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Autore: _lily_luna_    22/09/2010    2 recensioni
La protagonista indiscussa di questa storia è la Nuova Generazione. Spero sinceramente che vi piaccia!
"La scuola li aspettava, grande e maestosa come al solito, Hogwarts era come un faro, una guida che ci sarebbe sempre stata, inoltre non era solo un istituto di magia, dove imparavi a compiere incantesimi e a preparare pozioni, era di più, ad Hogwarts imparavi a vivere."
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Il profumo di pioggia che cominciava ad aleggiare nell’aria e il fruscio delle foglie calpestate erano segni che ormai l’estate era passata, e che l’autunno era alle porte. Quello pensava Lily, mentre con i fratelli si apprestava a tornare a scuola. A lei l’autunno piaceva, perché era un turbinio di  colori, colori non  freddi come quelli dell’inverno, o delicati come quelli della primavera, né tantomeno vivaci come quelli estivi. No, i colori dell’autunno erano  caldi, intensi e rassicuranti, per questo erano i suoi preferiti.                                                                                                                                            

“Bello vero?” le chiese il padre, indicando le foglie che danzavano sopra le loro teste. Lei gli sorrise, sapeva che anche il padre la pensava come lei                                                                                                

“Si, è magico” “Harry, Lily, venite, è ora” li chiamò la madre, scuotendo i folti capelli rosso fuoco. Ginny Weasley non era cambiata per niente da quando andava a Hogwarts, aveva mantenuto lo stesso temperamento deciso e autoritario, leggermente addolcito dai suoi tre figli e il marito.

“Eccoci, arriviamo” quando padre e figlia raggiunsero il resto della famiglia, notarono che i due fratelli stavano ancora litigando                                                                                                                                                    

“Al,rassegnati, non avete speranze contro di noi!”                                                                                                        

“Ma cosa dici! Ora che sono io il capitano, Serpeverde sicuramente vincerà la Coppa del Quidditch” Al era fatto così: sempre calmo e pacato, ma quando si parlava di Quidditch non esitava a tirare fuori gli artigli

“Ragazzi, state calmi” ordinò il padre, cercando di rimanere serio

“Ha ragione vostro padre, finite di litigare” “Va bene” rispose Al, mentre James annuiva. Crescendo, James aveva stupito sempre di più Harry, che vedeva in lui il padre, nel fisico e nel carattere. Sin da piccolo aveva dimostrato un talento innato per gli scherzi, e ciò  aveva fatto di lui il nipote preferito di George e il cugino prediletto di Fred, inoltre il ragazzo sembrava avere anche tanto successo, forse troppo, con le ragazze.                                                                                                                 

“Bene ragazzi, fate i bravi, James, Lily, non voglio ricevere lettere dalla preside, almeno non subito” i due diretti interessati si scambiarono un’occhiata complice, mentre Harry sorrideva divertito

“Al, tienili d’occhio, per l’amor di Godric” sospirò la madre, sperando nel figlio più assennato e giudizioso                                                                                                                                                     

“Ok,ma non ti prometto niente”  rispose sorridendo, d’altronde quei due erano inarrestabili, e sinceramente lui i suoi fratelli li preferiva nella versione combinaguai.                           

“Su ragazzi salite, o perderete il treno” mentre Harry abbracciava la figlia, una foglia color rosso scuro le atterrò dolcemente sulla spalla. La ragazza sorrise mentre il padre la prendeva e l’ammirava

“E’ del tuo stesso colore di capelli” mormorò “E di quello della nonna” rispose                            

“Le assomigli più di quanto pensi” “Lo so, e ne vado fiera. Ciao papà, ti voglio bene”     

“Anche io tesoro,e non combinare guai!” gridò lui di risposta, mentre il treno cominciava a partire “Ma papà, lo sai che mi piace la vita tranquilla!” rise.                                           

“Bene, ci vediamo a cena allora!” disse James, mentre si separavano per cercare i rispettivi amici.                                               

“James! Alla buon’ora!” gridò Fred, accogliendo il cugino                                                                                                           

“Scusa il ritardo, ma devo dirti una cosa. Questo è il nostro ultimo anno, l’ultimo anno dei Malandrini, e per questo dobbiamo organizzare qualcosa di spettacolare, qualcosa che neanche i nostri predecessori avevano mai fatto” “Cioè?” “Non lo so, però dobbiamo fare qualcosa di unico” Fred annuì, mentre cominciava a proporre idee. I due ragazzi erano sempre stati molto uniti, sin da piccoli, quasi come fratelli.  James era alto e muscoloso, a causa degli allenamenti di Quidditch, aveva i capelli neri,  gli occhi color nocciola ed era tale e quale a suo nonno, con la stessa passione per  cacciarsi nei guai e lo stesso fascino da malandrino.  Fred invece aveva ereditato la pelle scura dalla madre e gli occhi azzurri del padre, inoltre era famoso in tutto il castello per essere il maggior contrabbandiere che la scuola avesse mai ospitato, gestiva tutti i traffici di scherzi magici e diavolerie varie, e, grazie a lui, i Malandrini possedevano l’arsenale degli scherzi più astuti e malvagi mai progettati da George Weasley e figlio.

“Ehi Lils, stai con me, vero?” “Ok  Al, troviamo uno scompartimento però. Te sai dov’è Rose?” 

“Solo una parola: Frank” rispose Al, guardando la sorella  eloquentemente. Alla fine dello scorso anno infatti, Rose aveva sorpreso tutti presentando alla famiglia il suo fidanzato, Frank Paciock, Battitore di Grifondoro del settimo anno, ragazzo dolce, paziente, spiritoso e coraggioso, un ragazzo d’oro insomma, assolutamente perfetto per Rose.                                                                                                                                                                                      

“Chiaro,allora, te entra, io vado a chiamare Roxanne” “Lily?” “Si?”                                                                               

“Se io devo occupare lo scompartimento, vai a chiamare Scorpius per me?”  la ragazza annuì malvolentieri, mentre cominciava la ricerca. Come faceva suo fratello, una persona rassicurante e comprensiva, ad avere per migliore amico Scorpius Malfoy, ragazzo arrogante e presuntuoso?        I misteri della vita!                                                                                                                                                             

“Ehi Lee!” si sentì chiamare da una voce squillante e vivace

“Rox! Ciao” esclamò, abbracciando la cugina, che ricambiò l’abbraccio con affetto.

“Hai trovato uno scompartimento?” “Si, è quello laggiù, hai visto?”                                                                                                                                              

“Si, si, ti aspetto là allora, poi dobbiamo organizzarci con Hugo, ricordi?” “Certo, per il piano” 

Dopo un po’ di giri, finalmente Lily riuscì a trovare lo scompartimento occupato da Malfoy, così prese un respiro, ed entrò.

“Ciao Lily” la salutò gentilmente  un bel ragazzo dai capelli castani 

“Ciao Edward! Come và?” rispose allegra “Bene, ma che ci fai qui?”

“Cerco Malfoy” Nello stesso momento si udì una voce strafottente “Potter, ma tuo fratello?”                                                          

“E’ per questo che sono qui, Albus ti cercava” rispose gelida. Poi con tutt’altro tono di voce, propose “Vuoi venire anche tu?”                                                                           

“Mi piacerebbe, ma sto’ aspettando Derek” “Ok, allora ci vediamo” lo salutò uscendo, seguita da Malfoy.                                                                                                                                                                                   

“Potter,  l’estate ti ha fatto bene a quanto pare, ti trovo decisamente migliorata. Abbiamo accorciato la gonna, eh?”  

“Io invece ti trovo ancora più cretino dell’anno scorso, il che è tutto dire. E comunque, la lunghezza della mia gonna non ti riguarda”                                                                                                                  

“Davvero?” le domandò furbo, avvicinandosi alla ragazza. Lei rimase leggermente spiazzata, sorpresa dalla piega che stava prendendo la conversazione.                                                                                           

“Si Malfoy, davvero, e ritieniti fortunato ad essere il migliore amico di mio fratello, o ti avrei tappato la bocca da un secolo” replicò acida“Io conosco un modo per tapparmi la bocca, se vuoi ti faccio vedere” rispose, scoccandole uno sguardo malizioso

“Lasciami stare platinato, o saranno cazzi tuoi”                                                                     

“Come siamo volgari Potter, direi che questa situazione non ti piace per niente, ti sto’ mettendo a disagio forse?” lei non rispose, ostentando un’aria orgogliosa e indifferente, ma in realtà il ragazzo aveva colto nel segno. Durante quella breve conversazione si era sentita strana, cosa che in tre anni non gli era mai successa durante le loro innumerevoli discussioni e punizioni.                                              

“Scorpius! Ciao” “Ciao Al, complimenti vedo che sei diventato capitano”                                                                        

“Grazie, è fantastico, non pensavo che Neville e la McGranitt scegliessero me, non me l’aspettavo proprio!”                                                                                                                                                                                                

“A quando le selezioni?” “Pensavo di farle tra una settimana” 

“Posso assistere?” domandò la sorella. Il fratello la guardò sospettoso, ricordandosi che era pur sempre una Grifondoro “Non lo so” “Ti prego Al!” supplicò lei, indossando l’espressione da cucciolo a cui nessuno sapeva resistere “Ok, se non ne parli con James puoi”                                         

“Grazie fratellone!” esultò la rossa, mentre il biondo alzava gli occhi al cielo. Il viaggio continuò tranquillo, fino a quando Lily e Roxanne non uscirono dallo scompartimento                                                     

“Dove andate?” le chiese il fratello

“A cercare Hugo e James” rispose Lily, con gli occhi illuminati da un luccichio malandrino     

“Che cosa avete in mente?” chiese con fare inquisitorio, mentre Scorpius le guardava incuriosito

“Vogliamo dare il benvenuto e il bentornato” detto questo se ne andarono, lasciando i due Serpeverde spiazzati e confusi.

 

“Ehi Hugo!” “Cuginette! Siete pronte?”

“Che domanda stupida, certo che si!” rise la rossa,  sedendosi  accanto al cugino, un gigante dai capelli rossi e gli occhi azzurri, mentre la cugina, una bella ragazza dalla pelle scura e i capelli corvini, andava a chiamare i Malandrini. Quando rientrò nello scompartimento , era seguita dal celebre duo.

"Allora, visto che questo è il nostro ultimo anno” esordì James “Abbiamo deciso di affidare a voi il sacrosanto compito di portare scompiglio a scuola” 

“E non potevamo scegliere eredi migliori, dato che per essere al quarto anno, la vostra lista delle punizioni è già bella lunga!” intervenne Fred, mentre James annuiva con  orgoglio.

“Ebbene, abbiamo deciso di lasciarvi la Mappa del Malandrino, revisionata e corretta, la lista di tutti i nostri scherzi, da cui potete prendere spunto o modificare, e l’elenco di tutti i nuovi incantesimi che abbiamo inventato o rispolverato” “Il Mantello, invece?” chiese furba Lily                         

“Se non vi dispiace quello vorremmo tenercelo per un po’” ghignò James

“Allora, fratello, qui c’è da contrattare” replicò la rossa seriamente “Che c’è Lils?”

“Punto primo: il Mantello ce lo divideremo. Punto secondo: abbiamo un piano d’inizio anno” sui volti dei ragazzi comparve la stessa espressione incuriosita “Rox, a te l’onore” la ragazza sogghignò

“Abbiamo pensato di cospargere il dormitorio di Serpeverde con la Polvere Buiopesto, poi, appena sarà possibile riacquistare la vista, volevamo scatenare i Fuochi d’Artificio, quelli usati da papà durante il settimo anno, quando c’era la Umbridge, però con una sorpresina!” James e Fred avevano quasi le lacrime agli occhi per la commozione

“Lily, sono fiero di essere tuo fratello, Hugo, Rox, sono fiero anche di essere vostro cugino!” “Anche io, menomale che ci siete voi a tenere alto l’onore della famiglia” 

“Già, menomale, altrimenti Hogwarts sarebbe diventata più noiosa della casa dello zio Percy” quella frase scatenò l’ilarità generale, Percy era sempre stato considerato dai cinque ragazzi come la noia fatta persona, sempre a rispettare quelle regole che loro si divertivano tanto ad infrangere.

“Noi dobbiamo andare ora” disse Roxanne, portandosi via la cugina e il cugino

“Ci vediamo al castello”   

Rimasti soli, i Malandrini ricominciarono a confabulare, fino a quando la porta dello scompartimento non si riaprì di nuovo. Ad interromperli era stata una bella ragazza Grifondoro del settimo anno, dai lunghi capelli ramati con riflessi castani, e gli occhi ambrati, occhi che in quel momento scrutavano i due ragazzi con freddezza e astio

“Weasley, Potter” “Baston” la interruppe James, passandosi la mano fra i capelli   

“Che c’è, hai finalmente capito che non puoi resistere al mio fascino?” lei lo fissò disgustata

“No Potter, mi spiace deluderti, anzi, no, non mi dispiace affatto. Sono venuta a chiedervi se sapete chi è il secondo Caposcuola di Grifondoro” James, che fino a quel momento l’aveva guardata adorante, sorrise raggiante “Eccomi!” rispose allegro

“Tu!? Ma dico Paciock  e la McGranitt si sono drogati quando hanno deciso i Capiscuola!?”

“Forse è un modo per farlo stare in riga” ipotizzò un Fred ridente, mentre il ragazzo li guardava offeso

“Ok, facessero come vogliono, tu però ora devi venire con me, dobbiamo fare il giro del treno” ordinò perentoria

“Ci vediamo a cena James, divertiti anche per me” lo prese in giro il cugino, mentre l’altro si alzava dal sedile malvolentieri

“Certo, certo, prendimi pure per il culo, a scuola ti faccio vedere io” 

“No che non puoi Potter, ora sei un Caposcuola, devi dare il buon esempio! E sbrigati!”

Hogwarts non si smentì neanche quell’anno, emanava sempre quel senso di maestosità e grandezza che colpiva tutti gli studenti, nessuno escluso. Dalle carrozze Lily riusciva a vedere solo la torre  dove risiedeva la Sala Comune di Grifondoro, e parte dell’immenso parco, che voleva rivedere al più presto. Il tratto percorso con la carrozza però, si rivelò più lento del previsto, dato che la strada era disseminata di sassi e buche, che ostacolavano il regolare andamento. Proprio a causa di un forte scossone, dovuto ad un enorme pietra  con cui una ruota si scontrò, la ragazza fu sbalzata di lato, atterrando in braccio ad un ragazzo.                                                                                                                                                                                                           

“Potter, hai deciso di farmi compagnia stanotte?” le chiese Malfoy, riavutosi dalla sorpresa del trovarsela fra le braccia

“Non farti illusioni platinato, è che uno scossone mi ha sbalzato via, ora mi alzo subito” la rossa stava per farlo, ma il Caso volle che la carrozza incappò nuovamente in un masso, e il volto della ragazza finì a pochi centimetri da quello del ragazzo, che le lanciò uno strano sguardo, non il solito beffardo e arrogante, ma uno… diverso. I due  rimasero impietriti, stupiti da quella strana vicinanza, incapaci di proferir parola. Quando la carrozza si fermò, i due capirono che erano arrivati a destinazione, e Lily si affrettò a scendere e a separarsi dal biondo, ancora immobile, come una statua. 

   
 
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