E’ una stanchezza che ci trascina
verso derive lontane,
verso una vita che – noi lo sappiamo –
non è la nostra, ma che ci tocca vivere.
Viviamo di una stanchezza infinita
e ci portiamo dentro dolori e lacrime
per nascondercele e far andare tutto bene.
E’ un abbraccio teso a soffocarci,
per farti sentire quanto ti voglio bene,
per portarmi via da questa vita frenetica
e arida.
Ho l’anima secca e strizzata in una vita accelerata,
che non lascia spazio per piangere
o per dirti quanto ho paura.
Perché ho paura di non farcela ad amarti come voglio,
perché ho paura di sbagliare le parole e di non avere il tempo per correggerle,
perché ho paura di staccarmi e di non riuscire a tornare più.
Sai quanta paura c’è in quest’esistenza?
Sai quanto velocemente cresce ed ammorba?
Ogni tanto la sento, sento che
vuole strapparmi e distruggermi.
Esce dalle ferite della sera e si spande per
la stanza:
nemmeno questa casa ormai è sicura.
Ogni angolo di questa vita è troppo tagliente
o troppo scuro
per essere affrontato da me.
Ma sono troppo stanca per cercarlo e chiedergli aiuto.
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- Ho scritto questa pseudo-poesia pensando a mia madre, ma non credo che gliela farò mai leggere.
- E' un misto di mille cose, alla fine, ma tutto gira sempre intorno alla famiglia.
- Lo so, ho un po' stancato; persino i miei lettori più affezionati ormai non mi leggono più, ma ci tengo a non far morire questo account e a far sentire ancora, anche se sempre più flebilmente, la mia voce.
- Sperò che vi piaccia, spero che commentiate e vi chiedo di farlo, anche per dirmi che fa schifo.
- Vorrei sentire le voci del mio coro.
- A presto,
- Miss Dark