Capitolo 7
24 Luglio 1268 –
Roma, Italia centrale
Konrad avanzava tra due ali di folla in sella al suo
Holstein morello. Salutava abbastanza timidamente, con il cuore che gli batteva
all’impazzata, e il viso in fiamme. Non avrebbe mai immaginato di sentirsi a
disagio davanti a molta gente. Per questo si guardava intorno titubante, ma
estremamente felice. Finalmente era tra amici, e dopo Pisa qualche altra città
riconosceva la sua autorità. Quell’improvvisa onnipotenza e quel sordo timore
erano le sensazioni più strane che avesse mai privato.
Federico avanzava con Konrad, pochi passi più indietro, e
alle sue spalle si estendeva la folla di Ghibellini. Prima i capi del partiti,
come i nobili e i baroni; alcuni dei quali partiti a loro volta da Landshut;
poi i capitani dei diversi reparti dell’esercito, e infine i soldati stessi.
Erano una fila lunga e movimentata che si insinuava scura
in quella città dai mille colori.
***
Konrad, Federico e i baroni si recarono in Campidoglio,
mentre i sodati ottennero qualche ora di libertà per le strade in festa di Roma.
I nobili e il re furono accolti con tutti gli onori; e
andò loro incontro il senatore Enrico di Castiglia, con cui si ritirarono per
organizzare le mosse seguenti.
<< Dovreste continuare verso Napoli. >>
Suggerì il senatore, tenendosi le mani tra i folti capelli scuri.
Il re invece scosse la testa. << Dobbiamo
assolutamente andare a Lucera. Lì ci aspettano le forze saracene. >>
<< Ma altezza, >> Si intromise Galvano
Lancia. << A Napoli troveremo Carlo d’Angiò, o quanto meno la sua corte!
>>
<< E li attaccheremo nella loro città? >>
Chiese Federico, freddo e sprezzante. << Con così pochi uomini all’assedio
di una città grande come Napoli? Vuole morire, conte? >>
Konrad ignorò i battibecchi tra i due, che era chiaro non
si sopportavano, e rimase a riflettere in silenzio. Odiava le riunioni con i baroni,
e adesso ci si metteva anche il senatore con quei consigli inutili. “A cosa
serve essere re,” Si chiedeva, “Se poi devo essere corretto ad ogni intervento
che pongo?” Inspirò profondamente prima di parlare. Federico e il conte si
zittirono all’istante. << Durante il viaggio da Viterbo a Roma abbiamo
ricevuto un messaggero proveniente da Lucera. >> Prima di continuare
puntò lo sguardo negli occhi freddi di Galvano, per fargli capire bene che era
serio. << La città è sotto assedio dagli Angioini, e buona parte delle
nostre truppe si trovano entro le mura. Io voglio combattere l’Angioino, quindi
di dirigeremo verso Lucera. >> La sua voce non ammetteva repliche.
<< L’usurpatore di certo leverà l’assedio per venirci incontro, così i
nostri soldati potranno riunirsi alle nostre truppe. >>
Il re stava già per alzarsi, quando il senatore disse: <<
Mi sembra un po’ azzardato … >> A voce bassa e titubante.
Konrad si voltò a guardarlo, e la sua cotta di maglia
tintinnò nel silenzio della stanza. Konrad capì dallo sguardo dell’uomo, che
quello aveva paura di lui. “Paura di un ragazzo di appena quindici anni.” Si
disse. “Che spreco.” Non si prese nemmeno il tempo di rispondere, si voltò e
lasciò la stanza.
***
Stesso periodo – Lucera,
Italia meridionale
Carlo d’Angiò camminava ai piedi della mura di Lucera,
nel silenzio di metà pomeriggio. Studiava la città da cima a fondo, ma odiava
gli assedi, e questo non era diverso dagli altri: tanto tempo perso, tempo che
poteva usare per organizzare un attacco al suo nemico svevo.
Da lontano, vide avvicinarsi un cavaliere al galoppo. Appoggiò
la mano sull’elsa della spada, per ogni evenienza, ma sapeva che quel
messaggero poteva essere solo un amico.
<< Lo svevo è in marcia su Lucera. >> Riferì
il messaggero, con il fiatone. << Intende liberare i soldati che si
trovano entro le mura della città. >>
Carlo rimase in silenzio, a riflettere. Sapeva che i
soldati di Lucera erano saraceni, e non poteva permettere a Corradino di avere
una forza così imponente. << Leva l’assedio. >> Ordinò. << E
all’erta gli uomini per una marcia serrata. Devo arrivare allo svevo prima che
raggiunga Lucera. >>
***
Fu una marcia rapidissima e durissima, sotto un sole
cocente e impavido, che brillava sopra i soldati come facendosi beffa di loro. Le
corazze delle armature riflettevano quella forte luce, facendo sembrare l’esercito
un lungo fiumiciattolo che brillava al sole.
Il silenzio era tale che si potevano seguire i loro passi
solo dal tintinnare degli anelli delle cotte di maglia e dei finimenti dei
cavalli. I soldati dovevano essere il più discreti possibile, perché si stavano
avvicinando al nemico, e non potevano permettersi di essere avvistati.
***
Alcuni giorni dopo
– Via di Sulmona, nei pressi di Lucera
Federico e una mezza dozzina di altri uomini andarono in
avanscoperta nelle quattro direzioni, e fu proprio Federico ad avvistare l’esercito
Angioino in marcia. Scese da cavallo e si nascose nell’erba alta, con il cuore
in gola, ma i sensi all’erta. Carlo d’Angiò marciava a pochi metri da lui,
incredibilmente Federico non si era accorto subito della loro presenza, erano
stati silenziosissimi.
La sua mano cadde sull’elsa della spada. Carlo era lì,
doveva solo saltare fuori e ucciderlo. Certo, sarebbe equivalso ad un suicidio,
ma almeno avrebbe ucciso l’usurpatore.
La sua presa ebbe un tentennamento. Si sentiva ancora
sulle mani il sangue di Braisilva, viscido e appiccicoso. Non voleva provare
ancora quella sensazione di repulsone verso sé stesso, non voleva avere più
paura delle proprie azioni.
Prese un profondo respiro, e si alzò lentamente, coperto
dalle fronde del bosco. Riprese il cavallo e galoppò fino ai suoi compagni.
***
<< Arrivano! >> Urlò, appena si trovò vicino
a Konrad. << Gli Angioini sono a sud, si avvicinano velocemente! >>
Riprese un attimo fiato, aveva la gola secca. << Non potremmo raggiungere
Lucera, a meno che non li attacchiamo! >>
Konrad rifletté pacatamente sulla notizia. << Non
ho nessun interesse di attaccarlo senza l’appoggio dei saraceni. Dobbiamo andare
sulla Via di Sulmona, e poi raggiungeremo Lucera. >>
***
Stesso periodo –
Più a sud
Per altri tre giorni e tre notti, Carlo e il suo esercito
seguirono gli Svevi da molto vicino, sempre minacciosi alle loro spalle.
Carlo era deciso a tagliare la strada a Corradino, così
fece accampare le sue truppe, ormai esauste, nella valle del fiume Aterno.
***
21 Agosto 1268 –
Scurcola, Appennino Abruzzese
Konrad decise di passare per i Monti della Laga, da cui
scendeva il fiume Aterno, così riuscì ad arrivare a Scurcola, un piccolo centro
costruito tra le montagne.
L’esercito era affaticato, e la tensione di avere così
vicino il nemico, si faceva sentire come stanchezza. Konrad non poté fare altro
che fermarsi, anche se il suo cuore gli diceva di continuare e di allontanarsi
il più possibile.
***
Alba del 22 Agosto
– Vicino Scurcola
Se c’era qualcuno che non si fermava mai, questi erano i
messaggeri di Carlo. L’Angioino inviò una decina di uomini in avanscoperta, e
apprese la notizia della sosta dello svevo.
Sul suo viso si dipinse un sorriso maligno. << A Scurcola!!
>> Ordinò con tutto il fiato che aveva in gola.
In giornata la milizie Angioine avevano preso posizione
sulle alture tutto intorno a Scurcola, e osservavano i nemici dall’altra parte
di un piccolo torrente che divideva a metà una stretta valle.
***
Stesso periodo –
Dall’altra parte del fiume
<< Scontro imminente, a quanto pare. >>
Esordì Federico sedendosi accanto a Konrad. Erano su uno sperone di roccia
nella parte più alta dei campi di Scurcola, e da lassù riuscivano a vedere il
campo dei nemici.
Konrad sospirò. << Le loro truppe sono stanche. Forse
è giusto approfittarne. >>
Federico non rispose.
<< Cosa ci direbbe Luigi? >> Domandò Konrad,
che mai come allora sentiva la mancanza dello zio.
<< Ti direbbe che è uno spreco di tempo, temo.
>> Borbottò l’amico. << L’Angiò è troppo astuto per cominciare una
battaglia prima che le sue truppe si riposino. >>
Konrad sospirò. << Affila la spada, Federico. Domani si combatterà. >>
ciaoo!!!
scusate il ritardo, ma stiamo arrivando alla fine della storia! in tutto ci sono 10 capitoli, fate voi i conti!!!
allora, ringrazio prima di tutto:
Hivy: grazie della tua bellissima recensione!!! sei grande, grazieee
Tracywelsh: grazie
dei complimenti! mi spiace che lo scorso capitolo sia risultato un po'
caotico, non era mia intenzione! ...peccato, e mi spiace che anche in
questo, nella parte finale, ci siano molti cambiamenti di luogo...
purtroppo però non posso farne a meno, perchè io seguo
sì la storia di Konrad, ma nel frattempo succedono molte altre
cose! sorry...
Shenim (al tempo, nemesis 18): grazie dei complimenti, sono molto felice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto, e spero anche questo! soprattutto, sono felice che la descrizione dei suoni ti sia piaciuta. sei stata tu a farmi notare che le descrizioni "sonore" mi vengono bene,così ci ho fatto più caso e... è vero, se si descrive cosa si sente, tutto sembra più reale... quindi un grazie ancora più grande!
in conclusione spero che questo capitolo vi sia piaciuto, alla prossima!
ciaoo