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Autore: Bad A p p l e    23/09/2010    8 recensioni
Parlare non è il mio forte, ma questa volta farò un’eccezione e lo farò semplicemente perché tutti devono sapere, perché non devono esserci più dubbi di nessun genere sulla storia di come Hinata Hyuuga tradì il villaggio… o meglio, di come il villaggio tradì Hinata Hyuuga.
Genere: Azione, Generale, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki, Altri, Hidan, Hinata Hyuuga, Shino Aburame
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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-Mentre tutto scorre

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File 02: Semplicemente Barrato

 

L’idea di Hidan di far perdere i sensi ad Hinata non fu troppo malvagia e, anzi, aveva abbastanza senso: in quel modo sarebbe stato sicuro che la ragazzina non l’avrebbe seguito subito e quindi rischiato di finire tra le grinfie del Dinamitardo pazzo o, peggio, di Kisame che in quel periodo era inspiegabilmente più sadico del solito.

La portò alle porte di Konoha e l’abbandonò lì, con la certezza che entro il mattino dopo qualcuno l’avrebbe trovata.

Quando Hinata si svegliò nel’asettica stanza della clinica della Foglia, ad attendere che si riprendesse c’eravamo io, Kiba e Naruto.

Era confusa e tenne gli occhi chiusi fingendosi ancora svenuta per il tempo necessario a riordinare quel groviglio che erano i suoi ricordi della missione. In quel momento pensò che la parte della grotta potesse anche essersela solo sognata; ci pensò qualche secondo ancora e poi decise che era successo tutto realmente.

Si mise seduta, pronta ad “affrontarci”.

«Hinata!» esclamarono subito Naruto e Kiba, quasi all’unisono. Lei provò a dire qualcosa, ma tutto ciò che le uscì fu una tossettina isterica.

«Per caso la missione l’ho solo sognata?» domandò, comunque, la ragazza. Voleva essere certa.

Uzumaki scosse la testa. «No, la missione l’hai svolta… credo. Ti hanno trovata questa mattina svenuta davanti alle porte del villaggio; alla fine hai scoperto qualcosa?» domandò. Col sennò di poi capii che era voluto rimanere lì fino al risveglio della ragazza solo perché era a caccia d’informazioni sull’Akatsuki. Lo fissai con uno sguardo di completa disapprovazione che rimase nascosto dagli occhiali scuri.

Lei abbassò il capo, dispiaciuta, scuotendo la testa.

«Capisco» mormorò Naruto, senza riuscire a mascherare la sua delusione.

Prima che Hinata potesse dire qualcosa, suo padre entrò nella stanza, ordinandoci di uscire. Vidi Kiba guardarlo in cagnesco, ma alla fine distolse lo sguardo e si limitò ad obbedire.

«Sono stanco» esordì Hiashi, dopo che noi fummo usciti, «sono veramente stufo dei tuoi continui fallimenti».

Lei deglutì a vuoto, chiedendosi se avrebbe avuto il coraggio di guardarlo negli occhi. Si fece forza e alzò lo sguardo, prima di rendersi conto che il suo viso era contratto in un’espressione di puro odio.

«Non osare guardarmi così» la redarguì lui, adirato, «continui a gettare fango e disonore sul clan, con i tuoi continui fallimenti. Se non porterai a termine la tua prossima missione ti diserederò… e questo è quanto» concluse con fredda rabbia.

Hinata strinse con forza le lenzuola, finché le dita non divennero bianche per lo sforzo. «Va bene, padre, non fallirò la prossima missione» disse. La prospettiva che non avrebbe potuto fallire –dato che la sua missione consisteva nel trovare Hidan e sperare di poterlo seguire- la spinse ad usare un tono così sicuro e quasi derisorio che Hiashi ne rimase spiazzato diversi secondi.

Recuperò in fretta la sua alterigia ed annuì con soddisfazione. «Bene. Domani mattina Neji verrà a prenderti. Spera di esserti ripresa per allora» decretò, per poi uscire dalla stanza.

Che bello sapere che non avrebbe visto Neji, la mattina successiva, e che sarebbe stata a chilometri di distanza da casa sua, dal suo villaggio.

Sorrise, quasi felice, e sgattaiolò fuori dalla finestra, iniziando a correre veloce sui tetti di Konoha, ringraziando che fosse notte e che nessuno poteva vederla.

Passò per Villa Hyuuga e lasciò un rapido biglietto d’addio incastrato nella finestra della sua stanza. Avrebbe dovuto sospirare nel pensare a ciò che lasciava lì, ma proprio non ci riuscì.

Attraversò a testa alta le porte del villaggio e si mise alla frenetica ricerca di quella grotta.

Attivò il Byakugan e riuscì miracolosamente ad individuarla, ma era molto –molto- lontana. Corse più forte.

Riuscì ad arrivare solo la sera del giorno successivo; rallentò in prossimità della grotta e acuminò i sensi nell’entrarvi.

«Hidan, è arrivata la Bambolina» grugnì la voce di quello che Hinata riconobbe come il collega ombroso dell’albino.

Si guardò bene attorno finché non individuò Kakuzu, nascosto in un angolo e seduto sul masso che quattro giorni prima aveva usato come rifugio. Hidan era vicino a lui.

«Lo vedo, idiota, lo vedo».

«Parlami ancora in questo modo e ti uccido» ringhiò Kakuzu.

Hidan ebbe un sorriso di scherno, «proprio a me vieni a dirlo?» Poi si rivolse ad Hinata, «quindi sei proprio decisa… bene, piccola, ma questo è solo il primo passo».

Il collega grugnì, «E il secondo passo quale sarebbe? Farsi uccidere da Pain perché si ritroverà un’intrusa all’interno del covo?»

«Pressappoco…»

Hinata s’intromise nella conversazione, «io pensavo che i quattro giorni fossero per informare il vostro capo» disse timidamente, a sguardo basso.

«No, dolcezza, i quattro giorni li ha usati per i suoi schifosi riti autolesionisti di ammenda al suo Dio per non averti uccisa» rispose Kakuzu, schifato; nel vedere l’espressione della ragazza si affrettò ad aggiungere: «prima o poi capirai cosa intendo».

Hidan lo freddò con un’occhiata omicida, tentato come non mai di mettere mano alla sua minacciosa falce a tre lame. Accarezzò l’asta dell’arma e per impedirsi stupidaggini incrociò le braccia al petto, fissando alternativamente Hinata e il tesoriere.

«Hidan, tu sei autolesionista?» domandò Hinata così incredula da dimenticarsi la timidezza. L’aveva visto così forte, imponente, sfacciato… pensare ad una cosa come quella pareva quasi impossibile, decisamente innaturale.

Non riusciva proprio a vederselo mentre si feriva da solo per chissà quali motivi; Kakuzu aveva accennato ad un “Dio” e, pensandoci, aveva anche detto che Hidan aveva dovuto compiere quel rito perché non l’aveva uccisa.

Un caleidoscopio di emozioni le passò sul viso: stupore, inquietudine, vago senso di ribrezzo al pensiero del sangue e, infine, si sentì in qualche modo compiaciuta; quell’uomo si era fatto del male per lei. Dopo il compiacimento si fece strada, per lo stesso motivo, il senso di colpa.

Hidan ignorò la domanda, non perché non voleva rispondere ma perché la reputava abbastanza inutile; «Dai, andiamo. Ti portiamo all’Akatsuki».

 

 

«Come sarebbe a dire “è scappata”?» domandai.

Era la prima volta, ora che ci penso, che alzavo la voce, eppure nessuno ci fece caso -non che fosse un affare di stato, è chiaro-… in quel momento ciò che contava era altro, decisamente e assolutamente altro.

Io Kiba e Kurenai-sensei eravamo stati convocati d’urgenza nell’ufficio di Tsunade-sama, dove Hiashi –No, niente “Hiashi-san” o “Hiashi-sama”, quella cosa, non merita il minimo titolo onorifico, non da parte mia, almeno- ci aveva detto con tono inespressivo e senza giri di parole che Hinata era scappata dal villaggio per allearsi con l’Akatsuki.

In quel momento non potevo crederci… in quel momento ero ancora accecato dall’assurda credenza che Konoha fosse incondizionatamente il Bene e che Akatsuki non potesse che rappresentare il Male più oscuro.

Quello che non sapevo e che adesso, grazie al cielo, so è che non esiste Bene o Male, esistono solo gruppi persone che si nascondono dietro ad un illusorio velo di falsa virtù e quelle che ti urlano in faccia “Hey, guardami! Non sarò tanto ipocrita da fingermi santo, qualunque sia il prezzo”.

Il padre biologico di Hinata –perché è suo padre solo biologicamente- mi lanciò un’occhiata annoiata, «Esattamente quello che ho detto, ragazzino».

Avevo voglia di strozzarlo. Lo ammetto, se ne avessi avuto l’opportunità l’avrei strozzato, l’avrei ucciso con le mie mani e avrei anche goduto parecchio nel farlo… ma mi trovavo nell’ufficio dell’Hokage e per di più sarebbe stato un comportamento “disdicevole”. Fanculo.

Osservando bene, notai che anche a Kiba doveva essere passato lo stesso impulso omicida, perché fissava Hiashi con espressione tanto minacciosa da fare quasi paura.

«E lo dice con tutta questa leggerezza? Come se ci stesse semplicemente informando sulle previsioni meteo?» ringhiò Inuzuka.

Ebbi una smorfia di disgusto, «Andiamo, Kiba, cosa ti aspettavi da questo individuo? Ti ricordo che è lo stesso verme che voleva diseredarla» mormorai.

L’espressione dell’uomo si contrasse in una maschera di puro odio… a quanto pare ai signorini del “nobile” casato Hyuuga non vanno a genio le critiche. Che pena.

«Come osi, marmocchio?»

Avrei voluto ribattere, e di sicuro sarebbe stato qualcosa di molto offensivo, ma in quel momento l’Hokage mi lanciò un’occhiata ammonitrice e io decisi che potevo starmene zitto e non cadere nelle provocazioni di un uomo di cinquant’anni suonati.

«Ad ogni modo» esordì Tsunade con un tono tale da mettere fine alle ostilità senza possibilità d’appello, «Hiashi-sama ha le prove che Hinata si sia effettivamente alleata con Akatsuki: ha lasciato questo bigliettino» disse, porgendolo a me e a Kiba.

Poche parole:

“Lascio per sempre questo villaggio e lo faccio augurandovi le peggiori disgrazie… delle quali spero vivamente di poter essere l’artefice. Ora è Akatsuki la mia casa.

Hinata Hyuuga.”

Ovviamente, e questo era vero allora quanto lo è adesso, nemmeno lei credette mai di poter realmente mettere in atto quelle minacce.

Però… il proprio cognome barrato, come il simbolo sul coprifronte dei traditori, è stato un tocco di classe, devo ammetterlo.

 

 

 

 

 

Thanks to:
NoorDaimon: Nella prima versione non c'era Shino che narrava, in effetti sono contenta che l'idea piaccia. Hinata non voglio renderla OOC, quindi non la trasformerò in un macellaio xD, si vendicherà a modo suo senza bisogno di uccidere tutti (magari Hiashi sì, non so xD).

ari_sun: Come sopra^^. In effetti non frequento più questo fandom da tantissimo tempo (troppe "ficcy" e troppi Bimbiminkia)quindi non so quanto venga presa in considerazione Hinata se non per farle fare il cagnolino sbavante dietro a Naruto =_=. Spero che il capitolo non deluda ^-^.

BabiSmile: Mh... Kiba... Kiba è molto impulsivo, molto orgoglioso, quasi incapace di vedere le cose come stanno e poi mi sembra troppo simile a Naruto, non penso che, per quanto voglia bene ad Hinata, si metterebbe mai a fare un lavoro del genere. Shino è la figura silenziosa che veglia sempre su tutto. Che osserva perchè capisce tutto al volo e non ha mai bisogno di fare domande inutili, Shino è stata la mia scelta perchè penso sia l'unico realmente in grado di capire Hinata e in seguito la situazione che la circonderà.
   
 
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