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Autore: Soe Mame    26/09/2010    9 recensioni
Il giovane alzò lo sguardo verso l'imponente edificio che sovrastava l'intera città: la Cattedrale.
Il solo nome, "Notre Dame", bastava già a farla figurare nella mente di chi lo udiva o lo leggeva; per questo motivo, mi auto-autorizzo a risparmiarmi una lunghissima descrizione di suddetto edificio.

× Semplicemente, la delirante parodia di Notre Dame de Paris.
Genere: Demenziale, Generale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri personaggi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tutti i personaggi e le canzoni citate appartengono ai rispettivi proprietari; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

CAPITOLO 12



Esmeranzu aprì lentamente gli occhi.
La prima cosa che vide fu l'immensa distesa celeste del cielo mattutino.
La seconda cosa che vide fu il volto dolce e sorridente dell'Arcidiacono Ryou.
La prima cosa che sentì fu un brusio improvviso, in cui riuscì a distinguere la frase: - Si è svegliata! -.
La seconda cosa che sentì fu un terribile mal di testa; quando andò a toccarsi la fronte, scoprì, con una certa perplessità, di avere un bernoccolo.
- Ma cosa... - mormorò, accorgendosi di essere sdraiata e mettendosi seduta, la testa che le girava: - ... cosa è successo? Non ricordo nulla... -.
- Sei svenuta per lo shock. - spiegò Kisarà, dolcemente, inginocchiata al suo fianco.
Manà, accanto a lei, annuì: - Le corde che ti imprigionavano, però, non erano legate bene, quindi sei caduta di testa e ti sei procurata quello. - aggiunse, indicandole il bernoccolo dolorante che aveva in mezzo alla fronte.
Esmeranzu sbattè più volte le palpebre, confusa: - E... e come... l'olio... -.
- Il capitano Febouchi ci ha salvato! - le disse Yudjali, gli occhi che gli brillavano: - E' tutto merito suo se siamo salvi! -.
Si erano radunati tutti sul sagrato di Notre Dame.
Coloro che avevano combattuto e che erano scampati ad un terribile destino avevano deciso di andarsi a riposare d'innanzi la grande Cattedrale.
Non chiedetevi il perché, perché il perché non esiste.
Erano stati accolti dall'Arcidiacono Ryou, perfettamente in forma: cosa lui avesse fatto durante quei terribili momenti della notte appena trascorsa, nessuno lo seppe mai.
Febouchi, colui che aveva materialmente portato in braccio il corpo senza sensi di Esmeranzu, aveva adagiato a terra la ragazza, in attesa del suo risveglio; nel mentre, si era goduto il suo momento da eroe, ricevendo complimenti ed elogi da tutti - e subendo l'assalto delle sue fangirls.
Erano tutti lì: Esmeranzu seduta a terra, con accanto il sorridente Arcidiacono Ryou, Kisarà, Manà e Yudjali; Febouchi, Sèth, Mahàd e Athemoire erano in piedi, a pochi passi da loro - il capitano ancora circondato da ammiratori e ammiratrici, Pancrazia che gli leccava la faccia in segno di affetto; Hondà, Otogì e Shizukà erano impegnati con altre persone a ricoprirsi di champagne; le guardie erano state prontamente recuperate da una tenera biscia verde smeraldo con macchie più scure, che ora li guardava, a distanza, con particolare interesse; Clokura accarezzava la testa della tenera biscia, che ricambiava facendo le fusa (?); Mokubehan osservava tutti quanti, intimorito, non sapendo come comportarsi.
A qualche metro da loro, nascosta dalla folla, la guardia che, quella notte, aveva osato pronunciare la parola proibita giaceva a terra senza dare segni di alcun tipo; comprensibile, dopo essere stata pestata a sangue, a turno, da tutti i presenti.
Esmeranzu si alzò, un po' tentennante, e si rivolse a Febouchi, che le diede tutta la sua attenzione: - Capitano... - disse la fanciulla, sorridendogli: - ... vi ringrazio per ciò che avete fatto. Non lo dimenticherò mai. -.
Il capitano arrossì, imbarazzato, e guardò da tutt'altra parte: - Ehm... non... non c'è di che... - farfugliò, completamente rosso.
- Tutto è bene quel che finisce bene!!!!!!!!!!!! - trillò una fangirl attaccata al braccio di Febouchi, felice.
- Ai!!!!!!!!! - risposero altre fanciulle, allegre.
- Aspettate! - fece Esmeranzu, attirando l'attenzione di tutti: - C'è ancora una persona... - mormorò, guardando in direzione del portone di Notre Dame.
Dietro quella grande porta socchiusa, Malimodo trasalì e indietreggiò, spaventato.
Laverisis gli posò una mano sulla spalla, sorridendogli: - Sei libero, Malimodo. -.
Il ragazzo tremò per un istante, abbassando lo sguardo: era tutto così... così... irreale...
- Mi raccomando. - disse la donna di pietra, rivolgendosi agli altri due gargoyles: - Gli esseri umani non sono abituati a noi creature di pietra. Dobbiamo essere molto discreti quando uscirem- -
- AH! FINALMENTE FUORI DA QUELLA CATAPECCHIA! -.
Yami Malictor spalancò il portone e scese le scale della Cattedrale con particolare velocità, prontamente seguito da uno sconvolto Rishugo e da una incredula Laverisis.
- Fermo! -
- Ho detto "discreti", Yami Malictor, non "indiscreti"! -.
Alcune persone indietreggiarono, colte alla sprovvista nel ritrovarsi davanti tre statue viventi.
Altre, invece, si avvicinarono, incuriosite.
- Sono di pietra! -
- E parlano! -
- Quello con i capelli post-elettroshock non è male... -
Mentre la folla si radunava attorno ai tre, Esmeranzu salì le scale della chiesa, avvicinandosi al portone: Malimodo era rimasto nell'ombra, timoroso di uscire.
La fanciulla gli sorrise e gli tese la mano.
Il campanaro la guardò, un po' spaventato.
- Esmeranzu... - mormorò, indeciso su cosa fare.
Il sorriso della ragazza non mutò, né lei parlò: c'era solo quella mano tesa.
E, dopo un attimo di esitazione, Malimodo la prese.
Quando uscì alla luce del sole, il campanaro vide gli sguardi di tutti farsi improvvisamente scioccati, i volti di tutti divennero rossi.
Ma nessuno cercò di aggredirlo.
- Signor campanaro! - trillò Manà, agitando la mano per farsi vedere.
Malimodo guardò al suo fianco: Esmeranzu ancora gli teneva la mano.
Lei annuì e lo portò tra la folla.
Tra tutte quelle persone.
- E' stato il campanaro a sconfiggere il giudice Frollseto! - esclamò una vecchina, armeggiando con i ferri per ricamare un lenzuolo.
- Ma si sarebbe spiaccicato se non fosse stato per il mio preziosissimo aiuto! - ci tenne a sottolineare Yami Malictor, con un sorriso sinistro.
- Veramente è stato aiutato da tutti noi gargoyles. - specificò Laverisis, lanciandogli un'occhiataccia.
- Sì, ma chi è che teneva te e Malimodo? Io! Se io vi avessi lasciato, vi sareste sfracellati entrambi! - ridacchiò l'altro gargoyle.
- Evviva il campanaro! - esclamarono alcune persone.
- Urrà per Malimodo! - urlarono altre, cominciando a lanciare coriandoli e confetti spuntati fuori da non si sa dove.
Esmeranzu prese Malimodo per entrambe le mani, sorridendogli: - Questo è il mondo esterno, Malimodo. Spero che, da oggi in poi, potrai vivere insieme a noi. -.
Il ragazzo era scosso: tutte quelle persone... lo stavano... festeggiando?
E lui si sentiva... felice?
Si portò una mano al petto, confuso da ciò che provava.
Il mondo esterno, quel mondo che aveva bramato e che, più di una volta, lo aveva spaventato, era davvero in grado di farlo sentire così felice?
- ... potrei. - sussurrò, timidamente, in risposta alla domanda della fanciulla.
Quest'ultima, dopo un attimo di stupore, sorrise, felice: - Ne sono contenta, Malimodo. -.
- Ah, Esperantu... -.
La voce di Athemoire distolse l'attenzione della ragazza da Malimodo, facendola voltare nella sua direzione.
- Avrei una cosa da dirvi. - la informò il poeta, serio.
- Sì, dite pure... - acconsentì Esmeranzu, perplessa.
- Noi siamo divorziati. - le rivelò Athemoire, senza troppi giri di parole, lasciando sconvolta lei e tutti i presenti origlianti la conversazione.
- Evviva! - esultò Malimodo, incapace di trattenersi: finalmente, Esmeranzu non aveva più alcun legame con quel maledetto poeta!
- Evviva... - ridacchiò Clokura, improvvisamente interessato: - Ora lui non fa più parte della Corte dei Miracoli... -.
- E mi sono risposato con tuo fratello. - svelò Athemoire, lasciando nuovamente sconvolti tutti i presenti.
Silenzio.
- Ma... ma... - balbettò Esmeranzu, gli occhi sgranati, guardandosi intorno, disorientata: - Quando... quando è successo? -.
- Mentre eri svenuta. - intervenne Yudjali: - Athemoire ed io ci annoiavamo, così abbiamo chiesto all'Arcidiacono Ryou di annullare il matrimonio di Athemoire e di sposarci. - spiegò, tranquillissimo.
Esmeranzu rimase a bocca aperta, osservando i due ragazzi d'innanzi ai suoi occhi.
Suo (ex) marito e suo fratello.
Suo fratello e suo (ex) marito.
- Ma... ma... ma io... - fece, sconvolta: - Io non mi ero mai accorta di niente! Non l'avrei mai sospettato! -.
- Non è che abbiamo fatto nulla per nasconderlo... - fece notare Yudjali, alzando un sopracciglio.
- Ora che ci penso... - disse Febouchi, pensieroso: - Anch'io devo andare a sposarmi con la mia adorata Fiordamai... -.
Di fronte allo sguardo scioccato di Esmeranzu, il capitano preferì tacere.
- Non ci posso credere... - gemette la ragazza: - Mio marito mi cornifica con mio fratello... -.
- Però Clokura rimarrà sempre il suocero di Athemoire! - notò Manà, mentre il diretto interessato non sembrava esattamente gioirne.
Esmeranzu si battè una mano sulla fronte, ricordandosi della presenza del bernoccolo solo quando lo sentì dolerle ancora di più.
- E' stato uno shock... - ammise, sconsolata: - Però... in tal caso... dato che siamo in tema... tanto vale chiarire una cosa... -.
Si voltò verso un raggiante Malimodo, preparandosi per dirgli ciò che stava per dire.
Si morse un labbro, esitante, per poi trovare il coraggio: - Malimodo... - disse, cauta, tornando a prendergli le mani: - Tu sei molto importante, per me... Sei un bravo ragazzo, dolce e onesto... Ti voglio bene... ti voglio molto bene... e... - deglutì e confessò: - ... so cosa provi per me. -.
A quelle parole, Malimodo arrossì, a disagio.
La ragazza rimase un attimo in silenzio, per poi dire, triste ma ferma: - Però... io non posso ricambiare il tuo amore, perché non è questo ciò che provo per te. Spero che, in ogni caso, questo non vada ad intaccare il rapporto che c'è fra n- -
- Ma io non ti amo. -
Silenzio.
Sguardi di tutti i presenti puntati su Malimodo ed Esmeranzu.
La fanciulla spalancò gli occhi, certa di aver sentito male: - ... prego? - balbettò, spaesata.
Il campanaro arrossì ancora di più, ma la sua espressione mostrava la stessa perplessità della ragazza: - Io non ho mai detto di amarti! Tu per me sei molto importante, ti voglio molto, molto bene, ma... io non ti amo. -.
- Cosa? - fece Laverisis, sconvolta: - Ma... ma... -.
- Come sarebbe a dire? - farfugliò Rishugo, confuso.
- Ecco... - sussurrò Malimodo, abbassando lo sguardo, completamente rosso in viso: - Io... io... io starei con... lui... - disse, indicando Clokura seduto su un gradino della Cattedrale, intento ad affilare la lama di un pugnale canticchiando: - Ma ecco un quesito: scoprite chi è il vero gnocco a Notre Dame... -.
Silenzio.
- COSA? - strillò Esmeranzu, lo sguardo che andava da Malimodo a Clokura e da Clokura a Malimodo, incapace di credere a ciò che aveva appena sentito.
- E' successo quando... - il campanaro si interruppe, guardando tutta la folla intenta ad ascoltarlo.
Fulminò i presenti con lo sguardo, strinse le mani di Esmeranzu e la trascinò lontano da orecchie altrui.
- E' successo quando mi hai portato alla Corte dei Miracoli. - confessò il campanaro, la pelle bronzea ogni istante sempre più amaranto: - E' vero, avevo già incontrato Clokura alla Festa dei Folli... però, ci siamo reincontrati alla Corte. Lì, abbiamo parlato un po'. Poi, lui mi ha detto che aveva due desideri. Il primo era non essere interrotto... -.
- Ah, sì, conosco questo suo desiderio... - annuì Esmeranzu, comprensiva: - E l'altro? - domandò, cominciando a sospettare qualcosa.
Malimodo deglutì e trasse un profondo respiro, per poi rivelare: - Ecco... mi disse che il suo secondo desiderio... ero io. -.
Avvampò al ricordo: - Mi disse di non aver mai visto nulla di più bello di me e che, fin dal giorno della Festa dei Folli, non aveva fatto altro che pensarmi. E io... io, per la prima volta... avevo incontrato qualcuno che non arrossisse/crollasse davanti/aggredisse... e allora... gli dissi di sì. -.
Guardò da tutt'altra parte, incapace di incontrare lo sguardo incredulo della ragazza: - Insomma... già il rating era giallo... poi è diventato arancione... e poi... rosso... -.
Ah, tornare nell'oscurità della Cattedrale non sarebbe stato male, in quel momento...
- Io non potevo uscire dal campanile... quindi era lui a venire a trovare me, di notte... da due mesi a questa parte, noi stiamo insieme. - confessò, fissando un interessantissimo sassolino sul sagrato: - Avrei voluto dirtelo... ma non ne ho mai trovato il coraggio... - sospirò, affranto: - Mi imbarazzava sempre pensare al fatto che tu fossi sua figlia... e al fatto che, prima o poi, avrei dovuto rivelarti la verità... ero talmente imbarazzato che bastava solo il tuo nome per farmi arrossire... -.
- Nononononononono! Aspetta, aspetta! - intervenne Laverisis, gli occhi spalancati, traumatizzata: - Come sarebbe a dire che tu stai con quel buzzurro e che quello là ti veniva a trovare di notte? Noi non ci siamo mai accorti di niente! - esclamò, decisa.
- Infatti! - le venne in aiuto Rishugo: - Tu passavi le notti a piangere! Sentivamo provenire dalla tua camera tutti quei sospiri, e quei gemiti, e... e... Oh. -.
Improvvisamente, tutto apparve magicamente ovvio.
- Avete origliato quello che ho appena detto ad Esmerazu... - sibilò Malimodo, vistosamente contrariato.
- Ma perché, voi non vi siete mai accorti di nulla? - chiese Yami Malictor, alzando un sopracciglio: - A saperlo, avrei potuto ricattare Malimodo... -.
- Tu sapevi? - boccheggiò Laverisis, gli occhi sempre più grandi.
- Certo! - rispose l'altro, come fosse ovvio: - Lo dicevo che lui era strano. E che Malimodo ha già abbondantemente imparato l'arte degli ucc- -
- Ma tutte quelle volte che ti vedevamo affranto? - chiese Rishugo, cercando di capacitarsi di ciò che aveva appena scoperto: - Andavi sul balcone, sospiravi... -.
- Beh, Clokura aveva anche i suoi impegni. - spiegò Malimodo, tranquillamente: - Rapine, torture... non potevo sempre stare con lui... oh, abbiamo passato così tante notti a rating-rossare... mi mancava così tanto... - sospirò, triste al ricordo: - Anche se, per farsi perdonare, mi ha regalato uno stupendo anello d'oro con la punta avvelenata... -.
- Ora che ti guardo bene... - notò Laverisis, gli occhi ormai a palla: - Ma tutti quei gioielli d'oro che indossi da un po' di tempo a questa parte...? -.
- Oh, me li ha regalati Clokura! - trillò Malimodo, del tutto dimentico di Esmeranzu, rimasta bloccata con la bocca aperta: - Gli avevo chiesto qualcosa per coprire il disastro che ho sul collo... e lui mi ha portato tutto il set di gioielli... - sospirò, sotto lo sguardo ancora più scioccato della donna di pietra: - Mi ha detto che gli piacevo tanto con questi indosso... -.
Con solo questi indosso...
- E da dove vengono? - si azzardò a chiedere Laverisis, nonostante non fosse esattamente sicura di volerlo sapere.
Malimodo sorrise in maniera decisamente troppo sinistra: - Non vuoi saperlo. -.
Laverisis si convinse di non volerlo sapere.
- Ma... la barriera dell'Arcidiacono...? - balbettò Rishugo, lanciando un'occhiata perplessa a Ryou: - Quella barriera dovrebbe tenere lontani tutti... e far entrare solo chi è autorizzato dall'Arcidiacono stesso... -.
- Oh, pare che lui sia riuscito ad entrare comunque! - esclamò l'Arcidiacono Ryou, trotterellando al loro fianco con nonchalance: - Mi sono accorto di lui solo perché una volta l'ho sorpreso mentre cercava di rubare un fenicottero di plexiglass che uso come fermaporta. Lui mi ha spiegato chiaramente la faccenda e non ho avuto cuore di buttare fuori l'amante di Malimodo. Non che potessi, a quanto pare. Tra l'altro, lui è stato così gentile da rimborsarmi del fenicottero di plexiglass con questo simpatico oggetto! - disse, estraendo da sotto la tunica un pendaglio d'oro molto somigliante ad uno scacciasogni indiano con dei ciondoli al posto delle piume e un triangolo con occhio egizio nella parte centrale.
- Ma allora... - fece Laverisis, allibita: - Anche voi sapevate tutto! -.
- Certo! - rispose l'Arcidiacono, serafico: - Per questo non ho potuto fare a meno di aiutare il mio caro genero durante la battaglia svoltasi questa notte! -.
- Esmeranzu! - esclamò Malimodo, ricordandosi improvvisamente dell'esistenza della fanciulla, rimasta ferma con gli occhi spalancati e la bocca aperta.
- Ecco... io... - le disse, stringendole le mani e trovando la forza di guardarla negli occhi: - ... quello che volevo dirti quella volta, alla Corte dei Miracoli... è che io... io... io forse potrei essere qualcosa di più di un semplice confidente, per te... forse... io... potrei... potrei essere tua madre! -.
A quelle parole, Esmeranzu svenne.
Malimodo la prese al volo, adagiandola di nuovo sul pavimento del sagrato.
- Poverina... - disse, sventolandola con la mano: - Non ha retto al colpo... -.
- Beh, in pochi minuti ha scoperto di essere cornuta, divorziata e che colui che credeva suo spasimante è in realtà sua madre. - fece notare Febouchi, annuendo da solo.
Malimodo non fu affatto contento del fatto che TUTTI avessero sentito TUTTO.
Dannati impiccioni.
- E' vero, Esmeranzu si è ritrovata con una nuova madre! - esclamò Manà.
- E l'Arcidiacono lo sapeva, per questo ha aiutato suo genero! - riepilogò Kisarà.
- Quindi l'Arcidiacono è il padre del signor campanaro, nonché suocero di Clokura, a sua volta suocero del signor Athemoire, perché il signor Athemoire è ora sposato con Yudjali, fratello di Esmeranzu, sua prima moglie... -
- Ma l'Arcidiacono non è l'unico padre di Malimodo... ci sarebbe anche Frollseto... e i due gargoyles... e la signora gargoyle... quindi Clokura ha quattro suoceri e una suocera? -
- Ma il signor campanaro ora è la madre di Esmeranzu, quindi lo è anche di Yudjali, ed è diventato la suocera del signor Athemoire... -
- Perché Athemoire ha sposato prima Esmeranzu, poi il fratello di lei, Yudjali, entrambi adottati da Clokura, che ora sta con Malimodo, che Esmeranzu, prima moglie di Athemoire, credeva suo spasimante, mentre invece lui era innamorato di suo padre... -
- In tutto questo, due dei quattro suoceri sapevano... -
- I suoceri di Clokura! -
- Che è suocero del signor Athemoire! -
- Che ha cornificato la moglie con il cognato! -
- E poi c'è anche il signor Mokubehan, lo zio del signor campanaro! -.
A quel nome, lo sguardo di tutti andò a Mokubehan, impegnato a ricambiare, con un certo timore, lo sguardo interessato del dolce Diabound.
Quando si accorse di avere su di sè l'attenzione di tutti, Mokubehan intrecciò nervosamente le dita, lo sguardo basso, in timorosa attesa della condanna che gli sarebbe stata inflitta.
Febouchi gli si avvicinò, deciso.
- Ci avete quasi ammazzato tutti con quell'olio di fegato di merluzzo del Cashmir... - gli fece notare, severo.
Mokubehan tremò.
- E' anche vero che vi siete pentito del vostro gesto e che avete cercato di porvi rimedio... - sospirò il capitano.
Sorrise e gli mise una mano sulla testa: - Beh, Frollseto se n'è andato... - disse, con una certa allegria: - Penso, quindi, che alla città serva un nuovo giudice... -.
Mokubehan alzò gli occhi, incredulo.
- Sono d'accordo! - esclamò l'Arcidiacono: - Del resto, voi siete il vice-giudice: mi sembra ovvio che, con la scomparsa del giudice effettivo, la carica passi a voi automaticamente. -.
Gli occhi di Mokubehan brillarono di gratitudine: - Grazie! Grazie! Vi ringrazio tutti! -.
- Evviva il giudice Mokubehan! - esultò la folla, lasciandolo senza parole per la felicità.
- Allora... - disse, emozionato: - Posso prendere anche il cavallo di mio fratello? - chiese, fremente.
Febouchi alzò le spalle: - Non vedo perché no. - rispose, semplicemente.
- Evviva! - gioì il nuovo giudice: - Isonò è un bravissimo cavallo tuttofare! -.
- Come la mia adorata Pancrazia! - trillò infantilmente il capitano, trotterellando vicino alla sua amata mucca e abbracciandole il grande collo.
- Speriamo che, con il nuovo giudice, le cose migliorino. - disse Laverisis: - E che Domino diventi una città in cui persone, statue, folli, gnocchi e fangirls possano vivere insieme e pacificamente! -.
- Sìììììììììììì!!!!!!!!!!!! -
- Aiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!! -
- ... ma qui tutti sentono ogni singola frase che viene detta? - si chiese la gargoyle, perplessa.
- Sìììììììììì!!!!!!! -
- Aiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!! -
- ... -
Sul sagrato era festa.
Festa per la vittoria, festa per la nuova vita di Malimodo, festa per il nuovo giudice, festa per la nuova pace e la nuova Domino.
Athemoire cinse la vita di Yudjali con un braccio, osservando Hondà ricorrere Otogì per avvolgerlo in una zanzariera: - Forse dovremmo andarcene. -.
Yudjali alzò lo sguardo, perplesso: - Perché? - chiese, confuso.
Sul viso del poeta si dipinse un sorriso malizioso: - Per la nostra luna di miele, aibou. -.
L'altro arrossì, abbassando lo sguardo: - Come se non avessimo già fatto tante lune di miele... -.
Oh, sì, mi immagino... cosa avete fatto? Tante sculture di miele a forma di luna?
Athemoire: No, autrice... *sorriso malizioso*
... oh.
- Questa sarebbe comunque quella ufficiale... - ridacchiò il poeta cantante, le labbra a pochi centimetri dal suo orecchio.
Yudjali divenne completamente rosso.
Poi annuì.
- Mi sembra giusto. - sorrise.
Così, Athemoire prese in braccio Yudjali e si dileguò tra i vicoli della città, seguito con lo sguardo solo dalle sue fangirls, sospiranti e adoranti, alcune che dicevano, sognanti: - Puzzleshipping... Blindshipping... -.
- Anch'io dovrei andare a sposarmi! - annunciò Febouchi, salendo in groppa a Pancrazia con un gesto agile.
La mucca muggì, trionfante; la folla si aprì, lasciando passare il grande eroe di Domino, acclamando colui che sarebbe sempre stato ricordato come il valoroso capitano che salvò la città dalla più grande delle minacce.
- Ci vedremo presto! - esclamò il capitano, agitando una mano: - Siete tutti invitati al mio matrimonio! -.
- Un matrimonio! - trillò Manà.
- Qui fioccano matrimoni! - esclamò Kisarà, con un sorriso.
- Chissà cosa potrei mettermi per il matrimonio del capitano... - disse la ragazza dalla pelle scura, pensierosa.
- Mah, quello che vuoi... - le consigliò la cugina: - ... tanto lo sai che i matrimoni durano pochi secondi, il tempo di dire "vi dichiaro marito e moglie". -.
- Intanto... - intervenne Sèth, abbracciandola da dietro: - ... sarebbe il caso di tornare alla Corte dei Miracoli. -.
- Giusto! - concordò Mahàd, prendendo una mano di Manà: - ... abbiamo lasciato tutto in disordine! -.
Fu in quel momento che Sèth trattenne il respiro, accarezzando i capelli di Kisarà per poi guardarsi le dita: - Kisarà... - mormorò, incredulo: - ... ma tu... stai scolorendo! -.
La ragazza afferrò una ciocca dei suoi lunghi capelli, accorgendosi con non poco stupore che la tinta corvina che le era stata imposta stava già venendo via, lasciando ben visibile il candore che aveva crudelmente coperto.
- E' un miracolo! - esclamò Manà, meravigliata.
- No, è solo che, per acquistare i merluzzi del Cashmir, abbiamo dovuto risparmiare sulle tinte. - la contraddì Mokubehan, a pochi metri da lei: - Abbiamo usato la tinta Toei: dà ai capelli un colore terribile, ma dura pochissimo. - spiegò.
A quelle parole, Kisarà e Sèth si scambiarono uno sguardo colmo di felicità: i capelli della fanciulla sarebbero tornati bianchi come la neve, come erano sempre stati.
Consci di questo, i due si abbracciarono, felici, sotto gli sguardi commossi di Mahàd e Manà.
Malimodo osservava le persone che lo circondavano: matrimoni, lune di miele, capelli che tornavano al loro colore naturale... sembravano tutti così felici...
E lo era anche lui.
- E che ca**o, qui se ne vanno tutti. - spuntò fuori Clokura, al fianco del campanaro: - Tanto vale che ce ne andiamo anche noi. -.
Senza troppi complimenti, si caricò in spalla Malimodo, sotto lo sguardo dei tre gargoyles.
- Malimodo! - gemette Laverisis, sconvolta.
- Non ti preoccupare, Laverisis, tornerò tra un paio d'ore! - la rassicurò Malimodo, in lontananza.
- Domani! - lo corresse Clokura, ad alta voce, in modo da farsi sentire anche dalla donna di pietra.
- Domani! - ripetè il campanaro, allegramente.
- Arrivederci, Malimodo! - lo salutò Rishugo, commosso, sventolando un fazzoletto: - Sii felice! -.
- Torna presto! - gli fece eco Yami Malictor, sventolando una mannaia.
Laverisis cadde in ginocchio, riuscendo a non precipitare su una ancora svenuta Esmeranzu per puro miracolo: - Il destino è veramente misterioso e imperscrutabile... Ma, se questo era il destino riservato a Malimodo, io non posso oppormi... era destino che incontrasse quell'uomo... -.
- Ho deciso... - mugugnò Esmeranzu, girandosi su un lato, ormai addormentata: - ... non lo voglio il principe azzurro sul cavallo bianco... Frollseto era vestito di bianco e azzurro ed aveva un cavallo bianco... ma lo odio... quindi... voglio un principe bianco sul cavallo azzurro! -.

- Potremmo andare in Egitto! - propose Athemoire.
Yudjali, tornato con i piedi per terra, gli camminava al fianco: - Perché proprio in Egitto? - domandò, incuriosito.
- Non so perché, ma mi ispira! - spiegò il poeta.
- Quindi... - il ragazzo di caprino aspetto arrossì, concentrando tutta la sua attenzione sull'anello di papiri intrecciati che gli aveva regalato il compagno: - Passeremo la luna di miele ufficiale in Egitto? -.
- Come saprai, l'Egitto è lontano... - sospirò Athemoire, con noncuranza: - Questo significa che avremo tanto, tanto, tempo per fare le prove per una luna di miele ufficiale perfetta! - ridacchiò, facendo arrossire l'altro ancora di più.
- Sono felice! - annunciò il poeta, fermandosi: - Quindi, esprimerò la mia felicità attraverso una canzone! -.
Yudjali alzò le sopracciglia, poco convinto: - Ehm... Athemoire... -.
- Con tante pietre e tanti giorni, con le passioni secolari, l'uomo ha elevato le sue torri... -
- Athemoire, forse... -
- Con le sue mani popolari, con la musica e le parole, ha cantato cos'è l'amore... -
- Guarda che... -
- ... e come vola un ideale nei cieli del domani... -
- Forse sarebbe il caso che tu... -
- E questo è il tempo delle cattedrali! La pietra si fa statua, musica e poesia... -
- Ehm... sopra di te... -
- E tutto sale su verso le stelle, su mura e vetrate! La scrittura è architettura! -
- Athem- -
SPLASH!
Athemoire si ritrovò completamente inzuppato.
Davanti a lui, Yudjali sospirò, esasperato: - Ho cercato di avvertirti... -.
Il poeta alzò lo sguardo, incontrando il signor Pegasùs affacciato alla finestra della sua casa - proprio il luogo sotto cui si era fermato Athemoire - con un secchio in mano.
Il signor Pegasùs fece un gran sorriso: - Oh, avanti... almeno una volta, dovevo pur levarmi questa soddisfazione! -.



FINE...?



... qualche mese dopo...

L'uomo alzò lo sguardo dal quotidiano che stava leggendo, gettando una veloce occhiata alla pentola sul fornello: ancora pochi minuti e la cottura sarebbe stata ultimata.
Da qualche mese, si era ritirato ad una vita eremitica, in un luogo segretissimo, dove mai nessuno sarebbe riuscito a trovarlo.
Se lo meritava, dopo anni di duro lavoro in quella città di folli.
Era per questo che aveva spontaneamente deciso di andarsene: Domino era ormai perduta. Non sarebbe mai tornata la città sana di un tempo.
Pazzi e fangirls l'avrebbero invasa per sempre.
Era dunque inutile rimanere lì, ad innervosirsi per cose a cui neppure lui, il giudice Frollseto, avrebbe mai potuto porre rimedio.
Aveva lasciato Mokubehan: suo fratello aveva trenta anni, era ormai abbastanza grande per poter essere indipendente.
Aveva lasciato Malimodo: suo figlio adottivo era un pazzo attira-mostri, non sarebbe mai riuscito a cambiare la sua natura.
Era triste doverlo ammettere, ma questa era la realtà.
E il giudice Frollseto era un uomo molto concreto.
In quel momento, qualcuno bussò alla porta.
Frollseto trasalì; mise via il giornale, si alzò e afferrò il suo piede di porco di Hello Kitty, pronto a picchiare a sangue chiunque avesse varcato quella soglia.
Era sempre bene usare prima le buone maniere.
Si avvicinò lentamente alla porta, il piede di porco ben stretto in mano, l'immancabile giaccone-deltaplano bianco perfettamente immobile.
L'unico rumore, oltre a quell'insistente, fastidioso, bussare, era il ribollire del suo pranzo nella pentola.
- Giudice Frollseto! Giudice Frollseto! -.
Frollseto sobbalzò: quella voce...
Rapidamente, mise mano alla maniglia; fece appena in tempo ad aprire, che una figura entrò di corsa all'interno dell'abitazione, richiudendosi la porta alle spalle con incredibile rapidità.
Il giudice sgranò gli occhi, non riuscendo a credere di ritrovarsi d'innanzi uno stravolto capitano Febouchi.
- Voi? - chiese, in un sibilo glaciale.
- Ebbene, sì! Proprio io! - esclamò Febouchi, riprendendosi e gonfiando il petto.
- Come mi avete trovato? - gli domandò subito il giudice, riducendo a fessure gli occhi di zaffiro, sospettoso.
Il capitano alzò le spalle: - Se proprio non volete essere trovato, dovreste fare a meno di dipingere l'esterno della vostra abitazione di bianco e blu, mettere ovunque stendardi bianchi e blu e attorniarvi di statue raffiguranti draghi bianchi dagli occhi blu. - rispose, semplicemente.
- Cosa ci fate qui? - fece il giudice, minimamente turbato da quella risposta.
- Sto fuggendo... - confessò Febouchi, dopo un attimo di esitazione.
Stavolta Frollseto fu sinceramente incuriosito: - Fuggendo? - ripetè, non capendo.
Il capitano annuì, gravemente: - Ecco... voi sapete che, qualche mese fa, sono convolato a nozze... -.
- Sì, la notizia è stata riportata su tutti i giornali... - disse il giudice, alzando le sopracciglia, annoiato: - Pare che un grosso serpente maculato abbia gettato nel panico gli invitati... e che fossero presenti anche creature infernali... e che, casualmente, il signor Pegasùs si trovasse nelle vicinanze e che sia venuto a protestare per la confusione... e che il Re dei Folli e i suoi due accoliti abbiano indetto una gara di samba in equilibrio sul trampolino della piscina... e che una statua vivente si sia messa a giocare al tiro al bersaglio con i pasticcini usando come sagoma un postino di passaggio alle due di notte... e che quella sottospecie di plumcake al cioccolato e Malimodo abbiano alternato momenti di effusioni pericolosamente vicine al divieto per i minori di diciotto anni alla costruzione di una riproduzione a grandezza naturale di una piramide egizia con l'utilizzo di cozze e chewing gum. -.
Febouchi annuì: - Per non parlare delle signorine Manà e Kisarà, che hanno deliziato tutti con la loro soave performance canora della Caramelldansen con tanto di balletto, a cui ha preso parte, come prima ballerina, la signorina Esmeranzu... e i signori Sèth e Mahàd erano coloro che dovevano sorreggere i microfoni di polistirolo alle loro rispettive compagne. - sospirò, nostalgico.
- Ebbene? - chiese Frollseto, facendo ricordare la domanda posta in precedenza.
Il capitano alzò le spalle: - Beh... la mia dolce consorte è sempre stata gelosa, giudice Frollseto, tanto da non permettermi di incontrare una donna senza la sua autorizzazione... tuttavia... ora è diventata gelosa anche dei maschi. In sostanza, non mi è concesso incontrare né donne né uomini in sua assenza. -.
Si mise le mani tra i capelli, disperato: - Io amo moltissimo Fiordamai, ma... ma... -.
- FEEEEEEEEEEBOOOOOOOOOOOOOUUUUUUUUUCHIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII! -.
- E' lei! - gemette l'uomo dai capelli biondi, fiondandosi sotto il tavolo della cucina.
Frollseto si limitò a mettere le braccia conserte e ad alzare un sopracciglio: - Se veramente aveste voluto far perdere le vostre tracce, ci sareste riuscito, capitano. - gli disse, gelido.
Febouchi sgranò gli occhi, sconvolto: - Non a lei. - sussurrò, come se alzare la voce potesse essergli fatale: - Lei mi sta cercando a cavallo di Ermengarda e... -
- Ermengarda? -
- Sì, la giraffa che le hanno regalato per il matrimonio... -
- E la vostra cavalcatura? - domandò il giudice, perplesso.
Il capitano sospirò, intenerito: - E' in maternità. - sorrise: - Era da tempo fidanzata con un toro ed è convolata a nozze. Ha avuto un bel vitellino! -.
- I miei auguri, allora. -
- Vi ringrazio... -
- FEEEEEEEEEBOOOOOOOOOOUUUUUUUUUUCHIIIIIIIIIIIIIIII! -
Febouchi uscì da sotto al tavolo, avvicinandosi a Frollseto: - Vi prego, ospitatemi nella vostra dimora. - gli disse, disperato.
Silenzio.
- Avete detto... - balbettò il giudice, incredulo: - ... che volete che io vi ospiti? -.
- E' esattamente ciò che ho detto. - confermò l'altro, deciso.
Quel terribile, sinistro, sorriso tornò a dipingersi sul volto di Frollseto: - E chi vi dice che io non solo non vi ospiti, ma non vada a rivelare il vostro nascondiglio alla dolce signorina Fiordamai? -.
Con sua sincera sorpresa, il capitano sorrise, trionfante.
- Ero sicuro avreste detto così! -.
Infilò una mano in una delle bisacce che indossava, estraendone tre carte.
Non appena Frollseto vide il disegno sopra raffigurato, gli mancò il respiro: draghi... bianchi... con... occhi... blu...
- Questi sono i tre Draghi Bianchi Occhi Blu, quelli veri. - spiegò Febouchi, sventolandogli le carte sotto gli occhi: - Fatemi vivere con voi per un po' e otterrete queste carte! - ridacchiò.
Il giudice serrò le dita attorno al piede di porco di Hello Kitty, immaginando fosse il collo dell'uomo che gli stava parlando: - Chi vi dice che io non le prenda con la forza? -.
Il capitano alzò le spalle: - Provateci e... - premette i pollici e gli indici sul bordo laterale delle tre carte, come per accingersi a strapparle.
Nel vederlo, Frollseto boccheggiò: - No! Non potete farlo! Quelle sono le sacre carte del sacro Drago Bianco Occhi Blu! -.
- Allora, la vostra risposta? - fece Febouchi, rimettendo via le carte.
- Morirete tra pochi nanosecondi tra atroci sofferenze. - parevano dire le iridi di zaffiro di Frollseto.
Ma il giudice fu costretto a cedere: - Vi dò l'autorizzazione a vivere con me. - si arrese.
Vedendolo esultare, Frollseto incenerì il capitano con lo sguardo, sibilando, a denti stretti: - Da quando siete diventato così, capitano? -.
- Ho imparato ad imitare i miei interlocutori. - ridacchiò Febouchi, sornione, guardando il giudice con un'espressione di trionfo.
Frollseto si trattenne dal tirargli lo stufato sul fornello solo perché aveva fame.
Ma, comunque, mantenne il suo volto freddo ed inespressivo, anche quando mise il suo grembiule bianco pieno di pizzi e merletti con sopra dipinti due grandi occhi blu e tolse il pranzo dal fuoco.
Febouchi sorrise, felice e trionfante: non solo aveva trovato un luogo dove trascorrere una lunga pausa di riflessione da sua moglie, ma stava anche facendo scontare a Frollseto tutto quello che gli aveva fatto passare.
Certo, rivolgersi a Clokura e Malimodo per recuperare quelle tre carte in modo non esattamente lecito gli era costato parecchio - far loro da schiavo per un mese intero...
Ecco perché Fiordamai si è improvvisamente ingelosita degli uomini!
... ma aveva ottenuto la più grande delle soddisfazioni.
- Perché io... - ridacchiò Febouchi, gustando la sua vendetta nel vedere Frollseto addobbato di pizzi e merletti e impegnato a servigli il pranzo: - ... posso. -.



FINE
(stavolta sul serio)

Note:
"Ma ecco un quesito...": Le campane di Notre Dame - Il gobbo di Notre Dame (Disney)
"Con tante pietre e tanti giorni": Il tempo delle cattedrali - Notre Dame de Paris (musical)
"anello d'oro con la punta avvelenata": Mio piccolo omaggio ad una delle mie fanfiction preferite, "Allies since the dawn" di XShadeShinra. ^^
"anello di papiri intrecciati": Altro mio piccolo omaggio ad un'altra delle mie fanfiction preferite, "The Pharaoh and the Slave" di Yuki Delleran su idea di Masayachan (sarebbe una sottospecie di riferimento ai papiri dietro cui avviene il primo bacio di Athem e Yugi *^*)
"tinta Toei": La Toei è la produttrice della serie 0 di Yugioh!, celebre SOPRATTUTTO per PERLE quali il Seto verde, il Mokuba verde scuro, i Ryou e Bakura azzurri, la Shizuka rosa/viola e la Anzu arancione. Durano solo una serie, ma sono colori terribili. °° xD

Stavolta voglio ringraziarvi una ad una! *^*
x Cry_chan: Anch'io ho faticato a scrivere tutte quelle cose... çAç E' traumatico... x__x
x Qwandry: Non morire! °°
Ti ringrazio per i complimenti! ^///^
x Diana924: Le vecchiette sanno tutto di tutti. U.U
Hai visto il gran finale per Pancrazia? *^*
FORTUNA, ovviamente, FORTUNA! *_______________________*
Credo che il discorso di Esmeranzu possa tranquillamente competere con la pucciosità di Malimodo bimbo... OAO
Sì... Febouchi è un eroe... ç_____ç
x XShadeShinra: Era destino che succedesse. U.U XD
Ma no, il conto del "Val delle More" glielo paga Fiordamai. xD E poi, lui era al servizio di Frollseto solo a Domino: gli basta trasferirsi. XD
Sailor Mahad Pluto... beh, a ben vedere, hanno entrambi gli stessi colori, i capelli lunghi e il bastone... *__*
Felice ti sia piaciuto! ^^ Grazie! ^//^ E... *mozzica braccio* TU AVEVI CAPITO TUTTO, DANNAZIONE! OAO Ogni volta che mi dicevi le tue teorie, ero indecisa se ridere o prepararmi per il mozzico che ti avrei inflitto. Così, ho deciso per entrambi. U.U xD
x Pinkiss: Il megafono non serviva... era potenziata da una forza maligna, probabilmente... oAo
Ti ringrazio! ^///^
x AliceWonderland: Sì, quella cosa! *__*v
Mmm... mi immagino Italo Calvino a commentare tutto ciò... no, anzi, sarebbe terribilmente inquietante... °____° XD
Come "evitare la fangirlesca via"? La "fangirlesca via" è il bene! *______*
*legge i complimenti* *diventa bordeaux* Grazie! ^////////^
Carino "Mamiruccia"! *^* Però chiamami pure "Soe". XD
x Masayachan: In effetti, avevo pensato di fargli coprire le orecchie da capra... XDD
Mokubehan non sarà mai come Frollseto... per fortuna. U.U
Sono felice del fatto che tutti questi capitoli ti siano piaciuti. ^^ Grazie! ^///^

Ecco... e dunque... questo... è... *deglutisce* l'ULTIMO CAPITOLO.
E' strano aver concluso una fanfiction. °° Ci ho trascorso un'estate, scrivendola (pubblico l'ultimo capitolo proprio nello stesso giorno di un paio di mesi fa xDD), e sono stata davvero felice del fatto che tutto questo bordello sia stato così apprezzato. ^/////^
Grazie, grazie, grazie veramente a tutte! *_____*
Grazie a Diana924, Cry_chan, Masayachan, XShadeShinra, Tayr Soranance e AliceWonderlan - a cui poi si sono aggiunte Pinkiss e Qwandry - per tutti i commenti che mi hanno lasciato. ^///^
Grazie ad AliceWonderland, Diana924, Gatta1290 e Nemeryal per averla inserita tra le seguite. ^^
Grazie ad Andromeda2012 e, di nuovo, a Gatta1290 per averla inserita tra le ricordate. ^^
E grazie, grazie a Cry_chan, Hermyone, Masayachan, Qwandry, Tayr Soranance e XShadeShinra per averla inserita addirittura tra le preferite. ^////^
E grazie anche a tutti coloro che, semplicemente, hanno avuto la bontà e la pazienza di leggerla. XD
Un "grazie" particolare va ad IceDeerRed, che mi ha spronato a mettere la fanfiction su EFP e senza cui, probabilmente, tutto ciò sarebbe rimasto solo una confusa idea nella mia testa. ^^ (Non appena leggerà tutto ciò, mi procurerà molto dolore fisico °° Voialtri, fate finta di non aver letto °°)

Già che ci sono... Chiedo perdono a Victor Hugo per ciò che ho combinato della sua opera. °° E ringrazio chi di dovere e la Disney per il musical e il cartone che hanno tratto dal libro di Hugo e da cui ho spudoratamente preso il 95% delle canzoni. u.u/
E grazie anche a Kazuki Takahashi per aver creato personaggi così folli! XDD
E grazie anche a LittleKuriboh e al giorno in cui gli venne la malsana idea di mettersi a cantare "Out there" con la voce del Malik della Abridged Series, procurandomi un immenso volo mentale che ha portato a tutto ciò. XDD

Grazie, grazie a tutti per aver letto fino alla fine! ^^

E... come sempre, se ci sono errori o consigli, fatemi pure sapere! ^^
  
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