Ciao a tutti!
Innanzitutto mi scuso per
questa pausa, più lunga del solito.
So che alcuni di voi
aspettavano dei chiarimenti, riguardo il capitolo
precedente.
E per questo vi dico sin da ora
che in questo capitolo non ce ne saranno molti, anzi le cose potrebbero
complicarsi un tantino.
Però forse
potrebbe essere d’aiuto un breve riepilogo.
Abbiamo lasciato Harry
stranito, derelitto e confuso dopo aver trovato Ginny
con un Malfoy mezzo pietrificato. Lei gli sarebbe
anche saltata al collo, se non avesse notato un bel succhiotto
opera della dolce Greengrass, che sembra trovare il
nostro eroe molto interessante.
Dopo la fuga della povera Ginny, è sopraggiunto un furibondo Ron, in vena di
vendicare la sorellina.
In quel momento il colpo di
scena: Draco difende il Prescelto dall’ira Weasley, anticipando per un soffio un’agitata Hermione.
Harry non manca di notare la
strana complicità tra i due e le parole con cui si congeda il biondo, a
proposito di rispettare i patti, fanno scattare parecchi sospetti nel moro.
Ora a voi la
lettura carissimi, sperando che abbiate i nervi saldi per attendere il
prossimo capitolo, dove verrà fatta un po’ di luce su diversi
aspetti finora oscuri.
Un
ringraziamento speciale alla mia beta Seven e all’incoraggiamento di Mizar,
vi lovvo entrambe! *_*
INCUBI
E CONSIGLI
I giorni trascorsero rapidi e meditabondi per
Harry. Aveva appena realizzato che di lì a
poche ore avrebbe dovuto recarsi in campo con la propria squadra, per disputare
la partita di Quidditch più attesa
dell’anno scolastico: Grifondoro contro Serpeverde.
Normalmente la tensione pre-partita
l’avrebbe fatto schizzare su dal letto come una molla,
ma quella mattina non era proprio dell’umore adatto; era talmente
distrutto, emotivamente e psicologicamente, che gli era persino balenata
l’idea di darsi malato.
Si lambiccò con quell’allettante
pensiero per un po’, tirandosi le coperte sul viso e crogiolando nel loro
tepore, finché qualcuno pensò bene di strappargliele da dosso con
uno strattone.
-Mmh…
Grunf…-
-Alzati,
faremo tardi a colazione- lo esortò Ron suonando quasi militaresco.
Il moro
ficcò la testa sotto al cuscino, in una goffa
imitazione di uno struzzo.
L’altro
sbuffò, incrociò le braccia e, preso fiato, esclamò:
-Miseriaccia,
Greengrass che accidenti ci fai qui!-
Harry
balzò in piedi di colpo, mandando all’aria il cuscino, che
atterrò mollemente sulla testa di Neville svegliandolo.
Gli
occhi ancora assenti erano sbarrati e i capelli ritti in testa, neanche avesse
visto un infero.
Alla
risata malamente trattenuta dell’amico, il Ragazzo Sopravvissuto
batté più volte le palpebre, riprendendo nel
contempo a respirare.
-Diamine,
Ron! Vuoi farmi morire d’infarto?!- esalò
crollando nuovamente sul letto.
-Scusami
amico, ma è stato più forte di me- commentò il rosso
ridacchiando.
-Mnf...-
-Certo
che oggi sei particolarmente loquace-
-Uhm…-
-Va
bene, ho capito. Ti aspetto in Sala Grande- lo informò l’altro
andando alla porta – Fa’ presto, però!-
Il moro
annuì stropicciandosi la faccia con le mani.
-Coraggio
Harry, faremo tutti il tifo per te. Luna ha detto che avrebbe sfoggiato un
nuovo… yahwn… cappello- disse Neville
sbadigliando sul finire della frase.
La
prospettiva del caos strepitante della tifoseria gli annunciò
l’imminente arrivo di un mal di testa con i fiocchi, tuttavia si fece
forza e si mise a sedere sorridendo debolmente ad un
insonnolito Neville.
Non
fosse altro per la curiosità di vedere cosa si era inventata Luna questa
volta.
*-*-*
Dalle
tende verdi filtrava scintillante la luce del mattino, posandosi morbida su un
viso diafano; invero solo la guancia destra ed uno
scorcio dell’occhio azzurro erano visibili, mentre tutto il resto sfumava
nel’ombra.
Una
mano guantata entrò nel cono di luce,
rivelando una bacchetta bianca tra le dita sottili.
La
figura restò immobile, tesa nell’ascolto di un possibile rumore
sospetto.
L’unico
suono percepibile era il respiro affannato ed i
leggeri mugolii del proprietario della stanza.
Si
avvicinò al letto a baldacchino, passando rapidamente davanti alla
finestra: un balenio dorato illuminò l’ambiente per un momento.
Era
accanto al ragazzo dormiente.
Lo
vedeva agitarsi nel sonno, muovendosi a scatti come fosse percorso da scariche
elettriche.
Si
chinò su di lui, la bacchetta pronta a scattare.
Il
ragazzo aveva un’espressione sofferente ed
impaurita, la fronte madida di sudore.
Balbettava
cose senza senso, intramezzate da lamenti e spasmi.
-Svegliati,
sei al sicuro ora- mormorò vicino al suo orecchio.
Vedendo
che l’altro non pareva aver udito, prese a scuoterlo dapprima leggermente
per la spalla, poi con maggiore forza.
Il
giovane continuava a sognare, agitandosi e mugugnando febbrilmente.
-Per
Salazar, svegliati! Potter ha sconfitto l’Oscuro, sei di nuovo ad Hogwarts!!- chiamò
nuovamente la donna, scostando le pesanti tende e lasciando entrare pienamente
i raggi del sole, o meglio, il riverbero dell’incantesimo che permetteva
di godere del paesaggio esterno anche nei sotterranei del castello.
-AAAAHHHHHRG!-
Con un
urlo tra il terrificato e lo scioccato, Draco Malfoy aprì gli occhi su quella che si prospettava essere una pessima giornata.
*_*_*
-Hai
intenzione di mangiare qualcosa o speri di assimilare proteine semplicemente guardando
le uova?- chiese Hermione, imburrandosi una fetta di
pane bianco, mentre Ron si strafogava come al solito.
-Mmh…-
Seppure
di sfuggita vide l’occhiata preoccupata che si
scambiarono gli amici.
Quando
facevano così non poteva fare a meno
d’irritarsi.
Specialmente
alla luce degli ultimi avvenimenti.
-Che
succede? Preoccupato per la partita, Capitano?- domandò con pessimo
tempismo Seamus, spuntando accanto ad Harry come se
si fosse appena materializzato.
Ultimamente
se li trovava sempre fra i piedi, lui e Dean, neanche si fossero eletti a sue guardie del corpo.
Inutile
dire quanto la cosa gli facesse piacere.
Il moro
alzò il capo giusto il tempo necessario per fulminarlo con uno sguardo
omicida, per poi tornare ad osservare il piatto con
aria assente, le spalle un pochino più curve di prima.
La
riccia sospirò, scuotendo il capo con rassegnazione.
-Ma che
ho dett… ahia!-
L’irlandese
non fece in tempo a finire la frase che un uccellino particolarmente
aggressivo, apparso apparentemente dal nulla, aveva iniziato a beccarlo sulla
testa.
Ben
presto fu costretto ad uscire dalla Sala Grande,
imprecando contro ogni tipo di volatile esistente in natura.
Ron
seguì l’uscita del povero compagno di casa con un misto di
divertimento e compassione.
-Non
era necessario, ci avrei pensato io- affermò freddamente il Prescelto
alzandosi da tavola e prendendo la porta con passo frettoloso.
Udì
l’amico bofonchiare qualcosa con la bocca piena, probabilmente qualche
rimprovero per aver trattato a quel modo la sua fidanzata.
Harry
evitò di voltarsi, sebbene sapesse di aver esagerato, certo che
incazzato com’era avrebbe finito per dire cose
ben peggiori.
Uscendo
andò quasi a sbattere contro Ginny, che non
appena lo vide girò il capo dall’altra
parte, scostandosi bruscamente da lui.
Accanto
c’era Luna, che parve ignorare la scena a cui
aveva appena assistito, aggiungendo quel tocco d’imbarazzo per completare
l’opera di quello che era chiaramente un infausto destino.
-Ciao,
Harry! Spero proprio che Grifondoro vinca oggi- salutò
allegramente
Harry
stiracchiò un sorriso, che sembrava piuttosto un sintomo di colica
renale.
La
rossa era come immobilizzata: continuava a fissare ostinatamente davanti a
sé, ben attenta a non incrociarne lo sguardo.
Al che Luna fece una mossa insolita.
Oltrepassò
Ginny, prese per mano il
ragazzo e con estrema naturalezza se lo trascinò dietro salutando
l’amica che ora si era girata con tanto d’occhi.
-Arrivo
subito Ginny, tienimi un posto come al solito. Devo
scambiare due parole con il nostro amico-
Il
Prescelto sentì chiaramente un pugnale conficcarsi nella propria
schiena, quando le diede le spalle per seguire la bionda saltellante nel
corridoio.
*_*_*
Draco
si accese una sigaretta, aspirando profondamente, sperando che ogni particella
di fumo gli riempisse i polmoni bloccandogli ogni via respiratoria.
Il
fatto che preferisse una morte per asfissia, ad un
risveglio in compagnia di Daphne non era del tutto
imprevedibile: del resto era risaputo quanto fosse irritabile la mattina appena
sveglio.
Malgrado
ciò finora si era limitato a dare libero sfogo al proprio repertorio di imprecazioni, desiderando al massimo di trasformarla in
un più utile portacenere.
Era
talmente assorto in tetre considerazioni, da dimenticare di espirare,
provocandosi un attacco di tosse convulsiva.
Daphne
lo guardò con compatimento, interrompendo per un istante la degustazione
del suo the mattutino.
-Strano,
eppure credevo che avessi iniziato a sedici anni- considerò atona,
aggiungendo del latte dal bricco con movimenti affettati.
Il
Prefetto ingoiò un insulto poco carino, lanciandole uno sguardo che
avrebbe arrostito un Ippogrifo, se non fosse stato lì per soffocare da
un momento all’altro.
La
ragazza sollevò
la bacchetta e la mosse nell’aria con un gesto degno di un direttore
d’orchestra.
Draco
fu scosso da un ultimo rantolo e poi smise del tutto,
il respiro affannato e una mano al petto.
-Anf…
ma quanta… anf… gentilezza, Greengrass- sussurrò, cercando d’impregnare
ogni singola parola con quanto più sarcasmo gli riuscisse.
-E’
stato un piacere Draco caro- cinguettò lei con
un sorriso compassato.
L’altro
alzò gli occhi al cielo, decidendo di soprassedere, almeno fino a quando
non si sarebbe ripreso, o fino a quando non avrebbe architettato il delitto
perfetto.
-Quando
fai quella faccia somigli un po’ a Potter, lo
sapevi?- osservò con nonchalance l’ignaro oggetto dei criminosi
pensieri.
Draco
per un attimo non si affogò con il caffè che si era appena
portato alle labbra.
Lei
ridacchiò.
-Stai
diventando imbranato come lui. Davvero divertente-
proseguì, sogghignando spudoratamente in faccia al suo futuro assassino.
-Tu
vuoi morire giovane!- minacciò il biondo, suonando in verità piuttosto
disperato -Oppure vuoi uccidermi nella maniera più crudele che si possa
immaginare-
-Ah ah ah… Suvvia tesoro, non essere così
melodrammatico. Se avessi davvero queste intenzioni ne
avrei approfittato poco fa, mentre eri in preda ai tuoi incubi ricorrenti-
rispose per nulla intimorita, sbattendo le lunghe ciglia chiare.
Malfoy
grugnì qualcosa d’intelligibile, discostando lo sguardo e
adombrandosi di colpo.
Il
silenzio s’insinuò nell’aria, assorbendo al suo passaggio
l’eco delle loro voci.
Andò
alla finestra, stagliandosi come un’ombra esile e fragile agli occhi
della ragazza.
Sospirò
piano, guardando senza vederlo il prato ricoperto di neve.
I rami
degli alberi ne erano carichi e alcuni avevano ceduto al peso, spezzandosi.
Continuò
a fissarli rigido, assorto in ricordi lontani.
-Come
lo sai?- chiese con voce incolore, appena tremante.
Daphne
sorrise mesta, si alzò e con calma lo raggiunse, appoggiandogli una mano
sulla spalla.
Lui
voltò il viso, gli occhi grigi come il cielo là fuori.
-Ci
conosciamo da bambini Draco. Non è necessario
che tu mi racconti le cose, perché io le sappia. O perlomeno, le possa
indovinare- dichiarò con voce insolitamente priva del dignitoso distacco
fautore della propria glaciale nomea.
Un
angolo della bocca del Prefetto si alzò e un guizzo di calore
passò rapido fra le iridi cerulee, prima di tornare ad
irrigidirsi.
-I
miei incubi non sono cosa che ti riguarda, sei pregata di farti gli affari
tuoi- strascicò allontanandosi e dando un colpo di bacchetta ai libri
che iniziarono a sistemarsi dentro la borsa in pelle di drago.
-Capisco
il tuo punto di vista, ma devi scusarmi se non lo condivido affatto-
attaccò la ragazza incrociando le braccia al petto.
Evidentemente
Il
finora miracolosamente incensurato ragazzo, strinse le dita attorno alla
bacchetta e respirò profondamente, per impedirsi di affatturare quella
che nonostante tutto era… no, sicuramente non avrebbe usato quella
parola.
“Amica”
era qualcosa di troppo Grifondoro per essere anche
solo pensata.
*_*_*
-Luna,
puoi smetterla di saltellare? Mi stai staccando il braccio!- protestò
Harry con una nota di esasperazione nella voce.
Del
resto
Ovviamente
contro corrente, con
gli altri studenti che scendevano per fare colazione e li
guardavano fra il contrariato e l’infastidito.
Il moro
udì anche il risolino isterico di qualche ragazza, sicuramente intente ad imbastire un nuovo pettegolezzo sul Ragazzo Che Purtroppo
E’ Sopravvissuto.
Quando
finalmente Luna si fermò erano nel bel mezzo
dell’atrio che precedeva l’ingresso nascosto alla Sala Comune di Serpeverde.
Ovviamente
ne conosceva l’ubicazione dal secondo anno, quando trasformati in Tiger e
Goyle, lui e Ron avevano seguito un Serpeverde fin dentro la loro tana e avevano interrogato Malfoy sulla faccenda della Camera dei Segreti.
Dubitava
che anche Luna lo sapesse, anche se trovava alquanto strano che lo avesse
condotto proprio laggiù.
-Scusami
Harry, ma non posso rischiare che qualche Luncinnolo
mi colpisca di prima mattina. Se saltelli non riescono a lanciarti i loro dardi
avvelenati- spiegò tranquilla la ragazza.
Il moro
abbandonò ogni aggressività, spiazzato come sempre dall’uscite strampalate dell’amica.
-Emh…
come mai mi hai… mmh… portato qui?-
piuttosto a disagio in quel luogo umido.
Era nel
territorio della Greengrass e del Furetto, e da un
po’ di giorni preferiva evitarli entrambi.
Gli
occhi grandi e sognanti della Corvonero sbatterono un
paio di volte le palpebre, prima di tornare a posarsi su di lui con un’inquietante brillio.
-Secondo
me dovresti parlarne con Ginny- esordì con
assoluta non curanza, mantenendo però un’espressione estremamente seria che non le aveva mai visto prima.
Harry
rimase impalato come uno stoccafisso per un imbarazzante minuto, prima che Luna
gli chiedesse se un Lucinnolo lo avesse appena punto.
Il
Prescelto scosse il capo ancora a bocca aperta, per poi schiarirsi la gola.
-Tu
credi che servirebbe?- domandò, stupendo persino se stesso, che fino ad un secondo prima pensava di tergiversare e dileguarsi
alla prima occasione.
Luna gli sorrise con estrema dolcezza, prendendogli nuovamente
una mano fra le sue.
-Avresti
evitato un sacco di problemi se lo avessi fatto subito. Vi amate, è
chiaro. Così com’è chiaro che Daphne
non t’interessa e che Draco ha tanto bisogno di
affetto- dichiarò schietta e diretta come solo lei sapeva essere.
Gli
strinse ancora un attimo la mano fra le proprie e poi saltellò via,
canticchiando una canzoncina assurda sui Plimpi
d’acqua dolce.
Harry
stava ancora guardando dove poco prima c’era la figura della ragazza: gli
occhi sbarrati e le guance arrossate come un peperone.
Era
incredibile come con poche parole, Luna fosse riuscita ad andare al nocciolo
della questione, saltando a piè pari tutti i problemi e gli ostacoli che
lui stesso si era inconsapevolmente posto dinnanzi.
Certo,
c’erano alcuni punti che gli sembravano un tantino
fantasiosi, come quello su Ginny che lo
ricambiava e su Malfoy che aveva bisogno
d’affetto.
Decise
di lasciar perdere per il momento, facendo dietro front con rinnovata energia.
Per
prima cosa avrebbe portato la sua squadra alla vittoria, giusto per creare
un’atmosfera positiva.
Poi
avrebbe chiarito con Ginny, mettendo
a nudo una volta per tutte i propri sentimenti.
Se
avesse avuto un po’ di fortuna avrebbe anche
risolto con Ron e Hermione.
Ma
non osava sperare tanto.
Appena
il Grifondoro ebbe svoltato l’angolo, la porta
nascosta nel muro si aprì, lasciando uscire due Serpeverde
a caso immersi in una silenziosa lotta a suon di battute velenose.