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Autore: Keif    17/09/2010    9 recensioni
E’ passato un anno dalla fine della guerra ed Harry si trova a Hogwarts per sostenere i M.A.G.O che contro ogni sua speranza non gli hanno conferito a honoris causa, tallonato dalla sua più cara e vecchia amica: la sfiga.
E' proprio a causa - o per merito? – di questa che una sera che credeva di poter finalmente stare tranquillo, viene catapultato nel passato, all’epoca dei suoi genitori.
Dovrà quindi fare i conti con il caro vecchio Silente, più strano ed illogico che mai, con una Lily Evans ricolma di sentimenti materni che non riesce spiegarsi, con un James Potter cretino e geloso ed un Sirius Black completamente imbecille.
Ed anche con tanto troppo verde.
Genere: Avventura, Comico, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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2. (O meglio: lampade giganti)


C’era la luna, c’erano le stelle, c’era una nuova emozione sulla pelle



Le giornate di Harry non erano mai state rose e fiori.
Da una parte c’erano gli scontri quotidiani con chi lo credeva un contaballe, un arrogante, un vanesio o semplicemente un idiota, dall’altra la fastidiosa mania di Lord Voldemort di escogitare un piano diverso ogni anno per resuscitare, piano che poi chissà perché, toccava sempre a lui scoprire rimediando ai conseguenti danni.
In pratica da quando il giovane Potter aveva messo piede in quella scuola non c’era stato un solo periodo di tre mesi consecutivi in cui avesse potuto rimanere semplicemente stravaccato in poltrona a grattarsi poco signorilmente le chiappe fingendo di studiare.
Era dunque piuttosto scontato che, giunti addirittura a metà anno senza che una catastrofe di proporzioni bibliche gli fosse capitata tra capo e collo, fosse piuttosto sospettoso e camminasse per i corridoi rasente ai muri, quasi per evitare crolli improvvisi di pezzi di soffitto.
Sapeva di avere sempre l’occhio vigile della sfiga puntato addosso, lo avvertiva distintamente fissare la sua nuca mentre camminava.
Insomma, o era la sfortuna o Ginny Weasley che voleva spiegazioni sul loro rapporto.
E sinceramente tra le due alternative non sapeva ancora cosa fosse peggio ma propendeva largamente per la seconda opzione.
Ma insomma, fossero presentimenti o semplici manie di persecuzione, lui sapeva che la pace non poteva durare e che sarebbe giunto qualcosa a rompergli le scatole.
E così fu.
Era sera inoltrata. Harry si trovava da solo nel dormitorio che divideva con Ron e due sconosciuti, dato che Seamus, Dean e Neville si erano diplomati l’anno prima.
Difatti sconfiggere Voldemort non gli aveva certamente fatto ricevere, come in realtà segretamente sperava, i M.A.G.O. ad honoris causa, per cui gli era tristemente toccato in sorte di riprendere a studiare non appena riaperta la scuola.
Ed era riaperta sei mesi dopo, piuttosto velocemente considerando quel che ivi vi era accaduto!
Gli era stato proposto, questo sì, di fare semplicemente gli esami finali ed incrociare le dita nella speranza di passarli ma come era prevedibile aveva raggiunto risultati disastrosi che nemmeno una capra… ma insomma, c’era da capirlo… non è che mentre cercava gli Horcrux avesse avuto molto tempo per imparare a memoria gli ingredienti della pozione cambiacolore eh!
Si era quindi ritrovato a dover decidere se abbandonare il suo sogno di diventare Auror, trasferirsi in Florida ed aprirsi un bar sulla spiaggia o armarsi di santa pazienza e frequentare le lezioni dell’ultimo anno .
La scelta, combattuta non vi credete, era ricaduta sulla seconda alternativa e quello era il motivo per cui, a diciannove anni compiuti, si trovasse ancora ad Hogwarts alla mercè di professori intransigenti in compagnia del suo migliore amico che a dirla tutta non è che avesse preso voti tanto superiori ai suoi.
Comunque quella sera era in dormitorio e stava fissando il cielo dalla finestra chiedendosi come mai non piovesse; era faticosamente riuscito a dileguarsi e rimanere un attimo da solo, lontano dalle domande degli altri studenti che lo tormentavano da un anno a quella parte per avere esclusive descrizioni del suo scontro con Voldemort. Era stufo di rispondere a tutti “Semplice fortuna” anche perché si rifiutavano di crederci.
Cosa assurda dato che era la pura verità.
Mentre fissava gli astri luminosi lontani anni luce che gli ricordavano i compiti di astronomia, avvertì una strana sensazione sulla pelle del braccio. Si voltò a guardarlo e, sconcertato, vide che si stava, per qualche strano motivo, illuminando.
Illuminando! Nemmeno fosse una lampadina al neon!
Rimase a fissarlo terrorizzato notando che quella strana luce si propagava anche sul resto della sua pelle facendola formicolare.

Che diavolo stava succedendo? Per un attimo, tanto per cambiare, pensò fosse colpa di Voldemort, ma scacciò via il pensiero: aveva la sua cicatrice/antifurto se così fosse stato.
Piton era morto quindi non poteva usarlo come capro espiatorio, Draco Malfoy era preda di un esaurimento nervoso… quali altri nemici aveva?
Smise di pensare quando, in preda alla paura folle, si rese conto che cominciava a brillare anche la sua fronte.
Si lasciò sfuggire un urlo e poi, comportamento degno dell’eroe del mondo magico, svenne.

Si risvegliò qualche minuto dopo con un forte dolore alla testa e con la bizzarra sensazione di essere stato raggiunto infine dalla sfortuna. Rimase qualche attimo ancora stirato per terra, poi si decise ad aprire gli occhi.
Non vide niente di strano, niente mostri marini né cervelli vivi sanguinolenti: stava fissando il soffitto di Hogwarts
< Ahi! > si lamentò massaggiandosi il cranio ed alzandosi in piedi < Che diavolo è successo? > domandò a se stesso visto che non c’era nessun altro che lo considerasse.
Poi ricordò. Lanciò un’occhiata spaventata al suo corpo ma notò che nessuna parte di quest’ultimo rifulgeva di luce propria ed istintivamente si rilassò.
Qualunque cosa sarebbe successa da lì a breve l’importante era non somigliare ad una torcia gigante versione “Il Prescelto”. Che, in barba alla pacchianeria, vendevano davvero, comunque, quindi nessuno si sarebbe stupito molto.
Si guardò intorno e si rese conto che c’erano parecchie cose decisamente bislacche: in primo luogo non si trovava più nel suo dormitorio ma poco lontano dalla porta d’ingresso del castello, poi era pieno giorno nonostante fosse assolutamente certo che poco prima erano le nove passate, inoltre le persone lo sorpassavano senza degnarlo di uno sguardo, cosa che faceva sì male al suo ego ma paradossalmente lo rendeva più allegro di quanto non fosse stato negli ultimi undici mesi, per ultimo il portone non era quello nuovo di zecca post battaglia, con incisi tutti i nomi delle vittime all’interno del castello (cosa che era di un imperdonabile cattivo gusto) ma antecedente alla sconfitta dell’Oscuro Signore.
< Sono in un ricordo? > si domandò ad alta voce Harry e per controllare tirò un leggero scappellotto sulla testa di una ragazza dai capelli rossi che gli stava passando accanto.
Non l’avesse mai fatto!
Quella si voltò di scatto verso di lui, gli lanciò un’occhiata assassina e gli rifilò uno sganascione che lo lasciò a bocca aperta.
Insomma, manco l’avesse presa a sciabolate!
< Come ti sei permesso?! > urlò con voce acuta facendo tremare il povero ragazzo disgraziato < Guai a te se osi anche solo sfiorarmi un’altra volta Potter! > ah, allora l’aveva riconosciuto! < Tieni le mani a posto e non osare fare battute sconce sulla frase che ho appena detto! >
< Non… non l'avrei mai fatto! > balbettò quello confuso ed anche un po' indignato
< Oh certo, come se fosse la prima volta! >
Ma chi era quella pazza? Chi l’aveva mai vista?
< Scusa, ma di che stai parlando? > chiese sbigottito massaggiandosi la guancia che lei aveva colpito. Quella aprì la bocca come fosse pronta a strillargli ancora contro ma la richiuse quasi subito, lo fissò per qualche secondo senza parlare, aggrottò la fronte e si avvicinò a lui, perplessa.
Harry fece un paio di passi indietro per precauzione: con i folli non si può mai sapere; a dirla tutta quella squilibrata gli ricordava anche qualcuno benché non avesse idea di chi. Ma probabilmente era una sua impressione, data dalla confusione per lo svenimento e il manrovescio.
< Chi sei? Tu non sei James > affermò la ragazza dopo un po’
< James chi? > domandò Harry, legittimamente privo di velocità di comprendonio dato il momento e la lecita paura
< Potter! >
Harry sussultò per la veemenza con cui aveva pronunciato il suo cognome: ma che problema aveva? < Sì, che c’è? > chiese preoccupato.
La ragazza lo guardò dubbiosa < Ma stai bene? > gli domandò accigliandosi.
Lui? Ma veramente tra i due quella non tanto normale era lei. < Io sto benissimo! > confermò irritato < Sei tu che prima fingi di non conoscermi e poi mi chiami col mio nome! Ma fatti controllare! >
< Tu ti chiami James? > lo pigliava per il culo?
< Senti sconosciuta > principiò con una nota di fastidio < Io non so chi diavolo sei, io sono Harry, in ogni caso se mi stai prendendo… >
< Lily > lo interruppe la ragazza mentre Potter ragionevolmente cominciava a seccarsi
< Scusa? > sbottò scontroso
< Io mi chiamo Lily > precisò la ragazza < E’ che mi ricordavi un mio compagno di casa, James, poi hai detto che ti ho chiamato col tuo nome e… >
< Senti, non me ne frega niente di chi ti ricordo! > urlò Potter < Io mi riferivo al cogno… > e qui si bloccò. Gli era appena saltata in testa un’idea completamente folle e cominciava a sentirsi terribilmente confuso < Sta per venirmi il mal di testa. Ah, lo so, come me lo sento, come me lo sento! > mugugnò tra sé sottovoce voltandosi nuovamente verso il portone ed esaminandolo da lontano
< Lily… come? > chiese tornando a rivolgerle la sua attenzione e facendo un respiro profondo
< Evans, Lily Evans. Grifondoro, piacere > e gli porse la mano.
Ma invece di stringerla, per variare il programma, Harry svenne.


Non ci sono ragioni per cui, fuori di noi, un luogo reale possegga gli scenari della memoria
piuttosto di quelli del sogno.


Note:

Salve a tutti **
E primo capitolo sia! La direzione ringrazia moltissimo chi ha letto questa storia, chi l'ha messa tra i preferiti/seguite/ricordate, chi l'ha ignorata e chi ne è rimasto disgustato.
In particolare però a chi ha recensito e quindi grazie a:
 ily90: il povero caro Harry rimpiangerà tutte le volte – e sono tante - che si è lamentato della morte dei genitori XD Ed ecco qua il primo capitolo, spero ti sia piaciuto *-*
Un bacio cariisima =)

ika90 : Mi farà sempre piacere sentirti quando avrai tempo per recensire (o per leggere) **
Ti dono un pasticcino virtuale un po' marcio invisibile per ringraziarti doppiamente =)
Un bacione!

Alla prossima **
Si ringraziano Alex Britti e Michael Proust per le citazioni =)

  
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