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Autore: LyhyEllesmere    23/09/2010    6 recensioni
Rose è una ragazza dolce e solare, pronta ad aiutare il prossimo, ma anche ironica e un po' troppo saccente. Scorpius è cresciuto nell'amore dei suoi genitori, da un padre diverso, un Draco che nessuno immagina. Ma su di lui aleggia un male sconosciuto.
Una ragazza fugge dall'Europa, per dimenticare un passato che, indelebile, la fa annegare nel dolore. Molti cercano di aiutarla, ma nessuno ci riesce; perché solo un paio d'occhi verdi le permetteranno di dimenticare quelli neri impressi nella sua mente.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 16 – Fuoco

 

La Sala Grande era piena, come al solito. Le alte e strette finestre gotiche, dai complicati intarsi di vetro colorato, lasciavano trasparire ben poco. Fuori, il tempo si stava scatenando, i pesanti nuvoloni neri facevano ricadere migliaia di gocce sottili sul freddo terreno scozzese. La superficie del Lago Nero, invisibile alle centinaia di studenti, somigliava sempre di più ad asfalto liquido.

I ragazzi, però, indifferenti a ciò che stava accadendo al di fuori del castello, continuavano a scherzare, ridere, prendersi in giro. Ognuno sedeva al proprio tavolo, apparteneva ad una Casa ben precisa, corrispondente alle sue qualità e paure. Ognuno con la divisa, dei colori ben precisi, che li distinguevano gli uni dagli altri. Ma tutti studenti di Hogwarts, tutti consapevoli dei trucchetti delle scale antiche, della grandiosità della Biblioteca e della freddezza dei sotterranei. Tutti con ideali, amici grandi e piccini.

Dal Tavolo degli Insegnanti, Filius Vitious li osservava con sorriso paterno, un lampo d’orgoglio negli occhietti scuri e vivaci, coperti in parte dalle sopracciglia cespugliose.

Al Tavolo di Grifondoro Robin, James, Hugo, Al, Rose e il resto della compagnia discutevano animatamente di Quidditch.

“Vedrai che i Cannoni di Chudley riusciranno a scalare la classifica quest’anno” stava dicendo Hugo, euforico. “Hanno comprato un nuovo Portiere, ho sentito, una specie di giovane promessa. Matt Hope!”

“E credi che questo basterà, cuginetto?” James era sempre terribile col sarcasmo. Specie se associato a quella sottospecie di ghigno alla Grinch. “Insomma, servirà ben più della Speranza per vincere il Campionato!” Alla faccia delle battute.

A dirla tutta, non se l’aspettava, la botta in testa. Ahia, Robin quando ci si metteva saper far male. Maledetti muscoli da Cacciatrice…

“Robin!”

“Che c’è?” chiese quella con voce angelica, sbattendo le ciglia lunghe in stile Jessica Rabbit.

Oh, se la conosceva. Faceva tanto la santarellina… Ma con lui non funzionava. Ghignò. Per l’ennesima volta.

“Sei violenta solo nell’animo o anche in altri momenti?” Ammiccò con sguardo malizioso. Ed il cuore in gola. Chissà perché poi.

Gli ritornò in mente l’episodio dell’ora prima. Il bacio sulla fronte. Aveva la pelle morbida, Robin. Anche se l’abbronzatura ispanica la faceva sembrare elastica. E poi aveva quello strano profumo. Un aroma che aveva già sentito da qualche parte. Mah… In sé ringraziava la sua faccia da schiaffi, che gli permetteva di nascondere il suo vero stato d’animo. Anch’esso indefinito, confuso per la verità.

“James, sei un maiale!” Sbottò Rose. Fantastico: lo aveva già pensato, ma accettare di avere un pervertito come cugino è tutta un’altra storia. Com’era quel detto? Ah, si. Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.

Robin, come Al, scosse la testa. Non cambierà mai… si ritrovò a pensare. Ma non in modo ironico ed allegro, come sempre. Con una sorta di malinconia. A sorpresa, lo colpì nuovamente sulla testa.

“Ahi, di nuovo! Ma la vuoi smett…”

“Fa’ un’altra battuta come quella e ti lavo la lingua con un Gratta e Netta” Si sforzò di sorridere in modo esagerato, evitando però un contatto visivo. Davanti agli occhi di James, caldi e cioccolatosi, si scioglieva come burro al sole.

“Io proprio non la capisco” borbottò quello, tra le risate generali.

“Le donne vanno amate, non capite” rispose Robin, di getto. Alzò lo sguardo. Com’è che tutti s’erano azzittiti? Incontrò lo sguardo interrogativo di James. Cosa aveva fatto di sbagliato? Perché poi il battito del cuore aveva accelerato?

“Be’, che c‘è da fissare?” sbottò infine. Insomma, capiva un po’, ma non avevano più quattro anni. La conoscevano almeno un po’, la vita. Tutti avevano baciato un ragazzo/una ragazza perlomeno.

“Scusa, Robin, la tua battuta suonava un po’ ambigua” rispose gentilmente Rose. Da quando pure lei aveva cominciato coi doppi sensi???

“Dai, è solo un modo di dire Babbano!” rispose esasperata. “Non serve che esaminiate ogni mia parola”

“Lo immaginavo” rispose James, col suo solito sorriso. Quello che Robin non aveva capito, però, era la sua delusione. Quando l’aveva sentita parlare in quel modo, il cuore aveva subito un brusco acceleramento. Come quando vincevano una partita di Quidditch. E non ne comprendeva il motivo, sapeva solo che Robin in quel momento era la ragazza più bella del pianeta.

Si voltò bruscamente verso Hugo. “Be’, che dicevi di Mister Speranza?”

“Hope, James, Matt Hope. È uno dei più giovani professionisti del secolo! Ha solo sedici anni e già gioca nel Campionato!” Una serie di teste si voltarono.

“Sedici anni?” ripeté Rose, in viso un’espressione al contempo colpita e preoccupata. “La nostra età?”

“Wow, come sei perspicace” commentò Scorpius, rimasto zitto fino a quel momento.

“E chi ti ha chiesto niente? Al, come si fa a giocare a soli sedici anni?? Insomma, servirà un permesso speciale, è pur sempre minorenne… e poi su nei piani alti non è che ci vadano alla leggera, potrebbe farsi male sul serio…”

“Non sarebbe la prima volta.” rispose il cugino, pacato come sempre. “Inoltre, se lo hanno comprato, qualche capacità l’avrà. Non credo sia così stupido da non sapere cosa lo aspetta…”

Al era sempre Al. Poteva cascare il mondo, bruciare il mare, tornare in vita Lord Voldemort. Non si sarebbe smosso. Sempre evitando di farlo arrabbiare. Certo, forse davanti allo spogliarello del sex symbol Percival Weasley sarebbe scappato. Ma quello non contava, avrebbe fatto lo stesso anche un Dorsorugoso di Norvegia in calore.

“Sarà…” sbuffò Rose. “Secondo me è troppo pericoloso”.

“Sai, Rose” rise Lily. “Ogni giorno che passa assomigli sempre di più a zia Hermione”

“Perché me lo dicono sempre tutti?” Sbottò. Poi, il viso le si illuminò. “ Ehi, Al, oggi ho cominciato a leggere il Libro di Rune!” Certo, cambiava umore come il tempo inglese.

Scorpius ed il cugino si voltarono, interessati. Dopotutto aveva fatto venir loro una testa così, a furia di parlarne. Un po’ di curiosità era lecita.

La mandibola di James, intanto, rischiava di slogarsi. Sedici anni e già gioca nel Campionato. Era inutile negarlo, stava morendo dall’invidia. In pratica, era il suo sogno, da bambino. Diventare un grande giocatore di Quidditch. Poi, crescendo, aveva capito che sarebbe stato impossibile, doveva perlomeno aspettare di diplomarsi. Perché però quel ragazzo ce l’aveva fatta? Matt Hope. Un nome comune, inglese. Avrebbe dovuto frequentare Hogwarts, eppure non l’aveva mai sentito in giro. Che fosse americano?

Sedici anni.

Robin conosceva James da una vita, poteva immaginare cosa gli stava passando per la testa. Gli chiuse la bocca con uno scatto, dolcemente.

Il ragazzo strabuzzò gli occhi, ancora un po’ stralunato. “Eh?” Per l’appunto.

“Così ci entreranno le mosche. E poi con quello sguardo sembri ancor di più un pesce lesso.” Sorrise lei.

Ancor di più?

“Sì, hai presente quando ti imbamboli, manco avessi visto Merlino in persona? Be’, sembri un pesce lesso”.

“Da quando usi tutte queste espressioni Babbane?”

Ah, bene, cerca di rivoltare la frittata.

“Mia nonna è Babbana, idiota”

“Avrai preso da lei, impedita

“In cosa, di grazia?”

A volare, avrebbe voluto rispondergli. Ma sapeva che sarebbe stato troppo stronzo. E lui non era così. Non con Robin, perlomeno.

“In Aritmanzia. Mi chiedi sempre di spiegarti tutto”

Ah, giusto. James era una frana a scuola. Be’, non che non capisse, semplicemente non aveva voglia di studiare. In Aritmanzia, però, si impegnava. Si divertiva, a detta sua. Forse perché non si dovevano studiare formule inutili o fatti accaduti mai sentiti prima. Aritmanzia era rilassante, a detta sua. Sì, quanto per un Babbano studiare fisica. Ma James era fatto così, che ci si poteva fare? Ginny aveva rinunciato da tempo a capirlo, ormai puntava su Al.

“E, di grazia, questo che c’entra? È come un cactus in Antartide!”

Boh, semplicemente dovevo inventarmi qualcosa alla svelta.

Se il tuo cervello non c’arriva non è certo affar mio”.

Robin represse una risata sarcastica. “Parli come se ne avessi uno”

“Certo che ce l’ho”

“Allora l’hai dimenticato a Bora Bora”

“A Bora che?”

“Per l’appunto”

“Be’, scusa se non ho una nonna Babbana, io, e non conosco bene tutte le città dell’Inghilterra. A cosa serve poi?”

“Bora Bora è in Polinesia, cretino”

James rimase un attimo interdetto. Solo Robin riusciva sempre a rimbeccarlo.

“Per l’appunto, cosa vuoi che conosca io l’Oceano Atlantico1???”

“Lily, tua mamma giocava ancora nelle Holyhead Harpies quando aspettava tuo fratello?”

Il suono d’risucchio fu segno che Lily si era staccata dalle labbra di David.  

“Se non ricordo male, fino al quarto mese” Ovviamente mentre pomiciava non poteva perdersi tutti i discorsi della tavolata. Era contro produttivo, per la miseria.  

Robin annuì. “Ora si spiegano molte cose” e scosse la testa con fare consapevole.

“Ehi, cosa stai insinuando?” James Potter non si arrende davanti a nessuno.

Hugo gli batté una pacca sulla spalla, con fare fraterno e un po’ pietoso. “Che è meglio se la smetti, James, tanto ti ha già messo nel sacco.”

James Potter non si arrendeva davanti a nessuno. Tranne che di fronte a Intrepida Robins.

 

“Fammi capire bene” Scorpius aveva smesso di stupirsi di Rose., ormai. Matematico: era imprevedibile. Se tutti seguivano la strada dritta, lei doveva deviare per il sentiero di montagna e farsi una capatina sulle Himalaya. Ma chi non lo farebbe??

“In pratica hai comprato il libro, l’hai pagato dieci galeoni e ora non ci capisci niente? Con quel tanto non lo prendevi, no?”

Rose alzò gli occhi al cielo. “Perché gli uomini sono sempre delle gran teste di zucca? Devo semplicemente procurarmi un vocabolario, qual è il problema? Abbiamo la Biblioteca più fornita dell’Inghilterra! Al massimo me lo faccio procurare da mamma. È vero, non nego che sarà difficile, ma lo sapete che amo le sfide. Insomma, leggo da quando ho cinque anni. Sarà pur ora di complicare un po’ le cose, no?”

Ovvio, rispose mentalmente Scorpius. Quelli che non vogliono problemi, se li beccano. Lei se li va a cercare.

“Non ti basterà un dizionario, credo” sospirò Al, pragmatico come sempre. “Ti ci vorrebbe un interprete…”

“Sì, grazie del consiglio. Cosa faccio, lo costruisco con la plastilina? O chiedo alla McGranitt di Materializzarmi un fighissimo mago italiano per farmi da traduttore?” Era la regina del sarcasmo, decisamente.

Scorpius fece un gesto involontario col braccio, quasi volesse scacciare una zanzara. “Deve essere figo per forza?”

“Be’, non è che mi faccio portare un tipo con la testa sempre tra i libri e un paio d’occhiali con le lenti più spesse di Storia di Hogwarts

“Invece dovresti. Sono i più sapientoni, no?”

“Dai, dacci un taglio. Comunque non credo il libro sia in italiano”.

Al e Scorpius cominciarono a sbattere la testa contro il tavolo, lo stesso pensiero in testa. Perché a me??? Perché non una ragazza normale, che si preoccupa della manicure invece che dei libri vecchi mille anni?

Risposta semplice. Al aveva già Lily come sorella e Dominique come cugina. Scorpius…non poteva fare a meno di Rose. La quale li fulminò, non appena si furono ripresi e continuò imperterrita.

“… è in volgare medievale, con dentro, come si chiamano quei cosi… latinsismi?”

“Latinismi” soffiò Elly.

“Esatto. Credo che i testi siano stati trascritti dai monaci amanumensi…”

“Amanuensi”

“Dettagli. Ehi, Elly, mi stavi ascoltando?”

Quella non diede segno di vita. I capelli lunghi ricadevano lisci sulla schiena, la frangia le nascondeva come sempre gli occhi. Quella sera, sotto la gonna portava dei semplici pantaloni di cotone neri. Sembrava assorta da un discorso di Madeleine.

“Sai, esistono questi incroci tra Nargilli e Gorgosprizzi, Luna li chiama Gorgilli, che possono davvero dare fastidio… Bisogna stare attenti a scacciarli. Si deve indossare un cappello di pelliccia di Ricciocorno ogni plenilunio e fare la danza del ventre alle tre di notte il 15 di ogni mese. Meglio se sulla torre di Astronomia. Se ti va puoi accompagnarmi…”

Ma Elly, in realtà, non l’ascoltava. Non che non la divertisse, ascoltare i discorsi strampalati di Madeleine ti permetteva almeno di farti quattro risate, ma era assorta. Correggeva gli strafalcioni di Rose per riflesso, abitudine che aveva acquisito con lui. Un’abitudine difficile da dimenticare.

Accanto a lei, Rose scosse le spalle – si era abituata alla sua apatia – e posò le mani sul tavolo, alla ricerca delle posate.

Era strana Rose, a detta di Elly. Invadente, sempre pronta a trarre le conclusioni sbagliate. Non lo faceva apposta, si preoccupava un po’ per tutti, come una chioccia. E non si curava di se stessa. Il suo motto doveva essere: la famiglia prima di tutto.

Ripensò a Janyssa e Phydel. Si era ripromessa di rispondere alla lettera, ma alla fine le era mancato il tempo. O forse il coraggio. Strano: lei che aveva affrontato di tutto, indietreggiava sempre davanti a Phydel, quattordicenne tanto esplosiva quanto inquietante. Non credeva avrebbe mandato Ebe, comunque. Non erano stupide, avrebbero capito.

Accanto a lei, Rose si stava rivolgendo al fratello. “Hugo, mi presti il tuo coltello, per favore?”

Domande di tutti i giorni, quotidianità, che per lei, Lyhy, si era spezzata, andata. E non poteva far nulla per tornare indietro, né per andare avanti.

“Perché io? Chiedilo a Lily”

“Se non te ne sei accorto, è un tantino appiccicato alla bocca di Elyant. Non mi pare il caso” Accanto a lei, Al strinse i pugni, in viso una smorfia disgustata.

“Chiedilo a Scorpius, James…”

“E se le malattie mentali si passassero per via saliva? Preferirei averle già nel corredo genetico, grazie”.

“Ehi, sempre gentile tu”.

“Lo sai che non mi smentisco mai”.

“E il tuo adorato cuginetto Al?”

“Sta mangiando la minestra, se non te ne sei accorto”.

“Robin?” La ragazza in questione stava proprio leccando il suo. Quando si dice il tempismo.

“Madeleine?”

Rose inarcò un sopracciglio, accigliata. Non aveva mai visto suo fratello in atteggiamenti così possessivi. “Dai, quante storie per un coltello. Non te lo frego mica, devi solo prestarmelo”.

“Appunto. Studi Trasfigurazione, fanne apparire uno”.

Si guardarono negli occhi, blu su nocciola, in viso la stessa espressione da Weasley incazzoso. Ad Elly veniva quasi da sorridere. Le mancavano i bisticci con Del che la voleva truccare, quelli con Jan che seminava le sue cose in giro e che poi dava la colpa agli altri perché non riusciva a trovarle. A come però le saltavano addosso di ritorno da una missione e le raccontavano tutti i pettegolezzi dell’Accademia. Per la prima volta dopo tanto tempo, desiderò tornare a casa.

“Dammi il tuo coltello”

“No!”

Ormai era una questione di principio. Per entrambi.

Accio coltello!

“No!” Hugo lo aveva afferrato per il manico e lo stava trattenendo.

Ma non poteva tornare a casa. Non dopo tutto quello che era successo. Non dopo tutti gli sforzi del Preside per proteggerla, per nasconderla. E come qualcosa di proibito, e masochistico, desiderava tornare sulle sponde del lago, a salutarlo.

“Lascia quel coltello!” Rose cominciava a fumare di rabbia, le gote rosse come una bambolina di porcellana. Una bambolina davvero incazzosa.

Un lampo attraversò gli occhi di Hugo. Sorrise, l’angioletto. “D’accordo”. E lo lasciò.

Il coltello si conficcò a due centimetri dalla mano di Rose, passando davanti agli occhi di Elly. Fu un attimo.

 

Buio. Terra che trema. Scale che crollano. Marmo bianco ovunque. Grida lontane di gente disperata. Scudo. Infranto. Quella lamina azzurrina spezzata. Coltelli decorati da strani ghirigori.”NO!” Un dolore al ginocchio destro. E uno, soprattutto, al cuore. Non suo. Una risata crudele. Due grandi occhi neri.

 

Fu un attimo. Il coltello si era appena conficcato vicino alla mano di Rose. “Ma sei…”

Un fuoco divampò nella Sala Grande, proprio al centro del tavolo di Grifondoro. Rosso, caldo, inaspettato. Alto quasi fino al soffitto. Alcuni studenti si alzarono. Altri, come Rose, cercarono di spegnerlo con un Aguamenti. Non accennava a diminuire, anche dopo l’accorso degli insegnanti.

“Al!” Rose non capiva, come in quei sogni dove non sai dove andare, dove guardare. Ragazzi che si allontanano, che corrono. Eppure non capiva. Non era Ardemonio. Perché non si spegne?

Albus si guardava in giro, frastornato. Dov’erano tutti? James e Robin stavano schizzando acqua dalla bacchetta, Madeleine fissava il fuoco con gli occhi spalancati, David cercava di allontanare Lily. Ma dov’era Elly? Dove sei? Ah, eccola. Ancora seduta al tavolo, come niente fosse, scossa però da un tremito. Sembrava stesse avendo un incubo. “Elly!” le scosse le spalle.

Quella sembrò svegliarsi di soprassalto. Dove sei? Cercava il proprietario della voce, una chioma nera scompigliata, occhi ridenti, sorriso dolce e al contempo strafottente. Ma tutto quello che vedeva era Al. È solo Potter, ripeteva a se stessa, il cuore che le batteva all’impazzata. Il fuoco si spense all’improvviso, così com’era venuto.

Le doleva la testa, non capiva che stava succedendo, doveva andarsene. Due grandi occhi neri.

“Devo andare in bagno…” riuscì a borbottare prima di fuggire di corsa dalla Sala Grande. Scorpius approfittò della confusione per seguirla.

“Professoressa, cosa è successo?” chiese Rose ad una rugosa McGranitt.

“Non lo so, Weasley. E francamente, anche se lo sapessi, non sarei autorizzata a dirtelo.”

Rose inarcò un sopracciglio ed incontrò gli occhi verdi di Al, accesi dalla stessa domanda. Non avevano mai visto la professoressa così confusa, stava sicuramente dicendo la verità. Si avvicinarono al centro del tavolo di Grifondoro, dove le fiamme avevano lambito le portate e avrebbero dovuto ridurle in cenere. Avrebbero dovuto, per l’appunto. Tutto era intatto, il maiale come appena uscito dal forno, piatti e posate d’oro lucente, al loro posto, lucidate da poco dagli Elfi Domestici.

  

 

Elly camminava per i Corridoi, silenziosa, senza una meta precisa. Aveva bisogno di riflettere. O meglio, l’opposto. Non voleva pensare. La testa sembrava le stesse per esplodere, una bomba a orologeria negli ultimi secondi di vita. Le stesse fiamme che prima si erano alzate in Sala Grande, ora le stavano divorando il cervello. Cosa mi sta succedendo? Non capiva nulla, solo per via di uno stupido coltello. Non vedeva altro che nero, alternato ad un alone azzurrino. Ovunque quegli occhi la seguivano. Non la lasciavano. Eppure chiedeva solo una attimo di pace.

Le immagini mentali si fermarono su una scena ormai nota. La conosceva alla perfezione, il pavimento bianco e rosso, la luce dorata. Un familiare senso di colpa le attanagliò lo stomaco. Perché era colpa sua. Colpa mia. E non poteva far altro che pagarne le conseguenze.

“Elly?” La voce di Scorpius la distrasse dai suoi pensieri. Non l’aveva nemmeno sentito arrivare.

Doveva assolutamente calmarsi. Fece un respiro profondo. “Cosa c’è?” chiese in un sussurro.

Scorpius si schiarì la voce. Ora che le si trovava davanti, si sentiva incredibilmente in imbarazzo. “A proposito di questo pomeriggio…” Sbaglio o la temperatura si è alzata di venti gradi?

Se n’era quasi dimenticata. Sembrava fosse passato un secolo, ma sapeva cosa stava per chiederle. “Non ti preoccupare” lo anticipò. “Non lo dirò a nessuno”.

Scorpius non poté reprimere un sospiro di sollievo. Non la conosceva da molto, ma, inspiegabilmente, sapeva di potersi fidare di lei. Le ispirava un senso di fiducia, come fossero strettamente legati.

“Grazie”. Ma c’era ancora un punto che voleva chiarire.

“Aspetta. Come hai fatto a… capirlo?”

Elly s’irrigidì. Non le piaceva ricordare, soprattutto in quel momento. Si sentiva preda del fuoco, faticava persino a rimanere concentrata.

“Conoscevo… una persona, un ragazzo… con il tuo stesso… problema.” Carina come definizione.

Lo lasciò lì, a rimuginare nel bel mezzo del Corridoio.

Scese le scale, la camminata ferma, le spalle dritte, il mento sicuro. Come le avevano insegnato all’Accademia, era un modo di rilassamento della mente. Doveva mostrarsi decisa, continuare per la sua strada. E trovare Vitious, chiedergli, capire. Forse sapeva come aiutarla, o almeno cosa le stava accadendo.

Svoltò a sinistra all’imbocco del terzo piano e passò davanti al solito gruppo di oche starnazzanti. Rimase concentrata, incurante delle risatine acute e leziose che echeggiavano nel corridoio. Non doveva permettere alle fiamme di friggerle il cervello.

Era sempre stata decisa. Aveva sempre raggiunto tutto ciò che si era prefissa, o che le avevano ordinato, lavorando duramente, dando sempre il massimo. Eppure negli ultimi tempi era cambiata: era fuggita. Lyhy non sarebbe mai fuggita. Elly sì. Perché si era lasciata trascinare, coinvolgere dal dolore. Quel senso di perdita che ti colpisce, come un guscio vuoto che non si può colmare, perché nessuno riuscirà mai a sostituire chi si è perso. E il tempo, crudele, continua a scorrere, non riduce il dolore. I giorni, i mesi passano, senza più alcuna importanza. La vita non ha senso. E ora anche questo. Elly non può, non riesce a curarsi degli altri, non ora. Non quando ha dedicato loro la sua vita e per questo ha perso  tutto. Cammina dritta; vuole mettere fine al dolore, al panico, agli incubi, anche se non sa come. Sa solo che non riuscirà a dimenticarlo, perché era la parte più importante di lei. Cammina dritta, lungo il corridoio, incurante degli altri.

 

 

Ormai è noto, proprio come dice Harry Potter. Se tu non cerchi guai, quelli trovano te.

“Non la sopporto” sputò Katherine Smith, una delle oche più stronze della scuola. Alta, sinuosa, occhi nocciola e lunga treccia bionda. Naso all’insù, come se stesse perennemente annusando cacca d’Ippogrifo seccata al sole e ribagnata con acqua di stagno. Ex – non si sa come – di Scorpius Malfoy, oltre che di metà della popolazione maschile di Hogwarts. Dire di chi sia figlia è superfluo. “Se la tira come una vacca”.

“Già. Manco fosse la regina. Sempre con quella cavolo di frangia sugli occhi. Quasi per dire « Uuh, sono misteriosa, guardatemi!! »” Scimmiottò Zoe Lenim, una Serpeverde alta un metro e un tappo dai capelli marroncino indefinito, il naso da maiale e gli occhi color acquitrino.

“Hihihi, già, e poi, dalle mie informazioni” continuò Amber Iant, la ragazza più pettegola della scuola “ oggi, dopo l’allenamento di Quidditch dei Grifondoro, si è fermata nello spogliatoio”. Aveva capelli lunghi, lisci, biondo ossigenato, e occhi grigi.

“E allora?” Verity Fever2 inarcò un sopracciglio. Delle quattro era sicuramente la più sveglia, la “capo”: alta, lunghi capelli neri e occhi azzurro ghiaccio. Un viso d’angioletto che nascondeva una animo scaltro e calcolatore.

“Con Malfoy” precisò Amber, ridacchiando istericamente. Davvero, rischiava il collasso.

Katherine fece una smorfia. “Scorpius è un pappamolla”.

“Solo perché ti ha lasciato?” Ok, era ora di spaccare la faccia a Zoe.

Katherine storse – se possibile – ancor di più il naso. “No, semplicemente non ha le palle. Sempre perso tra le nuvole.”

“Però è figo…ed è simpatico. Hihihi. Vero Verity?”

Verity aveva sempre avuto una cotta per Scorpius. Le loro case erano vicine – se vicina si può definire una distanza di 80 miglia – ed i genitori si conoscevano alla lontana. Dopo lo Smistamento, non aveva voluto certamente a che fare con uno “sporco” Grifondoro. Ma si sa, una camera blindata alla Gringott come quella dei Malfoy rimane pur sempre tale. Non guastava poi che Scorpius fosse un giocatore di Quidditch alto, bello, simpatico, intelligente e chi più ne ha più ne metta. Se non fosse stato per la sua sbadataggine… Perciò Verity aveva ricominciato a provare un certo “interesse” da qualche mese a quella parte. Di solito non esitava a farsi avanti, sapeva di essere irresistibile e incredibilmente modesta, ma con lui aveva deciso di fare un passo alla volta. Rimaneva impassibile alle risatine di Amber, ma dentro di sé covava una certa irritazione. Chi era questa Ryan per intromettersi tra lei e il suo futuro marito? Sapeva troppo di gatta morta. Attirava sempre l’attenzione dei ragazzi, mettendo lei, Verity Fever, la più bella della scuola, in secondo piano.

E Verity sapeva essere molto vendicativa. Da non sottovalutare. Soprattutto per il suo ruolo di Battitrice nella squadra di Quidditch di Serpeverde, contro cui Grifondoro si sarebbe scontrato da lì a pochi giorni.   

 

A Lyhy,

che deve ancora tornare.

Vedrai che il tuo posto è ancora lì.

 

1 – La Polinesia, per chi non lo sa, è un arcipelago dell’Oceano Pacifico

2 – Verity Fever: il suo nome originale, se andate a guardare il capitolo “Smistamento” è Verity Ferb. L’ho cambiato perché non mi convinceva.

 

Allora, per chi sta leggendo, no, ve lo dico subito, non è un miraggio. Sono io, la pazza autrice che aggiorna una volta ogni morte di papa. Ormai vi avrò stufato con le scuse, ma ho dei buoni motivi. Appena tornata dall’Inghilterra, il 28 agosto, sono ripartita per la Germania. Poi il 9 settembre è cominciata la scuola (sì, qui in Trentino l’abbiamo cominciata il 9). I miei prof, anche se la quarta dovrebbe essere l’anno più tranquillo – almeno così pensavo - , hanno deciso che fare delle prove appena tornati è il modo migliore per cominciare l’anno. E naturalmente, dopo 2 settimane di scuola ho già fatto fuori mezzo block per appunti. Ciliegina sulla torta: sull’altro fronte della storia ho scritto letteralmente solo 2 righe. E non voglio avvicinare troppo i capitoli che posto qui su efp a quelli che scrivo. Quindi continuo ad aspettare. Ultimo, ma non meno importante, da domani torna mia sorella maggiore, perciò non potrò avere quasi mai accesso al pc, visto che si trova in camera sua e lei deve studiare. Evviva l’allegria! comunque sono contenta di aggiornare. Il prossimo capitolo non so quando arriverà, ma si chiamerà “Partita” ed è lungo una ventina di pagine di block. Povero il mio cuoricino. Ok, ora passiamo ai ringraziamenti personali:

JuliaSnape: ciao cara! E vabbeh, sarà per la prossima volta =D=D Grazie dei complimenti, sono contenta ti sia piaciuto il capitolo =) E vedrai, con le GT non è finita qui, le cose si complicheranno muahahah (ok, sono pazza, l’ammetto). Che ne pensi di questo capitolo? E come è andato l’appuntamento con Sevy? Sai, in Inghilterra credo di aver intravisto Alan Rickman in un bar…no, scherzo, magari però =D=D Un bacio

valkiria: ciao!!! eccomi, sono tornataaaaa! Spero che questo capitolo sia venuto meglio del precedente, anche se non ne sono pienamente soddisfatta. Temporalmente parlando, accade tutto in una sera!!! Qui Rose/Scorpius non c’è quasi niente. Cioè, c’è molto Rose e poco Scorpius, tranne che alla fine. Questo capitolo l’ho incentrato di più su Elly, visto che nell’altro non si era sentita molto. James/Robin mi sono divertita tantissimo a scriverla, anche perché l’ho cambiata quasi tutta dal capitolo originale. Volevo qualcosa di divertente (spero di esserci riuscita), che battibeccassero, ma che si sentissero i loro veri pensieri. Non è stato facile, lo ammetto, James è complicato da capire e descrivere (-.-‘’ mi complico sempre la vita). Spero di sentirti ancora, grazie ancora per i complimenti, un bacio!

franci9892: oh, sono contenta che Rose/Scorpius ti piaccia! Io li adoro, ma mi fanno sudare anche 7 camicie per capirli!!! Oh, bello il mito di Eros e Anteros. Anche perché sapevo che Afrodite aveva avuto un figlio da Ares mentre era sposata con Efesto, ma non sapevo mica chi fosse!! Un bacio

Smemo92: ciao! purtroppo anche io sono arrivata in ritardo, mi dispiace! Ed ho 2 recensioni in arretrato a cui rispondere, verrà fuori un mattone anche a me XDXD innanzitutto grazie dei complimenti. Anche io adoro Madeleine, non sai quanto mi divertivo in questo capitolo coi suoi discorsi =D e anche io venero le GT, le ho inventate apposta. Mi ha sempre ispirato l’idea di una scopa con un’identità sua, o comunque non così facile da cavalcare. Per dove si vendono, si deve aspettare il Natale, ma comunque non sei poi così lontana. Per l’Accademia sei fuoristrada, mi dispiace, anche se i paesi germanici giocano la loro parte. Io, personalmente, preferisco la GT di Elly, ma lei non ha mai cavalcato quella di lui. Sorry. Ma non disperare. Ci sarà l’occasione di rivoltare un po’ di cose =D (bastaaa, mi fai dire troppo!!) Poooi. In questo capitolo si è visto un po’ di James/Robin, anche se non così intimo come nello scorso capitolo. Per la verità, mi sono divertita a scriverlo =D Tu che ne pensi? A me, poi piaceva Hugo XD Per Rose/Scorpius in questo capitolo non ci sono stati passi avanti, come hai letto. Si comportano normalmente, ma Scorpius non è stupido. Si fida di Elly, strano no? Quel momento non mi convince molto, per la verità. E no, mi dispiace, non ti dico nessuno dei 2 segreti, che se no non mi leggi più la storia =P Scrivere i pensieri di Elly è stato difficile, soprattutto perché ho dovuto calarmi nei suoi panni. Ad un certo punto mi sono accorta che, se non si conosce il passato che c’è dietro, non si capisce niente!! O.o nn ci avevo mai pensato… Oddio, ora mi linci! Bene, hai capito che Elly usa la magia elfica, il che è fondamentale con il futuro. Bene, credo di aver risposto più o meno a tutto, anche se ho dovuto stringere. Fammi sapere che pensi di questo capitolo e non risparmiare le critiche, anche perché in questo periodo sto cambiando molto il mio stile di scrittura. Un bacione!

marty 4: ciao! non ti preoccupare se hai recensito tardi, tanto io ho postato un mese dopo, in pratica =D spero tu abbia passato buone vacanze. Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto e soprattutto vorrei ringraziarti per aver notato quel particolare sulle GT. È vero, Elly è molto stabile quando vola, ma devi pensare che è come una parte di se stessa. La sua GT è fatta solo per lei, nessun altro può usarla. Inoltre, uno dei pochi modi che Elly usa per svuotare la mente è propirio il volo. Spero questo capitolo ti sia piaciuto, anche se Rose/Scorpius praticamente non c’era. Un bacio

Ali96: nuova discepola! Tranquilla se non hai recensito e grazie per i complimenti, spero anche questo capitolo ti sia piaciuto. Non c’è molto delle due coppie, ma si accenna. Un bacio

maricuccia: ciao tesoro!! Beh, le vacanze sono pur sempre tali, quindi spero tu ti sia divertita!! Ora si torna alla vita di tutti i giorni, è il primo girono d’autunno… Già, quando il segreto di Scorpius verrà fuori sarà un po’ un casino, ma tranquilla, Elly ha la bocca cucita!! In questo capitolo l’ho approfondita davvero tanto, ed è stato molto difficile. Spero risulti realistico perlomeno… che ne pensi? Alla prossima, un bacione grande grande

   
 
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