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Autore: Dark_Blame    21/09/2010    3 recensioni
In un contesto fantasy (In cui però sono presenti anche le armi da fuoco, N.d.A.), ma senza tanta magia, mostri eccetera (almeno per ora) si narra la storia di un uomo talmente forte da essere capace, da solo, di sterminare interi eserciti. Famoso in tutto il mondo come One Man Army, appunto "L'esercito da un solo uomo", questo spadaccino giovane ma già leggendario gira per il mondo, aumentando la sua fama con le sue imprese ma allo stesso tempo sfuggendo dalle mani dei signori della guerra che vorrebbero arruolarlo e dei cacciatori di taglie che vorrebbero l'immensa somma sulla sua testa.
In questa introduzione, per caso "apparirà" in una locanda di un villaggio periferico ... sconfiggendo una banda di predoni in quella che sembra quasi una rissa da bar. Un episodio in realtà insignficante ... se non fosse che è l'inizio della nostra storia.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Quando il Duca Imperiale scese, la carrozza si sollevò leggermente da terra di qualche centimetro. In effetti doveva essere un'impresa sopportare un peso del genere per una struttura dall'aria così piccola e fragile.

Grosso, grasso. La sua pelle è perfettamente liscia e rosa, la faccia colorata di pesante trucco bianco. Era vestito di seta e stoffe pregiate di fantasie dorate sullo sfondo azzurro ciano. In testa, portava un cappello a forma di parallelepipedo, dello stesso colore dei vestiti, che sembrava un po' una piccola torre.

Attorniato da guardie e servitù, spostò quel suo corpo mastodontico verso il trono.


Altre carrozze arrivarono, tutti rimasero prostrati a terra. Licorice, però, era l'unica in piedi, quasi ammaliata da quello strano spettacolo. Un altro nobile vestito quasi come il Duca, ma senza cappello, veramente molto giovane e magro a confronto, uscì dalla stessa portantina e per un attimo la fissò con quei suoi occhi neri a risalto con la maschera pallida. In quel momento, lei si accorse di essere l'unica nella folla a non essere in ginocchio, in pratica, il modo più rapido per attirare l'attenzione.


Quello sguardo la fece impallidire … e in fretta, nervosamente, si inchinò come gli altri.


Il giovane figlio del duca non disse nulla, e seguì il grosso padre sistemandosi alla destra del suo trono. Ben presto tutti i nobili si furono disposti intorno al trono in mezzo alla piazza e la parata militare, con i suoi tamburi che ora erano ancora più vicini, stava arrivando in cima.


La parata in realtà era molto più noiosa di quanto promettesse l'eccitazione di tutta quella gente. Una volta rialzatasi insieme agli altri, Licorice dovette stare quasi un'ora in piedi a sopportare il continuo sfilare di tutti quei soldati. All'inizio era impressionata di vedere così tante armi da fuoco, e armature scintillanti … ma dopo i primi venti minuti la noia incominciò a farsi sentire. Da un certo punto in poi le sembrarono tutti uguali, tutti in divisa, tutti a marciare come pupazzi, presentare le armi al Duca e andare via per una strada secondaria. A che servivano tutte quelle armi? L'Impero era in pace!


L'ennesimo reparto si fermò davanti al duca, fece il saluto militare … Un foglio di carta cominciò lentamente, come con pigrizia, a cadere dal cielo. E poi un altro, e un altro ancora.

In poco tempo, il cielo si riempì di fogli rettangolari svolazzanti.


Tutti con la faccia di Khan, sopra.


La folla iniziò a mormorare, fino a che qualcuno non alzò gli occhi al cielo e non vide una sagoma sopra uno dei tetti che no - non era una statua.

Lo spadaccino prese una rincorsa e si buttò dal tetto, atterrando su un balcone inferiore, per poi lanciarsi anche da quello, fino ad arrivare nel centro esatto della piazza.


Le guardie più vicine furono neutralizzate con dei colpi rapidi, con la parte non affilata della spada. Non aveva nemmeno toccato il suolo da cinque secondi e già c'erano dei corpi a terra intorno a lui. Con uno scatto si avvicinò al gruppo di nobili, portò l'arma al fianco, caricando un colpo …


Un semplice fendente. Un semicerchio fu disegnato in aria dalla punta d'acciaio della spada, punta che tagliò in due la gola grassa del Duca Imperiale …


La folla andò nel panico. C'era una testa per terra, ora, una testa con ancora quell'espressione a metà tra il gioviale e il severo. Con quelle sue guanciotte piene e rosse, come se fosse stato perennemente ubriaco.

Uno degli uomini dell'esercito prese il suo fucile e lo puntò contro l'One man Army, ma, improvvisamente, si rese conto di una cosa. Altri come lui stavano facendo la stessa, identica considerazione.


«Sparate a me» disse lui, ridendo con quel suo riso da sciacallo «e io eviterò i proiettili. Ma i vostri preziosi nobili … no.»


Si era posizionato esattamente tra le guardie e il seguito del Duca, sfruttando il fatto che agli aristocratici non piaceva avere guardie del corpo che si tenessero troppo vicine a loro - erano pur sempre plebei.


Il figlio del Duca, con espressione impassibile, disse, sottovoce:

«Ecco come un singolo uomo prende in scacco una Città.»

---


«Ottimo, ottimo»

Le sue mani grosse si sfregavano tra loro, scivolando sul sudore e facendo tintinnare gli anelli d'oro. Una mano si appoggiò sulle sue spalle, ma non era quella dell'uomo grasso. Era la mano del generale, quindi tutto andava bene, ancora.

Il Duca Imperiale di Calindara ha un gusto particolare per i bambini. È solito comprarli e poi usarli come schiavi, farsi nutrire, lavare, vestire, esclusivamente da bambini molto giovani. Ma voi siete diversi; non avrete niente a che fare con questo.”

L'uomo grasso si alzò in tutta la sua grandezza. Forse perché Khan era un bambino sembrava davvero un gigante rotondo ai suoi occhi. Ma non venne verso di lui. Era leggermente spostato al suo fianco, dove c'era A.

Il duca appoggiò una mano sulla testa di lei, leggermente piegandosi, e accarezzandole i capelli.

«Sei proprio una bella bambina.»

Il Generale si schiarì la voce:

«Le ricordo, signore, che sarebbe un grosso errore considerarli come bambini normali. Non avremmo investito il vostro tempo in maniera così indegna, altrimenti. La prego di tenere a mente questo fatto.»

Sembrò contrariato, e finì di seguire con le dita una ciocca dei capelli chiari di lei. Poi si raddrizzò, appoggiò le manone sui larghi fianchi, e disse:

«è un peccato, però. Un vero peccato. Un peccato che questa vostra creazione debba essere inutilmente sacrificata, domani, sul campo di battaglia. Siete congedati.»

Il Generale stavolta sorrise.

«Voi non avete fiducia in me. Ma confido che con i fatti di domani cambierete parere. Andiamo.»

Guidò il gruppo di bambini verso l'uscita. Solo Khan era rimasto a guardare, con gli occhi fissi, l'uomo grasso. Finché ad un certo punto non si girò, il peso della spada che si trascinava a fianco e che formava una linea dritta sul tappeto pregiato.


---

Era notte, e il palazzo era silenzioso. Una battaglia dopo l'altra, le avevano vinte tutte, avevano passato tutte le prove. I due più deboli, S. e D., erano morti, ma non aveva importanza. Erano strumenti. Come guardia imperiale, era permesso loro di dormire negli stessi quartieri del Duca, anche per una funzione di scorta. Khan non riusciva a dormire. C'era un grillo fuori dalla finestra che continuava a gracchiare, gracchiare, gracchiare.


Quando il grillo era morto - lo aveva ucciso - finalmente si era fatto silenzio, e il cadavere della creaturina era caduto dall'albero. Sembrava così piccolo, con le zampette rannicchiate contro la corazza. Non cantava più.

Dal giardino, tornò al corridoio interno che portava alle loro camere. La spada strusciava sul pavimento. Ad un certo punto si immobilizzò. C'era un rumore di passi … silenziosi. Una sagoma si delineò nell'ombra: era A.

Aveva indosso solo una semplice camicia da notte. I suoi occhi erano freddi e inespressivi come al solito.

«Che cosa ci fai in giro a quest'ora?»

Chiese lui, sospettoso.

«Fatti gli affari tuoi, poppante»

Khan storse il naso. A. aveva solo un anno più di lui, ed era più forte e più veloce.

«Cosa ci fai … in giro a quest'ora?»

Insistette. Non l'avrebbe avuta vinta di nuovo.

Stavolta, la ragazzina non rispose.

Quello che sarebbe diventato l'One Man Army si avvicinò. C'era un odore forte, intenso, proveniente da lei, un odore che non gli apparteneva. L'odore selvatico di un uomo.

Un uomo.


Sul collo bianco della bambina, c'era un segno arrossato. La traccia di un morso, o un bacio?


---

«Io sono l'One Man Army!» Disse, con voce chiara e forte «E con la mia spada ho ucciso il Duca Imperiale Faconio»

Buona parte della folla era corsa via urlando di paura, ma tanti erano rimasti per pura e semplice curiosità e gusto del macabro. La tensione nell'aria era altissima, i nobili sudavano freddo, temendo che a qualche giovane soldato potesse venire l'idea di contravvenire agli ordini e sparare.


Licorice era paralizzata. Di nuovo, era uguale a quella volta nella locanda, quando il sangue era sceso dalle scale come un fiume. Guardò lui. Le gambe aperte e le ginocchia leggermente piegate, la spada rivolta verso il basso, stretta con entrambe le mani. La corta treccia nera che ondeggiava al vento. Gli occhi castani, lampeggianti di adrenalina. Era l'unico, l'unico, l'unico, ad essere calmo in quella piazza.

Prese fiato. Il sorriso sul suo volto si cancellò.

Li ammazzerà! Li ammazzerà tutti!

Era ovvio, bastava guardarlo. Era così sicuro, fermo, contro quei soldati incerti e privi di ordini, vestiti con le pesanti armature da parata. Sprizzava pericolo da tutti i pori.

«Khan__!» Le sfuggì un grido, anche se subito dopo si tappò la bocca, rendendosi conto che non doveva dire il suo nome a quelle persone, non doveva far capire che lo conosceva, e non doveva distrarlo.

Per un attimo il suo sguardo color nocciola si spostò verso di lei, e l'espressione seria se ne andò, lasciando il posto ad una leggermente stupita.

In quel momento, tre soldati estrassero le spade e caricarono, urlando, pensando che forse avrebbero fatto in tempo a separare lui dai suoi ostaggi.


Il Mietitore si riprese subito. Rimise a posto la spada, indietreggiò, portò le mani all'indietro afferrando le maniche delle vesti di due nobili funzionari, che si videro tirati con una forza incredibile contro le guardie stesse. I soldati che erano partiti alla carica, quindi, dovettero per forza fermarsi. Dopodiché saltò sulla portantina che aveva usato il Duca per arrivare lì, e da lì si aggrappò ad una grondaia, risalendo velocemente lungo il muro, per fuggire dalla piazza.

Uno dei due aristocratici che era stato afferrato e usato come scudo, rosso in viso, cominciò a sbraitare:

«Sparate! SPARATEGLI ORA!»

Una pioggia di proiettili si schiantò contro la parete della casa, ma lui era già saltato sul tetto. I soldati più veloci fecero in tempo a ricaricare, ma prima che potessero riuscire a mirare a lui era già fuori visuale.

«SEGUITELO!»

Il figlio del Duca allora si alzò, arrivando al centro della piazza, e poggiò una mano bianca sopra al nobile nervoso.

«No, sarebbe inutile. Non voglio far morire uomini per prenderlo.

Da oggi in poi, io, Franchen figlio di Faconio, prendo il posto di mio padre come Duca Imperiale.»

E si sedette sul treno, spostando e gettando a terra il corpo del grasso genitore.

A Licorice veniva da vomitare, inoltre, era preoccupata per Khan. Facendosi strada fra la folla che cominciava a diventare di nuovo più fitta, tornò per uno dei vicoli da cui erano venuti.



Un ufficiale delle guardie si inchinò di fronte al nuovo Duca, e disse:

«Mio signore, davvero non volete che seguiamo l'One Man Army? O che teniamo d'occhio i suoi movimenti?»

«No, no. Non mi ucciderà di certo.

Piuttosto, hai visto quella ragazzina che non si è inchinata al cospetto di mio padre?»

Il soldato sembrò un attimo contrariato, e alzò il sopracciglio destro, non capendo quasi la domanda.

«Si, mi sembra di ricordarne il viso»

«Bene.

Portamela qui.»

«Come volete.»


Franchen fece scrocchiare le dita delle mani e passò ad esaminarsi le unghie, sul trono del padre, mentre il cadavere dell'uomo veniva portato via. Sotto la maschera di trucco bianco, però, era tutt'altro che insensibile...


*Note e Altro*

Ringrazio i miei recensori! Se sono così svelto a scrivere i capitoli è solo perché è davvero bello sentire che a qualcuno piace leggere quello che scrivo, sul serio. Selenite, grazie per tutte le belle cose che hai detto. Cercherò di snellire un po' la struttura dei periodi, a volte faccio delle frasi un po' pesanti.


Che dire?

Khan fa le sua entrata a effetto, nel posto in cui meno sembrava possibile …


La parte scritta in corsivo, è , ovviamente, una scena dall'infanzia dello spadaccino.

Chi ha mai visto l'anime di Seven Samurai si accorgerà che mi sono ispirato un po' per le descrizioni del duca imperiale e del figlio.

Al prossimo capitolo!


  
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