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Autore: Aurora Mercury    13/09/2010    2 recensioni
Lei, Aurora aveva tutto ciò che una ragazza potesse mai desiderare, una vecchia e triste vita ormai dimenticata e una nuova che nn aveva cercato l'ha interrotta..
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Ero su una spiaggia, seduta su uno strapiombo a guardare il mare. Era calmo e i colori cristallini catturavano la mia attenzione. Sospirai. E' stupendo.
Vidi il cielo cambiare colore, dall'azzurro diventò poco a poco arancione e poi rosso, il tramonto.
Sospirai, chissà che ora si è fatta. Pensai scrollando le spalle perdendomi nei miei pensieri sconnessi.
“Amore!” Sussultai nel sentire una voce. Una voce calda e profonda dalle mille sfaccettature, non una semplice voce, la voce.
La voce che mi consolava quando mi trovavo in un momento buio, senza la quale mi sentivo persa e sola..
Sorrisi rallegrata che fosse qui e mi alzai andandogli incontro felice e non potei fare a meno di bloccarmi appena lo vidi.
Un ragazzo alto circa un metro e ottanta, carnagione pallida, occhi castani e capelli biondi. Scossi la testa e ripresi lucidità e ricominciai a camminare. Quando lo raggiunsi mi abbracciò stretta, stavamo per baciarci..
Iniziai a sentire nelle orecchie un rumore continuo e fastidioso. Driiin, Driiiiiiin. Driiiin.
Sapevo di sognare, ma non avevo alcuna voglia di svegliarmi. Volevo restare nel mio magnifico sogno con la persona più importante della mia vita, Marco.
Sbuffai con gli occhi ancora chiusi, sfortunatamente dovevo alzarmi per andare a lavoro.
Ed ecco un altro schifoso giorno.. pensai, sbuffando di nuovo "che mal di testa.." mormorai.
Mi alzai, bevvi il mio caffè e mi vestii in fretta, poi andai allo specchio per controllarmi.
Irritata mi misi la mano nei miei capelli neri e ricci, che oggi volevano essere ancor più ribelli del solito. Fissai sospirando rassegnata la ragazza allo specchio.
Una ragazza alta un metro e settantacinque, magra e con carnagione ambrata. Capelli neri che circondavano un viso ovale, occhi di ghiaccio cangianti, decorati con un filo di matita mi fissavano sconcertati, un naso piccolo e labbra a cuore e rosate, quasi rosse, tradivano una smorfia.
Distolsi velocemente lo sguardi ed usci per andare a lavoro. 
Presi il mio cellulare per controllare se c’erano messaggi.
Ed eccone uno, quando lessi il nome, il cuore batté veloce felice, era Marco il mio ragazzo:

Buon giorno amore mio! Passa una buona giornata.
Io sono già a lavoro..-.- Divertiti.
Ti amo, bacio
Ancora non ci credevo, stavamo insieme da 1 anno e mezzo. Sorrisi felice e ripensai alla decisione presa la sera prima.
Ero pronta a diventare sua in tutti i sensi. Volevo avere una famiglia e lui era l’uomo della mia vita.
Io amavo lui come lui amava me e niente poteva cambiarlo, per questo mi sarei concessa a lui al nostro anniversario di domani.

Appena uscii da lavoro lo chiamai.
“Piccola!” Disse. Il mio cuore aumentò i battiti.
“Ciao amore! Oggi ci vediamo?”
“mi dispiace angelo, ma stasera non posso, devo aiutare un amico.. Fabio! Se non sbaglio te ne avevo accennato..”
Fabio? Scrollai le spalle. “Non ti preoccupare.. fa niente..” risposi triste. Mi mancava terribilmente.
“Scusa amore devo andare.. Giuro che mi faccio perdonare. Ci sentiamo. Ti amo!”
“Anche io!” risposi ma aveva già attaccato.
Sospirai irritata ma lasciai correre, non potevo pretendere che lui passasse tutto il suo tempo con me, soprattutto se un suo amico aveva bisogno di aiuto. Sorrisi, quant'è generoso! Aiutava sempre i suoi amici.
Il cellulare iniziò a squillare facendomi sobbalzare.Sperai fosse Marco che mi chiamava per dirmi di aver cambiato idea, invece, era quella stupida della mia amica.
Feci un respiro profondo "Pronto?" risposi sorridendo.
“Ohi! Ci hai messo per rispondere!” disse lei seccata ma ironica.
“Scusa tesoro, stavo pensando” sospirai
“Ah, strano che hai risposto allora! Ahahah!” lei e le sue battutine idiota ma sorrisi e mi finsi offesa.
“Si.. quando la smetti di prendermi in giro fammelo sapere! ciao!” “Ma no dai aspetta! Stavo solo scherzando! Che c’è non ti vedi con il tuo Marco?” chiese seria “In effetti no.. deve aiutare un suo amico”
"un suo amico eh.." La sentii borbottare. Lei e Marco non andavano molto d’accordo.
Valeria, la mia migliore amica, sopportava a malapena la sua presenza.. Anche se lui la trattava sempre bene.
Ogni volta che Marco faceva qualcosa, e io glielo raccontavo, lei apriva la bocca infervorata come se volesse dire qualcosa ma poi la richiudeva con forza. Da quando stavo con Marco accadeva spesso e io pensavo fosse perché si sentisse trascurata.
Ma prima che le potessi dire qualcosa, disse “Comunque! Visto che non uscite, stasera usciamo insieme! Alle 20.00 ci vediamo sotto casa tua!” .
“Ma veramente..”Cercai di ribattere ma lei mi bloccò.
“e daii! Da quanto non usciamo insieme?!”  il suo tono era palesemente irritato e triste.
Mi fermai sconvolta, non uscivo con i miei amici da un sacco, sembrava passata una vita..
“uff! ok! Ti aspetto a casa mia!”
“ok, siamo d’accordo! Ciao Ridarella!” e chiuse. Sorrisi al mio nomignolo e lieta che non fosse ancora arrabbiata.
Un gran difetto della mia migliore amica era il fatto che non accettava sentirsi dire no e rassegnata andai a casa.

Quella sera.
Eravamo sul corso. La strada più trafficata dai giovani. Li trovavi quasi tutti li ed il bello era che li conoscevi tutti prima o poi, più prima che poi. Infatti, io e Vale ad ogni angolo trovavamo qualcuno che ci salutava.
Non parlammo molto, con lei non c'era bisogno di trovare discorsi o altro, se voleva parlare lo faceva lei e io ero sempre stata silenziosa, anonima.
Svoltammo per andare alle nostre panchine preferite. Quando lo vidi: Marco. Sorrisi e mi bloccai sul posto impietrita.
Scherzava, rideva, e camminava verso di noi. Inclinai la testa fissandolo, era.. mano nella mano con.. Aggrottai la fronte. Con un'altra?!
Pensai fosse la ragazza di un suo amico e che mi stesse facendo uno scherzo. Quando ad un certo punto si girò verso di lei, le prese dolcemente il viso fra le mani e le diede un bacio sulle labbra.
Sentii il mio cuore frantumarsi in mille piccoli pezzettini. Una lacrima mi scese e con il dorso l'asciugai.
Valeria mi prese il braccio per trascinarmi quando il baciò finì ma io la scrollai. Un lampo di lucidità mi attraversò la mente.
Ora capivo perchè lei odiava tanto Marco, perchè non voleva che ci stessi insieme! Lei sapeva.. Forse sapeva anche che lui sarebbe stato li. Chiusi gli occhi tremando. Quante volte aveva cercato di dirmelo ma l'avevo ignorata.... pensai amaramente.
Lei cercò di riprendermi per un braccio, facendomi rinsavire dai miei pensieri, ma la scansai ed andai verso di lui. Arrivai in tempo per sentire “ti amo piccola” e vedere le sue labbra incurvarsi in un sorriso.
A quel punto non ci vidi più niente dalla rabbia.
”ciao Marco!” Esclamai e il suo sorriso svanì quando mi vide. “Che sorpresa trovarti qui, non mi presenti il tuo amico?”
Stava per dirmi qualcosa ma non volevo sentire niente, erano solo scuse.. scuse che non avrebbero riparato niente.
Guardai la ragazza che lo fissava impaurita e poi mi lanciò uno sguardo apprensivo.
Lei sapeva chi ero, sapeva che stavamo insieme... Altra pugnalata. Chissà da quanto andava avanti...non sembrava ne sorpresa dal mio comportamento ne dalla reazione di Marco, era solo preoccupata. Con un brivido di disgusto capì che non lo era per lei ma per lui.. Lanciava occhiate ansiose al mio sguardo omicida.
A quel punto ebbi la conferma che la storia andava avanti già da tempo. La rabbia mi sopraffò. Tirai indietro il braccio e gli tirai un pugno in pieno viso, proprio sul naso. Non ero mai stata una ragazza violenta e cercavo sempre di evitarla ma quando sentii uno scricchiolio - rumore dell'osso che si rompeva - sorrisi soddisfatta.
Guardai la ragazza con odio mentre si piegava per soccorrere Marco, io mi voltai e me ne andai. Sentivo dietro di me le urla e le lacrime di dolore di lui e le urla ansiose della ragazza.
La mia migliore amica Vale mi aspettava dispiaciuta ma soddisfatta. Mi prese per mano, sapeva che dovevo andarmene subito, altrimenti sarei crollata d’avanti a quel verme!

Il tragitto verso casa fu silenzioso. Non riuscii a versare una lacrima. Eppure quando ero arrabbiata ne versavo. I miei occhi versavano lacrime di rabbia ma a volte non di dolore. Ed io ero incavolata nera.
Quando arrivammo sotto casa mia Valeria decise di parlare:
“Se vuoi rimango con te..”
“No. Voglio restare da sola” risposi dura, sapevo che voleva controllarmi. Sicuramente stava pensando a qualche pazzia, ma non lo avrei fatto e lei lo sapeva.
“Non ti preoccupare” le dissi sorridendo per confortarla, ma mi morì sulle labbra perchè dentro mi sentii vuota. “Se ho bisogno ti chiamo ok?” cercai di rimediare
“..Ok”rispose titubante.
“Ciao” dissi di corsa e scappai in casa sbattendo la porta ed andai a letto. Non ebbi nemmeno il tempo di sdraiarmi che un dolore straziante mi assalì.
Piansi.. piansi tantissimo ma alla fine riuscii ad addormentarmi.
Il giorno dopo non andai a lavoro.. non mi andava.
Non mi andava di sorridere quando avevo restare sola a versare lacrime. Non mi andava di sentirmi vuota ad ogni sorriso forzato..
Perciò restai sdraiata a letto per tutto il giorno rannicchiata. Il cellulare squillava di tanto in tanto ma lo ignorai.
Non mangiai. Non bevvi. Non feci niente. Mi sentivo come se non avessi forza a sufficienza.
Cercavo delle immagini di conforto per non piangere e sorridevo ogni volta che, mi tornava in mente l’immagine del pugno che avevo dato a quel bastardo! Mi sentivo fiera di me, non pensavo di essere cosi forte. Mi rassicuravo pensando che almeno non avevo sacrificato la mia verginità.
Ma quei momenti di 'felicità’, se così si potevano chiamare, svanivano non appena mi tornavano in mente tutti i momenti passati insieme..
tutte le coccole.. tutte le carezze.. tutti i baci.. tutte le frasi dolci.. tutti quei messaggi..
E con quelle immagini annegai nel buio..
 

-Uova-
Mi svegliai, non mi ero accorta di essermi addormentata.. Quando capii il motivo del mio risveglio, il mio cellulare che squillava. Grugnii. Non volevo sentire nessuno.
Però poteva essere Vale che mi chiamava preoccupata per sapere come stavo.. Non le avevo risposto per tutto il giorno. A quella riflessione mi si strinse lo stomaco e sentii una fitta al cuore..
“Pronto”risposi.
“Piangi? Oh, mi dispiace.. mi dispiace cosi tanto, non volevo lo venissi a sapere cosi.. Ma dovevi saperlo! Ho cercato di dirtelo ma..” la sua voce si affievolì amareggiata
Non mi ero accorta delle lacrime che scendevano dal mio viso.
“Vale..”iniziai a dire ma m'interruppe sospirando e disse :
“si..lo so.. non vuoi la compassione di nessuno.. bla bla bla.. Però davvero se ti serve aiuto dimmelo.. Anzi! vengo subito a casa tua!”
“no...senti Vale, io ti voglio un gran bene.. Ma lo sai che preferisco stare da sola in questi momenti e non mi va che tu mi compatisca o patisca con me le mie sofferenze!”
“si lo so.. ma uffa!”
“scusa ora devo attaccare” le dissi. Non ce la facevo più a parlare.
Non le diedi il tempo di rispondere che chiusi la chiamata. Il citofono suonò. Corsi a malincuore per vedere chi era, mi bloccai sorpresa, era Valeria. Mi guardo per un paio di secondi e poi mi strinse forte a se ed iniziai a piangere a dirotto fra le sue braccia.
Quando le lacrime finirono cercai di defilarmi con la scusa di farmi una doccia. La guardai male, sembrava volesse seguirmi anche sotto la doccia. Mi salì la rabbia.Era snervante il modo in cui mi guardava, era proprio quello che non volevo! Uno sguardo pieno di compassione. Strinsi i denti e me ne andai.
Quando uscii dalla doccia mi asciugai in fretta ed uscii dal bagno. Andai in cucina dove sentivo arrivare della musica. Ed ecco Valeria che mi preparava la cena. Cosa che poteva sembrare normale se non fosse che lei non sapeva cucinare.
Quando la vidi scoppiai a ridere, Valeria non era mai stata una buona cuoca, neanche con le cose più semplici.Si poteva notare da come si era sporcata cercando di prepararmi delle uova strapazzate.
Quando sentii la mia risata m’incupii e lo fece anche Valeria, ma nessuna delle due fiatò. La mia risata che era sempre allegra, piena di vita e felicità, che contagiava tutti, era scomparsa. Da piccola venivo chiamata ridarella per la mia risata, ma ora c’era una nuova risata.
Completamente diversa, sembrava tetra e cupa, ma sopratutto vuota. Vuota da ogni sentimento.. Vuota.. senza più niente.. Vuota come ora era la mia vita.. Guardai il soffitto e di nuovo le lacrime rigarono il mio volto.
Vale non disse nulla, ma mi venne incontro e mi abbracciò piangendo con me. Quando finimmo mi lasciò, ci asciugammo i volti e mi ordinò di mangiare. Ma guardando le uova ormai fredde che mi aveva preparato mi salii la nausea. Il loro aspetto sembrava ottimo, strano per la cucina di Valeria ma non mi andavano, lei mi costrinse.
“o mangi o mangi! Lo so che la mia cucina fa schifo, però, se non ti vuoi preparare niente da sola.." mi guardò minacciosa "..ti preparerò io da mangiare!” mi avvertì ironicamente puntandomi un dito contro.
Al mio finto sguardo preoccupato, che si spense subito, rispose: “e daiiii! Sii coraggiosa! Non sono tanto male!”
Le sorrisi, “perché le hai assaggiate?”
“no!" rispose in fretta allargando gli occhi e si riprese "Però dall’aspetto sembrano buone!” ridacchiò
Le sorrisi non riuscendo a ridere, “allora facciamo cosi, TU le mangi insieme a me!” inarcai un sopracciglio “o hai paura??” la sfidai.
Lei sorrise ed accettò ma aspettò che prendessi io il primo boccone. Presi la forchetta e infilzai un pezzo d'uovo e lo portai alla bocca, lo assaporai e, mi piacque. Lei mi guardava ansiosa in cerca di una mia reazione e qualcosa nella mia espressione la fece sorridere.
“hai visto che non sono male?!”mi chiese sorridendo.
“si, stai migliorando. " le risposi "almeno non saremo più costretti a scrostare le padelle!"
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Non stavo affatto migliorando, più i giorni passavano e più stavo peggio. Ero dimagrita e non riuscivo a dormire bene e le mie costanti e profonde occhiaie ne erano la prova.
Mi sentivo uno zombie e a volte mi chiedevo cosa potevano pensare di me le persone che mi circondavano.
Ormai non sorridevo quasi più e quando lo facevo, durava poco e sembrava più una smorfia.
Scrollai le spalle cercando di ignorare gli sguardi che i miei colleghi mi lanciavano. Porca miseria non sono mica un alieno!!
Mi voltai involontariamente ad un movimento, un uomo sulla cinquantina fissava nella mia direzione a bocca aperta. Inclinai la testa e mi voltai a fissare nella stessa direzione curiosa, ma non c'era niente.Mi sentii serrare le mani e un prurito le percosse, affondai le unghie nei palmi. Sentii il mio cuore battere velocemente e uno strano formicolio corrermi dentro.Mi voltai di nuovo verso di lui che continuava a fissarmi. Ma che sfrontato! Non è maleducazione fissare una persona cosi?!
Continuai a fissarlo cercando di capire cosa volesse ed il suo viso si coprì di sudore. Impallidì e si volto di scatto impaurito e imbarazzato.
Mi sentii confusa e mi guardai in cerca di ciò che lo aveva spaventato ma nessuno lo stava fissando o minacciando. Cercai di capire la mia espressione ma sentivo solo il volto irrigidito.
Tornando a casa mi chiesi se Vale si trovava già li o mi raggiungeva più tardi, scrollai le spalle ed andai al supermarket.
Aprii la porta di casa e mi chiesi se non avessi sbagliato a non chiamarla per chiederle se non l'avesse già fatta lei. Infatti andando in cucina vidi le borse della spesa per terra, ma nessuna traccia di Valeria.
Ormai era diventata per me una coinquilina, veniva ogni giorno e a volte si fermava la notte. Entrava ed usciva ogni volta che voleva proprio come fosse a casa sua. All'inizio questo suo comportamento mi aveva al quanto infastidita, ero abbastanza grande da vivere e provvedere a me da sola da quando avevo meno di sedici anni. Però poco a poco cominciai ad apprezzare il suo comportamento, lo faceva solo per il mio bene e in un certo senso mi faceva anche sentire meno sola. Le fui cosi grata per quello che faceva per me da darle un giorno, un mazzo di chiavi tutto per lei.
La chiamai ma non rispose, era uscita.
Andai in camera a cambiarmi e passando lanciai un occhiata al salotto. Un solo sguardo alla parete mi fece bloccare sul posto e irrigidire.
Sentii di nuovo il formicolio di prima montarmi dentro e capii che era la rabbia, mi guardai intorno per la prima volta realmente dopo chissà quanto. La rabbia si trasformò presto in furia omicida. Iniziai a tremare e i miei occhi si appannarono un poco per le lacrime.
Non riuscivo più a pensare lucidamente mi sentivo come ubriaca e stordita. Fissai di nuovo il salotto.
Peluche, cd, foto.. erano tutti li in bella mostra, erano tutti suoi regali.
Li presi e iniziai a strappare e spezzare tutto buttandoli per terra con rabbia e nausea. Il cuore mi batteva a mille per la rabbia e l'adrenalina.
Quando finii mi guardai intorno con il respiro affannoso e una mano sul cuore. Cercai di calmarmi ed andai in cucina prendendo scopa e paletta e buttai tutto nel cestino. Lo avrei fatto buttare da Valeria dopo.
Mi guardai di nuovo intorno stordita. Erano mesi che non provavo più emozioni, di nessun genere.
Mi ero creata volontariamente una barriera protettiva, lasciavo fuori il dolore. La conseguenza a questa barriera era il vuoto.
Nulla poteva raggiungermi nella barriera e nulla poteva ferirmi. Ne i suoi ricordi, ne il suo nome.
Tra il dolore e il vuoto, avevo scelto il vuoto, e a quei tempi mi era sembrata davvero un ottima scelta. Ora però ragionando con lucidità mi resi conto della mia stupida scelta, di com'ero diventata.
Andai allo specchio guardandomi e rimasi inorridita. Sono davvero io?? Come ho potuto ridurmi cosi? pensai amaramente e vidi un fulmine nei miei occhi. Pensai a Valeria e mi chiesi quanto l'avevo fatta soffrire.. e mi sentii in colpa.
Ricordai tutte le notti insonni che aveva passato insieme a me mentre piangevo disperata fra le sue braccia.
Ricordai di tutte le volte che era corsa da me ogni volta che la chiamavo, anche per la più stupida ragione.. Che idiota sono stata..
Andai in cucina e presi il barattolo della nutella e iniziai a mangiarlo, improvvisamente mi ritrovai affamata.
Sentii il rumore di qualcosa che cadeva e mi voltai, era Valeria che mi fissava a bocca aperta mentre io mi leccavo le dita sporche.
La fissai. Perchè mi guarda come se fossi un fantasma? Dopo un pò iniziò a piangere, perchè?
Rimasi li a chiedermi se chiederle o no cosa succedeva mentre iniziavo a preoccuparmi, è successo qualcosa?
Quando feci per aprire bocca lei mi stava stringendo forte a se cosi forte da lasciarmi senza fiato ed iniziò a singhiozzare.
"oh Aury.." sussurrò "quanto ho aspettato questo momento!" e mi baciò una guancia
La fissai perplessa e lei si spiegò "stavi sorridendo piccola" e sorrise facendo cadere altre lacrime
Sgranai gli occhi. Cosa vuole dire con "stavo sorridendo"? Nelle settimane precedenti avevo sorriso vero? Sorridevo? Vero?!
Si certo, certo che sorridevi stupida! urlai a me stessa nella mente per rassicurarmi. Valeria guardandomi ancora perplessa spiegò di nuovo.
"Aury, tesoro.. il tuo vecchio sorriso, quello mozzafiato, è ritornato!! Capisci? Stai guarendo!!!" e saltellò felice
Mi lasciai prendere dall'entusiasmo anche io ed iniziammo a saltellare felici. Mentre festeggiavamo presi una decisione. Avrei ripagato la mia amica a qualsiasi costo. Qualsiasi cosa lei avesse voluto, seppur costosa glie l'avrei regalata.
Le dovevo troppo per non darle niente in cambio.

Dal giorno in cui mi ero ripresa dalla mia barriera protettiva/autolesionista, mi ero ripromessa di ricominciare a vivere.
Mi ero costretta a mangiare e a riprendere i chili persi ed iniziai a sentirmi meglio. Mi costrinsi ad uscire ogni sera e mi sentii quasi libera e serena. Ricordo ancora la prima sera che uscii. Mi guardavo in giro come se mi trovassi in un pianeta alieno e sconosciuto.Mi guardavo intorno come se vedessi tutto per la prima volta. Anche se vivevo in una piccola città, di cose ne erano cambiate parecchie.
Quella sera mentre io e Valeria passeggiavamo chiacchierando e scherzando, un ragazzo dall'altro angolo mi salutò.
Aggrottai le sopracciglia. Chi è? Cercai di ricordare chi fosse ma non ci riuscii. Avevo bisogno di vederlo da più vicino, da li non riuscivo a distinguerne i lineamenti.
Presi la mia amica per mano ed iniziai ad attraversare la strada per andargli incontro. Continuò a sorridermi per cortesia, ma vidi nei suoi occhi perplessità. Inclinai la testa fissandolo, era alto poco più di un metro e ottanta, fisico curato e muscoloso, messi in evidenza da una giacca aperta e una maglia aderente, carnagione olivastra ed occhi e capelli neri. Un bel ragazzo.
Sentii il campanello nel mio cervello ed esclamai sorpresa:
"Walter! Da quanto tempo! che piacere rivederti" e lo abbracciai.
Rise "Era ora che ti ricordassi" e sciogliemmo l'abbraccio
Risi anche io e gli risposi "sai che devo prima connettere il cervello".
Poi mi ricordai di Vale e la tirai accanto a me per presentarla. Mi accorsi che Vale si morse il labbro presentandosi, segno che lui le piaceva, e uno sguardo d'apprezzamento da parte di Walter nei suoi confronti. Mi morsi il labbro pensierosa.
"ehi Walter! perchè non ti aggiungi a noi?" proposi esultante.
"certo!" rispose lui velocemente lanciando uno sguardo a Vale ed aggiunse "Però, forse è meglio se facciamo un altra volta.. stavo aspettando un mio amico.."
"Se vuoi può aggiungersi anche lui" risposi e vidi lo sguardo confuso di Vale, non era da me comportarmi cosi.
"ah, beh, allora si" rispose lui preso in contropiede.
Aspettando in un bar prendendo un caffè e chiacchierando tranquillamente, notai con gioia un certo feeling tra i due.
Poco dopo sentimmo una voce dire:
"Ehy Walt!" e ci voltammo.
Alle spalle di Walter comparve un ragazzo mozzafiato che mi fece bloccare il respiro in gola.
Era più alto di me di venti centimetri buoni e un fisico ancora più muscoloso di Walter. Ne ebbi la conferma quando si levò il cappotto e rimase con una camicia nera a maniche lunghe. Aveva delle spalle larghe e robuste e dei fianchi stretti, alla quale immaginai di aggrapparmi e circondargli con le gambe.. mi morsi il labbro, e scossi la testa.
Riprenditi! mi urlai mentalmente e continuai a studiarlo.
Aveva una carnagione alabastro, capelli castani, tagliati corti dietro e sui lati e lungo sul d'avanti, e un viso magro coperto da un leggero strato di barba che lo rendeva ancora più bello. Labbra piene e rosee. Immaginai di morderle e baciarle, strinsi le mani a pugni e mi conficcai le unghie nei palmi. Distolsi lo sguardo per non sembrare maleducata e mi morsi il labbro cercando di calmare i miei pensieri.
Vale mi diede un pizzicotto e io la fissai e mi accorsi, del dolore al labbro che stavo ancora mordendo, che il ragazzo si era seduto d'avanti a me e la sua mano protesa verso di me. Walter che mi guardava confuso.
Mi risvegliai ed il rossore si propagò sulle mie guance, strinsi la mano di quel magnifico ragazzo sorridendo imbarazzata e si presentò
"Lucas" che voce calda e dolce, come il miele.
"Aurora" dissi e soffocai un sospiro di sollievo nel sentire la mia voce normale.
Sfiorò col pollice il dorso della mia mano e io alzai lo sguardo mentre scioglievamo la stretta. Fissai il suo sorriso e il mio cuore aumentò i battiti quando incrociai il suo sguardo.
I suoi occhi.. prima non li avevo notati ma ora che li ho d'avanti.. Deglutii a fatica.
Due occhi azzurri come il cielo e una sfumatura verde e pagliuzze castane, mi fissavano come scavandomi dentro.Restai affascinata e m'incantai a guardarli.
I discorsi ripresero ma io non li ascoltavo, ero rimasta incantata e senza parole. Cercai di non fissarlo se non più del dovuto mentre parlavano.
Vale calciò la mia gamba e sussurrò "Che ti prende? cerca di parlare almeno.."
Scossi la testa "scusa, non so che mi ha preso.. ci proverò"
E mi misi a discutere allegramente con Walter su chi doveva pagare, insisteva a dire che doveva pagare lui.
"Ehy Walt, hai mai bevuto un caffè offerto da una ragazza?" risi e gli feci l'occhiolino
Sorrise "Non pensarci nemmeno, pago io"
Inarcai un sopracciglio "non dirmi che sei uno di quei maschilisti!"
Stava per rispondere quando un altra voce s'intromise e disse:
"Non siamo maschilisti, siamo semplicemente due gentiluomini che offrono un caffè a due belle ragazze"
Mi voltai verso Lucas per ribattere ma le parole mi morirono quando fissai il suo volto sorridente.
Deglutii e Vale rise "ok, ok basta, avete vinto voi!"
Ripresi lucidità "Ma la prossima volta offro io" sorrisi imbarazzata e distogliendo lo sguardo.
Mentre i ragazzi pagavano Vale mi si avvicinò "Che ti è preso? sei strana.."
Le sorrisi non sapendo che dirle e mugugnai abbassando lo sguardo "ero sovrappensiero"
Lanciò uno sguardo ai ragazzi e cambiò argomento "potevi dirmi di conoscere ragazzi cosi carini!"
Sorrisi guardandola "Ti piace eh?" indicai Walter alzando un sopracciglio in modo allusorio.
Lei arrossì appena "si vede??" mi sorrise e si morse il labbro.
"Nah.. c'è solo il rischio di scivolare sulla bava" e risi. Lei mi diede un pizzicotto al fianco e si unì a me.
"Ehy ragazze, che avete da ridere??" Chiese Walter passando un braccio intorno alla vita di Vale e appoggiando la mano sulla mia schiena.
Io e lei ci fissammo e non potemmo fare a meno di ridacchiare. Lucas e Walter ci fissarono e io trovai una scusa.
"Beh.. volevo comprarmi una bottiglietta d'acqua.. e mentre cercavo nella borsa.. mi sono accorta di aver dimenticato il portafogli a casa e, Vale ha notato che avrei fatto una gran bella figura di merda se vi avessi convinto a far pagare me"
Mi morsi il labbro e iniziai a ridere e gli altri si unirono.
Poi Lucas si voltò verso di me e disse "naturale o gassata?"
Aggrottai le sopracciglia confusa "Cosa?"
"l'acqua. La preferisci naturale o gassata?"
Mi morsi il labbro, se non la smettevo me lo sarei ritrovata gonfio.
"Emh.. no tranquillo non fa niente.." distolsi lo sguardo imbarazzata
"Avanti, la prendo io" disse sfiorandomi la schiena.
Alzai lo sguardo "no davvero non fa niente io.."
M'interruppe "dai facciamo a metà io e te" e mi fece l'occhiolino, sorridente.
Sentii il sangue fluirmi alle guance e mi alzai la sciarpa per nasconderlo
"Emh.. naturale"
"ok, vado a prenderla" disse cortese.
"Aspetta! Ti accompagno" sentii uscirmi dalle labbra. Mi sorrise annuendo ed in silenzio ci avviammo al bar.
Uscimmo ed esclamai "Cavolo i bicchieri!"
Rise "Se non ti da fastidio per me va bene bere direttamente dalla bottiglia, posso assicurarti di non avere malattie"
Risi "Ok mi fido, però se mi viene qualcosa.. saprò che è stata colpa tua" scherzai.
Aprii la bottiglia e bevvi un sorso e gliela passai, lui l'avvicinò alle labbra e ne prese un sorso, tremai come se invece della bottiglietta avesse baciato me.
M'indicò la bottiglietta e capii che voleva il tappo, glielo passai ed ebbi una scossa sul punto in cui le nostre mani si sfiorarono.
Raggiungemmo Walter e Valeria in silenzio mentre loro ridevano. Fissai Walter e gli chiesi:
"Walter puoi venire un attimo con me?"
Mi fissò perplesso ma annuì, mi girai verso Lucas e fissando oltre la sua spalla, per evitare di perdere il senno, gli chiesi:
"puoi tenerle un attimo compagnia per favore? Torniamo subito"
"Certo" mi voltai e presi Walter sottobraccio. Non appena iniziammo iniziai a parlare.
"Sai Walter, Valeria, la mia amica, è una ragazza stupenda, è allegra, simpatica, dolce e bella.."
Walter mi fissò confuso "Si..?"
"Beh, che aspetti a chiederle il numero??" gli dissi sorridendo "ho visto come la guardi.."
Rimase a bocca aperta ma rispose. "Ne sei sicura?"
Annuii "Walter non puoi mica aspettarti che te lo chieda lei, conoscendola ne sarebbe capace, ma cosi faresti colpo?"
"Beh.. forse hai ragione.." disse pensieroso.
"Non forse, ho ragione Walt. Fidati di me"
"Va bene, ok." Annuì sorridendo. e tornammo ridacchiando.
Quando tornammo Vale mi guardo di traverso ed io le sorrisi con fare innocente e lanciai uno sguardo a Walter che annuì ed andò verso di lei. L'ultima cosa che riuscii a vedere quella sera di Valeria fu il suo viso che s'illuminava mentre lui le sedeva vicino e il sorriso smagliante che mi rivolse.
Dopo un pò mi alzai e dissi "Scusate ragazzi ma ora vado.. si è fatto tardi"
Lucas si alzò e disse "Si, ha ragione vado anche io" lo guardai.
Lui si voltò verso me e mi chiese "Se vuoi posso accompagnarti" Guardai Vale che annuì con la testa.
Mi voltai di nuovo verso di lui "Emh.. certo.. perchè no"
Salutammo e ce ne andammo. Camminavamo in silenzio quando lui ridacchiò e io lo fissai confusa
"Scusami, ma stavo pensando a quei due" e rise di nuovo.
"Anche tu.."
"si" disse lui "anche io volevo lasciarli soli, ma aspettavo una scusa per andarmene" e mi sorrise
Risi "Lieta di esserti stata utile"

Ciao ragazze!
Spero che la mia prima ff vi piaccia.
Ne sto scrivendo anche un altra:
Dark Sensese vuoi passa a leggerla!
Se ti va lascia un commento. Ciao! 
  
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