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Autore: Emily Alexandre    18/09/2010    9 recensioni
Il triangolo James- Lily- Snape è appena accennato nei libri della Rowling, lasciando vagare la fantasia del lettore, ma si rivela essere il nodo centrale di tutta la storia. L'amore di Severus per Lily. L'odio tra James e Severus. La storia d'amore tra Lily e James. Dieci capitoli per ripercorrere le tappe più importanti delle loro vite, dall'amicizia tra Lily e Severus, all'amore tra lei e James, il matrimonio, la loro morte e la scelta di Severus, l'incontro con Harry, l'uccisione di Silente, per finire con la morte di Snape e la toccante immagine che la Rowling ci ha lasciato.
" E in quel momento capì. Capì che il figlio di Lily avrebbe dovuto sapere. Comprendere il perché di ogni suo gesto. Comprendere che qualcuno aveva amato sua madre in modi che lui non poteva neanche lontanamente immaginare. Oltre il tempo e la distanza che li aveva separati. I pensieri, i ricordi, che fino a quel momento aveva gelosamente custodito dentro di se, fuoriuscivano. Capirai, ragazzo. Capirai ogni cosa. Ma adesso guardami. Io sto morendo. Guardami. Lasciami perdere per l'ultima volta negli occhi di lei. GUARDAMI." (cap.10)
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: James/Lily, Lily/Severus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'Severus Snape, between darkness and love'
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Ad Amì, per l'amore con cui ha seguito questa storia. E tutte le altre storie.

A Fanny, per ogni singolo nostro indelebile istante potteriano.

 

 

In fondo, pensò l’uomo amaramente, era giusto che tutto finisse lì dove era iniziato. Hogwarts era un buon posto per morire. La sua unica casa sarebbe diventata la sue eterna casa. Perché lui doveva morire, Snape lo sapeva. E sarebbe morto, quella notte, ma prima aveva qualcosa da fare. Ancora. Non gli interessava se per Dumbledore Harry fosse condannato a morte certa: il ragazzo non poteva morire. Lui non l’avrebbe permesso. Ci doveva essere un altro modo, un’alternativa. Il figlio di Lily non poteva morire.

Il Signore Oscuro l’aveva richiamato dalla battaglia e lui non aveva potuto sottrarsi; non capiva cosa volesse, perché non lo lasciasse andar via.

“Lasciatemi cercare il ragazzo. Consentitemi di portarvi Potter. So dove posso trovarlo, mio Signore. Vi prego.” *

Lo implorava, Snape… non sapendo che il ragazzo era più vicino di quanto pensasse, nascosto sotto il Mantello dell’invisibilità.

Non capiva, Snape, perché il suo Signore lo tenesse rinchiuso lì, a chiacchierare di una bacchetta; Severus non sentiva… non c’era niente in lui se non lo sfrenato desiderio di trovare il ragazzo e portarlo in salvo. Proteggerlo. Permettergli di vivere. Poco importava se per farlo avrebbe dovuto sacrificare la propria vita… ne sarebbe valsa la pena. Tutto, per permettere agli occhi di Lily di brillare ancora.

Frasi sconnesse, implorazioni. La sua agitazione strideva con la calma di Voldemort. Entrambi volevano Potter, ma per motivi ben diversi. Ed entrambi sapevano che il ragazzo, pur di salvare i suoi amici, si sarebbe sacrificato. Il Signore Oscuro pensava che nessuno conoscesse Potter meglio di lui. Sbagliato. Severus Snape conosceva il ragazzo Sopravvissuto forse anche meglio di quanto si conoscesse lui stesso; aveva l’arroganza e la presunzione di suo padre, ma anche l’innata bontà di sua madre.

Nessuno, nessuno, conosceva Harry Potter meglio di Severus Snape.

Alla fine, la rabbia di Voldemort esplose e Snape iniziò a tremare… teneva gli occhi fissi sul serpente che, avvolto nella sua bolla protettiva, strisciava indisturbato. Non poteva morire prima di sapere che il ragazzo si sarebbe salvato. Non era un codardo, non lo era mai stato. La morte non lo spaventava. Non la sua almeno.

Alla fine, Snape si decise a guardare Voldemort, ad affrontare quegli occhi gelidi e vuoti.

“Mio signore… lasciatemi andare dal ragazzo…” *  

Tutto inutile. Voldemort aveva un piano e niente l’avrebbe potuto fermare.

Perdonami Lily. Non sono riuscito a salvarlo.

Lily… la sua Lily. Forse l’avrebbe rivista.

Ma perché doveva morire così? Per quale motivo? Morire mentre cercava di salvare Harry avrebbe avuto un senso. Ma morire così, nel Platano Picchiatore! Alla fine capì…

Lui aveva ucciso Dumbledore e così Voldemort doveva uccidere lui, per poter finalmente usare la Bacchetta di Sambuco contro il ragazzo. Provò a protestare. Lui quella bacchetta non l’aveva neanche mai sfiorata. Ma fu inutile, Voldemort ne era convinto.

Fu un attimo. Nagini, liberata dalla bolla, si avventò su di lui e Snape, nell’ultimo attimo di lucidità, riuscì persino a sorridere. Trionfante. Lui aveva ucciso Silente, si, ma Draco l’aveva disarmato. Era Draco il possessore della Bacchetta. La sua morte era inutile per Voldemort… ma forse non per Harry.

Un urlo uscì dalle sue labbra, mentre Nagini gli avvolgeva testa e spalle.

Gli perforò il collo, poi lo lasciò lì, a dissanguarsi. In un attimo Voldemort e il serpente non c’erano più e lui era solo.

Tentò di bloccare il sangue che usciva ma era tutto inutile. Stava morendo, lo sapeva, e solo un pensiero occupava la sua mente. Lei. Sempre Lei. Un guizzo verde, nel buio. Lily lo era venuto ad accogliere in quella terra dove semplicemente non si è più? No, non era morto. Non ancora. E gli occhi che lo guardavano appartenevano al ragazzo che da troppi anni cercava di proteggere. E in quel momento capì. Capì che il figlio di Lily avrebbe dovuto sapere. Comprendere il perché di ogni suo gesto. Comprendere che qualcuno aveva amato sua madre in modi che lui non poteva neanche lontanamente immaginare. Oltre il tempo e la distanza che li aveva separati. I pensieri, i ricordi, che fino a quel momento aveva gelosamente custodito dentro di se, fuoriuscivano. Capirai, ragazzo. Capirai ogni cosa. Ma adesso guardami. Io sto morendo. Guardami. Lasciami perdere per l’ultima volta negli occhi di lei. GUAR…DA…MI.

Severus Snape morì così, dissanguato, con la mano stretta attorno ai vestiti del ragazzo che era stata la sua ragione di vita negli ultimi sedici anni. Con gli occhi verdi nei suoi neri.

E non avrebbe mai saputo che anni dopo, un bambino che aveva ereditato gli occhi verdi della nonna, avrebbe portato il suo nome.

 

 

" Più dolce sarebbe la morte
se il mio ultimo sguardo avesse come orizzonte
il tuo volto.
E se così fosse, mille volte vorrei nascere
per mille volte ancor morire. "
Will Shakespeare

 

 

 
* "Harry Potter e i Doni della morte."
 
Note: grazie mille a Lu-Pin, Sonia1977 e Padroncina per le bellissime recenzioni. Spero che questo capitolo finale non vi abbia deluse. E, chissà, magari ci rivedremo in qualche altra storia. Grazie anche a chi l'ha seguita, ricordata e preferita. E a chi, semplicemente, ha dedicato un po' del suo tempo a "Oltre il Tempo e la Distanza." 
Vi segnalo un missing moments che ho scritto successivamente e che ho preferito pubblicare a parte...lo trovate qui
Con affetto, Emily Alexandre 

   
 
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