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Autore: nerdgirl    30/10/2005    0 recensioni
Harry viene avvelenato durante le feste dell'estate da mangiamorte,il veleno avrebbe dovuto farlo tornare più giovane di dieci anni, ma qualche cosa va male e lui si ritrova più vecchio di dieci anni. Severus Snape lo trova...
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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THE SECRET GUARDIAN ANGEL

THE SECRET GUARDIAN ANGEL

di nerd-girl

tradotto da Bran of Hell

pairing Harry/Severus e Ron/Hermione

rating PG-13 / N17

 

Cap. 2: Fuga nel panico

 

“Ragazzo, sbrigati a venire giù a preparare la colazione, altrimenti non avrai nulla da mangiare per tutto il giorno!” urlò zia Petunia dai gradini, irrompendo nel sonno di Harry.

“Sto venendo, zia Petunia” rispose Harry svegliandosi. ‘Strano,’ pensò, ‘non ho dormito così bene da anni!’ Mettendo da parte tutti i pensieri, Harry sedette nel letto, restando sorpreso dal grido di panico lanciato da Hedwig. Confuso, si volse verso la fonte del rumore.

“Cosa c’è Hedwig?” chiese allarmato, Harry.

Alzandosi, immediatamente capì il motivo del panico del gufo. I suoi pigiami erano improvvisamente stretti, e la cosa era strana, dato l’abitudine degli abiti di pendere su di lui perché troppo grandi. Si sentiva anche un poco strano. Cercando di farsi coraggio, si avvicinò ad uno specchio legato alla porta del guardaroba. Ciò che vide, gelò Harry.

Ciò che lo specchio rifletteva non era lui, ma una versione più vecchia. Era come se fosse improvvisamente cresciuto d’un colpo durante la notte. Stava tentando di rimanere calmo e logico, ma era difficile da fare. Soprattutto quando sapevi di avere solo 17 anni ma la tua immagine ne dimostrava almeno dieci di più. Sapeva che non era il futuro, perché non aveva ricordi dei dieci anni passati, o era del futuro? Poteva essere un trucco giocatogli da Fred e Giorgio? No, non aveva toccato qualsiasi cosa del loro regalo. Non era uno sciocco, nonostante glielo avessero detto molte volte. L’unica cosa che aveva toccato era il regalo dei signori Weasley, e se i gemelli ancora vivessero con loro, avrebbe potuto essere, ma ora abitavano in un appartamento sopra il loro negozio.

“Ho detto di venire giù ragazzo, ora!” gridò la zia.

Il cervello di Harry andò in modalità panico, non poteva permettere alla sua famiglia di vederlo in quello stato. Andrebbero fuori di testa e chiamerebbero la polizia. poi sarebbe stato troppo difficile da spiegare cosa aveva a che fare un adulto con un giovane diciassettenne. Anche se nel mondo dei maghi a 17 anni eri considerato adulto, nel mondo muggle erano i 18 che fabbricavano di un giovane un adulto. ‘Merda!’ pensò il giovane, non c’era altro modo. Avrebbe dovuto cercare di raggiungere Hogwarts, o almeno il Cunicolo. La scelta era una sola-fuggire e contare sul fatto che la sua famiglia,così poco affettuosa, non decidesse di chiamare la polizia. Gli avrebbe lasciato una nota.

Zia Petunia,

è accaduto un’urgenza nel mondo dei maghi a cui devo badare. Ritornerò appena posso a raccogliere le mie cose.

Harry.

Dopo aver scritto la nota, afferrò uno zaino e gettò al suo interno solo l’essenziale:

_mantello invisibile

_due paia di jeans

_tre magliette

_un mantello nero

_cinque paia di mutande

_cinque paia di calze

_il poco denaro dei maghi che gli era rimasto dall’anno scolastico precedente

_la chiave del suo conto alla Gringotts.

Per la prima volta, Harry si sentì grato per i vestiti di seconda mano che era costretto ad indossare. Non era cresciuto molto, ma abbastanza perché gli abiti fossero un poco piccoli per lui. Si mise le scarpe, afferrò lo zaino e scrisse un’ultima nota prima di andarsene.

Professor Dumbledor,

è accaduto un problema, e io ho dovuto andarmene. Sto cercando di arrivare ad Hogwarts, e quando sarò là gli spiegherò tutto.

Harry Potter.

Harry chiamò Hedwig e gli allacciò la pergamena alla zampa.

“Hedwig, porta questa lettera ad Albus Dumbledore. Probabilmente si troverà ad Hogwarts. Se non è lì, trova la professoressa McGonagall. Se nemmeno lei c’è, cerca uno dei membri dell’Ordine. Una volta che avrai consegnato la lettera, resta ad Hogwarts. Io verrò appena posso. Ora vai!” Harry apri la finestra e spinse Hedwig fuori. Lei stridè, cercò nuovamente il suo padrone per un momento, poi volò via.

Harry afferrò le sue cose, scivolò la sua bacchetta nella sua manica sinistra, mise la nota per sua zia sul cuscino. Guardò attentamente se avesse dimenticato qualcosa fuori, poi chiuse il baule con un lucchetto datogli da Fred e Giorgio l’anno precedente, in modo da tenere la sua famiglia lontana dalle sue cose. Mise la chiave nella tasca laterale della sua borsa. Poi, Harry scese le scale e uscì dalla porta cercando di non farsi vedere.

 

***************

 

Harry corse per una mezz’ora, poi, decidendo di essere abbastanza lontano si fermò un momento. Non aveva soldi muggle, così non poteva prendere il treno per arrivare a Londra. Sedendosi su una panchina, cercò di fare mente locale per ordinare i suoi pensieri.

1.      Aveva bisogno di arrivare a Londra e arrivare a Diagon Alley, così da poter arrivare ad Hogwarts. Forse, se riusciva a giungere ai Tre Manici, poteva usare il camino per giungere ad Hogsmeade e da li camminare fino al castello. Era una buona idea.

2.      Avrebbe avuto bisogno di più soldi se l’attuale situazione non potesse essere invertita. L’unica cosa buona era che, ora, Malfoy e i suoi due agenti provocatori, Crabbe e Goyle, non potrebbero più scocciarlo. Ora era tecnicamente più vecchio di loro. Non che amasse il fatto di essere il settimo anno più vecchio.

3.      Era possibile per lui muoversi senza essere riconosciuto? Bene, si, pensò, nessuno aveva avuto modo di vederlo ultimamente, e i suoi capelli coprivano piuttosto bene la sua cicatrice, un ulteriore incentivo a farli crescere, a suo parere. Non portava più i suoi occhiali; aveva corretto la sua miopia all’inizio dell’estate. Anche se per qualche strana ragione, ancora li conservava, anche se ora erano semplici vetri. Immaginò che fosse perché così, quando voleva passare inosservato, potrebbe toglierli. Era strano, che ora la sua paranoia venisse in suo aiuto.

 

******************

 

Ora, tutto quello che doveva fare, era arrivare a Londra. Ma certo, il Knight Bus! Che stupido! Guardandosi attorno, decise di esser abbastanza lontano da Privet Drive da non destare sospetto; alzò la bacchetta e sporse il braccio.

BANG!

Un grande bus a tre piani rosso apparve dal nulla, fermandosi d’innanzi a lui. Le porte si aprirono e Stan Shunpike lo salutò.” Benvenuto sul Knight Bus, dove è diretto, Mr...?”

Harry dovette trattenersi dal ridere. Harry e stan si erano già incontrati alcune volte, ma non lo aveva riconosciuto. Fu un toccasana per il suo morale. Poi, realizzò che l’uomo gli aveva chiesto il nome, e il suo cervello iniziò a cercare un nome adatto.

“Ford, Harrison Ford” disse Harry, sperando che non fossero fan di Guerre Stellari anche nel mondo dei maghi,

“Mr. Ford, benvenuto. Dove deve andare?” chiese Stan sorridendogli. Evidentemente non erano fan di Guerre Stellari. “Londra, Diagon Alley per esser specifico.”

“Nessun problema, mr. Ford, è la nostra terza fermata, e non ci vorrà molto tempo. Entri, entri, non può restare fermo li in piedi.” E gli fece cenno di andare avanti. Harry vide una poltrona vuota a due file di distanza. Immediatamente si sedette, sapendo bene che alla partenza, avrebbe rischiato di finire spiaccicato al parabrezza. Stan lo seguì.

“Sono sette falcetti, mr. Ford. Per altri due, può avere del cioccolato caldo.”

“No, grazie.”

Pagato il biglietto, Stan lo lasciò in pace.

 

****************

 

Il viaggio proseguì senza incidenti, sempre come era possibile sull’autobus; ci vollero solo 40 minuti per giungere al Calderone che Perde. Harry ringraziò ernie e Stan, scese  e si diresse verso il pub. Si mise il mantello nero, non volendo risaltare con il suo abbigliamento muggle nella Londra dei maghi. Almeno, il mantello l’avrebbe fatto sembrare uno dei locali.

Una volta attraversato il pub e giunto in Diagon Alley, Harry iniziò a rilassarsi un poco. Nessuno avrebbe fatto qualcosa, nel pieno giorno in una strada piena di maghi e streghe. Aveva bisogno di andare alla banca, il viaggio sul bus aveva intaccato alquanto le sue finanze. Pescò fuori la sua chiave e si diresse verso la Gringotts.

 

***************

 

Una volta nella banca, Harry vide uno spiritello libero, e si avvicinò con cautela, consapevole che vi erano clienti che avrebbero potuto ascoltare.

Al suo avvicinarsi, lo spiritello guardò a lui. “Posso aiutarla?”

“Si, gradirei ritirare dalla volta 983.” disse Harry con tono calmo e quieto.

“È sicuro?” chiese lo spiritello.

“Si.”

“E ha la chiave della volta di mr Potter, signore?”

‘Merda e ancora merda’ , pensò Harry, ‘perché doveva dirlo? Lui non doveva attirare attenzione. ’

“Si, ce l’ho. Mr.Potter ni ha chiesto di venire a prelevare del denaro per le compere attinenti alla scuola, dato che per lui non è sicuro con Vo... Lei sa chi di nuovo in agitazione” disse a bassa voce allo spiritello, sperando che l’intendesse come parte di un programma di protezione per il ragazzo.

Lo spiritello, alla vista della chiave, sembrò prendere per buona la giustificazione e gli disse di seguirlo. Sentendosi un poco troppo fiducioso, grazie al successo, non si curò di guardare i suoi dintorni. Se fosse stato un poco più accorto, avrebbe notato che il cliente poco distante da lui, aveva finito i suoi affari, e stava osservandolo dirigersi verso le volte.

Harry afferrò manciate di monete, che mise in un borsello, che mise a sua volta nello zaino. Incominciava sentirsi grande per le sue abilità recitative. Una volta tornati nell’atrio, uscì dalle grandi duplici porte, tornando alla luce del sole. Avvertendo fame, avendo ignorato la colazione a causa del panico, decise di ritornare al Calderone che Perde per trovare cibo e una tazza di tè. Nuovamente, se Harry fosse stato meno compiaciuto di se stesso, avrebbe notato lo stesso uomo che prima lo guardava nella banca, lo stava seguendo.

 

*************

 

Credendo che tutto stesse procedendo per il meglio, Harry incominciò a sentirsi meno preoccupato. Dumbledore sicuramente avrebbe saputo cosa fare, lui lo sapeva sempre. Sarebbe ritornato ad essere nuovamente un diciassettenne. Quindi, dopo aver mangiato, avrebbe pagato Tom per poter usare il suo camino per andare ad Hogsmeade...

Non aveva finito il pensiero che accadde qualcosa. Come giunse all’ingresso di un vicolo pieno d’ombre, un braccio forte rivestito di nero l’aveva agguantato per la vita, intrappolando le sue braccia ai lati del suo corpo. Un altro braccio avvolse le sue spalle, tappandogli la bocca e tirandolo nelle ombre del vicolo. Poi, il braccio che copriva la bocca, veloce come un serpente, si armò di bacchetta, che venne puntata al suo collo. Harry sentì un alito caldo prossimo all’orecchio.

“Se tenti di gridare, sarai morto prima di iniziare. Capito?”

       

  
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