria che non le aveva mai visto prima.

 

Harry rimase impalato come uno stoccafisso per un imbarazzante minuto, prima che Luna gli chiedesse se un Lucinnolo lo avesse appena punto.

Il Prescelto scosse il capo ancora a bocca aperta, per poi schiarirsi la gola.

-Tu credi che servirebbe?- domandò, stupendo persino se stesso, che fino ad un secondo prima pensava di tergiversare e dileguarsi alla prima occasione.

 

Luna gli sorrise con estrema dolcezza, prendendogli nuovamente una mano fra le sue.

-Avresti evitato un sacco di problemi se lo avessi fatto subito. Vi amate, è chiaro. Così com’è chiaro che Daphne non t’interessa e che Draco ha tanto bisogno di affetto- dichiarò schietta e diretta come solo lei sapeva essere.

Gli strinse ancora un attimo la mano fra le proprie e poi saltellò via, canticchiando una canzoncina assurda sui Plimpi d’acqua dolce.

 

Harry stava ancora guardando dove poco prima c’era la figura della ragazza: gli occhi sbarrati e le guance arrossate come un peperone.

Era incredibile come con poche parole, Luna fosse riuscita ad andare al nocciolo della questione, saltando a piè pari tutti i problemi e gli ostacoli che lui stesso si era inconsapevolmente posto dinnanzi.

Certo, c’erano alcuni punti che gli sembravano un tantino fantasiosi, come quello su Ginny che lo ricambiava e su Malfoy che aveva bisogno d’affetto.

 

Decise di lasciar perdere per il momento, facendo dietro front con rinnovata energia.

Per prima cosa avrebbe portato la sua squadra alla vittoria, giusto per creare un’atmosfera positiva.

Poi avrebbe chiarito con Ginny, mettendo a nudo una volta per tutte i propri sentimenti.

Se avesse avuto un po’ di fortuna avrebbe anche risolto con Ron e Hermione.

Ma non osava sperare tanto.

 

Appena il Grifondoro ebbe svoltato l’angolo, la porta nascosta nel muro si aprì, lasciando uscire due Serpeverde a caso immersi in una silenziosa lotta a suon di battute velenose.

 

 

  
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