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Autore: Seiren    17/09/2010    1 recensioni
L’autunno era alle porte e la notte infreddoliva le stanche membra di Diane. S’accovacciò il più possibile per trattenere più calore per sé e si addormentò, ignara di quale sfortuna sarebbe stata vittima.
Il caso o il destino aveva in serbo per lei una fuga ben diversa da quello che si era aspettata e dopo non molto tempo fu in grado di rendersene conto.
Genere: Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve. Siamo arrivati all’ultimo capitolo... Spero che nessuno mi denunci XD A parte gli scherzi, sono davvero triste che questa storia sia finita. Ringrazio tanto chi ha avuto la voglia di leggere fin qui e recensire. Un immenso GRAZIE a sweetPotterina: spero che apprezzerai questo capitolo, anche se non è il massimo dei finali. Grazie per tutte le recensioni. Spero che guarderai se ti piacerà qualcos’altro che scriverò in futuro...!  

Buona lettura :3

Seiren

 

 

Una fredda pioggerellina primaverile picchiettava dolcemente sulla finestra del salotto. Diane era come al solito seduta sul largo davanzale dinanzi ad essa e con occhi inespressivi osservava oltre il vetro spesso.

Rainier entrò in casa e appoggiò sull’unico tavolo la borsa che aveva portato, in cui c’erano delle confezioni di pasta, dei pomodori in scatola e qualcos’altro di commestibile. Lei rimase ferma come lo era stata fino a quel momento, irritando un poco Rainier. “Sei ancora viva? Oppure la creatura in te ti sta divorando?” Rise delle sue speculazioni, ma tornò subito serio non vedendo in lei nessuna reazione. Sempre più nervoso le si avvicinò e con il suo tocco freddo le spostò il viso finché non incontrò i brillanti occhi di lei. Sentì un brivido di amarezza. “Non vivrai a lungo, Diane. Nonostante i tuoi occhi continuino a brillare, dentro di essi c’è già il segno della morte. E lo sapevi  già, da quando sei nata hai sempre saputo della tua vita breve e sofferta. Eri destinata a tutto questo, avresti potuto andartene, ma sei venuta da me.”

Diane non parlò. L’altro le lasciò il viso e uscì di casa a passo svelto ancora più irritato.

“... Figlio” Borbottò a un filo di voce accarezzandosi il ventre appena rigonfio. Una lacrima disperata le scivolò lungo una guancia. “Il nuovo erede vampiro, il figlio di Rainier. Il nipote di Otmar...” Piccole e tristi lacrime varcarono tutto il suo viso, cadendo leggere e solitarie nel silenzio della casa.

Era tutto ciò che rimaneva di lui, in fondo, e l’aveva fatto solo per lui. E poi era suo figlio. “Mio figlio” singhiozzò.

Sarebbe stato un bambino col sorriso? Cosa sarebbe diventato?

Il viso di Otmar le comparve un’altra volta in mente. Le mancava come l’acqua. Lui l’avrebbe fatto nascere? Perché no, se aveva fatto nascere anche Rainier.

Altro dolore, un’altra creatura dipendente da vite altrui, capace di uccidere senza fare distinzioni. Otmar l’aveva risparmiata, anche Rainier, ma quello dipendeva dal sigillo che il padre aveva impresso in lei.

Diane sospirò, continuando ad accarezzarsi la pancia. Già lo amava, ma tremava al pensiero che in pochi mesi avrebbe liberato un essere condannato.

Quel piccolo si sarebbe saziato del suo sangue, ma era contenta di farlo, se fosse stato per il suo bene. Ma avrebbe ucciso altri. Come suo padre, come i suo predecessori, serebbe uscito di notte, alla ricerca di una preda, di una vittima; come loro un giorno avrebbe ucciso suo padre senza ombra di compassione.

La scena sconvolgente di Rainier che spezzava davanti ai suoi occhi il collo di Otmar la fece star male: si alzò convinta e con ancora le lacrime agli occhi uscì dalla casa. Rainier nel frattempo se n’era andato, così non l’avrebbe fermata vedendola uscire.

Le tetre stradine bagnate creavano un atmosfera opprimente. Diane uscì dal paese, sotto il freddo piovigginare del cielo e camminò a lungo, guardando attorno a sé gli alberi pronti a germogliare. Sorrise sconsolata.

 

Rainier nel frattempo stava vagando per una città vicina: il traffico e l’ammasso di gente erano presenti anche di notte, ma in lui dominava l’arte di passare in osservato. Si guardo intorno: chi avrebbe scelto quella sera?

Una donna, ovviamente, anche quella era un’arte che possedeva in natura.

Una signora sulla trentina con un trucco ben curato incrociò il suo sguardo con curiosità. Era lei, pensò soddisfatto Rainier. Quella si fermò catturata da un’indomabile curiosità, affascinata dall’aspetto misterioso del vampiro. Lui le accennò un sorriso e lei fu come sotto un incantesimo: si fece portare in un vicolo lontano dalle luci artificiali e lì il cuore le battè per l’ultima volta.

Rainier fece sparire il corpo e decise di tornare a casa: era mattina presto e la luce già si faceva strada nel cielo. Non avrebbe fatto in tempo a tornare a casa in tempo. Per colpa di Diane devo nutrirmi di più per non attaccarla. Pensò nervoso.

Inaspettatamente Rainer sentì un dolore dentro di sé e cadde dapprima  in ginocchio e poi con il mento per terra. Strinse i denti in quella morsa di dolore. “No!”

 

Diane aveva risalito le colline, per tutta la notte aveva camminato, fino a quando giunse nei pressi del vasto oceano. Il vento forte le scompiglio violentemente i capelli sciolti. Diane guardò il blu dell’acqua incontrarsi con il chiarore dell’alba. Come vorrei andare lontano da questa vita.

Il bambino nel suo grembo si mosse e Diane crollò in ginocchio scoppinado in lacrime. “Non sai quanto vorrei farti nascere, non potresti mai immaginartelo!”

Si rialzò in piedi e portata dal vento dell’oceano cadde dal ciglio della scogliera, picchiando contro i colossali scogli per metà sommersi dall’acqua.

Se potessi capire cosa provo, se potessi capire perché ho fatto questo, forse mi perdoneresti. Forse lo sai, perché sei dentro di me, perché sei parte di me. Ma forse non lo sapresti, perchè sono solo umana, per intero. Mi odio: se fossi stata un’altra donna non avresti dovuto smettere di vivere, saresti dovuto nascere, la tua stirpe sarebbe continuata... Sono maledetta, più maledetta di te. Otmar ha visto bene: io sarei stata talmente maledetta da ucciderti e di porre fine alla stirpe vampira. Forse mi hai amata per questo, ci ho pensato a lungo. Io però vi ho amati tutti. Perdonami Rainier, ho amato anche te.

 

“No... Diane... Non ti avrei mai lasciata andare, ti avrei seguita e ti avrei portata con me, di nuovo.”

Rainier vide gli ultimi istanti di mondo prima che la sua metà di vita smise di vivere come l’altra metà.

  
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