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Autore: NovemberRain    11/09/2010    3 recensioni
Era diversa dalla regina delle stelle che aveva conosciuto l’altra sera. Gli stessi capelli che si erano sparsi sul suo petto come rivoli di passione adesso erano più chiari,niente onde solo piastrati e tenuti indietro da un cerchietto nero. La canotta azzurra si sposava perfettamente con la canagione abbronzata e i pantaloncini neri intonati col cerchietto. Era bella certo,ma in quel momento si accorse che la stava guardando con occhi diversi,sotto un nuovo punto di vista completamente diverso da come era abituato prima a vedere una donna. Era il punto di vista di un padre...
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Axl Rose, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Another part of me - Saga'
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23. Hey you!

I due giorni successivi passarono velocissimi,il giorno dell’aborto arrivò improvvisamente, come un temporale d‘estate.

Quel mattino Kleopatra non scese a fare colazione,ma nessuno andò a chiamarla.

Slash al contrario era di ottimo umore,e anche Axl;mentre William se ne stava tutto imbronciato sul divano

-Will cosa hai fatto?- gli chiese il padre mentre sorseggiava il caffè

-Lo sai benissimo- rispose arrabbiato stringendosi le ginocchia al petto.

-Ma dai… sembri un bambino capriccioso. Forza sorridi e la vita ti guarderà sorridendo!- e rise insieme ad Axl.

“Ma vaffanculo” mormorò il ragazzo,andando a bere il latte in giardino.

Kleopatra se ne stava in disparte nella sua stanza,alle 16.00 aveva l’appuntamento,aspettava inerte il tempo che passava.

Una decisione definitiva non l’aveva ancora presa,non era ancora convinta di ciò che stava per fare.

Aveva bisogno dell’aiuto di qualcuno.

Di sicuro William era pazzo,aveva detto quelle cose solo perché era ubriaco.

E lei aveva capito perfettamente il suo piano: siccome non voleva che abortisse aveva montato su la storia che era lui il padre del bambino in modo da confonderla ed evitare così la morte del neonato.

Non capiva.

Non sapeva se abboccare o no al tranello di quel misterioso ragazzo.

Se avesse abboccato avrebbe salvato una vita,ma una vita che come diceva Perla era nata da una violenza.

Se invece avesse fatto il contrario probabilmente avrebbe ucciso una vittima innocente.

Si alzò e guardò la Gibson di William: l’ennesimo regalo di “papà Slash”.

Era nuova di zecca,non avrebbe resistito. Così Kleopatra la afferrò,mise a posto l’amplificatore e iniziò ad accordarla.

Sua madre le aveva insegnato a suonarla,in più sapeva cantare divinamente grazie ai geni ereditati dal padre.

E proprio alla madre pensò,perché anche lei era rimasta incinta da ragazza e se fosse stata ancora in vita avrebbe saputo come aiutarla.

Iniziò a sentirsi un groppo in gola. Ma poi ripensò alle parole che Slash le aveva detto qualche settimana prima.

-Si Slash ma io tutto questo aiuto non lo sento… insomma a me manca punto. Tutte le altre ragazze della mia età hanno sempre la mamma accanto in qualunque situazione… non è giusto-

-Lo so tesoro mio… ma io ti posso assicurare che la sento,io sento sempre Annie. La sera prima di andare a letto le parlo,le chiedo un consiglio e lei mi ascolta e mi aiuta-

-Davvero?- lei lo guardò con uno sguardo languido

-Si tesoro,te lo giuro-”

(dal capitolo 18)

Provò ad ascoltare il consiglio di Slash,rimase in silenzio chiudendo gli occhi.

Con le dita iniziò a far vibrare le corde della chitarra,prima in modo confuso poi come per magia iniziò a suonare gli accordi delicati di “Hey you” . Aveva sempre amato i Pink Floyd.

Dopo la breve introduzione cominciò a cantare

“Hey you ! Out there in the cold
Getting lonely, getting old, can you feel me?
Hey you ! Standing in the aisles
With itchy feet and fading smiles, can you feel me?”

E la vedeva davvero sua madre che sorrideva,se la immaginava in un corridoio bianco. Anche la sua veste era bianca e metteva in risalto i lunghi capelli corvini e gli occhi più grigi che mai.

E lei ripeteva

-Can you feel me?-

Si,la sentiva. E le sorrideva come per incitarla a parlare.

“Hey you ! Don't help them to bury the light
Don't give in without a fight.
Hey you ! out there on your own
sitting naked by the phone would you touch me?”

E si era seduta anche lei,in quella specie di universo parallelo che era il regno dei morti. Doveva aiutarla a portare la luce… la luce.

-Would you touch me?-

Lei desiderava ardentemente toccarla,sentire ancora il calore del suo corpo.

E come lei desiderava la sua mamma forse c’era anche qualcun altro che cantava la stessa canzone per lei…

“Hey you ! With your ear against the wall
Waiting for someone to call out would you touch me?
Hey you ! Would you help me to carry the stone
Open your heart, I'm coming home”

Ecco.

-I’m coming home-

E poi l’assolo. Non le era venuto benissimo per l’emozione. Ma durante esso aveva pensato molto. Era come se all’interno del testo ci fosse anche la risposta a quello che doveva fare.

Una risposta ermetica che lei fino a quel momento non aveva intuito.

“But it was only a fantasy
The wall was too high as you can see
No matter how he tried he could not break free
And the worms ate into his brain“.

-The wall was too high as you can see-

Il muro era troppo alto… ma adesso lei poteva vedere,vedeva benissimo.

Aveva capito tutto.

“Hey you ! Out there on the road
Doing what you're told, can you help me?
Hey you ! Out there beyond the wall
Breaking bottles in the hall, can you help me?”

Sorrise.

William non era pazzo,era solo più alto del muro. Aveva visto prima di lei.

“Grazie mamma…”

Aveva avuto bisogno di lei per capire.

All’improvviso entrò Slash sorridente,probabilmente per le ottime capacità musicali della ragazza.

Lei smise improvvisamente di suonare

-Slash! William!- disse con un tono di voce alquanto alto e anche un po’ stalunato.

-Kleo stai bene?- chiese l’uomo attonito

-Sto benissimo! Meglio di quanto tu credi. Ho capito Slash credimi: devo tenere il bambino!-

-Ma cosa dici?- urlò

-Slash ascoltami- appoggiò la chitarra sul letto di William e si avvicinò a lui incastrando lo sguardo verde in quello nero.

-Ti ricordi di quando mi hai detto che sentivi spesso mia madre e che lei ti parlava e ti aiutava?-

-Si che mi ricordo…-

-Ecco. Io ho parlato con lei: mi ha detto di tenerlo-

Lui parlò cercando di farla ragionare

-Ma Kleo! È un rischio! Secondo me ti sei sbagliata!-

-Slash tu devi credermi! Almeno tu cazzo! Se ti dico che me lo ha detto lei io mi fido ok? Non cambierò idea-

E detto questo scese di sotto per cercare un telefono e disdire l’appuntamento

-Kleo! Dove vai?- urlò il chitarrista seguendola.

Ma improvvisamente si sentì che non doveva impedirglielo,se voleva un bambino nato da una violenza era libera di farlo.

“Annie,è l’ultima volta che obbedisco ai tuoi ordini sia chiaro!” pensò sorridendo.

“Hey you ! don't tell me there's no hope at all
Together we stand, divided we fall. “

Eccomi fans! Allora questo è stato un capitolo song-fic al massimo,è quasi indispensabile conoscere la canzone altrimenti mi rendo conto che vale poco e niete. Vabbé… prima di tutto vi avviso che la fic ormai volge alla sua fine ç_ç ma ci sarà una sorpresina,che mi auguro sia di vostro gradimento signorine ^^

Riguardo a questo capitolo direi che è tra i miei preferiti,ho notato dalle vostre recensioni che reclamate un po’ di meritata felicità per la vostra Cleopatra (ormai è più vostra che mia xD) direi che vi do ragione ma questa era una fic di genere triste quindi… ma il lieto fine lo vedrete eccome,ve lo garantisco. Parola di Annie u.u

Vi lascio un abbraccio enorme ragazze,grazie di tutto siete fantastiche!

 

   
 
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