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Autore: Elelovett    16/09/2010    5 recensioni
Che succederebbe se due fan accanite di Sweeney Todd riuscissero magicamente ad entrare nella storia prima del suo compimento? E se una delle due fosse innamorata di Adolfo Pirelli e lo salvasse dal rasoio di Sweeney? Leggete per scoprire. Sì, ho scritto una fic in cui il protagonista è Pirelli, ma ormai sapete la mia passione per i personaggi secondari. E non preoccupatevi: c'è anche Sweeney. So che Pirelli non è il classico "eroe romantico" però volevo fare questo tentativo, quindi ho messo OOC perché forse l'ho fatto risultare meno antipatico di quel che è...Anche se non credo: dopotutto una persona cambia quando è innamorata, no? E non scandalizzatevi se qualche volta viene definito "bello", dopotutto è descritto dal punto di vista della ragazza che ne è innamorata. xD Insomma, sappiatemi dire che ne pensate, vedrete che man mano che va avanti la storia diventerà interessante.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Adolfo Pirelli, Mrs Lovett, Nuovo personaggio, Sweeney Todd, Tobias Ragg
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sweeney Todd, cosa sarebbe successo se...'
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Il giudice Turpin, non ancora completamente morto, le tirava il vestito con gesto di supplica. La donna ritrasse la gonna e lo spinse via con un calcio, gridando:

- Muori!!! Oh Signore, crepa!!!

Il giudice esalò l’ultimo respiro e cadde riverso. Mentre Mrs. Lovett indietreggiava lanciava occhiate agli intrusi e ai cadaveri. Poi lo sguardo le cadde sulla mendicante.

- Tu…- sussurrò.

Si sentirono dei passi, Emily, Pirelli e Claudia si allontanarono dalla porta. Questa si aprì ed entrò Sweeney Todd, completamente ricoperto di sangue. Bruscamente chiese:

- Perché avete urlato?

Poi vide Emily, Claudia e Pirelli. Il suo sguardo già furente si riempì d’odio.

- Voi!- gridò.

Pirelli fece un passo indietro mentre Emily supplicava:

- No, aspettate! Non abbiamo intenzione di denunciarvi!

Sweeney strinse il rasoio in mano ed ordinò a Mrs. Lovett:

- Aprite la grata, dopo devo occuparmi del giudice.

La donna non esitò e aprì la pesante porta di ferro della caldaia. Una luce rossastra si diffuse nella stanza, e all’interno della fornace si scorgevano numerosi pasticci. Ma lo sguardo ansioso della signora Lovett continuava a posarsi sulla mendicante a terra. Non osava raggiungerla finché Sweeney le era vicino, e così arrabbiato. Claudia e Pirelli si fecero da parte mentre Emily avanzava coraggiosamente verso il barbiere. Questo sembrava pronto a sferrare il suo rasoio, quando la ragazza disse in preda al panico:

- Aspettate, vi prego! Voi non sapete una cosa…Il ragazzo che avete lasciato nella vostra bottega poco fa è vostra figlia Johanna! Dovete credermi!

Il barbiere parve turbato dall’improvviso nome di sua figlia, ma continuò ad avanzare dicendo serio:

- È una bugia. Voi non potete sapere…

Presa dal panico, Emily esclamò in preda alla disperazione:

- Lo è! E la mendicante che avete ucciso senza nemmeno accertarvi di conoscerla, è vostra moglie Lucy! Non è morta!

Mrs. Lovett impallidì e le labbra le tremarono. Sweeney sgranò gli occhi e sentì una rabbia profonda e incontrollabile crescergli dentro. Quella ragazza vaneggiava, stava cercando di confonderlo, non avrebbe dovuto nominare la sua Lucy.

- Tacete!!!- gridò il barbiere gettandosi in preda all’ira contro Emily.

Col rasoio era deciso a trafiggerla, accecato dalla rabbia, senza controllarsi, come se in mano non avesse una lama da barba ma una vera e propria spada. Vedendo il diabolico barbiere avventarsi contro la sua amata, Pirelli corse disperato verso i due gridando:

- No!!!

E riuscì a mettersi tra Emily e Sweeney giusto in tempo. La ragazza era rimasta immobile, gli occhi fissi. Era salva, Pirelli si era interposto tra lei e il feroce assassino. Ma la lama non lo aveva risparmiato, ed ora subiva la sorte che sarebbe dovuta spettare a lei. Sweeney ritirò il rasoio insanguinato un po’ stordito. Pirelli si portò le mani al ventre e si accasciò a terra.

- No!- gridò Emily disperata.

Sentì un vuoto nello stomaco, come se una voragine nera si fosse aperta sotto i suoi piedi. Si gettò in ginocchio china sul suo amato ferito a terra. L’aveva protetta, l’aveva salvata. Ma non era sollievo quello che provava: era paura, era dolore. Claudia, sconvolta, si gettò su Sweeney gridando:

- Come avete potuto?!

E lo spinse a terra. Il barbiere, colto di sorpresa, cadde sui cadaveri ammassati vicino al tritacarne. Mrs. Lovett osservava la scena immobile, indecisa sul da farsi. Avrebbe voluto aiutare Sweeney, ma ciò che aveva detto Emily su Lucy la terrorizzava. Doveva sbarazzarsi della mendicante. Proprio in quel momento Sweeney si stava alzando con fatica dai cadaveri. Fu allora che notò il corpo della mendicante. Che fosse vero ciò che quella ragazza aveva detto? Le scostò capelli e vide un viso deturpato dalla miseria e dal dolore, invecchiato, ma sempre lo stesso che ricordava. Quella era veramente Lucy, sua moglie, morta per sua mano. Come aveva potuto essere così cieco?

Mentre Sweeney si rendeva conto di questa terribile realtà Emily era china su Pirelli, in lacrime, e tentava di farlo reagire. Ancora una volta era stato ferito, e perdeva molto sangue.

- Non mi lasciate- mormorava la ragazza- parlatemi…Come vi sentite?

Pirelli aprì gli occhi e respirò affannosamente. Ma si sforzò di sorridere. Emily esclamò continuando a piangere:

- Oh, Davey!

Gli teneva il viso tra le mani e continuava a ripetergli di stare sveglio.

- Come ha potuto…? Non doveva finire così…Io dovevo salvarvi. Non avrei dovuto portarvi qui con me…Sono stata una pazza a credere che rendendogli la sua famiglia ci avrebbe risparmiati!- singhiozzò.

Pirelli le disse fievolmente:

- Non è stata colpa vostra…Voi volevate vedere del buono anche nella persona più crudele…E questo è un bene. Non avete colpa…

- Sono stata una sciocca…

- No. E sono contento di avervi seguita, di essere stato al vostro fianco fino alla morte, per salvarvi come voi avevate salvato me.

- No, non vi ho salvato. Vi ha ferito, di nuovo! Invece io volevo salvarvi…Per sempre, da ogni male!

- Non piangete, no…

- Sì…Non posso perdervi di nuovo, no…

- Di nuovo?

- Quando vi ha ferito la prima volta, temevo sareste morto…Ma eravate salvo…E invece adesso vi perdo ancora! Ed io non voglio, siete tutto per me!

- E voi siete tutto per me! Non potrei mai amare nessuno come ho amato voi…Serberò il vostro ricordo per sempre…

- Non è giusto…Non meritate di morire. Io vi amo!

- Vi amo anch’io, e non potete immaginare fino a che punto. È l’amore che mi ha portato qui. Dovevo proteggervi.

Detto questo emise un gemito di dolore. Emily singhiozzò:

- Non lasciatemi…Vi amo troppo…

- Siete sempre così…Bella…

- Devo…Devo dirvi una cosa. Io aspetto un figlio da voi.

Lo disse col sorriso, nonostante piangesse. Pirelli le guardò istintivamente la pancia, poi mormorò con un grande sorriso:

- Davvero?

Emily fece di sì con la testa. L’uomo sorrise e mormorò:

- Nostro figlio…

Poi, con le sue ultime forze, prese la mano tremante della ragazza e disse:

- Voi…Non sarete mai sola. In quel bambino rivivrete il mio amore. L’amore che ho sempre nutrito per voi, Emily.

La ragazza singhiozzò sonoramente e si chinò a baciarlo. Intorno tutto era sparito per lei. In quel bacio riversò tutti i suoi sentimenti, la frustrazione, la rabbia, la paura e la disperazione. Non poteva averlo perso di nuovo. Non riusciva a credere che non avrebbe mai più sentito le sue braccia che la avvolgevano per proteggerla, e le sue parole così dolci, i suoi sguardi, le sensazioni che riusciva a trasmetterle solo restando accanto a lei. Non poteva essere finito. Si scostò da lui e vide che il suo petto aveva smesso di alzarsi regolarmente. Le palpebre erano chiuse. Le lacrime le sgorgarono più forte, senza riuscire a fermarsi.

- No!- gridò affondando la testa nel petto dell’amato.

Singhiozzava con il viso nascosto, disperata, senza alcun pensiero che non fosse Pirelli. Voleva urlare, distruggere ogni cosa, persino sé stessa, sentiva le ossa tremare e formicolare come se non potessero più star ferme. Non riusciva a controllare il suo petto, che si alzava e abbassava freneticamente sotto i singhiozzi, come dotato di vita propria. E non voleva fermarlo. Claudia si inginocchiò accanto a lei, il viso rigato dalle lacrime. Le posò una mano sulla spalla.

Mentre in un angolo si svolgeva questa scena, Sweeney, indifferente, si era messo in ginocchio accanto al corpo di sua moglie e la fissava. La signora Lovett, accanto al forno, tremava. Era come se le due scene si stessero svolgendo in universi separati, tanto i diversi personaggi sembravano esiliati dagli altri. Eppure erano tutti nella stessa stanza.

- Non ci conosciamo? Ha detto.- disse il barbiere con una strana smorfia.

Mrs. Lovett taceva terrorizzata, pensando a cosa dire. Ma fu sempre Sweeney a parlare:

- Voi sapevate che era viva.

Mrs. Lovett tentò di dire debolmente:

- I…Io pensavo soltanto a voi!

E stavolta lui la guardò, uno sguardo duro e severo:

- Mi avete mentito.

La donna cercò di difendersi, in fondo non aveva mai detto espressamente che Lucy fosse morta. La poveretta era solo impazzita dopo aver preso il veleno. Sweeney Todd pareva non ascoltarla neanche, così, disperata, Mrs. Lovett ammise di aver mentito, perché l’amava e sapeva che sarebbero stati felici insieme. A quelle parole Sweeney si risvegliò e si voltò di scatto verso di lei. Sorprendentemente non sembrava arrabbiato, anzi, forse le era grato. Avanzò verso di lei, che, dubbiosa, indietreggiò. Ma poi lui le disse che aveva ragione, che il passato era passato, e si mise a danzare con lei. Mrs. Lovett non riusciva a crederci. Emily continuava a singhiozzare, anche se meno violentemente, su Pirelli, e solo Claudia sembrava assistere veramente alla scena. Ma, anche se sapeva ciò che sarebbe accaduto, non lo impedì. Volteggiando, Sweeney si portò vicino al forno e vi spinse dentro Mrs. Lovett. La donna cominciò a urlare in modo straziante mentre bruciava, così il barbiere chiuse freddamente la grata. Di colpo i bagliori rossastri cessarono, anche se dall’interno giungeva l’eco delle urla di Mrs. Lovett. Sweeney Todd rimase un po’ a fissarla dallo spioncino, poi chiuse anche quello e fu il silenzio. Non si accorse delle due ragazze vicino al defunto, si diresse verso il corpo di sua moglie. Posò il rasoio sul pavimento e si inginocchiò, sistemando Lucy sulle sue gambe. La guardava, e rifletteva su quanto era stato stupido.

Emily non piangeva più, ma fissava con sguardo perso Pirelli. Claudia notò che in fondo, in quel momento, piegati entrambi sulla persona amata che avevano perso, un po’ si assomigliavano. C’era uno strano silenzio, interrotto solo dal crepitio del fuoco nel forno. Emily passò la mano sulla guancia di Pirelli. E così non c’era riuscita: era morto. Non sarebbe tornato più, mai più. Fu allora che realizzò una terribile verità: che per quanto avesse provato a cambiare il destino, a cambiare la storia, questa non si sarebbe mai modificata. Era accaduto quello che era sempre dovuto accadere: Pirelli era morto. Poco importava se nella bottega del barbiere o nella cantina del negozio, era morto. E nonostante le circostanze fossero molto cambiate, tutti coloro che dovevano morire secondo la storia, erano morti. Lei non poteva farci niente. Anche se fosse tornata indietro due, dieci, cento volte, non sarebbe riuscita a salvare il suo amato. Non si modifica la storia, tutti coloro che devono morire, in un modo o nell’altro, moriranno. Perciò, secondo la storia, ne mancava uno.

Una grata si alzò lentamente spinta da due mani. Dal buco uscì Toby, lo sguardo feroce, arrabbiato, deluso. Il ragazzo era proprio dietro Sweeney Todd, che non si era accorto di niente. Avanzava lento verso di lui. Allora Emily si alzò silenziosamente, Claudia la seguì preoccupata. Ora erano in tre, dietro il barbiere. Toby fece per chinarsi, ma Emily lo fermò con la mano e lo spinse verso Claudia, che lo abbracciò e si ritrasse. Toby non si dibatté, ma dalle braccia di Claudia continuò a fissare l’assassino. Fu Emily a chinarsi e a raccogliere il rasoio che Sweeney aveva lasciato cadere. Ora era in piedi dietro di lui, allungando una mano avrebbe potuto toccarlo. La storia lo voleva, non importava per mano di chi, lui doveva morire. E lei voleva vendicare Pirelli. Sweeney parve quasi accondiscendere, alzando gli occhi da Lucy e reclinando la testa leggermente all’indietro. Emily, senza pietà, gli diede un colpo secco alla gola, veloce, senza espressività. Il sangue cominciò a sgorgare mentre Sweeney reclinava la testa con un rantolo. Il liquido scivolava sul viso di Lucy e poi ricadeva spettrale spandendosi sul pavimento. Claudia si voltò per non guardare, Toby socchiuse le palpebre come per approvare. Emily lasciò cadere il rasoio e tornò a chinarsi su Pirelli. Questo avrebbe visto chiunque fosse entrato in quel momento nella cantina. Una ragazza che abbracciava un bambino, una china sul corpo di un uomo, e al centro, in un lago di sangue, un uomo dalla gola tagliata inginocchiato su una donna. Ma nessuno entrò dalla porta, nessuno vide. Tutto finì là, in quella cantina, nell’oscurità dei sotterranei londinesi. Là dove nemmeno l’amore aveva potuto sovrastare il destino.

Fine

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Finito!!! Una fine tragica, dite? Secondo me non poteva che finire così...In fondo la storia di Sweeney Todd è e sarà sempre quella. Vi giuro che mentre scrivevo mi sono ritrovata a piangere...Sul serio, che volete farci, sono molto emotiva! ç___ç  Sentivo le emozioni dei miei personaggi! Se vi è piaciuta questa storia vi informo che non è finita qui: è già pronto il sequel che provvederò a pubblicare in fretta.

Vorrei ringraziare tutti coloro che mi hanno seguita e non hanno recensito, i 4 che hanno messo la fic tra i preferiti, la persona che l'ha messa tra le storie da ricordare e i 5 che l'hanno seguita. E un ringraziamento particolare a Tecla_Leben ed Euridice Volturi che mi hanno sempre sostenuta e hanno recensito! Spero di non avervi deluse con la fine di Sweeney...Ma nel sequel il suo ricordo darà comunque molto filo da torcere, perciò spero che continuerete a recensire! *_*

Ancora grazie di tutto!

Elelovett

  
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