Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: EclipseOfHeart    20/09/2010    4 recensioni
Il suo capitano era in pericolo. Lo sentiva distintamente come i battiti del suo cuore accelerato dalla paura e come i suoi respiri affannosi. Ma, stavolta, avrebbe potuto salvarlo lei. [...] O torno con Rufy o non torno più.
Nuova fic a capitoli per voi! ;) Spero tanto che vi piaccia! Buona lettura.
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Here I Am

Here I Am

 

 

 

II°:Ed è già tardi e fuori è buio

 

L’aria dentro quel bosco era malsana, sapeva di putrido e di sporco. La vegetazione era così fitta che per compiere un passo le sembrava passassero ore. Era pur vero che la sua percezione del tempo era estremamente alterata, non capiva da che parte andava né quanto avesse realmente camminato.

Aveva inizialmente tentato di tenere una sorta di sentiero ma il proposito si era rivelato ben presto impossibile. Quegli alberi erano identici fra di loro, non c’era proprio modo di trovare una particolarità da ricordare e non aveva neanche un coltello con sé, con cui magari avrebbe potuto intagliare qualche “x” nei tronchi.

Oltre al fatto di essersi persa, un’angosciosa sensazione continuava ad opprimerla e non soltanto la paura per Rufy.

Tutto, in quel luogo, emanava disperazione. Dalla terra priva di sassi e piena di foglie morte e secche, fino agli alberi con i tronchi così fragili da cadere a pezzi. Solo i rami degli alberi sembravano rigogliosi ma era sempre una vista che procurava angoscia. C’era un silenzio innaturale, tanto che sentiva distintamente ogni suo lieve passo nella terra e avrebbe saputo riconoscere il ticchettio dei suoi tacchi ovunque, ormai, di quanto attentamente l’aveva ascoltato.

Passò un’ora che poi anche lei cominciò a sentire.

Le voci cominciarono a farsi udire, prima piano con delicatezza. Poi si fecero pesanti, un coro che gridava parole che Nami ascoltava incredula ma incapace di capire.

D’un tratto le sembrò che tutto intorno a lei iniziasse a cantare. Se, infatti, prima pensava che le voci fossero solo residui di canti in lontananza, ora aveva la sensazione che tutto fosse vivo e la circondasse. Gli alberi, le foglie, la terra, i sassi.

Si tappò le orecchie ed iniziò a correre, per non sentire.

Ma vedeva.

Tutto sembrava cantare, muoversi, agitarsi. Corse più veloce che poté, così i suoi occhi non riuscivano a focalizzare ciò che vedevano.

Di colpo, poi, tutto cessò.

Quel concerto di lamenti si bloccò e, nel bosco, ripiombò la calma.

Nami si stupì ma poi capì il motivo di quell’improvviso silenzio. Era arrivata al villaggio di quell’isola. O meglio a ciò che ne rimaneva.

Avanzò cauta, sussultando per le pietre che pestava e per lo scenario di fronte a lei.

Doveva essere stato un villaggio fiorente, una volta. Quella doveva essere la piazza principale, i resti di quella che doveva essere una fontana si ergeva al centro. Intorno ad essa vi erano delle case, dove di porte non ce ne erano più e il legno era così marcio e vecchio che Nami si stupì di come ancora non fosse crollato tutto.

Si avvicinò piano alle case, sussurrando il nome di Rufy mentre camminava.

Aveva affrontato molto nemici fin da quando era piccola, aveva affrontato Thriller Bark, eppure non ricordava di essersi mai spaventata tanto.

A Thriller Bark era con i suoi compagni e poi lì la situazione era molto diversa, per quanto l’isola fosse piena di zombie e mostri.

Lì non c’erano fantasmi di quel genere, ma qualcosa c’era.

Lo sentiva e la terrorizzava. Era puro terrore che si infilava sotto la pelle, erano grida di terrore che perforavano le orecchie, era paura che la bloccava.

Soltanto il pensiero di Rufy le consentiva di andare avanti, lo doveva trovare.

Se non avesse avuto una motivazione così valida dubitava che sarebbe riuscita a proseguire. Anche quelle vecchie case distrutte emanavano così tanta disperazione solo a guardarle.

Spiriti.

Ecco!

La parole che Nami cercava da quando era arrivata lì. Erano presenze che non si percepivano con i cinque sensi ma che sentivi ad ogni passo.

«Rufy? Dove sei? Devo trovarti…» sussurrò Nami a quell’ammasso di ruderi. Temeva che la sua ricerca sarebbe stata vana, che non l’avrebbe mai trovato.

Oppure aveva timore di trovarlo… però non in buone condizioni. Quella parola non riusciva neanche a pensarla.

In fondo non sapevano nulla di quell’essenza di agalmatolite, però quanto può resistere qualcuno senza forze?

Quanto può un uomo sopportare un veleno per lui così terribile?

E se, dopo avergli prosciugato le forze, avrebbe cominciato a richiedere anche la sua energia vitale?

Nami scosse la testa. Era inutile che si preoccupasse tanto in quel momento già di per sé così sconfortante.

Tutte le case erano riunite intorno a quella piazza, come poté notare Nami. Dopo quelle casupole ricominciava il bosco qualunque direzione decidessi di prendere, tranne che per una.

La strada verso Nord non era piena di alberi ma era libera e puntava a quella torre che aveva visto con i Mugiwara dalla nave.

Forse Rufy poteva essere lì?

L’idea di ritornare tra quegli alberi non la allettava per niente e poi non era escluso che fosse nei pressi di quella costruzione.

Mosse i piedi verso quella direzione e solo quando le case erano in lontananza si accorse che sopra la porta di ogni rudere c’era una X rossa. L’aspetto inquietante era che, oltre che su ogni  porta c’era quel simbolo, il rosso di quella scritta era forte.

Era un rosso così vivido ed intenso che sembrava che fosse stato appena passato, riluceva sul legno marcio. Nami si chiese come avesse fatto a non notarlo prima, un segno così particolare.

Spaventata, corse via verso la torre.

Accelerò il passo più che poté nel tentativo di lasciarsi alle spalle quelle porte, quelle scritte, quel rosso.

Correndo non si accorse di un sasso e ci inciampò sopra cadendo rovinosamente a terra. Sentì un bruciore intenso al ginocchio e rialzandosi si accorse di esserselo sbucciato cadendo. Rivoli di sangue le scendevano piano sulla gamba.

Ancora rosso.

Nami chiuse istintivamente gli occhi, per non pensare a quelle scritte. Prese un fazzoletto dalla tasca e si tamponò il sangue che però continuava a scendere.

“Ci vorrebbe dell’acqua.” Pensò lei strofinandosi piano il sangue.

Era totalmente inutile mettersi a cercare dell’acqua in quel momento quindi si legò il fazzoletto al ginocchio, si rialzò e proseguì.

Prudentemente decise di andare a velocità normale e proseguì così fino quasi alla fine di quella salita.

Nami non aveva idea di che ora potesse essere, infatti se era entrata lì dentro in tarda mattinata potevano benissimo essere le sei di pomeriggio, tanto aveva perso il senso del tempo. Ed il cielo non l’aiutava, era così fitto che copriva tutto. Sapeva che non era notte soltanto perché era ancora chiaro il grigiore delle nuvole.

Quando arrivò nei pressi della torre vide che era molto più alta di quanto avesse potuto percepire da lontano, ma notò anche come era protetta da un’altra fila di alberi.

Mentre si avvicinava la sensazione schiacciante che Rufy fosse lì dentro la colpì in pieno.

Lì, dentro quella torretta, in pericolo.

Arrivò davanti agli alberi che, stavolta, iniziarono ad attaccarla come avevano fatto con gli altri Mugiwara.

 

~

 

«Ragazzi, ma possibile che non ci sia nulla che possiamo fare? Nami è lì dentro da quasi 6 ore.» chiese Brook agli altri, battendo il pugno sul tavolo della Sunny.

«Dagli alberi non possiamo passare, Zoro ha tentato per ore intere di superarle e non c’è stato nessun risultato. E non c’è altro modo per entrare lì dentro.» ripeté Sanji che fremeva anch’egli per non poter far nulla per Nami e Rufy.

«Oltretutto il problema dell’agalmatolite ci blocca.» disse la piccola renna che aveva effettuato le analisi sul terriccio.

Aveva constatato che, in quell’isola, succedeva esattamente ciò che aveva pensato. Doveva esserci un grandissimo giacimento di agalmatolite allo stato grezzo sotto il terreno, le radici degli alberi ormai erano completamente impregnate dell’essenza di questo materiale ed emettevano, insieme all’ossigeno, l’agalmatolite nell’aria.

«Sono seriamente preoccupato per Rufy. Questa forma di agalmatolite può essere letale, per lui. Per Nami, fortunatamente è innocua.» commentò Chopper.

«Potrebbe morire?» domandò Zoro a bruciapelo, turbando le menti di tutti che pensavano la stessa cosa ma non avevano il coraggio di esprimerla.

L’atmosfera si era fatta particolarmente tesa, tutti attendevano la risposta del dottore che si rigirava le zampe ansiosamente.

«Sì. Potrebbe, se respira l’agalmatolite troppo a lungo. Avete visto che siamo svenuti in pochi secondi, ho paura che dopo avergli fatto perdere i poteri e le forze, cominci a risucchiargli via anche la forza vitale. Questa è agalmatolite allo stato puro.»

«Merda!» gridò Sanji, buttando la sigaretta ed uscendo dalla Sunny.

Dopo poco gli altri sentirono che aveva iniziato ad attaccare nuovamente gli alberi.

«Lasciamolo stare. E’ il suo modo di sfogarsi.» disse Robin, con una tazza di camomilla nelle mani.

“Merda, Rufy, dove diavolo sei?” pensò Sanji continuando a calciare le liane.

 

~

 

Le liane attaccavano Nami ripetutamente che ormai era ricoperta di graffi e lividi su tutto il corpo.

D’un tratto un corvo nero si posizionò in un ramo di fronte a Nami e sembrava fissarla insistentemente.

Poi Nami ricominciò a sentire le voci di prima, solo che stavolta non era un canto ma un’unica parola che si ripeteva forte.

VIA! VIA! VIA!

Il corvo aveva iniziato a gracchiare e sembrava che fosse lui a dar vita a quella voce che le diceva così insistentemente di andarsene.

«Non posso… Rufy… Io devo salvarlo, non posso andarmene da qui…>> sussurrò Nami, sentendosi una pazza a parlare al vento – o a quel corvo. –

«Dov’è? Ti prego… Dov’è Rufy?» chiese Nami alzandosi in piede e fissando il nero uccello che non smetteva di gracchiare.

 

Will I get back who I adore?
Thus spoke the raven: nevermore

 

 

Poi sentì quella che doveva essere una risposta: MAI PIU’.

Ora insieme al VIA si era mescolata la risposta ed insieme gridavano forti. Nami doveva andarsene, non era un semplice invito.

Lei avvertiva pienamente la potenza di quegli avvertimenti.

Ma non poteva andarsene.

Rufy…

Trovarlo era il suo obiettivo, non era neanche lentamente immaginabile che lei fuggisse lasciandolo lì. Era entrata facendosi una promessa, l’avrebbe mantenuta.

Avrebbe trovato il suo capitano.

Rinvigorita da quei pensieri si avvicinò nuovamente alle liane che stavolta non l’attaccarono. Il corvo emise un ultimo straziante verso per poi alzarsi in volo e lasciarla passare.

Nami superò facilmente quella piccola fila di alberi, notando che stava iniziando a piovere. Del resto aveva lei stessa previsto una tempesta e si era stupita molto quando la sera prima non era avvenuta.

Sempre più velocemente la pioggia cadeva su una Nami che era ormai bagnata come un pulcino.

La pioggia sembrava aver lavato via anche tutta la sua determinazione. Aveva terribilmente paura di non farcela e solo il pensiero che Rufy avesse bisogno di lei la portava a spingere un piede davanti all’altro.

Poi, di colpo, alzò lo sguardo al cielo e vide scendere insieme alla pioggia qualcos’altro.

Il colore del cappello brillò in quell’oscurità e Nami fu certa che quello caduto dalla torre fosse proprio Rufy.

Presa da un terrore incontrollabile corse verso il punto nel quale le sembrava fosse caduto.

Lo vide, con la faccia a terra e il cappello staccatosi che giaceva vicino a lui.

«Rufy! Rufy!» gridò Nami scuotendolo forte. Poi urlò di nuovo, tirando pugni nelle spalle.

«Rufy! Rufy…» urlò non sapendo neanche se l’acqua che aveva nelle guance fossero lacrime o pioggia.

«No… Svegliati!»

Nami alzò gli occhi e lo rivide.

Il corvo ricominciò a gracchiare.

 

 

 

Fine II° capitolo.

Okay, non uccidetemi per avervi lasciato così appesi xD La canzone è sempre presa da “Ravenheart” degli Xandria, un po’ la colonna sonora di questa fic.

Il titolo è “Fuori è buio” di Tiziano Ferro.

Nami credo risulti un po’ pallosa ò.ò Non fa altro che avere paura tutto il tempo xD Però volevo trasmettere come fosse lei per una volta a dover soccorrere Rufy, nonostante pericoli e paure.

Ah, una cosa, si sarà capito che non è la solita Runami dolcina e melensa e romantica xD

Ringraziamenti:

 

-Akemichan: grazie mille :D L’essenza vedo che è un’idea che è piaciuta a molti, spero ti sia piaciuto pure questo!

 

-meli_mao: grazie :D Poi xD hai ragioneeeeee ç_ç Lo so, il problema delle ripetizioni so di averlo e sto tentando in tutti i modi di togliermi questo brutto viziaccio! Per il consiglio su Rufy e Nami, sì sono d’accordo con te, infatti non mi sembra di aver accelerato il loro rapporto. Fammi sapere che ne pensi xD

 

-M e l y C h a n: un grazie per tutte le letture allora :D Mmmh, mi sa che non vedrai gli stessi personaggi, qui sono tutti terrorizzati… xD Un Brook pervetito, (esempio) al momento davvero non credo c’entri. Un bacio e spero seguirai.

 

- NicoRobin92: Ma grazie Cara u.u So cosa preferisci, ne ho scritte tante xD Ti ho avvertito, commenta e_e

 

- gattabianca: grazie mille :D spero ti piaccia

 

-  TITTIVALECHAN91: Valeeee xD Grazie mille! Spero che questo capitolo ti piaccia q grazie davvero per le recensioni e le tue bellissime storie *-*

 

Okay, finito! xD

Un bacio.

Commentateeee xD

 

Marty De Nobili.

 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: EclipseOfHeart