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Autore: AdryaM    13/09/2010    3 recensioni
Bella vive a Forks con suo padre. Seduta alla tavola calda, aspetta impazientemente l'arrivo della sera, consapevole che la sua vita cambierà. Ma non ha idea che il destino a volte gioca brutti scherzi e che presto le sue speranze saranno disattese. Partirà così alla volta di New York per cercare di rifarsi una vita, e proprio lì incontrerà il famoso attore Edward Cullen, noto per il suo carattere scostante, che le sconvolgerà completamente la vita. E quando tutto sembra tornare a girare finalmente di nuovo per il verso giusto, arriverà il fato che ancora una volta scompiglierà tutte le carte in tavola.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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2. Una nuova occasione
CAPITOLO 2
Una nuova occasione
 
Camminavo per la cucina con un vassoio e una bottiglia in mano. Di là c’erano Jess e Angela e da buona padrona di casa, stavo portando loro qualcosa da bere. Mi erano venute a trovare ogni giorno. Non ero riuscita ancora a riprendermi dalla batosta.
Era passato più di un mese da quel giorno. Ultimamente non ero uscita granché di casa, la gente mi fissava mentre camminavo, ed io avevo sempre odiato le persone che mi osservavano. Si aspettavano tutti io e Mike ci sposassimo, che andassimo a vivere a New York, che avessimo due o tre bambini.
Ed in un certo senso era quello che mi aspettavo anche io. Certo, magari non mi avrebbe chiesto di sposarlo, ma lasciarmi, sicuramente, non era tra le mie alternative. Sospirai. Ripensare a quella sera mi faceva stare così male. Non c’eravamo più sentiti. Avevo provato a chiamarlo un paio di volte, ma al secondo squillo avevo riattaccato, e lui, ovviamente, per cavalleria, non aveva mai richiamato.
Solo adesso mi rendevo conto di quanto fosse sempre stato egoista e stupido, ma ero così inebriata dai miei sentimenti, che non lo avevo visto davvero.
Mio padre era disperato. Avevo smesso di mangiare i primi giorni, e stavo chiusa in camera mia, senza dire una parola. Faceva quello che poteva poverino. Così avevo capito che era meglio smetterla, prima di farlo preoccupare troppo, e avevo ripreso a nutrirmi.
“Lo hai visto con Faith?” Disse con tono disgustato Angela, mentre entravo nella stanza.
“Shh.” Fece rapidamente Jess, appena mi vide entrare nel salone, dando una gomitata alla nostra amica.
Stavano parlando di Mike.
“Vedete che potete parlare di lui.” Esordii per rompere un silenzio imbarazzante, mentre poggiavo il vassoio sul tavolo. “Ci siamo lasciati, ed è normale che ognuno riprenda le redini della propria vita.”
“Ecco appunto Bella, anche tu dovresti riprendere le redini della tua.” Attaccò Jess.
“Bella, Jessica ha ragione, dovresti fare qualcosa, non puoi rimanere qui a disperarti.” Aggiunse Angela, con tono premuroso. “Noi ti vogliamo bene, e Mike si è comportato da stronzo. Ma ormai è finita, vi siete lasciati, e giunti a questo punto, meglio così, no?”
Sentivo le lacrime salire lente e arrivare agli occhi. Le ricacciai dentro, non senza difficoltà.
“Avete ragione, ragazze. Ma non riesco ancora a capacitarmi di tutto quello che è successo. Un giorno prima andava tutto bene e poi è bastata una proposta di lavoro a farci dividere.” Le mie amiche mi osservarono ammutolendosi. Non sapevano cosa altro aggiungere. E in realtà non c’era niente da aggiungere.
Il resto del pomeriggio passò tranquillo. Ovviamente, dopo quella parentesi, cambiarono discorso, e fecero di tutto per non farmi pensare a lui.
Quando andarono via presi il mio portatile e cominciai a cercare su internet qualche lavoretto da queste parti, inviando anche il curriculum. Ad un certo punto, iniziai a non guardare più neanche i luoghi del lavoro, mandavo email a caso, dovevo fare qualcosa, quella monotonia non faceva che farmi ripensare a lui.
Dopo circa due ore rincasò mio padre che mi destò dalle mie faccende. Gli preparai la cena e senza dire molto, andai a dormire. I soliti incubi mi perseguitavano, ma questa volta, accanto ai diversi volti familiari, ne apparve qualcuno che non mi sarei mai aspettata.
Sognai un attore, quell’Edward Cullen, che mi salvava dalle grinfie di Mike. Ed ero felice con lui, come non lo ero mai stata neanche con Mike. Mi svegliai nel cuore della notte. Quel sogno mi fece agitare, ma nello stesso tempo una sensazione di tranquillità mi pervase. Chiusi gli occhi e mi riaddormentai.
La mattina appena mi svegliai, tutto sembrava stranamente silenzioso. Scesi le scale e mi accorsi che mio padre era uscito. Ero sola, non che avessi voglia di compagnia.
Distrattamente accesi il computer e cominciai a leggere le email. La maggior parte mi dicevano che erano spiacenti, altre mi offrivano grandi opportunità di carriera, niente però in realtà che valesse la pena. Finchè i miei occhi non andarono per caso su una mail di un prestigioso hotel newyorkese. Aprii, convinta che sarebbe stata l’ennesima offerta di pernottamento per un weekend romantico. Ma mi sbagliavo di grosso.
Rimasi almeno mezz’ora con gli occhi fissi sul computer a bocca aperta. Non avevo mai riflettuto su un ipotetico lavoro al di fuori da Forks, ma il fatto che fosse a New York era l’unica cosa che contava davvero. Magari arrivata lì, avrei potuto chiamare Mike e chissà, con il tempo, potevamo tornare insieme. Quest’idea, per lungo tempo abbandonata, mi riempì di un insolito entusiasmo.
Presi immediatamente il telefono e chiamai il numero del responsabile del personale.
 “Hotel il Plaza, buongiorno, in che cosa posso esserle utile?” Rispose una signorina con un tono molto educato e voce trillante.
“Salve, vorrei parlare con il signor Clearwater.” Dissi cercando di non apparire ansiosa.
“Lei è?”
“Isabella Swan.”
“Un attimo, signorina Swan.” Subito partì una musichetta molto rilassante, quasi ipnotica.
“Signorina Swan, la ringrazio per avere chiamato.” Mi rispose improvvisamente una voce di un signore che doveva avere almeno una cinquantina di anni.
“Mmm, si, grazie a lei, per aver risposto così celermente alla mia richiesta.” Mi sentivo una demente, ero impacciata e non sapevo che dire.
“Il suo curriculum ci ha colpito molto. Ho visto che ha lavorato già in un hotel.” La sua voce era così professionale che mi sentivo davvero intimidita.
“Si, qui nella città dove abito c’è un piccolo hotel a conduzione familiare di proprietà dei Newton, e ci ho lavorato per qualche estate.” Ebbi un piccolo colpo al cuore, ripensando all’hotel dei genitori di Mike. Ma dovevo rimanere concentrata, dovevo apparire professionale, ma sapevo di avere un tono da cartone animato.
“Ok, bè, se per lei va bene, vorrei che venisse lunedì mattina dalle 9. Mi piacerebbe conoscerla di persona e fare quattro chiacchiere con lei.” Rimasi di sasso. Lunedì era tra due giorni.
“Farò il possibile.” Risposi senza pensarci. “A risentirla.” E senza neanche aspettare i suoi saluti, e presa dalla confusione, agganciai.
Cosa stavo facendo? Cominciai a cercare su internet i voli per New York. Non erano molto economici, ma avevo un po’ di soldi da parte per le emergenze, e questa era un’emergenza senza ombra di dubbio.
Senza pensarci due volte, acquistai il biglietto per il volo.
Non potevo credere a quello che avevo appena fatto. Lunedì sarei stata a New York per un colloquio di lavoro al Plaza.
Respirai a fondo, cercando di contenere l’agitazione. Dopo neanche due secondi rientrò mio padre. Tempismo perfetto.
“Papà devo darti una notiziona.” Lo vidi sorridere. Aveva notato la mia eccitazione.
“Dimmi Bells.” Chiese contento.
“Ieri ho mandato un po’ di curriculum, e bè… lunedì ho un colloquio.” Dissi omettendo la parte più difficile. Ero sicura che mi avrebbe fatto una scenata sentendo che si trattava di NY.
“Oh, sono davvero contento!” Sapevo che per lui era difficile esternare le emozioni in maniera palese, e sentire l’entusiasmo nella sua voce, mi dava una carica maggiore. “Di cosa si tratta?”
“Receptionist.” Risposi allegramente.
“Ma è perfetto, tu hai sempre adorato il lavoro all’hotel dei Newton!” Mi venne vicino e mi abbracciò.
“C’è solo un piccolo particolare.” Dichiarai mentre mi stringeva, e mi liberò dalla morsa per osservarmi in viso, aveva notato il tono di preoccupazione nelle mie parole.
“Cosa tesoro?”
“E’ il Plaza a New York.” Per qualche secondo, dopo la mia dichiarazione, rimase immobile ad osservarmi. Attendevo le sue urla di protesta, del resto, fino a quel momento non ci eravamo mai separati davvero, tranne quei pochi giorni che durante l’anno passavo dalla mamma.
“Ma Bells.. il Plaza.. è… è… è… è fantastico.” Disse infine emozionato.
Lo fissai stupita della sua reazione.
“Io pensavo che mi urlassi contro!”
“Come potrei tesoro? Dopo tutto quello che hai passato? E’ un mese che non ti vedevo così allegra e felice. Quando hai il colloquio?”
“Lunedì. Ho già fatto il biglietto dell’aereo.”
“Sono sicuro che andrà benissimo.” Mi abbracciò di nuovo. I suoi occhi brillavano. Era orgoglioso. Da tantissimo tempo non lo vedevo così.
Ovviamente lui non sapeva e non sospettava il mio piano malefico di riavvicinamento con Mike. Non sapeva neanche che Mike sarebbe andato a New York. Non lo aveva mai sopportato, lo riteneva un pallone gonfiato, ma aveva sempre rispettato le mie scelte. Mi ripeteva, che se io stavo bene con lui, allora era felice. E quando aveva saputo che c’eravamo lasciati, diciamo che non si era dispiaciuto più di tanto.
Lo lasciai in salotto e corsi a chiamare le mie due amiche.
La mia vita stava cambiando, ma mai avrei immaginato quanto.

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Vi ringrazio dal profondo del cuore per aver avvolto con tanto calore la mia storia :)
Spero do continuare ad appassionarvi!
Ho deciso di postare prima di giovedì, per farvi un picolo regalo!
L'altro capitolo lo posterò ugualmente giovedì!
Buona lettura!
@ciccinella: <3
@giova: ne dovrà vedere Bella di cambiamenti nella sua vita... spero non rimarrai delusa!
@yara: Bella prenderà una botta dietro l'altra, ma del resto, tutto è imprevedibile, no? Grazie per il commento!
@poc: grazie mille ^__^

Grazie anche a tutti voi che seguite silenziosamente la mia storia :)

   
 
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