A/N:
Okay,
lo so, sono davvero pessima, ma davvero non è colpa mia se le
mie giornate sono più corte di quelle di tutti gli altri (okay
pessima scusa lo
so), comunque, vorrei ringraziare tutte le persone che leggono e
soprattutto brokendream,
Sonda e FleurDeLys per le gentilissime recensioni,
godetevi il
terzo capitolo, non ci posso credere, siamo già a metà
storia *sigh* come vola
il tempo...
Chasing
Ghosts
And Demons
Erano
quasi le sette di sera quando
Sam, Castiel e Gabriel arrivarono al centro commerciale per la seconda
volta
nello stesso giorno.
I
tre ora indossavano dei completi
scuri ed erano muniti di distintivi falsi dell’FBI.
Raggirare
le guardie di sicurezza
era stato uno scherzo ed ora il cacciatore e i due angeli si trovavano
davanti
una mezza dozzina di monitor e almeno altrettante ore i filmati da
controllare.
“Eccola
è lei!” gridò Gabriel
indicando lo schermo su cui veniva mostrata l’entrata
dell’edificio.
“Sei
sicuro?” chiese Sam soffocando
uno sbadiglio.
“Assolutamente,
riconosco i vestiti”
rispose l’arcangelo.
“Seguiamola
con le telecamere, se
scopriamo chi è possiamo rintracciarla e trovare Dean”
continuò Castiel
socchiudendo appena gli occhi di fronte allo schermo.
Venti
infruttuosi minuti dopo i tre
uomini si trovarono di fronte alle immagini appena precedenti alla
morte di
Dean, ma invece di vedere il demone accoltellare il maggiore dei
Winchester si
passava direttamente dai quattro che si ritrovavano in mezzo alla sala,
a
Gabriel che teneva in mano il diario.
Questa
volta tutti notarono lo
scambio, anche se dovevano ammettere che ci erano riusciti solo
perché sapevano
che era avvenuto, altrimenti sarebbe stato impossibile.
“Ferma
qui” disse improvvisamente
Sam indicando lo schermo “Stampa questa immagine, domani mattina
possiamo
tornare e chiedere ai negozianti se la conoscono”
“Sam,
guarda questo” lo interruppe
Cas senza staccare gli occhi dal monitor alla destra del cacciatore.
Le
immagini mostravano il luogo dell’uccisione
di Dean qualche secondo dopo che i tre se ne erano andati, uno dei
demoni si
avvicinava al punto da cui erano appena scomparsi e raccoglieva
qualcosa dal
pavimento, il cacciatore la riconobbe subito come una chiave della
stanza che
occupava al motel.
Meno
di venti minuti dopo i tre
erano di nuovo in macchina decisi ad evitare uno scontro, almeno
finché non
fossero stati pronti.
--
La
porta della stanza del motel si
aprì con uno scricchiolio che non faceva presagire niente di
buono, se fosse
stato un film dell’orrore quello sarebbe stato il momento giusto
per darsela a
gambe, ma la figura che imboccò l’entrata non
sembrò farci caso.
Il
giovane uomo accese la luce ed
avanzò ancora un po’, gli occhi improvvisamente riempiti
di nero. Inspirò,
poteva sentirlo, il cacciatore e i due angeli erano appena stati qui e
a
giudicare dalle condizioni della stanza se ne erano andati in tutta
fretta.
Il
demone fu distolto dai suoi
pensieri dall’acuto squillo del telefono, senza veramente pensare
l’essere
infernale rispose.
“Pronto?
Sam Winchester?”
“Sì,
chi parla?” un sorriso incurvò
le labbra sottili dell’uomo, era fin troppo facile.
“Ciao,
sono Alice Jones, non mi
conosci, ma ecco, io, cavoli quant’è difficile, beh ecco
io credo di avere l’anima
di tuo fratello Dean”
“Davvero?
Ma è fantastico! Dove sei,
vengo subito a riprenderlo”
“Wow,
l’hai presa bene, comunque
è un po’ complicato perché fondamentalmente la sua
anima è legata al mio diario,
aspetta un momento, no Dean, ti ho detto di no, non gli chiederò
una cosa del
genere! Dicevo? Ah sì, puoi venire domani mattina quando non ci
saranno i miei
genitori, sai com’è, sarebbe complicato da spiegare al
momento. Il mio
indirizzo è 1908 Roald Dahl Lane”
“D’accordo,
allora a domani”
“Aspetta
un momento, Dean vuole
che ti chieda una cosa” dire la voce della ragazza ora
sembrava riluttante
era come dire che Bill Gates è riesce a malapena ad arrivare a
fine mese. “Lui
vuole sapere, ecco, lui vorrebbe sapere cosa fai con un orso di peluche
gigante
che ha la, cavolo quanto sono caduta in basso, che ha la malattia dei
leccalecca? Gli spari o gli dai fuoco? Cosa? Vuoi uccidere un orsetto
di
peluche? Non mi interessa se è un orso alto due metri con
tendenze suicide!
Uff, d’accordo, lo sterminatore di giocattoli vuole che tu
risponda”
“Ehm”
okay forse non era poi così
semplice “lo bruci?”
“Oh,
bene, sì, risposta esatta”
rispose la ragazza con una risatina nervosa “ci... ci vediamo
domani ciao”
e con questo la linea era diventata muta.
“Ti
prego Dean, ti prego, dimmi che
non ho appena dato ad un demone il mio nome ed indirizzo” chiese
la ragazza, fissando
un punto dietro la scrivania che aveva deciso, piuttosto
arbitrariamente in
verità, fosse il punto in cui lo spirito si trovava.
Dean,
che in realtà si trovava nel
lato opposto della stanza, sbuffò, se avesse avuto pressione
sanguinea probabilmente
ora la sua sarebbe stata alle stelle.
Ti
avevo detto
di fare la domanda prima e dargli l’indirizzo dopo. È
colpa tua se siamo in
questo casino.
Rispose Dean,
la bocca curvata in un sorriso divertito, okay forse si stava
divertendo un po’
troppo.
“E
io l’avrei fatta se tu non mi
avessi chiesto di fare una domanda tanto ridicola! E togliti quel
sorriso dalla
faccia”
Come
fai ad
essere sicura che sto sorridendo? Non puoi vedermi. Rispose
il cacciatore, mentre il sorriso gli moriva sulle labbra,
era davvero così ovvio?
“Non
ho bisogno di vederti, sono
particolarmente percettiva ed ho un’immaginazione iperattiva.
Comunque, basta
con le chiacchiere e torniamo al punto principale, un demone sta
venendo qui a
casa mia, non posso dire nulla ai miei genitori anche se sono in
pericolo, non
ho la più pallida idea di cosa fare e se non troviamo una
soluzione al più
presto potrei avere una crisi isterica” disse Alice senza
praticamente
respirare, tutta questa agitazione non poteva farle bene.
Woah,
respira! Ma
fai sempre così? Non preoccuparti, ho un piano, intanto questa
notte sigilliamo
la casa, per sicurezza, anche se non credo che verrà.
“Come
fai ad esserne sicuro? E anche
se venisse domani che caspita faccio?” chiese la ragazza
sedendosi sul bordo
del proprio letto, giocherellava distrattamente con uno dei
braccialetti che
portava e aveva un’espressione talmente persa che il maggiore dei
Winchester non
poté fare a meno di dispiacersi per tutta la situazione, finora
aveva pensato
soltanto a quanto si fosse messa male per lui, ma ora si era reso conto
che
quella che aveva davanti non era che una ragazzina spaventata e
travolta dagli
eventi.
Senti,
andrà
tutto bene, te lo prometto, ho un piano, questo è il mio lavoro
e per domani e
domani soltanto sarà anche il tuo.
“Cosa
faremo?”
Domani
bellezza,
esorcizzerai il tuo primo demone.