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Autore: Sweet_Juliet    25/09/2010    5 recensioni
salve a tutti! questa è la mia prima one-shot, che è diventata una raccolta, descrive i pensieri e sentimenti dei personaggi dopo che Ron ha baciato Lavanda al sesto anno
spero che vi piaccia
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Lavanda Brown, Ron Weasley
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Pensieri di un cuore innamorato

 

 

Non riuscivo a guardarti.

Non potevo guardarti.

Il mio cuore si sbriciolava ogni volta che incontravo il tuo sguardo.

Tu, l’unico ragazzo che riusciva a farmi piangere.

L’unico che poteva riportarmi il sorriso.

L’unico che non volevo mai più rivedere.

L’unico di cui non potevo fare a meno.

L’unico che odiavo.

L’unico che era riuscito a farmi battere il cuore.

Cuore che, giorno dopo giorno, si stava inaridendo e si stringeva in una morsa sempre più dolorosa.

 

Perché mi facevi questo?

Perché godevi del mio dolore?

Io ti ero sempre stata vicina, ti avevo aiutato, ti avevo amato, sempre in silenzio.

 

Era bastata una stupida partita di Quidditch a rovinare tutto.

Ero furiosa con Harry per averti versato la Felix Felicis nel bicchiere; avevo cercato di avvertirti, ma tu naturalmente non mi avevi ascoltato: avevi bevuto il “succo di zucca” tutto d’un fiato e ti eri diretto fiero verso il campo, dove si stava radunando tutta la scuola.

Allora ero furibonda, come potevi non credermi?

 

Percorsi in preda alla rabbia il prato e mi andai a sedere nel punto più alto delle tribune: osservai bene tutta la partita e, ovviamente, non sbagliasti un colpo ed ero sicura che fosse merito della pozione. Non avevi mai volato così bene!

Mentre ti guardavo provavo il forte desiderio di essere lì con te e di volare via insieme verso un luogo sconosciuto: desiderio inesaudibile data la mia terribile paura dell’altezza.

 

Dopo meno di un’ora avevate vinto e la squadra ti stava portando in trionfo negli spogliatoi e poi in sala comune, dove si sarebbe svolto un festino coi fiocchi.

Harry mi aveva detto di aver solo finto di versare nel tuo bicchiere la fortuna liquida; così io ti aspettavo su una delle nostre poltrone per scusarmi con te e, forse, per rivelarti finalmente i miei sentimenti.

Appena varcasti la soglia della sala comune e vidi il tuo sorriso, tutta la rabbia che avevo provato nei tuoi confronti svanì così come era venuta.

Era la cosa più bella che avessi mai visto e, per un attimo, rimasi incantata ad osservarti, per poi cercare di farmi strada verso di te attraverso la folla di Grifondoro.

Ero quasi arrivata ad abbracciarti, quando qualcuno mi spinse indietro e ti si avventò contro, prendendo a baciarti.

Era Lavanda Brown.

Ero interdetta, mi aspettavo che tu la scacciassi, la spingessi via per farmi arrivare tra le tue braccia, ma in un solo istante distruggesti tutto il mio mondo.

Rispondesti al bacio. E il mio cuore si frantumò in tanti minuscoli pezzettini.

Scappai via piangendo, non sapevo che fare, e mi rintanai nella prima aula vuota a disposizione.

Provai a cimentarmi con qualche nuovo incantesimo, come facevo di solito per calmarmi, ma far apparire dei piccoli uccelli canterini non servì a rallegrarmi.

Pochi secondi dopo la porta si spalancò ed entrò Harry, doveva avermi seguito.

Provò a stabilire una conversazione, ma io non ero d’aiuto: non facevo altro che pensare a Ron e a quella. Non riuscivo nemmeno a pronunciarne il nome.

In quel momento successe il peggio, la porta venne aperta dalla nuova coppietta felice: il mio cuore si ricompattò per poi sgretolarsi nuovamente e io non riuscii a controllarmi, scagliai i piccoli canarini contro il mio ex-migliore amico e corsi via piangendo.

 

Sono passate due settimane ormai e tu porti ancora i segni del mio attacco apparentemente insensato.

Sono passate due settimane e Harry sta facendo di tutto per cercare di farci tornare amici, ma noi non ci parliamo.

Sono passate due settimane e stai ancora con la piovra, che crede che ogni momento passato senza baciare colui che avrebbe dovuto essere il mio ragazzo sia sprecato.

Sono passate due settimane ed io non esco più dalla mia camera, se non per andare a lezione o a mangiare.

Sono passate due settimane in cui io non ho fatto altro che concentrarmi solo sullo studio, rifiutandomi di vedere chiunque al di fuori delle classi.

Ma soprattutto, sono passate due settimane da quando ho iniziato a sentire un senso di vuoto incolmabile al centro del petto, che si riempie non appena vedo la causa del mio amore e viene distrutto con l’immediato arrivo della causa della mia sofferenza: in quei momenti vengo invasa dalla consapevolezza di non poter provare un amore così grande per nessun altro, né di poter soffrire così tanto per la tua indifferenza.

Perciò mi allontano da tutto e tutti e mi rifugio sotto un albero nel parco, dove, per nascondere le lacrime che mi solcano le guance, immergo il viso in un libro e cerco di perdermi nel mondo lì descritto, dimenticando per qualche ora la sofferenza che comporta tornare alla realtà.

 

 

   
 
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