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Autore: Willow Whisper    22/09/2010    1 recensioni
Postato capitolo 14-parte seconda (POV SAM-ABRAHAM) del libro III
[LIBRO PRIMO- terminato]
(POV Sammy+ UN SOLO CAPITOLO POV Laura)
[LIBRO SECONDO- terminato]
(POV Sammy+ POV Laura + UN SOLO CAPITOLO POV Seth)
[LIBRO TERZO- iniziato]
*Second life- when you are a Cold*
(POV Sammy, Laura, Seth, Gabriel, Nessie & sorprese)
"Stare in mezzo a loro non mi piaceva.
Era orribile essere circondata dai nemici, dal pericolo.
Eppure ero lì, pronta a sacrificarmi per difendere chi amavo.
Mi ero chiesta tante volte se la mia seconda vita
sarebbe stata migliore della prima,
ma la risposta non c’era mai stata,
o almeno, fino a quel momento...
No. Non era affatto come speravo."
Genere: Dark, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Serie "Dream"'
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capitolo 15


Sam
La stanza in cui Laura mi fece entrare aveva le dimensioni di un appartamento di almeno settanta metri quadri, priva di finestre e provvista di uno splendido camino già acceso, che sicuramente era stato costruito facendo sì che il fumo nella canna fumaria fuoriuscisse da un'apertura distanziata dalle mura della cittadina. Mi avvicinai un poco per percepire il tiepido calore che le fiamme emanavano, poi mi voltai di nuovo verso la mia guida, mentre con gli occhi continuavo ad esplorare ogni dettaglio di quello spazio.
Il letto a baldacchino era posizionato verso ovest, alla sinistra della porta d'ingresso, ed era circondato da tende di colore verde smeraldo. Un colore che, ricordai, da umana mi era sempre piaciuto. Osservai velocemente Laura, chiedendomi se c'entrasse qualcosa, ma non mi soffermai a fare domande e feci un paio di passi verso quel letto, sfiorando con le dita le lenzuola lisce e di un bel blu elettrico (altro colore che gradivo), prima di sedermici per dover subito dopo ammettere che era comodo, seppur non mi sarebbe mai servito davvero, data la mia mancanza di sonno.
-Aro si è...davvero impegnato- mi rimisi in piedi, girando un secondo su me stessa, per poi arrivare vicina ad una porta chiusa, dalla quale sentivo arrivare un leggero odore di zolfo. Stavolta non riuscii a trattenermi dal guardare espressamente Laura con uno sguardo interrogativo. Lei sembrò sorridere, anche se osservandola più attentamente ebbi l'impressione che stesse sogghignando, divertita, e poi mi affiancò dicendo, mentre apriva lentamente la porta -Aro ha saputo sfruttare ogni più insignificante cosa, ed ha creato delle terme. Spero ti piacciano, Sam-.
Sbiancai, ritrovandomi a fissare una stanza quasi del tutto privata di un pavimento, per far spazio ad una vasca ovale, interrata -Delle terme...-. Non riuscivo a capacitarmene, devo ammetterlo.
Laura ridacchiò e annuì -Se vuoi, posso lasciartele godere e tornare più tardi per la cena-.
Fu l'ultima parola a farmi tornare alla realtà.
-Cena?- smisi di respirare.
Lei tese un secondo le labbra e disse -Anche per me è difficile, Sam. Ho molti sensi di colpa, quando uccido, ma...la mia natura di neonata rende le cose molto più facili. La sete spegne ogni altra sofferenza interiore, per cui non devo neanche preoccuparmi troppo, quando caccio-.
-E a Embry, non pensi? Né a lui né ai tuoi figli, Laura?! Credi che sarebbero felici di sapere che...-
mi fece segno di star zitta alzando una mano, poi rispose, con lentezza quasi studiata e la voce calma -Non devi ripetermi niente a cui io non abbia già pensato. E ora vieni, credo che tu debba continuare la tua osservazione della stanza. Aro sarà pronto a trovarne una migliore, se questa non ti soddisferà appieno-.
Sospirai, facendo di sì con la testa, lasciandole richiudere la porta e tornando ad osservare quel che restava.
Sistemate vicino al camino stavano due poltrone e un piccolo divano di pelle nera, mentre di fronte al letto, attaccato alla parete come un quadro, stava uno schermo piatto di ventiquattro pollici, con sotto un piccolo armadietto pieno di film in dvd.
Era strano vedere oggetti moderni e antichi messi assieme, eppure mi sembrò lì per lì un buon accostamento.
C'era anche un'intera parete stracolma di libri, il che mi fece pensare che fosse stata lei a informare Aro della mia passione per la lettura. Fui attratta dai volumi più grandi, o da quelli che, lo sapevo bene, dovevano essere antichi quasi quanto chi li aveva diligentemente custoditi per tutto quel tempo. Ne presi alcuni tra le mani, sfogliando con avidità le pagine, osservando le varie scritture con interesse.
Laura si schiarì la voce, ad una certa, e disse, tranquilla -Allora?-.
Mi voltai, dopo aver rimesso ogni cosa al suo posto, e dissi, sospirando -Puoi dirgli che è una stanza davvero deliziosa, e che mi accontento-.
Rise e disse -Me lo aspettavo- annuì tra sé, poi parlò, rapida -Tra poche ore sarà giorno, ma se hai bisogno di cacciare...-.
-No- mormorai -Posso resistere ancora un po' e...ho ancora alcune sacche nel mio zaino. Per ora me le farò bastare-.
-Carlisle te le ha procurate, non è così?- sospirò.
Io feci di sì con la testa e risposi, lenta -Voglio evitare di uccidere umani finché mi sarà possibile-. Mi mordicchiai un labbro prima di ipotizzare -Aro non potrebbe...fare uno strappo alla regola? Cosa gli importa che io cacci o meno esseri umani?-.
La vidi incupirsi e voltare rapidamente la testa, prima di dire, tetra -Aro vuole accertarsi che tu non esca da qui, almeno per ora, e non si fida a lasciarti troppa libertà, neanche sotto il controllo di una o più guardie. Naturalmente...- mi fissò un secondo -...ci sarebbe Demetri, pronto a tenerti d'occhio. E da lui, lo sappiamo bene, non fuggiresti. Ti ritroverebbe prima ancora di quanto pensi-.
Chiusi con forza gli occhi, poi dissi, rassegnata -Sì, lo so-.
-Potresti anche abituarti, Sam...- lo disse così flebilmente che quasi non la sentii. -Voglio ancora essere tua amica, capito? Non credere che aver saputo di servire come esca mi abbia reso felice. Speravo che tu...-
-Che io cosa, Laura?! Capissi? No, mi dispiace, non ci riesco se non mi dai una mano- arricciai il naso, mentre andavo a sedermi pesantemente su una delle due poltrone -Mi dici in continuazione che mi spiegherai questo, che mi spiegherai quello...ma quanto tempo abbiamo, in fondo? Adesso potresti, invece sembra che tu muoia dalla voglia di andartene e lasciarmi sola!-.
Si zittì, fissandomi, col suo eterno volto di donna matura ora liscio e luminoso, privo di rughe leggere e altri segni del tempo. Sembrava più giovane, e sarebbe rimasta tale nei secoli dei secoli.
Per quanto mi riguardava, ero stata trasformata in un'età che non permetteva al corpo di cambiare poi così tanto. Tutto ciò che avevo di diverso erano il colore degli occhi, della pelle e una leggera luminosità in più nei capelli.
-Vieni...- sospirai -Siediti vicino a me-.
La vidi avvicinarsi e mettersi comoda sulla poltrona di fronte alla mia, per poi dire -Per ora...voglio mostrarti una delle cose di cui ti ho accennato prima-.
La studiai attentamente, e in quel frangente lei mi ordinò, seria -E, per favore, non sbirciare nel futuro. Voglio che ci sia un effetto sorpresa- tentò di metterla sul ridere, poi mi esortò a osservare con attenzione il camino, col suo fuoco scoppiettante e tiepido.
Inizialmente non mi parve di vedere nulla di strano, poi, però, quel fuoco si spense di colpo. Smisi di respirare, perché sapevo che nessuno spiffero d'aria avrebbe potuto causare una cosa simile, e quella fiamma era ancora troppo viva per poter morire tanto celermente.
Mi voltai subito a fissarla in volto -Tu riesci a...-
-Riuscirei a far spegnere un incendio immenso, se mi impegnassi, come hai appena potuto vedere- annuì, sogghignando maliziosamente – E non solo, riuscirei anche a...- il legno mezzo bruciato nel camino venne di nuovo assalito dalle fiamme, mentre lei mormorava, compiaciuta -...Dargli vita-.
Cercai di rimettere ordine nella mia testa, prima di dire -Aro deve...essere molto compiaciuto di ciò che sai fare-.
Lei rise, di gusto -Naturalmente. Dice di avermi messo al primo posto nella sua classifica personale, e questo significa che...-
-...Hai spodestato Jane- sussurrai, incredula.
Vidi il suo sorriso allargarsi ancora di più fino a diventare una macchia scintillante contro il colorito olivastro della pelle.
M'immaginai che per lei quella fosse la soddisfazione più grande degli ultimi trent'anni.
-Avresti dovuto vederla, Sam, quando Aro mi ha chiesto la prima volta di usare pubblicamente il mio potere nella Sala Maggiore!- stava ridendo, con gli occhi accesi d'ilarità.
-Pubblicamente, hai detto?-
-Sì, esatto! Jane non ci vedeva più dalla rabbia. Era...uno spettacolo splendido, ed il bello è che ogni volta finisce così-.
Sorrisi flebilmente e dissi, scrollando le spalle -Probabilmente oggi assisterò anch'io allo spettacolo, allora-.

Per la caccia dovemmo attendere (parlo come se anch'io avessi partecipato, anche se in realtà non fu così) almeno mezzogiorno, quando i primi gruppetti di turisti cominciavano a riversarsi fuori dai pullman coi quali erano giunti fino a Volterra, e io mi ritrovai senza volerlo a dover combattere col bruciore insopportabile alla gola, seppur prima di uscire dalla mia stanza con Laura, le avessi chiesto di concedermi alcuni minuti per bere il sangue di una delle sacche dell'ospedale.
Lei non ebbe nulla in contrario, e anzi la notai osservare con bisogno il contenuto con cui io mi stavo nutrendo. Capii che per lei la sete era almeno dieci volte peggiore. Io, potevo resistere, ma la mia amica? Avevo qualche dubbio.
Quando entrammo in sala, Laura mi sussurrò, veloce -Tu resta lì- m'indicò con un cenno del capo un angolo della sala, quello più vicino al trono di Marcus, poi continuò -Io vado da Aro-.
Si mosse rapidissima verso di lui prima ancora che potessi aggiungere altro, e mi zittii, facendo come mi aveva suggerito e appostandomi il più lontano possibile da tutto il resto e da tutti gli altri.
Li osservai stringersi l'una all'altro come se la distanza li uccidesse, e dentro di me arrivai a pensare, senza volerlo, che forse Laura voleva solo sentirsi libera dalle catene del suo imprinting, così come a volte avevo pensato di voler fare io, seppure l'oggetto delle mie attenzioni -Edward- non avrebbe mai potuto ricambiare come Aro faceva con lei, ignorando moglie e amanti.
Forse, pensai, è questo che Laura sperava che io capissi.
Mi ripromisi di chiederglielo, appena avessi trovato il momento più opportuno. Intanto, il resto della sala si era riempito. Ogni angolo, ogni minimo spazio delle pareti, erano occupati da una guardia o da un soldato, e l'unico spazio libero era al centro esatto della stanza, dove sarebbero finiti gli umani che, li sentivo lungo il corridoio, erano sempre più vicini.
Smisi di respirare, paralizzandomi, ansiosa di diventare spettatrice di quel massacro, vedendo entrare Heidi, seguita da una trentina di uomini e donne assieme. Ringraziai il fatto che non ci fossero, in mezzo al gruppo, anche dei bambini.
Aro sorrise, cordiale, allargando le braccia, e stando sempre a una minima distanza da Laura, esclamando con voce suadente e calda -Benvenuti! Benvenuti a Volterra!-.
Poi, non ci fu il tempo per quelle povere persone di guardarsi ancora attorno, perchè ognuna di loro si era ritrovata stretta tra le braccia di un vampiro famelico.
Anche Laura, si era sbrigata ad attaccare un giovane uomo, di massimo ventotto anni, per poi dividere la sua preda con Aro; si strinsero entrambi contro quel corpo saturo di sangue e vita, con fare pieno di erotismo, e mi ritrovai ad ammirare la scena, senza pensarci, a causa dell'intensità che riusciva a emanare.
Era uno spettacolo macabro, questo sì, ma anche terribilmente splendido e seducente.
A Edward non sarebbe piaciuto, mi dissi.
Quando le grida furono rimpiazzate da un silenzio ostile e violento, gli occhi di ognuno di loro risplendevano del sangue che avevano rubato, e le loro labbra erano nella maggior parte tese in sogghigni soddisfatti ed estasiati.
Aro tenne il mento di Laura con due dita, dopo aver lasciato cadere malamente il cadavere, e la baciò, voracemente, ripulendo le sue labbra da alcune goccioline rosse.
La vidi fremere e tendersi, ricambiando con bisogno, premendosi contro di lui, e la cosa mi mise in imbarazzo, così per un istante abbassai lo sguardo.
Lo rialzai solo quando sentii il vampiro dai capelli corvini mormorare, suadente, all'orecchio della neonata -Fai un po' di pulizia, tesoro...-.
Laura ridacchiò, mordicchiandogli le labbra, con fare da bambina pestifera, prima di voltarsi ad osservare con noncuranza quei corpi a terra, sparsi sul pavimento.
I suoi occhi sembrarono brillare per un minuscolo istante, come se al loro interno ci fosse stata una scintilla, poi le fiamme divamparono con la stessa facilità di quando si schioccano le dita.
Sussultai, premendomi contro la parete e guardando con disgusto l'enorme falò.
Ero l'unica, all'interno della Sala Maggiore, a soffrire per tutte quelle persone.





Nuovo capitolo uguale nuove sorprese! Per il potere da dare a Laura ci ho messo un pò a riflettere, e prima naturalmente ho dovuto sentire il parere della mia collaboratrice, visto che è un suo personaggio xD
Lei si è ritrovata d'accordo a saper usare il fuoco come un'arma di distruzione^^
il motivo per cui ho deciso una cosa simile, è che ho sempre pensato che Laura dentro di sè bruci, che abbia come un immenso incendio causato da più emozioni.
Non so...la vedo bene in questo modo *scrolla le spalle*.
Per quanto riguarda la scena nella sala, spero vi abbia fatto provare qualche brivido, perchè il mio intento era quello ;) che ne dite? è abbastanza dark? xD
Baci,
da Sam
P.s.: Il capitolo seguente si svolgerà a Forks, per vedere cosa sta accadendo ai Cullen e ai Queleute ;]
P.s. II: scusate il TERRIBILE ritardo T.T
   
 
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