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Autore: CatcatKhad    22/09/2010    2 recensioni
Era una giornata normale per la famiglia Cullen. La piccola Renesmee si era ufficialmente fidanzata con il suo Jake, Emmet e Rosalie avevano fatto un viaggio per stare un po' da soli all'isola Esme, Bella e Edward si amavano alla follia come sempre, Carlisle e Esme per la prima volta dopo molto tempo avevano... ehm,avete capito, ma Alice e Jasper? Per loro no, ma per scoprire cosa succede vieni a leggere questa storia.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Ciaooo! Mi scuso per il ritardo, avevo il cavallo di troia al computer e ho dovuto cancellare tutto. Ma ora eccomi qui, con il nuovo capitolo. Succederanno molte cose qui, belle e brutte. Buona letturaaaa!


Pov. Alice
Il mio tesoro stava male. Mi avvicinai a lui, poi gli presi il viso e lo sollevai. Lui scacciò la mia mano in malo modo - Vai via Alice!! - Mi ferì, con quelle parole, ma tentai di nuovo. Gli presi una mano delicatamente fra le mie. La tolse - Vattene Alice! Non voglio vederti. - Sentii un crack dentro di me. Era il mio cuore, che anche se era morto in quel momento sembrò si fosse spezzato. Gemetti di dolore, lui sentì le mie emozioni e si alzò immediatamente, volle abbracciarmi, ma io mi scansai e con gli occhi lucidi me ne andai. Anzi, corsi via. Ero rimasta troppo male. Corsi verso casa. Luna aveva visto tutto, era nella mia mente, e volle venirmi incontro, ma la implorai. Lei, a malincuore, se ne andò. Cominciai a piangere, senza fermarmi. Jasper mi aveva seguita, ed era appena entrato in camera. Ero sdraiata a pancia in giù sulla mia parte del letto. Lui si sedette sulla sua e mi accarezzò la schiena. Io gli ringhiai, per più volte, ma lui continuava come se nulla fosse. Mi alzai allora di scatto. Avevo gli occhi gonfi, anche se le lacrime non potevano scendere. Cominciai a urlargli contro - Ti sembra il modo di trattare tua moglie, che dopo che tu hai quasi fatto fuori uno ti viene a consolare, a sollevarti il morale?? A me non sembra! - Gli urlai con tutta la forza che avevo. - L'hai detto! Ho quasi fatto fuori il padre di Bella se non te ne sei accorta! - Mi rispose, senza urlare. Anche se era arrabbiato. E si vedeva. - Jasper, non è colpa tua! Potevano perdere il controllo anche gli altri.. - Tentai di farglielo capire, ma niente. - Si ma guarda caso chi è che lo ha perso? Il sottoscritto! Sono un mostro.. - Ecco che tirava fuori quel discorso - No che non lo sei Jasper.. - Gli dissi, anche perchè tutti lo pensavano.  - Guardami! Chi altri che un assassino poteva quasi uccidere Charlie? - Mi urlò contro, davvero infuriato. - La devi finire con questo discorso!! - Fu l'ultima cosa che capii, dopo continuammo a urlarci contro, fino a che Jasper non si arrabbiò così tanto da..  - Puttana! - Rimasi di sasso. Gli diedi un pugno in faccia e corsi da Luna. Appena mi vide capì, anche se era difficile non farlo visto il tono che avevamo usato, e mi accolse fra le sue braccia, permettendomi di piangere a più non posso. Ero disperata. Il mio unico amore, la mia luce, il mio angelo, mi aveva dato della puttana. Avrei voluto morire in quel momento.
Pov. Luna
Eh, no! Non quello! Ringhiai, quando Alice entrò disperata. Jasper l'avrebbe pagata. Ecco, parli del vampiro e spuntano i canini. Pensai, quando Jasper entrò in camera mia. Aveva gli occhi lucidi, forse stava piangendo, ma non aveva alcuna importanza. Lasciai Alice, per poi avventarmi su di lui come una furia - Come ti sei permesso, stronzo! Come hai potuto dire così a mia sorella! E menomale che c'è lei, perchè se no a quest'ora saresti morto per causa mia! Esci da qui immediatamente, maiale!! - Gli urlai, senza tanti complimenti. Lui rimase sbigottito, ma pochi secondi dopo corse da sua moglie, almeno credo, ma io lo presi per un braccio prima che la potesse toccare e lo scaraventai come una furia fuori, esattamente giù dalle scale. Finì addosso a Carlisle. Chiusi la porta sbattendo. Ero incazzatissima. Ringhiai, urlai dalla rabbia e poi andai da Alice, che si era un po' calmata. La abbracciai, poi la lasciai e andai a cercare Rosalie e Bella. Erano in salotto, e avevano visto Jasper volare dalle scale. Le presi per mano e le trascinai di sopra, per poi raccontare loro tutto. Appena finito il racconto, loro corsero di sotto e cominciarono a insultare Jasper, che era seduto sul divano vicino a Carlisle e fissava un punto, come in trance. Non le aveva nemmeno sentite arrivare. Sentii sbattere la porta di ingresso. C'erano Edward e Emmett che corsero dalle compagne a chiedere cosa era successo. Ringhiai, poi tolsi le mie sorelle dalla presa dei mariti e le portai via. Poi, dopo essere corsa fuori, spaccai un albero a metà con un dito. Eh si, ero proprio incazzata. Ovviamnete, quando rientrai in casa, mi ritrovai davanti Emmett e Edward incazzati che mi trucidavano con lo sguardo, e Jasper sempre nella posizione di prima. Meglio, ero contenta e soddisfatta. Forse Edward aveva detto a tutti cosa era successo, e loro due più Carlisle avevano dato retta al fratello/figlio, ovviamente. Ringhiai, poi corsi da Alice. Aveva una visione, guardacaso. Amore, scusa per quello che ti ho detto. Non riesco più a vivere senza di te, perdonami ti prego. Sono disperato, il mio amore che.. Qunado finì la visione. Che cosa voleva dire? E se Alice.. No, non poteva succedere. Non poteva uccidersi solo per.. NOOO! E scoppiai a piangere. Le ragazze erano da Alice, che dalla fase depressione era alla fase rabbia. E poi alla indifferenza verso la persona colpevole. Per cui, si preoccuparono subito di me. Piangevo, anche perchè non volevo che Alice si facesse fuori per quel.. Grrr! Lei era l'unica persona a cui tenevo più della mia stessa vita, era il mio angelo custode, la mia sorella maggiore. Mi chiedevano che avessi, ma io non rispondevo. Saltai al collo di Alice e la abbracciai con forza, perchè volevo che non sparisse, come tutti gli altri quel maledetto giorno. Basta, basta!!! Ero disperata davvero. Mi buttai per terra, mentre le immagini di quel giorno mi si materializzarono davanti come un film che non puoi stoppare. Luna, dove sei?? Luna! Eccomi, Senior, eccomi! Tu dove sei? Sono qui! Aiutami Luna! O, no! Mamma! Noo! Mia madre, quella adottiva, si era fatta fuori dopo che mio padre era stato ucciso in una spataroria a Siviglia. ( Gli ostacoli del cuore- Elisa) - No, mamma, no! Per favore, nooo! - Vedevo tutto nero. Sentivo benissimo però le voci. Erano Esme, Bella, Rose, Alice e i ragazzi. Anche Jasper. E Seth. Che ci faceva li? Provai a chiamarlo, lo chiamavo, ma era come se non mi sentissero. Ero in una visione. Io c'ero e non c'ero. C'ero, ma nessuno mi vedeva. Chiamavo tutti, ma nessuno rispondeva. Piangevano, davanti a una tomba. No, due tombe. Era la tomba di Alice. E di Jasper. Provavo dolore, ancora di più di quel giorno. Molto di più. Aprii gli occhi, mi trovai Seth in lacrime davanti. Non riuscivo a muovermi. Il dolore, ad un tratto, tornò fortissimo, da farmi piegare in due. Cavolo, il mio cuore era molto debole, se si fermava diventavo vampira in tutto e per tutto, ma non volevo. Urlai, non sopportavo più il dolore. Poi, il mio cuore si fermò. Per sempre. Sentii un crack. Era lui, che si spezzava. Poi, vidi una luce e la mia anima che venne portata via dall'angelo della morte, che mi sorrideva soddisfatto. Poi, vidi Seth ancora più bello. Magari stavo sognando, oppure ero morta e me lo stavo immaginando. Si avvicinò. Mi accarezzò una guancia, con le lacrime agli occhi. Era vivo, e io anche. Mi sentii in piena forma e mi alzai, velocissima, per poi abbracciarlo saltandogli addosso. Ero diventata vampira ufficiale. Sempre sirena, speravo. Guardai gli occhi. Rosa, con delle striature rosse. Ok, erano molto più belli così. Però ero diventata vampira. Per colpa di Alice e Jasper. Va be, tanto il sangue umano non lo bevo lo stesso. Poi, scesi dalle scale di corsa e decisi di affrontare la situazione. Alice non parlava a Jasper, che tentava di riappacificarsi o farle capire che gli dispiaceva in ogni modo. Mi sedetti vicino a mia sorella, e sbuffai. Mi alzai e corsi fuori, a sgranchirmi le gambe. Mi buttai in piscina e, per mia gioia, mi trasformai. Poco dopo uscii e tornai dentro, sperando che la situazione fosse migliorata. Rosalie aveva fatto pace con Emmett, ma non lo aveva ancora baciato o che, anche perchè aveva comunque paura. Invece, Alice non parlava ancora a Jasper. Io avrei fatto lo stesso, se non peggio. Mi sedetti di nuovo vicino a lei, poi sospirai e mi accucciai. Volevo vedere se riuscivo a piangere. Si, riuscivo, visto che scoppiai dopo pochi secondi. Dovevo sfogarmi. Esme mi venne subito incontro, a consolarmi. Mi calmai poco dopo,per poi addormentarmi in braccio a mia madre, come quando facevo da piccola. Mi svegliai molto tempo dopo. Erano passati 2 giorni. Ero nel mio letto. Sospirai, avevo di nuovo le lacrime agli occhi. Mi alzai e mi cambiai velocemente. Poi, passandomi una mano sul viso di pietra, che cosa orribile!, uscii dalla stanza e andai da Alice. Era in camera sua, e piangeva silenziosamente. Mi avvicinai e ci abbracciammo, per confortarci a vicenda. Rimanemmo così per molto tempo, fino a che non entrò Jasper, che voleva parlare alla moglie. La guardai, ma lei mi implorò di non lasciarla sola con lui. Sospirai - Jasper, mi dispiace, ma non vado. Mia sorella ha bisogno di me e io non la abbandono. - Jasper ringhiò. Mi venne in mente mio padre quando ringhiava prima di picchiarmi da piccola, per cui lasciai Alice e mi misi dietro di lei, per farmi proteggere.
Pov. Alice
Povera la mia sorellina. Mio marito, almeno credo, la stava terrorizzando. Si mise dietro di me. Io ringhiai a Jasper, che la prese e la fece uscire. Cercai di uscire anche io, ma me lo impedì. Mi buttò a terra, coricandosi sopra di me. Ringhiai, e provai a toglierlo da li, ma lui mi tenne ferme le mani e mi parlò - Alice, amore, so che non è il modo migliore per dirtelo, ma te lo dico lo stesso. Perdonami, perdonami, perdonami. Non avrei mai dovuto dirti così, anche perchè tu per me sei più importante della mia stessa vita, e lo sai. Ti prego amore, scusami. Scusami, angelo mio, scusami, vita mia, scusami luce che irradia la mia perenne notte. - Appena lui finì, lo lanciai verso il muro e gli saltai addosso, baciandolo con foga. Quanto mi erano mancate le sue labbra, il suo sapore, lui. Gli sbottonai la camicia, lanciandola contro il pavimento come una furia. Lui prese a accarezzarmi i fianchi, poi mi strappò di dosso la mglietta, lasciandomi in reggiseno. Lo baciai sempre più, mentre lui mi prese e mi portò sul letto. Mi tolse i pantaloni e gli slip, io feci lo stesso. Mi strappai l'ultimo indumento e mi concedetti a lui, per non so quanto tempo. Al mio amore, alla mia luce.
   
 
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