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Autore: _A_    09/09/2010    1 recensioni
A giorni Renesmee compirà 18 anni. La zia Alice ,insieme a tutta la sua famiglia, le ha organizzato una festa magnifica. Subito dopo aver festeggiato partiranno tutti per l' isola di Esme dove succederà qualcosa di inaspattato che porterà un bel pò di scompiglio in tutta la famiglia..... se vi siete incuriositi venite a leggere !!!!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Un po' tutti, Volturi | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Il giro in canoa fu bellissimo e avemmo perfino la fortuna di incontrare dei delfini magnifici, così decisi di andarci anche nei giorni successivi. Il tempo sull’ Isola di Esme trascorreva impietosamente ed in un batter d’ occhio arrivò l’ ultimo giorno. “ Papà ma non possiamo restare un altro po’? “, lo supplicai. “ No Renesmee, purtroppo no, ma ti prometto che torneremo appena finirai la scuola.” “ Ma è un’ eternità ! “, protestai. “ Ma no ! Vedrai che non te ne renderai neanche conto .” . Mi lasciai cadere sul divano. Ero triste, volevo rimanere ancora un po’ in questo paradiso naturale. “ Dai Nessie ! Non fare così…”, cercò di scuotermi Jacob. Rimasi impassibile. “ Andiamo a vedere il tramonto ? “, mi propose. Ad un tratto mi sentì felice e piena di energia. “ Si andiamo ! “, dissi entusiasta. Vidi zio Jasper che mi guardava sorridente, era lui la causa della mia felicità. “ Eh no zio, non vale !” “ Io non ho fatto assolutamente nulla !” , disse alzando le mani. “ Si, certo…”. Alla fine cosa importava ? Stavo bene e volevo godermi appieno queste ultime ore sull’ isola. Ci sedemmo sulla sabbia e Jacob intreccio le dita della sua mano con le mie. Mi avvicinai a lui in modo da poter appoggiare la mia testa sul suo petto. Era bello restare da soli io e lui, anche perché accadeva raramente. “ E’ bellissimo”, dissi commentando quello straordinario fenomeno naturale. “ Si, è fantastico”. Mi baciò la fronte. Mi strinsi più forte a lui sfiorandogli il collo con le labbra. Rabbrividì appena. Mi stesi sulla sabbia e lui si distese accanto a me su di un fianco. Mi spostò una ciocca di capelli dal viso. “ Sei bellissima”, disse mentre premeva le labbra sulla mia mascella. “ Te ne sei accorto, eh !”, risposi scherzando stringendogli le braccia al collo. Sorrise. Con la mano seguì la piega del mio gomito, muovendosi lentamente lungo il braccio, fra le costole e la vita, seguendo i miei fianchi e giù sulle gambe, attorno al ginocchio. Si fermò lì e mi strinse piano il polpaccio. All’ improvviso mi sollevò la gamba e la posò sul suo fianco. Mi si fermò il respiro. Di solito non si concedeva gesti come quello. Sentì invadermi da un calore improvviso. Le sue labbra si muovevano sull’ incavo alla base del collo. “ Non per scatenare la tua ira, ma ti dispiacerebbe spiegarmi per quale motivo sei triste?”. Prima che potessi rispondere, prima che potessi anche solo concentrarmi per dare senso alle sue parole, si girò sul fianco e mi tirò sopra di sé. Mi prese il volto fra le mani inclinandolo verso l’ alto per potermi sfiorare il collo con le labbra. Quasi ansimavo e forse era imbarazzante, ma in quel momento non me ne importava niente. “ Perché sei triste?”, disse di nuovo. “ Secondo me non dovresti.” “ E’ troppo bello qui, non voglio tornare a casa.”, riuscì a dire. Avvicinò ancora il viso e le mie labbra si modellarono di nuovo sulle sue. Lentamente, si girò fino a poggiarsi su di me. Si teneva con attenzione per non pesarmi addosso, ma sentivo il suo corpo perfetto premere contro il mio. Il mio cuore martellava così forte che era difficile persino udire la sua risata tranquilla. “ Non sono d’ accordo.”, obbiettò. La sua lingua segnò leggera i contorni delle mie labbra. Mi girava la testa, con il respiro troppo corto e veloce. Mi sfilò la maglietta e i pantaloncini, feci lo stesso sbottonando velocemente i bottoni della sua camicia. Era il momento perfetto, sentivo di appartenergli, sentivo che era mio, sentivo di amarlo davvero.
  
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