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Autore: CatcatKhad    17/09/2010    1 recensioni
Era una giornata normale per la famiglia Cullen. La piccola Renesmee si era ufficialmente fidanzata con il suo Jake, Emmet e Rosalie avevano fatto un viaggio per stare un po' da soli all'isola Esme, Bella e Edward si amavano alla follia come sempre, Carlisle e Esme per la prima volta dopo molto tempo avevano... ehm,avete capito, ma Alice e Jasper? Per loro no, ma per scoprire cosa succede vieni a leggere questa storia.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Ciaoooo! Spero di non avervi delusi con il capitolo scorso!! Era d'obbligo, era un'idea che mi era venuta da un po' e volevo metterla. Allora, un avvertimento: mentre leggete questo capitolo, ascoltate Russian Roulette di Rihanna, poi Je veux di Zaz, così per rendere meglio l'idea ok? Grazie!! Buona lettura.

Pov. Luna
Da quel giorno ne passò un'altro. Emmett si era ripreso, stavolta era tornato il solito Emmett. O, almeno, non ubriaco. Era sveglio da poche ore e era sul divano opposto al mio. Non gli avevo ancora rivolto la parola. Lo fece lui per primo. - Allora, Luna, dov'è mia moglie? - Lo guardai in cagnesco - Non so se la puoi ancora ritenere tale, comunque non vuole vederti per un po' di tempo. Un bel po'. - Gli dissi, sputando le parole. Mi guardò come se fossi pazza, poi scoppiò a ridere - Ahahahahah, davvero Luna sei simpaticissima!!! Ahahahahahah! Uff, ora fai la seria e dimmi per favore dov'è mia moglie. - Gli ringhiai - Non stavo scherzando. Lasciami in pace. - E mi alzai. Stavo andando verso la porta, ma lui mi prese per un braccio. Urlai, così lui mi lasciò, ma continuò a farmi delle domande - Scusa eh, ma perchè mia moglie non mi vuole più vedere? E perchè non devo più considerarla tale? Non ci capisco niente.. - Sbuffai. Nessie era appena scesa dalle scale e aveva sentito la domanda. Così si avvicinò e fece vedere a Emmett con il suo potere quello che era successo. Lui sbiancò, poi tentò di correre da Rosalie, in camera mia. Lo bloccai con il mio potere, poi corsi da Rose e chiusi la porta. Lei mi chiese cosa era successe. Le mentii - Un insetto enorme. Fobia. - Non potevo dirle che suo marito stava per correre da lei. Troppo tardi. La porta si spalancò e Emmett entrò. Corse verso Rosalie, ma lei si avvicinò a me e scoppiò a piangere e a urlare. Allontanai Emmett, ma non riuscii e lui riuscì a raggiungere Rosalie e a vederla. Sbarrò gli occhi, poi tentò di abbracciarla, ma lei scappò fuori e corse da Alice, che era con Jasper. CON Jasper. La fermai in tempo e andammo da Edward. Aveva letto i nostri pensieri per cui ci accolse in camera sua, per poi chiuderci a chiave. Rosalie era terrorizzata. Io non ero da meno. Non sapevo cosa fare.
Pov. Emmett
Non era possibile. Ero ubriaco, e ho violentato mia moglie. Mi sento un mostro. Son qui, inginocchiato a terra, con Edward che mi viene incontro furioso. Voglio morire, pensai. Rosalie non mi avrebbe più parlato, ne voluto vedere. Non valeva la pena vivere senza di lei. In più, avevo picchiato selvaggiamente Alice. In più, io non ho mai voluto ubriacarmi. Ero nel bosco, a caccia. C'era un animale a terra, ferito. Lo uccisi, per togliergli il dolore. Non sapevo avesse sangue malato. Il problema, ora, è che mia moglie mi considerava un mostro. Io di più.
Pov. Luna
Speravo solo che Emmett avesse capito il male che aveva fatto a sua moglie e a sua sorella. Mi avvicinai a Rosalie, i morsi c'erano ancora e le davano fastidio. Si stava ancora grattando. Mi faceva una pena indescrivibile, poverina. Le volevo un gran bene.
Sospirai, poi mi buttai sul letto. Ero stanca di quella situazione. Stanca. Una lacrima mi scese. Perchè non si poteva vivere in pace? Perchè era come se il destino volesse farmi pagare qualcosa che non avevo fatto?  Scoppiai a piangere, scappando. Corsi verso il bosco. Non riuscivo più a stare in quella casa. Arrivai nella radura vicina a casa di Seth e Leah. Mi misi li, a piangere in silenzio tutte le lacrime che avrei voluto versare giorni e giorni prima, ma che non avevo potuto versare. Non so per quanto tempo rimasi li, so solo che mi addormentai. Mi svegliai ore dopo, a casa di Seth. Come ero finita li? Ah, già. Mi alzai, avevo dormito male e avevo fatto un sacco di incubi. Avevo le occhiaie viola come se mi avessero dato un pugno. Uscii dalla stanza. Seth era li, che mi aspettava. Appena mi vide, mi corse incontro abbracciandomi. Mi lasciai coccolare per un po', poi mi staccai - Devo tornare a casa, amore. Saranno in pensiero per me.. - Mi rispose che aveva già provveduto. Sorrisi, poi mi avviai verso il salotto, dove c'erano Sue e Leah. Notai che sopra al camino c'erano molte foto del padre dei ragazzi. Henry. Sospirai. Leah aveva negli occhi odio. Per me. Ma che le avevo fatto? Solo perchè suo fratello aveva avuto l'imprinting cone me e io lo ricambiavo, non c'era motivo di odiarmi. Sospirai di nuovo. Dovevo aiutare Rosalie e Alice. Dovevo andare. Lo dissi a Seth, in disparte, e lui acconsentì, a patto che mi potesse accompagnare. Poi andò a dirlo a sua madre, e mi accompagnò fuori. Si trasformò, poi mi fece salire in groppa e galoppò verso la mia casa. Fuori dalla porta c'erano Alice e Jasper. Erano abbracciati, e aspettavano me di sicuro. Appena arrivammo a pochi metri da loro, scesi e Seth si ritrasformò. Mi avvicinai, gli diedi un bacio a stampo e lo abbracciai, poi mi staccai e andai verso Alice, che sorrideva. Seth mi sorrise, poi si ritrasformò e corse via. Mi girai di nuovo verso Alice. Era ancora debole. Sospirai, poi quando vidi Emmett uscire dalla porta Jasper lo percepii e strinse a sè Alice, che si incastrò fra le sue braccia. Indietreggiai. Non voleva farmi del male, era normale, ma il mio istinto mi diceva di allontanarmi da loro. Allontanati. Ora. Ti vogliono fare del male. Vai da Rosalie. Sbrigati, o sarà troppo tardi. Mi portai una mano al cuore, batteva all'impazzata. Mi sentivo morire. Ma dovevo correre da Rosalie. Feci un salto, poi cominciai a correre all'impazzata, verso la camera di Rosalie. Dovevo salvarla. Ma da che cosa? Non lo sapevo nemmeno io. Arrivai nella camera e vidi che Rosalie aveva i segni dei morsi meno visibili, ma c'erano lo stesso. Era abbracciata a Emmett. EMMETT? Ma se.. ah, è vero, ero stata via un giorno intero. Boh, le cose erano cambiate di brutto. Il problema ero io. Mi stavo sentendo male. Mi mancava l'aria e mi sentivo cadere. Corsi per quello che potevo in piscina. Mi trasformai in tempo, prima di entrare in iperventilazione. Grr, che odio che mi veniva. Saltai, poi uscii e mi asciugai. Tornai umana e corsi in casa infreddolita. Esme mi porse un asciugamano e io corsi poi a fare un bagno caldo, senza trasformarmi. Ne avevo proprio bisogno. Uscii dopo un po'. Mi vestii pesane e andai in salone, dove aevano acceso il camino. Lo avevano fatto per me, visto che loro non hanno mai ne freddo ne caldo. Mi sedetti sul divano e accesi la Tv di nuovo. Eravamo a Gennaio, un freddo cane. Suonarono alla porta. Era Charlie, il padre di Bella. Non mi aveva mai vista. Appena mi vide sobbalzò, poi si prensentò - Ciao, io sono Charlie, il padre di Bella. Lei è in casa? - Sorrisi, poi risposi - Salve, io sono Luna. La sorella biologica di Alice. Si, Bella è in casa gliela chiamo subito. - Chiamai Bella per più volte, ma non rispondeva. Allora aguzzai bene l'udito e capii che era impegnata con Edward. Mi girai di nuovo verso Charlie - Mi dispiace, devo essermi sbagliata. Comunque si accomodi, non rimanga li al freddo. - Mi ringraziò e entrò, andando in mezzo al salone. Lo feci sedere al divano, per accomodarmi vicino a lui, ma non troppo. Avvertii Alice che era arrivato, così lei e Jasper scesero. Salutarono Charlie e si sedettero sull'altro divano, perchè Jasper aveva sete e doveva trattenersi. C'ero io, nel peggiore dei casi comunque. Scesero anche Rosalie e Emmett, che mi dovevano ancora molte spiegazioni, e Esme. Carlisle era al lavoro. Nessie e Jacob scesero a loro volta, erano a giocare con le bambole. Nessi saltò al collo si Charlie, felice. Jacob si sedette vicino a me, con cautela. Sospirai, poi chiamai urlando Edward, che mi rispose piano e mi disse che stavano arrivando. Ci credetti come l'asino che vola, ma lasciai perdere. Charlie stava cercando di aprire la tasca del giubbotto che aveva in mano, tagliente ovviamente, quando si tagliò. Una goccia di sangue cadde sul mio piede. Io non ebbi reazioni, visto che non mi piaceva il sangue, ma gli altri si irrigidirono. Charlie sapeva che noi eravamo vampiri, ma pensava che noi oltre al sangue animale non bevevamo altro, ne ne avevamo voglia. Ma si sbagliava. Jasper scattò, ma io lo bloccai in tempo, affinchè gli altri potessero tenerlo fermo mentree curavo il dito di Charlie. Lo presi e, chiedendogli scusa in anticipo, gli leccai il dito. Lui prima si scanzadlizzò, poi capì il perchè. Chiusi la ferita con il veleno e presi Jasper di peso portandolo in cucina. Lo feci sedere su una sedia, dopo aver cbiuso la porta a chiave. Aveva gli occhi neri. Era agitato, poi ad un tratto urlò e mi abbracciò. Aveva paura di fare del male a Charlie. Lo consolai con la mia voce, l'unica cosa che potevo fare in quel momento. Si calmò, poi uscì e corse fuori. Alice lo seguì. Io mi avvicinai a Charlie e gli dissi che lo avrei accompagnato a casa. Esme me lo impedì, ero troppo piccola per guidare. Cavoloooooo! Ci andò lei.
Pov. Alice
Jasper era quasi saltato addosso a Charlie, dopo che lui si era tagliato il dito. Tale e quale alla figlia. Solo che lui ora si odierà ancora più di quanto non si odiava già prima. Era corsro fuori, e io seguendo l'istinto lo rincorsi, fino alla radura di Edward e Bella. Era seduto al centro della radura, si teneva su la testa con le mani e ansimava. Di rabbia, di delusione, di odio.
   
 
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