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Autore: niebo    22/09/2010    1 recensioni
Il giovane in smocking tirò fuori dalla tasca sinistra dei pantaloni un pacchetto di sigarette. Ne sfilò una e l’accese con un accendino, preso dall’altra tasca.
“Cosa vuoi da me?!” ripetè con decisione.
“Cosa voglio da te? Semplice.” soffiò fuori dalla bocca una densa nuvola di fumo “Voglio che uccidi una persona.”
[...]“Cosa ti fa credere che ucciderò una persona per te?!”
“Io non lo credo….” Fece un tiro ed espirò di nuovo il fumo “…io sono sicuro che lo farai.”

La storia di sette persone la cui vita è indissolubilmente legata all’avvento dell’Apocalisse.
Genere: Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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what do you want from me What do you want from me


“Devo andare a vedere come sta.” Esordì Mag.
“No. Non mi pare il tipo di persona che ama ricevere visite.” Rispose Piotr risoluto.
“Ma no… lui… non è così cattivo come sembra… secondo me avrebbe solo bisogno di parlare un po’…perché sono sicura che si tiene troppe cose dentro.”
“Mag sei la versione femminile di Aaron. Però è proprio questo il punto. Aaron  è un uomo e, se dovesse succedere qualcosa, in qualche modo riuscirebbe a cavarsela. Tu sei una ragazza… per te è molto più pericoloso… tante cose rischi che ti accadano di questi tempi… troppe.”
“Piotr ti stai… preoccupando per me?”
Piotr arrossì di colpo.    
“Sì, ma non è come pensi. Sei una ragazza e sei una nostra amica. E’ normale che per te ci preoccupiamo maggiormente.” Rispose mantenendo tutta la sua compostezza.
“Già…”
“Ehi voi laggiù!!! Nessuno pensa al povero Newt??? Non avete visto che sederata colossale ho preso???? Mi fan male le chiappe, non riesco ad alzarmi!!!! Suuuuu aiutatemi!!!”
Quella povera anima in pena di Newt era rimasto sul pavimento da quando Jude l’aveva drasticamente lasciato cadere a terra.
“Sì, subito!” fece Mag, esitando un momento rivolgendo lo sguardo verso la porta chiusa del bagno.
Sia Piotr che Mag si avvicinarono a Newt e lo rimisero in piedi, uno tenendolo da una parte e uno dall’altra.
“Newt ce la fai a camminare?” chiese Mag preoccupata.
“Beh a dir la verità non molto… sai ho un dolore forte sulla chiappa sinistra e la chiappa destra è ammaccata… e ora che ci penso anche le gambe sono un po’….”
Sciaf!
A mano ben aperta ed appiattita Piotr tirò uno schiaffo sul coppino (ovvero sulla parte retrostante del collo) a Newt.
Il suono sordo dello schiaffo risuonò nella stanza, come quando ti butti in piscina e fai una plateale panciata all’impatto con  l’acqua.
“Ahiaaaaa!!!!!! Ma che cazzo fai??????”
“Cammina.”
“Ma se ti sto dicendo che non ce la faccio!!!!”
“Muoviti.”
“Piotr, sei sicuro che Newt ce la possa fare?” intervenne Mag.
“Newt sta benissimo. Altro che sederata colossale. E’ solo un colossale approfittatore.”
“Ma non è vero!!!!!” piagnucolò Newt.
“Ho detto di muoverti.”
“Ma Piotr….”
“Non credi che abbiamo già perso abbastanza tempo per colpa tua? Avanti, piantala di fare storie e cammina.”
“Ufff… e va bene…”
Newt allora iniziò la sua performance teatrale camminando a fatica, strascicandosi quasi fosse stato colpito da una ventina di proiettili, e fingendo (ovviamente) di avere dolori in ogni parte del corpo, anche negli anfratti più impensabili. Lanciava finti gemiti di dolore e una volta si buttò pure a terra di proposito.
Mag corse da lui per soccorrerlo.
“Piotr!!! Aiutami!!!” gridò a Piotr mentre cercava di tirar su Newt, ancora disteso a terra.
Piotr si avvicinò con tutta tranquillità e si fermò davanti a Newt, guardandolo dall’alto.
“Alzati e cammina.”
Newt rimase così folgorato da quell’espressione dal carattere prettamente evangelico che si alzò e camminò…
…incazzato come una bestia.
“Ufffff, eh va bene, va bene, va bene!!!!! Però piantala di starmi addosso!!!!!!” disse sbuffando e dirigendosi verso l’uscita con una smorfia in viso e le braccia molli lasciate ricadere lungo il corpo.
“Come puoi vedere è tutta una questione di pratica… prova a conviverci anche tu e vedrai che finiresti col conoscere a menadito ogni suo trucchetto.” Le spiegò Piotr.
“Già… hai ragione… come sempre del resto.” fece Mag in sorta di vago ringraziamento.
“Comunque, eravamo venuti qui per portarti notizie di Aaron, visto che ieri eri molto in pensiero…”disse Piotr arrossendo un po’ ripensando a cosa era accaduto il giorno prima.
“Oh hai ragione (di nuovo)!!!!Che idiota, me n’ero completamente scordata, scusami… Comunque come sta? Sta bene, vero???” chiese ansiosa.
“Non ti preoccupare, è normale,  hai molte altre faccende a cui pensare. Comunque sì, sta bene, non ti preoccupare. Deve ancora rimettersi un pochino in sesto, ma sai com’è fatto… non riesci a tenerlo vincolato al letto o chiuso in casa neanche per un minuto. Appena si può muovere un po’, è già in piedi scattante. E’ sempre stato uno che vuole cavarsela da solo, senza dipendere da nessuno.”
“Sì, è così. Ha un carattere e una forza straordinari… lo ammiro molto. Comunque sono molto contenta che stia bene. Digli che uno di questi giorni passerò a trovarlo, appena papà riesce a darmi il cambio nel mio turno di lavoro.”
“Glielo riferirò.”
“Grazie…” pensò Mag, anche lei un poco imbarazzata. In effetti era la seconda volta che si ritrovavano a parlare da soli nel locale, senza che nessuno li disturbasse. Tim, dopo che Jude si era chiuso in bagno, era andato in magazzino a sistemare degli scatoloni. E Newt era uscito poco prima.
“Figurati. Ora vado che non so cosa stia facendo Newt là fuori, poi c’è anche Rei, chissà che hanno combinato…”
“Va bene. Allora ci rivediamo magari uno di questi giorni…”
“Sì. A presto allora, e buona giornata.” Disse Piotr col suo solito tono.
“Grazie, anche a te.”
Piotr si diresse verso l’uscita ma, prima di poterla raggiungere, si fermò un attimo sulla soglia.
“Stai attenta.” Le disse senza voltarsi.
“Perché mi dici questo?” chiese Mag volendo sapere ciò che Piotr stava pensando in quel momento.
Piotr, ancora fermo sull’uscio, si voltò.
La guardò.
E le sorrise.
“Perché so che non mi ascolterai.”
Fu l’ultima cosa che le disse.
Poi si allontanò, dirigendosi verso il portone che Newt aveva lasciato aperto. Cioè… spalancato.
Mag ritornò un po’ rattristata dietro al bancone, che si mise a e pulire strofinandolo con uno straccio bagnato.
Piotr aveva ragione… Ma le dispiaceva molto non poter far nulla, non poter rendersi utile in qualche modo né con Aaron, né con Jude… né con nessuno.
Era una sensazione frustrante e non riusciva mai a liberarsene. Ed era forse per questo motivo che spesso si ritrovava a compiere scelte avventate. Un po’ gliel’aveva anche insegnato Aaron. Lui non era mai stato uno a cui piace stare a guardare.
Le tornò alla mente il ricordo di un vecchio pomeriggio di primavera. Dopo la scuola  Aaron le aveva fatto una sorpresa, presentandosi al locale a pranzare con lei e a darle una mano con le pulizie. Quella era stata la prima volta che veniva lì ad aiutarla… ma poi divenne quasi una routine.
E ogni volta che lei gli diceva:” Non dovevi…”
Lui rispondeva sempre: “Non avevo niente di meglio da fare!”
E rideva.
Lei faceva la finta offesa.
E lui continuava a scherzare, ribadendo che non stava dicendo sul serio.
Le volte successive aveva poi portato con sé anche Piotr e Newt.
Newt ovviamente controvoglia.
“Non pulisco casa mia e devo pulire i bar degli altri????”
“Hai ragione Newt… a casa c’è un sacco di roba da mettere a posto, i panni da stirare, i piatti da pulire, il pavimento da spazzare, tutti quei vetri sporchi, la spazzatura, oh le tue mutande sporche da lavare…”
“Ok vengo con voi!!!”
Aaron aveva ormai trovato il trucco per convincerlo.
Inizialmente era stato proprio Aaron a presentarsi di sua spontanea volontà… poi, con l’andare del tempo, era stata Mag a fargli promettere che sarebbe tornato anche il giorno dopo. Aaron faceva il suo strano rituale del baciarsi le dita in segno di promessa e il giorno dopo lo trovavi sempre lì sulla soglia. Non aveva mai sgarrato una volta.
“Una promessa è una promessa.” Diceva.

***



“Sai Aaron, la settimana prossima devo andare al compleanno di uno dei miei cugini. Ma non so se ci andrò…”
“Come mai?” le chiese incuriosito continuando a strofinare il tavolo.
“Perché è stupido! Vuole fare la festa in un rettilario…”
Aaron scoppiò a ridere.
“In un rettilario??? Ahahah, un’idea originale!”
“Ma che originale e originale!!!! Io sarei l’unica ragazza ad esserci! A loro non gliene frega niente, ma… io ho paura dei serpenti…” gli rispose abbassando lo sguardo “Credo che lui non lo sapesse…”
“Ah… capisco… ma sono chiusi dietro i vetri, non ti faranno nulla!”
“Non importa… io non li posso proprio vedere. Da piccola ho visto per sbaglio un documentario… come mangiavano quei poveri animaletti… Ma soprattutto… ci fu un momento in cui il serpente guardò dritto nella telecamera in un primo piano terrificante. Scappai via urlando…”
Aaron scoppiò di nuovo a ridere.
“Lo so, lo so è una stupidata!!!! In fondo è successo tanto tempo fa… però mi fa ancora paura… ce l’ho impresso nella mente ormai…”
Aaron andò dietro di lei e le poggiò entrambe le mani sulle spalle.
“Un po’ di tempo fa, stavo curiosando nella libreria che c’è nel nostro salotto. Sono tutti libri di mio papà, un’amante accanito della letteratura di qualunque popolo abiti il globo. Me ne saltò uno all’occhio, per caso. Era rosso, con le rilegature dorate. Lo sfilai da lì, e vidi che si trattava di un testo riguardante la letteratura italiana. Letteratura italiana? Io? Non ci capivo proprio niente…” disse sorridendo.
“Lo sfogliai e basta per un po’, tanto non era mia intenzione istruirmi su quell’argomento. Stavo per rimetterlo al suo posto, quando una frase mi colpì, improvvisamente. La lessi meglio. E mi accorsi che era in un’altra lingua. Andai da Piotr, e gli chiesi il significato della frase. Dev’essere stato un segno…”
Sorrise di nuovo.
“…ma quella frase… mi piacque talmente tanto che divenne una delle linee guida della mia vita. Credo che avessi tredici anni all’epoca… ma è valida ancora adesso.”
“E che frase era?” chiese Mag incuriosita.
“Piotr mi disse che era scritta in latino. Memento audere semper. Questa era la frase.”
“E cosa significa?”
“Significa: Ricorda di osare sempre.”
“Oh… capisco…”
“Non è bella? Io me lo dico sempre… non dobbiamo farci opprimere dai nostri dubbi o dalle nostre paure… perché sono dei limiti per la nostra vita. Bisogna affrontarle, perché altrimenti ci impediscono di fare tante cose ciò che vorremmo fare... bisogna provare provare e riprovare… e sconfiggerle con l’impegno e la buona volontà! E vivere finalmente senza oppressioni! A volte si tratta solo di chiudere gli occhi e buttarsi… come quando fai un tuffo in piscina da un alto trampolino. E’ questione di un attimo! Io preferisco osare… che vivere con il rimpianto di non aver mai provato… Non credi anche tu che sia meglio così?” le chiese sorridendole.
Mag lo guardò.
“Mi stai dicendo, con fare da intellettuale, che devo andare al rettilario?” gli disse sorridendogli a sua volta.
“Più o meno…”
E sorrise le di nuovo.
“Il mio è solo un consiglio… ma io non mi farei scoraggiare per colpa di una paura vecchia e sepolta… perché devi toglierti il divertimento a causa sua? Affrontala e lasciatela alle spalle! E se dovessi aver bisogno… io ci sarò.”
Mag sentì così a suo agio, così sicura… le aveva trasmesso tanta forza, talmente tanta che quasi se li sarebbe mangiati quei serpenti.
Ed Aaron era così…
Da sempre…
Bastava un suo sorriso…
Per farla…

***



….sorridere a sua volta.
Era bastato quel ricordo per farla star bene.
Almeno per un poco.
Perché poi tornò ancora a rattristarsi….
Lei… non aveva tutta la forza che aveva Aaron. Poteva provare a seguire i suoi consigli… ma non sarebbe mai stato lo stesso. E non poteva nemmeno sempre contare sul suo aiuto. Doveva farcela da sola. Doveva provare provare e riprovare. Come aveva detto lui…
Però… lei era fragile.
Lei non era forte come lui.
Lei non era lui.
Improvvisamente Tim sbucò fuori dalla porta che portava verso il retro del bar, dietro il bancone, dove si trovavano la cucina e il magazzino.
“Mag ho sistemato tutto ciò che mi avevi detto di mettere in ordine!”
Ma non ottenne nessuna risposta.
“Mag? Mag…?”
“Oh sìsì, scusami… comunque grazie hai fatto un ottimo lavoro…” gli rispose distrattamente.
“Grazie ma… non hai ancora visto come ho sistemato… Mag… tutto bene?”
“Sìsì tranquillo!” gli disse rivolgendogli un finto sorriso.
“Non mi pare… di solito sei sempre solare, piena di vitalità… e mi ordini di fare cose a destra e a manca… sicura di star bene?”
“Ti ho detto di sì non ti preoccupare! E ora vai a pulire i tavoli che sono pieni di  bicchieri sporchi e altra sporcizia!”
“Veramente sono tutti lindi e puliti….”
“Questo lo dici tu! Su! Và a controllare! Muoviti!”
“Vado vado…” rispose Tim a malavoglia.
In realtà erano davvero puliti… Mag gli aveva ordinato di fare la prima cosa che le era venuta in mente per convincere Tim che in realtà stava bene… ma non so se era riuscita a convincerlo… almeno non del tutto…

***



Era ormai passata più di mezzora da quando Piotr e Newt se ne erano andati… e lei era ancora lì a fare cerchi con lo straccio sul bancone per pulirlo. Fosse stato possibile, probabilmente si sarebbe bucato a furia di strofinarci sopra. Tim stava controllando i tavoli, cercando quella fantomatica sporcizia di cui gli aveva parlato Mag. Nel lavoro lei era piuttosto intransigente… e lui sapeva che, se non avesse fatto alla perfezione ciò che lei gli aveva ordinato, si sarebbe arrabbiata come una furia.
Improvvisamente la porta del bagno si spalancò.
Ne uscì Jude che, a passo deciso, e con l’aria ancora alterata, si diresse, incurante di tutto,  verso l’uscita.
Tim lo vide, e si nascose dietro il tavolo più remoto del locale.
Ricorda di osare sempre…
“Jude!!!! Jude aspetta!!!!” gridò invece Mag uscendo da dietro al bancone.
Ma lui la ignorò.
Corse verso di lui.
“Jude!!!! Aspettami ti prego!!!!” gridò e, prima che potesse uscire, gli afferrò il polso con la mano.
Jude si voltò.
“Non ho bisogno della tua pietà o della tua compassione!!!” le urlò contro.
“Ma io vorrei aiutarti…”
“Zitta!!!”
Si interruppe un secondo. La guardò dall’alto con il viso infuocato dalla rabbia.
 “Se vuoi proprio fare qualcosa per me… allora dì al biondino spavaldo e al nanetto fucsia e di stare attenti a quello che fanno e a quello che dicono. Oggi gli è andata bene. Ma la prossima volta  potrebbero non essere così fortunati.”
Si sbarazzò della presa di Mag con uno strattone del braccio, e se ne andò dal locale senza dire altro.
Mag rimase lì in piedi, a vederlo andarsene.
Restò lì in quella posizione ancora per un po’, anche dopo che Jude se n’era andato via. Forse sperava che cambiasse  idea e tornasse indietro.
Ma non fu così.
Allora si portò lentamente verso un dei tavoli, il primo che si ritrovò di fronte, e si sedette presso di esso.
Tim, ancora nascosto in fondo al locale, sbucò fuori e, al vederla sciupata come uno straccio, le corse incontro.
Le si avvicinò, le si affiancò e le fece passare un braccio dietro il collo per afferrarle la spalla a lui più lontana. E con l’altra mano gli afferrò invece quella che gli rivolgeva.
“Mag! Ehi dimmi che c’è che non va, eh? Dillo al tuo amico Timmy!”
Ma Mag rimase lì con le braccia incrociate sul tavolo.
Solo però per qualche secondo appena.
Perché poi lasciò ricadere la testa china sul tavolo, appoggiata sulle braccia, e cominciò a piangere.


***




Quando Piotr uscì vide Rei e Newt seduti uno a fianco all’altro appoggiati contro il muro esterno del locale. Rei faceva parlare Mr Kush e lo rivolgeva ripetutamente verso Newt che, di conseguenza, si allontanava intimorito.
“Tieni quel coso lontano da me!!!!”
Coso??? Coso se mai lo dici al pistolino che ti ha dato in dotazione il fottuto spermatozoo Y del tuo cazzo di padre, brutta faccia di merda, concime per le vacche della diciannovesima strada!!!!”
“Mr Kush piantala, ok??? Scusalo Newt… purtroppo lui è fatto così, e non ha la minima intenzione di correggersi! Ci farai l’abitudine… lui non è cattivo... è solo un po'...”
“.....Volgare??? Sì sono volgare!!! E allora??? Qualche problema, brutto figlio di una....”
“....mamma!!!” intervenne Rei tentando di indovinare la parola mancante.
 “Ma che mamma e mamma???? Brutto figlio di una....!!!”
“.....signora!!!!”
 “Ma che cazzo spari imbecille!!!! Brutto figlio di una....!!!!”
 “....donna!!!!”
“Non donna!!!!! Vuoi lasciarmi dire ‘sta parola o no, brutto mollusco?????”
“Eh no Mr Kush non puoi dire “non donna” scusa.... gli uomini non possono mica avere figli, sai?” “Lascia perdere!!!!!! Lascia PERDERE brutto cretino che non sei altro!!!! Mi hai fatto passare la voglia di insultarlo!!!!!”
“Ah perchè, lo stavi insultando? Non credevo che dire a uno di essere figlio di una donna fosse un insulto! Beh allora vorrà dire che lo userò anch'io d'ora in poi… “Sei figlio di una donna!!!” Ahah!!! L'hai capita Newt??? Di-una-donna!!! Ahahah!!! Allora? Ti senti offeso???”
 “Oh sì, da morire.... anzi, sai che ti dico? Anche tu sei figlio di una donna! Ma di una brava brava brava donna....”
 “Newt...” disse d’improvviso Piotr avvicinandosi a loro.
“Ma Piotr!!!!”
Piotr fece di no con la testa e lo sguardo da rimprovero.
“Uffa… perché ce la devi sempre aver vinta tu???”
Piotr alzò le spalle senza dir nulla.
“Ufff…. e va bene… però puoi darmi almeno una mano a rialzarmi?” fece Newt guardandolo dal basso.
Piotr gli tese la mano, Newt la afferrò e…
…tirò Piotr a terra, facendolo cadere sulle ginocchia.
“Ahahah ci sei cascato!!!!!” gli disse Newt rialzandosi e facendogli la linguaccia.
“Aahahahahah grande Newt!!!!! Sei un mito!!!! Schiaffami ‘sto five!!!!” fece Rei, e i due si batterono il cinque con le mani.
Intanto Piotr, sempre senza scomporsi, appoggiò le mani a terra, si rialzò e iniziò a pulirsi i pantaloni.
Newt, al vedere Piotr rialzarsi, corse lontano da lui, pronto ad essere inseguito.
Ma Piotr, con grande tranquillità, prese ad andare nel senso opposto, verso casa.
A Newt caddero le braccia.
Si fa per dire.
“Ehi!!!!! Ehi!!!!! Avanti!!!! Perché non mi insegui????” gli gridò Newt da lontano.
Ma Piotr non rispose, e continuò per la sua strada, ignorandolo.
“Dai Piotr!!!!! Guardami, sono già pronto a scattare!!!” Gridò di nuovo, improvvisando una corsetta sul posto in stile “marcetta”.
Piotr però continuò a non dargli alcun peso.
Intanto Rei aveva preso a seguire Piotr, per andare a casa di Aaron, voltandosi ogni tanto verso Newt, per vedere se quest’ultimo avesse intenzione di rimanere là per sempre o magari di raggiungerli tra qualche secolo o giù di lì.
Resosi conto di essere rimasto indietro, però, Rei aumentò l’andatura e raggiunse subito Piotr, tenendo in una mano Mr Kush e nell’altra il sacchetto della spesa. Anche Piotr stava portando la loro spesa. Fosse stato per Newt, i sacchetti sarebbero rimasti davanti al locale del padre di Mag.
In realtà uno dei due sacchetti che portava era di Rei… quest’ultimo aveva infatti una spesa più abbondante della loro, e Piotr, vedendolo in difficoltà, si era offerto di dargli una mano.
Newt, accortosi che non stava ottenendo niente, sbuffò e lasciò ricadere le spalle.
Poi, dato che ormai gli altri due erano piuttosto lontani, si riempi i polmoni d’aria e gridò forte:
“Sei proprio una lagna, sai??? Sei la persona più noiosa che io conosca!!!! Lasciatelo dire Piotr… sei proprio una mummia!!!!!!”
Ma anche così, non ottenne niente, se non che Piotr e Rei si allontanavano sempre di più.
Allora Newt si voltò, snobbandoli, e incrociando le braccia al petto, battendo nervosamente il piede a terra. Aveva distolto da loro lo sguardo, ma ogni tanto sbirciava con la coda dell’occhio.
Finché a un certo punto smise di battere il piede.
Si voltò e….
“Aspettatemiiiiii!!!!!!!!!” gridò e corse verso di loro.
Quando li ebbe raggiunti, aveva un fiatone allucinante. Pareva che da un momento all’altro sarebbe svenuto.
“Ehi… potevate… rallentare… almeno un… pochettino… no???” disse scandendo ogni parola inserendo un ansimo tra l’una e l’altra.
Era arrivato correndo, e si era posizionato in mezzo a  Piotr e Rei, potendosi appoggiare così con una mano alla spalla di uno e con l’altra alla spalla dell’altro.
A quel punto Piotr e Rei si fermarono.
Si bloccarono sul posto.
Piotr posò a terra le borse della spesa. E lo stesso fece anche Rei, accasciando anche Mr Kush.
Il tutto senza che nessuno dei due dicesse niente.
“Ehi ragazzi che succede? Perché ci siamo fermati?” chiese Newt non capendo cosa stesse succedendo e guardando prima a sinistra verso Piotr, e poi a destra verso Rei.
Piotr sorrise, continuando a guardare fisso davanti a sé.
Rei teneva le mani in tasca, e batteva nervosamente il piede a terra, come aveva fatto Newt.
Newt, invece, continuava guardare prima uno e poi l’altro, con aria interrogativa.
Poi Piotr si voltò lentamente verso destra, guardò Rei negli occhi e scandì la parola…
“Ora.”
Sul viso di Rei esplose un sorriso che mostrava tutti i denti.
“Ahahah!!!!” gridò.
Newt continuò a spostare lo sguardo prima su Piotr e poi su Rei, sempre più velocemente fino a che Rei, subito dopo aver riso, lo cinse forte con le braccia, come se lo stesse abbracciando da dietro e lo sollevò da terra, sempre ridendo.
“Ehi!!!!! Lasciami Rei!!!!!! Ma che stai facendo????? Avanti mollami!!!!! Ti ho detto di lasciarmi andare!!!!!”
Ma, mentre gridava ciò, col passo lento di un cowboy, le braccia incrociate sul petto e il viso rivolto verso il basso, si avvicinò a loro Piotr, “Il cervello più veloce del West”.
Newt iniziò a guardalo impaurito.
“No… no Piotr ti prego!!!! Non farlo per favore!!!!!!! No!!!! Ti supplico!!!!!”
Piotr però si stava avvicinando sempre più pericolosamente, impassibile di fronte a tutte quelle suppliche.
Rei intanto rideva a crepapelle e si divertiva tantissimo al sentire Newt supplicare prima lui di mollarlo e poi Piotr di non avvicinarsi.
Ma Piotr ormai era arrivato.
Gli ultimi due passi.
Tac.
Tac.
E gli stava di fronte.
Non alzò il viso rivolto verso terra. Ma alzò gli occhi per puntare  Newton, la sua preda.
Iniziò a slegare pian piano le braccia che teneva incrociate al petto.
“No… no… ti prego Piotr… per favore…”
Poi avvicinò il viso a quello di Newt, finché i loro nasi si toccarono.
“Piotr, per piacere… ti supplico…”
“A chi hai dato della mummia?” gli chiese Piotr guardandolo negli occhi.
Ormai aveva sciolto le braccia e si era avvicinato quanto bastava.
Newt aveva gli occhi spaventatissimi di un coniglio inseguito da un cacciatore. Iniziò a scuotere la testa facendo segno di “no”.
Sul viso ti Piotr si dipinse un ghigno malefico.
Poi un urlo disperato risuonò nell’aria.

“Nooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Il solletico non valeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!!!”


***



“E’ stato un incidente.”
“Lo so.”
Lo so?
“In caso contrario non mi avresti soccorso. Giusto?”
“…”
Ulrich continuò a tacere. Non voleva mentirgli. Non di nuovo…
Aaron gli sorrise.
Distolse lo sguardo.
“So a cosa stai pensando.” Disse Aaron semidisteso sul suo letto.
Ulrich, ancora in piedi di fronte alla finestra chiusa, si voltò un poco a guardarlo, con la coda dell’occhio.
“Ti stai domandando perché non ti chiedo spiegazioni su quanto è successo… non è così?”
Abbassò lo sguardo in risposta.
“Beh la risposta è: perché non mi interessa. Te l’ho detto no?”
Ulrich tornò a guardarlo.
Questa volta dritto negli occhi.
E Aaron gli sorrise di nuovo.
“Mi fido di te.”

***



“Quindi voi vi siete già incontrati nell’università di Aaron?” chiese Newt mentre salivano le scale di casa.
“Esatto!” rispose Rei  “Ci siamo visti il 16 luglio, il 5 ottobre e anche il 16 ottobre. Il 26 aprile è invece l'ultimo giorno in cui ho visto Aaron. E' lo stesso giorno in cui si è stata effettuata la prima trasmissione televisiva sperimentale, sai? New York, 26 aprile 1931. Oh è anche il giorno del bombardamento di Guernica. 26 aprile 1937. E anche l'esplosione di Chernobyl! Esattamente il 26 aprile 1986. Senza dimenticare che è pure il compleanno di Marco Aurelio! E’ nato il 26 aprile 121! E vi è invece morto Giuliano de' Medici. 26 aprile 1478....”
“Sei strabiliante!!!! Una macchina da guerra!!!! Ma come fai???”
“Una macchina da guerra? Ahahah bella questa!!! Sei il solito spiritosone Newt, ahah sei troppo allucinante!!!”
“Eccoci qua. Siamo arrivati.” Disse Piotr tirando fuori dalla tasca del cappotto le chiavi di casa.
Le inserì nella serratura e aprì pian piano la porta.
E altrettanto piano entrò, per non far rumore in caso Aaron e Ulrich stessero dormen…
“Siamo a casaaaaaaaaa!!!!!!!!” gridò Newt non appena mise piede nell’appartamento.
“Zitto scemo!!!!” gli gridò Piotr a bassa voce.
“Non ti preoccupare Piotr, siamo svegli!!!” gridò invece Aaron dall’altra stanza.
“Visto????” rispose Newt a Piotr facendogli la linguaccia.
Poi si diressero tutti e tre verso la camera da letto.
“Aaron… abbiamo una sorpresa per te!!!” esordì Newt.
Rei si affacciò un poco dalla porta della camera.
Appena vide l’infortunato, fece un grande sorriso.
“Aaron!!!!! Che bello rivederti!!!! Cos’è quell’occhio nero??? Che hai fatto amico mio???”
“Oh, niente di che… solo un pestaggino notturno portato vanti con onore…”
“Potevi chiamarmi, li avrei sistemati io!!!! Newt dice che sono una macchina da guerra!!!!!”
“Non intendevo in quel senso….”
Aaron rise fragorosamente.
“Lo credo bene! Ahahah! Ehi che ci fai ancora in piedi? Dai, vieni qui a sederti Rei!”  disse toccando più volte con la mano la parte di letto a fianco a sé per invitarlo a sedersi al suo fianco.
“Posso?”
“Ma certo che puoi! Avanti vieni!”
Rei fece un grande sorriso e si catapultò sul letto.
L’impatto sembrò quello di una bomba.
Aaron si mise a ridere, inneggiando un po’ di “Ahiahahahi”  ovvero gemiti di dolore misti a risate.
“Certo che ti hanno sistemato proprio bene…” Disse Rei avvicinandosi al viso di Aaron e spingendosi gli occhiali, un poco storti, più su sul naso.
“In effetti…” fece Aaron che però, approfittando dal fatto che Rei si fosse avvicinato, lo prese inaspettatamente intorno al collo con un braccio e iniziò a grattargli le nocche della mano sulla testa.
“Ahahahah!!!” rideva intanto Rei contorcendosi un po’ per liberarsi della presa.
Quando Aaron  lo mollò era tutto spettinato. Più di quanto non fosse già…
“Ahah mi hai spettinato tutto!!!” disse Rei ridendo a crepapelle.
“Ahah, vieni qua che mi faccio perdonare!”
Rei si avvicinò di nuovo ad Aaron che, con la mano sinistra, iniziò a grattare dietro l’orecchio destro di Rei. Sembrava stesse coccolando un cagnolino…
“Ahhhhh Aaron… non pensavo ti ricordassi che mi piace esser grattato dietro l’orecchio destro…” disse Rei in una sorta di estasi, con gli occhi chiusi e un largo sorriso pacifico dipinto sul volto.
“Eheh me l’avevi detto un po’ di tempo fa… non sei mica l’unico ad avere una buona memoria!” gli disse sorridendo.
Anche Piotr e Newt, dall’uscio della porta, osservavano la scena divertiti.
Ulrich invece stava ancora lì, in piedi, nell’angolo opposto della stanza. Si sentiva un po’ a disagio… e si limitava a guardarli ogni tanto senza dir però nulla.
“Uh è vero!” esclamò improvvisamente Aaron smettendo di grattare Rei ritraendo la mano.
Rei, ancora troppo rilassato, ricadde col viso sul materasso.
“Ulrich lui è Rei. Rei lui è Ulrich. Scusatemi mi sono dimenticato di presentarvi…”
Rei scattò in piedi.
“Dove? Dove? Dov’è?”
Aaron gli indicò l’angolo più remoto della stanza, proprio dove si trovava Ulrich.
Appena lo ebbe avvistato, Rei rise e si diresse verso di lui.
Gli prese forte una mano e incominciò a scuoterla in su e in giù.
“Piacere, amico!!! Piacere!!!! Io sono Reimo, ma puoi chiamarmi Rei!!!! Tu sei Ulrich? Sei Ulrich giusto???”
“Sì… piacere…” disse Ulrich un po’ a disagio per tutta quella vitalità forse un po’ eccessiva.
“Uuuuuuuuuuh che capelli lunghi e lisci che hai!!!!” esclamò Rei prendendo tra le mani una ciocca dei suoi capelli e osservandola incantato.
“Sembrano quelli di una Barbie!!! Ahah!!! Solo che non sono biondi!!!!”
Ulrich si discostò, così che Rei mollasse la ciocca.
“Uh!” fece Rei osservando la ciocca ricadere.
“Ehi Newt!” fece Aaron d’improvviso.
Newt, che si stava decisamente annoiando perché non aveva niente da fare, si risvegliò dal torpore in cui era affondato.
“Sì???” rispose Newt con grande aspettativa.
“Perché non accompagni Rei a fare un giro della casa?”
Il tuor de house.
Un classico.
Ogni nuovo ospite doveva visitare la casa.
Proprio come era successo con Ulrich.
Solo che questa volta Aaron era un po’ impossibilitato… e poi aveva nascosto la fasciatura fatta da Ulrich sotto le coperte, in modo che per ora non la vedessero.
Quindi aveva passato il testimone a Newt.
Ed era un incarico importante… guida ufficiale della casa!
“Agli ordini!” esclamò Newt portandosi la mano inclinata in obliquo sulla fronte, come in risposta ad un generale.
Rei rise e lo raggiunse.
Newt lo prese per mano e se lo portò con sé.
Piotr rimase invece sull’uscio e li guardò andar via, sorridendo.
“Sembrano andar d’accordo quei due!” disse Aaron ridendo.
“Mah… più o meno…” rispose Piotr grattandosi la testa.
“In realtà credo che Newt sia incuriosito da lui più che altro. E’ innegabile che Rei sia una persona un po’ bislacca. Però il pupazzo… Newt non lo sopporta.”
“Ah intendi dire Mr Kush? Ahah quel pupazzo è troppo forte! Ma dove l’ha messo? Non va mai in giro senza…”
“Credo l’abbia lasciato sull’uscio, vicino all’appendi abiti.”
“Capisco…”
Aaron cercò di tirarsi su per sistemarsi un po’ meglio. Prima era semidisteso, ma ora era scivolato talmente tanto che era praticamente sdraiato.
Piotr si avvicinò al letto.
“Stai fermo. Ti aiuto io.”
“Tranquillo… ce la faccio da solo.”  Rispose Aaron.
“Tu vorresti far sempre tutto da te. Dai, scostati un po’ che ti sistemo la coperta.”
Ma, non appena l’ebbe un po’ sistemata, notò la fasciatura che Aaron aveva sul fianco sinistro. Si discostò un attimo.
“Non avevi questa fasciatura prima… Aaron che hai fatto?”
Aaron si guardò il fianco, facendo finta di non aver capito.
“Oh questo? Non ti preoccupare, non è niente di che… Ho visto Ulrich in cucina che si stava preparando un panino. Mi sono alzato dal letto, sono corso verso di lui, ma le gambe hanno ceduto. E gli sono caduto addosso. Ulrich teneva in mano il coltello per tagliare il pane, quello grosso… e senza farlo apposta mi ha trafitto un po’, quando gli sono caduto addosso. E’ colpa mia. Dovevo rimanere a letto…”
Piotr lo guardò diffidente.
“Sa un po’ di inverosimile… ma non mi stupisce il fatto che tu abbia voluto alzarti a tutti i costi dal letto anche se non avevi le forza di camminare. Non cambi proprio mai....”
Ci fu una pausa di silenzio nella stanza.
L’aria sembrava così pesante…
“Oh beh, dopo controlliamo la ferita allora. Vado di là a sentire se Newton e Reimo vogliono mangiare qualcosa. Torno fra un attimo.”
Ma, poco prima di andarsene, si voltò a guardare Ulrich.
Lo osservò bene e gli parve... spaventato?
Aveva l’espressione shockata di chi ha appena visto un fantasma.
In realtà Ulrich era… sbigottito.
Incredulo.
Non sapeva cosa dire. O meglio, lo sapeva. Ma doveva cercare la forza per dirlo.
Si voltò a guardare Aaron. E trovò la forza nel suo sguardo.
L’espressione interrogativa di Aaron sembrava chiedergli…
“Che c’è?”
“Perché… perché hai mentito?” chiese Ulrich titubante, abbassando lo sguardo.
Aaron gli sorrise.
“Non voglio che pensino male di te. Se dicessi che è stata colpa tua, anche se non l’hai fatto apposta, si insospettirebbero e inizierebbero a guardarti storto. Già di per sé sono molto scettici e insospettiti. Sempre sul chi va là, uno in un modo, l’altro in un altro… Se la cosa dovesse degenerare potrebbero anche cacciarti fuori di casa… Se la colpa è mia, invece, non mi dicono niente. Al massimo dovrò sorbirmi qualche ramanzina da Piotr sul “Ti avevo detto di restare a letto!”o simili… ma non è la fine del mondo.”
E sorrise di nuovo.
Ulrich rialzò lo sguardo.
Che strano… alla fine si erano ritrovati a mentire entrambi l’uno per l’altro…
Aaron per difendere Ulrich dagli altri… e Ulrich per difendere Aaron dalla verità. Una verità che avrebbe potuto fargli troppo male… o che forse avrebbe fatto troppo male a sé stesso.
“Non ti metterò nei guai. Promesso.”
Concluse Aaron e si baciò prima l’indice destro e poi il sinistro, come ogni volta che faceva le sue promesse solenni.
Ulrich si sentì ancora un po’ a disagio…
Ma da quell’imbarazzo nacque qualcosa di inaspettato.
Senza che nemmeno se ne accorgesse, anche ad Ulrich scappò un lieve sorriso. Aaron però se ne accorse, e gli fece l’occhiolino.
“Ehi, ho sentito uno schiocco di baci.” Disse Piotr passando a fianco alla porta tenendo in mano due piatti di frittelle “Qualcuno ha fatto una promessa?” chiese sorridendo.
“Eheh sono io “quello delle promesse”, no?” fece Aaron ridendo.
“Già.” Rispose Piotr.
Poi si voltò verso Ulrich.
“Non ti preoccupare. Quando Aaron promette mantiene sempre le sue promesse. Soprattutto quando si bacia in quel modo ridicolo gli indici…”
“Ehi!!!” fece Aaron lanciandogli addosso un cuscino.
Piotr lo schivò.
E gli fece una piccola linguaccia.
Poi se ne andò, portando via i piatti di frittelle a Rei e Newt che, nel frattempo, si erano messi a giocare alla Play Station, seduti a terra su dei cuscini. Stavano giocando a un gioco di corsa con macchine un po’ particolari, dotate di tutti i più sofisticati armamenti.
“Come cazzo fai a ricordarti TUTTE le scorciatoie????????” chiese sbigottito Newt.
“E me lo chiedi anche? Ahah!!!”
“Ehi voi due! Vi ho portato le frittelle.” Disse Piotr tenendo in mano i loro due piatti.
Ma Newt e Rei lo ignorarono.
“Avanti Newt. Metti in pausa.”continuò appoggiando i piatti sul tavolino.
“Aspetta ho quasi finito, sto per raggiungerlo!!!!”
“Metti in pausa.”
“Ancora un minutino dai che lo supero!!!!”
Piotr gli si parò davanti, oscurando lo schermo con le proprie gambe.
“Piotr!!!! Levati da lì!!!!”
Piotr invece, con la sua solita calma, prese il joystick dalle mani di Newt e lo sollevò in aria.
“Che fai???????? Avanti ridammelo!!!!!!!”
Newt tentò di saltare nel disperato tentativo di recuperarlo.
Rei intanto continuava a giocare con calma ridendo ogni due per tre. Ma anche ogni due per uno, se vogliamo essere più realistici, accorciando il tempo che trascorreva tra una risata e l’altra.
“Piotr!!!!! La vuoi piantare di fare il piantafrane???”
“Piantagrane.”
“Non mi interessa se pianta il grano o le frane, basta che mi ridai il joystick!!!!!”
In realtà quel benedetto joystick non gli serviva più. Rei era ormai impossibile da recuperare… Ora era tutta una questione di orgoglio.
“Vai a mangiare le frittelle.”
“No!!!!”
“Mangia-le-frittelle.”
“No-o!!!!”
Piotr allora alzò un sopracciglio e, impugnato il joystick tenendolo comunque al di sopra dell’altezza massima raggiungibile dal braccio di Newt, si mise a smanettarci.
Piazzò una bomba proprio al centro della strada.
Newt, che nel frattempo saltava per riprendersi ciò che era suo, si fermò un attimo.
“Ehi!!! Grazie per aver piazzato la super-bomba lì!!! Era esattamente la stessa cosa che volevo fare io prima che tu….”
Piotr si voltò a guardare Newt.
E gli sorrise.
Ma non era un sorriso rincuorante.
Era decisamente un sorriso che non prometteva niente di buono. Un sorriso… da furbo, ecco.
Newt lo guardò con aria interrogativa.
Poi gli si accese una lampadina.
“No… Nonononono!!!!!!”
Piotr tornò a guardare lo schermo e…
Booooom!!!!!!!
…fece retromarcia.
Aveva preso in pieno con la propria macchina la super-bomba che aveva piazzato lì poco prima.
Newt cadde in ginocchio, scioccato.
Mentre la colorata scritta Game Over compariva sulla schermo, stava quasi per mettersi a piangere.
Piotr appoggiò il joystick a terra, come se niente fosse successo.
E, prima di andarsene, disse la morale:
“Quel poco che so sui videogiochi sono in grado di metterlo in pratica.”
Poi si diresse verso la cucina ma, dopo due passi…
“Ah, dimenticavo.”
Si voltò.
“Mangia le frittelle.”

***




“Ehi Piotr!!! Ho finito le frittelle… Dove lo metto il piatto?” chiese Rei ad alta voce.
“Piotr è in bagno. Portalo pure in cucina, mettilo nel lavandino.” rispose Newt.
“Ok!”
Rei si diresse spedito verso la cucina ma, sul corridoio che passava per l’uscio, qualcosa colpì la sua attenzione. C’era una borsa a terra. E da questa borsa sporgeva la manica di un vestito. Era blu scuro, con qualche ricamo d’oro, che scintillava alla luce del sole.
“Oooooh…” fece  Rei incuriosito.
Si chinò, appoggiò il piatto a terra e presa la manica tra le mani. Iniziò ad osservarla con curiosità, portandosela vicina al viso. Poi fece per aprire la borsa e tirare fuori tutta la giacca, ma improvvisamente si fece tutto più buio.
Un’ombra spuntata da qualche parte probabilmente gli aveva tolto la luce…
Probabilmente?
Rei abbassò lo sguardo sul pavimento, e notò la presenza di due oggetti sconosciuti non ben identificati (o almeno non ancora) . In ogni caso… sicuramente prima non c’erano.
Alzò lentamente lo sguardo.
I due oggetti non identificati diventavano improvvisamente più lunghi e slanciati, fino a congiungersi in un tronco e a dividersi ancora in due rami che terminavano entrambi con cinque rametti più piccoli.
Alzò lo sguardo al massimo e fino ad arrivare al termine dell’oggetto non ben identificato. Nonostante dalla descrizione potesse sembrare una pianta (e credetemi, sarebbe stato molto meglio…), l’oggetto non terminava con una chioma, o meglio, non con una chioma di foglie.
Credo che ormai anche Rei avesse capito che l’oggetto non identificato era niente popò di meno che Ulrich. Aveva le braccia incrociate sul petto e lo guadava dall’alto in basso con una vaga espressione dall’intento Reicida. Compiere un omicidio proprio lì, nella casa in cui era stato ospitato, non era proprio il massimo per Ulrich, ma era molto tentato di metterlo in atto.
I loro sguardi si incrociarono.
Ulrich stava trattenendo la rabbia, che minacciava di uscire da ogni poro disponibile.
Rei gli fece un ingenuo sorriso.
Che però lo fece arrabbiare ancora di più.
Ulrich infatti lo spinse forte contro il muro e gli prese il vestito di mano (Rei infatti, da bravo idiota qual era, non aveva ancora mollato la manica della giacca di Ilian…). Lo guardò ancora con aria di rimprovero e se ne andò via senza dir nulla.
“Ehi ehi che sta succedendo qui????” disse Newt accorrendo dopo aver sentito il tonfo della schiena di Rei contro il muro.
Ulrich tornò in camera da Aaron senza calcolare nemmeno Newt.
“Ehi tu!!! Fermati!!! Sto parlando con te!!!!”
“Tranquillo Newt è colpa mia…” fece Rei alzandosi e sistemandosi gli occhiali, che ora stavano storti sul suo naso.
“Sì ma lui non doveva…”
“Anch’io non dovevo ficcare il naso nella sua roba. Ora siamo pari. Giusto?” rispose Rei sorridendo.
“Dai….” Continuò chinandosi e raccogliendo il piatto “…vado a riportarlo in cucina.”
E se ne andò.
Newt rimase un po’ stranito.
Si sentì poi il rumore dello sciacquone, e poco dopo Piotr uscì dal bagno.
“Cos’è successo?” chiese.
Newt, in tutta risposta, indicò la camera da letto di Aaron alzando la testa in un cenno.
Piotr capì, e se ne andò in sala a sistemare il resto dei dolciumi e delle bibite lì rimasti.
Newt continuò a guardare ancora un attimo l’uscio della stanza di Aaron. Poi sospirò e seguì Piotr per dargli una mano.


***



“Tutto bene?” chiese Aaron ancora a letto, mentre Ulrich rientrava in camera.
Fu ignorato anche lui.
Ulrich poggiò i vestiti sul letto, li ripiegò, e li mise sotto il proprio cuscino. Poi si sdraiò sul letto e vi poggiò sopra la testa. Ovviamente rivolgendo  la schiena ad Aaron.
Quest’ultimo continuò invece a guardarlo. Non poteva smettere di farlo. Più Ulrich lo evitava, più  si sentiva attratto da lui.
Sarà stato per l’alone di mistero che lo circondava…
“Aaron io vado!!!” gridò Rei dall’attico.
Poi si sporse dalla porta della camera. Fece per salutare Aaron ma, vedendo Ulrich in quella posizione e credendo che stesse dormendo, si limitò a fare “ciaociao” con la mano e a sorridergli.
Aaron alzò la mano in segno di risposta.
Rei fece poi comparire, sempre rimanendo sulla soglia, Mr Kush. Fece muovere la mano in segno di saluto anche al pupazzo. Aaron sorrise e salutò con la mano anche lui.
Rei allora gli fece l’occhiolino, a cui Aaron rispose a sua volta.
E così si congedò.
“Ce la fai a portare le borse e tutto il resto?” chiese Piotr a Rei.
“Sì, non ti preoccupare! Me la so cavare! Ah a proposito… grazie per avermele portate prima!”
“Figurati. Nessun disturbo.”
“Ehi tu!!!! La prossima volta voglia la rivincita eh!!!!!” intervenne Newt.
“Sì certo! La mia rivincita!!! Ahah!!!!” rispose Rei ridendo.
“Non intendevo quello!!!!!!” specificò Newt in corner.
Rei continuò a ridere.
Ed era così distratto che, mentre stava uscendo, inciampò nella borsa di Ulrich, che si trovava ancora lì vicino all’entrata.
“Ups!!! Scusatemi!!!” fece per rientrare in casa a risistemare ciò che si era rovesciato, ma Piotr lo fermò.
“Non ti preoccupare. Mettiamo a posto noi.”
“Uh… beh, grazie!” fece Rei con un sorriso.
Si salutarono un’ultima volta sull’uscio.
“Ehi Piotr….” Fece Newt chinato a terra, mentre Piotr stava richiudendo la porta “…guarda qua.”


***



“Aaron. Ce la fai a venire di qua un momento?” disse Piotr sporgendosi dalla porta della camera.
“Sì, credo di sì… perché?” chiese Aaron.
Ma Piotr se n’era già andato.
Aaron si alzò dal letto, un po’ con fatica e tenendosi la mano sul fianco fasciato. Si trascinò sforzandosi e tenendosi al muro.
Arrivò così in cucina.
Gli si presentarono di fronte Piotr e Newt dietro il tavolo, che era sparso di coltelli.
Era almeno una decina.
 La borsa di Ulrich, invece, era rovesciata.
Aaron li guardò interdetto.
Non capiva cosa stava succedendo.
Incrociò lo sguardo di Piotr.
“Qualcosa non va.” Disse Piotr guardandolo risoluto.
Aaron intese allora ciò che voleva dire.
Fece due più due, insomma.
Non disse altro.
Se ne andò dalla cucina e  si strascicò verso la camera.
Respirava sommessamente, segno che stava ancora faticando.
Giunse quindi sull’uscio della sua camera da letto.
“Ulrich…” Disse serrando i pugni e appoggiandosi con una spalla allo stipite della porta.
“…mi hai mentito?”




Note d'autrice

Ciao a tutti!
Allora, premetto che non ho voglia di scrivere le note quindi non scriverò molto...
mi scuso per l'immenso ritardo, ho avuto vari casini sia in mente che in corpo...
quindi non avevo le forza e l'amore (e il tempo =-='') necessario per scrivere...e scrivere tanto per farlo ritengo sia sbagliato.
Comunque spero abbiate gradito il capitolo!
L'ho scritto un po' di tempo fa quindi, oddio, me lo ricordo a grandi linee..dovrei rileggerlo anch'io ^-^''
Però spero che sia valsa la pena aspettare....
Avevo intenzione di finire la storia entro l'estate e l'estate è ormai finita....
Non so perchè ma guarda caso avevo il presentimento che non ce l'avrei fatta. Questa storia non ha voglia di finire, neanche se mi impegno.
Anzi.
In realtà non è ancora iniziata.
Tantissime cose devono ancora succedere e incominceranno ad accadere tra qualche capitolo...tra non molto comunque.
Tutto quello che ho scritto finora è stato una sorta di Grande Prologo necessario ad inquadrare la situazione e a presentarvi la maggior parte dei personaggi.
Quindi, anche se la storia non è ancora finita, spero continuiate a leggerla perchè, anche se dovesse capitare che ci siano ancora delle "pause involontarie" dalla pubblicazione, io non ho la minima intenzione di abbandonarla nè tanto meno lasciarla in sospeso.
E' molto importante per me e spero che vi trasmetta qualcosa.
Anche una vaga sensazione di piacere.
O di odio.
Va bene tutto.
Anche le emozioni negative son pur sempre sentimenti.
Anche se non voglio il vostro male, ovviamente ^-^
Bene.
Allora, alla prossima a tutti!
Lettori di passaggio e non!
E grazie di tutto!

Ringraziamenti vari.

Ruin & mady

Sentite....non c'ho voglia XD
sapete che mi siete indispensabili e che vi ringrazio tantissimo per tutto. Vi basti questo ;)
Vi voglio bene.

pieno_pieno

Ciao! Mi scuso personalmente per il ritardo....spero tu abbia gradito il capitolo!
Beh Jude e Newt sono un cocktail esplosivo, le classiche due persone che non possono (per una qualche legge di reazione chimica) stare entrambi nella stessa stanza.
Rei è un personaggio decisamente complicato, che fatica scrivere di lui ^-^''
E con Mr Kush (che poi sarebbe ancora lui) a fargli da alter-ego la faccenda si fa ancora più terribile! XD
Però sono contenta di essere riuscita a renderli bene.
Rei forse è ancora più schizzato di Newt, o meglio, forse Newt è quello più schizzato, e Rei è quello che a prima vista definiresti il "rimbambito" di turno. In senso buono ovviamente ^-^
Però sono entrambi, anche se in modi diversi, due teneri bambinoni :)
Mr Kush...eh già. Lui è dannatamente volagare! Quasi mi vien da ridere pensando che il personaggio più volgare della storia sia un pupazzo XP
Uhmmm...vediamo..il farmacista, eh?
Non sono una che fa spoiler però...spero di lasciarti piacevolmente sorpresa! ^-^
Ma me lo domandi perchè ti è piaciuto e vorresti rivederlo?
Perchè se lo odiassi a morte, non so quanto la sorpresa possa esser piacevole! XD
Grazie mille per i tuoi commenti, spero di continuare a non deluderti!
Alla prossima!

Allora al prossimo capitolo (spero)!

baxbax a tutti

niebo


  
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