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Autore: deliradubbiosa    14/09/2010    3 recensioni
...e se il vampiro fosse Bella? ...entriamo in punta di piedi nella sua mente di vampira e osserviamo, spettatori discreti ma partecipi, l'evolversi dei suoi pensieri...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Eccomi con il secondo capitolo della mia fanfiction :) l'ho già scritta tutta, perciò posso pubblicare ogni giorno. Se preferite che rallenti il ritmo a una volta ogni due giorni, scrivetemelo nelle recensioni. Buona lettura ^^
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Il giorno dopo, dopo la classica notte insonne che caratterizzava noi vampiri e che avevo trascorso giocando a baseball con gli altri Cullen, eravamo di nuovo lì. Dopo aver evitato non poche volte di incrociare Newton, mi ritrovai al “tavolo Cullen” della mensa con un vassoio davanti a me colmo di cibo che non avrei mangiato. Pochi secondi dopo vidi un ragazzo che non riconoscevo avvicinarsi a un tavolo con un vassoio identico al mio in mano. Doveva essere il ragazzo nuovo, Edward, visto che la mia mente vampiresca ricordava tutto e tutti, anche i dettagli più superflui. Aveva i capelli color bronzo e occhi verde chiaro adatti alla sua pelle, color avorio come quella di un vampiro. In comune coi vampiri il ragazzo aveva anche una bellezza insolita che aveva fatto capitolare le mire di Jessica Stanley nei confronti di Mike: aveva cambiato bersaglio e non accennava a lasciarlo stare. Nonostante ciò, la bellezza di Edward metteva Jessica in soggezione, perciò si teneva a una certa distanza, tacendo per lo più. Si girò a guardarmi: si era accorto che lo stavo fissando. Se avessi potuto arrossire lo avrei fatto (era un’altra delle mie caratteristiche da umana). Mi voltai imbarazzata, ma ascoltai il suono dei suoi passi e le voci intorno ad essi. Ah, era seduto al tavolo di Jessica, Mike, Angela Weber, il suo ragazzo Ben Cheney e Lauren Mallroy. Anche Lauren sembrava cercare ogni scusa per attaccare bottone con lui: lui rispondeva piuttosto annoiato alle invadenti domande dei compagni di tavolo. Non avrei proprio voluto essere al suo posto, al centro dell’attenzione... ci ero già passata qualche mese prima quando la mia famiglia si era trasferita a Forks: ero una vampira neonata (ma,stranamente, controllata come un neonato non poteva essere), trasformata per uno stupido incidente in auto. La mia incapacità a incutere timore aveva focalizzato tutti gli sguardi e le domande su di me. Davvero imbarazzante. I miei mi credevano morta, ma non potevo farci niente. Stavo scivolando in pensieri troppo dolorosi, così decisi di riprendere ad ascoltare i discorsi attorno al ragazzo. Sembrava, più che imbarazzato, seccato per le domande atone dei commensali... domande di cerimonia, del tipo “perché vi siete trasferiti? Che lavoro fanno i tuoi?” e così via. Domande a cui avrebbe dovuto rispondere decine di volte. Poveretto.
“Bella? Sorellina?”
Mi voltai verso Jazz.
“Alla buon’ora. Sarà la decima volta che ti chiamo. A che pensavi?”
”Scusa... ero concentrata sul nuovo arrivato. Ha già fatto colpo.”
“Su di te?”, chiese maliziosa Rosalie. Andavamo d’accordo perché entrambe odiavamo quella vita: Rose perché voleva dei figli (i vampiri sono sterili), io perché avevo lasciato i miei genitori a piangere su una bara contenente un corpo animato, il mio pallido rivestimento vampiresco. Ma almeno Rosalie aveva Emmett.
“E dài, Rose! Sulla Stanley e sulla Mallroy!”
“Allora perché continuavi ad ascoltare i suoi discorsi?”, insinuò Alice. Davvero adorabili le mie sorelline!
Non trovai nulla da rispondere.
Effettivamente non sapevo perché mi interessasse tanto scoprire qualcosa di quel ragazzo. Da quando ero obbligata a non stringere amicizie, cercavo di facilitarmi il compito estraniandomi da quello che succedeva attorno a me. Cosa mi stava capitando? Decisi di soprassedere sul problema e alzai le spalle all’insinuazione di Alice. Ma sapevo che non sarebbe bastato a distrarre lei e Rose, così... se l’attacco è la miglior difesa... “Ragazze, oggi pomeriggio mi accompagnereste a Seattle a fare shopping? Ho strappato i miei jeans preferiti e non riesco ad abbinare più niente...” questo le avrebbe distratte anche da un’esplosione nucleare (che tra l’altro non ci avrebbe fatto un baffo. Solo il fuoco poteva ucciderci). Riuscii nel mio intento e trattenni a stento un sorriso compiaciuto. Emm e Jazz avevano capito il mio piano, ma tacquero. Lasciai che Jasper sentisse la mia gratitudine: poteva farlo perché si manifestava con un rilassamento fisico che poteva percepire con il suo talento particolare. Nemmeno Jazz, quindi, entrava nella mia mente e Alice stessa prevedeva le conseguenze delle mie decisioni e non le mie decisioni in sé.
“Seattle? Perché non Port Angeles o Tacoma?” Alice era delusa dai miei progetti non abbastanza grandiosi per i suoi standard.
“Io propongo Los Angeles. In qualche ora dovremmo arrivarci se rendiamo la tua Porsche”, aveva proposto Rose.
Le lasciai a discutere e, approfittando della loro distrazione, lanciai un’occhiata in direzione della voce del ragazzo. Stava fissando proprio il tavolo Cullen. Mentre un istintivo e al contempo razionale terzo del mio cervello voleva provocare in me una reazione che non potevo avere, arrossire, e un altro sesto pensava: “ovviamente anche lui si è lasciato affascinare dalla bellezza dei Cullen”, l’altra metà della mia spaziosa mente di vampira era stata catturata dal profondo sguardo del mortale Edward Anthony Masen. Ci volle mezzo secondo perché la parte razionale di me riaffiorasse permettendo all’imbarazzo di prevalere e a me di voltarmi. Ma che stava combinando il mio cervello? Io ero il CACCIATORE. Lui una mia potenziale preda. Punto.

“Prova anche questo.”
Decisamente avrei potuto trovare un sistema migliore per distrarre le ragazze. Ora ero nella boutique più rinomata della via più importante per lo shopping dello stato di Washington.
Grandioso.
Alice e Rosalie mi avevano scambiata per una bambola a grandezza naturale da vestire e truccare e mi facevano provare di tutto. Avevo raccontato che mi serviva solo un paio di comunissimi jeans!
“Alice, che me ne faccio di un abito da cocktail?”, piagnucolai.
“Poche storie. Non troverai più un abito che si sposa così bene con la tua pelle e coi tuoi capelli.” Rosalie non ammetteva repliche. Se non avessi provato -e comprato- quello stupido vestito non sarei uscita da quel negozio... o almeno non viva. In fondo cos’era il denaro per i Cullen? Qualcosa che si accumulava grazie alle previsioni di borsa di Alice. Su quelle era infallibile: difficile che un affarista cambiasse idea, perché le sue decisioni erano frutto di una ragionata tattica. A ogni abito che provavo la commessa si complimentava di come mi stesse bene, lasciando trapelare l’invidia che aveva per il mio corpo perfetto –non come quello di Rosalie, una Barbie in carne e ossa, ma pur sempre di una bellezza soprannaturale. Uscimmo da quel negozio con una ventina di vestiti -a testa- tra cui sette paia di jeans per me. Nell’enorme armadio che Alice aveva preteso per la mia camera tutta quella roba non sarebbe mai entrata: era già pieno di costosissimo ciarpame (per lo più rosa confetto) regalatomi dalle mie sorelline. Non riuscii mai a capire come avessero potuto comprarmi tanta roba nei tre giorni che la mia trasformazione aveva richiesto.
“Ora passiamo al BeautifulQueen”: era un ordine.
“Alice...”, provai a protestare.
“Niente bizze.”
“Ma che me ne faccio di un make-up perfetto se entro domani sarà un disastro e lo dovrò togliere?”
“Non si rovinerà. Non dormire aiuta.”
Cos’avevo fatto di male per meritare questo?
@vanderbit: mi fa piacere che il primo capitolo ti abbia incuriosita. Stavolta ho usato l'html e l'ho inserito anche nel primo capitolo. Il passato di Bella presenta ovviamente delle differenze rispetto alla saga... non troppe, in realtà :)
@Elly_Melly: mi fa piacere che questa ff ti interessi, è di stampo diverso rispetto a Cenere e La battaglia, più romantico e leggero, ma ha di buono che, essendo la prima che ho scritto, migliora man mano.
@Giulia_Cullen: si chiama Masen^^ comunque sentirmi dire che scrivo bene è esattamente il tipo di complimento che preferisco ricevere ♥

   
 
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