Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: NevanMcRevolver    23/09/2010    2 recensioni
Solo l'immagine può rivaleggiare con la musica. E se l'immagine fosse di più di un semplice pezzo di carta decorato? Se la musica andasse oltre le note che fanno vibrare il cuore, parlasse non solo alla mente? Forse tutto sarebbe un pò più diverso...o più reale? Soltanto l'arte può conforntarsi con sè stessa. E questo Yusuke l'aveva capito, l'ha capito, fin troppo bene.
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 15: Madre Terra

 

 

Davanti ai due ragazzi c’era una grande parete rocciosa, sulla cui superficie si alzava una fessura ampia.

Si capiva che era il tempio che cercavano per il semplice fatto che l’apertura era adornata da fregi, rune dall’arcano significato e due colonne, una per lato.

Erano molto diverse l’una dall’altra: quella di destra si ergeva in tutta la sua altezza con una sinuosa spirale e il capitello era tozzo e liscio; la colonna di sinistra, invece, sembrava essere stata martoriata, poiché sulla liscia superficie mancavano dei pezzi, facendola risultare ora sottile in quel punto, ora più tozza in quell’altro.

-Credo che troveremo il dio della terra, qui dentro…- mormorò Yusuke.

-O la dea- precisò Hydra.

I due si guardarono negli occhi ed entrarono.

L’interno era maestoso nella sua semplicità: l’ambiente si sviluppava su un’area perfettamente circolare, tagliata orizzontalmente sul fondo.

Il perimetro, invece, era costellato di colonne intervallate fra loro da nicchie.

Le prime erano perfettamente lisce, mentre le nicchie erano delle fessure a sesto acuto, al cui interno c’erano delle torce spente.

Il pavimento color della terra era liscio e lucido, tanto da aver la possibilità di specchiarsi all’interno.

I due diedero il primo passo all’interno dell’edificio e le prime due torce si accesero, agevolando la vista.

Più si avvicinavano al fondo, più torce si accendevano, illuminando la magnificenza e la sacralità del luogo.

Quando arrivarono in prossimità della fine notarono che c’era un’ara.

Era estremamente semplice, fatta di pietra, ma lo stile non sembrava per niente quello del tempio.

Era grigia, di pietra grezza e sembrava sbozzata da pochi colpi vigorosi e un po’ imprecisi.

Era costituita da una tavola poggiata su basse colonnine che dovevano rimandare alla forma di mani, anche se sembravano solo dei blocchi amorfi; il piano era completamente sgombro.

Yusuke e Hydra si fissarono con uno sguardo interrogativo, senza sapere bene cosa fare esattamente.

Jussa lo avrebbe sicuramente saputo, ma se ne era andato e loro non avevano la più pallida idea di cosa fare.

Il silenzio regnava sovrano, tanto da far fischiare le orecchie.

-Non so, forse dovremmo presentarci…- disse timidamente Hydra.

Yusuke la guardò di sbieco, e lei si schermì dicendo che non sapeva proprio che fare e che la sua era solo un idea.

-O preferisci rimanere qui fin quando le nostre subdole membra non cascheranno in terra?- chiese, con le mani sui fianchi, Hydra.

Allora, la ragazza, rivolta verso l’altare, si schiarì la voce.

-Siamo Hydra e Yusuke…- ma non riuscì a finire la frase che una scossa di terremoto scosse la struttura facendoli cadere per terra.

Dal centro del pavimento si aprì un foro, che sputava fuori di sé un ammasso enorme di terra, pietre, polvere e calcare.

Tutta la materia vomitata fuori dal buco, poi, prese a vorticare, prima lentamente e sfiorando il suolo, poi sempre più velocemente e in alto.

La velocità di quel vortice di terra alzò un forte vento, e i due si coprirono gli occhi per evitare di far entrare dei detriti.

Poi, ad un certo punto, tutto sembrava ripiegarsi su sé stesso e verso il centro, e ci fu un’altra scossa, anche se meno violenta ma più lunga.

Ad un certo punto i pezzi di terra e i sassi si schiacciavano così tanto fra loro tanto da sembrare che dovessero implodere da un momento all’altro.

Tutto assunse la forma di un bozzolo, o per meglio dire, di una figura piegata su sé stessa e che, lentamente, si ergeva. Sembrava deforme e disarmonico, ma lentamente prese proporzioni armoniche e una colorazione molto strana. Tutto aveva il colore della terra, a diverse gradazioni in base alla collocazione: davanti avevano una donna di straordinaria bellezza, formosa e dai capelli lunghi fatti di…radici?

I due guardavano increduli e impauriti quello spettacolo della natura, che gli lanciò prima uno sguardo indifferente, poi un mezzo sorriso.

-Sono Tellus, la Madre in cui tutto nasce e muore, portatrice del seme della vita, custode dei corpi dei morti. Sono la dea della terra- si presentò la donna.

La voce era alta, squillante, possente: trasmetteva calma, incuteva rispetto.

Erano pur sempre al cospetto della Grande Madre, no? Allora i due le si inginocchiarono dinnanzi, in segno di rispetto.

-Ebbene?- continuò la dea.

-Cerchiamo la sua benevolenza, signora!- disse Yusuke.

-Per farci cosa?-

-Per sconfiggere Kaos…- disse timidamente Hydra.

La donna disse loro di alzarsi, e li guardò dritti in faccia, con i suoi occhi di topazio.

-Davvero?-

I due non sapevano cosa fare, la donna si era fatta se possibile più alta e severa, guardandoli in tutta la sua fierezza giocando, distrattamente con una ciocca di capelli (o radici, ancora non si poteva sapere).

-Allora?- chiese ancora, con più fermezza e l’autorità tutta degli dèi.

-Vogliamo sconfiggere Kaos, per riportare non dico la pace, ma un po’ di tranquillità su questa…su questo mondo!- dichiarò Yusuke. Stava per dire “su questa terra” ma all’ultimo gli era sembrato offensivo davanti alla dea stessa della terra.

-Si, lo so, sono pur sempre una divinità! Sono io, che con il terremoto ho distratto i Militi per permettere a Eosforo di salvarvi! Ma cosa vi spinge a fare ciò?-

-Non è bello vedere sangue innocente versato inutilmente…- disse Hydra, che pensava ancora a Jussa e alle vittime dell’orfanotrofio, con le lacrime agli occhi.

-State certi, vi darò il mio potere. Ma voglio darvi un avvertimento. Non tutti saranno accondiscendenti come me. Sarete messi alla prova, e molto duramente. Seppiatelo fin da ora! Questo è solo l’inizio, le sofferenze vi aspetteranno dietro l’angolo, in agguato, vi attendono, vi ghermiranno. Vi dono il potere della forza della Terra, che vi sia d’aiuto in questo viaggio. Avete la mia benedizione e il mio potere- e detto ciò, la dea poggiò ogni mano sulla testa dei due, per poi dissolversi in un mare di polvere e argilla.

I due, quindi, alzandosi, si ripulirono dai detriti e si videro prima intorno, poi fra di loro, increduli di quanto fosse accaduto.

Si sentivano esattamente come la terra: pieni di vita eppure prossimi alla morte, vecchi, saldi, fermi eppure giovani, in costante movimento. Erano i fiori di tutto il suolo, le pietre del sottosuolo, la vita che stava per germogliare e un fiore che stava per morire.

Erano le radici degli alberi che scavavano per trovare l’acqua.

Erano la saggezza propria di quella terra che aveva visto passare sopra e sotto di sé prima i giorni, poi i mesi, gli anni e le epoche, le civiltà, le loro guerre e le loro relative paci, erano il sangue di chi aveva bagnato quel mondo e il sangue dal quale era nato quello attuale.

Poi, improvvisamente, questo mare di sensazioni antitetiche eppure complementari fra loro, così come giunsero, sparirono.

Poi, qualcosa parve smuovere l’aria, poi la stanza e le fondamenta stesse della terra: un altro sisma.

La volta stava iniziando a cedere, poiché pezzi di terra e pietra sempre più grossi presero a cadere; i due si rifugiarono in un angolo della stanza ma le vibrazioni si fecero via via sempre più violente, fragorose e fatali.

Un sasso, o per meglio dire, un macigno, cadendo sfiorò Yusuke, facendolo spaventare a morte.

I due presi dal panico non sapevano cosa fare: i respiri si fecero sempre più aritmici e rapidi, le mani iniziarono a cacciare sudore velocemente diventando pericolosamente lisce e scivolose.

L’aria iniziava a farsi irrespirabile, piena di polvere, spore e terra, tanto da far venire dei conati di vomito.

Per un attimo tutto si fermò, per poi riprendere con un unico violentissimo sussulto quella danza mortale.

Il terrore tornò di nuovo alle stelle.

-Siamo sfottuti, moriremo!- urlò Yusuke, ancora più terrorizzato dall’idea di morire seppellito vivo dalle macerie.

Chissà com’è morire seppelliti vivi, mentre respiri, mentre la terra, per prima cosa, ti blocca, e poi ti si infila nella narici, in bocca, negli occhi, nelle orecchie. Certo, sarebbe tutto attutito, e rallentato. Si sa, la mancanza di ossigeno ritarda i sensi. Forse non sarebbe poi così male morire da stordito, ma è l’idea stessa della morte che ti fa fuggire da essa.

Il panico era tale da costringerlo a gettare fuori un fiotto di fiele per il disgusto.

Hydra, disperata, poi prese ad urlare.

-BASTA! BASTA!-

Improvvisamente, come qualche istante prima tutto si bloccò, ma questa volta definitivamente.

Appena tutto sembrò terminato, i due, correndo quanto le gambe tremanti li permettessero, corsero fuori, e giunti all’aria aperta, caddero rovinosamente in terra, respirando a boccate profonde l’aria pulita.

Tramortiti e spaventati, con le mani, Yusuke e Hydra si cercavano, e toccatisi, prima si strinsero le prese delle mani, poi si abbracciarono forte, pieni di polvere, pietre e terra, sudati, tremanti, spaventati a morte, ma comunque miracolosamente vivi e illesi.

I respiri, molto lentamente, si fecero sempre più regolari, e le carni presero a smettere di tremare.

Ma l’immagine di quella montagna (perché di quello si trattava) che gli crollava addosso era davvero traumatica.

Erano davvero vicini alla morte. Potevano dire di averla quasi intravista, o per meglio dire, avvertita fra le vibrazioni e le esalazioni della terra.

I due poi, dopo quelle che potevano essere ore, o forse giorni, anni, o ancor di più, vite, si alzarono per lasciarsi cadere all’ombra di un salice, incuranti del fatto che dovevano nascondersi.

Lì, esausti si lasciarono cullare dalle note del silenzio e iniziarono a ballare su ipnotiche danze sonnolente, finché, chiusi gli occhi, non persero coscienza di sé.

La luna, alta nel cielo, se ne fregò altamente delle loro grane, e le stelle non facevano altro che compiacersi della loro grandezza, della loro luminosità, o forse si interessavano di loro, ma lo nascondevano così bene da sembrare davvero disinteressate a loro.

Le stelle continuarono a brillare, e la luna a splendere per tutta la notte.

 

 

 

 

 

Angolo dell’autore:

Ciao a tutti! Mi scuso per l’orrendo ritardo con cui ho aggiornato, ma il 5° superiore si prospetta piuttosto impegnativo e corposo, quindi pubblico appena riesco a tirare un respiro di sollievo (ed è appena passata una sola settimana dal primo giorno di scuola O.o).

Bene, detto questo, Yusuke e Hydra hanno incontrato Tellus (per maggiori informazioni sulla divinità, vi consiglio di vedere su Wikipedia, se può interessarvi) e ne hanno preso il potere.

Kaos può iniziare a tremare, adesso, anche se la strada, purtroppo per Yusuke e Hydra, e meglio per Kaos, è ancora lunga!

Tranquilli, ce ne saranno delle belle, abbiate solo un po’ di pazienza!

Per il momento…

…alla prossima!

 

P.S. Colgo per ringraziare chi segue con assiduità questa storia: grazie, siete mitici!

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: NevanMcRevolver