Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: Perrii    11/09/2010    6 recensioni
La scelta più vantaggiosa era di certo il divano.
... se non fosse stato che era occupato da quell'Alga in espansione.

Una storia con un unico inizio, tre svolgimenti diversi e un possibile finale ad accomunarli tutti; un'idea un po' contorta, o per meglio dire, un esperimento ! C:
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji, Z | Coppie: Sanji/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CI TENGO A RI-PRECISARE, essendo che qualcuno non ha capito, CHE I CAPITOLI SONO INDIPENDENTI L'UNO DALL'ALTRO !

Non a caso ci chiamano “possibili finali”.

Quindi sì, si parla della stessa notte, ma è come se alla fine di ogni capitolo si tornasse indietro all'inizio.

Mi scuso se sono stata io a non essere chiara ._.


P.S. Godetevi la comparsa di uno dei personaggi che più amo **


3rd POSSIBLE END.

{slash}.

Cosa ...

Quale psicopatico sadico e soprattutto masochistico pensiero mi aveva portato fin qui ?!

Qui, appiccicato a quest'Alga umana.

A condividere il divano con lui.

Dio, quanto darei per poter dormire così !

Credo fermamente che lui in questo momento possa avere al suo fianco anche Mihawk in persona per la seconda volta, che dormirebbe come un sasso lo stesso.

Io invece, preso da UN MINIMO di nervosismo, no.

È una condanna.

Ingiusta.

... che però mi sono inflitto da solo *sob*

Mi giro su un fianco, sopportando pazientemente la conseguenza.

In questo modo ci ho avvicinati ancora di più.

Ma dopotutto, se qualcuno -un disgraziato- alzandosi ci avesse visti, gli si poteva dare occasione di pensare male fino in fondo.

Ormai quel che avevo perso era .. appunto perso.

Ed era il mio orgoglio.

Tento di mettermi il cuore in pace il più possibile, chiudendo gli occhi.

Il mio pensiero vola fino alla cabina delle ragazze.

Ahhh, dolci Nami-swan e Robin-chwan~


Sento il getto dell'acqua scivolare sulle mie mani.

Finisco di lavarmele per bene prima di servire il piatto.

< posso dare una mano in qualcosa ? >

La voce nitida e rilassata di Ace, mi giunge alle orecchie.

Girandomi lo vedo seduto al tavolo, con le mani appoggiate sotto il mento, a sostenergli la testa.

Mi rivolge un sorriso sghembo.

Ricambio la cortesia.

< no, sei un ospite su questa nave >

Prendo a tirarmi su le maniche per evitare di inzupparle più del dovuto.

< ... stai pure seduto e rilassati > concludo.

< capisco > afferma senza spostare la sguardo da me.

Con attenzione prendo il piatto colmo di zuppa di carne e verdure appena fatto.

Pronto per essere servito.

Lo porto lentamente sul tavolo, ma nell'appoggiarlo un suo movimento brusco mi fa perdere anche di poco l'equilibrio, rovesciando del contenuto liquido su di lui.

Aveva ritirato il braccio dal tavolo per farmi spazio e io mi ero lasciato distrarre !

Una cosa imperdonabile.

< Accidenti, scusa ! Davvero .. Perdona la mia distrazione. >

Tento di rimediare prendendo alla svelta uno straccio dal bancone e controllando i danni.

Il sugo si era sparso su tutto l'addome impregnando per bene i pantaloni fino all'altezza del cavallo.

Senza pensarci troppo, comincio ad asciugare la sua pancia, strofinando un po'.

Ace non accenna a muoversi, fissando ogni mio movimento con manifestato interesse.

Il lento asciugare, sembra quasi non essere quello che è veramente.

Mi sembra di non sentire la stoffa ruvida sui polpastrelli, ma invece la sua stessa pelle, gli addominali d'acciaio che mette sempre in bella mostra.

Tento di non farci caso e arrivo a pulirgli anche i pantaloni.

Sfrego il tessuto, che però aveva già provveduto ad assorbire.

Provo allora irrimediabilmente ad asciugare il resto.

Le conseguenze del mio gesto però non le avevo calcolate.

Non avevo avuto nessun secondo fine !

Sento la sua mano calda passare sulla mia mano e intrecciare le dita con le mie per esercitare più pressione tra le sue gambe.

Mi lascio guidare come se non potessi far altro.

Sento i suoi respiri attaccati al mio orecchio.


< ngh. >

Spalanco gli occhi.

La prima cosa che realizzo è di essermi svegliato.

Bene.

La seconda è di aver fatto una specie di sogno/fantasia erotica su Ace.

Male.

La terza ...

< cuoco >

In preda ad una sorta di shock, giro con lentezza infinita la testa di novanta gradi, indirizzandomi a dove provenisse le voce.

Malissimo.

La faccia di Zoro era impagabile.

Fossimo stati in un'altra situazione l'avrei preso in giro fino alla morte.

Il viso era corrucciato come non mai, la fronte aggrottata, i denti digrignati e piccole gocce di sudore gli scendevano dalle tempie.

Gli occhi non volevo vederli.

Ma non ci sarei riuscito neanche volendo.

... perchè le devo fare sempre io queste figure di merda ?!

Io, il ritratto della perfezione, l'uomo che tutte le donne vorrebbero, l'amante universale ... in una situazione come QUESTA.

La consapevolezza di dove fosse ancora ferma la mia mano mi manda in tilt il cervello.

Sento le sue dita ancora sopra alle mie.

Come risvegliatomi da una trance temporanea, ritraggo con uno scatto tutto il braccio, tenendolo stretto a me.

< eh ... > mi schiarisco la voce < io ... e-ecco ... nooo --- >

Le parole mi muoiono in gola.

Non mi interessa un gran ché.

Tanto non credo ne sarebbe uscita fuori una frase sensata.

Ritengo che non mi sia rimasta scelta, all'infuori di stare ancora qui in balia di queste fottute conseguenze.

Faccio per andarmene, cominciando col dargli le spalle, quando lo sento trattenermi e salirmi a cavalcioni sul bacino, appoggiandosi coi gomiti sul bracciolo, tenendomi la testa bloccata tra questi.

< ma che razza di sogni fai ?! >

La sua espressione era completamente cambiata.

Sulla sua faccia era dipinto un sorriso di scherno e gli occhi -ora li vedevo- erano incollati ai miei.

Avevo anche dimenticato la domanda.

Senza volere comincio a balbettare come un cretino.

Tecnicamente però, vorrei solo trovare un modo per scappare ed andare a sotterrarmi da qualche parte.

Anzi, meglio annegarmi, visto che qui di terra c'è solo quella del giardino dei mandarini di Nami-san.

< M-marimo ... togliti s-subito ... >

Le mie guance si fanno sempre più calde.

La sua smorfia si allarga.

< dimmi; ci avevi preso gusto ? >

Sembra voler uccidermi.

Ma se invece provocarmi e basta era il suo obbiettivo, allora avrei dimenticato l'accaduto per fargli rimangiare ogni singola lettera.

Inizio a divincolarmi, tentando di togliermelo di dosso.

Lui non demorde.

Si attacca con una mano ai miei capelli, tirandoli forte.

< che c-cazzo ... fai, deficiente ... !! > esordisco.

Tento di urlare la frase il più possibile, riempendo all'improvviso i polmoni.

L'aria mi fa girare per un attimo la testa.

Probabilmente approfittando della distrazione, si avvicina maggiormente e incolla le sue labbra alle mie.

< mhh !!!! >

Sgrano gli occhi e con le mani spingo la sua testa lontano da me.

Il risultato è però quello di procurare ancora più dolore a me stesso.

La sua presa è decisamente violenta.

Ma che cazzo stava facendo ?!?

Lo sento spingere la sua lingua all'interno della mia bocca e non passa molto prima che lui riesca ad ottenere forzatamente l'accesso.

Le salive cominciano a mischiarsi, abbandonando i proprietari.

Lo Spadaccino affonda, spingendo anche il suo corpo contro il mio, provocandomi brividi che si spingono senza controllo fino al basso ventre.

Si stacca infine per respirare e passa a leccare il collo con veemenza.

Questa è la mia unica opportunità.

Potrei non essere di nuovo così “fortunato”.

< BRUTTO DEMENTE CHE NON S-SEI ALTR ... O ... gh ... DANNATO ... s-spost-ati !! >

Spingo con tutte le mie forze sulle sue spalle, ma si sa che non sono le mani il mio punto forte, per quanto riguarda il combattimento.

Lo smuovo però il giusto, per riuscire a staccarlo da me.

Mi guarda dall'alto con aria da sbruffone.

Proprio la sua aria.

Mi rivolge un altro ghigno dei suoi prima di sospirare.

< non mi dire che non vuoi continuare quello che TU hai iniziato ... >

Rimango basito dalle sue parole.

Cosa dovrei capire ?

Con il pollice mi accarezza il labbro inferiore fissando la mia bocca, rimasta semiaperta per lo stupore.

Si avvicina al mio orecchio senza difficoltà.

Comincia a passarci la lingua calda sopra.

A quel punto mi obbligo a riprendere il controllo di tutto.

Cosa avrei combinato stando impalato ?

< no. >

La mia voce risuona finalmente ferma come volevo.

Zoro si blocca.

Si alza quel poco che gli serve per guardarmi.

Questa volta devo sostenere il suo sguardo.

Rimaniamo a fissarci e io tento disperatamente di non far trapelare il mio nervosismo.

D'un tratto sembra ridere di gusto e -ignorandomi palesemente- si fionda su di me.

Incredibile, non mi ha neanche calcolato !

Comincia a mordere con foga ovunque passi, le sue mani scendono velocemente scorrendo sotto la camicia e slacciandone i bottoni.

Non riesco neanche più a ragionare e il mio corpo risponde solo a lui.

Con un minimo d'imposizione, mi trattengo dal peggio.

Tento di non dargli nessuna soddisfazione.

Ma proprio quando il rumore della cintura slacciata accompagna la sua mano, che lenta scivola fino ad andare a stuzzicare la mia parte più intima, stando al di sopra dei boxer, il cervello stacca definitivamente la spina e l’istinto animale ha il sopravvento.

Ed è proprio grazie -o dovrei dire a causa ?- a questo che divento tutt’ad un tratto più partecipativo.

Un gemito si spinge fuori dalle mie labbra e il calore delle sue dita si fa più intenso.

Tutto questo cominciava a piacermi.

Nelle parti più basse la reazione, invece, era stata molto più semplice; lo desideravo e basta.

Ora che quindi il mio orgoglio, il mio pudore, forse il mio tutto, erano andati a farsi un giro, mi tiro su a sedere, prendendo bene le misure e ricongiungendo le labbra con foga.

Perlomeno avrei contrastato la sua autorità.

In qualunque ambito, non l’avrei lasciato prevalere.

Lui risponde ad ogni mio gesto con altrettanta voglia.

Gli tolgo facilmente la maglietta bianca, che viene presto inghiottita nell’oscurità del pavimento.

Percorro la sua cicatrice, prima con la punta delle dita, poi, chinandomi, con la lingua, approfittando per farlo stendere sotto di me.

Con molta fatica, lottando al meglio contro la sua imposizione, riesco ad ottenere una posizione a mio vantaggio.

Passo più volte il mio bacino sul suo, mordendo le sue e le mie stesse labbra.

Tra poco sanguineranno di sicuro.

Scivolo su di lui, fino ad arrivare ad un confronto diretto col suo ventre.

Libero la sua evidente erezione, ma prima che mi venisse in mentre qualunque altra cosa, mi prende per le spalle e tenta di ribaltare di nuovo la situazione.

Evitando di fare la figura dello sprovveduto, lo spingo a mia volta ed entrambi finiamo giù dal divano.

Purtroppo però -come è stato accertato durante il corso dell’intera nottata, a parer mio-, la sfiga è dalla mia parte, così è proprio lui a trovarsi nella posizione adatta per dirigere il gioco.

Perchè si trattava di un gioco, niente di più.

Un cazzo di incidente, per il quale ora ci troviamo mezzi nudi, uno steso sopra all’altro.

Non può essere che ci sia altro.

Ci siamo solo portati troppo in là, così ora dobbiamo soddisfare tutti i nostri desideri.

Come se avesse seguito il mio ragionamento, Zoro raggiunge di nuovo la mia faccia e a mezza bocca, tenta di mettere in fila della parole.

< alla fine ti piace, vedo ... >

A chiunque potrebbe far paura, per le sue affermazioni, per il tono –assolutamente arrogante- con cui le dice, per i suoi –alquanto ineducati- atteggiamenti ... ma non a me.

< Stupido. Marimo. Cretino. >

Probabilmente non si aspettava di meglio e riprende a torturarmi.

In quel momento di pausa avevo ripreso un poco coscienza.

Ma cosa stavo facendo ?

Perchè ero lì ?

E soprattutto ... perchè non volevo più andarmene ?

Forse avevo bisogno di uno sfogo fisico.

O forse i miei ragionamenti di prima, quelli sul rapporto, erano semplici auto-convinzioni.

No, non poteva essere.

Era escluso a priori.

Vengo catapultato fuori dai miei pensieri, mentre lo sento levarmi i pantaloni.

Afferra il mio membro, prima di qualsiasi mia mossa, e comincia a darmi piacere.

Non oppongo resistenza, mi fa rimanere semplicemente senza forze.

Continua ad accarezzarmi ovunque, facendo aumentare l’intensità dei miei sospiri, mi lecca, mi bacia ...

La preda inerme.

Era riuscito ad ottenere quello che davvero voleva.

Sento un altro fruscio di vestiti, ma non me ne curo.

I saldi movimenti mi trasmettono vibrazioni, che viaggiano a fior di pelle su tutto il corpo.

Il pavimento duro sotto la mia schiena sembra ormai un lontano ricordo.

D’improvviso rallenta e smette.

Apro un occhio, poi l’altro.

Si sta leccando le dita con fare impegnato.

La consapevolezza mi attraversa il cervello in un lampo.

< NO ! >

Afferro un suo braccio stringendo la presa e fissandolo, in attesa.

Ricambia lo sguardo, stupito, poi il suo viso si distende nuovamente, serio.

< stai sognando di nuovo ? >

Una stupida domanda, chiaramente retorica.

Sapeva quasi meglio di me che non stavo dormendo.

Ignorando il mio ordine di prima, continua a passare la lingua sulle falangi, senza distrarre lo sguardo da me.

Comincia ad accarezzarmi di nuovo, probabilmente un vano tentativo di farmi cambiare idea.

< ... ti ho detto di smetterla > esalo.

Introduce a tradimento ben due dita.

Il dolore è allucinante.

È matto, non voglio più stare qua.

È sicuramente un altro incubo, perciò devo solo svegliarmi.

< sognavi ... di nuovo Ace ... mh ? >

Il tono con cui mi arriva la frecciatina è sempre più cattivo e acido.

Spinge dentro sempre di più.

< ... desideravi farle a lui quelle cose ... vero ? >

Le lacrime cominciano a bagnarmi le guance.

Mi sento una fottutissima ragazzina.

Io, che ho sopportato dolori ben peggiori, qui a piangere per questo.

Ma è inevitabile.

È un riflesso involontario come l’irrigidirsi.

Ed arriva il colpo di grazia.

Sostituisce le dita con sè stesso.

Arriva a fondo e devo soffocare un grido con entrambe le mani.

Il dolore è lancinante.

Lui rimane immobile, aspetta.

Con la faccia segnata dallo sforzo del trattenersi, si piega su di me e mi discosta le mani.

Queste cadono come fossero di pezza.

Non c’è più scudo, più alcuna corazza che mi protegga.

Completamente e letteralmente sottomesso.

Zoro fa scorrere la sua mano sulle guance, sugli occhi che al loro passaggio si chiudono, timorosi, sulle labbra, segnate dalla dura lotta, tra i capelli spettinati.

Posa un altro bacio sulla mia bocca poi, col viso nascosto dall’ombra, parla.

< ... ma invece ... ci sono io >

Un sussurro.

Rimango a fissarlo.

Sopra al dolore, lo stupore.

Mai e poi mai mi sarei aspettato una cosa simile.

Al di là della situazione, questo improvviso cambiamento.

Lentamente prova a muoversi dentro di me e ricomincio a tremare involontariamente.

Ma pian piano le cose cambiano.

Sarà il suo stesso calore che mi ha pervaso, la sua presenza che sembra essere diventata quasi rassicurante, la sua mano che ha ricominciato a lavorare sul mio ventre.

Il dolore si fa da parte e comincia il piacere.

Tutto intorno a me scotta come non mai, il mio corpo ha voglia di esplodere e vuole di più.

Tocco il suo braccio, rimasto puntellato ad un mio fianco, cercando un appiglio.

Ho bisogno di tenermi a qualcosa, mi sento come se stessi scivolando.

Mi si avvicina di nuovo, in risposta al mio gesto, e asciuga una vecchia lacrima, rimasta sulla mia faccia.

Respira al mio orecchio, a tempo con tutti i movimenti.

Mi fa impazzire.

La mia pelle è continuamente scossa da brividi.

Non appena si discosta un minimo da me, inarco la schiena e rimango bagnato del mio stesso seme.

Poco dopo, accompagnato da un profondo gemito, lui viene dentro di me.

Senza uscire ancora, fa di nuovo scorrere la destra su tutto il mio corpo e mi accarezza.

Si sofferma sulla testa poi ghigna.

Si stacca completamente da me, mentre ancora non riesco a regolare il respiro.

Mi sembra di aver vissuto l’avvenimento più assurdo della mia vita.

Eppure ora mi sento bene.

Certo, appagato sessualmente, ma anche il cuore sembra essersi alleggerito.

Zoro è steso supino al mio fianco.

Mando impulsi al braccio fino ad ottenere una risposta.

Alzo il destro e lo sbatto sul torace del mio compagno.

< ti odio ... ti odio con ... tutto me stesso >

Sospira forte.

Posso cogliervi un pizzico di sarcasmo.

Aspetto un vita, steso nel buio, incredulo.

Cosa sarebbe successo ora ?

E domani ?

Tutto questo non doveva significare niente.

Non poteva.

Era stato un malevolo incontro.

La stanchezza comincia a pervadermi i sensi e raccolgo le ultime forze per rimettermi alla bell’e meglio i vestiti aggrappandomi al divano per alzarmi e appropriarmene interamente.

Quello che avrei dovuto fare all’inizio di tutta questa storia !

Con un ultima occhiata, mi accorgo nel corpo mezzo svenuto a terra.

Dorme già.

Nudo.

Un vago senso di imbarazzo mi assale e per puro pudore decido di agire.

Prendo la coperta dal bracciolo e gliela butto sopra, quel che basta per coprirlo.

Non avrei fatto altri sforzi per lui.

E l’indomani probabilmente l’avrei anche riempito di botte.

Mentre il mio umore passa in rassegna tutti i momenti, la testa trova pace.

Il buio mi avvolge interamente e, ora, non ho più nessun pensiero.




Et voilà~

Scusate per l'inizio capitolo, ma è ovvio che se non si capisce come è costruito il tutto,

la storia arriva a far schifo ..

avanti, come fa a succedere tutto questo in UNA notte ? XD


Comq, cambiando discorso,

spero di non aver deluso le vostre aspettative :D

Ci tengo molto al vostro giudizio >


... e poi sì, ecco la mitiiica comparsa di Ace~♥

Kyyaahhh **


Infine, vi posso dire di continuare a seguire se volete,

anche se non è ancora deciso se ci sarà un finale inerente a TUTTI E 3 i capitoli.

Vedreeemo *suspence*


Grazie ancora a tutti voi;

alucard51

yuki89

Dready

SakuraX16

QueenCamelia13

angela90

memuzz


See ya :D


  
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