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Autore: neichan    31/10/2005    0 recensioni
Ci sono licantropi fuori nel mondo dei maghi.Un attacco su Harry gli dà una vita nuova.E,a causa dei cambi,una marea di guai...liberamente ispirato dalla serie dedicata ad Anita Blake, scritta da Laurell Hammilton
Genere: Romantico, Commedia, Drammatico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Harry Potter, Lucius Malfoy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Furry magic

Furry magic

di ne’ichan

tradotto da Bran of Hell

 

Nota: Alcuni hanno chiesto cosa significassero i termini ‘alfa’,beta’ e ‘omega’. Con mio scorno, devo ammettere che l’etologia non è il mio forte, e quindi ho dovuto controllare nell’enciclopedia. Dato che in questa fic si parla di branco, alfa è il capobranco, mentre beta e omega sono membri inferiori. La richiesta, presumo che sia come l’impegno del capobranco con il suo personale harem. A cui naturalmente, in quanto alfa, è l’unico a potervisi avvicinare con intenzioni...‘amatorie’.  

 

cap. 2

 

La nebbia rosata si alzò, in un sottile filo che disegnò una linea nell’aria. La strega era curva in giù sulla nebbia, inalando i fumi dell’ebollizione dei capelli e del sangue nel becher in cui si trovava la pozione di polyjuice. Una pozione sangue-polyjuice. Era perfetto. Il meglio. Poteva diventare quello che meritava di essere. Avere il potere che meritava. Era contenta. Lo aveva desiderato da così tanto tempo. Ma ora, era il suo.

Bevve dal calice, esaurendo il liquido al suo interno. Il liquido scivolò in giù per la sua gola, come qualcosa di solido, raffreddandosi. Passò la gola, amaro, cattivo, ma alla sua fine parve dolce alla donna. L’ingoiò prima che potesse soffocarla. Come se stesse ingoiando una massa di fegato rancido, finalmente scivolò nello stomaco. Ansò in cerca d’aria.

Ah. Si. Era la stessa sensazione dell’ultima volta. Il calore strisciante che si muoveva attraverso i suoi lembi. Il suo cuore, i suoi polmoni. Attraverso il suo corpo intero. Lottò contro la spinta di artigliare la propria pelle, alleviare il prurito opprimente del cambio da lei a lui. La donna ansò, sentendo il cambiamento dei genitali, del divenire maschio. Nessuna femmina ora. Estendendosi fuori. Non più portatore di vita, ma il datore. Ghignò attraverso la rotazione nauseante del cambiamento. Era Buono.

Molto lentamente la faccia cambiò. Da un momento all’altro.

Respiro, e lei era più alta. La testa elevata in atteggiamento orgoglioso.

Respiro, e lei era in piedi più grande. Muscoli che si ingrossano sul suo corpo, carne che si gonfiano come pasta che lievita magicamente.

Respiro, e la sua faccia che cambia, le ossa che si spostano, che si alzano e muovono, diventando appassionato, bello, fiero. Lui, stava diventando lui. La sua esaltazione era quasi una cosa viva.

Respiro, ed i suoi capelli si allungarono, illuminandosi. Arrivano alla schiena, e più giù ancora. Un’onda di biondo argento.

Respiro, ed i suoi occhi diventarono più caldi, più pallidi. Un blu grigio, così chiaro da essere come il colore dell’acqua.

Respiro, e lei divenne quello a cui appartenevano il sangue e i capelli. Il pallido re leopardo.

Respiro, e lei poteva camminare sulla terra come la creatura potente che sarebbe dovuta essere dall’inizio. Come il salmodiare nella sua mente si arrestò, per un’ora corta era lui. Lui di nuovo.

Respiro. Respiro. Respiro. Ed un solido uomo-bestia era in piedi dove una volta vi era una donna, una donna che era stata ignorata per due secoli. Stirò il collo rigido, scuotendosi di dosso il languore. Tempo per cacciare.

Guardare.

Guardò attorno a se, vedendo il mondo attraverso i nuovi occhi. Vedeva gli alberi, gli edifici, le persone che entravano ed uscivano, riunendosi in gruppi. Era nel recinto esterno di Hogwarts, camminando a carponi, nascosto. Ora era un predatore. Poteva avvicinarsi furtivamente alla sua preda.

Sentire.

I suoi orecchi si spostarono in avanti, avvertiva il rumore di passi confusi, di qualcuno che camminava non consapevole di essere la preda perfetta, in quanto concentrato in altri pensieri. Questo era Hogwarts. La preda si credeva al sicuro. Sorrise, scoprendo le brillanti zanne.

Fiutare.

Un ragazzo. troppo giovane. Lottò contro la delusione. Poi, avvertì la preda perfetta. Una ragazza. Più vecchia del ragazzo. E da sola. Odorava buono, matura, corretta. Il predatore camminò a carponi più vicino. L’anticipazione che vibrava attraverso il corpo felino e perfetto.

Toccare.

Saltò. La ragazza cadde, con solo un whoosh dell’aria che lascia i suoi polmoni, nessun uggiolare, come la bocca del predatore era sulla sua gola, fermando qualsiasi suono. Così facile. Il cacciatore ringhiò di gioia, per il successo della caccia. Ora veniva il meglio, come il felino spinse in giù, grazie al peso del grande corpo, la preda.

Assaggiare.

Quell’era la cosa più necessaria. Assaggiare. Il sangue. La carne. La paura. Affondò le zanne profondamente. E si alimentò. La carne...il sangue...e più meravigliosa di tutto, la paura, mentre i suoi denti laceravano la preda.

 

 

 

“C’è stato un altro attacco.” Annunciò Amrys a Lucius. L’alfa guardo su, gli occhi che scurivano. Un altro attacco alla sua autorità. Ringhiò silenziosamente come il suo secondo avanzò ulteriormente nella stanza. Amrys non aveva paura di lui. Sapeva che Lucius non avrebbe rilasciato la sua collera sul portatore di cattive notizie. Il branco non avrebbe potuto avere un migliore leader. Uno più intelligente.

E? Hai dei dettagli? Nessuno l’ha visto?” Chiese Lucius, tentando di mantenere un tono di voce umano, dispiaciuto alla svolta degli eventi. “Ci sono testimoni dell’attacco?”

Amrys esitò, poi rilasciò il resto delle notizie. Era una ragazza. Non scampò all’attacco. Non vi era intenzione di cambiare la vittima. Forse era un incidente la sopravvivenza del gattino. Arrischiò Amrys.

“Siamo sicuri che fosse uno del nostro branco? Felino? Non lupo o roditore?” Chiese Lucius, accettando l’opinione del suo secondo. Si era già chiesto se quello fosse il caso. La fortuna di Potter. Nulla poteva uccidere il ragazzo. Era sopravvissuto ad abbastanza tentativi di assassinio da bastare per almeno dodici uomini.

Kaithas dice che è uno di noi. Fiutò il corpo. L’odore del branco era su di lei. Anche nella scuola, Hogwarts. Nessuno ha visto qualche cosa. O persone che non avrebbero dovuto trovarsi sul luogo. La ragazza era vicina alla foresta, ma non dentro di essa.” Amrys si sedette sull’angolo della scrivania di scuro legno di ciliegia.

Lucius si alzò, allontanandosi un poco da essa. “Non mi piace tutto questo. Parlerò a Potter. Dobbiamo fermare questo. Chiama il branco. Mi incontrerò con loro al più tardi, stasera. Tutti loro. Nessuna eccezione.” Stette in piedi, flettendo le braccia, rilasciando un brontolio adirato. Portava pantaloni di seta larghi. Nient’altro. I suoi piedi e torace erano nudi. I pantaloni fluirono lungo le gambe, seguendo i suoi movimenti.

“Il gattino non ricorda nulla, alfa.” Disse Amrys, avanzando nuovamente come l’alfa lo passò, abbassando la testa.

“Intendo accertarmene personalmente, omega. Fu la risposta di Lucius, accarezzando con la mano il braccio dell’altro licantropo mentre passava.

 

 

“Voglio andare via.” Disse Harry Potter, petulantemente, nell’istante in cui vide Lucius. “Non appartengo a questo posto.”

“Ricordi quello che ti accadde, Potter?” Lucius si accosciò accanto al giovane, che sfolgorò all’uomo. Quindi il ragazzo stava bene. Quello era bene.

“No, l’ho già detto a tutti quelli che me l’hanno chiesto. Non ricordo nulla. Solo che mi sentivo male, davvero male. Dumbledore che diceva a quell’uomo di portarmi qui. Nient’altro. Quando mi sono svegliato, ero qui. Con loro.” Potter inclinò la testa verso gli altri giovani, che dovevano guardarlo. Aveva protestato alquanto, nel ritrovarsi attorniato da loro, intenti ad osservarlo. E tutti loro erano nudi. Amrys impiegò quasi un’ora a spiegargli che quello era il modo in cui il branco dormiva. In gruppi, nudi, insieme. A Potter non era piaciuto. Lucius poteva leggere nella mente del giovane. Potter pensava che stavano cercando di sottoporlo a un qualche genere di perversione. Lucius sorrise al punto di vista ancora così umano.

“Tenta di ricordare. E’ molto importante. C’è stato un altro attacco. Sui dominii di Hogwarts, nuovamente. Non sul campo di Quidditch, dove trovarono te. Questa volta era vicino alla Foresta Proibita. Osservò il giovane, per vedere come avrebbe reagito alle notizie.

“A Hogwarts? Di nuovo? Chi era? Sono OK?” Harry sedette su, la coperta di pelliccia che precipita, scoprendo la vita. Lucius reagì alla vista in modo inaspettato per lui. Desiderio. Hmmm. Avvertiva il profumo del giovane arrivare alle sue narici.

“No, è morta. Non conosco il suo nome. Non è sicuro per te risalire a Hogwarts. Chi ti ha attaccato, può tentare di chiamarti. E tu dovrai rispondere. E’ ciò che accade fra noi.” Disse Lucius al giovane che stava aggrottando le sopracciglia. Il mento di Potter stava sporgendo in fuori. Diciamo pure in maniera caparbia.

Potter sembrava molto infelice. E spaventato anche. Lucius fu lieto che Potter avesse il senso di sentirsi spaventato. Forse, finalmente, stava crescendo. Forse iniziava a guardare alle cose da una prospettiva realistica, considerando i rischi.

“Quanti anni hai, gattino?” Gli chiese Lucius. Potter guardò prima sorpreso, poi importunato.

“Non mi chiami così. Ho l’età di suo figlio. Diciassette. Diciotto il mese prossimo. Non sono un bambino o ungattino’.” Replicò ferocemente all’uomo.

Lucius lo prese per il collo, sbattendolo giù.

“Ehi! Ahi. Ma cosa...?” Gridò Harry, strofinando il punto dolente, stando saggiamente arricciato sul suo lato, dando un’occhiata accorta a Lucius.

“Io sono l’alfa. Tu non mi correggerai.” Ringhiò Lucius, muovendosi più vicino al giovane, che divenne silenzioso, con la mano posata alla sua testa.

Lucius toccò il ragazzo per caso, e Harry rabbrividì. Non con la revulsione che pensava dovrebbe sentire. Voleva il contatto. Protese istintivamente il collo. La bocca di Lucius toccò la sua gola, i denti che raschiarono la sua pelle, facendogli venire la pelle d’oca. Harry ansò, inarcandosi per andare incontro al morso. Si. Il suo alfa stava chiamandolo. Fece le fusa con soddisfazione.

Harry ingoiò. Per tutti gli inferni, cosa stava succedendo? Faceva fatica a respirare, a pensare...il contatto della pelle nuda del più grande uomo sulla propria...Malfoy stava ringhiandogli contro, pigiandolo nuovamente sulle pellicce. Harry non riusciva a reagire. Era passivo. Non poteva respingerlo. Sentì il panico sorgere, ma era distante. La maggior parte della sua consapevolezza era concentrata sulla sua resa. Si lamentò quando la pelliccia che lo copriva venne lacerata.    

  
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