Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: Keira92    18/09/2010    2 recensioni
Nami è una bellissima redattrice di una rivista di moda, che sogna il vero amore. Ma che succederà quando questo tornerà dopo tanto tempo? Tra guai e bugie Nami dovrà riuscire a risolvere i suoi errori. Nuova ff per i fan delle sanjixnami. Buona lettura
Genere: Generale, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Sanji
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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12. in fondo in fondo una bella giornata Capitolo 12
In fondo in fondo una bella giornata




< aspetta, voglio provare l'ultimo > fece Konis indicando l'ultimo vestito da sposa che non aveva provato. < magari è quello giusto > continuò a replicare.
< Konis, ascoltami, hai già provato almeno una trentina di vestiti e sono quasi le otto > disse Bibi, cercando di reprimere la rabbia a cui voleva dare sfogo, magari con un bel pugno in faccia alla giovane allodola.
< che ore sono? > chiese la rossa in preda al panico.
< le otto meno dieci > rispose Bibi.
< nono. Sono in ritardo. Robin mi aspetta per le otto. >
< se ti muovi poi ancora arrivarci > la incitò l'amica.
< ma non posso andarci in jeans  e maglietta > replicò la rossa, che subito Bibi buttò gli occhi al cielo.
Poi però, in silenzio, Bibi si avvicinò ad alcuni abiti da damigella e ne prese uno a caso dal mucchio.
Pescò un vestito azzurro chiaro lungo fino alle ginocchia e senza spalline.
< signora se non le dispiace vorremo prenderlo in prestito, solo per oggi naturalmente. > disse Bibi indicando il vestito alla signora sarta che si limitò a dire < bè l'affitto ha il suo prezzo >
< a quello ci penso io, tu cambiati > concluse Bibi porgendo il vestito alla rossa.

Pochi minuti mancavano all'incontro e Nami era appena uscita dalla boutique, senza uno straccio di passaggio.
< cavolo > pensò vedendo che non passavano taxi.
< se devi andare da qualche parte ti ci porto io > una voce familiare la fece girare di scatto.
Sanji era li davanti a lei, sorridente come sempre.
< avanti, dove devi andare? > le chiese gentilmente.
< ecco , devo andare al golden restaurant > rispose.
Detto questo Sanji le fece strada verso la propria macchina.

Una volta saliti la ragazza gli chiese < non dirmi che sei rimasto qui tutto il tempo >
< si > rispose secco
Nami rimase esterefatta per la pazienza che aveva avuto il ragazzo nell' aspettare in macchina per tutto quel tempo.
< con chi ti devi vedere? > chiese poi il biondo. Silenzio.
< guarda che a me puoi dirlo. > di nuovo silenzio.
< vediamo se indovino, è quel ragazzo con cui dovevamo uscire quel giorno ma che poi non è venuto. Dico bene? > chiese nuovamente il ragazzo.
< cosa ti fa pensare che il mio è un appuntamento galante? > le chiese la ragazza leggermente seccata < e poi cosa sono tutte queste domande? >
< scusa, ma lo facevo per parlare un pò con te. E poi l'appuntamento galante spiegherebbe quest'abito così scollato > rispose onestamente il ragazzo, facendo arrossire la ragazza che si coprì il petto con lo scialle.
< comunque ho un appuntamento di lavoro con il mio capo > sbottò Nami cercando di dimenticare l'imbarazzo.
< ah > rispose il ragazzo.

Una volta arrivati Nami scese dalla macchina in fretta e furia, diretta verso l'ingresso del ristorante, ma venne subito fermata.
< visto che non sono invitato aspetterò qui fuori > disse il biondo
< guarda che non ce n'è bisogno > replicò la ragazza allontanandosi.
< allora resto ad aspettare > concluse il ragazzo senza essere sentito.

Una volta entrata Nami cercò Robin con lo sguardo, fino a quando lei stessa non le fece un cenno da lontano.
< perdona il ritardo ma... > Nami cercò di scusarsi ma venne subito interrotta
< non preoccuparti, tanto abbiamo tutta la serata per discutere > disse la ragazza dai capelli corvini, con un tono tanto calmo da far dimenticare alla rossa tutto il nervosismo accomulato durante la giornata.
< allora di cosa volervi parlarmi? > chiese la rossa sulle spine
< prima ordiamo da mangiare > rispose facendo cenno ad un cameriere di avvicinarsi.
< certo che non ti sforzi nemmeno per tenermi sulle spine > fece Nami sorridendo.
< già. Anche perchè cerco di tenere il meglio per il dolce > Robin ricambiò il sorriso.

Dopo aver consumato il primo Robin iniziò a parlare.
< Come hai saputo ho annunciato di volermi ritirare dalla rivista e abbandonare il ruolo di capo redattore > disse asumendo uno sguardo serio.
< si lo so, ma non mi hai detto se era vero, o tanto meno non sei scesa nei dettagli > aggiunse Nami, anch'ella seria.
< E' vero, perciò te ne parlo ora. Come sai ho ereditato il posto di capo redattore da mia marde Olvia >
< e per questo hai dovuto abbandonare i corsi di archeologia e storia antica alla tua vecchia università giusto? > chiese Nami sorseggiando del vino.
< già, e per quanto mi dispiacesse dovevo portare avanti ciò che aveva costruito mia madre. Non che non mi piacesse ma di certo non sono io quella più adatta a portare avanti la rivista > senza finire ciò che aveva da dire, Robin lasciò nuovamente Nami sulle spine, il tempo di consumare la seconda portata.
Nami deglutì: il dolce stava per arrivare e con esso anche la conclusione del discorso di Robin, e ciò la rendeva stranamente agitata. Se Robin ha aspettato tutto questo tempo per dirle qualcosa allora era qualcosa di importante.
Robin prese un sorso di vino e continuò il suo discorso < in seguito al mio ritiro intendo prendermi una pausa per studiare archeologia e riprendere da dove ho lasciato >
< ma allora che ne sarà della rivista? > chiese Nami sempre più agitata.
< bè, dopo aver parlato con il mio avvocato e l'amministrazione e firmato alcuni documenti, lascio la rivista nelle tue mani. > concluse Robin aspettando un qualsiasi tipo di reazione.
Nel sentire quella frase a Nami andò quasi di traverso il dolce, perciò tossì e disse < cosa? la rivista nelle mie mani? >
< esatto. Complimenti sei il nuovo redattore capo > concluse la dona con un sorriso.
Nami non potè credere alle sue orecchie. Lei il nuovo redattore capo. Dopo anni di lavoro nel campo della moda, finalmente era riuscita a realizzare il suo sogno.
Nel frattempo, Robin, che aveva già finito il dolce, si alzò dal proprio posto, lasciò i soldi del conto sul tavolo e disse < ora non sono più il tuo capo, ma ti voglio comunque nel mio ufficio, domani, mi servirà il tuo aiuto per liberare il tuo nuovo ufficio. > concluse per poi sparire.

Una volta uscita dal ristorante, Nami rimase ferma immobile, ancora paralizzata dalla notizia appena conferitole.
< ehi, Nami > Sanji la chiamò da lontano, ma la rossa era così emozionata per l anotizia che non lo sentì.
< ehi guarda che parlo con te > disse il ragazzo, ora più vicino a lei.
< ah, si > si limitò a dire la rossa ancora esterefatta.
< ti vedo strana, è successo qualcosa? > chiese il ragazzo.
A quel punto Nami non riuscì a trattenersi che diede libero sfogo a tutta la sua felicità.
< Robin mi ha nominato nuovo redattore capo! >
< cosa? Ma è magnifico > esclamò anche il biondo sorridendo
< lo so! > in preda all'entusiasmo i due non si accorsero nemmeno che in quel preciso istante presero ad abbracciarsi.
Ma poco importava, ciò che contava era festeggiare.
< che ne dici di andare al nostro vecchio locale a festeggiare? > chiese Sanji mollando la presa, ma continuando a tenere la ragazza per i fianchi.
< ok > rispose.


< no ora basta abbiamo bevuto troppo > replicò Nami, ma senza smettere di ridere.
< avanti per due soli bicchierini? Capisco che l'alcol non ti vada a genio, ma un altro brindisi ci sta > fece il biondo versando altro spumante nel bicchiere della ragazza.
< e va bene, ma questo è l'ultimo >
< cin cin! > esclamarono i due facendosi sentire per tutto il locale.
Capendo che i due favano baccano, decisero di uscire per passeggiare per il Central Park.
< mi mancavano momenti così > disse il biondo spezzando il silenzio che si era creato.
< è vero, non facevamo tanto casino in quel locale da tanto tempo > ammise la rossa ridendo.
< ti ricordi quando Usop si ubriacò e si mise a cantare a squarcia gola per tutto il locale? > chiese il ragazzo in vena di ricordi.
< si, ricordo che dovettero buttarlo fuori. >
I due scoppiarono a ridere e nell'enfasi di tanta felicità,  presero a camminare mano nella mano e parlando dei vecchi tempi e dei bei momenti passati insieme e con gli altri.
Parlarono e parlarono fino a quando non attraversarono un ponte. A quel punto Sanji si fermò, e , con le braccia appoggiate al parapetto, prese ad ammirare Il central park, seguito da Nami che, con un piccolo saltello, si sedette sopra il parapetto.
< comunque volevo ringraziarti > fece lui.
< per cosa? > chiese perplessa.
< per quello che stai facendo, so che a volte Konis può sembrare troppo esuberante o eccesivamente allegra, ma sono contento che tu faccia questo per lei. >
Nami rimase delusa. Anche quando non c'era doveva sopportare quell'insopportabile sensazione che provava nel vederli insieme. E questo la rendeva triste.
Provo quindi a pensare che cosa le avrebbe detto Bibi se fosse stata li, come l'avrebbe sostenuta e aiutata.
< forza fagli capire che lei non è quella giusta. > sentiva già la voce di Bibi che la incitava.
M a nonostanta qesto, Nami sembrava impedita da qualcosa. Non riusciva a spiccicare una sola parola che potesse aiutarla a risolvere quella strana situazione in cui si era cacciata.
Dopo qualche minuto di silenzio fu Sanji a rompere il silenzio < è tardi, ti riporto a casa. >

< allora ci vediamo > fece lui sul ciglio della porta d'ingresso dell'appartamento di Nami.
< a domani > si limitò a sire accennando ad un sorriso, mntre Sanji si diresse verso l'ascensore.
Nami fissò il ragazzo fermo davanti all'ascensore. Possibile che finiva così la serata? Dopo quello che hanno passato in quel momento? Non poteva lasciarlo andare così, per l'ennesima volta.
Prima che le portiere potessero aprirsi Nami si diresse a grandi passi verso il biondo, cingendogli la vita con le braccia.
Senza dire niente il biondo ricambiò l'abbraccio poggiando le mani sulle braccia della ragazza e abbassando lo sguardo.
< mi sei mancato > sussurrò lei, sperando che bastasse.
Fu allora che il ragazzo si girò verso di lei, le baciò la fronte < anche tu > e senza alzare lo sguardo si diresse all'interno dell'ascensore e sparire dietro le portiere.
  
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