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Autore: Julia Weasley    17/09/2010    22 recensioni
Seguito di “Eroi non si nasce, si diventa”.
Regulus è morto in circostanze misteriose, lasciando dietro di sé soltanto domande senza risposta. Ma quando una fidanzata che non si dà pace, un vecchio Indicibile in pensione e un elfo domestico che sa molto più di quanto possa sembrare incroceranno per caso le loro strade e uniranno le forze, tutto sarà destinato a cambiare.
Genere: Guerra, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Black, Mangiamorte, Nuovo personaggio, Ordine della Fenice, Regulus Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'R.A.B.' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Non può piovere per sempre

Capitolo 2
L’inizio della fine

Narcissa, vestita con un abito nero che contrastava fortemente con i capelli biondi e la pelle pallida, se ne stava sul pianerottolo e osservava due uomini scendere le scale del numero dodici di Grimmauld Place, a passi lenti e misurato l’uno, pesanti e nervosi l’altro.
« Avete trovato niente? » domandò al primo, quando lui la raggiunse. Lucius fece segno di no con la testa.
« Abbiamo perquisito tutta la sua camera da cima a fondo ma non ha lasciato nessun indizio, nemmeno un biglietto » aggiunse il secondo, Rodolphus Lestrange, lanciando un’occhiata cupa in direzione del salotto.
« Non credo che si aspettasse di morire » disse Lucius.
Narcissa distolse lo sguardo, puntandolo alla parete occupata dalle teste degli elfi domestici, nel vano tentativo di nascondere quello che provava. Non avrebbe mai immaginato di dover sopportare tutto ciò, non in un periodo in cui sarebbe dovuta essere felice a causa della gravidanza. La morte del suo cugino preferito la aveva profondamente scossa, tanto che non aveva avuto neanche la forza di scacciare suo zio Alphard quando questo l’aveva contattata via camino per avere notizie sul conto di Regulus.
Nel frattempo, Lucius e Rodolphus avevano iniziato a parlare tra di loro sottovoce, così Narcissa decise di tornare nel salotto pieno di persone vestite di nero come lei.
Ebbe solo voglia di sparire all’improvviso. La scena che le si presentava davanti era quasi identica a quella accaduta poco tempo prima in occasione della morte di Orion. I pochi Black rimasti in vita erano riuniti intorno alla padrona di casa, la quale però era l’unica a tenere un comportamento diverso da quello che aveva assunto alla morte del marito.
In effetti, tutti i presenti sembravano intenzionati a mantenersi ad una certa distanza di sicurezza da lei ed evitavano di guardarla, come se stesse dando uno spettacolo osceno.
Non era la prima volta che Walburga perdeva il controllo, ma non in quel modo. Narcissa non l’aveva mai vista piangere in vita sua e sentì a sua volta il bisogno di guardare da un’altra parte, un po’ per sensibilità, un po’ per paura: il pianto disperato di sua zia la terrorizzava più di ogni altra sua reazione di rabbia. Era come se il mondo si fosse capovolto: quella donna di ghiaccio, più superba di tutti i presenti messi insieme, che non aveva mai mostrato alcun sentimento in pubblico né tanto meno un segno di affetto nei confronti dei figli, aveva improvvisamente perso ogni inibizione e continuava a piangere e singhiozzare, ignorando i parenti e abbandonando il suo consueto atteggiamento rigido e glaciale.
Narcissa non vedeva più la nobile strega Purosangue cui era abituata, ma soltanto una donna che aveva perso tutto.
« Signorina Cissy? » la chiamò in quel momento una voce gracchiante e rauca. Narcissa abbassò lo sguardo sull’elfo domestico che portava un vassoio e tremava dalla testa ai piedi. « Il tè che avevate richiesto ».
« Grazie, Kreacher » rispose lei, prendendo a sua volta il vassoio. Kreacher si affrettò a defilarsi, cercando di trattenere le lacrime. Mentre si allontanava, si guardava intorno con aria terrorizzata, come nel timore che qualcosa di spaventoso si nascondesse dietro le poltrone, pronto ad afferrarlo.
Narcissa, ignorando gli sguardi ansiosi e stupiti degli altri Black, andò a sedersi sul divano accanto a Walburga.
« Zia, prendete un po’ di tè; vi farà bene » disse, porgendole una tazza fumante. Walburga la afferrò ma continuò a tenerla in mano, del tutto indifferente.
Narcissa evitò di fissarla direttamente, e si limitò a guardarla con la coda dell’occhio, mentre il cuore le si stringeva sempre di più.
Non sapeva ancora cosa significasse davvero essere madre, ma in base a quello che provava quando pensava alla vita che si stava sviluppando dentro di sé, sapeva che per un figlio sarebbe stata disposta a fare qualsiasi cosa, anche dare la vita, se necessario.
Perdere un figlio doveva essere una delle cose peggiori al mondo.
Stava ancora cercando un modo per offrirle un minimo di conforto, quando la porta d’ingresso si aprì e si richiuse con un colpo secco. Un attimo dopo Bellatrix entrò nel salotto, fermandosi tuttavia sulla soglia, senza neanche togliersi il mantello bagnato di pioggia.
Narcissa avrebbe voluto salutarla, ma qualcosa nello sguardo di sua sorella la indusse a restare dov’era. Sembrava letteralmente fuori di sé dall’ira.
La zia Lucretia le chiese notizie e delucidazioni, ma Bellatrix rimase in silenzio per due minuti buoni. Alla fine, quando tutti si furono ammutoliti, si decise a parlare.
« Non c’è molto da dire» esordì con un tono furibondo. «È morto perché ha deciso di tradire il Signore Oscuro ».
Erano tutti impalliditi. Narcissa si sentì pizzicare gli occhi già rossi.
« Non è possibile… » parlò in quel momento Walburga, con la voce rauca. Era la prima volta che diceva qualcosa da ben due giorni. «Non lo avrebbe mai fatto».
« Invece sì. Lo so per certo » replicò Bellatrix, dura.
Walburga scosse la testa.
« Non è vero! Regulus… »
« Era poco motivato » la interruppe Bellatrix, mentre il suo tono di voce diventava sempre più incalzante. « Non gli è mai importato abbastanza degli ideali del Signore Oscuro! Cercava soltanto fama e potere per la famiglia, come gli avevate chiesto voi, zia… »
Narcissa avrebbe voluto zittirla, perché Walburga aveva iniziato a tremare violentemente per la rabbia e si mordeva le labbra a sangue, ma Bellatrix ignorò il suo sguardo di avvertimento e continuò a parlare.
« Era debole e immaturo. Non aveva il coraggio di fare quello che doveva… »
Walburga sembrava sul punto di esplodere da un momento all’altro.
« … e il suo tradimento costituisce una vergogna per tutti noi. Non era poi tanto diverso da suo fratello ».
Il silenzio gelido che era caduto subito dopo quell’ultima affermazione fu infranto contemporaneamente da un tuono che scosse le pareti del salotto e dal rumore della tazza di tè che cadde per terra, rompendosi in mille pezzi.
Walburga era balzata in piedi con un impeto di cui non sembrava capace e ora fissava la nipote con uno sguardo che avrebbe fatto tremare un intero esercito di Mangiamorte. Bellatrix tuttavia ricambiava l’occhiata con disgusto.
« Tu… non osare insultare Regulus » sibilò Walburga, puntando il dito tremante contro l’altra.
« Le cose stanno così ».
Il lampadario stava lampeggiando e oscillando pericolosamente. Tutti i presenti, con il cuore in gola, rivolsero a Bellatrix una supplica silenziosa. Lei e Walburga erano sempre andate d’accordo ma, ora che si fronteggiavano, le conseguenze della loro rabbia apparivano disastrose a chi si trovava in mezzo.
« Vattene immediatamente! » sbottò Walburga.
Bellatrix non se lo fece ripetere due volte. Con un’ultima occhiataccia, le voltò le spalle e uscì dal salotto a passi pesanti.

Senza forze, Walburga si lasciò ricadere sul divano nello stesso momento in cui la porta d’ingresso sbatteva violentemente.
Kreacher era accorso per raccogliere i cocci della tazzina e asciugare il pavimento, ma lei gli fece cenno di pensarci più tardi. Al momento non voleva vedere né sentire nessuno. Si teneva le mani davanti agli occhi, nel tentativo di estraniarsi da tutto ciò che la circondava. Un dolore acuto e martellante le toglieva quasi il respiro. Sentiva come una voragine senza fondo dentro di sé.
Era tutto finito. Regulus non c’era più e con lui si era dileguata l’ultima speranza di sopravvivenza della famiglia.
Quello era l’inizio della fine per la Casata dei Black, ma al momento la donna era ossessionata da ben altri pensieri. Non dava alcun valore alle parole di Bellatrix. Se era vero che Regulus aveva deciso di lasciare i Mangiamorte, doveva aver avuto le sue buone ragioni. Non sapeva quali ma immaginò che ad un certo punto gli ideali del Signore Oscuro non avessero più coinciso con quelli che gli erano stati insegnati.
Di una cosa era certa: Regulus non era un traditore del suo sangue come l’altro. Era il figlio migliore del mondo. Ne era stata talmente fiera che ora le sembrava di aver perso tutto. Regulus era tutto ciò che le rimaneva e in lui aveva riposto ogni speranza.
Una fitta di rimorso inutilmente represso la fece gemere, e cominciò a chiedersi che cosa sarebbe successo se lei non lo avesse incoraggiato ad unirsi a Lord Voldemort. Forse a quell’ora suo figlio sarebbe stato ancora vivo…
Con uno sforzo immenso, si costrinse a rigettare indietro quei pensieri. Non poteva sopportare un peso simile. Non era colpa sua. In fondo, era stato Regulus a volerlo. Lei glielo aveva consigliato, ma lui ne era felice… all’inizio…
Era molto meno doloroso continuare a mentire a se stessa piuttosto che ammettere di averlo mandato inconsapevolmente al macello. Ma dentro di sé sapeva che non si sarebbe mai più liberata di quel rimorso.

Nel frattempo, Rodolphus aveva salutato in fretta e furia Lucius ed era uscito a sua volta da Grimmauld Place. In cima ai gradini che davano sulla strada, cercò di vedere attraverso la fitta cortina piovosa, in cerca di una vaga traccia di sua moglie.
Il cielo nero era a tratti illuminato da potenti lampi e la strada si stava velocemente allagando.
« Impervius » disse, la bacchetta puntata contro di sé. Non era sicuro che sarebbe stato utile con quel diluvio, ma almeno non si sarebbe inzuppato dalla testa ai piedi.
Grazie all’incantesimo, riuscì a notare una figura familiare che voltava l’angolo sulla sinistra.
Rodolphus rinunciò ad inseguirla a piedi e si Smaterializzò direttamente, comparendo nella strada traversa, proprio accanto a Bellatrix.
La donna aveva tutta l’aria di aver appena sferrato un pugno contro la parete di un edificio. Aveva lo sguardo fisso e Rodolphus non poté fare a meno di pensare che nessuno sano di mente sarebbe voluto esserne il destinatario.
« Andiamocene. Non mi sembra il caso di rimanere qui sotto il temporale » esordì lui.
Bellatrix non disse una sola parola, limitandosi a stringere i pugni e infilarsi le unghie nella carne.
« Non me lo sarei mai aspettata da Regulus » affermò infine.
Rodolphus la guardò. La conosceva bene: sotto la rabbia, la donna nascondeva una grossa delusione.
« Era ancora un ragazzino. Non era pronto per servire il Signore Oscuro » le disse.
« Ma sembrava così convinto! »
« Bella, lo faceva soltanto per dovere nei confronti della famiglia. Ma non credere che sia tanto diverso da molti altri. Pensi che tutti gli altri Mangiamorte siano veramente motivati dagli ideali del Signore Oscuro? Pochi gli sono fedeli come noi. Macnair, Karkaroff, lo stesso Lucius: loro non esiterebbero un attimo a voltargli le spalle se qualcosa andasse storto. Regulus era solo meno opportunista, e non è riuscito a fingere bene come altri ».
Bellatrix annuì, ma non si mosse ancora. Dentro di sé sentiva una rabbia che non riusciva più a contenere. Non poteva credere che Regulus li avesse traditi tutti. Le sembrava di odiarlo ma al tempo stesso non voleva avercela con lui. Doveva assolutamente trovare un capro espiatorio per scaricare tutta quella collera…
Rodolphus le afferrò il polso con decisione, costringendola a voltarsi verso di lui.
« Sai che fa male tenersi tutto dentro. Hai solo bisogno di sfogarti… e io conosco il modo migliore per farlo: non dicevi proprio l’altro giorno che ci sono troppi Babbani in giro? » aggiunse Rodolphus, con un’espressione eloquente.
Bellatrix parve rianimarsi e per un attimo riuscì a piegare le labbra in una smorfia.
« Sì, andrebbero proprio sterminati » convenne, ricambiando lo sguardo del marito. « Caccia al Babbano? »
Rodolphus annuì e le porse la mano destra. Bellatrix gliela prese.
Se pensava che all’inizio non avrebbe neanche voluto sposarlo quasi non ci credeva. Presto però si era resa conto che, nonostante tutto, avevano molte cose in comune: entrambi erano sadici e violenti allo stesso modo e si intendevano alla perfezione, come se si potessero leggere nel pensiero a vicenda. Inoltre tutti e due erano fedeli al Signore Oscuro.
Bellatrix sapeva che quello che il legame tra lei e il marito non era neanche paragonabile a ciò che sentiva per Voldemort. Tuttavia Rodolphus era il compagno perfetto per lei. Il fatto che avesse intuito e anticipato il suo bisogno di versare del sangue Babbano per sfogare la sua rabbia lo dimostrava.
Si Smaterializzarono insieme, decisi a non avere alcun freno alla loro sete di morte e distruzione.
Quella notte nessuno li avrebbe fermati.


Quando quella mattina Sirius aprì gli occhi, per un attimo non riconobbe la stanza in cui si trovava. La sua mente appena sveglia cercava di elaborare qualche vago ricordo.
Che cosa ci faceva in quella camera che non gli era familiare? Ricordava soltanto di aver avuto un terribile incubo e di essersi destato all’improvviso. Aveva anche la sensazione di aver dormito per tantissimo tempo.
Guardandosi intorno, scoprì di non trovarsi a casa sua. In effetti, quella sembrava proprio la stanza degli ospiti dei Potter. Ma che diamine ci faceva lì?
Alla sua mente riaffiorò il ricordo di un pomeriggio piovoso, di una tazza di tè caldo abbandonata sul tavolo della cucina e della voce familiare di James che gli chiedeva di restare a dormire lì…
No, tutto ciò era troppo simile all’incubo che aveva fatto. E poi perché James e Lily avrebbero dovuto ospitarlo per una notte? Lui ce l’aveva una casa e di sicuro non avrebbe voluto disturbare la coppia di sposi. A meno che…
Fu come se un freddo gelido fosse calato improvvisamente nella stanza, giungendo fin dentro di lui.
Non era stato affatto un incubo; era successo davvero. Aveva veramente vagato senza meta per più di un giorno intero, con l’unico desiderio di svanire nel nulla e non provare più niente. Ora ricordava che James lo aveva trovato seduto su un marciapiede, incurante della pioggia che scrosciava. Dopo avergli detto che lo stavano cercando tutti, lo aveva convinto a seguirlo a casa sua.
Adesso però Sirius desiderava dimenticare tutto un’altra volta, non sentire più quell’angoscia che lo opprimeva come un macigno sul petto.
Per estraniarsi di nuovo dal mondo reale, si voltò verso il muro e chiuse gli occhi. Ma fu ancora peggio perché varie immagini e frammenti di memorie iniziarono ad apparirgli davanti: due bambini piccoli scartavano i rispettivi regali di Natale per poi scambiarsi un gran sorriso soddisfatto; un ragazzino di Serpeverde chiamava per nome un Grifondoro, ma questo fingeva di non sentirlo e si allontanava in compagnia dei propri amici; infine gli stessi due ragazzi, ormai cresciuti, si urlavano addosso, ma nessuno dei due sentiva quello che l’altro diceva.
Quella scena lo riportava con la mente all’ultima volta in cui aveva visto Regulus: era distrutto e spaesato a causa della morte di loro padre, ma solo ora Sirius si rendeva conto che quel giorno suo fratello aveva cercato di mascherare qualcosa di più. Forse si era già pentito di essere un Mangiamorte…
Perché non mi hai chiesto di aiutarti? pensò, disperato, come se lui lo potesse sentire. Pensavi che me ne sarei infischiato? O eri troppo orgoglioso per ammettere di aver commesso il più grande sbaglio della tua vita?
Non sapeva quale emozione fosse prevalente: a momenti sentiva una rabbia bruciante, altri un dolore atroce, e altri ancora il desiderio di poter tornare indietro e ricominciare tutto da capo, per impedire che accadesse l’irreparabile.
Non gli importava più chi aveva torto o ragione. Fino a pochi giorni prima era convinto di essere nel giusto, ma ora iniziavano ad uscire fuori anche i rimorsi e i rimpianti che aveva a lungo nascosto anche a se stesso.
Se avessi fatto lo sforzo di capirlo un po’ di più, se non lo avessi ignorato e allontanato, se non fossi scappato di casa, se non gli avessi fatto credere di detestarlo…
La sua mente era piena di “se”, di possibilità mai realizzate. Sirius sapeva che era inutile pensare a cosa sarebbe stato diverso se Regulus non avesse deciso di unirsi a Voldemort, ma non riusciva a trattenersi.
Solo ora si rendeva conto di averlo perso troppo presto: non sapeva quasi nulla di lui, non se ne era mai interessato. Non aveva voluto mai sentirne parlare, aveva sempre detto di odiarlo e che non significava nulla per lui. Era solo un Mangiamorte, forse un assassino… ma era sempre suo fratello.
Nonostante fosse distrutto, Sirius non riusciva a piangere. E stavolta non era a causa del suo orgoglio: era come se neanche le lacrime bastassero ad esprimere come si sentiva in quel momento…
Improvvisamente delle voci familiari lo distrassero per un attimo: Lily e James dovevano essersi già svegliati. Sentirli così vicini gli fu di immenso conforto.
Sirius non sapeva come trovò la forza di alzarsi dal letto. Aveva la sensazione di muoversi per inerzia, come se il suo cervello fosse scollegato e non controllasse i movimenti del corpo.
Le voci provenivano dalla cucina. Sirius uscì dalla stanza e iniziò a scendere le scale. In realtà non aveva la minima voglia di parlare, ma non voleva restare chiuso in camera tutto il giorno a pensare.
Quando si affacciò alla soglia della cucina, vide James che stava leggendo ad alta voce un articolo della Gazzetta del Profeta e Lily che lo ascoltava con un’espressione disgustata.
« Per carità, smettila, sto mangiando! » esclamò lei ad un certo punto. « Questi giornalisti hanno il gusto del macabro. Non c’è alcun bisogno di scendere nei particolari… »
Sirius sentì la necessità di schiarirsi la gola, altrimenti non avrebbe potuto parlare.
« Che cosa è successo? »
I Potter tacquero subito e si voltarono verso di lui. Sirius abbassò lo sguardo: non voleva essere guardato con compassione.
« C’è stata una strage di Babbani ieri notte » rispose James, riponendo il giornale. « Quindici morti e nessun colpevole catturato ».
Lily gli lanciò un’occhiata ammonitrice, per intimargli di non aggiungere altro.
« Sirius, ho preparato una frittata, so che ti piace » aggiunse, con un evidente nervosismo. « Se non ti va ci sono anche diversi toast… ehm, sono un po’ bruciati ma… »
Era molto a disagio: probabilmente non sapeva come comportarsi.
« Ti ringrazio, ma non ho fame » rispose Sirius, cupo. A dire la verità, il solo pensiero del cibo gli dava la nausea, e non solo perché la cucina di Lily faceva concorrenza a quella di Hagrid. Notò che gli altri due si erano scambiati un’occhiata d’intesa.
« Come… ti senti? » buttò lì James.
Mi sento morire, pensò, e a giudicare dal dolore che provava, non era neanche troppo inverosimile. Ma non lo avrebbe mai detto ad alta voce. Non voleva farli star male a loro volta.
« Un po’ meglio di ieri » mentì e, per non rimanere lì impalato, andò a sedersi al tavolo.
Sapeva che James stava guardando il suo volto funereo e che non aveva creduto neanche ad una parola. Ma gli fu grato quando lo vide trattenersi dall’insistere, e apprezzò anche il suo sostegno silenzioso.
« Sentite » aggiunse dopo qualche istante di imbarazzato silenzio, che Lily aveva cercato di impegnare mescolando con una forza decisamente eccessiva il caffè col cucchiaino. « Vi ringrazio per avermi ospitato stanotte, ma non voglio disturbarvi ancora… »
James alzò gli occhi al cielo. A giudicare dalla sua espressione, se l’era aspettato.
« Smettila, sai che puoi restare qui tutto il tempo che vuoi. Vero, Lily? »
« Ma certo! Se non te la senti di tornare a casa, rimani qui per un po’. Non ci disturbi affatto ».
Sirius scosse la testa. Sapeva che avrebbero risposto in quel modo.
« Prima o poi dovrò tornarci, quindi meglio prima che dopo ».
Gli altri due non sembravano convinti della sua decisione.
« Se hai bisogno di restare da solo, fai come vuoi » disse infine James. « Però ti accompagno io, e poi ti verrò a trovare tutti i giorni. Quindi sappi che non ti libererai facilmente di me ».
Per un solo istante Sirius accennò un sorriso triste. Anche se la vita sembrava scagliargli addosso un dolore dopo l’altro, non poté fare a meno di sentirsi consolato al pensiero che c’era qualcuno sul cui aiuto poteva sempre contare.

*Angolo autrice*
Avevo detto che avrei aggiornato ogni dieci giorni, ma mi rompo più di voi ad aspettare! Quindi, visto che in questi giorni ho scritto un sacco, per ora posso aggiornare ancora una volta a settimana, perciò pubblicherò i prossimi capitoli ogni venerdì sera. E s'impicchi la previdenza!
In fondo, visto
che dovrete avere un po' di pazienza prima di rivedere Regulus, è meglio che non vada così lenta, perché è snervante. Nel prossimo capitolo però potrebbe esserci una sorpresina...
I primi capitoli sono molto incentrati su Rachel (spero che non vi dispiaccia), ma non potevo non scrivere le reazioni di Sirius e dei Black. Descrivere Walburga ridotta così è stato... boh, indefinibile. Ma non ce la vedevo a restare gelida anche dopo la morte del suo "unico" figlio. Da quel che racconta Kreacher, era veramente distrutta.
La parte con Bellatrix e suo marito è un tributo a Circe, che mi ha fatto cambiare idea su Rodolphus: Fino a qualche tempo fa lo consideravo uno zerbino, ma dopo aver letto le storie della suddetta l'ho del tutto rivalutato. Sia chiaro: Bellatrix ama Voldemort (che gusti...), ma con Rodolphus si capisce al volo, e lui ha il suo stesso modo di sfogarsi, come avrete notato.
Ringrazio Marta, che ormai sta sfornando una galleria di disegni sulla mia storia! L'opera di oggi raffigura la madre di Rachel: Diane

Sono commossa dalla fiducia che riponete in me, quindi spero veramente di non deludervi! =S *trema dalla fifa*

Alohomora: grazie a te per avermi incoraggiata a scrivere questa storia! Nel prossimo capitolo Rachel capirà che deve reagire, ma prima che riacquisti il sorriso ce ne vuole. Ora però voglio sapere da che parte stavi durante la litigata tra Bellatrix e Walburga! Se sono riuscita per un solo nanosecondo a farti tifare per la megera posso considerarmi realizzata!
_Mary: sapevo che avresti odiato Barty. Lui non avrebbe voluto fare del male a Rachel, però tra lei e Voldie preferisce quest'ultimo. Ma che ti aspetti da uno che ha ucciso il proprio padre, per quanto bast-... odioso fosse? Ah sì, uno scontro con Regulus prima o poi ci sarà! Grazie, l'ambientazione è una delle cose cui tengo di più nel capitolo scorso!
Mahoney: grazie per aver letto il primo capitolo, anche se ovviamente non hai capito molto, dato che 3 personaggi su 4 erano originali! E grazie per l'intenzione di leggere "Eroi non si nasce, si diventa". Spero che ti piaccia!
Mirwen: ciao anche a te! Sono felicissima che tu non sia delusa, e spero che il capitolo di oggi ti sia piaciuto altrettanto, visto che c'è Sirius... anche se non è molto allgreo... =(
Circe: spero che ti sia piaciuto il momento tra Bellatrix e Rodolphus, l'ho scritto in tuo onore! Vedi, tu mi hai fatto rivalutare Rodolphus e io spero di farti apprezzare le what if, e spero che tu rimanga di questa idea anche alla fine della storia! Grazie, tengo tantissimo a migliorare il modo di scrivere, quindi mi ha fatto molto piacere sentirmelo dire da te!
Beatrix Bonnie: ecco l'artista! Il fatto che le mie storie ti ispirino non può far altro che aumentare la mia stima! XD Grazie! Descrivere il dolore dei vari personaggi mi preoccupava perché dopo un po' avevo paura di essere ripetitiva, ma sono felice che le metafore ti siano piaciute! Il disegno di Diane è fantastico! **
Lyssa: non ho pubblicato il 13 però ho anticipato lo stesso, contenta? Spero di farcela, perché con l'università in certi periodi non posso scrivere e devo tenermi alcui capitoli di scorta. E io detesto aggiornare in ritardo! Grazie, sono contenta che trama e stile ti piacciano! Spero che il ritorno a scuola non sia stato troppo traumatico...
Lellas92: ben ritrovata! In effetti neanche a me Barty sta antipatico, anzi. Quando scrivo per un po' su certi personaggi, nei loro confronti divento una specie di mamma chioccia! Poi Barty mi è sempre piaciuto per la sua assoluta fedeltà ai suoi "ideali", anche se è l'esatto opposto di Regulus e gli ideali sono discutibili! La tua recensione mi ha fatto ridere troppo! XD
Lenobia: a forza di scrivere su di lui, Barty è diventato uno dei preferiti anche per me. Prima di vedere Regulus dovrai aspettare un po' ma quando "tornerà" mi concentrerò molto su di lui, per la mia grande felicità! Perseus comparirà di più in questa storia, anche perché mi piace descriverlo. Grazie, sono contenta che il mio stile sia migliorato!
bianchimarsi: ma tu sei un genio! XD E' buffo che tu abbia detto quella frase sul futuro che lo si crea da soli, perché per la storia questo concetto sarà molto importante. Insomma, sei telepatica, complimenti!
DubheBlack: per ora dove sia Regulus non si sa e resterà un mistero! Alla fine comunque sarà più facile di quanto possa sembrare, perché non ho inventato niente di nuovo, almeno per ora. Povero Regulus, non gli sono bastati gli Inferi, stavolta rischierà di essere fatto a pezzi dal padre di Rachel! Grazie, non sai quanto mi faccia piacere un'accoglienza così! =D
RF09: ciao! Purtroppo questi capitoli iniziali saranno tristi, ma la storia è in salita, quindi miglioreranno man mano che andrà avanti! Per Regulus dovrai aspettare un po', però!
malandrina4ever: ma cara, lo sai che io ho scelto quella data appositamente per te? Già. Avevo letto da qualche parte che l'11 partivi, perciò ho deciso di iniziare a pubblicare il giorno prima! Spero che questo ti ricompensi per l'assenza di Regulus (puoi ripeterlo quante volte vuoi, a proposito, anzi, deviripeterlo) anche perché al momento latiterà. Per ricompensarti, ti ci ho pure dovuto mettere Potter, tsk... Il titolo è merito tuo, ti farei a mia volta una statua d'oro! **
meissa_s: mi piace sempre adattare le condizioni atmoferiche ai sentimenti dei personaggi, e dato il titolo della storia, non potevo iniziare che in un giorno piovoso. Per Regulus però dovrai aspettare un po'. Le cose inizieranno ad evolversi dal capitolo 4, dopo di che un po' per volta si arriverà al momento tanto atteso! (sto diventando sadica quanto te...XD)
bellatrix18: che bello, grazie! Mi fa piacere sapere che hai aspettato questo storia per tanto tempo! La situazione inizierà ad evolversi presto. Prima che Regulus compaia però devono accadere tante cose, quindi poveretto dovrà aspettare e voi dovrete avere pazienza.
quigon89: bè, dopo questo capitolo probabilmente Bellatrix non ti sembrerà più tanto trattenuta! Nello scorso doveva ancora abituarsi all'idea dela morte di Regulus, ora però si è scatenata. Benvenuto nel club: anche io adoro Barty! Mi affascina un sacco. Grazie per quello che hai detto sulla crescita dei miei personaggi! Mi ha fatto molto piacere! =D
lyrapotter: bentrovata anche a te! Mi dispiace averti messo tristezza, e mi sa che anche con questo capitolo il risultato sia stato uguale. Bellatrix qui si è pronunciata eccome: con Barty no, perché i panni sporchi si lavano in famiglia! Più che distruggere qualcosa, direi che ha fatto di peggio... ma si sa che se non fa le cose in grande non si sente realizzata u.u
PenPen: ti assicuro che dispiace tantissimo anche a me. Mi piaceva tanto il trio dei Serpeverde a Hogwarts, ma poi ognuno ha fatto le proprie scelte, che nel caso di Regulus e Barty erano del tutto opposte =( Lo so, i primi capitoli sono tristi, ma presto migliorerà, promesso!
  
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