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Autore: _lily_luna_    23/09/2010    2 recensioni
La protagonista indiscussa di questa storia è la Nuova Generazione. Spero sinceramente che vi piaccia!
"La scuola li aspettava, grande e maestosa come al solito, Hogwarts era come un faro, una guida che ci sarebbe sempre stata, inoltre non era solo un istituto di magia, dove imparavi a compiere incantesimi e a preparare pozioni, era di più, ad Hogwarts imparavi a vivere."
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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“Ehi Lils, hai sentito?” “No, cosa? Che succede Rox?”

“James ha detto che tra una settimana fa le selezioni” “Ah, grazie.”

“Lily, a che stai pensando? È tutta la sera che stai con la testa fra le nuvole. Se Lysander e Lorcan ti vedessero adesso direbbero che sei vittima dei Nargilli, o quello che è” la rossa rise

“E’ vero, direbbero così. Comunque scusami, stavo solo pensando, tutto qui”                            

“Sai che puoi dirmi qualunque cosa” “Certo che lo so!” replicò tranquillamente, mentre la cugina la abbracciava con affetto

“Per le mutande di Merlino!” esclamò d’un tratto Lily, balzando in piedi

“Lo scherzo!”esclamarono in coro,  guardandosi negli occhi, mentre correvano dal cugino, che le aspettava fuori dalla Sala Grande.                                                                                                                                                                            

“Alla buon’ora!” le sgridò, vedendole arrivare                                                                                                        

“Scusa, scusa, scusa! Corro a chiedere la parola d’ordine ad Al, ok?!” “Brava, corri!”

La ragazza non se lo fece ripetere due volte, era già sfrecciata in direzione del fratello. Quando lo trovò, vide che era circondato dai suoi amici

“Ciao Al” lo salutò “Possiamo parlare un secondo?” “Certo Lee, tutto a posto?” “Si…. In realtà no” confessò alla fine 

 “Cosa è successo?” le chiese allarmato                                                                                                                            

“Ti sei scordato di dirmi la vostra parole d’ordine! Lo facciamo ogni anno, io ti dico la nostra e tu mi dici la vostra, così se hai dei problemi puoi venire da noi e viceversa!” il ragazzo sospirò sollevato

“E’ solo questo il problema? Per Salazar, mi hai fatto prendere un colpo! Scusa, te la dico subito, la parola d’ordine è Purosangue”

“In realtà c’è un’altra cosa” “Cosa?”                                                     

“James mi ha detto che ti deve parlare, forse riguardo al Quidditch e agli orari per il campo” il fratello indossò un’espressione accigliata “E’ vero, a questo non avevo pensato. Ok, allora vado a parlarci, dimmi la parola d’ordine”

“Firewhisky” “Va bene, vado, ci vediamo domani”                                  

“Ok, ciao Al”

Quando il ragazzo se ne fu andato, Lily corse dal cugino e la cugina, che l’aspettavano nascosti dietro una colonna, vicino alla Sala Comune di Serpeverde, sotto il Mantello dell’Invisibilità.                                                                                                                                                                      

“Ce l’hai?” bisbigliò Hugo

“Si, sono riuscita anche ad allontanarlo, James lo terrà occupato per un bel po’. Allora, siete pronti? Appena una serpe entra, noi la seguiamo, altrimenti potrebbe essere sospetto il fatto che la parete si apra senza far entrare nessuno”

“Ok, guardate, quelli stanno per entrare” sussurrò Roxanne, indicando un gruppo di primini verde-argento. Il piano riuscì alla perfezione, nessuno si accorse che insieme a quei quattro bambini  erano entrati anche tre Grifondoro, per di più i tre Grifondoro che tutti i Serpeverde avevano imparato a temere.   

“Roxanne?”  la chiamò la rossa in un sussurro, dopo essersi nascosti                                                                                 

“L’ho portata tranquilla, mio padre dopo che ha saputo a che cosa mi serviva me l’ha regalata volentieri”

“Intendi la Candela del Ladro?”

“Esatto, papà ha preso spunto dalla Mano della Gloria, dice che quando uno l’accende fa luce solo a chi la regge” 

“Quante ne hai portate?”  “Relax Hugh, ne ho tre, una per ciascuno”                                                                       

“Ragazzi, mi sembra che i Serpeverde siano più o meno tutti, Rox, accendi le Candele, Hugo, aiutami a lanciare la Polvere. Al mio tre. Uno. Due. Tre”                                                                                                                          

Improvvisamente la Sala Comune dei verde-argento cadde nell’oscurità, nessuno sapeva ciò che stava succedendo, l’aria era satura di gridolini spaventati e imprecazioni colorite.

“Bene, ora usciamo, quando tutti saranno in grado di vedere, si scateneranno i Fuochi” il trio, muovendosi in modo circospetto e furtivo, riuscì ad uscire dalla stanza.

“Ce l’abbiamo fatta! Ora non ci resta che aspettare”

“Ragazze, penso che non dovremo aspettare a lungo” sentenziò Hugo. Infatti, neanche dieci minuti dopo, nella Sala Comune dei Serpeverde, si scatenò l’inferno. Si udirono botti, grida, improperi, maledizioni, incantesimi lanciati a destra e a manca, e soprattutto, ruggiti e boati di una potenza disarmante.                                                        

“Scappiamo!!” urlò Roxanne mentre correva via, seguita dai cugini.                                                                                     

Quando la distanza venutasi a creare tra loro e il luogo incriminato raggiunse un livello accettabile, si lasciarono travolgere dalle risate.                                                                                                                                       

“Per Godric, è stato proprio uno spasso!” esultò Lily, con le lacrime agli occhi dalle troppe risa

“Avete sentito i botti?!” rise Roxanne , mentre un Hugo dalle guance arrossate si rialzava da terra, dove era rotolato dalle risate.

“Venderei la mia scopa pur di vedere le facce che hanno fatto!” sospirò il ragazzo, dopo essersi ripreso

“Più che altro vorrei vedere le loro espressioni quando, dopo aver provato a far evanescere un Fuoco, vedranno che questo si è moltiplicato!”

“Lils, ti sei scordata della pioggia di Caccabombe!”

“Ragazze, per festeggiare, propongo una visita alle cucine!”                                                                              

Mentre il trio si dirigeva verso la tanto agognata meta, il silenzio fu spezzato da un grido feroce    

“POTTER!!”   

I ragazzi si guardarono  spaventati, qualcuno li aveva beccati. In fretta si  nascosero  sotto il Mantello e, stando in silenzio, aspettarono finché quel misterioso qualcuno non fu lontano                                                                

“E’ Malfoy, ne sono sicura al cento per cento. Secondo voi quale Potter intende: me o Jamie?”

“Cuginetta, secondo me ce l’ha con te” “Che intuito Hugo” replicò sarcastica Roxanne, mentre entravano nelle cucine. Un elfo domestico, appena li vide, corse loro incontro

 “Buonasera signorino e signorine, desiderate qualcosa?”

“Si grazie, una fetta di torta al cioccolato per me, e due cioccolate calde per le signorine”

“Arrivano subito!” trillò l’elfo, mentre loro si  sedevano ad un tavolo 

“Sono sicura che domani se la prenderà con me” mugugnò scocciata la rossa, come se lei fosse innocente                                     

“Bè Lils, un valido motivo per prendersela con te ce l’avrebbe, no?” la prese in giro la cugina 

“Si, ma non fate i santarellini, siete colpevoli  quanto me, ma perché quel platinato dà sempre la colpa a me e a voi mai?!”

“Sarà la sfiga dei Potter, magari anche te hai ereditato la sfortuna di zio Harry” ipotizzò il rosso

“Oppure…” intervenne Roxanne, fermandosi però a metà frase                                                                  

“Oppure…?” la incitarono a continuare i cugini, curiosi

“Oppure niente, sarà come dice Hugo” fece lei scuotendo la testa, come per scacciare un brutto pensiero. I ragazzi fecero spallucce, se Roxanne avesse voluto dire loro qualcosa lo avrebbe fatto, la conoscevano troppo bene, se doveva dirti qualcosa decideva lei quando dirtela, non dovevi metterle fretta, mai.                                                                                                                                                               

“Rose, Rose sono io Rox” “Roxanne? Ma sono le sei e mezzo, cosa c’è? No, non dirmelo, è per Lily, vero?” la mora annuì

“Mi serve che tu veda qualcosa, è importante, altrimenti non te lo chiederei”

“Ok, fammi vestire, ti raggiungo in Sala Comune”

Roxanne sospirò sollevata, in quel momento le doti di preveggenza di Rose le servivano più che mai. Solo le loro famiglie sapevano del dono della ragazza, nessun’altro, altrimenti sarebbe stata assillata da tutta la scuola. Avevano scoperto che Rose era una veggente durante il secondo anno, quando questa abilità cominciò a manifestarsi, e a zio Ron era quasi venuto un colpo quando lo scoprì, dato che né lui né zia Hermione possedevano la Vista.   

“Eccomi, sono pronta. Quale parte del futuro di Lily t’interessa?” “Vorrei sapere…”                                     

“Aspetta! Dammi la mano, così vedrai quello che vedo io!”

“Forte, incremento di poteri? Comunque, sai qual è la parte che m’interessa?”

“Certo, fidati di me”                                                                                                        

Quando la visione terminò, Roxanne rimase immobile, ancora troppo scossa da quello che la cugina le aveva permesso di vedere. Anche Rose sembrava parecchio stupita “Non ci credo” boccheggiò la mora

“Rox, promettimi che non ne parlerai con Lily, promettimelo”                                             

“Te lo prometto Rosie, stai tranquilla, non parlerò”                                                                                                

Proprio in quel momento Lily scese dalle scale, vivace e pimpante come al solito                                                                                                                                     

“Buongiorno cugine, che facce che avete” le salutò abbracciandole                                                                              

“Ciao Lils, come siamo allegri, Rox mi stava proprio parlando dello scherzo” esordì Rose, mentre la mora, dopo un momento di smarrimento, annuiva vigorosamente  

“Sapete che queste cose le disapprovo, ma devo ammettere che è stato davvero geniale, se vi applicaste così anche nello studio, sareste bravissimi”                                                                                     

“Cugina, che stai facendo? Cerchi di traviarle?” la sgridò James, avviandosi verso la Sala Grande,  mentre stringeva la sorella in un abbraccio stritolatore.                                                                                         

“Hai saputo?” “Certo sorellina, ieri Hugo ci ha detto tutto. Sono fiero di te, non farti annebbiare la mente dalle stupidaggini di Rose sullo studio”                                                                                                              

“Ciao Emily” esclamò Rose ad alta voce, lanciando un’occhiataccia a James, che si era voltato immediatamente verso la ragazza, spettinandosi i capelli con fare nervoso                                                   

“Baston, vedi che non puoi stare senza di me!” la ragazza alzò gli occhi al cielo, decidendo di ignorarlo 

 “Ciao Rose, tutto ok?”                                                                                                                                       

“Si, volevo solo chiederti come organizzerai le ronde, dato che sono i Capiscuola che decidono”  

“Ehi, anch’io sono un Caposcuola!” si lamentò James 

“Si ma Emily è la più intelligente!” replicò Lily, mentre le ragazze ridevano e il moro la guardava offeso

“Grazie sorellina, grazie tante”  

“Per le ronde non c’è problema, appenderò gl’orari in Sala Comune e stasera io e Potter parleremo con i Capiscuola delle altre Case, per metterci d’accordo”                                                   

“Senti Baston, mettiamoci d’accordo su questo:  vieni con me a Hogsmeade?”                                                 

“Nei tuoi sogni Potter, nei tuoi sogni. Ragazze, devo andare, ci vediamo” ribatté la ragazza, girando i tacchi e andandosene via

“Jamie, se vuoi conquistarla devi smetterla di fare lo spaccone”                                                              

“Lily, rinuncia, è più forte di lui” rise Roxanne, passandosi una mano fra i capelli imitando James, mentre cominciavano a fare colazione.                                                                                                                                                    

“Ehi Rox, io comincio ad andare, ci vediamo a Pozioni” “Ok, ti raggiungo  fra due minuti”

“Facciamo venti, visto che dovrai aspettare Hugo” rise la rossa, uscendo dalla sala. Mentre si dirigeva verso i sotterranei, sentì dei passi dietro di lei, passi che ricollegò immediatamente a…                                                                               

“Malfoy, che vuoi?” “Potter” ringhiò lui “Come. Hai. Osato”

“Fare cosa?” chiese lei, indossando un’espressione angelica.                                                                    

“Mezzosangue, non fare la finta tonta con me, sai cosa intendo. Se la nostra Sala Comune adesso è uno schifo, è  per colpa tua!”

“Cosa è successo al vostro covo di serpi? Qualcuno vi ha giocato un brutto tiro? Quando scopri chi è fammi un fischio, così posso mandargli dei fiori” ribatté perfida. Il ragazzo la guardò con disprezzo, mentre estraeva la bacchetta, gesto che non sfuggì alla ragazza.                                                                                                        

“Fossi in te non lo farei Malfoy” lo minacciò, preparandosi a duellare

“Bè, fortunatamente non sei me, il mio sangue è ancora purissimo”

“STUPEFICIUM!”

“EXPELLIARMUS!”

Gli incantesimi cozzarono l’uno contro l’altro, e mentre stavano per riprendere il duello, la preside sbucò da un corridoio

“Malfoy! Potter!” abbaiò severa, mentre i due si lanciavano sguardi omicidi                                                  

“Nel mio ufficio, subito, e aspettatemi lì, vado ad avvertire la professoressa Vector e il professor Lumacorno della vostra assenza” 

“Porco Salazar, è sempre colpa tua, brutto troglodita!”                                                                                         

“Mia?! Mia, Potter! Sei tu quella che ha fatto un casino nella nostra Sala Comune!” i due ragazzi battibeccarono  durante tutto il tragitto verso l’ufficio della preside, e anche lì continuarono a discutere

“Lily, Scorpius, non mi aspettavo di vedervi il primo giorno di scuola!” esclamò gioviale il ritratto di un vecchio preside dalla barba lunga e argentea, che li guardava divertito                                   

“Neanche io professore” ringhiò la ragazza, mentre un altro preside la guardava con affetto e nostalgia

“Diciamo che è tutta colpa di questo qui” disse, indicando il ragazzo alla sua destra                                

“Non è vero Potter, tutti sanno che quando succede qualcosa è sempre colpa tua o di quel decerebrato di tuo fratello!” 

“James non è un decerebrato!” replicò furiosa, scuotendo i lunghi capelli rosso scuro                                                       

“Sei tu il deficiente, mi chiedo ancora come Al possa essere tuo amico!”                                                                        

“Albus è l’unico intelligente nella vostra famiglia, se non fosse uguale a tuo padre direi che lo avete adottato”

“Ma come osi!” ruggì con sdegno                                                                                                                        

“Basta ragazzi, calmatevi” l’interruppe rilassato Silente, che sembrava spassarsela un sacco                     

“Lily, Scorpius, spiegatemi, uno alla volta, che cosa è successo” ordinò con gentilezza                                         

“In breve professore, questa pazza isterica ieri sera ha scatenato l’inferno nella nostra Sala Comune” 

“Lily, che hai da dire?”                                                                                                                                      

“Dico che questo platinato non ha nessuna prova per incolparmi, e che stamattina ha cercato di schiantarmi”     

“E’ vero Scorpius? Hai provato a schiantare la signorina Potter?”                                                                       

“Bè come ha detto lei professore, provato, visto che anche lei ha reagito” “Hai reagito Lily?” 

“Certo” esclamò fiera “Nessuno può permettersi di schiantarmi, soprattutto un tipo del genere”                                                   

“Sono sicuro di sapere quale incantesimo ha utilizzato” ridacchiò l’ex-preside                                     

“Davvero?” domando curiosa la ragazza “Expelliarmus, giusto?”                                                                  

“Quanto sei prevedibile Potty” commentò perfido il biondo, mentre la professoressa rientrò

“Signor Malfoy, signorina Potter, è appena iniziata la scuola e voi già cominciate? Solo altri sei ragazzi, che io sappia, hanno ricevuto tante punizioni come voi due, e sono tutti imparentati con la signorina Potter” la ragazza alzò la testa, determinata e orgogliosa                                                                                                                                               

“James Potter, Sirius Black, Fred Weasley, George Weasley, James Sirius Potter  e Fred George Weasley ”                    

“Allora è genetica la deficienza mentale” borbottò maligno il ragazzo                                                                                            

“Per punizione, domani, finite le lezioni, aiuterete il professor Hagrid, proprio ora l’ho incontrato, e ha detto che per lui và bene. Ora andate”                                                                                                                              

I due alunni si alzarono e uscirono, salutando la preside e Silente. Lily, prima di andarsene, rivolse un timido sorriso all’uomo che l’aveva guardata prima, che ricambiò con gentilezza, mentre una lacrima gli solcava il viso, una lacrima nata dal ricordo della nonna della ragazza, a cui lei somigliava in modo impressionante, nel carattere e nel fisico. Quando Lily uscì, Silente, rivolto all’uomo, gli disse “E’ tutta sua nonna, non trovi Severus?”

Quando la ragazza rientrò nella Sala Comune, fu travolta dai cugini e dal fratello, ansiosi di sapere cosa fosse successo.

“Allora Lils, che ti ha detto la vecchiaccia?” chiese  curioso Fred                                         

“Ha detto che domani, finite le lezioni, io e Malfoy dovremo andare ad aiutare Hagrid” rispose tetra, sedendosi afflitta accanto al cugino.                                                                                                             

“Vedila così, almeno è Hagrid, pensa se dovevi passare il pomeriggio con Gazza” tentò di rincuorarla il ragazzo, mentre Roxanne annuiva, dando manforte al fratello                                                       

“Si è vero, poteva andarmi peggio” ammise infine “Ma sinceramente l’idea di passare il pomeriggio con Malfoy, in balia delle adorabili e dolcissime creature di Hagrid, non mi entusiasma molto.”                                                                                                                           

 

“Ehi Scorp, come è andata dalla vecchia bacucca?” domandò Derek Zabini, sdraiato su un divano                               

“Mi ha detto che domani devo andare con Potterina da quel demente di Hagrid, a combinare non so che” spiegò annoiato il ragazzo, sedendosi accanto al cugino.                                                                   

“Peccato che la Potter sia la sorella di Al”  commentò il moro, alzandosi dal divano                                   

“Perché?” chiese irritato il biondo

“Bè, non dirmi che non l’hai guardata. Ha messo su un corpo niente male, le curve sono al posto giusto e il culo è uno spettacolo.”                                                       

“Mmm, sì è vero” ammise infine a malincuore, mentre Al rientrava nella loro Sala Comune                              

“Ehi amico, dove sei stato?” “Scorpius! Che ti ha detto Minnie?”                                                                    

“Punizione con tua sorella da Hagrid. Te invece, che mi dici?”                                                                                 

“Sono andato in biblioteca, niente di che”                                                                                                                     

“E vorresti farmi credere che hai solo studiato?” gli chiese malizioso. Il moro arrossì                                          

“Ma che dici idiota! Certo che ho solo studiato!”

“Sarà.. ma ho saputo che dalla fine dell’anno scorso ti vedi con una ragazza, e se le mie fonti non sono errate, dicono che è la Paciock”                                                          

Se il ragazzo prima era solo arrossito lievemente,  ora era bordeaux.                                                                        

“I-io, è che, v-volevamo fare una cosa p-privata, non volevamo subito, insomma, hai capito” balbettò il moro, mentre l’amico se la rideva                                                                                                      

“Tranquillo amico ingrato, raccontami solo perché lei”

“Alice è fantastica, è solare, allegra, sa tranquillizzarti con poche parole, poi è bellissima, intelligente, dolce” cominciò a spiegare raggiante

“Ti sei innamorato?” “Io, io penso di si” confessò.

Scorpius era sbalordito. Al era un ragazzo calmo e pacato, a volte poteva sembrare freddo, ma in realtà era solo timidezza. Come poteva quel ragazzo, impacciato e timido con le ragazze, essersi ridotto così, a parlare della fidanzata come se fosse una dea scesa in terra?

   
 
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