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Autore: Melardhoniel    24/09/2010    6 recensioni
Immaginate il 1960.
Un anno cruciale per la storia dei Beatles, un anno di scelte che porteranno i quattro ragazzi di Liverpool a diventare il gruppo che conosciamo. Immaginate Pete Best, Stuart Sutcliffe, le due sorelle di John Lennon e ogni segreto conosciuto solo grazie alle biografie sui Beatles.
Immaginate una ragazza qualunque, Eveline 'Liv' Sparks, che improvvisamente si trova catapultata nel passato con in mano un grande potere: la conoscenza del futuro. Un privilegio che genera un limite, come sa bene chi si interessa di viaggi nel tempo: quanto la sua conoscenza degli eventi influenzerà i destini della Liverpool e della Londra degli anni Sessanta? Quanto sarà cambiata la storia dei Beatles? In meglio o con esiti catastrofici?
[La storia copre gli eventi temporali dal 1960 al 1970]
Dopo 3 anni di assenza sono tornata, per restare. Melardhoniel
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Harrison, John Lennon, Nuovo personaggio, Paul McCartney, Ringo Starr
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Let it Born, Let it BEatles;'
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Nuove, inaspettate, amiche…

Spenta finalmente la radio, scuoto la testa.

«Okay…qui c’è qualcosa che non va…» poi guardo l’ora -7.10- e mi catapulto giù dal letto.

«LA SCUOLAAAAAA!!»

Scendendo velocemente le scale, incrocio mio padre, che brontola: «Ce ne hai messo di tempo per spegnere quella radio!»

Io sorrido innocentemente. «Buongiorno anche a te, papà…»

Scendo giù in cucina per fare colazione, come mio solito, quando noto qualcosa di diverso: il posto di solito occupato dalla TV è ora occupato da una radio come quella di camera mia, ma più grande.

Scuoto di nuovo la testa e mi avvio verso il frullatore, versandoci dentro latte e pezzi di frutta fresca che taglio sul momento.

«Okay…MAMMA!! NON C’ERA UNA TV QUI, PRIMA?» Urlo per sovrastare il rumore del frullatore.

«No, amore! La TV è sempre stata in sala!»

Sì… ma…ce n'era una anche in cucina…precisiamo, non che io sia viziata o roba simile, ma almeno sapere se l’hanno sposata o ce l’hanno rubata nella notte…

«E quella che era in cucina?» Spengo il frullatore, e verso il contenuto in un mega bicchiere di plastica.

Mia madre compare all’improvviso alle mie spalle.

«Tesoro…ma sei sicura di stare bene? Chi mai potrebbe permettersi due televisioni al giorno d’oggi?»

Superato l’infarto, mi giro scettica.

«Ehm…quasi tutti? AAAAAAAH!» Mi metto ad urlare.

«Che c’è?» si spaventa mia madre.

«MAMMA! Sei così…così…diversa!»

Mia madre, Leila Thompson, era sempre stata una donna normale: capelli nerissimi, lunghi fino alle spalle, lisci, ciuffo laterale e penetranti occhi neri. Il suo abbigliamento era al passo con i tempi, con il 2010, intendo.

Ma ora…aveva i capelli cotonati, tenuti su da una fascia azzurro cielo, terminanti sulle spalle con dei boccoli leggeri che ricadevano all’infuori; la frangia gonfia e portava un abitino blu, lungo fino a metà polpaccio, legato alla vita da un fiocco dello stesso colore della fascia. Ai piedi, scarpe aperte con tacchetto basso.

«Ehm…mamma…mi sono persa qualcosa? Del tipo…una festa anni ’60??»

Mia madre, ignorando il mio evidente sarcasmo, mi mette una mano sulla fronte.

«Tesoro…sicura di stare bene?»

No affatto…

«Ceeerto! E dimmi…con chi ti incontri? Con il Tricheco o l’uomo delle uova?»

Mia madre mi guarda sconvolta. «TRICHECO?? UOMO DELLE UOVA?? Liv, ma stai delirando?? Devi avere la febbre ben ben alta!» fa per premermi di nuovo la mano sulla fronte, ma io mi sposto.

«Mamma, ti prego!»

In quel momento lei si accorge di una cosa che non aveva ancora notato.

«Liv! Ma sei in pigiama! E dov’è la tua divisa?»

Mi strozzo con il frullato.

«Coff coff che coff divisa?»

Mia madre mi guarda compassionevole.

«Ma la divisa della tua nuova scuola, il Liverpool College of Art»

Mi ri-strozzo con il frullato.

«Nuova coff scuola?? Ma che cacch…coff»

«Ma sì, tesoro!! Dimentichi che ci siamo appena trasferiti da Blackpool!?»

E ceeerto!! Ma se non ci muoviamo da Liverpool da quando sono nata?!

«Ma sì! Come no?? Ma perché proprio il Liverpool College of Art? Voglio dire, ci sono altre scuole a Liverpool.»

Mia madre, tornando giù con la mia divisa –camicia bianca e gonna di stoffa blu, rigorosamente sotto il ginocchio-, ribatte: «Preferivi forse andare con i maschi al Liverpool Institute?»

«Io…no…certo che no!» rispondo, mentre termino il frullato.

«Anche se…» sussurro sogghignando.

Poi schizzo in bagno e mi infilo la divisa.

Guardo l’ora: 7 e 40. Bene, il Liverpool Institute è in Hope Street, perciò a piedi ci vogliono 8 minuti...

Corro su in camera a cercare il mio zaino, ma al suo posto trovo i miei libri legati con un laccio legalibri.

Non mi faccio troppe domande, prendo i libri e torno in cucina.

«Mamma, io vado!»

Lei mi ferma.

«Ma dove credi di andare, pettinata e truccata così?»

Mi guardo allo specchio: ho i capelli lisci sulle spalle, un po’ piatti, è vero, ma è normale…e una riga di matita nella parte sotto dell’occhio. Come al solito. Chissà che le è preso…

«Perché?»

«Ma come perché?? Devi cotonarti i capelli! E poi truccarti in modo diverso. Vuoi o no essere come Brigitte Bardot?»

«Ceeerto!» alzo un sopracciglio. Quanto ancora durerà questa pagliacciata?

Mia madre mi afferra per un braccio e mi trascina in bagno.

«Sei strana, oggi!»

Sapessi tu…sospiro.

Ma, se proprio devo cotonarmi i capelli, almeno cotoniamoli bene.

«Sì…allora, mamma…li vorrei cotonati ma non gonfissimi, un po’ come quelli di Jane Asher…»

«Jane CHI?»

«Maaa!! Jane Asher, la fidanzata di Paul McCartney!»

«Senti, non mi interessano le tresche tra i tuoi amici, okay? Bene, come ce li ha questa Jane?»

Soffoco una risata… Paul McCartney amico mio? Magari…

«Okay…allora…» Spiego a mia madre come vorrei i capelli, e poi mi trucco da sola… ho sempre sognato potermi truccare come negli anni ’60!!

Esco dal bagno e fisso l’orologio.

«Merda! Manca dieci alle otto. Vado. MAMMA!! DOVE È IL MIO CELLULARE???»

«Il tuo CHE COSA??»

Okay, è davvero troppo.

«Sai, quei telefoni portatili degli anni 2000…»

«Tesoro, mi preoccupi sul serio…siamo nel 1960! Al duemila mancano ancora quarant’anni!»

«Mi prendi in giro.»

«Ma perché dovrei?? Su, esci che fai tardi… la tua bicicletta è già fuori»

Mi passa una borsa di pelle marrone da tenere a tracolla.

Okay…

Esco e infilo i libri nella borsa, che mi metto a tracolla.

Oh, la mia bicicletta!

Carina! Menomale che lei c’è ancora…quasi quasi mi aspettavo di trovare un calesse con tanto di cavallo!

La inforco, e pedalo fino al cancelletto, aprendolo e passando.

Poi sfreccio libera verso Hope Street, guardandomi curiosa intorno.

«Beh, Helter Skelter, coraggio! Più veloci della luce!»

Per chi non lo sapesse, ho chiamato la mia bicicletta Helter Skelter…perché…così. Non c’è un motivo apparente…

Ad un certo punto, dopo aver visto passare una 500 nera sotto i miei occhi strabiliati, freno di colpo.

«Un giornale!» urlo, smontando dalla bici.

Mi catapulto sul giornale, e lo apro, leggendo la data.

“20 Settembre 1960”

Dalla sorpresa il giornale mi scivola dalle mani e cade a terra con un tonfo.

Ritorno sulla mia bicicletta e pedalo verso il Liverpool College of Art, sentendomi improvvisamente allegra.

«STO VIVENDO NEGLI ANNI SESSANTA!!!!!» Grido.

Poi mi dirigo verso la rastrelliera delle bici di fronte alla mia nuova scuola; smonto da Helter Skelter e la assicuro vicino ad un’altra bicicletta verde.

Metto la catena ed il lucchetto, riponendo la chiave assieme alle altre nel mazzo dentro alla mia borsa.

«La mia nuova scuola!» Sospiro.

«Ciao, Helty! Torno presto!» Do un colpetto affettuoso alla mia bici.

«Ma guarda! Parla con una bici!! Poverina…deve essere l’unica amica che ha…che tenerezza!» A parlare é stata una ragazza alta, bionda e filiforme, con due occhi freddi e grigi. Oca!

L’altra ragazza, a quanto pare sua amica, mi lancia uno sguardo di sfida. È più bassa di quell’oca bionda, e ha i capelli rossi. Oca pure lei!

Mi dirigo verso di loro.

«Avete qualche problema con me e la mia bici?» Domando, cogliendole di sorpresa. Di certo non si aspettavano che rispondessi.

«Certo che no, sfigata…sei nuova, vero?» mi chiede quella rossa. Sto per ribattere, quando un'altra voce si intromette.

«Cerchi rogne, Parker?»

«No…Pickles…» Risponde la bionda.

«Beh, allora sparisci!» Interviene un'altra del gruppo della ragazza.

«Ma certo, Caldwell. Salutami tuo fratello.» La bionda scende dal muretto e si avvia verso l’entrata della scuola. La rossa la segue, fermandosi da me.

«Ci vediamo all'intervallo, sfigata.»

Ora basta!! Sfigata a me??

Sto per andare a dire quattro paroline –e non solo paroline- quando quella chiamata Pickles, che io avevo già capito chi era, mi mette una mano davanti alla bocca.

«Okay, tigre, risparmia le energie per oggi all’intervallo!» Mi calmo un attimo.

«Thelma Pickles» La ragazza con i capelli neri mi tende la mano. Ihih, se sapesse che la conosco già!!

Le stringo la mano.

«Iris Caldwell» Mi saluta l’altra. Ah, la sorella di Rory…

«Dorothy Rhone» Nooo…lei no!! Le rivolgo un sorriso piuttosto forzato.

«Margareth Jones»

«Ruth Morrison» si presenta l’ultima ragazza.

Stringo la mano a tutte.

«Liv Sparks. Sono nuova di qui…non conosco praticamente nessuno» -Sí, come no…-

«Sapete, mi sono appena trasferita da Blackpool…»

«Tsk…se lo scorda quella che le saluto mio fratello!» Sbotta Iris, ancora rivolta verso il punto dove Oca 1 e Oca 2 sono sparite.

«Bene, Liv Sparks… ti andrebbe di passare la giornata con noi, e progettare così la tua vendetta contro quell’oca di Hannah Parker che avrà luogo durante l’intervallo??» Thel la ignora e mi poggia un braccio sulle spalle.

«Dici sul serio?? Uuuh, mi piace…»

«Benvenuta nel gruppo, Liv! Quanti anni hai?» Chiede Dot, ridendo.

«Quattordici! Cioè, vado per i quindici…»

«Quindi sarai in classe con Iris!» Esclama Ruth. Iris mi sorride.

«Grandioso!» e così entro a scuola, accompagnata dalle mie nuove amiche.

Sì…ho la sensazione che mi divertirò un sacco!!

 ***

It's getting better

Ecco il nuovo capitolo con, come promesso, i nuovi personaggi “non indifferenti” entrati in scena :) :) le avete riconosciute?? (ma sììììììì ) bene, ve le presento: ( noooooo )

Thelma Pickles

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Margareth Jones (secondo me è una delle più belle, se non addirittura la più bella)

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Dot Rhone

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Ruth Morrison (inspirata da Lindsay Lohan, attrice che amo molto -eccessi a parte-)

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Iris Caldwell

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Oca 1 alias Hannah Parker (inspirata da Lily Cole)

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Oca 2 alias Lindsay Chantail (inspirata da Kate Winslet)

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E ora rispondiamo alle recensioni:

Julia Molly Lane: ma grazie cara!! Beh, ecco il nuovo capitolo!!!! XD XD Adoro anche io Be Pop A Lula!! Poi John la interpreta in un modo superbo *-*

Thief: ahaha anche io, come Liv, ho per l’appunto avuto una ehm…piccola crisi isterica prima dell’inizio della scuola! xD Anche io adoro la radio!! Ne voglio assolutamente unaaaa!!! Ma ti immagini svegliarsi tutti i giorni, accenderla e sentirsi tanta buona musica con la B maiuscola?? Altro che le cavolatine di adesso…-.-

THE: macciauuuuu!!! *modello Michelle Hunziker* peccato, mi piaceva molto la tua storia!! Mi intrigava *sisi* e poi…era tanto che non ti vedevo su questo sito!! :D ahah massì, dai… trasferisciti qui da me!! Così siamo pure in classe assieme! XD (e iniziamo il 20 u.u) io stanotte ho fatto un sogno incredibile: avevo costruito una macchina del tempo e per farla funzionare mi servivano degli oggetti collegati ai Fab, che erano dei cosi simili a dei noccioli di pesca che avevo trovato sotto panchine, massi o roba del genere che avessero incise frasi o nomi di uno dei Beatles… poi mi sono ritrovata nel 1950, ma dei Fab neanche l’ombra!! Però è stato divertente :P a parte quando mi hanno raggiunto due delle Coloradine!! -.- (lo so, di sera mangio pesante… xD)

Brookelle: ahaha più o meno XD in questo capitolo però lei, visto che era per strada, si contiene un minimo!!!

Baci,

Marty

  
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