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Autore: Berenike    18/09/2010    5 recensioni
FANFICTION VINCITRICE DEI NESA 2011 DEDICATI AD HARRY POTTER NELLA CATEGORIA BEST FANFICITION READER'S CHOISE
Questa raccola parlerà di 50 personaggi di Harry Potter: ogni capitolo sarà dedicato ad un personaggio, così che voi possiate scegliere di leggere anche solo i capitoli che riguardano i vostri personaggi prefertiti!
Ogni episodio sarà un missing moment o un momento speciale della storia di ognuno... Per cui munitevi di fazzoletti, e spero che questa raccolta vi piaccia!
Fino ad oggi i personaggi trattati sono (in continuo aggiornamento):
-Dudley Dursley
-Minerva McGranitt
-Regulus Black
-Teddy Lupin
-Pansy Parkinson
-George Weasley
-Lucius Malfoy
-Neville Paciock
-Peter Minus
-Albus Severus Potter
-Petunia Evans
-Albus Silente
-Dolores Umbridge
-Draco Malfoy
Buona lettura!
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Minerva McGranitt

Alla fine di ogni anno scolastico, ogni studente ed insegnante di Hogwarts ritornava a casa, dalla propria famiglia. Nella storia c'erano state poche eccezioni, a questa che ormai era diventata una regola: due di queste eccezioni era studenti, prima fra tutti Tom Riddle, e secondo Harry Potter. Ma c'era anche un'altra persona che vedeva la fine dell'anno scolastico come il ritorno ad una vita monotona e priva di senso: Minerva McGranitt.
Minerva era una delle insegnanti più brillanti di tutta Hogwarts, era temuta, era rispettata ed amata da molti. A scuola aveva un suo ruolo, era perfettamente inserita nel suo elemento e si vedeva.
Quando era a Hogwarts, la Professoressa McGranitt non sentiva il peso degli anni, né la solitudine che regnava solitamente nella sua casa.
Quell'anno però, Minerva si sarebbe sentita ancora più sola.
Minerva aveva tantissimi figli, centinaia a dir la verità, ma non trovava nessuno di loro quando tornava a casa, durante le vacanze estive. Minerva considerava infatti ogni singolo studente di Hogwarts come un suo figlio, a qualsiasi casa questo appartenesse. Aveva trascorso tutta la propria vita ad Hogwarts, ed era lì che era rinchiusa la sua anima: aveva passato più Natali a scuola, di qualunque altro professore di Hogwarts, forse perfino di Silente.
Minerva aprì piano la porta di casa sua, in quella terribile estate afosa. Già all'ingresso della sua luminosissima casa, poteva avvertire il silenzio ed il senso di solitudine che questa trasmetteva.
I raggi solari penetravano da ogni finestra, mentre ogni pianta e fiore (ce n'erano tantissimi) ne traevano energia vitale. Minerva sorrise a vedere la sua casa piena di fiori e piante: ogni anno, la sua amica e vicina di casa Pomona Sprite le faceva trovare ogni sorta di pianta in casa, nella speranza che Minerva se ne dedicasse, e si prendesse cura di loro, come dei suoi studenti ad Hogwarts.
Ma ogni anno, a fine estate, Pomona aveva la stessa delusione: per quanto si dedicasse a loro, Minerva non era portata per l'erbologia, e uccideva ogni singolo fiore o pianta che si trovasse nei dintorni. Era più facile trattare gli studenti, diceva.
Minerva McGranitt appoggiò le pesanti borse che teneva in mano. Aveva quasi tre mesi di fronte a sé, e nessun programma. Si guardò intorno: non c'erano foto sui mobili bianchi della sua casa perfetta, non aveva marito, genitori, figli; sopra la credenza c'era una sola piccola cornice che Albus Silente le aveva regalato tantissimi anni prima: il preside con gli occhiali a mezzaluna la guardava attraverso la fotografia, in cui teneva il calice alzato proprio accanto a quello della professoressa.
Minerva sorrise. Prese in mano la fotografia, ancora con la mantellina da viaggio sulle spalle e la porta aperta dietro di sé.
Albus Silente.
I suoi occhi si riempirono di lacrime nel vedere un Albus Silente così giovane, felice, spensierato.
Harry Potter era appena sopravvissuto all'anatema che uccide, in quel lontano 31 Ottobre quando quella foto venne scattata, e loro avevano festeggiato, proprio in quella casa la fine di un regime di terrore.
Ma ora Albus non c'era più. Il mese prima, Minerva l'aveva visto a terra, morto, gli occhiali a mezzaluna rotti a terra. La barba bianca aveva perso la sua lucentezza, mentre il più grande mago di tutti i tempi, lasciava questo mondo.
Ma per Minerva non era solo questo. Silente era stato il suo Maestro, le aveva insegnato ogni cosa che sapesse, le aveva insegnato il perdono e il dedicare la propria vita all'insegnamento e agli altri.
Minerva McGranitt passava ogni estate nella propria casa vicino a Londra, ma non era mai stata sola. Silente la andava a trovare di tanto in tanto, si materializzava nel suo giardino perfetto e si faceva offrire una tazza di té fumante, nonostante il caldo opprimente.
Lei non era mai stata sola. Fino a quel momento.
Minerva appoggiò la fotografia sulla credenza, si spogliò e disfò le valigie. Silente non avrebbe mai voluto che la sua vita si fermasse a causa sua, non doveva essere triste. Doveva andare avanti e continuare ciò che Albus aveva iniziato: la lotta contro il Signore Oscuro e la creazione di una scuola migliore.
Il sogno di Minerva McGranitt era sempre stato quello di diventare preside della più grande scuola di magia e stregoneria. Ma non a quel prezzo.
Minerva andò poi in cucina; la sua grande casa non le era mai stata tanto ostile. Non c'erano tracce evidenti di magia in quella casa, sembrava che non ci vivesse nessuno da molto tempo. Era perfettamente pulita, non era questo, ma era stranamente silenziosa e vuota. La professoressa di fece quel té che era solita offrire ad Albus: non le era mai piaciuto particolarmente, era il té più dolce che avesse mai assaggiato; ma era diventato un gesto talmente abitudinario, che ora non ne poteva più fare a meno. Si versò il té in una tazza presa magicamente a caso, scelta dalla bacchetta, che fece fluttuare la tazza fino alle sue mani.
Minerva rabbrividì appena.
Quella tazza. Maledetta tazza.
La guardò attentamente prima di gettarla a terra, e precipitarsi a raccoglierne i pezzi. Detestava il disordine. Buttò i pezzi bianchi e rosa nel cestino.
Maledetto, maledetto, maledetto.
Quella tazza faceva parte di un set che tantissimi Natali prima, le aveva regalato il professor Piton. Maledetto, maledetto, maledetto.
Silente creda in lui. Lei credeva in lui. E lui li aveva traditi tutti.
Minerva si arrabbiò con sé stessa: aveva promesso, nel nome di Silente, che non sarebbe più stata triste, che non avrebbe più pianto, che non avrebbe serbato rancore.
Maledetto, maledetto, maledetto.
No, quello lo avrebbe provato ancora.
Improvvisamente il campanello suonò: c'era solo una persona a cui piaceva usare quell'aggeggio babbano, invece che bussare come facevano tutti i maghi. Quella persona era Albus.
Chi altro sapeva che abitava lì? Chi altro la andava a trovare, da tutta la vita, durante l'estate?
Minerva McGranitt corse verso la porta, in uno slancio poco comune alla sua età. Si sistemò i capelli, mentre nella sua mente la speranza si faceva spazio tra la tristezza e la malinconia.
Non è morto, è venuto a trovarmi, non mi ha abbandonato....
Minerva aprì la porta, e quello che vide la sorprese più di qualunque altra cosa: di fronte a lei degli occhi azzurri, identici a quelli di Silente la fissavano. Un uomo molto simile ad Albus stava dritto al ciglio della sua porta, sembrava poco più giovane, ma la somiglianza era davvero notevole.
Ma non era Albus Silente.
Era Aberforth Silente.
Minerva trattenne il fiato, senza credere ai propri occhi.
Aberforth sembrava impacciato di fronte a lei, non sapeva cosa dire, né se muoversi. Poi improvvisamente si girò dalla parte opposta, verso la strada, dicendo tra sé e sé:
-Cosa sono venuto a fare qua... ecco... non serve a niente... -
Minerva non sapeva come comportarsi. Non era mai stata davvero in confidenza con lui.
-Aberforth aspetta! - gli disse poi, sporgendosi verso di lui. Gli toccò piano la spalla.
-Entra in casa – gli disse in un sussurro. Non sapeva perché fosse lì il fratello di Silente, ma per qualunque cosa fosse, non gli avrebbe mai chiuso la porta in faccia.
Aberforth si girò e la guardò con malinconia. Si trascinò in casa, la sua figura curva e grande appariva in netto contrasto con quella longilinea e ossuta della donna accanto a sé.
Minerva gli preparò un té caldo, lo stesso che amava bere il fratello. Chissà, magari avevano gli stessi gusti.
Aberforth bevve appena un sorso, disgustato staccò la tazzina dalle labbra. Decisamente, non avevano gli stessi gusti. Minerva si sedette di fronte a lui, ed aspettò paziente.
-Non so perché sono qui... - Il fratello minore di Albus teneva gli occhi abbassati – Albus è, vero, è è morto? - non si capiva se fosse davvero una domanda o un' affermazione.
Minerva gli sorrise appena.
-Tu, tu l'hai, l'hai visto? - le disse infine. Le sue parole uscirono come in un sussurro. Quanto doveva essere difficile per lui stare lì, a chiedere del fratello morto.
Minerva annuì paziente. -Io l'ho visto – disse infine, cercando di trattenere il tremolio della sua voce – non ha sofferto. E' morto subito. - lo consolò infine. Bisognava dire così ai familiari delle vittime, giusto?
Aberforth non sapeva più cosa dire. Dopo pochi minuti, grandi lacrime calde rigavano il suo volto, cadendo sul perfetto pavimento della McGranitt.
-Io, io non lo vedevo da tanto tempo... - disse tra un singhiozzo e l'altro.
-Non ci parlavamo da tanto, troppo tempo... - continuò. Sembrava dover trovare delle giustificazioni.
Minerva comprese perfettamente. Sapeva che le cose tra i due fratelli non andavano bene.
-Ma lui era pur sempre, pur sempre mio fratello... - Aberforth era stremato. Sembrava che il rimorso lo stesse consumando da giorni.
Minerva si alzò per prendergli un fazzoletto. Ogni parola era superflua, non poteva sapere cosa stesse provano l'uomo di fronte a lei. Forse.
-Anche io Aberforth gli volevo molto bene, e sono sicura che non ce l'avesse con te... -
Gli occhi di Aberforth si illuminarono a quelle parole.

Molte ore dopo, molti fazzoletti dopo e altrettante parole di consolazione, Minerva McGranitt accompagnò il fratello di Silente alla porta. Lo salutò affettuosa, mentre il suo cuore salutava per sempre Albus Silente, che era andato a trovarla per l'ultima volta della sua vita.
A metà vialetto Aberforth si girò verso Minerva e le chiese in tono grottesco:
-Posso tornare, ecco, qualche volta? - La McGranitt lo guardò dura.
-Ma se non hai nemmeno bevuto il mio té? -
-Ci prenderò l'abitudine. -
Minerva sorrise a pensare che si sarebbe spesso trovata a bere un té che non le piaceva per niente, con un uomo a cui quel té non piace affatto, in nome di un grande uomo, che adorata quel té alla vaniglia.
Minerva chiuse la porta sollevata. Non era affatto sola.




ANGOLO DELL'AUTRICE
Ciao, ecco qui il secondo capitolo di What has never been told before.
Come avrete notato, questo capitolo è dedicato a MINERVA MCGRANITT, un personaggio che ho da sempre amato tantissimo, per non parlare dell'attrice inglese che interpreta questo ruolo: assolutamente perfetta!
Per quanto triste e malinconico, mi sono davvero divertita a scrivere questo capitolo: vi immaginate la McGranitt nella sua casa perfettamente ordinata, che dalla rabbia rompe una tazza, e si piega immediatamente per raccoglierne i pezzi per non crear disordine??
In ogni caso, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, è un pò più lungo di quanto mi ero prefissata, spero che la cosa non vi dispiaccia!
Ringrazio con tutto il cuore coloro che hanno commentato questa storia, o inserita tra le preferite/seguite/da ricordare...
Il prossimo personaggio sarà: Regulus Balck.
Ai prossimi aggiornamenti!
Berenike




(Aggiunta postuma)
La fanfiction WHAT HAS NEVER BEEN TOLD BEFORE ha vinto i NESA 2011 dedicati al fandom HARRY POTTER nella categoria BEST FANFICTION READER'S CHOISE. Ringrazio tutti i miei lettori e coloro che mi hanno votata!



   
 
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