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Autore: neichan    31/10/2005    2 recensioni
Ci sono licantropi fuori nel mondo dei maghi.Un attacco su Harry gli dà una vita nuova.E,a causa dei cambi,una marea di guai...liberamente ispirato dalla serie dedicata ad Anita Blake, scritta da Laurell Hammilton
Genere: Romantico, Commedia, Drammatico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Harry Potter, Lucius Malfoy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Furry magic

Furry magic

di ne’ichan

tradotto da Bran of Hell

cap.1

“Bene, sig. Potter. Lei è l’ultima persona che mi sarei aspettato a chiedere l’ammissione al Feudo dei Malfoy.” Disse la voce di seta di Lucius Malfoy, aggirando la scrivania e dirigendosi verso il giovane, che rilasciò quasi cadere sulla poltrona. Il suo naso si arricciò all’odore lievemente muschiato nell’aria. “A cosa devo il piacere della sua visita?”

“La nostra visita, caro.” Venne una voce colta dalla porta della stanza, prima che il ragazzo potesse rispondere. Harry sembrò restringersi ulteriormente nella poltrona. Aveva un graffio poco profondo lungo la guancia, sangue asciugato imbrattava la sua faccia e sopra l’immondizia che imbrattava la sua camicia. Alcune ciocche dei capelli erano attaccate alla guancia grazie al sangue rappreso.

Teneva gli occhi bassi, senza tentare di dir nulla. Non sembrava il marmocchio che conosceva. E non gli piaceva il cambio, sentiva che c’era qualcosa che non andava. Ma, c’era ora un problema più urgente. Sapeva ora, che cosa significava quell’odore disgustoso.

Un uomo, dalle fattezze delicate, oziava contro l’entrata. Le sue gambe magre rivestite in pantaloni color susina, con panciotto intonato su una camicia un poco arruffata color rosa pallido. I suoi stivali erano di un colore più scuro dei calzoni. I capelli erano corti e indisciplinati. Stava sorridendo, ma attento, pronto a reagire immediatamente, se vi fosse il bisogno.

Lucius si volse verso il nuovo arrivato, ringhiando. Le spalle che si squadravano come la sua attenzione si spostava dal giovane tremante sulla poltrona all’uomo familiare. La fonte dell’odore che provocava un formicolio sulla sua pelle. Il naso di Lucius vibrò, le labbra che si stiravano sui denti.

Paulsen, tu pezzo di merda, esci da casa mia, o ti ucciderò lì dove ti trovi.”Ringhiò Lucius, con voce più profonda di quello che dovrebbe esser possibile. Il suo corpo sembrava improvvisamente più grande, molto più minaccioso, se possibile.

“No, Malfoy, non vuoi farlo. E non provare a gettarmi una maledizione finché non ho finito di parlare. Dumbledore ha messo un incantesimo di protezione su di me. Inoltre, te lo meriti, tu hai lasciato che le custodie fossero accessibili. Era qualcosa che Dumbledore ha sfruttato per permettermi di giungere qui.” Ghignò l’uomo, esponendo i suoi denti perfetti. Si girò, mantenendo però sott’occhio il più grande uomo. C’era sfida nei suoi occhi marroni.

“Osi portare la magia di quell’uomo in casa mia e pretendere che io ti ascolti?” Lucius avanzò di un passo. L’altro uomo stette fermo sui suoi piedi, nella cornice della porta. Le braccia tranquillamente lungo i fianchi.

“Mi ha mandato a consegnarti il ragazzo.” Disse Paulsen, con calma ingannevole. Inclinò il capo, guardandolo di sottecchi. “Non avevo nessuna alternativa, se lui comanda così. Non potevo rifiutarmi, lo sai. Ho un debito con lui, non mi biasimare.”

Perché mi spedirebbe uno dei suoi piccoli giocattoli? Facendolo consegnare a te, poi.” Lucius Malfoy avanzò, godendo dell’improvviso nervosismo dell’altro uomo. Potter si ritirò al passaggio di Lucius. Lucius aggrottò le sopracciglia, ma tenne la sua attenzione sull’altro uomo. Paulsen era pronto a correre, ogni suo istinto di sopravvivenza era allarmato. Lucius non sentiva la presenza di un predatore, ma di una preda. “Forza, dimmi qualche cosa che io possa credere, cucciolo.”

“Da quando quello stupido ragazzino è stato abbastanza stupido da farsi mordere durante l’ultima luna piena, lui è un licantropo, Lucius. Disse rapidamente Paulsen, volendo fermare l’avvicinarsi di Lucius. Non era più il momento di rinfacciare. Una piccola provocazione era divertente, altra cosa era ottenere in una lotta con Malfoy. Equivaleva ad un suicidio. Paulsen lo sapeva perfettamente.

Perché non ti prendi cura di lui, allora, lupo? O la tua lealtà non si estende così lontano? Al tuo proprio genere?” Ringhiò Lucius, con i suoi occhi grigi ancora più ridotti, nei quali cresceva una luce strana. Paulsen, impaurito, indietreggiò di un passo. Estrasse la bacchetta, ignorata da Lucius.

“Non posso, non appartiene al mio genere. Non posso proprio restare anche vicino a lui. Paulsen rabbrividì, lanciando un occhiata al giovane seduto. Il suo disgusto non era finto.

Che animale, allora?” Chiese Lucius. Vagando in cerca di preda, con movimenti fluidi, ferini, avvicinandosi. Paulsen alzò una mano.

“E’ un essere-leopardo.” E Paulsen non riuscì a trattenere un ghigno come lui getto quel bocconcino di informazioni male accolte. “Solo il tuo stile, Luc. Un giovane gattino solo per te. Giovane e dolce, e succulento.”

“Impossibile. Chi è il responsabile?” Il ringhio crebbe in un ruggito. I denti di Lucius scoperti, mostrando un set impressionante di zanne.

“Bene, questa è la domanda del secolo. Chi aveva il tuo permesso per girare qualcuno l’ultima luna piena? Ohhh. Veeeedo. Nessuno? Il Papà dei gattini non ha il controllo delle sue bestioline dolci, Lucius?” E con quell’ultima affermazione, Paulsen apparì fuori del Feudo. Ridacchiando con gusto.

“Su, Potter.” Lucius Malfoy ritornò nel suo studio, verso il giovane. Le sue lunghe gambe che divoravano la distanza tra loro. Gli occhi di Harry incontrarono i suoi con trepidazione, occhi verdi enormi in una faccia bianca. Terrorizzato. Lucius continuò ad avanzare. Harry cercò di alzarsi, cercando di usare i braccioli della poltrona per consolidare la sua posizione, la sua voce che uscì come un irriconoscibile borbottio. Lucius Malfoy lo guardò ingoiare, cercando di schiarire la gola. Non cercò di parlare nuovamente. Rimase diritto per circa dieci secondi, poi i suoi occhi rotolarono all’indietro e svenne, ai piedi di Lucius.

Lucius guardò in giù al mucchio raggrinzito del giovane. Grugnendo con seccatura, su chinò e raccolse il piccolo corpo. Immediatamente lo sentì, sentì il collegamento. Potter era un essere-leopardo, e apparteneva alla stessa linea di Lucius, permesso o non permesso. La decisione più pratica era uccidere il ragazzo e trovare il colpevole che l’aveva girato a licantropo. Poi, punire o uccidere il colpevole. A seconda delle circostanze.

Ma lui conosceva Potter. L’ammirava ad un certo grado. Era un giovane maledettamente deciso, anche se dannatamente irritante. E lui odorava buono. Delizioso. Come il branco. Parte del branco di Lucius. Come se fosse stato reclamato da un leopardo alfa. Una cosa impossibile. Lucius era l’unico alfa nel suo branco. Il resto era omega o beta. Secondo e terza fila nella scala gerarchica.

Lucius portò il giovane inconscio, disinvoltamente, in giù nella sala. Il giovane non era molto muscoloso. Fisicamente debole, mentalmente forte. Se Harry fosse stato ancora umano, Lucius sarebbe stato preoccupato per la sua sopravvivenza. Ma lui non era umano, non più. C’era, ora, molto tempo per fortificare il corpo troppo sottile.

Potter odorava di sangue vecchio e nuovo, con una sana dose di paura combinata, un odore profondo, come se avesse avuto paura per un certo tempo. Guardando in giù, Lucius sapeva ciò che avrebbe visto una volta spogliatolo. Contusioni. Graffi. Tipico quando un licantropo di un tipo incontrava un licantropo di un altro tipo. Si andava su tutte le furie, la competizione, la spinta per giocare con la preda. Richiese molti anni perché lui guadagnasse il controllo per non rispondere all’istinto. Sconfiggere il desiderio di uccidere. Paulsen aveva giocato con il novellino, o poteva esser stato qualcun altro.

La stanza da bagno era calda, vapore sorgeva dalla piscina poco profonda. L’orlo si inclinava in giù nell’acqua. Lucius posò il ragazzo giù e mandò una chiamata per Amrys, il suo Des, o secondo in comando. Lucius avvertì la risposta, e intanto che aspettava, si spogliò, per evitare di bagnare i propri abiti.

Vide i graffi e contusioni come si aspettava. Alcuni vecchi di giorni, alcuni di solo poche ore prima. Ma Potter era vivo e rimarrebbe vivo. Iniziò a spogliarlo. In alcuni punti, la stoffa a causa del sangue rappreso, era attaccata alle ferite. Lucius raccolse dell’acqua e la fece sgocciolare sopra dove era attaccata, staccandola dolcemente.

Amrys entrò lentamente nella stanza, con il naso che si arricciava e capelli arruffati. Si fermò vicino a Lucius. Il suo corpo, flessibile e dorato, era vestito solamente di pantaloni di cuoio marroni e leggeri. I suoi piedi erano nudi. Si avvicinò cautamente. Ed al cenno di Lucius, si inginocchiò accanto ai due.

Amrys alzò il capo, offrendo la gola al capo branco. Lucius si strofinò lungo la faccia dell’uomo. Sulla parte posteriore, attardandosi sulle grandi vene pulsanti del collo dell’uomo. Poi, si tirò indietro.Entrambi, volsero poi, lo sguardo verso il giovane scomposto sul pavimento.

“Chi è questo?” Il biondo essere-leopardo ringhiò. In risposta, Lucius spinse i capelli allampanati con una mano, rivelando la fronte pallida. Lucius guardò il suo secondo, in attesa di una reazione. “Ahh.” Disse Amrys, alla vista della cicatrice a Z. “Perché *lui* è uno di noi?”

“Non lo so. Non ho scoperto chi l’ha girato a licantropo. Odora come se fosse stato richiesto, ma non è ancora marcato da un’alfa. Disse Lucius all’uomo più giovane. Girò Potter e guardò alla sua schiena. Altre ecchimosi.

“Questo non ha senso. Non si può dire se tu non l’hai marcato, dato che non ci sono altri alfa nel nostro branco.”Affermò Amrys, con ovvietà. Lui l’annusò, per essere sicuro. “Odora come uno di noi, ma deve essere stato poco tempo fa, un gattino da meno di un mese, al massimo due o tre settimane. Chi aveva il permesso?”

Gli occhi pallidi di Lucius luccicarono. “Io non ho posto il marchio su di lui, ma posso odorare su di lui una richiesta alfabetica su di lui. Nessuno aveva il mio permesso per fare una cosa simile. Nessuno.” Ringhiò, scoprendo le sue zanne. Amrys strofinò in maniera sottomessa la sua faccia lungo il braccio nudo di Lucius.

“Lo richiederai? Cancellerai la richiesta precedente?” Chiese a conferma Amrys, quando Lucius si fu calmato. Se l’eliminazione del giovane fosse stata presa in considerazione, non si sarebbe trovato nella stanza da bagno del Feudo dei Malfoy. Lucius intendeva lasciar vivere il giovane.

“Si.” Lucius si alzò nuovamente e camminò dentro la piscina, facendo alzare il vapore quando agitò l’acqua. Amrys aspettò finché non ricevette un cenno di permesso, poi toltosi i pantaloni, entrò nell’acqua. Insieme, lavarono il giovane, che non diede segno di reazione oltre ad un piccolo lamento quando i suoi danni maggiori vennero lavati.

Lucius chinò la testa, sciacquando via i resti del sangue di Potter dalla sua pelle. Si alzò, nel vapore, con lì’acqua che scendeva come cascata dalla sua pelle pallida come gocce di cristallo. Il suo torace largo, profondo e forte, con capezzoli come monete ovali pallide, che luccicavano sui suoi pettorali. Prese Harry da Amrys, stando in piedi, permettendo al suo secondo di far scorrere le mani su di lui, per lavarlo.

Poi portò Potter fuori dalla piscina, i grandi muscoli che lavorano sotto la pelle color dell’avorio vecchio. Posò Harry sopra una coperta di cotone, iniziando a trattare le molte ferite. Marchi di artigli, denti. Ed il marchio di un morso, alto sulla sua spalla. Quello che aveva fatto del giovane un licantropo. Immettendo la saliva profondamente in lui, mantenendo il morso finché il virus non era entrato nella circolazione del sangue. Lucius misurò il morso con gli occhi. Un grande gatto. Un morso grande come il suo.

  
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