Fanfic su artisti musicali > Michael Jackson
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Autore: Sere88    10/09/2010    1 recensioni
Questa storia racconta l'avventura della fortuna, del talento, e dell'amore; la passione di due anime confuse tra destino e sentimenti, e quella di due corpi che si sono cullati e torturati in un intreccio di vite a cavallo tra cronache e fantasie. E' la storia che racconta della vita di un uomo vero, una stella mondiale della musica, adorato e criticato di nome MIchael Jackson e di una donna inventata che almeno nella mia fantasia gli ha regalato l'amore che meritava...
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

 

Forse fu solo fortuna, probabilmente mi trovavo solo al momento giusto nel posto giusto; sta di fatto che da quando quel giorno mi alzai dalle scalette buie e nascoste dietro lo scheletro dello State Teatre, la mia vita non fu più la stessa.

Ero pronta a tutto questo? Ero certa di quello che mi sarebbe accaduto di lì a poco? No, la certezza purtroppo non è mai stata la mia compagna di viaggio...

-Allora ragazzina ascoltami bene. Quello che sto per dirti potrebbe farti venire un infarto istantaneo. Sei pronta? -disse Kevin con una faccia seria e quasi preoccupato per la capacità di resistenza delle mie coronarie- Michael Jackson ti sta cercando…Anzi ti spiego meglio… Durante le prove dell’ultimo video che sta preparando, quello che ha a che fare con un film…una cosa del genere, non so bene di che si tratti, comunque una delle ballerine si è fratturata una caviglia. È fuori gioco. Sta cercando una sostituta e in fretta anche. Il suo staff si è rivolto a Bob Stuart, perché pare che Michael sia rimasto soddisfatto del vostro spettacolo che ha visto la settimana scorsa. Voci di corridoio dicono che però stia cercando una in particolare. Non so con sicurezza chi sia, ma il mio sesto senso mi dice che quella sei tu, del resto sul palco quelle quattro sciaquette  te le mangi.

-Kevin andiamo….non diciamo sciocchezze… E poi figurati se quel porco di Stuart non ha già selezionato quelle da mandare al provino con Michael Jackson…e ovviamente io non sono una di quelle…ovviamente! Non facciamoci illusioni…

-Si, ma adesso tu non fai parte più della sua compagnia e sei libera di fare tutti i provini che vuoi…Fidati, so io chi contattare per trovarti un aggancio e poter partecipare al provino. Ho un caro amico che lavorerà come tecnico nel suo staff per il suo primo tour mondiale da solista, una cosa grossa…Fidati…a costo di scomodare anche il padre eterno ti farò andare a quella audizione…

Perplessa e rassegnata mi affidai a Kevin e ai suoi sapienti consigli, del resto che avevo da perdere. Dal quel giorno sarei stata disoccupata.

Los Angeles, 28 agosto 1987.

Notte in bianco, totalmente in bianco; avevo preso sonno all’alba e per di più la sveglia non aveva suonato.

-Dannazioneeee….!!!! Tutte a meeeee!!!! –urlavo disperatamente mentre mi lavavo i denti, mi infilavo i pantaloni e mi preparavo la borsa. Tutto contemporaneamente.

Trafelata e con un aspetto discutibile arrivai a destinazione, anche se con mezz’ora di ritardo. Sentivo di essermi giocata anche questa possibilità ed ero dispiaciuta più per Kevin che per me; sapevo che aveva fatto i salti mortali per fare in modo che potessi esserci anche io quella mattina e come una deficiente avevo buttato all’aria tutti i suoi sacrifici.

Fuori da quella porta presi il coraggio a quattro mani; non avevo altra scelta, entrai.

Dall’ ingresso non si vedeva la scrivania dietro cui era seduto Michael Jackson e gli assistenti alla coreografia. Si vedeva solo un gruppetto di ragazze, tra le quali le solite facce note, come mi aspettavo. Alla porta una tizia bruttina, occhialuta e piena di fogli in mano mi disse con una vocina a mitraglietta che dovevo compilare un modulo con i miei dati. Mi indicò un piccolo tavolino poco lontano su cui mi sarei potuta appoggiare per scrivere.

Feci per avvicinarmi al tavolino quando lo vidi con la coda dell’occhio, e con la penna in una mano e il foglio nell’altra mi impalai a guardarlo come una stupida, con una postura mezza sbilenca per via del borsone pesante che mi pendeva da una spalla.

Camicia rossa, capelli legati.

Era lui.

“Occhi grandi…sorriso appuntito come quello di un joker…una fossetta accennata che gli segna il mento…quel collo erto che esce procace dalla camicia…quelle dita lunghe che tamburellano impazienti sulla scrivania…quelle…Oh Susà!!! Ma la vuoi finire!!! Gli squilibri ormonali oggi non sono ammessi…e un po’ di professionalità e che diamine! Prima ti metti a criticare le tue colleghe e poi te lo spogli con gli occhi…E che miseria…non lo vedi che sei ridicola!?”. Una voce risuonava impetuosa  e severa nella mia mente e mi diceva di farla finita di fissarlo come un’idiota. Ma a quanto pare i risultati furono scarsi.

Lui sembrava insofferente, non riusciva a stare fermo un attimo. Prima metteva le braccia conserte, poi la mano sotto il mento, poi muoveva gambe e piedi come per accennare dei passi. Ad un tratto con la mano destra si toccò leggermente il lobo dell’orecchio sinistro; ruotò la testa verso di me e quegli occhi bruni mi tramortirono come una fucilata.

Con uno scatto brusco tese il braccio nella mia direzione cambiando espressione; sentii una voce… e pensai…”Kevin…ecco l’infarto!!!”

–Perfetta, stavo cercando proprio te!

NO!!!...Così no! anche lui no…Ma che è un’epidemia!?… –dissi fra me e me in una frazione di secondo.

-Dico a te…ehi…la ragazza con il foglio in manoooo… -eclamò facendomi un cenno come per risvegliarmi da quello stato di incoscienza in cui mi trovavo.

Tutte le persone in quella stanza mi guardarono contemporaneamente, allibite.

Al suono di quelle parole mi girai istintivamente indietro; non c’era nessuno. Quando mi rivoltai sussurrai a mezza voce

–Ma chi io??

-Si tu, tu... Finalmente ti ho trovata e questa volta non mi scappi da sotto il naso…

A scappare proprio non ci avevo ancora pensato, ma ad evaporare forse si.

-Ma io veramente non ho neanche ballato Mr. Jackson…non saprei…c..c..cosa…

-Scusami ma tu sei qui per il provino?

-Eeeh si…

-Allora considera come se lo avessi già fatto. Tutte le altre…mi dispiace, ma potete andare…Siete state grandi…ma io cercavo proprio lei…scusate ancora. Comunque lasciate lo stesso i vostri dati al mio collaboratore, potrei ricontattarvi per qualche altro lavoro. Grazie ancora per le belle esibizioni…Ciao a tutte.

Nel giro di un istante si innalzò un vocio di fondo in cui ebbi modo di riconoscere chiaramente la parola “raccomandata” che usciva dalla bocca di tutte le altre ragazze presenti.

Ero sconvolta e non ci stavo capendo un tubo.

-Jim fai uscire tutti per favore, io e lei abbiamo da lavorare…grazie-  disse sorridente.

Jim annuì; fece segno agli altri presenti di abbandonare la sala prove. Tutti andarono via.

Io e lui in quella stanza.

-Ciao, è un piacere incontrarti, sono Michael Jackson- disse con tono colloquiale come fosse l’ultimo degli sconosciuti che mi si presenta ad una festa; mi tese la mano.

Rimasi esitante a due metri da lui, c’era qualcosa che mi teneva le scarpe incollate al pavimento. Poi, come svegliata di soprassalto da uno stato di trans, sillabai qualche parola.

–Ah si…scusi…cioè salve mi chiamo Susie…Anzi… veramente no…

Il suo sguardo interrogativo e quel mezzo sorrisetto malizioso mi fecero intuire che in quel momento avevo assunto tutte le caratteristiche di una perfetta imbecille.

 –Non ti chiami Susie…? È un peccato perché lo trovo un nome delizioso…è così musicale…Susie, Susie, Susie…bello no?

Guardava in alto mentre ripeteva quel nome quasi estasiato. Non avevo mai trovato Susie così entusiasmante fino al quel momento.

-In realtà mi chiamo Susanna Marie… De Matteo, sono italiana

-Che bello…beata te, siete così solari voi... Comunque mica è un problema se ti chiamo Susie?…mi piace davvero non sto scherzando…-mi dissero quelle labbra, che come un sipario si aprirono sul lineare spettacolo di quei denti perfettamente accostati simili ai tasselli di un mosaico, disarmante al punto da  togliermi dieci anni di salute.

–Di dove sei per la precisione?

-Napoli…

-O santo cielo che poesia…Totò, lo adoro…Hai mai visto quel film in cui fa la parte del burattino? Pinocchio?...Come si intitolava?- mi chiese mordendosi il labbro in un modo così sensuale da far uscire fuori dai gangheri anche una suora di clausura e stringendo leggermente gli occhi come per cercare di scavare qualche ricordo recondito nella memoria.

-Eeeeh…”Totò a colori” se non sbaglio…non ne sono sicura però…-sorrisi quasi timorosa di aver detto una sciocchezza.

-Giusto!...brava proprio quello…bello. Comunque torniamo a noi…

Mi stavo iniziando ad ambientare. Quella piacevole digressione partenopea mi aveva messo a mio agio. Mi tolsi la borsa dalla spalla e la poggiai a terra. La salivazione era ripresa; adesso potevo parlare più speditamente.

-Ma lei mi conosce Mr. Jackson?

-Diamoci del tu…In fondo non credo di essere tanto più vecchio di te. Quanti anni hai?

-Ventuno…Anzi…no, che dico…ventidue…domani ventidue…

-Wow domani è il tuo compleanno? Dove lo festeggerai?

-Eh più che  dove forse il problema sarebbe con chi…Qui non conosco nessuno, sono nuova di queste parti…- risposi imbarazzata e sorpresa dal suo modo di fare così informale. Non era esattamente il tipo di persona che avrei immaginato.

-Io sono di queste parti quindi da oggi puoi aggiungermi alla lista dei tuoi conoscenti, se non ti dispiace. Guarda a questa cosa del compleanno credo si possa rimediare, lo festeggi da me…Ti va? La mia casa è grande abbastanza direi…E poi mi piacciono feste anche se non sono abituato a festeggiare i compleanni…

“Eccone un altro!- pensai -Pure lui che ci prova nooo!!!…Che delusione, credevo fosse una persona seria…Certo che ambiente di merda questo, più si alza il livello e peggio è…”

–No guardi…guar..da, ti ringrazio ma non mi sembra il caso- dissi evidentemente a disagio.

-Scusami, penserai che sono un cafone. È comprensibile che tu non voglia festeggiare il tuo compleanno a casa di uno che hai appena conosciuto. Però nulla vieta che uno appena conosciuto possa invitarti a festeggiare il suo di compleanno…Siamo nati lo stesso giorno…

Dopo la mia prima esperienza fallimentare con le avances, quella situazione mi stava mettendo in grave difficoltà. Ero sulla difensiva, ma poi ho razionalizzato e mi sono detta “…ma ti pare che Michael Jackson non ha l’occasione e le conoscenze per portarsi a letto una gnoccolona di top model. Tra tante bellissime donne che incontra nel suo lavoro, figurati se si pregiudica la faccia e la reputazione con una tal dei tali qualsiasi che viene dall’Italia e che non è nessuno...”

E poi quel ragazzo aveva gli occhi buoni, sinceri, puliti. Il mio viso divenne di mille colori; avevo le orecchie in fiamme.

-Va bene, allora se la metti così…accetto l’invito- sorrisi abbassando lo sguardo come per nascondere il timore di aver osato troppo.

-Ok allora perfetto, ci divertiremo vedrai…Ah un’ultima cosa…

-Si…

-Vorrei vederti ballare…Sia chiaro, sei stata presa, ma ti ho visto l’altra sera a teatro. È da quella sera che ho voglia di vederti ballare…

 Erano le 11:30 del mattino del 28 agosto 1987. Quel giorno per la prima volta danzai con tutta la mia passione.

Quel giorno per la prima volta danzai per la mia più grande passione.

 

 

 

 

 

 

  
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