Questi personaggi non mi appartengono,
ma sono proprietà di Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun
scopo di lucro.
Eccomi qui con un
altro aggiornamento. Ecco qui spiegata la reazione dei genitori di Bella che
tutti voi aspettavate. Siamo giunti anche alla festa di addio al nubilato di
Alice che continuerà anche nel prossimo capitolo. Ormai manca davvero poco al
matrimonio. Che altro dire? Buona lettura. Un bacio a tutti.
Capitolo 20
La festa
POV BELLA
Ero entrata in
salotto da qualche minuto, ma dopo l’accoglienza dei bambini era sceso un
silenzio tombale. L’unica cosa che si muoveva in quella stanza erano gli occhi
di Charlie e Renèe che osservavano me e i bambini con fare scrupoloso.
Era parecchio che
non li vedevo e stranamente mi sembravano diversi.
Charlie con i suoi capelli neri e gli
occhi color del cioccolato aveva tagliato i suoi baffi e a mio avviso stava
decisamente meglio.
Renèe aveva tagliato i capelli in un taglio
più corto e sbarazzino. Li aveva schiariti un po’ rendendoli biondo scuro e a
guardarla sembrava molto più bella di quanto ricordassi. Forse il merito era
dei suoi bellissimi occhi verdi che emanavano una luce indescrivibile.
Non sapevo
davvero cosa dire, ma in qualche modo bisognava iniziare.
Feci scendere i
bambini che fino a quel momento erano in braccio a me e andai incontro a mamma
e papà abbracciandoli.
- Mi siete
mancati parecchio – dissi sinceramente ad entrambi.
Era più di un
anno che non andavo a trovare nessuno dei due.
- Per questo ti
sei premurata a venirci a trovare – mi rispose mamma che certo le cose non le
mandava a dire.
- Papà che fine
hanno fatto i tuoi baffi? Mi ricordavo ne fossi tanto affezionato – dissi a
Charlie cercando di deviare il discorso.
- Merito di Sue –
mi rispose papà.
Sue era la nuova
moglie di papà. L’aveva incontrata a Forks dopo qualche mese in cui si era
trasferito lì e tra i due era nato l’amore.
Sue aveva perso
il marito qualche anno prima a causa di un infarto e ciò che gli restava erano
due figli e tanto dolore. Papà l’aveva aiutata e dopo due anni si erano decisi
ad andare a vivere insieme sposandosi qualche mese dopo.
- E come ha
fatto? – gli domandai curiosa.
Avevo conosciuto
Sue durante le mie brevissime visite che facevo a papà e mi piaceva un sacco,
ma soprattutto amava davvero papà e anche i suoi figli mi stavamo molto
simpatici.
- Diciamo che
mamma sa essere molto persuasiva quando vuole – mi disse una voce alle mie
spalle.
Mi voltai e vidi
Leah, la primogenita di Sue.
Leah era una bellissima ragazza. Aveva
venticinque anni come me, capelli castani, occhi dello stesso colore e un
fisico invidiabile.
Le sorrisi e le
corsi incontro abbracciandola. Avevo imparato a conoscerla e mi piaceva un
sacco. Mi trovavo bene con quella ragazza nonostante fossimo l’una
completamente l’opposto dell’altra.
Poco dopo in
stanza ci raggiunsero Sue, Seth e qualche minuto dopo Carlisle in compagnia di
Phil, il nuovo marito di mamma.
Sue era une bellissima donna. Capelli
castano scuro e occhi dello stesso colore di una profondità senza eguali.
Seth era il secondo figlio di Sue ed era
un bel ragazzo di diciassette anni. Aveva la pelle olivastra, i capelli corti
neri sempre gellati e due grandi occhi castano scuro. Ciò che colpiva in quel
ragazzo era il sorriso, un sorriso che contagiava tutti. Per avere diciassette
anni era piuttosto maturo ed era di una simpatia senza eguali.
Phil era, ormai, sposato con mamma da
parecchi anni. Ormai, potevo dire che era uno di famiglia considerato che lo
conoscevo da quando avevo circa quindici anni. Alto, abbastanza muscoloso, del
resto era un grande sportivo, capelli quasi rasati castano chiaro e due occhi
azzurro-verdi molto intensi.
Mi avvicinai a
loro e abbracciai e salutai tutti, poi mi voltai verso i bambini che stavano guardando
tutti sorridendo felici e solo allora mi ricordai che dovevo delle spiegazioni
a mamma e papà.
- Forse è meglio
se ci sediamo. C’è qualcosa che devo dirvi – dissi rivolgendomi a Charlie e
Renèe – e dovreste farlo anche voi, del resto, ormai, fate parte della famiglia
– aggiunsi poi rivolgendomi a Sue, a Phil, a Leah e a Seth.
Loro fecero come
gli avevo chiesto e si accomodarono sul divano. Carlisle uscì dalla stanza,
mentre Edward, Jake e i bambini erano ancora lì.
- Bimbi andiamo a
dare da mangiare ai pesciolini – disse Edward invitando i bambini ad uscire.
Loro non se lo
fecero ripetere due volte e seguirono Edward nell’altra stanza, mentre io lo
guardai e dopo avergli sorriso gli mimai un “grazie”.
Lui ricambiò il
sorriso poi si diresse verso la cucina.
- Beh, c’è
qualcosa che non vi ho detto in tutti questi anni – esordì io guardando
principalmente mamma e papà che si erano seduti vicino sul divano.
Vidi Jake accanto
a me mettermi una mano sulla spalla e gli sorrisi, felice che lui ci fosse. Poi
lo guardai e vidi che il suo sguardo saettava tra me e Leah e lei non facevo
altro che guardare lui.
La cosa non mi
stupiva più di tanto. Jake e Leah si erano già conosciuti in passato. Avevano
frequentato un corso di ingegneria informatica assieme quando ancora io e lui
non ci conoscevamo. Erano diventati molto amici, poi si erano separati tornando
ognuno alla loro vita, ma erano rimasti in buoni rapporti e ogni tanto si
sentivano, ovviamente solo come amici.
Poi quando
l’avevo portato da Charlie per farglielo conoscere aveva ritrovato Leah.
Qualcosa mi diceva che da allora tra i due ci fosse qualcosa in più di
un’amicizia, ma nessuno dei due sembrava intenzionato a mettere giù le carte.
Mi resi conto,
però, che quello non era il momento migliore per pensare a quella storia. Avrei
avuto tempo dopo.
- Bella salta la
notizia fondamentale, credo che quella sia chiara a tutti non appena abbiamo
visto i bambini. Ciò che io e tuo madre ci domandiamo è il motivo per cui hai
accuratamente evitato di dirci questo “dettaglio” – mi disse papà senza troppi
giri di parole.
Era arrabbiato,
lo era davvero e aveva tutte le ragioni per esserlo.
Guardai entrambi
negli occhi e poi iniziai a raccontare la storia dall’inizio, cercando di
spiegargli tutti i motivi che mi avevano indotto a tacere la notizia.
- Se tu c’è lo
avessi detto non ne avremmo mai fatto parola con i Cullen se era questo che tu
volevi – mi rivelò mamma.
- Ma dovevo
costringervi a mentire. Voi siete rimasti in buonissimi rapporti con loro,
venite spesso a trovarli e spesso loro vengono da voi. Fate rimpatriate come ai
vecchi tempi, festeggiate il Natale o la festa del Ringraziamento insieme e se
io vi avessi detto qualcosa avrei corrotto il legame che avevate. Vi avrei
costretto a mentire. E poi diciamolo, mamma sarà anche brava a mentire, ma tu
papà, tu proprio no, soprattutto con Alice. Le avresti spifferato tutto in un
battito di ciglia – cercai di spiegargli.
- Probabile, ma
io sono diventato nonno cinque anni fa e non avevo assolutamente idea della
cosa – si lamentò papà, mentre Renèe gli lanciò un’occhiataccia come per
invitarlo a non essere troppo duro.
- Lo so, ho
sbagliato, ho fatto un grande errore, ma c’è una cosa che voi mi avete
insegnato fin da quando ero bambina. Mi avete detto che i figli sono la cosa
più preziosa di un genitore, che per proteggerli si farebbe qualunque cosa, che
tutto sarebbe giustificato qualora il fine di tutto fosse proteggerli e io l’ho
fatto. Io ho protetto i miei bambini, li ho protetti dalla vita che avrebbero avuto
se io avessi mantenuto i rapporti con Jacksonville e con chi ne faceva parte.
Non era la Bella di Jacksonville di cui loro avevano bisogno, ma una Bella
nuova, una madre che pensasse solo al loro bene e che sorridesse e non una
madre che doveva nascondersi per piangere tutte le volte che vedeva qualcosa
che poteva farla tornare indietro nel tempo. Questa città ha tanti, troppi
ricordi, ricordi che custodisco dentro di me gelosamente, ma se oggi sono
matura abbastanza per venire qui e affrontare le cose, non posso dire lo stesso
di qualche anno fa. Non riuscivo a restare in questa città e avere rapporti con
le persone che avevo conosciuto, nemmeno con i Cullen, nonostante siano la mia
famiglia e Dio solo sa quanto li ami. Non potevo perché rivedevo negli occhi di
Esme gli occhi di Edward, in Carlisle vedevo il suoi lineamenti, in Emmett
c’era il suo sorriso, in Alice il suo sguardo, in questa casa la sua essenza.
Sapevo solo di dover dare il meglio ai miei figli, anche se questo significava
mentire a loro e a voi, ma dovevo farlo e non me ne pento perché so che ho dato
loro tutto quello che potevo, tutto. Non pretendo che voi mi capiate, né che mi
perdoniate, voglio solo che vi mettiate nei panni dei mie figli per capire cosa
davvero loro meritavano. Dirlo a voi significava dirlo a loro, non avreste mai
saputo mentire a loro, non c’è l’avreste fatta – conclusi io sperando che
quelle parole bastassero a fargli comprendere le mie ragioni.
Mamma non disse
nulla, si alzò, mi venne incontro e mi abbracciò forte.
- Non ti giudico
Bella, non potrei farlo perché anche io sono una madre e sono orgogliosa di te
perché da quello che ho visto hai tirato su due bambini stupendi. Mi sono persa
cinque anni della loro vita, ma questo non significa che dovrò perdermene altri
– mi disse lei sorridendomi – c’è solo una cosa che mi domando – continuò con
aria strana.
- Cosa? –
domandai curiosa, ma felice che mi avesse capito e non mi portasse rancore.
- Ti sembra
giusto avermi fatta diventare nonna così giovane? – mi domandò assumendo la sua
solita espressione da svampita.
La guardai e
scoppiai a ridere seguita a ruota da tutti gli altri, anche papà sembrava
sorridere, ma lo conoscevo bene per capire che con lui non sarebbe stato facile
come con Renèe.
Mamma era sempre
mamma e io la adorava per questo.
Quando smettemmo
di ridere i miei occhi si posarono su papà che mi guardava con sguardo
leggermente deluso.
- Chi è il padre?
– mi domandò lui guardandomi negli occhi.
- Non c’è. Ej e
Lizzie sono solo figli miei – gli risposi consapevole di mentire, ma non era
quello né il momento né il luogo di dirgli il resto della verità.
- Ej e Lizzie
Swan – pronunciò guardandomi – in effetti suona bene – disse lui cercando di
buttarla sul ridere.
No papà, Ej e Lizzie Cullen suona bene,
non Ej e Lizzie Swan avrei
voluto dirgli, ma non lo feci.
Gli sorrisi
solamente e lui mi guardò negli occhi.
- Io e la mamma
ti avremmo potuto aiutare, ma tu sei sempre stata istintiva e soprattutto
responsabile, forse più di me e Renèe messi insieme e se hai preso questa
decisione avrai avuto i tuoi motivi. Ogni genitore agisce in un certo modo in
base a ciò che ritiene più giusto per i propri figli e per questo non può
essere giudicato – mi disse sorridendomi - certo è che dovrò darmi da fare.
Devo insegnare loro a pescare - concluse
accanando un sorriso.
Tutti sorridemmo
e a pensare a Ej, ma soprattutto a Lizzie con una canna da pesca in mano la mia
risata risuonò ancora più forte.
- Grazie di avermi
capita – dissi loro solamente, ma non potei fare a meno di guardare papà.
Lui a differenza
di mamma aveva ancora addosso un’espressione delusa e quella faceva male più di
qualunque espressione arrabbiata avrebbe potuto indossare, ma mi sarei fatta
perdonare.
Poi guardai anche
gli altri e nel loro sorriso potei facilmente accorgermi che loro erano dalla
mia parte.
In fondo, anche
se in maniera un po’ stramba e decisamente allargata, eravamo tutti componenti
di un’unica famiglia.
Restammo in
salotto solo per poco tempo, poi il folletto comparve in salotto.
- Bella sono le
nove e tu sei ancora vestita così? – mi domandò Alice quasi urlando.
La guardai negli
occhi e mi vennero i brividi. Se era tanto eccitata per una festa di addio al
nubilato non volevo immaginare cosa mi sarebbe aspettato il giorno del
matrimonio.
- Scusa Alice,
hai ragione, ma dovevo chiarire delle cose con i miei. Adesso vado a prepararmi
– le risposi sorridendole.
Lei mi fulminò
con lo sguardo, poi si voltò verso Charlie e gli regalò uno dei suoi sorrisi
migliori prima di allontanarsi di fretta dirigendosi verso una meta ignota.
Quel folletto malefico sapeva come raggirare mio padre, anche se in quel
momento non c’era un vero motivo per farlo.
Mi scusai con i
presenti e poi salì in camera a prepararmi. Mi diressi subito verso il bagno e
entrai nella doccia dove vi restai per una buona mezz’oretta, poi uscì e mi
asciugai i capelli lisciandoli con la piastra. Dopodiché andai a vestirmi
optando per un vestitino corto nero che era abbastanza elegante, anche se nulla
di esagerato.
Terminai di vestirmi e poi passai al
trucco.
Alle dieci e
mezzo puntale ero già in salotto e in compagnia di Rosalie e Leah, anche lei
era stata invitata alla festa, aspettavamo che il folletto si decidesse a farsi
vedere.
Vidi Jasper
raggiungerci e sedersi sul divano con noi.
- La tua
fidanzata è stata rapita dagli alieni? – domandai a lui quando si sedette.
- Si stava
finendo di truccare. Sta arrivando – mi rispose lui.
- Ci ha detto che
stava arrivando mezz’ora fa e ancora non si è vista – continuò Rosalie
appoggiandomi mentre Leah si limitava a sorridere.
- Cosa volete che
vi dica? Conoscete Alice – ci fece notare Jasper alzando le spalle.
Noi ci limitammo
a sbuffare consapevoli che Jasper aveva perfettamente ragione.
- Vado a salutare
i piccoli nel frattempo – dissi loro andando verso la cucina.
A differenza mia
gli altri avevano cenato, mentre io per cercare di essere puntuale la cena
l’avevo saltata e a quanto pare non ne era valsa neppure la pena visto che
comunque Alice non era pronta. C’era anche da dire che, in tutti i casi, non
avevo molto fame quella sera.
In cucina trovai Esme,
Renèe e Sue che stava risistemando la cucina, mentre Seth, Jake, Edward,
Emmett, Carlisle, Charlie e Phil stavano giocando con Sarah, Ej e Lizzie.
- Ciao piccoli –
dissi non appena entrai.
Tutti si
voltarono a guardarmi e i bambini compresa Sarah mi corsero incontro
abbracciandomi.
Vidi gli altri
sorridere e poi tornare a fare ciò che stavano facendo prima, ad eccezione di
Edward, che non smetteva un attimo di fissarmi.
Cercai di non
farci caso e di concentrarmi sui bambini, non era il caso di farmi vedere così
interessata a lui e al costatare cosa e chi stesse guardando.
- Mamma sei
bellissima – mi disse Lizzie sorridendomi.
- È vero zia, sei
proprio bella – aggiunse Sarah schioccandomi un altro bacio sulla guancia.
- Mamma, dove hai
detto che è la festa? – mi domandò, invece, Ej mentre ancora controllava il mio
vestiario.
- In un locale
stile discoteca – gli risposi sincera.
- Allora è meglio
che vai a metterti i pantaloni. Questo vestito è troppo corto – si lamentò mio
figlio mentre gli altri scoppiarono a ridere.
Come al solito la
sua gelosia si faceva sentire più forte che mai e come al solito potevo
costatare quanto in questo Ej assomigliasse a suo padre.
- Non è così
corto – gli dissi io sorridendogli.
- Allora ti
servono gli occhiali – mi rispose lui serio.
Sembrava un
ometto, il mio ometto personale.
- Dai tesoro, è
solo un vestito – continuai io che a differenza degli altri ero divertita solo
in parte.
Conoscevo Ej e
ricordavo perfettamente tutte le volte che mi aveva costretto a cambiarmi prima
di uscire e sapevo che poteva essere molto convincente quando voleva.
- Andiamo su,
scelgo io cosa devi metterti – continuò lui imperterrito.
- Ej è tardi e
devo andare. Questo vestito va benissimo, la prossima volta lo scegli tu –
dissi sera in modo che si convincesse.
- Lascia in pace
mamma, è bellissima così – mi difese Lizzie.
- Appunto, deve
andarsi a cambiare – insistette Ej.
- No – gli
rispose Lizzie.
- Si – disse lui.
- No – continuò
Lizzie.
Sapevo che gioca
stava facendo e non mi ci volle molto per capire quanto la mia piccola fosse
intelligente.
Faceva sempre
così per fregare suo fratello.
- Si – disse Ej.
- No – rispose
Lizzie.
- Si – continuò
lui.
- Si – disse lei
mentre io sperai che Ej cadesse nel tranello anche quella volta.
- No – rispose
lui e fu allora che tutti scoppiammo a ridere.
- Ti ho fregato
anche stavolta – gli fece notare Lizzie ridendo vittoriosa.
- Non vale – si
lamentò lui.
- Si che vale,
amore. Adesso dai un bacio alla mamma che deve andare via – dissi a lui.
Sapeva che a quel
punto non poteva più dire nulla. Era capitato tante volte che facessero quel
gioco e solo una volta Ej si era rifiutato di accettare la fregatura. Sua
sorella lo aveva accusato di non mantenere ciò che diceva e si era arrabbiata,
da allora Ej non faceva storie quando lei lo fregava in quel modo.
- Due contro uno
non vale – ribatté lui, ma mi diede il bacio che gli avevo chiesto.
Anche Lizzie lo
fece e lo stesso Sarah.
- Bella, li
faccio dormire in camera con me, non serve che quando torni li svegli per
portarli da te – mi disse Jake sorridendomi.
- Ok, grazie
mille, sei un tesoro – gli risposi avvicinandomi e baciandogli una guancia.
Sentì uno sguardo
perforarmi e non mi ci volle molto per capire che era Edward a fissare me in
quel modo e quando lo guardai notai nel suo sguardo solo una cosa: gelosia.
Ero felice?
Potevo esserlo? Si, lo ero, tanto, troppo forse.
Prima di andare
mamma e papà mi avvisarono che ci saremmo visti il giorno dopo. Loro andavano a
dormire in hotel. In fondo con mamma c’era Phil, mentre papà con la sua di
famiglia erano in quattro. In casa Cullen si sarebbe creata troppo confusione
e, quindi, nonostante Carlisle ed Esme avevano insistito per farli rimanere lì,
loro avevano preferito andare in hotel. Non volevano arrecare disturbo.
Salutai gli altri
e poi mi diressi fuori, ma prima di uscire Ej mi prese per il polso
costringendomi a guardarlo.
- Mamma, mi
raccomando – mi disse come se fosse un ometto.
Io gli sorrisi e
gli diedi un bacio, il che bastò a tranquillizzarlo.
Uscì fuori e mi
diressi verso il salotto dove stavolta trovai Alice pronta.
- Bella
finalmente – mi disse Alice con il tono di una che era lì ad aspettarmi da
un’ora.
- Finalmente lo
dico io, non tu – gli risposi assumendo il suo stesso tono.
- Suvvia, sono
dettagli. Andiamo – continuò lei sorridendomi.
Baciò Jasper
sulle labbra e poi si diresse fuori seguita da me, da Rosalie e da Leah. Vidi
un taxi fuori e non mi spiegai il perché di quel gesto.
- Come mai in
taxi? – chiese Rosalie dando voce anche ai miei pensieri.
- Perché dopo c’è
una sorpresa. Sono o non sono Alice Cullen? – domandò lei retorica.
- Guai in vista –
dissi rivolgendomi a Rosalie e Leah le quali mi sorrisero.
Ci dirigemmo
verso il taxi, ma prima di arrivare lì mi sentì afferrare per un polso, una
stretta che mi provocò i brividi in tutto il corpo. Poteva essere solo Edward,
solo lui era capace di farmi provare quelle emozioni.
Mi girai e trovai
di fronte due fantastici occhi verdi dentro cui specchiarmi e un sorriso da
sogno dentro cui perdermi.
- Come ci si
sente ad essere la donna più bella del locale? – mi domandò lui sempre con il
sorriso stampato in faccia.
Lo guardai con
occhi sgranati non riuscendo a capire il senso di quelle parole.
- Scusa? – gli
domandai stranita.
- Questa sarà una
delle frasi che ti diranno stasera per rimorchiarti – mi fece notare lui
regalandomi un sorriso sghembo da definire illegale.
- E perché
dovrebbero? – gli domandai sorridendogli.
- Perché sei
veramente stupenda – mi rispose guardandomi con quegli occhi smeraldo dalla
testa ai piedi.
Mi stava facendo
la radiografia e la cosa stranamente mi faceva piacere, ma allo stesso tempo mi
metteva a disagio.
- Ti ringrazio –
riuscì solamente a dire.
- Però Ej ha
ragione. Avresti dovuto cambiarti. Così farai strage di cuori – continuò
imperterrito.
- Non credi di
esagerare? – gli domandai.
- Assolutamente
no – mi rispose serio.
- Allora vedrò di
stare attenta – gli spiegai sorridendole.
- Mi risparmierai
qualche pugno – mi fece notare lui.
- Come? – gli
domandai non capendo.
- Beh è parecchio
che non faccio a pugni, non vorrei dover iniziare di nuovo – provò a farmi
capire e ci riuscì.
Quando stavamo
insieme era la sua gelosia che molto spesso gli faceva tirare qualche pugno e
questo era, forse, un modo per dirmi che era geloso, ma feci finta di non
notare la sua rivelazione. Non potevo permettermi di complicare le cose.
- Ed è meglio che
continui a non farlo – gli dissi sorridendogli.
Sentì il clacson
del taxista suonare e mi voltai a guardare rendendomi conto che le ragazze
erano già entrate in taxi e aspettavano me.
- Devo andare,
chi le sente altrimenti – gli feci notare regalandogli un sorriso e
allontanandomi da lì per dirigermi verso il taxi.
Anche quella
volta mi fermò per il polso e quando mi voltai vidi il suo sorriso sghembo
stampato in faccia.
- Non ti
dimentichi qualcosa? – mi domandò malizioso.
- Si, hai ragione
– gli dissi avvicinandomi a lui e baciandogli una guancia.
- Mi accontenterò
– mi fece notare lui sorridendomi mentre io mi allontanai.
- Scheggia – mi
chiamò per farmi voltare e quando lo feci continuò – mi raccomando – aggiunse
sorridendomi sghembo.
Stessa frase
usata da suo figlio. La cosa non mi stupiva più di tanto. Com’è che si dice?
Tale padre, tale figlio.
Mi limitai a
ricambiare il suo sorriso, poi aprì la portiera e salì.
Il taxista mise
in moto e io stranamente mi voltai per guardare Edward, mi venne spontaneo
farlo e seppur lontani riuscimmo a guardarci intensamente fino a quando lui
divenne un puntino lontano che presto sparì nel nulla.
Poco dopo tornai
a guardare avanti e fu allora che lo sguardo di Alice mi perforò l’anima e il
sorriso di Rosalie quasi arrivava da un orecchio all’altro, mentre Leah
sembrava tranquilla, in fondo lei era appena arrivata e della storia con Edward
sapeva poco, quasi nulla.
- Non siamo state
noi a dire al taxista di suonare – mi disse poi Alice all’orecchio facendomi
avvampare per la vergogna.
In modo molto
sottile mi aveva appena fatto capire che era sempre il solito folletto
ficcanaso che aveva capito tutto senza che nessuno le dicesse niente.
Evitai di
risponderle e presi a guardare la strada che scorreva veloce fuori, mentre le
ragazze avevano preso a parlare del più e del meno.
Non partecipai
alla discussione troppo presa dal pensare a Edward e al suo atteggiamento. Ero
certa che se lo avessi voluto avrei potuto iniziare da dove avevamo interrotto
un tempo, almeno questo era quello che lui mi aveva fatto capire, ma io sapevo
che non potevo decidere solo in base a ciò che era meglio per me, ma anche e
soprattutto per ciò che era meglio per i bambini e se le cose con Edward non
avessero funzionato avrei dato loro una delusione troppo forte, per non parlare
del fatto che avrei anche potuto non riprendermi più io stessa.
In poco tempo
raggiungemmo il locale scelto da Alice e dopo aver pagato il taxista scendemmo.
Mi guardai attorno e a colpirmi fu una grande e luminosa scritta viola che dava
il nome al locale: Galactika.
Già da fuori si
poteva vedere quanto Alice non si fosse risparmiata anche in quell’occasione.
Quel locale sembrava fantastico.
- Finalmente –
sentì dire da una voce, una voce che avrei riconosciuto dappertutto senza
troppo problemi.
Mi voltai verso la
direzione da cui proveniva il suono e mi resi conto che non mi ero sbagliata.
Proprio di fronte a me c’era Victoria, bella più che mai.
- Ciao tesoro –
mi disse lei avvicinandosi e abbracciandomi.
La strinsi a me e
solo allora mi resi davvero conto di quanto mi fosse mancata.
- Ti trovo in
splendida forma – le dissi sincera.
- Me la cavicchio
– mi rispose lei – ma anche tu non scherzi – continuò poi sorridendomi.
- E a noi non ci
saluti? – mi domandò una voce da dietro.
Mi voltai e vidi
Jessica e Angela che mi sorridevano davvero felici di vedermi. Andai loro
incontro e le abbracciai per poi fargli i complimenti, complimenti che mi
vennero ricambiati.
Poi decidemmo di
entrare nel locale e solo allora mi resi conto di quanto davvero bello fosse
quel posto.
E guardandomi
attorno mi accorsi di quanto il nome stesso del locale calzasse a pennello con
lo stile di quel posto. Era tutto rigorosamente di viola e l’atmosfera sembrava
magica. Mi piaceva un sacco, anche se non ero mai stata un’amante di discoteche
o roba simile. Diciamo che ballare non era uno dei miei hobby preferiti, anzi,
tutto il contrario.
Alice aveva
prenotato un privè e fu lì che ad aspettarci c’erano Tanya, Irina e Kate.
Adesso eravamo al completo. Alice per la festa non aveva voluto invitare molte
persone. Diceva che dovevano esserci solo gli intimi, il matrimonio poi era
tutta un’altra cosa.
Salutai anche
loro e poi ci sedemmo dei divanetti del privè.
Anche lì era tutto bellissimo, con delle luci soffuse fucsia e viola che
richiamavano proprio il viola del locale vero e proprio.
Ogni privè era
diviso a metà, il che comportava che bisognava dividerlo con qualcun altro a
meno che non lo si prenotasse tutto e a quanto pare Alice non lo aveva
prenotato tutto visto che accanto ai nostri divanetti con il tavolino c’erano
altri divanetti occupati da un gruppo misto di ragazzi e ragazze.
Non ci feci caso
più di tanto e mi sedetti insieme alle altre con le quali iniziammo a
parlottare del più e del meno, ma sentivo la sguardo di Irina puntato addosso
senza lasciarmi tregua e la cosa mi metteva in imbarazzo.
Probabilmente
Tanya aveva parlato con le sorelle di quanto successo e forse Irina aveva tutte
le ragioni per guardarmi in quel modo, ma non potevo fare nulla. Non ero io che
costringevo Edward ad amarmi.
Quando non riuscì
più a sostenere quello sguardo addosso decisi che era meglio allontanarmi.
- Vado a prendere
da bere – dissi alzandomi da lì.
- Bella ti
dispiacerebbe prendermi un Garden? – mi domandò Rosalie, l’unica tra noi che
non poteva permettersi un drink alcolico.
- Si certo,
tesoro, torno subito – le risposi allontanandomi.
Il Garden era un
drink analcolico alla frutta, fatto con succo di arancia, limone e pesca,
guarnito con una fettina di arancia, una di limone e una di mela.
Lo avevo provato
una volta e non era male, ma almeno era analcolico e di certo Rosalie
all’ottavo mese di gravidanza non si poteva permettere qualcosa di alcolico.
Mi avvicinai al
bar e subito il barman mi rivolse l’attenzione.
- Un garden e un
cosmopolitan – dissi guardandomi attorno.
Mentre lui mi
preparava il tutto vidi Alice in compagnia delle altre dirigersi verso il
centro del locale e iniziare a ballare subito.
Attirarono l’attenzione
di molti, soprattutto Alice, del resto lei era una bellissima ragazza, ma ciò
che tutti quegli sguardi famelici non sapevano era che lei aveva occhi solo per
il suo Jasper.
- Un margherita –
disse una voce dietro di me, la voce di Victoria.
Mi voltai e le
sorrisi, lei mi ricambiò, poi il barman ci consegnò i nostri drink.
- Ti dispiace se
ci sediamo un attimo qui? Devo parlarti e preferirei che fossimo da sole – mi
propose Victoria indicandomi dei divanetti
neri posti proprio di fronte al piano bar.
Annuì con la
testa e mi sedetti insieme a lei, poi vidi Tanya dirigersi verso il bar.
- Tanya, ti
dispiacerebbe portare questo a Rosalie? – le domandai riferendomi al drink.
- Si certo,
tranquilla, ci penso io – mi rispose lei prendendolo e allontanandosi dopo
averci sorriso.
Di sicuro avremmo
perso tempo e non volevo che Rosalie aspettasse un drink che chissà quando
sarebbe arrivato.
Sorseggiai il mio
cosmopolitan e Victoria fece lo stesso con il suo margherita.
- Ho saputo che
hai conosciuto Riley – esordì lei sorridendomi.
- Si, l’ho visto
l’altro giorno al parco. È successo perché ho riconosciuto Lucas e devo dire
che è sempre più bello – le risposi sincera.
- E gli somiglia
sempre di più – mi disse lei abbassando lo sguardo.
Non avevo voluto
spigare a lei come avessi fatto a riconoscere Lucas, ma a quanto pare lei lo
aveva capito lo stesso.
- Beh, in effetti,
è la sua esatta fotocopia – le rivelai.
Non sapevo quanto
potessi dire, non sapevo se a lei faceva ancora male parlare di James oppure se
il dolore in qualche modo si era affievolito, anche se non sarebbe mai
scomparso.
- Riley sembra
davvero un tipo ok – continuai io consapevole che lei non avrebbe risposto alla
mia ultima affermazione.
- Lo è. Ti assicuro
che incontrarlo è stato un miracolo. Credo che sia stato James a mandarmelo. È
una delle persone migliori che abbia conosciuto e vuole un gran bene a Lucas,
lo tratta come un figlio – mi spiegò e io nella mia mente fui costretta a
concordare con lei.
Era stato James
in qualche modo a mandargli Riley, perché Victoria aveva tutto il diritto di
rifarsi una vita.
- Si, l’ho
notato. Anche Lucas sembra volergli tanto bene – le dissi sincera.
- Gliene vuole
davvero tanto. È un bambino speciale, James sarebbe stato orgoglioso di lui. A
volte mi sembra di rivedere in Lucas il padre – mi fece notare lei con occhi
tristi.
Non aveva certo
dimenticato James e non lo avrebbe dimenticato mai.
- James era una
grande persona. Una delle migliori che io abbia conosciuto – le dissi sincera.
- Lo so. Ho
sempre creduto che non avrei mai trovato nessuno che potesse sostituirlo e
allontanavo ogni ragazzo che si faceva avanti. Poi mi sono resa conto di una
cosa e devo ringraziare Edward per questo. Mi ha fatto capire che trovare un
uomo non significava sostituire James, significava solo rifarmi una vita e dare
una stabilità a Lucas. James c’è e ci sarà sempre. Il mio cuore gli apparterà
per sempre e forse non riuscirò mai più ad amare qualcuno come ho amato lui, ma
la vita va avanti e nella mia è arrivato Riley. Lo amo tantissimo e sono
contenta di aver creato una famiglia con lui, ma sono certa di una cosa. Nella
vita il vero amore lo si incontra una sola volta e il mio era James. Con Riley
però, va tutto apposto, sono felice con lui – mi rivelò Victoria con
un’espressione sofferente.
Sapevo
perfettamente cosa voleva intendere ed ero pienamente d’accordo con lei.
Restammo un paio
di minuti in silenzio. Io non sapevo cosa dire, non volevo essere indiscreta,
poi decisi che era meglio dire qualcosa per interrompere l’imbarazzo che si era
creato.
- Riley mi ha
detto di Matt, sono proprio contenta. Non vedo l’ora di vederlo – esordì
sorridendo.
Sapevo che il
giorno del matrimonio ne avrei avuto l’occasione.
- Beh, Matt è
stata una benedizione e poi Lucas non faceva altro che chiedere un fratellino.
Comunque ho saputo che anche tu ti sei data da fare. Quand’è che conoscerò i
gemelli? – mi domandò.
Solo allora mi
ricordai di aver detto quel particolare a Riley quel giorno, il che mi fece
supporre che fosse stato lui a dirlo a Victoria.
- Sono due pesti
– le risposi io mentre lei mi sorrise.
- Quanti anni
hanno? – mi domandò poi.
L’imbarazzo si
era andato scemando e non potevo che esserne contenta.
- Cinque anni –
le risposi ripensando ai mie bambini che di sicuro a quell’ora dovevano essere
già a letto.
- Edward dice che
sono adorabili – esordì lei dopo qualche attimo di silenzio.
Sapevo il motivo
per cui mi aveva voluto parlare da sola, voleva affrontare l’argomento Edward.
- Beh anche ai
piccoli piace molto lui – le spiegai io sincera più che mai.
- Bella ci sto
girando attorno, ma in realtà c’è un solo motivo per cui ho preferito parlarti
a quattr’occhi. Volevo scusarmi con te – mi disse seria con un’espressione
dispiaciuta.
- E per cosa
dovresti scusarti? – le domandai curiosa.
- Quando Edward
se ne andò scomparendo dalla circolazione non disse a nessuno la sua meta, né
si fece sentire con nessuno. Questo è quello che tutti sanno, ma non è così –
iniziò a rivelarmi lei.
- Lo so, so che tu
sapevi dove fosse, so che siete rimasti in contatto – le spiegai io mentre lei
rimase stupita.
- È stato lui a
dirtelo? – mi domandò.
- No, ma conosco
Edward meglio di ogni altra cosa al mondo. So la promessa che fece a James e so
il bene che voleva a te e al piccolo Lucas. Per tutti questi motivi ho sempre
saputo che lui non vi avrebbe mai abbandonato, mai – le risposi sincera.
- Sapevi che io
ero a conoscenza di dove lui fosse, ma non ti ho detto niente e tu comunque mi
sei rimasta accanto in quel bruttissimo periodo nonostante la situazione e oggi
sei ancora qui seduta a parlare con me? – mi chiese stupita dal mio
atteggiamento.
- Tu avevi perso
l’uomo che amavi e il padre di tuo figlio. Non avevi l’appoggio dei tuoi
genitori che erano morti e i genitori di James erano troppo lontani per starti
accanto. In quel momento c’era solo una persona che poteva aiutarti davvero ed
era Edward. Io ti sono stata accanto quanto ho potuto, ma io ero io, Edward,
beh era lui quello di cui avevi bisogno sia tu che il piccolo. Riesco a capire
i motivi per cui hai preferito tacere – le spiegai sincera mentre buttavo già
un altro sorso del drink.
- Avevo paura di
perdere anche Edward e non me lo potevo permettere. Da sola non ero in grado di
crescere Lucas e Edward, lui mi ricordava tantissimo James. Avevo bisogno di
lui, ma lui mi aveva implorato di non dire niente a nessuno. Per gli altri lui
era scomparso anche con me, mi aveva chiesto di farlo in nome di James. Ti ho
visto soffrire immensamente e ho visto soffrire lui immensamente, tu non puoi
immaginare quanto e tante volte sono stata sul punto di rivelarti tutto, ma poi
guardavo Lucas e mi rendevo conto che non potevo farlo. Lucas aveva bisogno di
Edward forse molto più di quanto ne avessi bisogno io ed è per questo che ho
taciuto, ho solo fatto il meglio per mio figlio. Ho sbagliato lo so e non puoi
capire cosa abbia significato vivere ogni giorno con questi sensi di colpa, ma
tu sei una madre adesso e puoi capirmi. Sono sicura che faresti qualunque cosa
per i tuoi figli, proprio come allora feci io. E poi diciamocelo, eravamo tutti
degli immaturi che giocavano a fare i grandi. Avevo diciannove anni e un figlio
da crescere ed ero da sola. Ero io che ancora avevo bisogno dei genitori,
invece mi sono ritrovata a dover fare io il genitore, non è stato facile – mi
rivelò con sguardo triste.
Si vedeva lontano
un miglio quanto fosse dispiaciuta, ma non doveva esserlo. Anche se lei mi
avesse detto la verità, non sarebbe cambiato nulla.
- Lo so Victoria,
ti capisco e non ti giudico. Non l’ho fatto un tempo e non lo faccio ora che so
cosa significhi essere madre. Hai ragione, eravamo degli immaturi, motivo per
cui anche se mi avessi detto la verità non sarebbe cambiato nulla. La nostra
storia era destinata a finire, doveva andare così. La cosa più importante è che
Lucas sia stato bene, che tu sia riuscita a trovare la forza di andare avanti e
di farti una nuova famiglia. È questa l’unica cosa che conto. Non ti porto
rancore, anzi tutt’altro. Per me sei e resterai sempre l’amica di mille lotte
contro quei due zucconi, resterai sempre un’amica fidata e ti voglio bene
adesso esattamente come te ne volevo un tempo – le confessai sincera.
Lei mi sorrise e
mi abbracciò con vigore.
- Grazie, Bella.
Non merito un’amica come te, ma sono felice di averla – mi disse – adesso
andiamo a ballare – aggiunse poi sorridendomi.
- Vado prima a
controllare che Rosalie stia bene. Non vorrei che si annoi – le risposi
alzandomi e accorgendomi solo in quel momento che a furia di parlare avevo
finito il mio drink.
Vidi lei
allontanarsi per dirigersi verso la pista da ballo, ma quasi subito si voltò
verso di me.
- Io ci credo nel
destino. Certo le strade da percorrere le scegliamo noi, ma tirate le somme,
alla fine del viaggio torneremo sempre al punto in cui siamo destinati a stare.
Se sei tornata qui, per un motivo o per l’altro, c’è un perché. Questo è
destino, non quello che tu credi che lo sia – mi disse sorridendomi prima di
allontanarsi e andare a ballare.
Sapevo a cosa si
riferiva. Al fatto che poco prima avevo detto che la mia storia con Edward era
destinata a finire.
Forse, Victoria,
aveva ragione, ma in quel momento non volevo pensarci. Per un sera volevo
godermi la festa, pensare solo a divertirmi. I problemi li avrei affrontati con
il tempo e alla consapevolezza e alla riflessione sulle parole di Victoria ci
avrei pensato il giorno dopo.
Con questi
pensieri mi diressi di nuovo dal barman e dopo essermi seduta in uno degli
sgabelli ordinai un whisky e cola.
Mentre aspettavo
che me mi venisse servito mi guardai attorno e mi resi conto di quanto tempo
era passato dall’ultima volta che avevo messo piede in un locale di quel genere.
Non mi veniva difficile fare i conti. Aveva cinque anni, praticamente da quando
erano nati i bambini.
Aver messo al
mondo quei due angioletti mi aveva fatto diventare improvvisamente
responsabile, molto più responsabile di quanto lo ero stata in passato, motivo
per cui avevo smesso di frequentare quei locali e oggi mi sentivo molto un
pesce fuor d’acqua lì dentro.
Con questa consapevolezza
ero certa di una cosa: quella sarebbe stata una serata molto, ma molto lunga.
…Adry91…
SPOILER:
Probabilmente
Edward dovette notare che c’era qualcosa di strano, motivo per cui accese la
piccola lampada posta sul comodino e mi guardò per bene.
- Sei ubriaca –
mi disse serio.
- Giusto un po’ –
gli risposi.
- La mia non era
una domanda – mi ribadì lui sorridendomi sghembo.
Risposte alle vostre recensioni:
- ellehlove: Eccoti la reazione
dei genitori di Bella. Diciamo che Charlie non l’ha presa proprio benissimo,
Renèe, invece, è stata molto comprensiva. Vediamo adesso cosa succede. Come vedi
lo spoiler era riferito a Victoria che a quanto pare sapeva tutto di Edward.
- HappyDayana: Sono contenta che
ti piace, spero di non deluderti con i prossimi capitoli.
- alexia__18: Edward aveva già
collegato che i figli potevano essere suoi, anche in base ai nomi, ma Bella gli
ha smentito tutto. Le sue possono essere solo supposizioni, deve essere Bella a
dargli qualche conferma. È vero Bella ha detto che c’è stato solo lui, ma lei a
Edward ha detto che i bambini sono frutto di una notte trascorsa con un ragazzo
conosciuto ad un pub. Nello spoiler come vedi erano Bella e Victoria.
- BellsSwanCullen: Eccoti la reazione
di Charlie e Renèe. E si, come vedi Victoria sapeva di Edward. C’era da
aspettarselo. Aveva fatto una promessa al suo migliore amico.
- Austen95: Non so come mai non
riesci a vedere la foto. Riprova a volte non si riesce. Comunque in tutti i
casi ti rimetto il link sperando che stavolta tu riesca a vederlo. http://yfrog.com/77nicolehamiltonj
- francesca 96: Non preoccuparti
per le scorse recensioni, comunque sono felice che tu sia tornata. No, Edward
non sa il perché Bella ha scelto questi nomi, ma sa della promessa ed è stato
anche per questo che in uno dei capitoli iniziali lui ha chiesto a Bella se i
bambini fossero suoi. Si, “Uniti dal destino” e “Una rivincita d’amore” li
continuerò, sta tranquilla. Ci sto già lavorando.
- rorry: Si, all’addio al
nubilato di Alice ci saranno tutte, come vedi. Ci sarà: Alice, Rosalie, Bella,
Victoria, Leah, Angela, Jessica, Tanya, Kate e Irina. Su Jake diciamo che in
questo capitolo Bella fa capire qualcosa, ma non è detto che trovi la sua “anima
gemella”. Lo scopriremo in seguito.
- giova71: Beh, credo che
Edward può solo ipotizzare in merito ai bambini, ma solo Bella può dargli la
conferma e a quanto pare Bella all’inizio gli ha smentito categoricamente la
cosa.
- eliza1755: Anche io ad oggi
penso che un rapporto così con mia sorella sarebbe fantascienza, ma credo che
crescendo le cose possano cambiare. Può essere che mi sbagli, non lo so. Solo
il tempo mi dirà se ho ragione oppure no. Il test del DNA potrebbe anche essere
fatto, ma credo che sarebbe sbagliato se Edward agisse in questo modo. E poi
per farlo ci vuole il consenso, altrimenti potrebbe passare dei guai, ma l’idea
non era male per nulla. Sarebbe finito tipo stile film. Poi magari Bella lo
scopriva e ingaggiava qualcuno per cambiare il risultato. Beh non sei l’unica
che guarda troppo film. Mi sa che siamo in due.
- sguardoalcielo: Mi fa piacere che
il capitolo ti sia piaciuto, spero che anche il prossimo ti piacerà.
- vanderbit: Come vedi Bella ha
nascosto nuovamente la paternità dei bambini anche ai suoi genitori. Adesso
credo che lei debba sperare che se un giorno si verranno a sapere le cose che
tutti la prendano bene. Lei, forse, sta giocando troppo con il fuoco.
- baby2080: Beh si, Victoria
sapeva di Edward, ma ha mentito. Come vedi si, in questo capitolo c’è stata già
la festa di addio al nubilato di Alice, ma continuerà nel prossimo capitolo.
- Sabe: Tesoro, eccoti
accontentata con la reazione di Charlie e Renèe che tu tanto volevi. Delusa?
Eccoti svelato tutto quello che Victoria sa, ma come vedi Bella se lo
aspettava. In fondo era stata testimone della promessa che Edward aveva fatto a
James in punto di morte e comunque promessa o meno, Edward si sarebbe occupato
lo stesso della famiglia del suo migliore amico. Quanto a Charlie, beh lui ha
accettato la cosa, ma è rimasto molto deluso da Bella.
- isabellacullen: Beh in effetti mi
sono proprio immaginata la scena di Edward che frena di botto con la moto e
chiede spaventato a Bella se avesse intenzione di fare un figlio allora. Troppo
divertente. Si, Bella complica sempre tutto, ma se non complicasse le cose non
sarebbe Bella.
- fabiiiiiiiii: Come vedi anche
stavolta Bella ha mentito. Non ha detto nulla sulla natura del padre dei
gemelli.
- ste87: Beh l’ho fatto
corto apposta. Non volevo svelare subito la reazione di Charlie e Renèe e
quindi ho interrotto il capitolo proprio sul più bello. Lo so, sono stata
cattiva, ma non ci ho messo molto a postare, come vedi.
- favola08: Non preoccuparti,
per la scorsa recensione, non fa nulla. Capita a tutti di avere degli impegni e
poi tu eri in vacanza quindi eri super giustificata. Ti sei divertita? Beh si,
hai proprio ragione. Per adesso la situazione è stazionaria. Chissà cosa
succederà adesso. Vedremo.
- Ed4e: Si, hai proprio
ragione. La stessa Victoria ha affermato che James resterà sempre dentro di
lei, non riuscirà mai a sostituirlo, ma almeno è andata avanti e credo che
abbia fatto bene. Non poteva restare aggrappata a un ricordo, a un fantasma e
soprattutto doveva andare avanti non solo per se stessa, ma anche e soprattutto
per Lucas.
- FunnyPink: I rapporti con i
suoi genitori li aveva. Ogni tanto andava a trovarli, ma non portava mai con sé
i gemelli. Non posso dirti quando si scoprirà la verità, ma tranquilla, presto
tutti i nodi verranno al pettine.
- KatyCullen: Sono davvero felice
di avere un’altra lettrice e sono ancora più felice che la storia ti piace. Per
me è importante saperlo. Spero di non deluderti con i prossimi capitoli.
- piccolinainnamora: Non ti posso
anticipare nulla, ma una cosa voglio dirtela. No, Bella non litigherà con Alice
per via dei suoi genitori. Bella era consapevole fin dall’inizio che al
matrimonio ci sarebbero stati anche i suoi genitori perché loro sono molto
legati con i Cullen e puoi vederlo tu stessa da ciò che dice loro Bella. Per il
resto ho la bocca cucita. Capirai ben presto il motivo della litigata e tutto
il resto.
- JessikinaCullen: Mi fa piacere
sapere che nonna Elizabeth ti sia piaciuta. Bella era una diciottenne quando ha
fatto quella promessa, ma l’ha mantenuta com’è giusto che sia. Era
convintissima di mantenerla e l’ha fatto. Si, il capitolo era più corto del
solito ed è stato fatto apposta. Dovevo interromperlo lì perché non volevo che
si sapesse subito della reazione di Charlie e Renèe. Quindi è stato fatto
apposta. La similitudine che hai trovato con October road è la frase che dice
la nonna a Edward e Bella a proposito degli occhi che cambiano colore quando
Edward non è con Bella e viceversa. Nel telefilm la diceva un anziano signore a
Nick quando lui e Hannah erano all’ospedale per via di Sam.
- pomeriggio: Sono contenta di
sapere che la storia ti ha preso e ti piace. Emozionare sarebbe l’apice per chi
scrive e sapere che con qualcuno di riesco mi fa davvero piacere. Spero di non
deluderti con i prossimi capitoli. E se con la mia storia ti posso essere d’aiuto
per chiarire delle cose che non ti erano chiare nella tua vita non posso che
esserne contenta.
- SweetDreamer: In effetti Bella si
confessa con gli altri, ma non con l’unico con cui dovrebbe confessarsi. Chissà
se alla fine lo farà.
- shining_cullen: Lo so che non
dovevo concludere in quel modo, ma mi serviva fare così. Non volevo rivelare
subito la reazione di Charlie e Renèe, volevo lasciare un po’ di suspense. Come
vedi eccoti adesso la loro reazione.
- Thelionfellinlovewiththelamb: Sono contenta che
anche questa storia ti piace. “Uniti dal destino” aggiornerà fra qualche
giorno. Penso inizi settimana prossima, sto finendo il capitolo e non appena lo
finisco posto. Abbi un altro pochino di pazienza.
Un grazie di tutto
cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia tra
i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi
hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di
vostro gradimento e recensite. Un bacio.
Ancora in corso:
·
UNITI DAL DESTINO (à il link della
storia:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=465990&i=1
).
INTRODUZIONE: Edward ha lasciato Bella in New Moon e non è
non e mai più tornato. Gli anni passano e anche i decenni, ma due anime sono
ancora tremendamente legate tra di loro perché il tempo possa cancellare ciò
che l’amore ha creato. Cosa succederà se un giorno Bella dovesse rincontrare
quella che aveva considerato fin dall’inizio al sua famiglia? E i Cullen e
soprattutto Edward come reagiranno quando scopriranno che Bella è ancora la
diciottenne che avevano lasciato? P.S. Bella non è un vampiro, ma non è
comunque umana. Oltre i vecchi, ci saranno anche nuovi personaggi.
·
BISOGNA SBAGLIARE PER CONOSCERE LA VERITà (à il link della
storia: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=453783&i=1
).
INTRODUZIONE: Bella vive a Phoenix
da quando è nata e la sua vita ruota intorno ai suoi sei migliori amici: Alice,
Rosalie, Emmett, Jasper, Jacob e Edward. Si conoscono fin da quando erano dei
bambini, ma crescendo le cose cambiano e lei si ritrova solo con Jacob e Edward
che sono iperprotettivi nei suoi confronti. Un giorno accade che Jacob si
dichiara e in seguito le chiede di sposarlo. Lei accetta, ma lo ama davvero? Si
certo, ma il suo non è amore, non quello vero almeno. Ed Edward? Cosa farà a
questo punto? E se si accorgesse proprio ora che sta per perdere la persona più
importante della sua vita? E se lei lo considerasse solo il suo migliore amico?
E se invece non fosse così? La loro è solo amicizia? Si certo, ma non del
tutto. Cosa succederà, allora? Bella sposerà Jacob? Forse solo da uno sbaglio
si può scoprire la verità. Ma qual è questa verità?
·
RICORDARE IL PASSATO (à il link della storia: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=392921&i=1
).
INTRODUZIONE: Edward lascia Bella per
permettergli di vivere una vita normale, ma prima di farlo esaudisce il
desiderio dell’unica ragazza che abbia mai amato. Dopo la sua partenza le cose
cambiano e Bella non vivrà la vita che Edward ha sperato per lei. Si ritroverà
vampira, con un figlia da crescere e un passato da ricordare. Riuscirà a
ricordarsi del suo unico e vero amore? Ma soprattutto riuscirà a rincontrarlo?
·
!?...“Quando l’amore ti
cambia la vita”…!? (à il link della storia: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=394174&i=1
).
INTRODUZIONE: Rosalie, Bella e
Alice sono tre sorelle newyorchesi che si trasferiscono a Phoenix. Sono le
classiche ragazze popolari che tutti invidiano, dal carattere forte e deciso e
che non si fanno mettere i piedi in testa da nessuno. A Phoenix le loro vite si
incroceranno con quelle di tre fratelli Emmett, Edward e Jasper, anche loro dal
carattere forte. Nessuno di loro crede nell’amore, ma presto si renderanno
conto di sbagliare, presto l’amore entrerà nelle loro vite e da lì tutto
cambierà.
·
L’AMORE è MAGIA (à il link della
storia:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=393144&i=1
).
INTRODUZIONE: Bella è una semplice
ragazza che vive a Phoenix. Ha un fratello e due sorelle gemelle. La sua vita
ruota intorno ai Cullen, i suoi migliori amici, la sua seconda famiglia. E poi
c’è Tay, il suo fidanzato, ma lei ne è davvero
innamorata? La sua vita è perfetta come crede? Il ritorno in città di Edward,
il suo amico di sempre, gli incasinerà la vita e presto si renderà conto che
quell’amico con il quale non fa altro che litigare non è poi solo un amico. Le
cose non saranno semplici e in una notte tutto si complicherà.
·
THE PRINCESS OF LOVE (à il link della
storia: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=524454&i=1
).
INTRODUZIONE: Bella è una ragazza alla moda che vive a Orange Country, con una
storia difficile alle spalle, chiusa, ma allo stesso tempo ribelle verso gli
altri incontra lui, Edward, un playboy da strapazzo, ribelle, odioso,
presuntuoso, aggressivo, ricco e che non fa altro che dedicarsi con i suoi
amici ricconi a feste mondane e al lusso più sfrenato. Riuscirà lei a lasciarsi
andare all'amore? E lui? Riuscirà a mettere la testa a posto? E se tutto
iniziasse ad andare x il verso giusto? Lei non sa, però, che un segreto alena
dietro di lei, un segreto che lui non intende svelarle, non subito almeno, ma
poi non sarà tardi? Una storia ricca di divertimento, scontri, ribellioni, ma
amore, tanto amore. Sono tutti umani.
·
ORA E PER SEMPRE (à il link della storia: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=532704&i=1
).
INTRODUZIONE: Un semplice invito di matrimonio può cambiare quella che sembra
essere diventata una vita stabile? Questo si chiede Bella quando si ritrova tra
le mani l’invito del matrimonio di Alice e Jasper. Partire e raggiungere quella
che un tempo era la sua migliore amica affrontando i fantasmi del suo passato?
Oppure restare a casa e non correre rischi? Bella vive a New York, fa la
giornalista, si è lasciata i Cullen alle spalle e si porta dietro da cinque
anni due grandi responsabilità che portano il nome di Ej e Lizzie. Chi sono? E
che c’entra Edward in tutto questo? Se vi va di scoprirlo correte a leggere la
mia storia. Sono tutti umani.
·
UNA RIVINCITA D’AMORE (à il link della
storia: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=547040&i=1
).
INTRODUZIONE: Isabella Swan fugge via dalla sua città all’ètà di dieci anni,
grassottella e timida viene presa in giro da tutti. Si rifugia a Jacksonville
dalla madre, ma otto anni dopo il brutto anatroccolo si è trasformato in un
bellissimo cigno. Decide di tornare a Beverly Hill, la sua città natale, dove i
suoi vecchi amici la attendono, ma Bella è cambiata non solo fisicamente e
vuole prendersi la sua rivincita su tutti coloro che un tempo la prendevano in
giro. Nella sua vecchia città, però, non tutto è come lo ha lasciato. I Royal
King, i suoi vecchi amici, sono in lotta continua contro i Blue Ice, un altro
club di ragazzi popolari e ricchi. Cosa succederà con l’arrivo di Bella? Che
succederà se un giorno i due gruppi si ritrovano costretti a collaborare?
Filerà tutto liscio? Personaggi decisamente diversi da come abbiamo imparato a
conoscerli, ma chissà…magari dall’odio nascerà qualcos’altro e quella che era
sembrata una rivincita potrebbe diventare ben altro. Sono tutti umani. Vi ho
incuriosito? Correte a leggere.