-
Questo è troppo! – Hermione sbatté forte una mano sul tavolo,
guardando ad uno ad uno i presenti – che cosa vuol dire “sospensione dei
sussidi?” La gente muore di fame, e il nostro amato re preferisce spendere i
NOSTRI soldi delle tasse per mantenere in forma una calca di nobili snobboni
nullafacenti! –
-
Hermione, calmati. Sapevamo che saremmo andati incontro a
delle difficoltà… -
-
Difficoltà un cavolo, Harry! Leggi qui – gli mise in mano una
pergamena dall’aria formale
Harry lesse ad alta voce:
-
“Per ordine del Re i sussidi ai sudditi bisognosi verranno
sospesi fino a data imprecisata, causa spese governative straordinarie” [come
riportato nella legge 15bis comma 4, con il termine ‘bisognosi’ sono indicato i
sudditi non disoccupati con reddito insufficiente ad auto-sostentarsi] –
-
Te le do io le ‘spese governative straordinarie’ – borbottò
Hermione
Più che una riunione di ribelli sembrava un funerale, a
giudicare dalle facce dei presenti
Il nuovo arrivato, Ron, aveva gli occhi sbarrati fissi
davanti a se
-
Ron, cos’hai? – chiese Hagrid poggiandogli una mano sulla
spalla
-
La mia famiglia… - rispose il ragazzo a bassa voce – come
faranno? –
-
Troveremo un modo, Ron, non preoccuparti… faremo un appello a
Corte, se raccogliamo il consenso popolare non potranno ignorarci – cercò di
confortarlo Harry
-
Harry – disse Hermione cupa – non funzionerà. Tu lo sai.
Stavolta si è spinto troppo oltre, la gente non ce la fa più, sarà la rivolta –
-
Ma Herm… così non servirà a niente! Il Re dispone di un intero
esercito, è la sua fortezza non ha punti deboli –
Hermione esibì il suo migliore sorriso scaltro.
-
ce ne ha uno, invece –
-
Herm, non crederai a quella storia del passaggio segreto… è
solo una leggenda! –
-
Non è una leggenda Harry. – intervenne Ron – Mio fratello
Percy lavora all’archivio della vecchia biblioteca, e guardate cosa ha trovato
–
Il ragazzo trasse dalla tasca una vecchia pergamena consunta
scritta con calligrafia chiara anche se le parole erano sbiadite dal tempo.
Hermione la prese e la esaminò per un lungo periodo.
-
è molto antica… risale ai tempi della grande guerra –
-
vuoi dire quando gli uomini di Serpeverde hanno conquistato il
regno, uccidendo il legittimo Re Godric Grifondoro milleduecento anni fa? –
Hermione annuì
-
e qui è chiaramente documentata l’esistenza di quel passaggio
segreto. È stato la rovina del vecchio Re –
-
e tu pensi che esista ancora? –
-
perché no? – Hermione scrollò le spalle
-
e se Serpeverde l’avesse distrutto subito dopo averlo usato…?
-
-
perché avrebbe dovuto? Era il solo a conoscerlo, e poteva
sempre essere un’utile via di fuga o poteva servire a fare scorta di viveri
durante un assedio… un passaggio segreto non si butta mica via! –
-
Hermione ha ragione, Harry – ne convenne Ron – ma nessuno sa
dove sbuchi questo passaggio –
-
Forse il Re lo sa –
-
Fantastico. E glie lo chiedi tu, Mione: “ci dici dov’è il
passaggio segreto, così che possiamo entrare e farti fuori?” E poi se lo sa lo
farà anche controllare, no? –
Un velo di sconforto scese sugli astanti.
-
sentite – disse d’un tratto Ron – mia sorella lavora a corte.
Possiamo chiederle di cercare di scoprire il più possibile su questo passaggio
–
-
buona idea Ron, ma non vorremmo mettere in pericolo tua
sorella… -
-
Neanch’io, naturalmente, ma lei sa badare a se stessa. Glie lo
chiederemo soltanto, se non vuole non la obbligheremo mica. Vedrete che Ginny è
in gamba, ce la farà –
-
Ok Ron. Mi sa che è la nostra unica possibilità –
***********************************************
Quella sera, al banchetto con tutti i nobili, Pansy versò
personalmente da bere al principe (naturalmente aggiungendo al vino una buona
pozione di filtro d’amore).
Quando ebbero finito di mangiare – e nonostante la tensione
avevano mangiato tutti come porci – il Re si alzò e fece cenno a Draco di fare
altrettanto.
-
allora, figliolo, hai scelto la tua sposa? –
Draco rispose secondo le convenzioni:
-
no padre, come potrei? Tutte queste donzelle sono deliziose in
egual misura –
-
molto bene allora. temo che dovrò essere io a scegliere per
te. Tu prenderai in sposa la Somma Sacerdotessa e Maga di Corte, nonché
fanciulla di Nobile e antichissima famiglia, Pansy Parkinson –
Un applauso cortese ma decisamente flaccido si alzò da tutti
gli angoli della grande sala.
Draco sentì qualcosa dalle parti del suo cuore andare in
frantumi: non è possibile! Lo aveva fatto davvero! Suo padre l’aveva minacciato
varie volte di scegliere per lui, ma Draco non l’aveva mai preso troppo sul
serio. E ora comprendeva il suo errore.
Dal canto suo, Pansy piangeva in silenzio. Draco non
l’avrebbe mai amata. Se la pozione avesse fatto effetto, l’avrebbe scelta lui
stesso come sua sposa, invece non era andata così. E poteva esserci solo una
spiegazione:
“lui ama davvero quella piccola sporca sgualdrinella!
Quella… servetta che non è degna nemmeno di guardarlo in faccia! Perché, Draco?
Perché?” pensava tra le lacrime
Quando le fu chiesto di alzarsi in piedi, il suo principe le
chiese con gentilezza, ma senza affetto:
-
perché piangi, mia lady? –
e lei non poté rispondere altrimenti che
-
piango di gioia, mio signore, per il grande onore che mi è
concesso –
E tanto per completare l’allegro quadretto, anche Ginny
piangeva amare lacrime, per il suo amore che aveva perso per sempre.
O almeno, così credeva.
*************************
La notte stessa Draco andò a trovarla, poco prima dell’alba.
-
Draco – sussurrò Ginny, abbracciandolo – cosa fai? Non
dovresti essere qui –
-
Chi se ne importa! Non posso stare senza di te! –
-
Come faremo adesso? Fra una settimana ti sposi… -
-
Scappiamo insieme! –
-
Cosa? E dove andiamo? –
-
Non lo so, il più lontano possibile… posso prendere un po’ di
soldi e cercare casa, magari in un altro Stato… ti prometto che non dovrai più
soffrire, ti darò tutto ciò che vuoi… -
-
Quello che voglio sei solo tu – ricominciò a piangere – ma tuo
padre ti cercherà –
-
Mio padre… è lui il vero problema! –
In quel momento qualcosa interruppe il loro discorso. E quel
“qualcosa” era un sassolino lanciato contro la finestra. Ginny andò ad aprire,
e vide qualche metro sotto di se un ragazzo dai capelli rossi che gli faceva
dei segni
-
pss! Ginny, sono io! – disse a bassa voce
-
Ron – disse lei con voce strozzata –
-
Ron? E chi è? – chiese confuso Draco
-
È mio fratello – lo rassicurò Ginny
-
Ginny, scendi, devo parlarti –
-
Non posso! Fra poco si sveglieranno tutti, si accorgeranno se
non ci sono –
-
Ok, allora… puoi venire stasera, al tramonto, alla locanda
della Fenice? –
-
Ok – lei gli fece un cenno d’intesa – ci vediamo là –
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-
sei sicuro di voler venire anche tu? –
Draco si calò bene il cappuccio sugli occhi
-
do fastidio? –
-
ma certo che no! È solo che… non sei mai uscito da palazzo…
non sai cosa c’è là fuori –
-
hey, sono adulto e vaccinato, sai? –
-
come vuoi, ma fai attenzione –
Ginny si alzò in punta di piedi e lo baciò a stampo sulla
bocca
-
andiamo –