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Autore: Vale11    24/09/2010    12 recensioni
La caposcuola Hermione Jane Granger aveva molto ascendente sugli studenti di Hogwarts, soprattutto da quando era finita la guerra. E Draco Lucius Malfoy stava cercando di sopravvivere al suo settimo anno. Non è mai stato da lui prenderle e non ridarle, non è mai stato da lui non reagire, non è mai stato da lui starsene buono e subire. Lo vide voltarsi un momento verso di lei, prima di affrontare le scale che portavano alla torre di astronomia. Lo vide reggersi al corrimano per costringere le gambe ad affrontare gli scalini, il braccio sinistro attaccato al petto. Non lo vide mai abbassare gli occhi.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prendere, imparare, restituire.

Tecnicamente funzionava così.

 

Harry Potter, Hermione Granger e Ronald Weasley si erano rintanati nella sala comune a godersi un’ora di libertà dalle lezioni. O meglio. Ron e Harry si godevano un’ora libera dalle lezioni. Hermione Granger si era tuffata di testa in un saggio di artimanzia e non ne voleva sapere di riemergere. E non valevano nulla le proposte di molla-quel-libro-e-fai-una-partita-a-carte dei due amici. Aveva deciso di bersi quel libro tutto insieme.

 

La parte di prenderle era tutt’ora in corso, quella di imparare stava arrivando, e quella di restituire sarebbe giunta a breve.

 

Era un ottimo libro. Chiaro. Scritto con tutti i crismi. Forse un pelino pesante.

Ok, d’accordo.

Lo accantonò con un sorriso a Ron ed Harry, pronta ad unirsi a loro.

 

Draco scansò uno spintone. La parte imparare era quasi finita. Ormai aveva capito com’è che si muoveva il ragazzo sconosciuto davanti a lui. La parte prenderle invece ogni tanto si rifaceva viva.

 

Harry distribuì le carte. Ron le ammucchiò in un mazzo disordinato. Hermione le stese perfettamente a ventaglio in una mano sola.

 

Draco si trovò steso per terra senza nemmeno accorgersene. Si rialzò ringhiando. Si sentì bloccare proprio mentre stava per avventarsi alla gola del tizio sconosciuto davanti a lui.

 

Ron biascicò qualcosa di poco chiaro buttando giù un due di fiori. Non ne era convinto.

Ma magari, conoscendolo, sta già pensando a cosa ci sarà per cena.

Non ebbe tempo di pentirsene, perché una tempesta di capelli rossi si fiondò sul tavolino buttando tutte le carte a terra.

“Ginny?”

Harry la guardò alzando un sopracciglio

“Che succede?”

Harry si sentì prendere di peso e trascinare correndo in corridoio. Ginny condì il tutto con un “Seguitemi”

Le carte restarono a terra, in ogni caso.

 

“Draco, calmati!”

“Come sta mammina, Malfoy? Ora che papà l’ha raggiunto si sente meno sola?”

Draco diede uno strattone cercando di liberarsi. Non cercò nemmeno di vedere chi lo stava trattenendo.

“E tu quando pensi di raggiungerli? Ci inquini l’aria”

“Dray!”

“Andrai a farti consolare dalla tua puttanella, Malfoy?”

 

“Ginny, che sta succedendo?”

Il ragazzo sopravvissuto si ritrovò a sperare di sopravvivere a quella corsa a rotta di collo verso la biblioteca.

“Zitto, Harry, e corri!”

 

Fai quello che vuoi, ma non parlare di mia madre.

Un altro strattone, non lo mollarono.

Non parlare di mio padre.

Sentì le porte della biblioteca aprirsi.

Non osare parlare di lei.

 

Hermione inchiodò sulla soglia, poi entrò rischiando di cadere quando Ginny inciampò e  le diede uno spintone.

Zacharias Smith era in piedi davanti a Draco. Draco era tenuto bloccato da Blaise, che lo teneva per le braccia. E Blaise faticava a trattenerlo, pur essendo tutt’altro che mingherlino, i suoi muscoli li aveva. Quello non era Draco, era un gomitolo di rabbia.

 

“Ti sei beccato un bel po’ di botte”

“Fossero le prime”

Hermione resistette all’impulso di prenderlo a schiaffi, gli passò l’indice dove fino a poco prima c’era il livido lasciato da Smith. Aveva fatto una lavoro da infermiera provetta.

“Mi spieghi perché vi siete azzuffati?”

Draco si lasciò scappare una smorfia di disappunto, prima di sdraiarsi sul letto della stanza di Hermione. Della loro stanza.

“Sarà la quinta volta che me lo chiedi”

“Forse perché, per la quinta volta, non ti sei degnato di rispondermi”

“Avevo più di un motivo”

“Me ne basta uno”

“Oh no, ti conosco. Li vuoi sapere tutti”

“E se fosse?”

“Non mi stupirei”

Hermione si sedette accanto a lui, la degna personificazione dell’esasperazione.

“Draco, se Ron non ti avesse fermato avresti strozzato Smith”

“E ci sarebbe stato più ossigeno per tutti sulla Terra”

“E tu adesso avresti una comoda suite ad Azkaban”

Adesso la degna personificazione dell’esasperazione era lui.

Ronald l’aveva bloccato appena in tempo e portato via di peso dalla biblioteca, quando era riuscito a liberarsi dalle braccia di Blaise. Era stupito. Ronald l’aveva aiutato, in un certo senso. C’era di che spaventarsi. E Potter era riuscito a convincere Blaise a non ammazzare Smith. E Ginevra era andata a chiamare gli altri per dargli una mano.

Incredibile ma vero.

Ed Hermione non aveva nemmeno minacciato di avvertire i professori se non l’avesse piantata con le sue manie omicide. E a quel punto avrebbe dovuto spaventarsi sul serio. Se non si era preso una punizione lo doveva a loro. E al fatto che madama Prince fosse fuori portata uditiva.

“Li vuoi in ordine alfabetico, i miei motivi?”

Ghignò, voltandosi verso di lei.

“Basta che li sputi fuori, Malfoy”

 

Hermione si mise comoda. Nel gioco della pazienza, non la batteva nessuno.

Mai.

 

Draco sentì il ghigno scivolare via inesorabilmente, trasformandosi in una smorfia rabbiosa.

“Aveva insultato mia madre. E mio padre. E…”

Prese aria.

“E te”

“So difendermi da sola dagli insulti”

“Non quando non ci sei”

“E cosa avrebbe detto?”

Draco affogò nel cuscino, si stese sulla pancia.

“Preferirei non ripeterlo”

“D’accordo”

Hermione prese ad accarezzargli la schiena, disegnando figure concentriche, circolari. Lo sentì tendersi al tocco, per poi rilassarsi dopo qualche minuto.

Come sempre.

“Ti da fastidio se ti tocco?”

Un paio di occhi grigi, conditi da un ciuffo quasi bianco, sbucarono fuori dalla massa di cotone in cui si erano ficcati.

Affatto. Perché me lo chiedi?”

“Impressione”

“Tant’è”

Hermione appoggiò tutto il palmo della mano sulla schiena di Draco, gli scostò il maglione fino ad arrivare alla pelle nuda. Il ragazzo opalescente che aveva di fianco si tese di nuovo, poi si sciolse, avvicinandosi a lei.

“I motivi sono finiti?”

Lo chiese continuando a farsi scorrere la pelle di lui sotto i polpastrelli. Era sempre così fredda. Come se qualcosa gli impedisse di scaldarsi. Lo vide scuotere la testa.

“Te lo avevo promesso

“Cosa, di pestare Smith?”

“Tecnicamente ne ho prese più di lui”

“Non svicolare, Dray. Lo fai spesso”

“Abitudine”

“Insomma?”

“Tu mi hai detto di renderle, di non subire soltanto. Mi sto applicando”

 

Draco sentì la mano di Hermione fermarsi di botto, gli sembrò di avere più freddo senza quella presenza rassicurante. Respirò sollevato quando sentì la carezza riprendere.

“Cosa ti aveva detto?”

“Ti ho già detto che preferirei non dirtelo”

Preferirei saperlo

“Non ti piacerà”

“Mi stupirebbe il contrario”

Draco si voltò, sdraiandosi sulla schiena. Le lenzuola rosso ed oro lo circondavano come una cornice.

Un quadro preraffaellita.

“Potrei recitartelo, sai. Come sta mammina, ora che papà l’ha raggiunta è felice? E poi il solito cliché. Quand’è che li raggiungi? Non hanno molta fantasia”

Hermione strinse i pugni. Non aveva amato i coniugi Malfoy. Affatto. Ma non poteva accettare una cosa simile.

“E poi?”

“Hermione…”

E poi?

“Ti ha chiamata puttanella

La vide congelarsi, poi però tornò tranquilla.

“Credevo peggio. Poca fantasia davvero”

“Non ti da fastidio?”

“Affatto. So di non esserlo, e tanto basta”

“Pensavo che saresti andata a finire di ucciderlo. Mi stavo pregustando la scena”

Hermione sorrise.

Maliziosa.

“Tu hai molto da imparare, sulle donne”

“Questo lo dici tu

“Vedi qualcun altro, in questa stanza?”

“Non direi”

“Vedi Draco, alcuni uomini vedono le donne come un accessorio, una specie di bell’orologio da portare al polso. E se quando ci provi non ci stanno diventano puttanelle.”

“Smith ci aveva provato con te?”

“Brillante deduzione”

“E tu?”

“Cosa ne pensi?”

 

Draco non le rispose, si limitò ad allargare un po’ gli angoli della bocca in un sorriso un po’ tirato. Hermione si chinò su di lui, prendendo a baciargli l’osso della clavicola.

“Potrei citarti Coco Chanel”

“La stilista?”

“A-ha”

“Fai pure”

Hermione ridacchiò, facendo rabbrividire Draco con l’aria che le uscì dalle narici. Gli sfilò il maglione.

“Coco Chanel diceva che non importa quanto un uomo possa impegnarsi, resterà sempre un accessorio della donna

Draco non fece opposizione alcuna, quando Hermione prese a sbottonargli la camicia.

“Coco Chanel non conosceva me

Soppresse un brivido di freddo quando la Grifondoro finì di aprire tutti i bottoni.

“Anche se ti avesse conosciuto, Dray, temo che l’avrebbe detto comunque”

“Mi stai provocando?”

 

Hermione si trovò improvvisamente sotto di lui, le mani imprigionate in una delle sue, l’altra a farle il solletico.

“Sono più forte di te, sai. Chissà cosa potrei farti”

“Ti do un’altra notizia, Draco”

Lo disse appena riuscì a parlare, quando lui smise col solletico.

“Madre Natura ha dato all’uomo la forza bruta, e il cervello alla donna. Sai, per compensare

Draco ghignò, poi si dedicò alla sua camicia.

Sei ancora troppo vestita, per i miei gusti.

 ---

 

Scusate, di nuovo non riesco a rispondere a tutte le recensioni. Ho sonno, ho la testa che sta minacciando di esplodermi -e poi mi toccherebbe ripulire la poca materia grigia che ho, che sicuramente resterebbe appiccicata ai muri,e farmela rientrare in testa dalle orecchie- ma non potevo lasciarvi senza capitolo anche oggi! Era un po' che non aggiornavo!

Vi amo e vi adoro come la pappa col pomodoro, e la psta col sugo :D

  
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