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Autore: MusaTalia    08/09/2010    9 recensioni
100. Until that day [100/100]
«Non è mai stata mia intenzione rimanere tutta la vita nell'esercito. Volevo solo stare al tuo fianco. Supportarti. Proteggerti fino a quando non avresti ottenuto ciò per cui hai sempre lavorato tanto duramente. Ed ora ce l'hai. E sono così orgogliosa di te».
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang | Coppie: Roy/Riza
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'RoyAi Collection'
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001 Military personnel

001. Military Personnel

Personale Militare

“I soldati hanno più da temere il loro capo che il nemico.”, Michel de Montaigne

                                                                 

Il Tenente Riza Hawkeye dell’esercito di Amestris era stato ben addestrato. Una dei primi tra gli allievi dell’Accademia, senza alcun dubbio uno dei dieci migliori cecchini dello Stato. Discreta ed efficiente. Con un’ottima capacità di mantenere la calma nelle situazioni più critiche.

In sintesi un ottimo soldato, sempre ligio ai doveri e ben disposta nei confronti degli ordini dei superiori.

Inoltre Riza Hawkeye non temeva il dolore fisico o la morte. Quando aveva deciso di indossare la divisa aveva messo in previsione che potesse accadere di rimanere ferita oppure cadere sotto il fuoco nemico. Si era quasi rassegnata all’idea che sarebbe morta sul campo di battaglia, anziché quasi centenaria, nel suo letto, circondata da nipoti e bisnipoti piangenti. Anzi, dopo l’esperienza di Ishval, era praticamente diventata una certezza.

Per questi e molti altri motivi il Tenente era ritenuto uno degli individui più appetibili a diventare assistente personale dei pezzi grossi dell’esercito. Certo, mai si sarebbe aspettata che il primo ad allungare la mano per assicurarsela al suo fianco sarebbe stato il Colonnello Roy Mustang, ma tale decisione non le era affatto dispiaciuta.

Lui aveva bisogno di una persona con sangue freddo, che sapeva gli avrebbe dato la sua più cieca lealtà nella sua ardua scalata al potere. Una persona che, apparentemente, era senza paura.

In realtà la sua subordinata possedeva un’unica importante paura, che ben celava (nella maggior parte delle situazioni) ed il Colonnello non sapeva di esserne il fautore. Aveva fatto tutto lui, in quel giorno in cui l’aveva convocata nel suo ufficio per assegnarle il nuovo incarico. Le aveva dato l’autorizzazione a compiere un gesto che mai lei avrebbe potuto anche solo immaginare. Ucciderlo.

Essendo appunto stata ben addestrata, non aveva esitato un solo secondo a rispondere affermativamente all’ordine appena ricevuto. E sebbene l’espressione del suo volto fosse rimasta neutrale, quasi glaciale, il cuore, invece, aveva fatto un salto, probabilmente si era addirittura fermato per alcuni battiti.

Lei comunque si era attenuta al suo ruolo per molto tempo, mascherando con un atteggiamento freddo e distaccato la paura di perdere quell’uomo così importante. Qualche volta, però, in tutti quegli anni aveva vacillato, questo perché per alcuni attimi infinitesimali la donna aveva preso il posto del soldato. Era successo, per esempio, quando si erano trovati davanti a quell’homunculus, Lust. Allora avevano rischiato grosso, entrambi. Aveva versato qualche lacrima, ma aveva (quasi) subito riacquistato la lucidità e l’autocontrollo.

Ma era stato nel fatidico Giorno della Promessa che il panico e il terrore aveva preso il sopravvento. Si era ritrovata a dover seguire un ordine impartitole anni prima: puntare la pistola alla nuca di Roy Mustang. Allora aveva avuto paura, molta paura, tanto che la mano, quella mano sempre immobile e rigida sul grilletto, aveva cominciato a tremare, e con lei anche la voce non poteva certo dirsi ferma, come era consuetudine.

La verità era che Riza Hawkeye non temeva i nemici che ti corrono incontro armati di fucile e di una furia distruttrice. Ciò che veramente la faceva tremare di paura era la possibilità di veder morire per mano sua (era certa che solo così Roy Mustang avrebbe lasciato il mondo dei vivi) il proprio capo, perché la fine del Colonnello sarebbe stata anche la sua.


Note finali:
Ebbene sì! Anche io ho ceduto al fascino dei 100 themes. In realtà è da un po' che penso di cimentarmi in questa impresa ciclopica, come amo definirla, ma prima volevo finire un'altra raccolta che mi impegnava da gennaio (e qui mi metterei a piangere perché per scrivere 15 drabble ci ho messo nove mesi!).
Non so quando aggiornerò e quanto tempo ci metterò a concludere la raccolta, anche perché sono alla continua ricerca dell'elemento originale. Questo primo theme non è che sia poi così originale o nuovo, ma quando ho letto quella citazione di Montaigne mi è balenato in testa questo flash e dovevo buttarlo giù a tutti i costi.



Questa raccolta di storie non è assolutamente scritta a scopo di lucro e i personaggi non mi appartengono.
   
 
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