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Autore: Bad A p p l e    02/09/2010    5 recensioni
Parlare non è il mio forte, ma questa volta farò un’eccezione e lo farò semplicemente perché tutti devono sapere, perché non devono esserci più dubbi di nessun genere sulla storia di come Hinata Hyuuga tradì il villaggio… o meglio, di come il villaggio tradì Hinata Hyuuga.
Genere: Azione, Generale, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki, Altri, Hidan, Hinata Hyuuga, Shino Aburame
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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-Mentre tutto scorre

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File 01: Cade la pioggia.

 

 

 

 

Di solito non mi piace perdermi in parole, non mi è mai piaciuto e mai mi piacerà. Sono un tipo calmo, silenzioso; così tanto che se dovessi sparire dal villaggio –di nuovo- questa volta nessuno se ne accorgerebbe.

Come ho già detto, parlare non è il mio forte, ma questa volta farò un’eccezione e lo farò semplicemente perché tutti devono sapere, perché non devono esserci più dubbi di nessun genere sulla storia di come Hinata Hyuuga tradì il villaggio… o meglio, di come il villaggio tradì Hinata Hyuuga.

I piani alti di Konoha all’epoca lasciarono che la storia diventasse tranquillamente di dominio pubblico, ovviamente ciò avvenne solo perché furono loro a diffonderla a modo loro, infangando il nome di Hinata e raccontando come si trasformò da inutile incapace a traditrice.

Io conosco la vera storia perché ne presi parte in prima persona e perché grazie all’innata del mio clan ho reperito le informazioni che mi mancavano per completare il quadro generale dell’intera vicenda.

Ora, dato che forse ho intenzione di sparire sul serio da Konoha in quanto profondamente disgustato dal suo operato e considerando che questa storia passerà per molte mani e sarà letta da altrettante persone… penso proprio che dovrei presentarmi.

Sono uno di quei pochi che ha sempre appoggiato Hinata, sono quello che le stava vicino quando la sensazione di non essere mai all’altezza si faceva così intensa e schiacciante da ridurla a rimettere pure l’anima… almeno il novanta percento di voi che state leggendo, dopo queste due definizioni avranno scuramente pensato “bene, questo rapporto è stato scritto da Naruto”; spiacente di deludervi, ma Uzumaki non fece niente allora come non farà nulla anche adesso che è ad un passo dal diventare Sesto Hokage.

Io sono semplicemente Shino Aburame.

 

Il giorno in cui tutta questa fastidiosa storia ebbe inizio, Tsunade-sama aveva semplicemente deciso che mandare alla ribalta degli spauracchi al fronte di Akatsuki non bastava più. Arrivò alla conclusione che doveva mandare qualcuno di sacrificabile a raccogliere più informazioni. Qualcuno che se per caso avesse perso la vita non avrebbe causato una perdita per le forze militari del villaggio, qualcuno che poteva facilmente convincere ad accettare quella missione suicida.

Poche ore e diversi bicchieri di Sakè dopo, la scelta più ovvia fu la primogenita del casato Hyuuga. La poveretta all’epoca non stava affatto bene, la sua autostima aveva raggiunto i minimi storici e si sottoponeva giorno dopo giorno ad allenamenti al limite del sopportabile per aumentare la sua forza; quando Tsunade la convocò nel suo ufficio e le propose gentilmente di svolgere quella missione, sorridendole, lusingandola, confidandole che lei era l’unica in tutto il villaggio a poter svolgere quell’incarico, lo sguardo di Hinata si riempì prima di stupore, poi di speranza ed infine di gratitudine.

Sorrise per la prima volta da tanto –tantissimo- tempo e corse a prepararsi per partire per quella missione solitaria.

Forse se non fosse stata intercettata tutto ciò non sarebbe successo, però nel territorio di Akatsuki si accorsero quasi subito di una presenza estranea e, sotto una coltre di nuvoloni scuri e impietose gocce di pioggia, cominciò la caccia che vedeva Hinata come unica preda.

Quando lei fu al limite delle forze decise di nascondersi all’interno di una grotta, nella misera speranza di riuscire a non essere notata fino al recupero delle energie necessarie per continuare la fuga.

Debole ed infreddolita rimase rannicchiata nell’angolo più scuro di quel luogo, singhiozzando di rabbia per la sua inettitudine. Strinse i pugni così forte che le ossa scricchiolarono e le unghie penetrarono nella carne, provocando oltre ad un lieve spasmo anche dei piccoli rivoletti di sangue.

Le sembrò di essersi dimenticata come si respira, quando udì delle voci in lontananza, accompagnate dall’inconfondibile rumore di passi; si costrinse con forza ad immettere aria nei polmoni, tentò di acuire i sensi e cercare di capire se gli intrusi nel suo nascondiglio fossero amici o nemici.

La prima frase che riuscì a comprendere fu un adirato: «Fottiti, Kakuzu».

No, quella affermazione non le sarebbe servita ad identificare niente e nessuno. Si diede della stupida, pensando che poteva utilizzare il Byakugan, l’abilità innata di cui nessuno l’aveva mai ritenuta degna e che perciò aveva cominciato poco a poco ad odiare. Ciononostante in quel momento le sarebbe servita per provare ad evitare, con un po’ di fortuna, il peggio.

“Sono fottuta!” pensò con rabbia nel riconoscere il flusso di Chakra di due componenti di Akatsuki, anche se in quel momento non sarebbe stata affatto in grado di dire con esattezza quali.

«Hey, correggimi se sbaglio» mormorò ad un tratto l’uomo che aveva parlato poco prima, rivolgendosi al collega, «ma qui c’è odore di sangue». Nel dirlo si leccò inconsciamente le labbra.

Hinata trattenne un sospiro. Sapeva bene che ormai non le rimaneva altro che rimanersene lì buona buona ad aspettare che la trovassero e pregare che non le facessero troppo male nell’ucciderla. Decise di darsi almeno un minimo di dignità, se proprio doveva morire lì, quindi non sarebbe rimasta a nascondersi come un dannato topolino in trappola.

Si alzò in piedi. «Sta-stavate cercando me… no?» Li fronteggiò, cercando di tirare fuori un po’ di coraggio.

Il più basso dei due, l’unico che fino a quel momento aveva parlato, ebbe un ghigno per nulla rassicurante. Neanche il tempo di un respiro o di un battito di ciglia e le fu alle spalle, bloccandola; le prese la mano che poco prima aveva chiuso a pugno e ne leccò il sangue in modo oscenamente avido. «Sì, stavamo cercando te, effettivamente» sogghignò.

Hinata non riuscì a nascondere un brivido e lui scosse la testa, fingendosi deluso; «che pena! E dire che avevi fatto una così magnifica figura nel essere riuscita a non farti acchiappare da noi per addirittura tre interi giorni. Dovevi proprio rovinare tutto mettendoti a tremare come una fogliolina?»

«Quindi?» Domandò Hinata con un filo di voce, mentre il suo cuore si prendeva l’ingrato lusso di perdere diversi battiti.

Il criminale la costrinse a voltare il viso verso di lui. Le sorrise quasi angelicamente e disse: «quindi, adesso, potresti farmi sentire quanto gridi bene».

Hinata rimase troppo spaventata per avere una qualsiasi reazione e l’uomo tirò fuori un kunai, valutando quale parte colpire. «Hai paura?» le sussurrò all’orecchio, malevolo.

“Ma no, figurati, sto facendo i salti di gioia, Capitan Ovvio”; «Sì, ho paura» disse, quasi in tono di sfida.

«E fai bene ad averne» approvò l’albino, ridacchiando, costringendola ancora una volta a volgersi verso di lui. Per la prima volta dall’inizio della “caccia” la guardò negli occhi e la risata gli si spense subito.

Quegli occhi” pensò. Quante volte, prima di abbracciare il culto di Jashin, aveva avuto lui stesso quell’angoscia e quel dolore nascosti negli occhi?

La lasciò di scatto ed ebbe una smorfia. «Basta giocare. Tu non hai sentito nulla dei nostri piani e non hai fatto altro che scappare per tutto il tempo, non ho motivo di farti alcunché. Vattene prima che cambi idea» sbottò con disapprovazione.

«Hidan, il Leader non sarà d’accordo» borbottò l’altro uomo con l’aria di chi trova una situazione mortalmente noiosa.

Hidan aprì bocca per ribattere qualcosa di decisamente volgare, ma fu distratto da un mormorio confuso di Hinata.

«Non è vero che non ho fatto altro che scappare» ripeté a voce leggermente più alta, negando a sé stessa l’ovvio.

«Ah no, dolcezza? E cos’avresti fatto, di grazia?» domandò l’albino con scherno.

Lei abbassò lo sguardo, colpevole. Hidan continuò a parlare; «tornatene a casa tua e se proprio ci tieni a dimostrare di non essere un’incapace che non sa fare altro che scappare, allenati e vieni a cercarmi quando crederai di essere al mio livello» decretò.

«Non sarò mai al tuo livello» ammise Hinata, pentendosi subito di essersi lasciata sfuggire quello che avrebbe dovuto essere solo un pensiero.

«Signorine, avete finito la Telenovela?» domandò Kakuzu.

«Ma va a farti una sega e non rompere il cazzo» abbaiò Hidan, prima di rivolgersi ad Hinata, «non sarai mai al mio livello se non ti decidi a liberarti di ciò che causa quello sguardo» disse. Scosse la testa, disgustato da quel discorso melenso, senza capire da quale fottuto buco del culo gli fosse uscito.

La ragazza cadde in ginocchio. Se voleva liberarsi di tutto ciò che le causava sofferenza, avrebbe dovuto lasciarsi alle spalle tutta la sua vita fino a quel giorno; avrebbe dovuto dimenticare centinaia di persone, primo tra tutti Hiashi Hyuuga.

Nel pensare a quell’uomo le salì subito alla gola un fiotto di bile che riuscì, non capì nemmeno lei in che modo, a ricacciare dov’era venuto.

«Oppure potresti essere tu ad insegnarmi ad essere forte. Seguendo il tuo ragionamento dovrei lasciarmi alle spalle l’intera Konoha» azzardò.

Il traditore la squadrò diversi secondi, valutandola. Era evidente che aveva in sé abbastanza rancore per diventare una perfetta macchina da guerra programmata per distruggere la Foglia.

«Forse si può fare. Tra quattro giorni esatti trovati esattamente in questo luogo; per quanto riguarda ora… be’, buona notte».

«Buona notte?» domandò, non riuscendo a capire. Tutto le fu chiaro, nel limite del possibile, quando sentì una botta alla nuca ed i sensi abbandonarla.

 


NOTE: Avevo giurato di non pubblicare più nulla in questo Fandom, ma ho bisogno di scrivere e, dato che in questo periodo non ho idee, mi accontenterò di riprendere in mano questa Fanfiction incominciata tre anni fa e cancellata l'anno scorso. Come qualcuno potrà notare, è molto diversa dalla precedente versione, a cominciare dalla voce narrante che in questo caso è Shino.
   
 
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