Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: funkia    25/09/2010    15 recensioni
Non mi sentivo più una bambina. Mi sentivo una donna in tutto e per tutto, con i problemi che hanno gli adulti, con l’esperienza necessaria per poter dire di aver lasciato l’adolescenza a tutti gli effetti. Avevo studiato e adesso avevo un lavoro da adulta, con tutte le responsabilità che l’essere adulto comporta. Ero più posata, più ragionevole. Avevo imparato a plasmarmi a seconda delle situazioni. Non era rimasto niente della vecchia Rose. Pensavo di averla lasciata per sempre, pensavo di essere cambiata. Ma soprattutto, pensavo di non amarlo più.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Erano passati anni, così tanti anni, da l’ultima volta che l’avevo visto che non ero neanche tanto sicura che fosse lui

DON’T TELL DAD

 

3. What goes around… comes around

 

Is this the way it's really going down?
Is this how we say goodbye?
Should've known better when you came around
That you were gonna make me cry
It's breaking my heart to watch you run around
'Cause I know that you're living a lie
That's okay baby 'cause in time you will find...

What goes around, goes around, goes around
Comes all the way back around                             (Justin Timberlake)

 

 

 

 

Erano passati anni, così tanti anni, da l’ultima volta che l’avevo visto che non ero neanche tanto sicura che fosse lui. Ma c’era qualcosa nel suo aspetto, qualcosa di inequivocabile, che per un attimo mi riportò indietro nel tempo. Per un attimo, in mezzo al corridoio del Dipartimento dei Misteri, mi sentii esattamente come se avessi ancora diciassette anni.

 

“Rose Weasley?” Chiese incredulo, fissandomi con la sua solita smorfia sarcastica. Era indubbiamente lui.

 

“Vi conoscete?” Chiese Jordan

 

Io tesi la mascella e strinsi i pugni. Adesso capii perché Al sembrava così restio a lasciarmi andare. Lo fissai per qualche secondo in silenzio, sentendo tutto l’acido nel mio corpo ribollire come un calderone. “Io non lavorerò mai per lui.”

 

Jordan spostò incerto lo sguardo da me a Malfoy. Jordan non esitava mai, ma probabilmente sentiva nell’aria la mia furia che stava per scatenarsi. Si schiarì la gola cercando di essere diplomatico. “Mi dispiace, Weasley, ma temo che questo non sia possibile. Abbiamo già stipulato un contratto e…”

 

“Allora mi licenzi!” Urlai. “Mi licenzi subito!”

 

“Wow.” Fece Malfoy ridendo. “Cerca di calmarti, Weasley.”

 

Jordan mi fissò sbalordito. “Per la miseria, Weasley, questo tipo deve averti fatto proprio incazzare! Non ti ho mai vista così agguerrita. Per lo meno non dovrò preoccuparmi che tu ricordi la regola fondamentale.”

 

Malfoy rise. “La regola di ‘non aprire le cosce’? Oh, non c’è da preoccuparsi, Keith, è già successo sei anni fa ed io non mi ripeto.”

 

Quello era davvero troppo! Non gli era bastato umiliarmi in passato, adesso doveva pure mettermi in ridicolo davanti al mio capo. Feci una risata amara. “Adesso tieni pure il conto? Dio, quanto devi essere disperato.”

 

Lui alzò un sopracciglio e incrociò le braccia al petto. “Mai quanto te, Weasley. Fidanzata con Jack Russell… non ti preoccupa sposare qualcuno che si chiama come un cane?”

 

Io scossi la testa continuando a sorridere amara. “Almeno io ho la speranza di essere felice nella mia vita, ed invece della tua cosa resta?”

 

Jordan si intromise prima che potessimo andare oltre. Alzò entrambe le mani, stanco del nostro diverbio e sospirò. “Adesso basta!” disse. “Mi dispiace, ma gli accordi sono accordi e non posso sollevare Weasley da questo incarico. C’è la tua firma sul contratto, Malfoy.”

 

Io lo fissai per niente sorpresa. “Tsè, c’era da aspettarselo. Ma per lo meno leggi quello che firmi?”

 

“Ci pensa la mia segretaria.” Disse serio. “Keith, ti conosco da un po’ ormai e non credo sia il caso…”

 

Jordan lo interruppe e per mia sorpresa venne in mia difesa. “Dovresti ringraziare il cielo, Weasley è una delle giornaliste più promettenti che siano mai passate per il mio ufficio. Deve ancora fare gavetta, ma forse un giorno potrai vantarti di aver lavorato con la più grande scrittrice esistente.”

 

Io arrossii sotto lo sguardo scettico di Malfoy e mi schiarii la gola. “Signore, io non…”

 

Jordan si voltò verso di me, severo. “Mi sembra di essere stato chiaro, Weasley!” disse. “La mia unica regola è…”

 

“Non corriamo nessun rischio.” Dissi io prima che potesse finire la frase. “Non aprirò mai le cosce per lui.”

 

Malfoy roteò gli occhi con mezzo sorriso. “Come se l’ultima volta ti fossi lamentata.”

 

Io lo guardai inespressiva. “Non penserai davvero di essere stato così bravo?”

 

Questa volta a Jordan scappò da ridere ma lo camuffò tossicchiando un po’. Malfoy piegò le labbra in una linea stretta fissandomi con i suoi occhi grigi pieni d’astio. Avevo toccato un tasto dolente, mai colpire un uomo sotto quel punto di vista. Io sorrisi trionfante.

 

Malfoy tese la mascella. “Domattina alle otto. Non accetto ritardi.”

 

Se ne andò senza salutare e sperai che se ne andasse a piangere in un angolo buio dove nessuno poteva vederlo. Non appena Malfoy fu fuori dalla nostra vista, Jordan si voltò verso di me e sospirò. Forse pensava di aver appena fatto un terribile errore. E lo pensavo anche io.

 

“Non farmene pentire, Weasley.”

 

Anche io sospirai e incrociai le braccia al petto. “Qualunque cosa succeda, si ricordi che io le avevo chiesto di licenziarmi.”

 

 

**

 

 

Tamburellai le dita sul tavolo guardandomi continuamente intorno. Ero seduta da Florish e non facevo altro che guardare l’orologio al polso. Avevo mandato un messaggio via gufo a Vanessa e le avevo detto che per l’ora di pranzo avremmo potuto vederci e mangiare qualcosa insieme. Ero pessima, dovevo ammetterlo, non l’avevo sentita per un sacco di tempo e adesso improvvisamente avevo voglia di vederla e sfogarmi con lei.

 

Mi sentivo una stupida.

 

All’improvviso la vidi destreggiarsi tra la folla, cerando dei buchi per passare, con i suoi lunghi capelli al vento e uno stacco di gamba non indifferente. Dio, quanto invidiavo la sua altezza! Vanessa era splendida, una delle donne più belle che avessi mai visto. Si sedette al mio tavolo sbuffando e posando delle buste.

 

“Scusa il ritardo, stavo facendo un po’ di shopping.” Disse, poi mi guardò seria. “Pensavo che non ci saremmo viste fino al tuo matrimonio.”

 

Io roteai gli occhi. “Lo so, mi dispiace. Sono stata molto occupata.”

 

“Siamo tutti impegnati, Rose.” Fece lei allargando le braccia. “Ho tre sfilate questa settimana e non mi stanno dando pace, ma sono comunque qui, seduta con te per mangiare insieme.”

 

“Ho visto Al questa mattina.” Tagliai corto io, non avevo voglia di discutere.

 

Vanessa corrucciò la fronte e chiamò con un cenno della mano il cameriere. “Al? Eri al Ministero?”

 

Io feci cenno di sì con la testa, ma Vanessa si distrasse per via del cameriere e ordinò un’insalata di pollo e un’acqua naturale. Il cameriere si voltò verso di me ma io scossi la testa sorridendo, come per dire che ero a posto. Vanessa alzò un sopracciglio.

 

“Non ti sarai messa a dieta per via del vestito da sposa, vero? Tua madre sta esagerando quando dice…”

 

“No, non ho fame.” Feci io agitata. Cavolo, mi sentivo davvero come se avessi di nuovo diciassette anni. “Ho un nuovo lavoro, al Ministero. Ecco perché ho visto Al.”

 

Vanessa mi guardò sorpresa. “Credevo che stessi finendo l’apprendistato alla Gazzetta.”

 

“Infatti, ma…” Mi morsi un labbro incerta. “Vì, c’è una cosa molto importante che devo dirti.”

 

Vanessa mi fissò presa un po’ alla sprovvista, ma poi sospirò portandosi una mano sul petto. “Non sai quanto mi fa piacere, Rose, perché anche io ho una cosa davvero molto importante da dirti.” Il cameriere portò l’insalata a Vanessa. “Grazie.” Disse guardandolo.

 

Io annuii. “D’accordo, prima tu. Sono sicura che la tua notizia è più importante.”

 

Vanessa si morse un labbro e prese un bel respiro, prima di dire. “Sono incinta.”

 

La saliva mi andò di traverso e cominciai a tossire guardandola con gli occhi spalancati. “Cazzo!” Dissi senza riuscire a trattenermi. “Questa è decisamente una notizia molto più importante della mia! E quando è successo?”

 

Vanessa mi guardò alzando un sopracciglio. “E’ stato un inverno freddo.”

 

La guardai male. “Non intendevo questo.” Dissi. “Pensavo solo che Al non volesse dei bambini adesso.” Vanessa mi fissò in silenzio. “Oddio! Gli verrà un infarto!”

 

Lei sospirò e si passò una mano sulla fronte. “Non so cosa fare, Rose. Non so come dirglielo. Siamo sempre stati così attenti, e lui è così maniacale nelle precauzioni che… io davvero non so come possa essere successo.”

 

“Forse non dovresti dirglielo.” Dissi stupidamente.

 

“Oh certo.” Fece sarcasticamente Vanessa. “Sono sicura che passerò totalmente inosservata quando la mia pancia sembrerà un dirigibile.”

 

Io ci pensai un po’ su. “Dovresti cercare il momento giusto. Non so, quando è seduto sul divano, per esempio.” La guardai meglio, sembrava sempre la solita Vanessa. Era pazzesco pensare che dentro di lei ci fosse una persona. “Da quanto lo sai?”

 

“Da poco.” Disse scotendo la testa. “Ma sono quasi di un mese e mezzo.”

 

Io la guardai scotendo la testa, non potevo ancora crederci. “Dio, Vì… sarai una mamma. Avrai un piccolo Al che ti correrà per casa e farà calcoli numerici sulle tue pareti di casa.”

 

Vanessa fece una smorfia ma non disse niente. Mangiò un po’ della sua insalata in silenzio, poi sembrò ricordarsi. “Oh, scusami Rose, sono stata così presa dal raccontarti di me… cos’è che volevi dirmi?”

 

Io sentii improvvisamente un pugno all’altezza dello stomaco. “Oh.” Dissi. “Niente.”

 

“Sì, ed io sono stupida.” Disse Vanessa sarcasticamente. “Sapevo che non dovevo dirtelo per prima, adesso ti stai riguardando perché pensi che la tua notizia non sia importante quanto la mia.”

 

Io sospirai. “Ho un nuovo capo.”

 

Vanessa mi fissò ingenuamente. “Sì, mi pareva ovvio, con un nuovo lavoro.”

 

“E’ Scorpius Malfoy.” Buttai fuori senza esitare un secondo di più.

 

Vanessa lasciò andare la sua posata e smise di masticare. Mi fissò attonita, come se si aspettasse da un momento all’altro che mi alzassi in piedi e gridassi ‘pesce d’aprile’, ma questo non accadde. “Scorpius Malfoy?! Quel Scorpius Malfoy?”

 

“Oh no, è un omonimo.” Dissi io sarcastica. “Ci sono così tanti Scorpius Malfoy a giro…”

 

“Ma che diavolo, Rose! Devi farti spostare dal suo ufficio!”

 

“Credi che non ci abbia provato?” Feci sospirando. “Ho chiesto… no, ho urlato a Jordan di licenziarmi.”

 

Vanessa mi guardò dritta negli occhi. “Rose, il tuo matrimonio è tra due mesi e lavorare con lui è una pessima, pessima idea.”

 

D’accordo, non ero assolutamente contenta di lavorare con… anzi, per Scorpius Malfoy, ma cosa c’entrava adesso il mio matrimonio con Jack? Corrucciai la fronte scotendo la testa. “Temo di non seguirti. Come può il mio nuovo lavoro influire sul mio matrimonio?”

 

“Assolutamente in nessun modo.” Fece Vanessa. “Era di Malfoy che stavo parlando. Rose, parliamoci chiaro, ti eri presa una sbandata così grossa per lui che…”

 

Alzai una mano per fermarla. “Frena, frena, frena!” Risi dalla disperazione, sicuramente avevo capito male. “Stai insinuando che potrei mandare all’aria il mio matrimonio per una stupida cotta adolescenziale? Pensavo mi conoscessi meglio di così, Vì.”

 

Lei scosse la testa e sospirò. “Nessuna ragazza dimentica mai il suo primo amore, Rose. Ma si va avanti, si volta pagina e si cerca di non pensarci più. Ma quando lavori insieme alla tua vecchia ossessione, diventa un po’ difficile.”

 

“Perfetto.” Dissi io scrollando le spalle. “Stai praticamente dicendo che se Gill Ryan cominciasse a fare il modello, lasceresti Al per lui.”

 

“Non essere stupida, Rose!” Saltò su lei. “Io amo Al! Sto per avere un bambino da lui!”

 

“Giusto.” Annuii. “Tutto quello che devo fare è farmi mettere incinta da Jack. Sarò a posto per il resto della mia vita.”

 

Vanessa mandò fuori un sospiro frustrato. “Dio, Rose, ma perché devi sempre travisare quello che dico? E dimmi una cosa, se pensi che lavorare con Malfoy sia una cosa da niente, perché mi hai mandato un gufo per vedermi e dirmi questa ‘cosa importante’?” Io non risposi. “C’è una piccola parte di te, seppur minima, che ha una paura fottuta di mandare tutto all’aria.”

 

Sbuffai. “No, Vì, è solo… non importa. Hai sentito Gaby e Sol?”

 

Vanessa annuì. “Domani sera andiamo a cena fuori. Vuoi unirti a noi?”

 

“Mi piacerebbe.” Dissi. “Solo noi quattro, come ai vecchi tempi.”

 

Vanessa sorrise e annuì. “Come ai vecchi tempi. Solo che stavolta saremo in cinque.”

 

Io la fissai confusa. “Oh, viene anche Vincent?”

 

Lei scoppiò a ridere e scosse la testa. “No, Rose, mi stavo riferendo… la mia pancia.”

 

“Oh!” La guardai un po’, non avrei mai fatto l’abitudine a pensare che dentro di lei stava crescendo qualcuno. “Non posso ancora crederci, Vì, non mi ci abituerò mai.”

 

“Non la penserai allo stesso modo quando ti sentirai chiamare ‘zia Rosie’.” Fece lei con un bel sorriso.

 

Zia Rose. Se non altro avevo ricevuto una buona notizia.

 

 

**

 

 

La mattina dopo mi alzai di pessimo umore. Sapere di dover entrare in quell’ufficio e dover rispondere ai comandi di Malfoy mi dava la nausea. Per di più ero sempre un po’ nervosa quando dovevo affrontare qualcosa di nuovo e non volevo fare la figura della scema davanti ad un idiota.

 

Presi un bel respiro ed entrai nel Ministero dirigendomi verso l’ascensore proprio come aveva fatto Jordan il giorno precedente. Sperai solo di non incontrare mamma e papà, che avevano insistito inutilmente per accompagnarmi e fare la strada insieme. Ovviamente non avevo detto loro che Malfoy fosse il mio nuovo capo. Papà sarebbe diventato isterico.

 

L’ascensore si aprì ed io scesi camminando un po’ timorosa lungo il corridoio. Le poche persone che mi passarono accanto, mi guardarono un po’ incuriosite. Io volevo solo arrivare velocemente alla fine della giornata.

 

“Psst!”

 

Sentii sussurrare. Mi voltai in cerca della fonte e vidi Al nascosto dietro un angolo che mi faceva cenno di avvicinarmi. Io camminai incerta verso di lui, guardandomi un po’ intorno.

 

“Che ci fai qui?” Bisbigliai. “E perché ti nascondi?”

 

“Perché dovrei essere al mio lavoro ma volevo vedere come procedeva il tuo.” Al fece una smorfia. “Lo sai, non è vero?”

 

Io incrociai le braccia. “Se so che Scorpius- idiota- Malfoy è il mio capo? Sì, lo so. E avresti anche potuto dirmelo!”

 

“Ci ho provato, ma tu sei scappata via.” Disse scotendo la testa. “Vanessa mi ha raccontato tutto, ieri sera. Mi ha detto che Jordan ti ha praticamente costretta a lavorare per lui. Pensavo che avresti dato le dimissioni.”

 

Io sospirai. “Lo farei, ma probabilmente me ne pentirei.” Guardai l’orologio al polso. “Adesso devo andare, non voglio beccarmi una ramanzina dal ‘capo’ il primo giorno di lavoro. Stasera sono a cena con le ragazze, ma possiamo bere qualcosa insieme uno di questi giorni.”

 

Al annuì e mi sorrise. “Sono sempre qui quando hai bisogno.” Lanciò uno sguardo verso il fondo del corridoio. “Buona fortuna, Rosie.”

 

“Grazie, Al.”

 

Lo lasciai nascosto dietro l’angolo e mi stirai un po’ la blusa riprendendo a camminare fiera verso l’Ufficio dei Misteri. Più mi addentravo nel corridoio, più la luce diventava tetra e triste. L’habitat perfetto per un Malfoy, pensai.

 

Bussai alla porta, una ragazza minutina con dei capelli biondi e due occhi slavati venne ad aprire. Mi fissò.

 

“Tu devi essere Rose Weasley.” Io annuii. “Il capo ti sta aspettando.”

 

Figurarsi, non vedeva l’ora di torturarmi probabilmente. La seguii guardandomi intorno nel Dipartimento, che sembrava ancora più tetro e triste del corridoio. Solo delle fiammelle appese alle pareti rischiaravano appena l’ambiente.

 

La ragazzina aprì una porta e mi fece cenno di entrare, Malfoy era seduto dietro alla scrivania col capo chino su dei fogli. La porta si richiuse alle mie spalle.

 

“Sembra quasi che tu sappia quello che stai facendo.” Dissi arrogante.

 

Malfoy alzò la testa per dire qualcosa, ma si fermò all’istante guardandomi da capo a piedi. Alzò un sopracciglio. “Non penserai di lavorare nel mio ufficio vestita così?”

 

Io mi diedi una rapida occhiata chiedendomi cos’avessi che non andava. Avevo un semplice tailleur che mettevo sempre per andare a lavoro. “Perché?”

 

“Perché hai le gambe in bella mostra.” Disse guardandomi. “E anche… tutto il resto.”

 

Io spalancai la bocca allibita e scossi la testa. “Nessuno si è mai lamentato del mio abbigliamento che non mette in mostra proprio un bel niente. Mi dispiace che tu abbia una mente da maniaco ma…”

 

“Una mente da maniaco?!” Rise scotendo la sua chioma bionda. Dio, se lo detestavo! “Non sono io quello che si è messo una minigonna per sedurre il suo capo.”

 

Okey. Adesso ero io ad essere completamente allibita. “Sedurre te?” Chiesi come se non fosse una cosa possibile. “Io sto per sposarmi!”

 

“Con un cane.”

 

“Ancora con questa storia!” Alzai la voce. Stavo cominciando ad infuriarmi. “Non sono qui per farmi prendere in giro da te, Malfoy! Se vuoi spiegarmi cosa diavolo devo fare in questo ufficio bene, altrimenti andrò a casa a scrivere le mie dimissioni!”

 

Malfoy sembrò indeciso sul da farsi, ma poi sospirò e mi fece cenno di sedermi. Io mi ricomposi un po’, facendo un bel respiro. Malfoy si sporse un po’ sulla sua destra ed aprì un cassetto da un armadietto vicino a lui.

 

“Questo.” Disse indicando i fascicoli che riempivano il cassetto. “E’ il nostro lavoro.”

 

Io fissai il cassetto con un sopracciglio inarcato. “Mi sembra un buon inizio. Se poi volessi sforzarti anche di spiegare qualcosa…”

 

“Tu sei un tramite.” Disse richiudendo il cassetto. “Un filtro. Chiamati come ti pare. Noi riceviamo le notizie in esclusiva e sta a noi decidere se renderle note al mondo o tenerle… un mistero. Per questo si chiama ufficio dei Misteri.”

 

Io annuii. “Già, questo spiega molte cose.” Dissi. “Praticamente voi siete quelli che fermano l’informazione pubblica.”

 

“Praticamente noi siamo quelli che decidiamo se sia il caso di far scoppiare una bomba o meno.” Disse Malfoy serio. “Non hai neanche un’idea del tipo di notizie che passano per questo ufficio.”

 

Alzai un sopracciglio e mi leccai le labbra. “Vediamo se ho capito. Tu esamini le notizie e se decidi che valga la pena di essere pubblicata su un giornale…”

 

“… tu la scrivi.” Disse indicandomi, poi si aprì in un sorrisetto. “Sei più intelligente di quanto ricordassi.”

 

“Peccato che non possa dire la stessa cosa di te.” Dissi con non chalance. “C’è altro?”

 

Malfoy mi fissò. “Dove diavolo hai incontrato uno come Jack Russell?”

 

Io alzai gli occhi al cielo. “C’è altro, inerente al lavoro?”

 

“Con quello che guadagni non trovi un po’ strano che uno come Jack Russell voglia sposare proprio te?”

 

Io sospirai e cercai tutto il mio autocontrollo. “Alcuni sono più fortunati di altri.”

 

Malfoy  fece un ghigno. “Scommetto dieci galeoni che scopa peggio di me.”

 

Io mi abbassai lentamente verso di lui e sussurrai. “Perché non facciamo quindici?”

 

Malfoy tese la mascella e mi sbatté un fascicolo davanti. “Puoi iniziare con questo.”

 

 

 

**

 

 

“E’ insopportabile!” dissi a Vanessa quella stessa sera mentre preparava la cena a casa sua. “E’ arrogante, fastidioso, sarcastico e vuole sempre avere ragione!”

 

Vanessa alzò un sopracciglio continuando a tenere gli occhi sulle zucchine che stava tagliando. “Mi fa piacere sapere che è sempre il solito vecchio caro Malfoy.”

 

Io sospirai. “Dico sul serio, Vì, mi farà impazzire. Non resisterò più di un mese in quell’ufficio.”

 

“E allora licenziati.” Disse come se fosse la cosa più semplice del mondo. Rovesciò le zucchine in una padella e si voltò a guardarmi. “Rose, non so se te ne stai rendendo conto, ma nel giro di due mesi sarai la moglie di Jack Russell. Jack Russell il giocatore di Quidditch. Non avrai problemi di soldi, Jack riuscirà a mantenere entrambi.”

 

Io la fissai incredula, non potevo credere che quelle parole stessero uscendo dalla bocca della mia migliore amica. “Mi prendi in giro, non è vero? Credevo che mi conoscessi e lo sai che io non accetterò mai l’idea di farmi mantenere da qualcun altro.”

 

Vanessa riprese a cucinare e mandò un’occhiata all’orologio. Le gemelle dovevano già essere per strada. “Non ti sto dicendo di prenderla come una soluzione permanente, ma puoi permetterti di rimanere per un po’ senza lavoro. E non appena ne troverai un altro tornerai a lavorare.”

 

“E darla vinta a Malfoy? Mi ucciderei piuttosto.” Il campanello suonò, Vanessa fece per andare verso la porta ma le feci cenno con la mano di fermarsi. “Lascia, vado io.”

 

Non appena aprii la porta entrambe le gemelle mi saltarono al collo urlando. D’accordo, era da un bel po’ di tempo che non mi vedevano, ma era anche vero che erano un po’ troppo eccessive. Io sorrisi imbarazzata, sentendo le punte delle orecchie scaldarsi appena. Sol mi diede una scrollata.

 

“Rosie! Finalmente! Ma quand’è stata l’ultima volta che ci siamo viste? Non chiami mai!”

 

Io feci un sorriso di scuse e chiusi la porta. “Mi dispiace, sono stata impegnata…”

 

Gaby fece come per scacciare una mosca. “Oh non preoccuparti, Rose, lo sappiamo ed è giusto che tu sia stata impegnata nei preparativi. Non dare retta a Sol, nessuno può farti una colpa se cerchi di rendere il tuo giorno un giorno speciale.”

 

“Già.” Dissi con un debole sorriso. “Ehi, Vanessa è in cucina.”

 

Le gemelle corsero in cucina ad abbracciare Vanessa, i loro urli arrivarono fino all’ingresso. Aspettai qualche secondo prima di entrare in cucina, Vanessa era ancora un po’ frastornata mentre le gemelle si erano sedute a tavola e avevano cominciato a parlare a macchinetta. Fortunatamente dopo tanti anni avevano imparato a parlare in inglese.

 

“… ed io e Sol siamo scoppiate a piangere quando abbiamo ricevuto la tua lettera! Oh Rose, Vanessa te l’ha detto?” Fece Gaby guardandomi con gli occhi lucidi.

 

Io annuii. “Sì, io… beh, non riesco ancora a crederci.”

 

Sol ridacchiò. “L’hai già detto ad Albus?”

 

Vanessa scosse la testa con un sorriso e mi lanciò un’occhiata fugace. “No, io non so proprio come dirglielo. Non credo che ne sarà felice.”

 

“Ma certo che ne sarà felice!” Fece Gaby. “Perché non dovrebbe esserlo?”

 

Io feci un piccolo sorriso. “E tu e Vincent quand’è che comincerete ad avere dei bambini?”

 

Gaby scrollò le spalle. “Io vorrei, ma Vincent non si sente ancora pronto.”

 

“E’ troppo presto.” Saltò su Sol.

 

Io e Vanessa ci scambiammo uno sguardo. “Troppo presto?” Chiesi seriamente. “Non tengo neanche più il conto da quant’è che stanno insieme, senza contare che dubito che si lasceranno mai.”

 

Sol non disse niente e Gaby sorrise a mo’ di scusa. “E’ diventata paranoica da quando ha trovato un nuovo ragazzo.”

 

Vanessa, che armeggiava un po’ tra i fornelli, si voltò verso di lei. “Hai un nuovo ragazzo? Perché non hai detto niente?”

 

Sol fece una smorfia e sventolò una mano. “Non c’è niente da dire.”

 

“Fa la modesta, come sempre. E la misteriosa.” Rise Gaby. “Oh, Rose! Vanessa ci ha detto… beh, del tuo nuovo… capo?”

 

Sol stavolta si voltò di scatto verso di me. “Oh giusto! Non potevo crederci, di tutte le persone che ci sono al mondo come è potuto succedere che tu sia finita a lavorare per Scorpius Malfoy?”

 

Io feci una smorfia infelice e mi sedetti. “Sì, me lo chiedo anche io, Sol.”

 

“Come sta andando?” Fece Gaby preoccupata.

 

Vanessa mise la nostra cena a centro tavola. “Esattamente come andava anni fa. Sono totalmente incapaci di collaborare.”

 

Io sospirai frustata. “Sto cercando di fare del mio meglio e di lavorare in santa pace, ma lui non fa altro che farmi chiamare nel suo ufficio per qualsiasi cosa!” Gaby e Sol si scambiarono un’occhiata. “Cosa?” Feci io.

 

“Beh, ecco, Rose sei sicura che lui non stia cercando di…” Gaby si morse un labbro e guardò Sol e Vanessa.

 

“Di?” Feci io cercando di capire.

 

“Non ti sembra solo strano che ti voglia sempre intorno?” Fece Sol mettendo in bocca una forchettata. “Non pensi che provi ancora qualcosa per te?”

 

Io scoppiai a ridere. “Non state dicendo sul serio.” Loro mi fissarono ed io spalancai la bocca. “State dicendo sul serio?”

 

Vanessa scrollò le spalle. “Beh, ci si può aspettare di tutto da un Malfoy.”

 

“Non me la sento di contraddirti, credimi, ma questo è davvero assurdo.” Feci io scotendo la testa. “Cerca solo di fare del suo meglio per darmi fastidio in tutti i modi.”

 

Le ragazze fecero una faccia strana, ma Gaby fece un sorriso, forse un po’ forzato, e alzò un bicchiere in aria. “Beh, uomini a parte. Stasera siamo solo noi e dico di festeggiare.”

 

Io presi il mio bicchiere e lo stesso fecero Sol e Vanessa. “Beh, a noi.” Dissi.

 

“A noi che dopo tanti anni siamo rimaste sempre le stesse.” Fece Gaby con un sorriso sincero.

 

La guardai mentre sbattevamo insieme i calici per brindare. Era davvero così, eravamo davvero rimaste sempre le solite? Avrei scommesso dieci galeoni del contrario.

 

 

**

 

 

Aaah, devo dirvelo ragazzi, adoro questo capitolo XD me li scrivo e me ne compiaccio!

Sono contenta di essere riuscita ad esprimere la scena proprio come me la immaginavo nella testa, questa volta sono proprio fiera di me, mi piace la tensione che c’è tra Rose e Scorpius dopo tanti anni.

 

Anyway, spero che oltre a me sia piaciuto anche a voi e vi ringrazio sempre tanto per le recensioni.

Un bacio ed un abbraccio!

 

Il prossimo capitolo “Life is a flower” prossimamente sui vostri schermi!

 

Love, zia Funkia

 

 

 

 

   
 
Leggi le 15 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: funkia