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Autore: MirkoCullen96    13/09/2010    1 recensioni
Rosalie Hale è una normalissima ragazza che vive in un piccolo paesino del Canada. un giorno i suoi genitori muiono in un incendio e, per puro caso, lei si salva. dopo essere stata affidata alla zia, Rosalie è obbligata a trasferirsi a Forks, una piccola cittadina nello stato di Washington. è qui che incontrerà Emmett e ... nuove e vecchie storie ^^
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rosalie Hale
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
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Innanzitutto  devo assolutamente chidere scusa a tutti voi.
Sono in un estremo ritardo e bè ... Mi dispaice molto non per me, ma per voi che seguite la mia storiella ^^
Purtroppo ho avuto dei problemi con il computer, quindi sono stato lontano
dal mio PC per circa una settimana
e sinceramente non ho avuto il tempo di scrivere ....
Ma eccomi qui con un nuovo capitolo della mia storiella Rosaliesca!!! :P
Spero vi piaccia
Mirko

Risposte alle recensioni a fondo pagina

Probabilmente, l’unica cosa che mi era successa nelle ultime ventiquattro’ore, è stato Robert.

Non so …
Forse perché il suo sorriso mi metteva sempre allegria,( per quanto si possa mettere allegria ad una diciassettenne che ha appena perso la propria famiglia ) …
Forse perché ogni cosa di lui era perfetta ai miei occhi …
O forse, semplicemente, ero stata contenta che lui, proprio lui, fosse stato il primo ( e l’unico per ora ) ad essersi preoccupato tanto per me, da venirmi a trovare all’ospedale.
Ospedale … che brutta parola.
Tra il cimitero e l’ospedale non sapevo cosa scegliere.
Il cimitero era così … tenebroso. Sembrerà scontato, ma anche solo al suo pensiero mi veniva addosso una specie di sensazione strana … come se quel posto mi aspettasse.
Come se mi riservasse un posto.
Come se sapesse che prima o poi sarei arrivata. Bè non è che questa sensazione abbia del tutto torto, sapevo pure io che sarei morta prima o poi. Ma preferivo non pensarci.
Sin da piccola dicevo ai miei genitori:
“ mamma … papà, sappiate che quando voi morirete, io verrò al vostro funerale ma state certi che al cimitero per trovarvi non ci verrò.”
Ora che quel momento era arrivato, rimanevo fedele a quello che dicevo sempre. Anche se mi dispiaceva un sacco.
Una lacrima solitaria uscì inesorabilmente dal mio occhio e facendomi un leggero solletico, solcò la mia guancia per andare a finire sul collo e cadere sul letto d’ospedale.
Era sera ormai a Banff e il freddo della notte entrava nell’edificio nonostante gli spessi muri e i caloriferi accesi alla massima temperatura.
Mi vennero i brividi.
‘meglio che mi copri’ dissi tra me distendendomi sul letto e mettendomi un pigiama di lana e due coperte.
Avevo i piedi congelati nonostante le quattro paia di calze che indossavo.
Sinceramente mi ritrai in un momento dove non seppi più che fare.
Ricordare? Era proibito … dimenticare? Mi faceva paura. (Twilight S. Meyer)
Così mi guardai intorno.
Quando il mio sguardo cadde sul comodino di fianco al letto, un sorriso mi si dipinse in faccia.
Come in mostra il libro di mio padre, che Allison mi aveva portato quel giorno, mi guardava come se volesse essere letto.
La copertina, che raffigurava due mani piccole e delicate che tenevano una grossa e rossa mela, non mi ispirava e il titolo non era di meno.
“Twilight”, ma perché chiamare un libro “Crepuscolo”?
Domanda alla quale probabilmente soltanto la scrittrice mi sarebbe riuscita a dare.
Contro la mia volontà, presi in mano quel romanzo.
Inizialmente lo scrutai attentamente, leggendo la trama, e piano piano, incominciò ad incuriosirmi.

“Non avevo mai pensato seriamente alla mia morte, nonostante nei mesi precedenti ne avessi avuta più di un'occasione, ma di sicuro non l'avrei immaginata così.
Con il fiato sospeso, fissavo gli occhi scuri del cacciatore, dall'altra parte della stanza stretta e lunga, e lui ricambiava con uno sguardo garbato.
Era senz'altro una bella maniera di morire, sacrificarmi per un'altra persona, qualcuno che amavo. Una maniera nobile, anche. Conterà pur qualcosa.
Sapevo che se non fossi mai andata a Forks non mi sarei trovata di fronte alla morte. Per quanto fossi terrorizzata, però, non riuscivo a pentirmi di quella scelta. Se la vita ti offre un sogno che supera qualsiasi tua aspettativa, non è giusto lamentarsi perché alla fine si conclude.
Il cacciatore fece un sorriso amichevole e si avvicinò con passo lento e sfrontato, pronto a uccidermi.

(Twilight, Prefazione)

Non ci pensai due volte e iniziai a leggere.

***

Erano le 23 56 e avevo già letto quasi 9 capitoli del libro.
Uno sbadiglio evase dalla mia bocca con un effetto sonore che poteva significare soltanto una cosa: dormire.
In effetti avevo un stanchezza addosso che non potevo ignorare.
Mi misi comoda sprofondando la testa nel cuscino che era morbidissimo. Il letto, al contrario, era durissimo.
Mi sembrava di dormire su un tronco.
Mi rigirai più volte e, dopo aver riguardato la sveglia ( che segnava le 00. 11 ), presto mi arresi.
Mi misi a pancia in su e braccia dietro la testa guardando il soffitto, bianco ovviamente.
- è sempre così … - un’improvvisa e acuta voce mi fece sobbalzare, anche se leggermente.
Mi girai e vidi il bambino con cui dividevo la stanza.
- scusa? -
- è così per tutti, la prima notte intendo. - disse guardandomi.
Aveva due grossi e scrutanti occhioni verdi e dei capelli corti di una tonalità che mischiava il biondo e il castano.
Erano bellissimi.
La sua pelle era simile alla buccia di una pesca e due pomelle rosse coloravano le sue guancie cicciotte.
- è mezzanotte passata. Non sarebbe meglio che tu dormissi? Notte - dissi girandomi dall‘altro lato dimostrando disinteresse.
- Nessuno mai riesce a dormire la prima notte d’ospedale. - sbuffai.
- parli come se vivessi qui. - dissi rigirandomi per guardarlo in faccia.
Qualcosa nei suoi occhi si spense.
- se due mesi di permanenza per te è vivere qui … si ci vivo. - dissi mostrando i suoi denti bianchissimi.
- due mesi? Dio è moltissimo … - dissi sconcertata.
- ci sono abituato. Comunque, molto piacere, io sono David. - disse porgendomi la mano.
- non ci arrivo fino a li. - gli dissi allungando il braccio e sforzandomi.
- oh, bè. Era solo per dire che ci eravamo presentati. -
- ok. Io sono Rosalie. -
- ok, Rosalie. - disse lui.

***angolo dell'autore***chiedo di nuovo scusa per il ritardo e per il capitolo troppo corto, ma sinceramente oggi è iniziata la scuola e .... bè essendo in prima superiore, sono statio scioccato ( positivamente, ovviamente).

risposte alle recensioni:

aLiCe_CuLlEn: sono davvero contento di essere riusvito a farti emozionare ..... veramente, non avrei mai pensato che tu .... bè diciamo il xchappy non è stato concepito per commuovere, ma questo mi colpisce molto.
sicuramente, anche leggendo la saga, Rosalie sarà una ragazza moltoforte moralmente e con grande facilità  supererà anche gli ostacoli più grandi.
spero che questo capitolo ti sia piaciuto,
Mirko.
Ps: non vedo l'ora di tornare a scuolaaaaaaa!! ihih tu no?? e poi sono mega felice per pallavolo!! :))))

Lalayasha:  credo che la cosa del libro sia la cosa che mi sia uscita meglio, per ora ... è una cosa dolcissima per me, per te, per tutti i lettori e soprattutto per Rosalie avere un oggetto concreto e palpabile, che possa guardare .. toccare ... sentire .. per ricordarsi di quelle persone che costituevano la sua vita.ùma ora devo andare avanti e non può solo pensare al passato.
quello che prova Robert per Rose si scoprirà più avanti, quindi non vogli oanticiparti nulla.
ciauuuuuuu

MonyPurpa: sono contentissimo della tua recensione .... grazie mille. sinceramente credo che non sia colpa di Rose se i suoi sono morti e soprattuto non credo che il dottore abbia intristito rose anche perchè più tristi di così, non si può!! AHAAH

  
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