THE SECRET GUARDIAN ANGEL
di nerd-girl
tradotto
da Bran of Hell
pairing Harry/Severus e Ron/Hermione
rating PG-13 / N17
Cap. 2:
Fuga nel panico
“Ragazzo,
sbrigati a venire giù a preparare la colazione, altrimenti non avrai nulla da
mangiare per tutto il giorno!” urlò zia Petunia dai gradini, irrompendo nel
sonno di Harry.
“Sto
venendo, zia Petunia” rispose Harry svegliandosi. ‘Strano,’ pensò, ‘non ho
dormito così bene da anni!’ Mettendo da parte tutti i pensieri, Harry sedette
nel letto, restando sorpreso dal grido di panico lanciato da Hedwig. Confuso,
si volse verso la fonte del rumore.
“Cosa c’è
Hedwig?” chiese allarmato, Harry.
Alzandosi,
immediatamente capì il motivo del panico del gufo. I suoi pigiami erano improvvisamente
stretti, e la cosa era strana, dato l’abitudine degli abiti di pendere su di
lui perché troppo grandi. Si sentiva anche un poco strano. Cercando di farsi
coraggio, si avvicinò ad uno specchio legato alla porta del guardaroba. Ciò che
vide, gelò Harry.
Ciò che
lo specchio rifletteva non era lui, ma una versione più vecchia. Era come se
fosse improvvisamente cresciuto d’un colpo durante la notte. Stava tentando di
rimanere calmo e logico, ma era difficile da fare. Soprattutto quando sapevi di
avere solo 17 anni ma la tua immagine ne dimostrava almeno dieci di più. Sapeva
che non era il futuro, perché non aveva ricordi dei dieci anni passati, o era
del futuro? Poteva essere un trucco giocatogli da Fred e Giorgio? No, non aveva
toccato qualsiasi cosa del loro regalo. Non era uno sciocco, nonostante glielo
avessero detto molte volte. L’unica cosa che aveva toccato era il regalo dei
signori Weasley, e se i gemelli ancora vivessero con loro, avrebbe potuto essere,
ma ora abitavano in un appartamento sopra il loro negozio.
“Ho detto
di venire giù ragazzo, ora!” gridò la zia.
Il
cervello di Harry andò in modalità panico, non poteva permettere alla sua
famiglia di vederlo in quello stato. Andrebbero fuori di testa e chiamerebbero
la polizia. poi sarebbe stato troppo difficile da spiegare cosa aveva a che
fare un adulto con un giovane diciassettenne. Anche se nel mondo dei maghi a 17
anni eri considerato adulto, nel mondo muggle erano i 18 che fabbricavano di un
giovane un adulto. ‘Merda!’ pensò il giovane, non c’era altro modo. Avrebbe
dovuto cercare di raggiungere Hogwarts, o almeno il Cunicolo. La scelta era una
sola-fuggire e contare sul fatto che la sua famiglia,così poco affettuosa, non
decidesse di chiamare la polizia. Gli avrebbe lasciato una nota.
Zia
Petunia,
è
accaduto un’urgenza nel mondo dei maghi a cui devo badare. Ritornerò appena
posso a raccogliere le mie cose.
Harry.
Dopo aver
scritto la nota, afferrò uno zaino e gettò al suo interno solo l’essenziale:
_mantello
invisibile
_due paia
di jeans
_tre
magliette
_un
mantello nero
_cinque
paia di mutande
_cinque
paia di calze
_il poco
denaro dei maghi che gli era rimasto dall’anno scolastico precedente
_la
chiave del suo conto alla Gringotts.
Per la
prima volta, Harry si sentì grato per i vestiti di seconda mano che era
costretto ad indossare. Non era cresciuto molto, ma abbastanza perché gli abiti
fossero un poco piccoli per lui. Si mise le scarpe, afferrò lo zaino e scrisse
un’ultima nota prima di andarsene.
Professor
Dumbledor,
è
accaduto un problema, e io ho dovuto andarmene. Sto cercando di arrivare ad
Hogwarts, e quando sarò là gli spiegherò tutto.
Harry
Potter.
Harry
chiamò Hedwig e gli allacciò la pergamena alla zampa.
“Hedwig,
porta questa lettera ad Albus Dumbledore. Probabilmente si troverà ad Hogwarts.
Se non è lì, trova la professoressa McGonagall. Se nemmeno lei c’è, cerca uno
dei membri dell’Ordine. Una volta che avrai consegnato la lettera, resta ad
Hogwarts. Io verrò appena posso. Ora vai!” Harry apri la finestra e spinse
Hedwig fuori. Lei stridè, cercò nuovamente il suo
padrone per un momento, poi volò via.
Harry
afferrò le sue cose, scivolò la sua bacchetta nella sua manica sinistra, mise
la nota per sua zia sul cuscino. Guardò attentamente se avesse dimenticato
qualcosa fuori, poi chiuse il baule con un lucchetto datogli da Fred e Giorgio
l’anno precedente, in modo da tenere la sua famiglia lontana dalle sue cose. Mise
la chiave nella tasca laterale della sua borsa. Poi, Harry scese le scale e
uscì dalla porta cercando di non farsi vedere.
***************
Harry
corse per una mezz’ora, poi, decidendo di essere abbastanza lontano si fermò un
momento. Non aveva soldi muggle, così non poteva prendere il treno per arrivare
a Londra. Sedendosi su una panchina, cercò di fare mente locale per ordinare i
suoi pensieri.
1. Aveva bisogno di arrivare a Londra
e arrivare a Diagon Alley, così da poter arrivare ad Hogwarts. Forse, se
riusciva a giungere ai Tre Manici, poteva usare il camino per giungere ad
Hogsmeade e da li camminare fino al castello. Era una buona idea.
2. Avrebbe avuto bisogno di più soldi
se l’attuale situazione non potesse essere invertita. L’unica cosa buona era
che, ora, Malfoy e i suoi due agenti provocatori, Crabbe e Goyle, non
potrebbero più scocciarlo. Ora era tecnicamente più vecchio di loro. Non che
amasse il fatto di essere il settimo anno più vecchio.
3. Era possibile per lui muoversi
senza essere riconosciuto? Bene, si, pensò, nessuno aveva avuto modo di vederlo
ultimamente, e i suoi capelli coprivano piuttosto bene la sua cicatrice, un
ulteriore incentivo a farli crescere, a suo parere. Non portava più i suoi
occhiali; aveva corretto la sua miopia all’inizio dell’estate. Anche se per
qualche strana ragione, ancora li conservava, anche se ora erano semplici
vetri. Immaginò che fosse perché così, quando voleva passare inosservato,
potrebbe toglierli. Era strano, che ora la sua paranoia venisse in suo aiuto.
******************
Ora, tutto quello che doveva fare, era arrivare a Londra. Ma
certo, il Knight Bus! Che stupido! Guardandosi
attorno, decise di esser abbastanza lontano da Privet Drive da non destare
sospetto; alzò la bacchetta e sporse il braccio.
BANG!
Un grande bus a tre piani rosso apparve dal nulla,
fermandosi d’innanzi a lui. Le porte si aprirono e Stan Shunpike
lo salutò.” Benvenuto sul Knight Bus, dove è diretto,
Mr...?”
Harry dovette trattenersi dal ridere. Harry e stan si
erano già incontrati alcune volte, ma non lo aveva riconosciuto. Fu un
toccasana per il suo morale. Poi, realizzò che l’uomo gli aveva chiesto il
nome, e il suo cervello iniziò a cercare un nome adatto.
“Ford, Harrison Ford” disse Harry, sperando che non
fossero fan di Guerre Stellari anche nel mondo dei maghi,
“Mr. Ford, benvenuto. Dove deve andare?” chiese Stan
sorridendogli. Evidentemente non erano fan di Guerre Stellari. “Londra, Diagon
Alley per esser specifico.”
“Nessun problema, mr. Ford, è la
nostra terza fermata, e non ci vorrà molto tempo. Entri, entri, non può restare
fermo li in piedi.” E gli fece cenno di andare avanti. Harry vide una poltrona
vuota a due file di distanza. Immediatamente si sedette, sapendo bene che alla
partenza, avrebbe rischiato di finire spiaccicato al parabrezza. Stan lo seguì.
“Sono sette falcetti, mr. Ford. Per altri due, può avere del cioccolato caldo.”
“No, grazie.”
Pagato il biglietto, Stan lo lasciò in pace.
****************
Il viaggio proseguì senza incidenti, sempre come era
possibile sull’autobus; ci vollero solo 40 minuti per giungere al Calderone che
Perde. Harry ringraziò ernie e Stan, scese e si diresse verso il pub. Si mise il mantello
nero, non volendo risaltare con il suo abbigliamento muggle nella Londra dei
maghi. Almeno, il mantello l’avrebbe fatto sembrare uno dei locali.
Una volta attraversato il pub e giunto in Diagon Alley,
Harry iniziò a rilassarsi un poco. Nessuno avrebbe fatto qualcosa, nel pieno
giorno in una strada piena di maghi e streghe. Aveva bisogno di andare alla
banca, il viaggio sul bus aveva intaccato alquanto le sue finanze. Pescò fuori
la sua chiave e si diresse verso la Gringotts.
***************
Una volta nella banca, Harry vide uno spiritello libero, e
si avvicinò con cautela, consapevole che vi erano clienti che avrebbero potuto
ascoltare.
Al suo avvicinarsi, lo spiritello guardò a lui. “Posso
aiutarla?”
“Si, gradirei ritirare dalla volta
“È sicuro?” chiese lo spiritello.
“Si.”
“E ha la chiave della volta di mr Potter, signore?”
‘Merda e ancora merda’ , pensò
Harry, ‘perché doveva dirlo? Lui non doveva attirare attenzione. ’
“Si, ce l’ho. Mr.Potter ni ha
chiesto di venire a prelevare del denaro per le compere attinenti alla scuola,
dato che per lui non è sicuro con Vo... Lei sa chi di nuovo in agitazione” disse
a bassa voce allo spiritello, sperando che l’intendesse come parte di un programma
di protezione per il ragazzo.
Lo spiritello, alla vista della chiave, sembrò prendere
per buona la giustificazione e gli disse di seguirlo. Sentendosi un poco troppo
fiducioso, grazie al successo, non si curò di guardare i suoi dintorni. Se
fosse stato un poco più accorto, avrebbe notato che il cliente poco distante da
lui, aveva finito i suoi affari, e stava osservandolo dirigersi verso le volte.
Harry afferrò manciate di monete, che mise in un borsello,
che mise a sua volta nello zaino. Incominciava sentirsi grande per le sue
abilità recitative. Una volta tornati nell’atrio, uscì dalle grandi duplici
porte, tornando alla luce del sole. Avvertendo fame, avendo ignorato la
colazione a causa del panico, decise di ritornare al Calderone che Perde per
trovare cibo e una tazza di tè. Nuovamente, se Harry fosse stato meno compiaciuto
di se stesso, avrebbe notato lo stesso uomo che prima lo guardava nella banca,
lo stava seguendo.
*************
Credendo che tutto stesse procedendo per il meglio, Harry
incominciò a sentirsi meno preoccupato. Dumbledore sicuramente avrebbe saputo
cosa fare, lui lo sapeva sempre. Sarebbe ritornato ad essere nuovamente un
diciassettenne. Quindi, dopo aver mangiato, avrebbe pagato Tom per poter usare
il suo camino per andare ad Hogsmeade...
Non aveva finito il pensiero che accadde qualcosa. Come
giunse all’ingresso di un vicolo pieno d’ombre, un braccio forte rivestito di
nero l’aveva agguantato per la vita, intrappolando le sue braccia ai lati del
suo corpo. Un altro braccio avvolse le sue spalle, tappandogli la bocca e
tirandolo nelle ombre del vicolo. Poi, il braccio che copriva la bocca, veloce
come un serpente, si armò di bacchetta, che venne puntata al suo collo. Harry
sentì un alito caldo prossimo all’orecchio.
“Se tenti di gridare, sarai morto prima di iniziare. Capito?”