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Autore: RosySmallCullen    20/09/2010    3 recensioni
Facevo parte di un mondo che avevo conosciuto solo attraverso libri e film.
Mi trovavo in una nuova realtà di cui avrei dovuto far parte comunque.
Vampiri e licantropi esistono veramente.
E io volevo essere una di loro…
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Altro personaggio, Edward Cullen, Jacob Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ross Bayd.

"Non dovrei nemmeno essere qui"
"Non dire stupidaggini Ross, a me fa piacere che tu sia venuta" Mi sorrise guardando lo specchio, cercai di ricambiare, ma ciò che ne uscì fu solo una smorfia.
"E poi Esme è felice che tu sia venuta"
"Mi aveva lasciato un messaggio, mi aveva detto che non c'era in casa, non dovevo venire" Continuavo a dire, ma Alice non mi ascoltava. Mi ero presentata a casa loro senza nessun preavviso e con un aspetto orribile. Alice quando mi aveva vista aveva storto la bocca e dopo avermi fatto salutare Esme, mi trascinò in camera sua. Un enorme stanza che somigliava tanto ad una beauty-farm. Da un cassetto, prese un accappatoio e qualche asciugamano, mi spinse dentro il bagno e chiuse la porta. Ero rossa dalla vergogna, ma ormai che mi aveva chiusa li dentro, avevo pensato che tanto valeva che mi facessi un bel bagno. Ed ora ero li, seduta su di uno sgabello, con Alice che mi stava spazzolando i capelli.
"Non c'è bisogno che fai tutto questo" Dissi timidamente, nello specchio riuscii chiaramente a vedere il mio volto tingersi di rosso. La sentii sbuffare.
"Non ho mai nessuno che si fa pettinare, almeno tu concedimi questo onore"
"Oh, d'accordo"
Il suo sorriso si allargò e tornò ad occuparsi dei miei capelli. Con lo sguardo esploravo la stanza, notai una foto sua e di Jasper. Non si toccavano mai a scuola e raramente si scambiavano qualche bacio in pubblico, eppure quando li vedevi insieme riuscivi a sentire il profondo amore che li univa. Jasper la guardava con una strana luce negli occhi e lei si metteva sempre davanti a lui, come se lo volesse proteggerlo sempre da qualunque cosa. Jasper un pò mi somigliava in verità, non era bravo ad esprimere i suoi sentimenti eppure sembrava riuscire a comprenderli tutti, cosa che io non riuscivo a fare.
"Finito!" Esordì lei, mi guardai allo specchio. Per accettarmi che quella ragazza riflessa allo specchio fossi io, ne toccai una ciocca. Non li avevo mai avuti cosi morbidi. Mi voltai verso di lei e le sorrisi. Un sorriso di sincera gratitudine.
"Grazie Alice! Non c'era bisogno che facessi tutto questo per me"
Ricambiò il sorriso.
"Adesso devo soltanto vestirti, tra pochi minuti Edward sarà qui."
"Sono asciutti i miei...Cosa?"
Ridacchiò e sistemò il contenuto che c'era sopra la scrivania. Prodotti costosi. So che sembrerà stupido, ma solo in quel momento mi ero resa conto quanto la famiglia di Edward fosse benestante. Macchine di lusso, vestiti impeccabili, una casa enorme.
"L'ho chiamato quando tu eri in bagno. Sta per arrivare"
"Non c'era bisogno che tu lo chiamassi"
Saltellò verso di me e sistemò ancora una volta i miei capelli.
"Insomma Ross lo sappiamo benissimo che non sei venuta qui per farci una normale visita di cortesia" Mi fece l'occhiolino, imbarazzata abbassai lo sguardo.
"Sei venuta qui per lui"
"Si nota tanto?" Chiesi guardandomi la punta dei piedi. Era cosi frustrante non essere in grado di nascondere i propri sentimenti. Ed ancora più frustrante era che chiunque sembrava in grado di capirmi con un solo sguardo.
Ero un libro aperto. Non rispose alla mia domanda, si precipitò invece sul letto dove prese dei vestiti che non erano i miei. Me li porse con un sorriso.
"Alice, scusa dove sono i miei vestiti?"
"Abbiamo la stessa taglia credo, provali e tienili."
"Ma io..."
Sbuffò, un'altra volta e mi spinse in bagno. Quella ragazza per quanto piccola era davvero molto determinata. Come prima chiuse a chiave la porta del bagno.
"Ti conviene farmi contenta. A nessuno piace quando io non sono contenta" Urlò da dietro la porta e poi sentii il chiaro rumore di una risata. La sua. Doveva essere poggiata alla porta, perchè la sentivo canticchiare una canzone che non avevo mai sentito. Notai con piacere che la biancheria intima era la mia, ma quando presi tra le mani una gonna storsi la bocca. Io non ero il tipo di ragazza che indossava le gonne. Non ne avevo nemmeno una all'interno del mio armadio e tutte quelle che mi regalava mia madre subivano qualche strano incidente. Guardavo ancora quella gonna blu.
Alice era stata cosi gentile con me. Mi aveva permesso di usare il suo bagno, mi aveva preparata e adesso mi stava anche prestando dei suoi vestiti, non potevo mostrarmi maleducata.
Con malavoglia misi i vestiti che mi aveva preparato, dovevo ammettere che il maglione bianco, con il freddo che stava iniziando a fare, era davvero comodo.
"Sono pronta, Alice"
Dissi da dietro la porta. Non la sentivo più canticchiare, ma non poteva avermi lasciata li. Aspettai che mi aprisse. Dopo alcuni minuti ancora niente.
"Alice?" Chiamai una seconda volta e bussai. Dopo alcuni minuti sentii il rumore della toppa e mi preparai ad un suo giudizio. Rimasi a bocca aperta quando invece di Alice, trovai Edward. Sorrisi e mi gettai tra le sue braccia. Aveva gli occhi di un dorato stupefacente, quasi brillante. La sua bocca si allargò in un sorriso, pregai il cielo che quel miracolo accanto a me non sparisse mai.
"Sorpresa" Sussurrò piano. Mi baciò la fronte e chiusi gli occhi per assaporarmi quel momento.
"E' stato stupido da parte mia venire qui senza nessun preavviso, mi dispiace"
"E' stata una vera sorpresa invece" Sussurrò contro la mia fronte. Stavo stringendo la sua camicia con troppa forza, come se qualcuno potesse arrivare e portarmelo via. Mi prese per mano e mi portò via dalla stanza di Alice per condurmi infine in camera sua. Chiuse la porta e nel frattempo mi sedetti sul bordo del letto, con velocità strabiliante mi raggiunse, con un abbraccio mi attirò a sè.
"Edward?"
"Si?"
"Non sei vestito come qualcuno che...va a fare un escursione" Ammisi. Lo avevo notato nel momento in cui avevo aperto la porta. Rimasi in silenzio per dei minuti, come se la domanda lo avesse colto di sorpresa.
"S-sei davvero andato a fare un escursione?" Chiesi timidamente.
Lo sentii ridere e imbronciata mi allontanai dal suo petto per guardarlo negli occhi.
"Ross, mi sono cambiato naturalmente"
"Ah" Stupida. Stupida. Stupida. Mi guardò per un attimo interminabile, fui catturata dal suo sguardo, come se i suoi occhi erano delle calamite e i miei dei normali pezzi di metallo, non volevo far altro che unirmi a loro. Fui sorpresa del gesto che stavo per fare, ma dentro di me sentivo il bisogno di farlo. Gli carezzai piano una guancia, lui chiuse gli occhi e si poggiò su di essa. La sua pelle era fredda e speravo dentro di me, che almeno io riuscissi a riscaldarlo. Poggiò una mano sulla mia, con una lieve pressione mi fece allargare le dita che velocemente si intrecciarono con le sue. Avvicinò il viso al mio, sentivo il suo respiro sulle labbra, ed un attimo prima di poggiarsi su di essere ci soffiò, per poi baciarmi con dolcezza.
"Mi sei mancata"
Ci sdraiammo entrambi sul materasso, stretti l'uno all'altra. Eravamo legati, e nessuno sarebbe mai stato in grado di spezzare quell'incatesimo che ci univa.
Forse se io non avessi tenuto alcun segreto nei suoi confronti, lui si sarebbe fidato di me e mi avrebbe svelato i suoi. Era inutile continuare a mentire a me stessa. Edward aveva dei segreti che non voleva condividere con me.
"Edward io..devo parlarti"
"Ti ascolto"
Ricominciai a parlare sicura del tono della mia voce.
"Ecco, sono stata a casa di Jacob. I miei hanno avuto la brillante idea di fargli trovare la casa ben pulita al suo ritorno. Jacob era in camera sua e noi due abbiamo iniziato a litigare e lui ha chiesto a mia madre se poteva aiutarlo a sistemare camera sua. Mentre eravamo in camera sua ha detto qualcosa di strano, ma niente di cosi importante, insomma le sue solite battute"
"Che ci terrei a sapere" Intervenne lui. Aveva le sopracciglia alzate, come se il fatto che gli stessi raccontando non gli andasse a genio.
"Ok...cioè, io la reputo una cosa stupida. Ma non ti devi arrabbiare"
"Ross" Sospirò lui. "Dimmi" Stava cercando di mantenere la calma.
Chiusi gli occhi, al solo pensiero di quello che stavo per dire, diventai rossa in volto.
"Lui dice che adesso sono più attarente, femminile, insomma che attiro gli sguardi. Non è una cosa stupida?" Aprii solo un occhio per controllare la reazione di Edward. Sciolse l'abbraccio e si tirò su a sedere. Rimasi nella mia posizione, mentre lui si alzò in piedi e dandomi le spalle. Gli sentii borbottare qualcosa sottovoce.
Sbuffai.
"Che c'è?" Mi chiese.
"Non mi va già che mi dai le spalle." Sorrise e si sedette di nuovo sul letto, accarezzandomi il viso.
"Bisogna dire che quel Black ha un ottimo spirito di osservazione" Ci sorridemmo entrambi, poi tornato serio mi chiese di continuare.
"Lui crede che io mi sia dimenticata velocemente della sua scomparsa. Mi sei dimenticata del bene che gli voglio. E'...è impossibile"
Storse la bocca e smise di accarezzarmi. Guardò un punto indistinto sul muro.
"Sai Ross, a volte vorrei che pensassi a me almeno la metà di quanto pensi a lui"
Rimasi immobile a fissarlo.
"Jacob non si rende conto di quanto sia fortunato"
"Non dire stupidaggini" Urlai.
"Edward non penserai che.." Nessuno sguardo. Nessuna risposta. Non ricevevo nulla di nulla da parte sua. Ero davvero arrabbiata. Mi alzai in piedi e fissai lui, che non accennava a muoversi. Sembrava essere diventato una statua di marmo. Cercavo di trattenere le lacrime, girai la chiave e uscii da quella stanza. Scesi di corsa le scale, pregando in cuor mio di non incrociare nessuno. Arrivai in fondo alle scale senza nessun problema,  raggiunsi  l'entrata e quando stavo per poggiare la mano sul pomello, Edward accanto a me mi fermò.
Chiusi gli occhi e inspirai profondamente, cercando di mantenere la calma.
"Perchè stavi andando via?"
"Edward, io vengo qui perchè non voglio avere nessun segreto con te. Voglio che tu sappia tutto. Non puoi pensare che io non pensi a te. Sono state le circostanze"
"Lui..."
"Ok. Jacob non ti piace"
Un sorriso amaro spuntò sul suo volto. "Ma è stato il mio migliore amico per anni. Era scomparso ed ero preoccupata per lui. Non vuol dire che tu sia meno importante."
Non ero ancora riuscita a convincerlo, lo capivo dall'espressione sul suo viso.
"Sai che non sono brava nel dire quello che davvero provo. Ma..." Feci un profondo respiro.
"Se penso a qualcuno con cui voler passare la maggior parte del mio tempo Edward sei tu. Quando tu non ci sei penso a te. Non perchè non te lo dico, non vuol dire che io non lo faccia, e se non mi credi io..io.."
Mi fermai. Cosa potevo fare? Ripeterglielo all'infinito era l'unica opzione che mi era venuta in mente.
"Anch'io" Alzai lo sguardo, sorpresa. Sorrisi.
"Io sono molto fortunata Edward"
"Lo stupido sono anch'io, non mi ero reso conto di essere cosi fortunato"
Il mio cuore prese a battere forte.
"Sei una regina"
"Ah si?" Ridacchiai.
"Sei la regina del mio cuore"
Il mio cuore..
Batteva forte quando i nostri sguardo si incrociavano.
Batteva forte quando le sue mani mi sfioravano.
Non riuscii più a pronunciare nessuna parola.
Le sue braccia erano la culla migliore al mondo, quelle braccia che mi accolsero subito. Mi alzai sulle punte, cercai di minimizzare il battito del mio cuore quando le mie labbra si poggiarono sulle sue.
Ormai il mio cuore aveva intrapreso una folle corsa. Era il mio Eden.
Il mio paradiso personale.
L'angolo in cui avrei trovato sempre la mia felicità.
Un angelo del genere non avrebbe mai potuto farmi del male.

Le luci di casa erano tutte accese. Avevo invitato Edward ad entrare, ma lui aveva rifiutato dicendo che doveva trovare un modo di scusarsi con Emmett. Aprii la porta di casa, dal salotto proveniva un gran chiasso. Prima che potessi entrare dalla porta uscì mia madre con un vassoio in mano. Rimase a bocca aperta a fissarmi. La sua espressione di stupore si tramutò in disapprovazione.
"Signorina dove sei stata?"
I suoi occhi abbandonarono il mio viso e guardorono i vestiti che avevo indossato.
"Hai messo una gonna!"
"Sono stata con Edward" Tagliai corto. Cercai di guardare chi fosse a fare tutto quel chiasso, ma mia madre si parò davanti a me.
"Non credi di dovermi dire qualcos'altro?" Alzò un sopracciglio.
"No. Non credo mamma"
"Oh invece io credo proprio..."
"Mamma Bayd dove sono finiti i tuoi biscotti?"
Entrambe fissammo Jake che si affacciava dalla porta. I suoi occhi prima felici, quando mi videro, divennero cupi. La fronte si aggrottò. Non gli andava giù il fatto che fossi a casa mia?
"Mamma che state festeggiando?" Incrociai le braccia al petto.
"Billy sta bene, è fuori pericolo" Iniziò a dirigersi in cucina. "Ci hanno chiamato questo pomeriggio, se tu fossi rimasta lo sapresti"
Alzai gli occhi al cielo, guardai Jake. Non sapevo chi ci fosse la dentro, di certo non potevano essere lui e mio padre a fare tutto quel caos. Ma chi altri poteva esserci la dentro? Era strano, Jake non si era mosso nemmeno di un millimetro, il suo sguardo non faceva altro che esaminarmi dalla testa fino ai piedi, storcevo la bocca contrariata ma lui sembrava non rendersene conto. Pochi minuti dopo tornò mia madre con un vassoio pieno di biscotti, ne presi uno e cominciai a salire le scale.
"Ross te ne vai via cosi? Non vuoi salutare gli ospiti?"
"Giusto!" Dissi ironicamente.
"Una volta tanto che viene qualcuno che non sia Edward" Pronunciai il suo nome con enfasi e guardai Jake apposta, ma il suo viso non venne attraversato da nessuna emozione. Rimaneva invariato.
"Bisogna salutarlo, non trattarlo male come fa qualcuno di nostra conoscenza."
"Farò finta di non aver sentito e non dirò niente a tuo padre" Sapevo che mi trovavo al limite della pazienza di mia madre, che già aveva un tono di voce esasperato. Jake spalancò la porta lasciando entrare mia madre, la segui e Jake quando mi trovai di fronte a lui mi guardò dall'alto verso il basso. Rimasi sbigottita dalla quantità di ragazzi senza maglietta che ci stavano dentro la mia stanza. Mio padre rideva con in mano la birra scherzando che con quello che sembrava il più grosso di tutto. Forse era il capo. Uno di loro, si avvicinò a Jake e circondandogli le spalle con un braccio, cominciò a strofinare un pugno sulla testa di Jake.
"Ecco perchè non volevi più tornare dentro" Il ragazzo guardò me, feci un inchino e mi porse la mano.
"Paul, piacere di conoscerla"
Guardai la mano con riluttanza e facendo un sorriso falso risposi "Piacere, Ross"
Paul, storse la bocca e ritirò la mano. Guardò per un'ultima volta Jake e se ne tornò dai suoi amici, due ragazzi seduti su di un divano che si limitarono ad un cenno del capo che apprezzai. Mio padre sembrò essersi reso conto della mia presenza dopo un secondo bicchiere di birra,
"E' felice che Billy stia bene" Sussurrò Jake alle mie spalle. Annuii.
"Sei ancora ingenua Ross"
"Che ne sai tu?" Sussurrai. Dalla sua risata sommossa capii che mi stava riusciva a sentirmi.
"Dai la tua fiducia a persone che non lo meritano" Poggiò una mano sulla mia schiena. Era bollente. Diverso dal tocco freddo e delicato di Edward, il suo era rude. Mi spostai in modo che spostasse la sua mano dalla mia schiena.
"Nutriti ancora di bugie se vuoi Ross"
Si posizionò davanti a me, a pochi passi. Mi guardò per un ultimo volta.
"Stai proprio bene vestita cosi" Un sorriso spuntò sul suo viso e come se niente fosse, si lanciò sul divano dove cominciò a picchiarsi scherzosamente con i suoi amici. Inspirai profondamente e dopo uscii dalla stanza. Stare dov'era Jake per me era diventato troppo. La sua presenza era opprimente. Mi sovrastava. Non trovavo la forza di stare in sua compagnia. Mi poggiai contro la porta. Ero cosi confusa. Come dovevo comportarmi con Jake?
Suonarono alla porta, andai ad aprire e trovai Sonny con un sorriso e un diario tra le mani. Le sorrisi di ricamdno e la invitai ad entrare.
Il caos sembrò aumentare e la invitai a salire in camera mia dove saremmo state in pace.
"Forse non dovevo venire visto che avete ospiti.." Si guardava intorno in evidente imbarazzo, la presi per un braccio e la trascinai verso camera mia.
"Loro non sono miei ospiti, tu lo sei" Arrivate in camera mia si sedette ai bordi del letto e mi porse il diario, lo presi n mano con aria confusa.
"Oggi a scuola sei mancata, pensavo volessi copiare i mei appunti"
Presi dallo zaino il quaderno e cominciai a ricopiare gli appunti. Il silenzio regnava nella stanza, dopo un pò, si fece coraggio e sentii i suoi passi mentre si muoveva per la stanza. Lei si fermò di curiosare, io di scrivere quando da dietro la porta sentimmo urlare.
"Controllo in camera sua!"
La porta si spalancò e spuntò Jake che guardò prima me seduta sulla scrivania, poi Sonny. Richiuse la porta.
"Che maleducato!" Dissi cercando di fare finta di niente, ma sapevo che si stava chiedendo perchè non le avessi detto che fosse tornato.
"Da quanto tempo?" Chiese lei.
"Due giorni"
"Ah, e...dov'era finito?"
"Non lo so.." Non avevo finito di copiare nemmeno la metà degli appunti, chiusi entrambi i quaderni e mi abbandonai sulla sedia.
"Non mi ha spiegato nulla"
"Che pensi?" Era cosi Sonny. Nessun giro di parole, andava dritta al sodo. Alzai la testa e la guardai negli occhi, mi limitai ad un'alzata di spalle. Non sapevo neanch'io come rispondere.

Angolo dell'autrice: Salve a tutti. Spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento. Ho passato un pò a scriverlo e il prossimo non è ancora pronto, ma prometto che lo sarà presto. Aspetto con ansia di conoscere le vostre recensioni.

@Moonlight_95: Ti ringrazio tantissimo per recensire la mia storia, sei di grande sostegno e spero anch'io che qualcun altro commenti. Comunque si, sei molto intuitiva :) e ci sei andata vicina, sarà in parte Jacob a rivelare il segreto di Edward a Ross, ma non ti svelo altro :) Un bacio. E spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto.

ALLA PROSSIMA DOMENICA ( SPERO DI ESSERE PUNTUALE :P )

  
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